giovedì, giugno 29, 2006

Lo strano Amore/Odio per la nazionale di calcio

Fin da bambino mi colpì lo strano rapporto che gli italiani ( i mei compagni di classe i miei amici di allora, i loro genitori, perfino i miei insegnanti) intrattenevano con la nazionale di calcio. Mentre infatti la squadra di club di appartenenza(se c'era) era riverita ed amata al di là di ogni ragionevole dubbio, per la NAzionale era tutta un'altra cosa. Qui invece il disfattismo, lo sfottò, la sfiducia erano generalizzati, e questi si accompagnavano alla ammirazione esagerata per le altre Nazionali, fino a che, almeno, queste non perdessero contro l'italia. In quel caso venivano declassate a squadre di pellegrini, di pallonari incapaci perfino di battere quella ridicola cosa chiamata Italia.
E ogni mondiale ci ripropone la stessa cosa: Speranze inaudite vengono riposte su 23 (comprese le riserve) giovanotti, alle volte anche non troppo giovani, a prescindere dal loro reale stato di forma e dalla loro reale abilità.E sull'altro lato gli stessi vengono criticati e massacrati al minimo errore.
Pare che L'italiano riversi sulla nazionale di Calcio tutta la frustrazione di vivere in un paese poco moderno e spesso poco civile, di avere una classe politica ed industriale quando va bene ridicola, e quando va male semplicemente criminale, di avere bellissime spiagge e coste e panorami rovinati dal cemento e dalla speculazione selvaggia, e tutti gli altri problemi che ci affliggono e ben sappiamo. Pare che alla nazionale di calcio non venga dato il solo compito che dovrebbe avere, cioè quello di vincere qualche partita, cavasela con dignità e se si vince tanto meglio, ma quasi di vendicare la mediocrità di un paese facendo qualcosa di epico e incommensurabile. Non le si chiede solo di vincere, ma pure di giocare "bene" che nessuno sa cosa significhi in sostanza (fare tanti gol, sprecarne tanti, raccolgiere applausi, non prendere gol...?)
E tutto ciò a prescindere da qualsiasi seria ed obiettiva considerazione
Questo discorso si ripete anche quest'anno, per cui, dopo una annata che ha visto tutte le nostre squadre prendere schiaffoni in europa (pur con il rinforzo dei giocatori stranieri che in esse militano) si pretende di vedere una nazionale bella e vincente.
Non solo, ma sul calcio e sulla nazionale italiana si sono abbattute tante di quelle traversie che sarebbe già stato miracoloso vincere una partita, figuriamoci il Mondiale.
Eppure dai calciatori italiani, superpagati e tutto quello che si vuole, non si perdona nulla. Se vincono giocando bene, è perché gli avversari sono scarsi, se pareggiano, hanno fatto schifo, se vincono in 10 contro 11 per un calcio di rigore all'ulitmo minuto (che significa che stavano attaccando con coraggio) gli si dice che sono fortunati e catenacciari.
Addirittura si è arrivati ad una specie di vero e proprio linciaggio nei confronti del nostro giocatore più rappresentativo ed unico vero campione nel mazzo di vecchie glorie, carneadi e onesti giocatori messi assieme dal Ct Lippi, emi rifersico ovviamente a Francesco Totti, per la ragione che lo stesso sarebbe colpevole, dopo aver avuto la caviglia rotta, di non fare tre gol a partita possibilmente palleggiando di tacco dal centrocampo.
La realtà è che i "Nostri" (massì lasciatemelo dire) stanno facendo tutto il possibile, e forse qualcosa di più dimostrando grinta e carattere. Se arriveranno in semifinale avranno fatto il massimo e non sarebbe lecito chiedere di più
Non tocca a loro vendicare l'onore dell'Italia, o farne un paese civile e moderno.
Il calcio è solo un dannato e bellissimo gioco.
Nient'altro che questo.

