sabato, novembre 02, 2024

La dittatura dei "buoni" ovvero il nuovo fascismo

 Il buonismo non è essere buoni, avere semtimenti di altruismo, o empatia per chi soffre.

Il buonismo è pensarsi buoni. Se noi siamo buoni i nostri fini sono buoni, anche se raggiungere tali fini includesse la guerra, il genocidio,  la dittatura, il fallimento economico o lo sterminio per fame o pandemia di milioni o miliardi di persone.

Figuriamoci un poco di censura, limitazioni della libertà di spostamento o di parola, o brogli elettorali.

E quindi abbiamo i casi del Venezuela, della Moldavia e della Georgia, in cui i "buoni" siano essi fascisti, imperialisti, "democratici"euopeisti o antirussi, devono per forza vincere le elezioni, costi quel che costi. E quindi si ricorre a tutti i trucchi del genere, alle pressioni esterne, alla diffusione di sondaggi e notizie false, a denunce basate sul nulla. I buoni sono buoni per definizione, e hanno sempre ragione, anche quanto hanno torto.

In tutto ciò la democrazia non conta nulla perché se vincono i "cattivi" che siano in Liguria o in Georgia, è perché ci sono stati dei brogli oppure perché l'elettore è un imbecille, che non merita il diritto di voto, che va riservato solo ai "buoni" e ai loro sicofanti.

E così in USA a vincere dovrà essere per forza Kamala Harris, per quanto sia una politica mediocre, scelta dai finanziatori quasi in scadenza per la palese impresentabilità di Biden, e che ha condiviso con il presidente uscente una politica economica disastrosa sul piano interno, e una politica guerrafondaia sul piano estero. E questo a prescindere dal fatto che il rivale non sia affatto migliore.

Le celebrità si sono schierate compattamente con la Harris, Lenoardo di Caprio, BEyoncé e Jennnifer Lopez lo hanno dichiarato in comizi affollati, manco fossero dei politici.

La lopez ha affermato che "con la Harrisi vincono i buoni" rendendo esplicita l'ideologia buonista.

Tutti e tre, curiosamente (ma non troppo) sono coinvolti nello scandalo Puff Diddy, una ignobile storia di droga, stupri, violenze, pedofilia e ricatti che rischia di travolgerne le carriere. 

Eppure loro sono i buoni, fateli vincere, per carità, che altrimenti non potranno più sguazzare nell'oro.

Se a vincere devono essere solo i buoni, ne deriva che non esiste più una libertà di scelta da parte dell'elettore, a cui peraltro viene negata la libertà di essere informato correttamente.

Il buonismo è quindi la più formidabile sfida alla democrazia ed alla libertà, il volto nuovo dell'eterno fascismo.

sabato, ottobre 19, 2024

Sconsigli cinematografici per Halloween

COn l'avvicinarsi di Halloween (che in Italiano poi si dice Ognissanti) e l'uso di vedere film Horror o presunti tali, fioccano i consigli di veri o presunti esperti per passare la serata o le serate in allegra o per meglio dire mortifera compagnia di un qualche film Horror. Bene, andrò controcorrente anche questa volta e vi darò un breve ma sapido elenco di film che sconsiglio, film che mi hanno deluso o fatto letteralmente cagare ( e non per la paura ma per la pessima qualità cinematografica). NOn colpirò nel mucchio, non parlerà male di film magari scombussolati ma fatti in buona fede e con risibili budget, sarebbe troppo facile, e molto da snob. Mi sembra più utile ed onesto colpire film strombazzati da critica (ma esiste ancora?) e certo pubblico come "capolavori" o roba del genere, ed in realtà molto lontani dall'esserlo. Ecco quindi l'elenco in ordine di importanza (non di bruttezza)

 1) Invisible Man Che sia una cacata lo fa già capire che non abbiano tradotto il titolo. Ci voleva tanto a scrivere "l'uomo invisibile"? IN realtà forse ha senso che non l'abbiano tradotto, difatti il film non è su un uomo che diventa invisibile, per via di un esperimento andato a male o viceversa fin troppo bene. Difatti il film parla di una donna, fin troppo visibile e petulante, che scappa da un uomo, ovviamente il solito maschio tossico, a cui capita pure di essere un genio della scienza. Questo genio ha inventato una tutina che lo rende invisibile (non si sa bene sulla base di quale principio, la cosa non interessa minimamente regia e sceneggiatur) ma al posto di sfruttare economicamente e professionalmente tale scoperta (insomma potrebbe vincere un Nobel e ricevere miliardi come piovesse) perde il suo tempo dietro la donna di cui sopra (detto fra di noi, non propriamente una bellezza incredibile, anzi). L'inizio del film in realtà non è male, e si è indotti a pensare che l'uomo invisibile esista solo nella mente sconvolta della protagonista. Sarebbe stato un film effettivamente più interessante, ma ad un certo punto la trama scivola verso qusta storia insensata di stalking e molestie sempre più esagitate, il tutto condito con buchi di sceneggiature in cui passerebbe l'astronave di Star Trek, fino al finale "liberatorio" e vendicativo in cui la "nostra" scanna il cattivo (e sopratutto stupido, seppure geniale) maschio tossico. Se si paragona questo filmetto a "l'uomo senza volto" piccolo quanto misconosciuto capolavoro, si nota la mediocrità. I temi affrontati dal precedente, che non erano soltanto la personalità narcisista e aggressiva del protagonista, ovvero lo scienziato che diventava invisibile (ma sul serio, mica una tutina!) ma i rapporti malati fra scienza, ricerca militare, politica e denaro. Tutte cose che qui non ci sono perché evidentemente non interessano.

