domenica, marzo 10, 2013

La grillina, il fascismo e la tentazione totalitaria

Ci sono cose che vorrei evitare di fare, ma alle volte è proprio impossibile non farle; per esempio accusare un gruppo rock che ti piaceva tanto ed inizia a fare dischi scadenti di essersi "venduti".
Oppure dare la colpa all'arbitraggio della sconfitta della squadra del cuore.
Oppure dare del fascista a chi milita in un nuovo raggruppamento politico le cui finalità ti sembrano abbastanza ambigue ed i cui comportamenti ti paiono mascherare una certa tendenza all'autoritarismo.
Però alle volte non si può proprio farne a meno, e se, nei primi due casi, alla fine è una questione soggettiva, nel secondo ci sono elementi oggettivi su cui si può basare il proprio convincimento.
La tendenza al totalitarismo che si annida nel "Movimento 5 Stelle" era già apparsa evidente nel momento della espulsione dei vari"dissidenti", cacciati via senza troppe spiegazioni per quelle che erano cose che, in qualsiasi altro partito (i movimenti non cacciano via nessuno) sarebbero passate del tutto inosservate, insomma poco più che una alzata di sopracciglio.
Ma ci sono vari elementi che fanno pensare che la cosa sia più seria di una semplice intolleranza alla critica o magari antipatia personale.
Questo articolo http://www.quitthedoner.com/?p=1268 spiega in modo molto ben motivato le ragioni per cui una certa diffidenza nei confronti degli scopi del "movimento" sia lecita. Anche Odifreddi, in un modo che mi era sembrato un po' sbrigativo, aveva sentenziato che il M5S era la riedizione del MSI di Almirante.
Perciò le dichiarazioni riportate nel suo blog (quindi non si può dare la colpa ai cattivi giornalisti che strumentalizzano, inventano, mistificano etc etc) della signora Roberta Lombardi che non è una ubriaca che delira dentro un bar (anche se le sue argomentazioni alle volte hanno caratteristiche abbastanza simili a quella di una persona in preda ai fumi dell'alcool) ma la capogruppo parlamentare del M5S, e che quindi deve essere presa sul serio, non possono essere passate sotto silenzio, né banalizzate come semplice ignoranza, ma devono essere seriamente analizzate.
Perché ci dicono molto, moltissimo su certe tendenze nel movimento che stanno sempre più emergendo.
Allora vediamo cosa dice la deputata del "Movimento".
Ultimamente sento e leggo molti ardimentosi paladini dello status quo difendere a spada tratta sindacati, associazione di categoria, partiti e vecchie ideologie e mi chiedo perché.
Perché così tante persone, scontente dello situazione attuale, comprensibilmente preoccupate per il futuro loro e dei loro figli, giustamente indignate di fronte alla pochezza morale ed intellettuale di una classe dirigente inadeguata sotto TUTTI I PUNTI DI VISTA difendono ancora strenuamente i simboli di un modo di pensare e creare la società VECCHI e che hanno ESAURITO la loro missione storica?

Notare subito che vengono definiti paladini dello status quo coloro che non sono d'accordo con "il movimento" come se ci fossero solo due alternative "Noi" e "Loro"
Il modo di pensare altrui è "vecchio" ed ha esaurito la missione storica: la prova di questo ? non c'è la signora lo dice e noi dobbiamo crederci. Proseguiamo



Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa ideologia non rappresenta una minaccia presente. Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso.




Ora io chiedo un poco di comprensione al mio lettore. Sono laureato in Scienze Politiche, per quel poco o niente che conta, e so distinguere tra il linguaggio ed i concetti politici e la chiacchiera da bar.
Ecco qui siamo nel secondo caso, anche come scrittura. Ok non voglio fare il professorino ma non riesco a non ridere di fronte alla parte che ho grassettato. La dimensione nazionale di comunità non era affatto attinta a piene mani dal socialismo, per quel poco che riesco a comprendere di una frase così confusa, la comunità di riferimento del socialismo, nelle sue varie componenti ideologiche dall'anarchismo al comunismo, si riferisce al proletariato internazionale, mentre la comunità fascista di riferimento è quella della nazione . Dal che derivano idee del tutto opposte sulla guerra, tanto è vero che Mussolini venne espulso dal PSI in quanto acceso interventista. Che il fascismo avesse un alto senso dell stato non c'è da dubitarne, visto che divenne presto una dittatura totalitaria e che Mussolini soleva dire orgogliosamente, "tutto nello Stato e niente contro lo Stato". E la tutela della famiglia si esplicò riducendo il salario alle donne (anche agli uomini per dire il vero ma in misura minore) e nel convincere le donne italiane a fare figli per la patria per poi mandarli a morire. Lasciamo stare che è difficile poi dividere l'aspetto "sprangaiolo e razzista" del fascismo ovvero la prassi della violenza, che è un elemento ideologico fondante nel fascismo, mica una dura necessità, dall'essenza dello stesso, basato sulla gerarchia e l'ineguaglianza.