venerdì, giugno 23, 2006

25-26 giugno, perchè votare NO

Il 25 e 26 giugno si svolgerà il referendum confermativo della Riforma Costituzionale voluta dal precedente governo.
Ci sono svariate ragioni per votare NO al quesito referendario
Innanzitutto detta riforma è stata approvata a colpi di maggioranza, senza quell'ampio consenso di cui una riforma del genere necessita. La carta costituzionale non è una legge qualunque, ma una legge su cui si basa tutta la vita poltica e civile di una nazione. Non può e non deve essere espressione di una sola parte politica, tra l'altro già nettamente minoritaria nel paese nel momento in cui approvava a colpi di fiducia tale legge.
Tanto è vero che la costituzione del 1948 fu approvata da una assemblea costituente e a larghissima maggioranza.
Se poi entriamo nel merito ci sono molte ragioni per votare NO e respingere al mittente la "nuova "riforma.
La prima e principale è data dall'abnorme potere che questa riforma affida al presidente del Consiglio, che verrebbe eletto direttamente ( non si sa bene con quale tipo di sistema elettorale) e,da lì in poi, governerebbe persino contro la sua stessa maggioranza, e non avrebbe nessun altro potere a controbilanciarlo. Una specie di presidenzialismo stile giunta militare sudamericana degli anni 70.
Il presidente della repubblica sarebbe ridotto ad un soprammobile e così tutti gli organi di controllo.
Un'altra ragione è il controllo che il potere politico eserciterebbe sulla magistratura. Difatti il Consiglio superiore della MAgistratura avrebbe la maggior parte dei suoi membri eletti dal governo o dal parlamento.
Appare poi parecchio confuso l'iter legislativo. La camera avrebbe più poteri ma il senato rimarrebbe per legiferare su alcune materie non meglio specificate, in alcuni casi avendo il potere in esclusiva su tali materie, in altri casi avendolo in comune con la camera dei deputati, per cui non si capisce bene chi dovrebbe legiferare su cosa.
Stravagante poi l'idea di un numero non meglio precisato di rappresentanti degli enti locali (quali?) che parteciperebbe ai lavori del senato ma senza diritto di voto.
Il conferimento poi alle Regioni del potere legislativo esclusivo sul sistema sanitario e su quello scolastico renderà possibile 20 tipi di sanità diverse, tra l'altro con il rischio di una mancanza di eguaglianza nelle prestazioni sanitarie tra regione e regione.
Così come appare stravagante l'idea di 20 sistemi scolastici diversi.
La tanto sventolata riduzione dei parlamentari, che rischia di rimanere sulla carta visto che c'è tutto il tempo di modificare qull'articolo e che con l'aggiunta dei "rappresentanti degli enti locali " senza diritto di voto i parlamentari rischiano addirittura di essere di più, appare come il classico specchietto per le allodole di una riforma antieuropea, antidemocratica e , per giunta, scritta coi piedi.
Se poi queste ragioni non dovessero bastare, pensate alla faccia di Berlusconi il giorno dopo :-)))

martedì, giugno 20, 2006

Indietro Savoia!

Il sedicente Re d'Italia Vittorio Emanuele di Savoia è stato arrestato per alcune piccole cosucce tipo associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione.
La cosa non mi stupisce molto. Il sedicente Re era già stato processato (e incredibilmente assolto) per l'omicidio di un diciannovenne tedesco. Era stato poi al centro di una vicenda oscura di traffico d'armi. Ma si era in periodo pre-tangentopoli, e i potenti di turno venivano sempre assolti, le inchieste archiviate e i giudici trasferiti, se non ammazzati da qualche mafioso (ah già, dimenticavo, la mafia non esiste!) Naturalmente era anche lui iscritto alla P2, tanto per non mancare in quella grande organizzazione eversiva che ancora domina la politica italiana, seppur sotto mentite spoglie.
La cosa non mi stupisce,perché la dinastia dei Savoia è sempre stata una dinastia di assassini e tiranni. Dalle cannonate sulle plebe che chiedeva pane a MIlano nel 1898,alle fallimentari avvventure coloniali, attraverso l'immondo connubio col fascismo eversore di Mussolini, fino al tradimento dell'8 settembre e a quella vergognosa fuga, che lasciò centinaia di migliaia di soldati allo sbando e un intero paese alla mercè delle armate tedesche, la continuità di questa dinastia è stata esemplare. Continuità di vigliaccheria e crimine.
Questa è solo la esemplare e inevitabile conclusione di un tragitto storico, che mostra in modo trasparente come il potere corrompa talmente profondamente l'animo umano da causare quasi una sorta di modificazione del DNA.
In conclusione mi viene da ricordare che, per quest'uomo e per permettere che rientrasse in Italia a coprirsi di ulteriore vergogna, si è addirittura modificata la Costituzione della Repubblica Italiana.
Mai decisione fu più miope.