 2) Barbarian Altro film misandrico femminista e quindi debitamente sopravvalutato. Il film non parte male, e per una mezz'oretta scarsa crea una certa sensazione di disagio e tensione, ma è proprio quando l'azione parte che il film crolla via via. La storia è quella di una ragazza che prende in affitto un alloggio per motivi di lavoro in una parte abbandonata della città. Il momento clou che segnala il crollo della trama è quando viene introdotto il personaggio maschile, che è il ritratto di come è l'uomo medio secondo la femminista media lesbica e misandrica. Violentatore, inetto, bugiardo, incapace e pure codardo. E bruttino e mammone, per giunta. Il film a questo punto diventa una tiritera sul maschilismo tossico, la trama deraglia sempre di più verso delle assurdità e contraddizioni, che sarebbero anche accettabili in un film che fosse fatto solo per divertire attraverso i meccanismi della paura, ma qui diventa solo noioso e imbarazzante.

 3)Revenge Film che avrebbe potuto essere un onesto B.movie, ed invece è un disonesto C.movie. Come si capisce fin dal titolo questo è un film del filone "revenge" ovvero quel filone il cui capostipite è considerato I spit on you grave, film Maledetto degli anni 80, in cui una ragazza violentata e seviziata fino alla morte (apparente) torna per ammazzare ad uno ad uno i suoi aguzzini. Nel remake del 2010, la storia era credibile, la ragazza una scrittrice che viveva in una casa isolata e veniva presa di mira senza che lei avesse colpa alcuna da un gruppo di bulli guidati dal poliziotto locale. Qui invece la ragazza è una specie di velina, che si propone im modo volutamente sexy e provocatorio, si trova per una battuta di caccia (ma lei non sa sparare un colpo!) con il suo uomo (che ha l'aria di essere un mafioso) in una zona desertica (!)con i tirapiedi del boyfriend mafioso. Uno di questi "fraintende" e la violenta (ma non si vede molto, sarà poi vero?) e allora il boss al posto di menare il suo sgherro, decide di buttare lavelina in un crepaccio, dove ella finisce trafitta da un ramo e data per morta. Ma non abbastanza, perché la ragazza risorge meglio di Gesù Cristo, si trasforma in un Rambo alla ennesima potenza, e nonostante abbia perso qualche litro di sangue (con uno in meno vai in coma, per la cronaca) fa fuori tutti i cattivi. L'unica nota positiva è che l'attrice è una bella ragazza, perà non credo vincerà mai un Oscar... 

 4) Scream 5   Scream è una delle mie saghe preferite. I primi 4 capitoli sono tutti, chi più chi meno, gradevoli e riusciti, persino il terzo assicura momenti di pura gioia cinematografica e divertimento e sano splatter. La formula è nota ma non per questo molto facile da imitare. Citazionismo, ironia e molto splatter. E sono proprio questi gli elementi che mancano quasi totalmente nel racconto. Il film è alquanto noioso, invita agli sbadigli più che ai salti, la conta dei morti è scarsa, nella prima scena di tutti i film della saga morivano almeno due persone, Qui la ragazzina sfilettata (la bravissima Jenna Ortega, qui decisamente sottotono) se la cava con qualche graffio nonostante l'abbiamo vista massacrata di coltellate. Il  citazionismo è limitato ad uno spiegone del tutto inutile dove ci viene spiegato che stiamo guardando un requel, quasi a chiedere allo spettatore di non essere troppo severo nel giudicare la ciofeca che sta vedendo. Altro elemento distintivo di tutti i precedenti film era l'importanza di polizia e mass media. Non a caso tra i personaggi ricorrenti della saga vi erano una giornalista d'assalto (Courtney Cox) ed un poliziotto debitamente imbranato (David Arquette) che qui viene eliminato prontamente. Giustamente, perché degli omicidi fra teenager attirerebbero l'attenzione di media e polizia. Qui pare invece che a nessuno importi e ai poliziotti viene riservata la parte della carne da macellare (forse in onore del Defund the police che in quel momento andava di moda). Ma la cosa peggiore è la scelta della protagonista, che sarebbe la figlia di uno dei killer del primo film (?) e alla quale quest'ultimo comparirebbe in sogno/allucinazione come già in "Dexter". Peccato che in Dexter il protagonista abbia conosciuto il padre, che è stato il suo mentore e lo abbia reso quello che poi diventerà. Ma la ragazza (Melissa Barrera)  ha saputo del suo vero padre soltanto a 13 anni di età, lui era morto, quindi la cosa è impossibile e insensata. Se si copia almeno bisognerebbe copiare bene. Ma sono cose che la Ai non sa fare... Per fortuna il successivo Scream 6, pur portandosi dietro parte delle sciocchezze di questo filmetto sconclusionato, riesce a trovare nuovo sangue ed è almeno girato bene con alcune scene effettivamente degne della saga ed una trama decente. 

5) Totally Killer Parlando di Scream il passaggio a questo altro filmetto pare obbligatorio. Difatti TK pare essere un "Omaggio" proprio a Scream, oltre che ad Halloween, ma il film più saccheggiato dagli sceneggiatori (coadiuvati quasi di sicuro da un abbondante dose di AI) è Ritorno al futuro, di cui è una (involontaria) parodia condita di Woke, ma soprattutto incompetenza. La protagonista è una ragazzetta che prenderesti a schiaffi dopo 2 minuti di film e dopo 20 ti auguri venga fatta a pezzi il più presto possibile, e viene catapultata nel passato da una macchina del tempo costruita da una sua amica di 16 anni (mica un boomer maschio di 50 anni qualsiasi!)IL film vorrebbe essere ironico, ma è solo noioso in modo esagerato, e arrivare alla fine è un vero sacrificio

