martedì, giugno 10, 2025

I referendum e la sinistra cialtrona

 Come sapete i referendum indetti da CGIL  e appoggiati dal PD sul jobs act (in più quello proposto da ì europa sulla cittadinanza) si sono risolti in un disastro per gli organizzatori.Il famoso quorum non solo non è stato raggiunto, ma la cifra dei votanti è stata inferiore persino alle più nere previsioni (il sottoscritto aveva previsto tra il 33 ed il 37%).

Ora, i vari Landini, Schlein ed affini, sono professionisti della politica, come gli allenatori o i manager nel loro campo specifico. Un professionista che non si rivela all'altezza del compito affidatogli, e per cui viene profumatamente pagato, ne prende atto, o qualcuno lo fa per lui, e o si dimette o viene dimesso (vedi il Ct della nazionale Spalletti).

A me parrebbe che dopo una simile figuraccia i vertici di codeste organizzazioni dovrebbero per prima cosa fare una seria autocritica, e poi assumersi le proprie responsabilità.

E' possibile che nessuno di questi geni si sia chiesto se era il caso di usare uno strumento come il referendum, che è stato via via svilito,  e che non ha mai raggiunto il quorum (salvo il referendum costituzionale ) negli ultimi 14 anni? Non era stata la scarsissima affluenza alle urne delle ultime tornate elettorali un segnale che il rischio era troppo forte per poter essere percorso senza indugi? Ma soprattutto, non si sono resi conto della ambiguità di ricorrere ad un referendum per abrogare una legge che portava la firma di Matteo Renzi, e che era stata approvata da TUTTO il Pd e buona parte dello schieramento di csx?

 Inoltre alla massiccia astensione ha contribuito anche l'aver accorpato alla tornata elettorale il quesito sulla cittadinanza, un quesito che divide anche il campo "largo", (come hanno dimostrato i risultati) e che è apparso a molti fosse il vero scopo del referendum. Qualche modifica non sostanziale al Jobs act per allargare ancora di più le maglie già larghissime della cosidetta "accoglienza" 

Si sono chiesti se non sarebbe apparso questa come una presa in giro a buona parte del potenziale elettorato, soprattutto in virtù  del fatto che Il PD aveva avuto fino al settembre 2022 il tempo per modificare queste norme? E ancora che il PD, ed in particolare il suo leader, Elly Schlein, aveva parlato e blaterato di tutto, soprattutto di tematiche fuorvianti come "la lotta al patriarcato e alla omobitrasfobia", ma senza mai parlare delle tematiche relative al mondo del lavoro, alla difesa dei salari dalla inflazione galoppante, dal diritto alla pensione e alle tutele del lavoratori?

Si sono chiesti se prima affermare che "siamo sicuri che verrà raggiunto il quorum" quando i sondaggi già parlavano chiarissimo, per poi declinare su un più modesto " se raggiungeremo il 40% dei voti sarà un successo" per approdare alla supercazzola del "però abbiamo preso più voti del governo attuale, per cui è un segnale di sfratto al governo" affermazione che non è vera matematicamente, ed è semplicemente delirante politicamente, non sia una semplice dimostrazione di vigliaccheria, stupidità, ed incompetenza a livelli ineguagliabili?

L'esito del  referendum sta portando ad una ondata antireferendaria da parte della destra (Forza Italia, peraltro ormai quasi più di centrosinistra che di centrodestra) :sta rilanciando la cosidetta ala riformista del PD, capitanata dalla guerrafondaia atlantista e sionista Pina Picerno, personaggio fra i più pericolosi in circolazione, e rischia di sputtanare qualsiasi ripresa di dibattito sui diritti dei lavoratori, a cui peraltro proprio PD e company hanno preferito altre problematiche.

A me sembra un terribile autogol, e più lo si cerca di nascondere più questo aumenta di dimensioni, anche perché dimostra la totale inaffidabilità del Pd (ma anche dei consoci), dimostra che la guida della Schlein del partito è totalmente inesistente, senza uno straccio di strategia a medio/lungo termine.