Seconda questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per portarti dalla mia parte. Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo il pensiero del futuro.


Questo, seppure detto in modo un poco grossolano, è vero. Diciamo che è una ovvietà. Però se non sono fascisti o comunisti ad aver fatto le cose di cui sopra, chi è stato? IO direi ad occhio e croce le politiche liberiste e, detta in una sola parola, il capitalismo.
A questo punto uno si aspetterebbe una risposta a questa domanda, ma la Lombardi preferisce svicolare e si mette a sparare col bazooka per colpire un moscerino, come suol dirsi.
E così prosegue...



Se parliamo dei sindacati chiedendone l’abolizione, ti tacciano di voler tornare indietro alla rivoluzione industriale. Anche qui, i sindacati hanno esaurito una missione nel momento in cui si sono trasformati in grumi di potere che mercanteggiano soldi, cariche, proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro interlocutori dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i loro complici di inciuci alle spalle dei lavoratori. Non si tratta di negare la fondamentale funzione che storicamente hanno avuto, ma oggi non è più così e quindi meglio pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti dei lavoratori.
Discorso simile per le associazione di categoria: potevano avere un senso nel medioevo ma delle corporazioni hanno perso lo spirito mutualistico per trasformarsi in caste e castine o lobby che cercano sponde politiche ad ogni tornata elettorale. Organizzano tavole rotonde con i vari candidati e cercano di tirarli dalla loro parte lusingandone la voglia di consenso. Presidenti o segretari ti chiamano chiedendoti una candidatura che porterebbe al tuo movimento tanti tanti voti di cui non sai che fartene, se quello che cerchi sono cittadini attivi e non automi della croce sulla scheda elettorale.





Di fronte a tale prosa, aggressiva quanto squinternata, si rimane a bocca aperta. A parte la barcata di luoghi comuni sui sindacati, considerati, alla stregua dei partiti, un tutt'uno, corrotto e storicamente superato, c'è da chiedersi come pensa la signora di tutelare gli interessi di categoria, se non vi sono più luoghi di rappresentanza degli stessi. Mi chiedo se un dipendente viene licenziato, o non gli viene pagato lo stipendio, a chi si debba rivolgere. Ed un commerciante strozzato dalle tasse, o che ha problemi bruocratici, od un inquilino e via discorrendo . A parte il sottinteso dittatoriale di tale affermazione. Un conto è voler riformare sindacati ed associazioni di categoria, un conto è abolirle. Cosa prevede la signora, anzi la "cittadina" Lombardi: campi di prigionia oppure bastonate ed olio di ricino per i disobbedienti?
Ma sopratutto come pensa di tutelare e rappresentare i vari interessi che in una società pluralista sono il fondamento ed il sale della società?
Vediamo la risposta....


Purtroppo la storia , soprattutto la nostra, ci ha dimostrato che ogni filtro o intermediario posto tra cittadino e cittadino nel tempo si è trasformato in una barriera allo sviluppo di rapporti sociali, economici, lavorativi.
Una società fluida ed interconnessa permette uno scambio paritario e la creazione dinamica di reti che si compongono intorno ad idee. Questo è il salto nel vuoto di cambiare il proprio modo di pensare in modo radicale e nuovo.
Passiamo dalla società delle divisioni alla società delle connessioni.


Quindi abolizione di ogni intermediario fra "cittadino e cittadino", quindi niente puù contratti di lavoro collettivi, ad esempio, ma ogni persona dovrebbe andare dal datore di lavoro a contrattare individualmente le condizioni di lavoro, come fanno i calciatori o i cantanti. Nemmeno, perché i primi hanno i procuratori, ed i secondi hanno i manager, che pur sempre un filtro lo sono.
La seconda frase è una di quelle frasi prive di senso che funzionano in qualche chat e fanno dire agli ingenui "Ullalà come sei intelligente" ma, fuori di quel contesto, dimostrano solo povertà concettuale.
La frase che ho grassetato merita un filo di analisi in più, per capire cosa possa significare.
Mi viene in mente l'adagio del grande Totò, "perché ndinghete, ndranghete!", ma sarebbe sbrigativo voglio capirne il significato.
Significa forse che ci connettiamo alla rete e così facendo risolviamo i problemi?
 Non credo, ci sarebbe un filtro ugualmente. Quello è solo un modo per rendere più veloce la comunicazione e magari la burocrazia, non è la panacea per risolvere i problemi.
Mi viene in mente, allora, che Mussolini abolì i sindacati e li sostituì con le corporazioni, che avrebbero rappresentato lavoratori ed imprenditori allo stesso modo. I risultati non furono eccelsi, però questo spiega mi pare in modo evidente di che tipo siano certe idee che circolano nel M5S.
Non è il fascismo, per tante ragioni storiche, però alcune suggestioni che si ritrovano al suo interno, provengono da lì.
Se uniamo tante cose, non ultima la dichiarazione di Grillo in persona, che sogna  di avere il 100% dei parlamentari ai suoi ordini, il sospetto che vi sia una tentazione totalitaria, forse non maggioritaria, ma comunque forte all'interno del M5S, si rafforza notevolmente.