 6) Wrong Turn (2020) NOn si tratta del film originale, che anzi consiglio, ma di un inutile remake. L'originale ti portava fin dalle prime inquadrature dentro un incubo, seppure la storia non fosse originalissima (riprendeva le colline hanno gli occhi, però in meglio) si parlava delle conseguenze degli esperimenti sulla popolazione locale. I protagonisti erano però tutti bianchi ed eterosessuali, e questa cosa oggi proprio non va bene. Ecco che nel remake il regista per mezz'0ra non si preoccupa di creare una storia horror, ma solo dipresentare i "protagonisti" che sono sempre in 6 ma questa volta sono 4 maschietti e 2 solo femminucce. Si tratta anche qui di 3 coppie, quindi una non può essere che gay (ma qualche single no?) una è mista (lui nero lei bianca) e l'altra è tutta bianca. E qual è fra queste quella che è presentata sotto la migliore luce? ovviamente quella mista: lei ha ben due lauree e pure sa cambiare la ruota della macchina (vi è un incidente stradale solo per far darci questa preziosa informazione, nell'originale questo episodio era l'inizio dell'incubo)Lui invece lavora a gratis nel settore dell'energia rinnovabile perché "voglio cambiare le cose". Risate pesanti a questa affermazioni. Le rinnovabili sono il posto dove si fanno più soldi,altro che "cambiare le cose"! I due ragazzi della coppia bianca sono presentati come egoisti, ignorantelli e violenti. Strano eh? Quando poi inizia l'azione la cosa diventa ridicola rapidamente, a tal punto che ho interrotto la visione.

 7) IL rito delle streghe. Inutilissimo e disastroso remake del classico "giovani Streghe" in originale entrambi si titolano The Craft. Ne ho parlato diffusamente QUI e quindi non direi che è il caso di sprecare altri tempo, direi, in breve, che è un perfetto esempio delle differenze che ci sono fra il modo di fare film, magari anche politicamente corretti, di 20/30 anni fa, e quello attuale, in cui non conta più la voglia e la capacità di raccontare storie, ma solo quella di lanciare dei "messaggi" per lo più imbarazzanti. Per fortuna ancora esistono dei film dove si raccontano delle storie con lo scopo di intrattenere il pubblico, magari anche in modo intelligente e, nel caso degli horror, spaventoso, senza doppi fini. Ne parleremo prossimamente.

