venerdì, ottobre 19, 2012

Quell'irrefrenabile voglia di aumentare l'IVA

Il governo Monti dopo aver parlato per mesi della necessità di aumentare l'imposta sul Valore Aggiunto, meglio nota come IVA, che è quel balzello che il consumatore si trova a dover pagare su ciò che acquista, finalmente ci è riuscito. Anzi la notizia è stata rivenduta al lettore di giornali e spettatore di televisione come un "dimezzamento dell'aumento", il che, oltre ad essere una bella prova di adozione di quello che George Orwell in 1984 definiva "bispensiero", rappresenta una magra consolazione. L'iva è una tassa tra le più inique che esistano, visto che non colpisce il reddito, e non è quindi proporzionale, ma colpisce il consumo, e quindi colpisce maggiormente i bassi redditi rispetto ai redditi medio-alti. Inoltre, è anche poco efficace, dal momento che l'aumento dal 20 al 21 per cento deciso dal ministro Temonti durante l'agonia del governo Berlusconi ed entrato in vigore il 17 settembre 2011, si è rivelato un fiasco, producendo non maggiori ma minori entrate, stimate nella misura dell'1,1%. Questo è successo perché un aumento dell'IVA, oltre a far aumentare l'evasione,produce un calo dei consumi. Sopratutto i consumi voluttuari. Mentre quindi chi consuma beni per lo più di prima necessità continua a consumarli, chi compra, per dire, una bottiglia di champagne alla settimana calerà a 2 o anche ad una al mese, ed ecco perché l'IVA peserà di più sul povero che sul ricco e non fa nemmeno entrare più soldi nelle casse dello stato. Perché, quindi, insistere su questo provvedimento? Mi si risponderà che però è stato anche deciso un piccolo taglio dell'IRPEF sugli scaglioni di reddito più bassi e questo dovrebbe compensare (dovrebbe, appunto) l'aumento dell'IVA. E' però altrettanto vero che tra i provvedimenti allo studio vi è anche quello che prevede una riduzione delle detrazioni, sopratutto per quanto riguarda chi ha mutui per la casa da pagare, che si ritroverebbe a pagare quindi cifre piuttosto sostanziose in più. Alla faccia dell'equità dichiarata. Ma, ripeto, perché allora questa idea di aumentare l'IVA se poi si pasticcia su tutto il resto? La risposta sta nella natura liberista di questo governo, che, come tutti i governi liberisti, privilegia le classi sociali medio-alte rispetto a quelle medio-basse. E' la stessa politica seguita da Margaret Tatcher nel Regno Unito tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 90, una politic ain cui si è ridotto il prelievo fiscale sugli altri redditi aumentando la VAT (cioè l'IVA inglese) tagliando i serivizi e riducendo all'osso il Welfare State. IL risultato è stato l'impoverimento di larghi strati della classe media e della Working Class, impoverimento che dura tutt'oggi e che, di tanto in tanto, dà luogo a rivolte rabbiose quanto insensate come quella che si scatenò a Londra la scorsa estate. Ancora uan volta il sedicente "governo tecnico" del Professor Monti si dimostra non un governo al di sopra delle parti, ma uno strumento nelle mani delle tecnocrazie e dell'alta finanza che viene usato per forgiare l'Italia del futuro, un Italia in cui la maggior parte lavorerà (se lavorerà) al suono di una musica ossessiva obbedendo senza fiatare agli ordini che le verranno impartiti, ed una piccola minoranza girerà in ROlls Royce ben nutrita e fiera dei propri privilegi.

sabato, ottobre 13, 2012

Verso una nuova Tangentopoli?