Non che mi importi molto delle beghe interne, ma il problema è che questa totale cialtronaggine rischia di fare dei danni ben più gravi dei danni che il governo Meloni, che è tutt'altro che forte nei consensi, oltre che modesto nei risultati, sta infliggendo all'Italia.

 

martedì, aprile 08, 2025

Il caso Biancaneve: la propaganda Woke è in crisi?


 Come saprete tutti, anche chi  segue poco o nulla di cinema, è uscito nei Cinema la ennesima versione "Live Action" ovvero interpretata da attori in carne ed ossa, di uno dei classici della Disney, quei film girati magari decine e decine di anni orsono in versione cartone animato.

Questo film ha raccolto una serie di giudizi negativi pressoché unanimi, persino la critica "ufficiale" ne ha preso le distanze, visto che solo il 40% delle recensioni (dati del sito Rotten Tomatoes ) hanno dato un giudizio positivo del film, laddove per positivo si intende anche una tiepida sufficienza, e spesso con la motivazione che il film, per quanto bruttino, non sia il peggior Live action (Pinocchio ed il remake di Peter Pan guidano questa infame classifica). Su ImDB le recensioni degli spettatori danno addirittura una media inferiore a 2 su 10, francamente una esagerazione in negativo. 

Da un punto di vista finanziario "Biancaneve" rischia di diventare un flop storico: costato quasi 400 milioni di dollari ne ha finora incassati neppure la metà, e teniamo presente che degli incassi totali solo un terzo circa arriva nelle tasche dei produttori.

La colpa di questo flop è stato fatto ricadere quasi per intero sulla scelta della protagonista, interpretato da Rachel Zegler, e sulle sue continue dichiarazioni provocatorie e arroganti che avrebbero indisposto il pubblico. Ancora si è sottolineato che scegliere una attrice "latina" per la parte di una che dovrebbe avere la pelle come la neve sia stato sbagliato ed infine, fra le critiche più sentite (e più stupide, ovviamente) il confronto fra la bellezza della regina (interpretata da Gal Gadot) e quella di Biancaneve  sarebbe troppo evidentemente a favore della prima. Questa critica è inconsistente, non solo perché nel film non si parla poi di bellezza esteriore ma interiore, ma perché obiettivamente non vi è un "miss match" fra la Gadot e la Zegler dal punto di vista estetico. In una precedente versione sanguinolenta e per adulti "Biancaneve ed il Cacciatore" la distanza estetica fra la Regina cattiva (Charlize Theron) e Biancaneve (la slavatissima e sopravvalutata Kirsten Stewart) era di gran lunga superiore, eppure nessuno se ne lagnò. Peraltro la interpretazione della Zegler viene ritenuta da molti critici come l''unica cosa da salvare.

In realtà, al di là di tutte queste motivazioni, e al di là di  una trama che è stata considerata discutibile, la indignazione che questo film ha creato ed il suo miserrimo risultato economico non sono spiegabili semplicemente con motivazioni di carattere estetico -cinematografico, ma sono il risultato di una lunga discesa del cinema mainstream (e non solo) dal campo della narrazione cinematografica, a quello della stolida propaganda ideologica, che ha piegato la settima arte a puro mezzo di propaganda di una determinata ideologia, quella denominata woke, e che viene rimarcata solo in alcuni casi, ma è presente nella maggioranza dei prodotti cinematografici degli ultimi 10 anni.

Diciamo che, quando si toccano e si modificano storie con le quali siamo cresciuti da bambini o adolescenti, con la scusa di renderle adatte ad una "audience moderna", che non esiste se non nei progetti di controllo tecnocratico dell'immaginario collettivo, allora la reazione diventa più veemente e pochi accettano cambiamenti che invece vengono fin troppo accettati in altri casi.