martedì, ottobre 08, 2024

Guerra e pace: il tradimento vergognoso della sinistra tecnocratica

Tra tutte le oscenità, gli errori e i tradimenti della sedicente sinistra italiana ed europea, quello che mi disgusta di più, perchè non ha nemmno mezzo grammo di giustificazione, è quello sull'argomento della guerra e della pace. Il voto di Carole Rackete, una delle tante bimbeminkia che la sinistra borghese e tecnocratica ha eletto a sua idola negli ultimi anni, a favore dell'uso di armi sul territorio russo, è solo l'ultima goccia di un vaso che ha traboccato da molto tempo. Per entrare brevemente nel merito, va ricordato che l'uso di queste armi può essere fatto solo da personale NATO, si tratta di armi della Nato usate da personale Nato per colpire un altro paese, dotato per giunta di arsenale atomico. Qui non si tratta di pacifismo, si tratta di sempice buon senso, buonsenso che alla tecnoburocrazia UE manca (da tempo...) e manca anche alla servetta Rackete, La servetta ha giustificato la decisione con lo slogan infantile (tipico delle bimbeminkia sinsitrate) che "bisogna stare dalla parte degli oppressi e gli ucraini sono oppressi" dimostrando di non sapere nulla e di non avere capito una beata fava di quello che è successo in Ucraina a partire dal 2014. Alla poverella manca la conoscenza di base sul fatto che dal 2014 c'è im Ucraina un regime sostanzialmente neonazista, che ha bandito i partiti "filorussi" fra cui il Partito comunista ucraino (va ricordato che l'attuale "sinistra" è anticomunista e antimarxista oltre che antilibertaria molto di più di quanto non sia antifascista )che ha bandito la festa della vittoria del 9 maggio (il corrispettivo del 25 aprile)e ha eletto a proprio idolo Stepam Bendera, un ultranazionalista e collaborazionista nazista noto per i massacri di centinaia di migliaia di sovietici, ebrei e anche polacchi. Di recente Reporter sans frontiers ha documentato la presenza di almeno 1000 casi di ostentazione di simboli nazisti nella zona invasa dalle trupe di kiev (che stanno prendendo sonore legnate, tra parentesi). IL regime neonazista di Zelensky ha violato i diritti delle minoranze russe e non solo (ci sono report dell'OCSE e di Amnesty) da anni, ha messo fuori tutti i partiti che non siano filonazionalisti e messo all'indice persino la chiesa Ortodossa Russa, oltre ad aver bandito il russo e imprigionato e ucciso centinaia di oppositori. Quindi ce n'è abbastanza perché chi di dice "di sinistra" e "antifascista" abbia almeno il buon senso non di proporre trattative (per carità, vogliamo andare contro gli interessi di venditori di armi e dell'Impero USa? e poi sappiamo che le armi occidentali sono inclusive e sostenibili...) ma almeno di votare contro ad una follia guerrafondaia. Ma il discorso va al di là delle fesserie di questo o quell'altro esponente della "sinistra" radicale o moderata che siano. IL problema è più generale. La sinistra ha sempre avuto un'anima pacifista, che non era solo un sentire comune, spesso condiviso anche con la "destra" (ebbene sì) ma si basava su una cosa chiamata "internazionalismo proletario" che, detto in parole povere, significava che la patria e la nazione erano sì cose importanti, ma la cosa principale era riconoscersi come nazione del proletariato, degli sfruttati contro gli sfruttatori. Nostra patria è il mondo intero, non significava essere contro la Patria, ma riconoscere l'importanza della patria, per noi ma anche per gl altri, ed estendere il concetto al mondo intero, cessando le discriminazioni e le lotte e le guerre che erano create dalla classe dominante per i suoi fini di dominio. In questo la guerra era il momento clou delle strategie di dominio della borghesia. Mettere i proletari l'un l'altro contro per interessi che non erano i loro. Purtroppo la prima guerra mondiale mandò in crisi questa visione, molti "socialisti" e persino anarchici, si schierarono per la guerra contro gli imperi centrali. Tra di loro c'era anche un certo Mussolini... Oggi, dopo due sanguinose guerre mondiali,e un lungo periodo di pace dove il rifiuto della guerra sembrava cosa ormai definitiva, persino l'Europa sembra travolta dai richiami di guerra. La oscena VOn der Leyen (una nobilastra discendente da nazisti e sotto inchiesta per l'appalto dato alla Pfizer in gran segreto per i "vaccini" a MrnA) vuole trasformare l'economia europea, già stressata da Covid, politiche neoliberiste fallimentari e le follie "green", in una economia di guerra. E la sinistra cosa fa? Si oppone per caso? No, tutt'altro. Il PD italiano è in prima linea fra i sostenitori decerebrati del regime antidemocratico e nazionalista di Zelensky, con livelli di fanatismo degni dei "fascisti" che dicono di combattere ma che in realtà emulano. NOn parliamo poi dei verdi tedeschi, per cui la guerra è persino più importante delle loro menate climacatastrofiste. Contermporaneamente la graziosa Lilly Gruber ci informa che "a sentire le parole patria e nazione gli vieme male" C'è da chiedersi cosa direbbero di tale affermazione il partigiano Pertini e tanti altri illustri nomi della vecchia sinistra, che sapevano distinguere fra l'amore per il proprio paese ed il becero nazionalismo, e che avevano lottato armi in mano contro gli invasori tedeschi e nazisti, e però dicevano chiaramente di svuotare gli arsenali e riempire i granai. L'affermazione della Gruber non ha difatti nulla a che vedere con l'internazionalismo proletario, o con idee di distruggere i confini nazionali all'interno di un progetto rivoluzionario, tutt'altro. Ha a che vedere con il cosmopolitismo, la nuova ideologia con cui la nuova classe dominante tecnoburocratica vuole sostituire sia il vecchio nazionalismo (che alla bisogna può sempre servire, vedi appunto Ucraina ma anche il sionismo esasperato di Israele) che il decrepito e passatista "internazionalismo proletario" di cui nessuno parla più (non è politically correct). Cosa è il cosmopolitismo? IL Cosmopolitismo è ritenersi, o meglio, pretendere, di essere cittadino del mondo. Ma in realtà quello che i "cosmopoliti" moderni intendono per mondo è il "Mondo Occidentale", che non si sa nemmeno bene a cosa corrisponda esattamente (il Giappone è estremo Oriente od Occidente?). Per MOndo Occidentale si intende semplicemente in realtà gli Stati Uniti D'America e i suoi vassalli, dovunque siano. Il Cosmopolitismo non è altro che un modo politicamente corretto per definire l'Impero e i suoi vassalli quindi e corrisponde all'economia globalizzata basata sui mercati finanziari e sulla circolazione di merci, capitali e forza lavoro. Ne deriva quindi, inevitabilmente, che il Cosmopolitismo, non è affatto una versione moderna dell'internazionalismo proletario, ma ne è il suo perfetto contrario e negazione. Da ciò derivano quindi gli atteggiamenti di superiorità culturale, ideologica e politica nei confronti del resto del mondo, tutto quello che non è Occidente e che deve adattarsi alle esigenze e al modo di pensare dell'Occidente (anche quelli più stupidi come l'ideologia Woke, o quelli più catastrofici, come l'ideologia Green). Deriva dal "cosmopolitismo" anche l'immigrazionismo selvaggio che serve da un lato ad avere un esercito di riserva del capitale pronto a lavorare per una paga da fame a scapito degli interessi dei proletari nativi, e dall'altro a sostituire etnicamente lo stesso proletariato in modo tale da distruggere le identità nazionali, sostituendolo con un uomo (o donna o altro) senza patria ma con un'unica patria, quella del capitale globale cosmopolita ed imperialista, e del consumo puro in mano a multinazional del cibo che impongono al pianeta una alimentazione "corretta" basata non sulla tradizione, ma sulle esigenze del capitale globale Cosmopolita, che imporrà un piatto unico per tutti quanti. MA qui entriamo in un discorso molto più complesso, quello che interessa sottolineare è che, anche su un argomento dirimente come la Guerra e la Pace, la sedicente sinistra si proponga come pura portatrice di interessi ed ideologie del tutto opposte a quelle originarie, compiendo l'ennesimo tradimento. E poi si stupiscono se la gente gli preferisce "l'ultradestra"....