Gli ultimi avvenimenti, con le retate e le perquisizioni, gli arresti, le inchieste che, partendo dal caso della regione Lazio, ma ancora prima ed in modo più evidente dalla regione Lombardia, stanno investendo buona parte delle istituzioni locali, e sfiorano anche ambiti come quello del mondo del calcio e dello spettacolo, mi ricordano quanto già avvenuto circa una ventina di anni fa, quel grande calderone spettacolare-politico-giudiziario che andò sotto il nome di "operazioni mani pulite", o anche, più volgarmente, "Tangentopoli". Le somiglianze sono parecchie: allora, come oggi, c'era una crisi economica e la necessità di tagliare i costi della politica, ma anche e sopratutto il Welfare attraverso dure operazioni di bilancio. Allora come oggi la credibilità della classe politica era ai minimi. Allora come oggi l'opinione pubblica sentiva la necessità di un rinnovamento. L'unica differenza è che allora questo portò alla nascita di un governo "tecnico" retto da un politico serio e che stava un po' in disparte come Giuliano Amato, mentre oggi il governo tecnico già c'è, e quindi pare essere più una causa o concausa che non una conseguenza. In ogni caso le somiglianze sono evidenti, e non si può non notare, con una punta di malizia, forse, che la magistratura si comporta nei fatti come una sorta di super-partito che prende in mano la situazione e che in qualche modo la pilota, determinando dei radicali mutamenti nell'assetto politico del paese. Allora fece crollare l'asse Craxi-Forlani-Andreotti portando nei fatti al sorgere del fenomeno Berlusconi. Oggi non è chiaro quale siano gli sbocchi ma è evidente che il soggetto politico che in qualche modo, sulla lunga distanza, aveva beneficiato dello smottamento provocato dall'azione dei magistrati, ovvero il PDL, si trovi al centro della bufera e sia la "vittima" principale di questo nuovo terremoto. Non è da escludere, sopratutto nel caso che il preteso "rottamatore" Renzi vincesse le primarie del PD (che è un po' come se Justin Bieber vincesse il Grammy Award) che troveremo ancora Monti nei ruoli di governo circondati da altri pretesi "tecnici" e che porteranno avanti la stessa politica liberista e "meritocratica" all'interno di un governo nominalmente di centro- sinistra ma in realtà di centro destra, insomma una prosecuzione dell'attuale governo tecnico che non può prescindere dall'appoggio del PD, ma che questa volta sarà incorporato dentro un PD che abbia definitivamente smesso di essere, pure lontanamente "disinistra". Se ci pensiamo una soluzione che farebbe comodo sia alla Confindustria, sia la Vaticano, sia ai potentati economici e finanziari che hanno provocato la attuale crisi e che non ne vogliono pagare il prezzo.

venerdì, ottobre 12, 2012

Ho smesso di preoccuparmi

Ho smesso di preoccuparmi di quello che pensano gli altri di me, o attorno a me. So che questa affermazione può apparire presuntuosa, ma, parafrasando un celebre motto, la presunzione quando è autodifesa si chiama intelligenza. E, in un mondo di presuntuosi, se non narcisisti, tutti incollati alle loro flebili certezze, se non si è un pizzico presuntuosi, un pizzico orgogliosi di quel che si è, di quel che si è fatto,di quel che si sa, di quel poco o pochissimo che si è costruito o lasciato dietro di sè nel corso della vita, si soccombe. Non lascerò più abbattermi dai pareri, spesso non richiesti e sopratutto basati sull'ignoranza e, sovente, anche sulla malafede, su di me, su quel che faccio, su quel che sono, sulla musica che ascolto, i film che vedo o sulle mie idee. Non sono cazzi che vi riguardino, non ne sapete nulla e non siete un cazzo di nessuno per giudicare. Sorry, ma la porta è quella e se non vi piaccio, potete andare. Non mi mancherete e, difatti, non mi mancate.

martedì, ottobre 09, 2012

Di Lady Gaga o di come avere successo sia diverso dall'avere talento.