Abbiamo però visto decine di film, generalmente remake, sequel o reboot o requel o come altro venga chiamata quella grande industria del riciclaggio cinematografico, in cui le storie originali vengono prese e piegate alle esigenze della propaganda ideologica, e in cui quindi le donne, specie se giovani, sono sempre perfette, superintelligenti, superaltruiste, epperò narcisiste, sanno sparare con mitra che non avevano mai visto prima in vita loro come fossero marines superaddestrati, picchiano uomini che sono il doppio di loro, e inventano macchine per trasferirsi nel tempo a 16 anni di età.

Viceversa i maschi (salvo ceh siano minoranze etniche e omosessuali, ma neppure sempre) sono stupidi, meschini, codardi, mammoni e stupratori (come viene ben riassunto nel mediocre Barbarian).

Questo tipo di propaganda non nasce da esigenze narrative o da sentimenti positivi come si può ingenuamente pensare, ma da una precisa organizzazione economica del cinema di oltreoceano.

La DEI (Diversity, Equity Inclusion) è una organismo privato (si badi, privato, non pubblico) che finanzia esclusivamente film che rientrino nelle categorie di cui sopra, ovvero veicolino messaggi e rappresentino la diversità e l'inclusione, ovvero l'ideologia Woke. Non solo ma un film, per poter essere candidato all'Oscar (e sappiamo quanto conti sul piano commerciale questo) deve aderire a delle precise indicazioni, ovvero avere nel suo cast un certo numero di minoranze di vario genere e una adeguata rappresentanza femminile. In altre parole, La Cosa, di John Carpenter, dove vi erano solo maschi (con qualche PoC) oggi non potrebbe essere candidato, forse non potrebbe neppure venire prodotto, e sarebbe di certo considerato "sessista".

Ma la selezione avviene a monte, nella scelta degli sceneggiatori che non vengono scelti sulla base della loro esperienza, capacità e talento, ma sulla base di un modulo che viene compilato e dove bisogna indicare a quale "genere" (non sesso) si appartiene, a quale etnia, e anche eventuali disabilità.

Quindi la "equità" (che è poi una forma alquanto esplicita di discriminazione) diventa un modo per favorire in sede si stesura di sceneggiature rappresentanti di minoranze che poi, scriveranno sceneggiature prive di qualità (spesso facendosi aiutare dalla AI) per accontentare gli investitori che si aspettano un certo tipo di messaggio.

"un tempo parlavamo di quale storia avremmo dovuto raccontare che potesse interessare il pubblico, oggi si parla solo del messaggio da veicolare" si è lamentato un anonimo sceneggiatore americano. Questa sitauzione viene peggiorata dal ricorso sempre più evidente alla AI, che rielabora script già noti inserendoli alla meno e peggio in un contesto narrativo che dovrebbe essere nuovo, creando da un lato un'aria di deja vu, ma dall'altro facendo scadere la qualità del prodotto, che diventa troppo meccanico e freddo. Non c'è da stupirsi che le storie risultino scontate e cotemporaneamente piene di buchi di sceneggiature e vere e proprie assurdità.

Questa situazione viene notata dal grosso pubblico solo quando i creatori (si fa per dire) entrano in determinati terreni minati, le saghe alla Star Wars, ad esempio, il cosidetto  universo MCU, fino ai remake delle fiabe per bambini, fra tutti il campo minato più pericoloso. E allora, solo allora, ecco che ci si accorge di una situazione generalizzata, che peraltro si esprime con il crollo generale delle vendite dei biglietti cinematografici, e con sempre più frustrazione verso prodotti considerati più un veicolo di propaganda che di intrattenimento.

L'aria però sta cambiando, le elezioni americane, che non sono la causa ma il sintomo, hanno mostrato che certe esagerazioni (che poi si trovano ben evidenti al di là dello schermo cinematografico e dello schermo televisivo) hanno ormai i mesi, se non i giorni, contati.