venerdì, luglio 26, 2024

Riscrivere la Storia


In 1984 di George Orwell il protagonista è addetto alla riscrittura della storia. Egli prende i vecchi articoli di giornale dove si dice che l’Oceania, il grande Stato di cui fa parte, è alleato con l’Eurasia, gli attuali nemici del suo Stato, e li riscrive in modo tale che chi il lettore troverebbe la conferma della attuale politica dello Stato, non riuscirebbe a dimostrare a nessuno, neppure a se stesso, che esista qualche contraddizione nella politica dello Stato e del Partito Unico che lo governa.
Nel mondo occidentale non vi è ancora un MInistero della Verità ufficiale (forse) che riscriva i documenti storici, sarebbe troppo oneroso e forse anche inutile.
Tuttavia vi sono gli attuali professionisti dell’informazione, una casta che fa parte a tutti gli effetti della Tecnocrazia,  a cui viene delegato il compito di riscrivere la Storia per renderla conforme alla narrazione attuale.
Facciamo un esempio, la narrazione attuale descrive gli Ucraini come democratici e vittime dei russi cattivi al servizio del dittatore ultracattivo Putin. Viene negato il carattere ultranazionalista del governo ucraino, viene negata la persecuzione delle minoranze etniche, non solo russe, in Ucraina, e persino la ben documentata presenza di formazioni neonaziste ucraine, spalleggiate anche da estremisti di tutto il mondo. La narrazione è che gli Ucraini fanno una “resistenza” paragonabile a quella al nazifascismo della seconda guerra mondiale, contro il “fascismo” di Putin e dei russi.
  Questo stravolgimento della realtà di oggi ha bisogno di essere supportato stravolgendo la verità di ieri, ovvero ha bisogno della riscrittura della Storia
Ed ecco che si scrive che Auschwitz non è stata liberata dalle truppe sovietiche, ma dagli “Ucraini”, perché vi era qualcche soldato Ucraino nelle truppe sovietiche.
Non siamo soltanto di fronte ad una furba arrampicatura sugli specchi, perché è ovvio che quegli “ucraini” erano cittadini sovietici a tutti gli effetti, come lo sono stati fino al 1991, e che quelle truppe erano sovietiche, ma siamo di fronte ad un totale stravolgimento della realtà storica, di allora e di adesso.
Gli Ucraini di allora, quelli che si riconoscevano come Ucraini e non sovietici, erano difatti nelle truppe collaborazioniste del nazionalista ucraino Bandera, responsabile di uccisioni di massa di cittadini ebrei, polacchi e sovietici. Bandera è stato eletto a Padre della Patria dai vari governi che si sono succeduti dopo il rovesciamento del governo eletto democraticamente nel 2014.
Ecco quindi che per negare il fatto oggettivo che il regime attuale sia un regime in continuità con il regime collaborazionista filo nazista di allora, sì dà una interpretazione assolutamente faziosa di un fatto storico , ovvero la liberazione dei prigionieri detenuti nei campi di concentramento e sterminio nazista ad opera di fantomatiche unità ucraine, in modo da far credere che gli ucraini fossero antinazisti e non nazisti, e che i russi (sovietici) invece non abbiano fatto nulla.
Ed ecco poi girare sui social la sordida menzogna secondo cui i sovietici fossero alleati dei nazisti, e non il popolo che ha contribuito in modo più determinante alla sconfitta del terzo reich, in modo molto più netto degli americani, intervenuti sul terreno solo nel 1944 avanzato, a babbo morto, come suol dirsi.
Questa menzogna trae spunto da un fatto storico reale, l’accordo tra Ribbentrop e Molotov, con il quale Urss e Germania dsi spartirono la Polonia. Ma questo fatto viene estrapolato dal contesto. Il contesto è che l’URSS aveva avvertito polacchi, ma anche inglesi e francesi, dell’imminente attacco tedesco, proponendo un’allenza. Francesi e Inglesi si defilarono, ed i Polacchi rifiutarono sprezzantemente l’aiuto sovietico, affermando presuntuosamente che “sarebbero stati loro ad invadere la Germania”
A quel punto i sovietici pensarono di prendere tempo e porre fra le truppe tedesche e la capitale Mosca più terreno possibile,  e l’unico modo era rinviare  il peraltro inevitabile scontro con i tedeschi invadendo la Polonia e i paesi Baltici e mettendo quindi più km possibili di distanza fra le truppe tedesche e il loro obiettivo
Allo stesso modo si è celebrato lo sbarco in Normandia come la battaglia decisiva, eppure non lo è stata. Le due battaglie decisive sono state El Alamein e Stalingrado. Le truppe tedesche di stanza in Francia erano poche, il 90% delle truppe era infatti schierato proprio sul fronte orientale.
Se la storia viene riscritta però la riscrittura avviene anche su fatti del presente.
Un caso clamoroso è il recentissimo cambio di candidato alla Casa Bianca da parte democratica. Fino a pochi giorni prima l’imbarazzante stato psicofisico del presidente Biden veniva negato,  e chi osasse segnalarlo era indicato come un propagandista filorusso ( eddaie! ). Poi, costretto Biden a dimettersi dalla corsa dalla rivolta dei suoi finanziatori, ecco che Biden diventa un grande politico che ha fatto un grande gesto per la salvezza del Paese (e del pianeta, ca va sans dire) e Kamala Harris, da sempre ritenuta una mediocre e ben poca attrattiva alternativa ( tanto è vero che non lei, ma Michelle Obama o perfino Hillary Clinton erano indicati fra le papabili )  viene subito subissata da applausi come se fosse una star del cinema.
Ma la riscrittura della storia non avviene solo a livello di media e professionisti dell’informazione. Spesso sono proprio le persone che aderiscono alla narrativa dominante che, di fronte alla smentita della stessa, o alla sola possiblità di avere dei dubbi, riscrivono la storia.
Mi è capitato di avere una brevissima discussione con una amica che sosteneva che dove  va lei d’estate in vacanza fin dalla tenera età, un tempo (anni 80/90) le temperature  arrivassero a malapena a 30 gradi, molto raramente, e citava persino un malore della nonna per soli 31 gradi!.
L’affermazione appare sospetta anche senza particolari verifiche; la Toscana è difatti la patria dell’Olio d’oliva, e per avere uliveti in grado di fare le olive adatte alla trasformazione in Olio ci vuole molto caldo, e per tanto tempo.
E difatti se si controllano le stazioni storiche della Toscana si trovano record risalenti addirittura agli anni 30, oltre che agli anni 70, 80 e 90.. Ad esempio a  Pitigliano si è registrato un record di 40,5 gradi il 29 giugno del 1935! Nell’estate del 1983 si sono toccate temperature superiori ai 40 gradi in svariate località toscane e Firenze ebbe circa 2 gradi in più di temperature rispetto al 2024.
La narrazione che “non c’è mai stato così caldo come oggi” e “in futuro sarà ancora più caldo” pur essendo facilmente verificabile e, quindi, falsificabile, non viene più posta in dubbio da coloro che sono i destinatari di questa propaganda, anzi la loro adesione alla narrazione è tale che i ricordi vengono cambiati, e si finisce per automistificarsi.
In questo caso quindi sono le persone stesse a modificare e riscrivere la storia, la propria storia personale, senza bisogno di un Ministero della Verità.
E se prendiamo il Covid, i risultati della narrazione sono ancora più disastrosi. Tutti sappiamo, e dovremmo ricordarci, che era stato propagandato che la punturina e il Green Pass, ci avrebbero permesso di poter girare “senza alcun pericolo”.
IL Presidente del Consiglio Draghi in persona aveva giurato e spergiurato che “saremmo stati in compagnia di persone immunizzate” salvo i cattivi novax, discriminati in nome della “scienza”  e della inclusività. Peccato che poi con il green pass richiesto dappertutto e con  85% della popolazione, la diffusione del Virus raggiunse il massimo.
Allora venne messa in giro la narrazione di riserva, ovvero che il far girare il virus serviva a creare l’immunitò di massa. Ma allora avevano ragione i novax, e a che scopo allora vaccinare e impedire ai non vaccinati di vivere semplicemente?
Certo si può dire che lo scopo di vaccinazioni e Green Pass non sia mai stato quello proclamato, ma non stiamo analizzando questo, peraltro importante, punto.
Quello che ci interessa è che, fallita la narrazione uno, ecco pronta la due.
Anche sui vaccini il giochino è stato lo stesso: efficaci al 100% e poi al 90, fino a dire che“si sapeva e l’hanno sempre detto che erano scarsamente efficaci”
Insomma se la narrazione viene smentita ecco che la si cambia, facendo finta che sia stata sempre quella,
Posso già immaginare cosa succederà quando i russi vinceranno la guerra e gli ucraini saranno costretti ad accettare non la “pace che loro vogliono” ma quelli che i vincitori imporranno: “non abbiamo mai detto che l’Ucraina avrebbe vinto, abbiamo solo detto che avrebbero dovuo accettare della condizioni giuste, hanno dovuto cedere territori ma hanno salvato l’indipendenza. Putin voleva prendere tutto e arrivare fino in Portogallo, Lo abbiamo bloccato. L’Ucraina e l’Occidente hanno vinto”
Non stanno semplicemente riscrivendo la Storia. Stanno riscrivendo il nostro modo di pensare. Ed è molto, molto peggio.