Ci sono personaggi della musica che non riesco a reggere: lo so, i gusti sono gusti (ma esiste anche il gusto dell'orrido, rubando una battuta a Diego Abatantuono)però esiste la realtà oggettiva, che va considerata, al di fuori di questo esiste il soggettivismo esasperato, che a lungo andare diventa delirio. Ora, si dice che i fan di un cantante o gruppo siano in delirio. Alle volte questo è vero in senso letterale. Ci sono persone che letteralmente delirano per tali personaggi, nel senso che fanno affermazioni su di essi che non hanno niente in comune con la realtà dei fatti e che sono, quindi, puro delirio. Uno di questi deliri è "lady Gaga fa dei grandi Live ed è una grande cantante". Se fare dei grandi live è fare degli spettacoli da circo barnum, da fiera di strapaese, invocare la grazia di Gesù Cristo perché ti esibisici di fronte a 24000 persone e quindi Dio è dalla tua parte, e poi simulare un rapporto orale ad uno dei tuoi 350 ballerini (di cui non sai nemmeno il nome, ma solo le misure)perché "sei nata in quella maniera" (un po' zoccola?)allora ok lo ammetto, Lady gaga fa dei grandi Live (seppure un po' in playbak,ma che ci vogliamo fare, lei balla e si dimena come una foca ammaestrata, mica può pure cantare Live!) Sulla grande cantante, però, ho qualcosa da ridire. Tanto per spiegare cosa intendo ecco The Edge of Glory cantata live a Milano nel recentissimo show. E' una esibizione molto istruttiva (e divertenti) perché ci dice sul personaggio (e sul modo in cui è stata lanciata nello stardom) molto più di mille analisi e commentari fatti da giornalisti poco coraggiosi, se non palesemente prezzolati. La Stefani Germanotta, in arte Lady Gaga, se la tira da grande cantante. Ma, purtroppo per lei, non lo è. Cerca l'acuto impressionante, quello da ovazione che nasce prepotente dall'ammirazione sincera, ma non ci riesce. La poveretta si dà da fare, ad un certo punto con la manina dà aria alla gola, evidentemente sul punto di infiammarsi come il serbatoio di una Ferrari, ma proprio non glela fa. La voce esce stentorea e su note basse. Poi alla fine ce la fa. è un attimo fuggente, dura meno di 2 secondi e mezzo, ma non pretendiamo troppo, suvvia... A quel punto prende coraggio, però il fiato le manca (lo sforzo, bisogna capirlo, ha la veneranda età di 26 anni dichiarati, mica potrete pretendere...) poi si getta fuori da quella specie di cattedrale (spero sconsacrata) in cui si esibiva, si leva quella specie di tovaglia firmata da Versace (ecco come impiega i lauti compensi che le derivano da biglietti posti in vendita a prezzi stratosferici) e passa da un improbabile travestimento da Santa Caterina da Siena ad un più probabile (per lei) vestito da professionista del sesso. Il risultato canoro non cambia. Sembra che abbia l'enfisema polmonare. O i suoi manager la costringono a cantare ammalata, oppure è lei che proprio non ci riesce. NOn so a quanto esattamente ammontasse il prezzo del biglietto, ho visto biglietti per posti laterali a 118 euro più prevendita. Un salasso, ma se uno vuole buttare soldi nel concerto di Lady Gaga, o nel comprare l'IPhone, od il Samsung (che fa pure più schifo) non glielo si può impedire. Anche quello fa funzionare l'economia. Va bene tutto, il prezzo del biglietto, il divismo, il marketing, però non venitemi a dire che questa sa cantare. A livello di dilettanti, forse, ma a livello professionistico no. Potrei mettere decine di performance di altre cantanti al cui confronto Gaga sparisce, da Beyoncè a Shakira passando per Anastacia e quant'altre. Mi limito a due cantanti, sottovalutate,ed in uncaso odiatissime dai fan della Germanotta (e si capisce il perché) che ho avuto il piacere di poter vedere Live, a prezzi accettabili tra l'altro. Ed ecco per prima Katy Perry con The One that got away a Jakarta sentirete a 4:46 un acuto fatto come si deve, netto, potente e di 12 secondi di durata. Meglio ha fatto Avril Lavigne a Montreal
nel 2011:
Se quella di Katy Perry è un'ottima performance qua siamo nella categoria dello straordinario: a 3.31 Avril parte con un acuto in cui va su note altissime e lo tiene per 20 secondi! Pazzesco! E qui mi fermo prima di mettermi a delirare anch'io, anche se, in questo caso, il delirio sarebbe giustificato. Si chiamerebbe casomai, elogio della follia (canora) di Avril. Di fronte a questo se io fossi la Germanotta (ma, grazie al cielo, non lo sono) prenderei le mie tovaglie firmate e le mie calze a rete, e sparirei alla ricerca di una brava insegnante di canto. Ma perché farlo se si fanno i soldi a palate e metà mondo ti considera un genio? Appunto, perché?

venerdì, ottobre 05, 2012

Recensioni FIlm: i bambini di Cold Rock

I bambini di Cold Rock è un film del regista francese Pascal Laugier, già segnalatosi con l'interessantissimo Martyrs. Si tratta di un thriller dai toni Horror, ma che poi svolta imprevedibilmente verso toni più da "film d'autore". Partendo da uno spunto risaputo, il classico caso di un serial killer che rapisce bambini in una cittadina preda della crisi economica a causa della chiusura della locale miniera, il regista imbastisce un racconto imprevedibile, dai toni forti, e che pone un dilemma etico non facile da risolvere. La protagonista, interpretata da Jessica Biel (attrice ampiamente sottovalutata, io l'ho sempre trovata bravissima, oltre che bellissima, fin dai tempi di Non aprite quella porta) cerca di riavere suo figlio, apparentemente rapito dall' "Uomo Alto", personaggio mitico di cui tutta la cittadina parla attribuendogli la scomparsa dei bambini. Ma le cose non sono come sembrano... Non voglio svelare di più della trama, altrimenti rovinerei chi volesse vedersi (sempre che lo trovi ancora al cinema, ma uscirà in DVD o per chi non vuole aspettare in streaming)il film e goderselo. Dico solo che è un film diverso dagli altri, che pone degli interrogativi etici su come ciò che sembra bene potrebbe nascondere il male ma anche come ciò che sembra male potrebbe far nascere il bene. Il tutto viene illustrato con un racconto dal ritmo sostenuto, con una ottima fotografia che illustra e rende bene l'atmosfera di paranoia e di miseria umana nella quale si svolge la vicenda. Lo consiglio a chi non ha paura di ragionare, di essere sorpreso e di sorprendersi, di vedere i propri pregiudizi messi in dubbio, mentre lo sconsiglio a coloro che invece amano solo gli effetti speciali e le trame ed i finali scontati e rassicuranti. Definitivamente I bambini di Cold Rock non è Twilight (e per fortuna!)

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