E' inevitabile che i produttori cercheranno di evitare altre enormi perdite finanziarie. e che quindi aggiusteranno il tiro nei prossimi tempi, e magari si possa tornare a vedere al cinema film, anche con contenuti, ma fatti con rispetto del pubblico e delle storie che si raccontano.

sabato, marzo 15, 2025

Sulla manifestazione proUe e Pro Guerra del 15 marzo

Oggi 15 marzo 2025 è stata convocata attraverso una modalità stravagante una manifestazione che si presenta pro UE, contro le due "autocrazie" di Trump e Putin (due politici che hanno vinto le elezioni in modo netto e innegabile nei loro rispettivi paesi) proprio nel momento in cui la UE si cala l'elmetto sulla fronte e, di fronte all'inevitabile fallimento della guerra dichiarata silenziosamente contro la Russia con l'intento non nascosto di distruggerla e dividerla in tanti staterelli impotenti, dichiara la "necessità" di riarmarsi, fa saltare il tetto di spesa per riconvertire l'economia europea ad una economia di guerra. 

Ovviamente questo verrà fatto a danno della spesa sociale.  Grottescamente è la sedicente sinistra italiana, ormai da 30 anni propugnatrice della orribile dittatura tecnocratica della Ue ad essere l protagonista di questa patetica e orrida "manifestazione" Che sia un giornalista di "sinistra" sostenuto dal suo giornale anch'esso sedicente di sinistra fa capire la deriva pericolosa a cui ci siamo avviati da ormai diversi anni, in particolare negli ultimi 5 anni. 

Per capire questa svolta mostro questo college che qualche benemerito ha pubblicato su X

 
 

 Come si vede viene pubblicata praticamente in contemporanea questa "notizia" sempre praticamente con le medesime parole. Ma la notizia è vera o falsa? Bene basta una verifica, (che per il momento possiamo ancora fare)per sapere che questa notizia grottesca rientra nelle fake news.

Ciò che è successo è il seguente:  durante le celebrazioni del 8 marzo giornata internazionale della Donna lavoratrice (che in occidente è diventato una festa misogina della donna borghese) sono state distribuite da parte della donne del partito di Putin delle mimose e sono stati regalati degli elettrodomestici alle madri dei soldati su richiesta delle stesse. Nel villaggio di Polyarnie Zoie ad una donna è stato regalato un tritacarne su richiesta della stessa donna. Ecco che, dal momento che il termine "tritacarne" è stato utilizzato per descrivere la tattica militare delle truppe russe, questo gesto di carattere pratico diventa un simbolo di "propaganda" o non si sa che cosa, le militanti diventano Putin i i generali russi, ed il tutto viene servito come piatto del giorno della propaganda di guerra della "europa democratica" per creare quei 5 minuti di odio stile 1984 di Orwell.

Questo esempio mostra come il "quarto potere" (e il quinto il sesto ed il settimo) si sia trasformato da un potere che doveva controllare gli altri tre (legislativo, giudiziario ed esecutivo) in una cassa di risonanza di questi, oltre che degli interessi capitalistici monopolistici.

Al cittadino europeo ed italiano non rimane possibilità di essere informato correttamente, se non ricorrendo alla controinformazione su Internet, che non a caso è sotto il mirino della commissione europea e dei politici più ortodossi nella propaganda e nel sostegno della nuova dittatura tecnoeuropeista.

I giornalisti sono talmente schierati che addirittura si sostituiscono ai politici anche nella convocazione delle manifestazioni, dimostrando quindi di non essere dei guardiani a difesa della opinione pubblica che vigilano perché i governi non abusino del loro potere, ma che invece sono passati alla controparte, addirittura sostituendosi ad essa. Il giornalista o meglio i media ufficiali, creano le politiche che l'opinione pubblica deve seguire e a cui si deve sottomettere obbediente, altrimenti scatta la fase due della propaganda, l'etichettatura nelle liste dei cattivi e l'ostracismo dei media, fino alla vera e propria persecuzione (vedi i casi di Visione TV e di Andrea Lucidi ed altri)