lunedì, aprile 01, 2024

Il caso Salis: un mix di disinformazione e strumentalizzazione

E' tornato di moda il caso di Ilaria Salis, la cosidetta "antifascista" detenuta in Ungheria con accuse di violenze gravi nei confronti di presunti avversari politici.La cosa che incuriosisce di più, è il motivo per cui un banale fatto di cronaca giudiziaria abbia attirato così tanto l'attenzione mediatica rispetto a molti altri, e analizzando i fatti è facile capire perché.

Tutto lo scalpore è dato dalle foto uscite sui giornali, e va ricordato autorizzate dalla stessa Salis, che la mostrano incatenata e ammanettata. E' del tutto ovvio che tali misure vadano considerate inumane ed eccessive, ma è altrettanto ovvio che queste immagini sono servite a deviare l'attenzione della opinone pubblica dal caso specifico e dalla gravità delle accuse rivolte alla Salis, al trattamento "inumano" che lei, peraltro diventata un'idola di certa sinistra e dei media, raccogliendo anche il sostegno di personaggi ridicoli come il presentatore televisivo Fiorello che l'ha assolta urbi et orbi in diretta televisiva, cosa un tempo inconcepibile ma nell'attuale sistema dell'infotainment totalitario diventata del tutto normale.

Vediamo allora di analizzare i fatti in modo oggettivo attraverso una veloce FAQ:

La Salis viene definita semplicemente "antifascista" senza altra specifica: Chi è?

E' una militante di centri sociali con 39 segnalazioni giudiziarie e imputata in quattro processi per atti di violenza vari. Insoma una testa calda.

Perché si trovava a Budapest?

Si trovava nella capitale ungherese in quanto militante di un gruppo internazionale che pianifica ed esegue attacchi a veri o presunti simpatizzanti di estrema destra. Questi vengono identificati sulla base dei vestiti (sic!)

Di cosa è accusata?

Di avere aggredito con tale gruppo nove persone, di cui 5 gravemente, una ragazza è stata accoltellata.

Ci sono prove?

Alcune prove ci sono, l'essere presente a Budapest , avere fatto parte di questo gruppo, un manganello e alcuni filmati, seppure questi non siano chiari. Inoltre la Salis ha aggravato la sua situazione mentendo sui motivi per cui si trovava lì e sui suoi trascorsi in Italia. Non ci sono prove risolutive, ma gravi indizi certamente.

La Melis è l'unica italiana incarcerata all'estero in attesa di giudizio?

No. Alla fine del 2022 erano 2.058 i detenuti italiani all’estero, di cui 1.526 (il 74 per cento sul totale) si trovavano in Paesi appartenenti all’Unione europea. Duecento detenuti erano in Nord e Sud America, 232 in Paesi europei che non fanno parte dell’Ue, 33 in Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, 54 in Asia e Oceania, e 13 in Africa subsahariana.Di questi il 41 per cento è in attesa di giudizio, il 2% di estradizione

La Salis è quella trattate peggio?

No di certo. la Salis ha parlato di "cibo cattivo e uno scarafaggio". Decisamente poco per essere convincente come vittima di sorprusi. Ci sono persone italiane carcerate che sono morti in carcere, come Mariano Pasqualin. Altri come Mosca, detenuto in ROmania, che vive inuna cella di 30 metri quadri con altre 24 persone, costrette a defecare in un buco. E molte di queste persone sono state arrestate senza prova alcuna.

Come mai si parla solo della Salis quindi?