PS
Mi giunge notizia che la deputata Lombardi, mentre completavo queste righe, avrebbe affermato che  l'articolo 18 è una aberrazione. Proprio così, una aberrazione.
Il che rende evidente da che parte sia schierata.

lunedì, marzo 04, 2013

Rompicoglioni: istruzioni per l'uso

Il mondo è pieno di rompicoglioni.
Persone che non si fanno gli affari propri e dispensano consigli non richiesti su cosa bisogna fare, ascoltare, guardare, e, peggio, dire o pensare.
Ovviamente ci sono persone che ci danno consigli perché si preoccupano di noi, quelli sono le persone che ci vogliono bene, fidanzati/e, mariti, mogli, gli amici, i parenti, bene, non tutti i parenti, a dire il vero.
Poi ci sono gli altri. i rompicoglioni , appunto.
Come si fa a distinguere un rompicoglioni da una persona invece amorevole?
Non facile di primo acchitto, perché il rompicoglioni cerca di farsi passare per amico e per persona amorevole. Ma poi dopo un po' si scopre. Innanzitutto perché inizia a dare pareri e consigli non solo non richiesti, ma assolutamente sballati.
Già perché al rompicoglioni non interessa il nostro bene od i nostri gusti o la nostra personalità, ma interessa il suo bene, i suoi gusti e la sua personalità.
Il rimpicoglioni cerca di condizionare il nostro comportamento, rinfacciandoci difetti che solo lui vede e che, generalmente , sono i suoi difetti.
Vuole controllare le nostre emozioni e viuole farci sentire piccoli rispetto alla sua grande personalità.
Ci fa pesare il suo giudizio, ad esempio, "sai pensavo che tu fossi una persona competente, di grande cultura e sopratutto assolutamente obiettiva, mi sono sbagliato per caso?"
"Pensavo che tu fossi diverso dagli altri, che fossi una persona matura e responsabile" etc etc.
I rompicoglioni usa il senso di colpa che la persona media, diciamo normale, nutre sempre in fondo alla sua mente ed al suo cuore per condizionarci. Poichè generalmente, sapendo di non essere perfetti, consideriamo che potremmo aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver avuto un atteggiamento errato o aver detto qualcosa di troppo, cadiamo nel giudizio e nel rimprovero del rompicoglioni, che naturalmente sfrutta questi sensi di colpa per condizionarci e manipolarci.
Naturalmente poi i difetti, le colpe e gli atteggiamenti sbagliati sono tutti o quasi del rompicoglioni, ne è cosciente ed è per questo che rigira la frittata, alle volte anche prima di rompere le uova.
Si pone su un pulpito dal quale predicare vuote frasi retoriche che però servono a coprire le proprie colpe e scaricare tutto sugli altri
" Siamo amici e agli amici si dice quello che si pensa". Ed invece no, non siamo amici, sei un rompicoglioni falso ed ipocrita, e quello che pensi non mi interessa perché sono menzogne fatte per manipolare fatti e persone e non assumerti la responsabilità delle tue male azioni.
Come comportarsi con un rompicoglioni?, Innanzitutto identificarlo con sicurezza e poi non cadere nella sua rete. Non dare nessuna importanza a quello che dice. Però questo può non bastare, fino a che il rompicoglioni pensa che ti può condizionare, che bene o male segui i suoi consigli o tieni presente le sue opinioni, insisterà. A quel punto bisogna fargli capire che non ce ne frega niente della sua opinione, che non ce la beviamo, che le sue opinioni non rivestono per noi alcuna importanza, che dei suoi consigli non sappiamo che farcene, che, come diceva un comico televisivo, "ce rimbarza".
Il rompicoglioni si arrabbierà di sicuro, perché gli è stato tolto il suo giocattolino preferito, però poi farà la cosa che abbiamo sempre sperato che faccia: si leverà dalle scatole ed andrà a rompere da qualche altra parte e a qualcun altro.