La manifestazione di sabato 15 quindi si iscrive all'interno di un progetto di dittatura tecnocratica, una dittatura della nuova classe dominante, che non trae il suo potere dal controllo dei mezzi di produzione, ma dal possesso della tecnica e della competenza, quella di governo, quella "scientifica" e quella informativa. Questa manifestazione, con poche e scontate adesioni, e moltissime defezioni (praticamente tutto L'Anpi ha preso le distanze e moltissimi sindacalisti di base) rappresenta, nei fatti, un tentativo di salvare la UE dalla irrilevanza a cui si è condannata con la politica di appoggiare gli USA nella guerra per interposta persona. 

I vertici della UE, guidati dalla inutile, irresponsabile e criminale Von Der Leyen, hanno deciso di continuare ad appoggiare l'ucraina e contrastare la Russia anche dopo la sua inevitabile sconfitta e dopo che sarà raggiunto un accordo fra le parti. Questa folle politica che rieccheggia quella del terzo Reich nazista (è forse un caso che sia la Germania a tirare le fila del riarmo) dovrebbe portare al riamo della intera Unione Europa, in vista di un improbabile "esercito europeo, che servirebbe in realtà per reprimere i popoli europei, se per caso dovessero scegliere qualche leader non allienato (come in Romania).

Il tutto a spese di sanità, scuola, pensioni e lavoro, quelli che dovrebbero esser i temi di una sinistra che sia minimamente tale.

E' probabile che la manifestazione si traduca in un sostanziale flop, ma questo riveste poca importanza . I giornali compattamente diranno che è stato un successo, e verrà giocato sul piano politico  facendo credere che gli italiani seguono la Ue ed il governo Meloni, che di fatto uscirà rafforzato, grazie alla dabbenaggine della sedicente opposizione. 

Per questo vi è  la necessità che chi è dalla parte della convivenza pacifica fra i popoli, che sa bene che la guerra è un mezzo per dividere i popoli, opprimerli, e sfruttarli aumentando il profitto derivante dalla vendita di amri, e si oppone alla nuova dittatura tecnocratica, si mobiliti e faccia sentire la sua voce.