Le ragioni sono evidentemente strumentali: da un lato si viole attaccare Orban, uno dei pochi leader europei a non essere schierato nella demenziale ed autolesionista campagna di odio guerrafondaio contro la Russia. Dall'altro lato ovviamente la Meloni, con la sola motivazione che anima la sedicente sinistra antifascista (ma che supporta i nazisti in Ucraina e tutte le legislazioni liberticide che Ue e Onu producono a getto continuo) ovvero il fatto che sia fascista e quindi non voglia interessarsi di questo importantissimo caso, che, come abbiamo visto, è stato scelto con la lente di ingrandimento in mezzo a duemila altri. Infine serve a ricreare una identità per la sedicente sinistra, che, avendo tradito tutti gli ideali può però con l'idea della "lotta antifascista" sentirsi di nuovo importante e compatta. Infine ci sono le beghe nel governo e la divisione con il PDR Mattarella, che fa un ostruzionismo silente (ma non troppo) al governo.

Infine è un'arma di distrazione di massa, come molte altre cose, per non parlare di cose più importanti, e non solo la guerra e la proposta di trasformare l'economia europea in una economia di guerra, ma i fallimenti della cosidetta transizione ecologica, la crisi energetica e quindi economica che attanaglia l'Europa sempre di più. La povertà crescente da 12 anni ( e di cui sono responsabili tuttti i governi, normalmente a guida PD) i tagli alla sanità, una scuola fatiscente, il calo demografico (l'Italia ha perso 2 milioni di abitanti) le emergenze criminalità, e l'attacco sempre maggiore alla libertà di informazione, di insegnamento, e alla libertà di pensiero ed espressione politica, fomentata anche dalla sedicente sinistra antifascista, oltre che dalla destra.


sabato, novembre 25, 2023

Elena Cecchettin la Greta del Patriarcato


 La  tragica vicenda di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato, ha dato la stura ad una assurda e ignobile gazzarra mediatica, che vede al centro la sorella Elena, una ragazzina come tante, che si divertiva fino a ieri a pubblicare foto di dubbio buon gusto in abiti dark, con riferimenti abbastanza inquietanti a satanismo e omicidi.
Questa ragazza ha pronunciato una frase, seguita poi da altre esternazioni, di una banalità e stupidità sconcertante. Secondo lei, il presunto assassino di sua sorella (scrivo presunto perché siamo in uno stato di diritto e perché stanno emergendo novità dalla inchiesta) sarebbe il portatore sano (?) di una mitica società patriarcale “intrisa della cultura dello stupro”
E ancora tutti gli uomini, anche chi non ha torto un capello a nessuna donna, dovrebbero chiedere scusa in quanto comuqnue qualche volta, anche solo col pensiero, avrebbero mancato di rispetto, quindi sono in qualche modo “Moralmente responsabili” o mandanti morali (??)
Il tutto condito con l’invito a “bruciare tutto” in nome della sorella martirizzata
Si tratta evidentemente di farneticazioni di una ragazza che, travolta da un evento tragico, fuori dal suo controllo, e probabilmente anche dal senso di colpa per non aver saputo o potuto salvare la sorella, scarica sulla società e sugli altri il proprio carico di respnsabilità individuali, del tutto comprensibilmente sul piano umano.
I Media, soprattutto quelli di “sinistra” si sono gettati subito come lupi famelici sul nuovo personaggio offerto loro e hanno creato una specie di “Greta Thunberg” del patriarcato, un personaggio con le stesse caratteristiche della “attivista svedese”. Incompetenza della materia di cui si parla, arroganza, presunzione, sesso di appartenenza femminile, esistenza più o meno evidenti segni di disagio psicologico, utilizzo di una retorica volta a polarizzare l’opinone pubblica dividendola in due, i buoni, quelli che si rendono conto della urgenza del problema e della necessità di un intervento per quanto inutile, e i cattivi, presto definiti “negazionisti”ovvero chi invece vuole ragionare su dati, fatti e soluzioni reali, insomma chi non manda il cervello all’ammasso e vuole capire e ragionare con la propria testa.
Ora cerchiamo di chiarire che la storia del “patriarcato” è una sciocchezza. Il patriarcato è stato un sistema sociale di organizzazione della famiglia in cui questa ruotava attorno alla figura del Pater familias, che sovente era il nonno, appunto il patriarca del gruppo: in questo sistema al Patriarca spettava il compito di vegliare sulla famiglia ed i propri componenti, in società molto meno complesse di quelle attuale. Peraltro era il Padre che portava a casa i soldi per la famiglia, mentre alla madre era affidata la cura della casa e l’educazione dei figli, cose non meno importanti. Questa organizzazione, con i suoi pregi e difetti, è andata sfaldandosi rapidamente con l’avanzare della rivoluzione industriale prima e post industriale dopo. Le donne hanno iniziato a lavorare, hanno avuto (giustamente) accesso a ruoli sempre più importanti e di vertice, a carriere in settori strategici (politica compresa). Non si sa dove sarebbe questo “patriarcato”.
In quanto alla cultura dello stupro non si sa cosa sia nè da cosa deriverebbe questa “cultura dello strupro” ma non ha nulla a che vedere con il Patriarcato. Anzi, in molti Stati degli USA lo stupro veniva punito con la pena di morte (vedi il bellissimo “il buio oltre la siepe, ambientato negli anni 30 che tocca anche il problema razziale”)
In realtà è proprio la crisi della famiglia patriarcale che ha aperto la strada ad una sorta di dissoluzione della famiglia, spesso composta da una sola persona (che non è una famiglia) o da unioni di scarsa durata e senza il cemento dei figli. Ed è da questo Humus culturale che nascono molti episodi di violenza di oggi, episodi che vedono protagonisti giovani della generazione Z, abituati a “socializzare” via social attraverso siti come Tik Tok o Onlyfans, social che diffondono modelli di comportamento bizzarro, esibizionistico, narcisistico e spesso anche pornografico e violento
Che poi tutti gli uomini debbano essere considerati “mandanti morali” di qualsivoglia omicidio o violenza è una stupidaggine colossale, non solo perché va contro alla base del diritto, ed é un’idea stile Israele, puniamo tutti i palestinesi per colpire Hamas, ma perchP allora bisognerebbe considerare tutte le donne colpevoli degli infanticidi, delle uccisioni delle altre donne, ed infine delle uccisioni di mariti o fidanzati (esistono anche queste, ebbene sì)
Il problema della violenza degli uomini sulle donne esiste, ma andrebbe affrontato in modo serio e non speculativo, da persone competenti sulla base di dati e fatti. Dati che indicano come in Italia non esista una “emergenza femminicidi”
I femminicidi (che sono commessi anche da donne lo ribadiamo) sono in calo, come tutti gli omicidi (e per lo più sono gli uomini a venire ammazzati). L’Italia è uno dei paesi con meno violenze domestiche e meno omicidi in Europa( 0,38 su 100.000), circa la metà dei paesi che vengono considerati molto rispettosi della donne come la Svezia, dove c’è l’educazione sessuale nelle scuole.
Andrebbe riconosciuto che il problema è la natura umana, e che quindi bisogna cercare di   “addomesticare” o educare, ma sapendo che solo una struttura sociale forte può contenerla (contenerla, non eliminarla) ed è invece proprio quello che le elites dominanti e i loro servitori nei media e nelle istituzioni stanno gradatamente distruggendo sostituendolo con i diritti, ovvero i capricci individuali, creando una sempre più forte anomia sociale dalla quale nascono omicidi, violenza e stupri.