sabato, giugno 10, 2006

Iniziano i Mondiali di Calcio

Ieri alle 18 sono iniziati i mondiali di calcio.
Confesso che a me i mondiali di calcio piacciono, come piacciono le Olimpiadi, e mi piacciono al di là del contenuto agonistico, e al di là delle considerazioni più o meno sensate sull'invadenza del business e degli sponsor, sulla regolarità o meno della competizione, sullo sport e sul calcio come "oppio dei popoli" (magari lo fosse!).
Mi piace che nazionali di tutto il mondo si incontrino e si sfidino, mi piace vedere giocatori sconosciuti che indossano divise dai colori vivaci, mi piace sentire gli inni nazionali, sebbene la maggior parte siano inascoltabili e con dei testi generalmente truculenti.
Mi piace vedere il verde del prato,e mi piace soprattutto lo spettacolo della folla, che alla fine è l'unico vero spettacolo.
Uno spettacolo fatto di bandiere e mille colori, di striscioni, ma soprattutto di speranza, festa , gioia, delusione, dramma e poi ancora lacrime e risate. In questi frangenti il calcio torna ad essere quello che dovrebbe sempre essere: una metafora della vita.
E per il resto...vinca il migliore

giovedì, giugno 08, 2006

Più di mille parole

"Non ho perso un figlio per la patria. Ho perso un figlio"
Queste le semplici parole del padre di Pibiri, il soldato italiano morto due giorni fa nei pressi di Nassyrya, nell'ennesimo attentato contro il nostro contingente "di Pace"
Parole senza retorica, che spazzano via in un sol colpo anni di menzogne e di blablabla su missioni umanitarie e improbabili guerre al terrorismo e che ci ricordano, una volta e per tutte, che dentro a quelle divise ci sono uomini qualsiasi, figli di altri uomini (e donne ) qualsiasi, mandati a morire per qualcosa che non gli appartiene.
Vale qui ricordare questa stupenda poesia di Boris Vian

A TOUS LES ENFANTS (di Boris Vian - trad. Alessio Lega) [1954]

A tutti i ragazzi
che son partiti con lo zaino in spalla
nella nebbia d'un mattino d'aprile
vorrei fare un monumento.
A tutti i ragazzi
che hanno pianto con lo zaino in spalla
gli occhi bassi sulla tristezza
vorrei fare un monumento
non di marmo, né di cemento,né di bronzo
che si fa verde sotto il morso acuto del tempo
un monumento del loro dolore
un monumento del loro terrore
e del loro stupore.
Ecco il mondo profumato, pieno di risa pieno di uccelli blu,
di colpo cancellato da uno sparo
un mondo nuovo dove sotto un corpo che cade
s'apre una macchia di sangue.
Ma a tutti quelli che son rimasti coi piedi al caldo nei loro uffici
a calcolare i profitti della guerra che hanno voluto,
a tutti i costi,
tutti i cornuti che si spanzano nella via e contano,
contano quei soldi.
A tutti quelli innalzerei il monumento adatto a loro
con la spranga, con la folgore,
coi calci, coi pugni, con le parole
che incolleranno alle loro rughe e ai loro doppi menti
marchio di vergogna e di fango.

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