domenica, gennaio 19, 2025

La distopia scientista

 Lo scientismo è la credenza che la scienza o ciò che viene identificato come Scienza sia infallibile, che la Scienza possa dare facili e definitive spiegazioni e soluzioni a tutti i problemi.
Questo tipo di perversa ideologia è sempre stato la base per la tentazione o la giustificazione di un futuro governo degli Scienziati, una utopia tanto affascinante quanto pericolosa.
Affascinante perché prospetta la possibilità di un governo che non sarebbe governato da interessi particolari, o in cui ci sarebbe sempre la possibilità dell’errore o della corruzione, ma in base a dati oggettivi che quindi produrrebbero decisioni oggettivamente “giuste”, e che quindi non potrebbero non fare il bene dell’Umanità nel suo complesso.
Pericolosa per alcune ovvie ragioni: la prima è che la Scienza non è affatto una materia perfetta, e gli scienziati non sono affatto essere  superiori immuni da tutti i difetti che hanno da sempre caratterizzato l’umanità, ovvero l’interesse personale, il conformismo, la codardia, l’ambizione e, diciamolo pure, la stupidità. Nella realtà la stragrande maggioranza delle ipotesi scientifiche risultano, presto o tardi, sbagliate, e devono essere modificate. Inoltre non vi è praticamente mai un consenso scientifico su alcuno argomento, e, anche qualora questo sia stato raggiunto, non significa che lo sia per sempre. Sono stati assegnati premi Nobel a scienziati le cui importantissime scoperte sono poi state confutate alcuni anni dopo.
In sostanza è pura utopia pensare che la Scienza sia esatta e gli scienziati abbiano sempre ragione.
Peggio, è ingenuo fino alla stupidità pensare che essi non siano corrotti o corruttibili, o che non siano narcisisti e che , quindi, perorino le loro idee anche quando queste vengono smentite.
Una politica creata dagli scienziati sarebbe anche contraddittoria, perché la Scienza e la Politica sono due cose ben distinte e del tutto opposte. La Scienza è descrittiva, mente la Politica è prescrittiva. L’una dice come stanno le cose, l’altra come dovrebbero state le cose. La Scienza è anche amorale e avalutativa , mentre la politica è ideologica per definizione, quindi si basa sui valutazioni di carattere morale, ovviamente del tutto soggettive.
Di fatto sono due cose del tutto inconciliabili da loro,  e la provadi questo è rappresentata dal fatto che quando la Politica si è interessata alla Scienza, l’ha sempre piegata ai suoi scopi, compiendo dei disastri.
Infine una società governata dagli scienziati o in nome della Scienza sarebbe un sistema assolutamente totalitario, in cui le decisioni politiche non potrebbero essere messe neppure lontanamente in discussione, ma dovrebbero essere applicate senza alcuna obiezione. Le obiezioni sarebbero in effetti sbagliate per definizione, perché contrarie alla Scienza.
Quindi chi obietta farebbe per definizione una “disinformazione”, e sarebbe, nel migliore dei casi, un ignorante non degno di poter esprimere neppure un’opinione, nel peggiore una persona malvagia che perora la causa di qualche nemico pubblico che trama nell'ombra.
Se pensiamo che questo tipo di Distopia è già in atto, e ha portato alle politiche censorie sui social, giornali e televisioni, e a quel tipo di ideologia perversa che mischia “buonismo” e scientismo, e che quindi si pensa perfetta, capiamo l’urgenza di demistificare queste teorie e questo modo perverso ed ideologico di pensare, e riportare la razionalità ed il vero approccio scientifico, che si basa sul dubbio, sulla verifica delle ipotesi e sulla libertà di pensiero.

domenica, dicembre 01, 2024

Gli inverni a Milano negli ultimi 30 anni. Una verifica

 Si dice che gli inverni siano sempre più caldi. Ho verificato prendendo i dati degli inverni di Milano a partire dalla stagione invernale 1994/95 fino all'ultima 2023/24. Sono esattamente 30 anni. 

Ho fatto la media di ogni quinquennio. riporto di seguito i risultati

95-99              5,0 

2000-2004     5,1 

2005-09         4,5 

2010-14         3,9 

2015-19         4,8 

2020-24         5,5 

Come si vede le temperature non sono cambiate di molto ma colpisce il calo fino al 2013-14, non compatibile con la teoria del riscaldamento dovuto ad emissioni, che dovrebbe invece risultare in un costate e significativo aumento delle temperature. L'ultima decade ha visto un ritorno alle temperature medie della fine anni 90, in particolare l'ultimo quinquiennio.

Analizzando questi dati si nota che questo è dovuto soprattutto agli ultimi 2 inverni e in particolare mesi di febbraio, molto più caldi del passato. Sarà interessante vedere cosa succederà nei prossimi 5 anni.

Quest'anno si parla di inverno più freddo, ma deciderà molto febbraio.

venerdì, novembre 29, 2024

La finta emergenza del "patriarcato" e i suoi veri scopi

 Di recente c'è stata la Giornata contro la violenza sulle donne. Sensibilizzare su questo problema è importante, e di questo problema ho parlato anni fa in questo Post.

Il problema della violenza sulle donne, esiste, e va combattuto. Quello che non esiste è la categoria del "patriarcato" concetto decisamente superato sul piano storico, e che viene usato a pene di segugio non soltanto dalle rappresentanti del femminismo più estremo (per la grandissima parte lesbiche fanatche che odiano gli uomini a prescindere) ma anche da certi omaruncoli "di sinistra" che ragionano a slogan.