sabato, luglio 01, 2023

Perchè le proteste colpiscono le opere d'arte?


Non voglio entrare nel merito delle “proteste” di quel movimento autodenominatosi “ultima generazione”, né indagare su quali siano finanziamenti e copertura politica di questo gruppetto (si tratta per loro stessa ammissione di circa 100 persone attive, il resto sono attivisti da twitter, ovvero nulla). Quello che mi interessa è capire il perché questa protesta si esprima, in Italia ma anche altrove attraverso il colpire le opere d’arte esposte nei musei, o addirittura monumenti come la Fontana di Trevi.
Normalmente le proteste colpiscono i simboli che incarnano quel potere a cui ci si vuole opporre. Gli anarchici di fine ottocento e di inizio novecento colpivano Re e Regine o comunque simboli del potere, della ineguaglianza politica prima che sociale, e i simboli monarchici erano la rappresentazione della sacralità del Potere. Nel sessantotto ci si ribelleva contro l’autoritarisimo, e i poliziotti o i magistrati erano l’incarnazione più evidente di questo, ma lo erano anche certi professori universitari, denominati “baroni”.
Durante il cosidetto movimento No global i black block  a Seattle e poi successivamente in Europa, colpivano i simboli della globalizzazione finanziaria e industriale, le banche, i Mac Donald, gi uffici delle multinazionali petrolifere.
Ma questi “attivisti del clima” come vengono definiti dai loro amici dei giornali mainstream, se la prendono non con i petrolieri o le banche (che probabilmente li foraggiano), ma con le opere d’arte (e con la libertà di circolazione delle persone, in aggiunta).
Ora perché colpire l’arte e la cultura come dei talebani?
Ci sono due spiegazioni: la prima è per avere un impatto mediatico. Però altre forme di protesta potrebbero avere lo stesso impatto, anche perché l’impatto è perlopiù negativo. Se attacchi la Fontana di Trevi causando danni sia all’immagine della città di Roma, sia danni che i cittadìini saranno chiamati a pagare in vece tua, di certo non ti fai molti amici, e difatti la popolarità degli imbrattatori è scarsissima. Scioperi della fame, sit in pacifici, balletti per la strada potrebbero portare maggiore adesione fra le persone.
Certamente le ultime generazioni giovanili sono le generazioni dei social di tik tok e l’esibizionismo ed il narcisismo sono i tratti spesso caratteristici di bunoa parte di questa generazione,
Ma non basta questo come spiegazione. E a questo punto urge una seconda linea di analisi.
Perché l’Arte quindi? Io credo che l’arte sia una delle cose che distingue l’essere umano dagli altri animali del pianeta. Checché ne dicano i sedicenti antispecisti, una delle tante differenze fra uomo e animale è data dal fatto che il primo sviluppa una cultura, ed esprime il proprio essere attraverso le varie forme artistiche, dalla musica al teatro alle arti visive. Il colpire quindi l’arte o una parte di essa è voler colpire la specificità dell’essere umano. Difatti il pensiero ecologista da sempre dipinge l’uomo come il grande colpevole, quello che rovina la natura, che, nel pensiero mistico dell’ecologismo è perfetta e buona per definizione, ergo tutto ciò che accade di sbagliato nella natura non può essere altro che colpa dell’uomo. Questo pensieto misantropico che è la base di pensiero di certo ecologismo, ha avuto la sua celebrazione negli anni 70 con il Club di Roma, un gruppo facente parte della classe dirigente, che già allora parlava di limiti dello sviluppo  e definiva l’umanità “il cancro del pianeta” quindi una malattia da limitare e combattere, se non da estirpare. Questa idea si chiama, in dottrina economica, malthusianesimo. Per i contestatori di oggi ogni cosa che succede nel clima è colpa della anidride carbonica emessa dall’uomo, il grande colpevole,
Se, come i movimenti precedenti, vogliono colpire i simboli di ciò contro cui protestano, allora bisogna ammettere che colpendo i capolavori dell’arte vogliano colpire l’unico animale che si esprime attraverso l’arte, e cioè l’uomo, in quanto considerato “cancro del pianeta”.
 

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