venerdì, marzo 01, 2013

Lega, Berlusconi, Beppe Grillo: la narrazione nella politica italiana

Forse (forse) hanno ragione quelli che dicono che le ideologie sono morte, ma forse ha più ragione chi dice che le ideologie hanno cambiato forma.
La forma attuale in cui si esprime l'ideologia è, per rubare un termine a Vendola, quella della narrazione.
Cosa intendo per narrazione? Un romanzo, un film, un telefilm, sono le forme più note di narrazione.
La trama di queste narrazione prevede, generalmente, un protagonista buono, a capo di un gruppo di persone "buone" che devono raggiungere uno scopo definito in termini positivi, e hanno come antagonisti dei cattivi che invece perseguono scopi del tutto opposti e che sono definiti come negativi.
Per esempio il commissario di polizia ed i suoi colleghi che devono impedire ad uno o più criminali la propria attività criminosa.
I protagonisti della politica italiana negli ultimi 20 anni hanno usato, più che delle ideologie vere e proprie, (che si ritrovano ancora, seppure ammorbidite, dentro i democratici di Sinistra poi Partito Democratico ed in formazioni di cosidetta sinistra radicale come SEL o PRC o in formazioni come La Destra) delle narrazioni.
La lega ad esempio, ha mobilitato il suo elettorato nel nord Italia con la narrazione di un immaginario popolo padano, le cui origini risalirebbero addirittura ai popoli celtici che abitavano alcune zone del nord e del centro Italia secoli prima dell'era cristiana, situato in una non meglio definita regione chiamata Padania. Questo popolo avrebbe qualità intrinseche di onestà e laboriosità superiori a quelle degli altri popoli italici, denominati romani o terroni, e sarebbe sfruttato  e bloccato nel proprio sviluppo dai lacci e dalla corruzione del potere centrale, definito romano  ed infine minacciato nella propria specificità e purezza dai nuovi barbari ovvero le persone straniere che migrano in Italia.
La Narrazione su cui Berlusconi ha fondato il proprio successo elettorale si basa sopratutto sul mito del self made-man e sulla americanizzazione della cultura italiana,
Berlusconi rappresenta quindi l'imprenditore che ha avuto successo e ha saputo superare le difficoltà diventando non solo miliardario ma diventando un vincente anche nel campo dello svago degli italiani, cioè il calcio, e per di più si circonda di belle donne, dalla affascinante moglie alle giovanissime veline.
In sostanza la narrazione ci racconta che tutti possiamo essere come lui, basta impegnarsi, e attraverso il suo successo tutti saremmo diventati ricchi. Ovviamente ci sono alcuni cattivoni che vogliono impedire che questo accada: i comunisti e la sinistra, che ama la povertà ed è vittima della propria inguaribile invidia verso gli  uomini di successo, i giornalisti, pettegoli per mestiere, ed i magistrati, almeno quelli che indagano su Berlusconi ed i suoi affiliati, che ovviamente sono anch'essi da ritenersi comunisti o, più semplicemente, pazzi.
Oggi, dopo le ultime elezioni politiche o anti-politiche sarebbe meglio dire, a queste narrazioni, un po' scalcinate e arruginite, se ne aggiunge un'altra, non meno convincente e sopratutto non meno pericolosa.
La narrazione usata da Beppe Grillo e dal movimento 5 stelle ci narra di un popolo di cittadini, anche definita con il termine indefinito di gente, astratto dalla propria condizione di classe o ceto, età o genere, perfino dalla elementare distinzione tra onesti e disonesi, tra contribuenti o evasori, tra mafiosi o vittime della mafia, nonchè ideologiche, e che è sfruttato dai cattivi.
I cattivi sono rappresentati dallla classe, anzi, la casta ,dei politici, anche qui, non importa se di governo od opposizione, di destra o di sinistra, parlamentare o extraparlamentare, se collusa con la mafia o minacciata in quanto antimafioso, impegnata a sottrarre risorse al cittadino e a rigenerarsi in continuazione.
Ovviamente questa classe si basa sulla complicità di tutti i mass-media e dei cittadini che non sono ancora stati illuminati dal "verbo" che i leader del M5S dispensano via web, considerato l'unico mezzo democratico non solo di informazione, ma addirittura l'unico luogo di confronto politico e di legittima formazione delle decisioni politiche.
Non sto qui a sottolineare le contraddizioni e debolezze di tale narrazione (direi che il web è tutt'altro che un luogo di informazione privo di problematiche, visto l'altissimo numero di bufale che circolano sul web, le stravaganti teorie complottiste che trovano anche un certo seguito proprio su blog come quelli di Beppe Grillo, e sul fatto che decisioni prese senza guardare in facca chi te le sta proponendo sono ad alto tasso di rischio di manipolazione, così come le votazioni etc etc) e ancora di più la concezione  infantile della politica su cui si poggia non solo la narrazione, ma anche le soluzioni proposte, anche se è un tema su cui mi riprometto di intervenire in futuro.
Insomma si passa da una narrazione all'altra, da una illusione all'altra, ma mi pare ancora lontano il tempo in cui le persone, gli individui, si possano confrontare con la propria realtà, senza specchi illusori e che producono immagini deformi di se stessi e della realtà che li circonda.

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