Secondo il dizionario della lingua italiana il Patriarcato è organizzazione familiare in cui l’individuo più anziano di sesso maschile è a capo della famiglia, detiene l’autorità e la proprietà e in cui la trasmissione di beni e diritti avviene secondo la linea maschile. Questo potere dovrebbe essere assoluto, altrimenti non potrebbe definirsi tale. In realtà anche nella società patriarcale la donna aveva il suo regno, rappresentato dalla cura della casa e dalla educazione dei figli. 

Il Patriarcato è, quindi, una forma sociale e famigliare della società contadina, e ovviamente con l'arrivo della società industriale e postindustriale, è inevitabilmente andato in crisi per poi sparire. Non solo non esiste più la famiglia patriarcale, ma ormai non esiste più o quasi la famiglia. Questo almeno fra i nativi italiani ed europei, lo stesso non si può dire,  o almeno non sempre, di persone provenienti da altri paesi, in particolare quelle di cultura islamica.

Le donne che hanno posizioni di potere sono tantissime, dalla Meloni alla Schlein, alla Von der Leyen alla Lagarde, alla Harris alla Clinton più le varie leader dei paesini dell'Est al servizio dell'imperialismo americano. Per non parlare di donne di affari, celebrità ed influencer, come Chiara Ferragni, o Madonna ad esempio. L'esistenza di questa società patriarcale è quindi, allo stato attuale dei fatti, un puro MITO.

Per dimostrare l'esistenza del Patriarcato (che viene confuso con il maschilismo, che esiste, come esiste appunto il femminismo, e sono estremismi da rifiutare) si tira in ballo gli omicidi di donne, chiamati "femminicidi" affermando che ci sarebbe una emergenza (e ti pareva...)

Già qua siamo di fronte ad una mistificazione, poiché i femminicidi sono solo gli omicidi di donne perpetrati per ragioni esclusivamente di "genere" ovvero in sostanza gelosia. andrebbero esclusi quindi i delitti economici,compresi quelli in ambito famigliare (se avveleno mia sorella per prendermi l'eredità non è un femminicidio) ma anche i casi di suicidio/omicidio, o in cui viene ucciso tutto il nucleo famigliare.

Gli omicidi in Italia sono in calo da anni,  sia quelli con vittime uomini, sia con vittime donne

La mortalità per omicidio (non femminicidio) tra le donne è di 0,26 su 100.000. perlopiù donne anziane sopra i 65anni

Le studentesse della facoltà romana de "La sapienza" (che io rinominerei l'Ignoranza) che hanno manifestato lo scorso anno con lo striscione "vorremmo non morire prima di laurearci" hanno più o meno le stesse probabilità di morire per un fulmine che per un "femminicidio" (20 morti all'anno, senza discriminazioni).

Vediamo però i dati dell'ISTAT in riferimento al 2023

Nel 2023 si sono verificati 334 omicidi (+3,7% rispetto al 2022): 117 donne e 217 uomini. L’aumento ha riguardato soltanto le vittime di sesso maschile (+10,7% rispetto al 2022), mentre le donne uccise sono diminuite (-7,1%).
Nell’ultimo anno sono aumentati di un punto percentuale i casi in cui è noto l’autore dell’omicidio (dall’88,5% all’89,5%). Nei casi in cui si è scoperto l’autore, l’88,9% delle donne e l’80,6% degli uomini sono vittime di un omicida uomo.
Le vittime sono in prevalenza cittadini italiani (74%), per il 26% stranieri.
Il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani, il 43,8% delle donne straniere di propri connazionali.
Sono 63 le donne uccise da un partner o un ex partner, quasi tutti (61) sono uomini. A livello europeo nel 2022 l’Italia ha il tasso di omicidi più basso.

Il primo paragrafo smentisce il fatto che esista una emergenza, visto che i casi sono in calo rispetto all'anno precedente, al contrario degli uomini.

Nel secondo paragrafo si dice che gli assassini sono quasi sempre uomini ma questi ammazzano senza discriminare sia persone del loro genere che dell'altro genere, Tra l'altro se l'80,6% per cento degli uomini sono vittime di altri uomini, significa che il 20% quasi è ucciso da una donna. Si tratta di circa 40 casi all'anno. Ovvero molto vicino al reale numero di vittime reali di femminicidio, stimato fra i 40 ed i 70 all'anno.

Infine si chiude dicendo che a  livello europeo nel 2022 l’Italia ha il tasso di omicidi più basso.

Quindi sulla base di questi dati, possiamo affermare che in Italia vi sia il Patriarcato che si esprime attraverso un aumento dei casi di femminicidio a tale livello di poter rappresentare una emergenza su cui intervenire come priorità, come affermato da taluni politicanti e giornalisti?

Ad ognuno la sua risposta, per me direi proprio di no.

Siamo di fronte alla solita finta emergenza, agitata per distrarre dai veri problemi (Pace, lavoro, dignità sociale e sicurezza), per dividere la società in false contrapposizioni distruggendo il tessuto sociale e la solidarietà di classe, che è poi la metodologia di governo della tecnocrazia, che sta imponendo la sua dittatura "liquida" in tutto l'Occidente.


sabato, novembre 02, 2024

La dittatura dei "buoni" ovvero il nuovo fascismo

 Il buonismo non è essere buoni, avere semtimenti di altruismo, o empatia per chi soffre.

Il buonismo è pensarsi buoni. Se noi siamo buoni i nostri fini sono buoni, anche se raggiungere tali fini includesse la guerra, il genocidio,  la dittatura, il fallimento economico o lo sterminio per fame o pandemia di milioni o miliardi di persone.

Figuriamoci un poco di censura, limitazioni della libertà di spostamento o di parola, o brogli elettorali.

E quindi abbiamo i casi del Venezuela, della Moldavia e della Georgia, in cui i "buoni" siano essi fascisti, imperialisti, "democratici"euopeisti o antirussi, devono per forza vincere le elezioni, costi quel che costi. E quindi si ricorre a tutti i trucchi del genere, alle pressioni esterne, alla diffusione di sondaggi e notizie false, a denunce basate sul nulla. I buoni sono buoni per definizione, e hanno sempre ragione, anche quanto hanno torto.

In tutto ciò la democrazia non conta nulla perché se vincono i "cattivi" che siano in Liguria o in Georgia, è perché ci sono stati dei brogli oppure perché l'elettore è un imbecille, che non merita il diritto di voto, che va riservato solo ai "buoni" e ai loro sicofanti.

E così in USA a vincere dovrà essere per forza Kamala Harris, per quanto sia una politica mediocre, scelta dai finanziatori quasi in scadenza per la palese impresentabilità di Biden, e che ha condiviso con il presidente uscente una politica economica disastrosa sul piano interno, e una politica guerrafondaia sul piano estero. E questo a prescindere dal fatto che il rivale non sia affatto migliore.

Le celebrità si sono schierate compattamente con la Harris, Lenoardo di Caprio, BEyoncé e Jennnifer Lopez lo hanno dichiarato in comizi affollati, manco fossero dei politici.

La lopez ha affermato che "con la Harrisi vincono i buoni" rendendo esplicita l'ideologia buonista.

Tutti e tre, curiosamente (ma non troppo) sono coinvolti nello scandalo Puff Diddy, una ignobile storia di droga, stupri, violenze, pedofilia e ricatti che rischia di travolgerne le carriere. 

Eppure loro sono i buoni, fateli vincere, per carità, che altrimenti non potranno più sguazzare nell'oro.

Se a vincere devono essere solo i buoni, ne deriva che non esiste più una libertà di scelta da parte dell'elettore, a cui peraltro viene negata la libertà di essere informato correttamente.

Il buonismo è quindi la più formidabile sfida alla democrazia ed alla libertà, il volto nuovo dell'eterno fascismo.

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