Attenzione non sto dicendo che sia una di quelle
falsità che viene chiamata
“bufala”. Effettivamente l’OMS ha posto la carme lavorata fra le sostanze che
sono “certamente” cancerogene, ed ha messo (da tempo) la carne rossa fresca fra
le “probabili” sostanze cancerogene. E fino a qui non ci piove. Però ci sono altre
cose che andrebbero dette ed analizzate prima di credere a quella che è, nei
fatti, una sorta di campagna terroristica che con la scienza e la medicina centra molto poco.
Innanzitutto se vogliamo verificare la credibilità di una affermazione dobbiamo
vedere da chi proviene, se la fonte è credibile. E’ credibile l’OMS? Secondo il
senso comune sì, perché come L’ONU, l’IPCC, la FAO, La Banca Mondiale ed il Fondo
Monetario internazionale sono grandi organizzazioni burocratiche
rappresentative dei governi e delle industrie.
Secondo me invece no, proprio per gli stessi motivi. L’ONU,
ad esempio, ha avvallato l’invasione dell’IRAK sulla base delle presunte prove portate
da USA e UK e fabbricate dai servizi segreti italiani, prove che si sono poi
rivelate del tutto false. L’IPCC ha fornito previsioni sul riscaldamento
globale basate su dati falsi e che poi sono state smentite dai fatti etc etc.
In quanto all’OMS ha preso soldi da varie multinazionali. (1)
Tuttavia il fatto che l’OMS o alcuni componenti dello stesso
non siano particolarmente affidabili non significa che non bisogna tenere
presente quello che dicono- E allora cosa dicono realmente?
Dicono(lo dice la IARC, per l’esattezza) che dopo anni di dubbi,
dovuti a scarsità di prove hanno deciso che “probabilmente la carne rossa è
carcinogena, basata su una “limited
evidence” ovvero moderata(scarsa) prova che lo sia ma su “strong mechanistic evidence” ovvero
forti prove di tipo meccanicistico (proprio così!). Invece per le carni
processate (ovvero in qualche modo conservate, facendo deì modi di
conservazione un solo fascio) vi sono prove sufficienti che vi sia un effetto
carcingoneo per quanto riguarda il tumore colonrettale. Il rischio relativo sarebbe
del 18% per ogni 50 grammi consumati (2)
Ricordo che le sostanze, di qualsiasi tipo vengono infatti
classificare in 3 categorie “possibili” “probabili” e “sicure”. Questa distinzione
in categorie non si basa sul grado di pericolosità teorico, ma sulla certezza
scientifica. Per fare un esempio le statine (farmaci anticolesterolo) provocano
nei topi un aumento dei tumori del 1500% di rischio relativo in più. Cioè per
ogni topo che sviluppa un tumore senza prendere quel farmaco ce ne sono 15 che
sviluppano un tumore dopo aver assunto il farmaco. Però sono esperimenti su
animali e non danno certezze, quindi la sostanza viene catalogata fra le
possibili. Le probabili sostanze sono quelle in cui vi sono stati esperimenti
anche sugli uomini e hanno dato risultati ambigui, non sufficienti. Le sostanze
classificate sicuramente sono quelle che, secondo la IARC o L’OMS sono,
sicuramente cancerogene, a prescindere dal loro grado “reale” di pericolosità.
Può essere 1% o 1000%, ma per l‘OMS è uguale.
Se leggiamo più
approfonditamente vediamo che le prove su cui poggiano le certezze sono
alquanto fumose si dice infatti (3) “A majority of the Working
Group concluded that there is sufficient evidence in human beings for the
carcinogenicity of the consumption of processed meat. Chance, bias, and
confounding could not be ruled out with the same degree of confidence for the
data on red meat consumption, since no
clear association was seen in several of the high quality studies and
residual confounding from other diet and lifestyle risk is difficult to
exclude. The Working Group concluded that there is limited evidence in human
beings for the carcinogenicity of the consumption of red meat.
There is inadequate evidence in experimental animals
for the carcinogenicity of consumption of red meat and of processed meat. In rats treated
with colon cancer initiators and promoted with low calcium diets containing
either red meat or processed meat, an increase in the occurrence of colonic
preneoplastic lesions was reported in three and four studies, respectively.”
Quindi le cose sono ancora diverse. Solo una maggioranza degli
scienziati ha concluso che vi sono le prove della cancerogenità delle carne
conservata. Sulla carne rossa non vi è nemmeno una associazione chiara
(associazione, non correlazione!) nella maggior parte degli studi e non è
possibile escludere altre cause confondenti. Infine non vi è nemmeno una adeguata evidenza negli esperimenti sui
ratti, nemmeno a dargli delle sostanze cancerogene…
Siamo quindi nel campo delle ipotesi non suffragate da dati certi ed
inopinabili, ma che tuttavia sono ritenute ugualmente convincenti.
Vediamo di conoscere questo tipo di tumore, il tumore
colonrettale.
Questo tumore è il terzo più diffuso, tuttavia pare in netto
calo. Secondo le statistiche cala, almeno negli Usa, del 3% all’anno con un
calo decennale di ben il 30%. Vuol dire che tra 30 anni sarà ridotto al 10%
attuale. colpisce quasi esclusivamente glianziani, più gli uomini che le donne.
Negli Usa la popolazione di colore
è colpita il doppio delle persone di origine asiatiche o del pacifico e almeno
il 50% in più dei bianchi non ispanici (4) Le cause sono
soprattutto di tipo genetico, difatti se un soggetto ha un parente colpito dal
male, le probabilità raddoppiano, con almeno due parenti quadruplicano (5)la malattia colpisce
soprattutto le persone anziane sopra i 75-80 anni. Il 40% dei casi per le donne
si trovano nella fascia di età oltre gli 80 anni (le donne sono colpite meno,
ma vivendo più a lungo è ovvio che si verifichino più casi dopo gli 80 anni)
Ora diamo uno sguardo alla diffusione a livello mondiale di
questa malattia.
Questa cartina e diagrammi mostrano che è vero (almeno una volta!) quello che viene detto dalla informazione mainstream: è una malattia che colpisce soprattutto (ma non unicamente)gli abitanti dei paesi più ricchi, ma questo per una ragione molto semplice: essendo una malattia che colpisce soprattutto ultrasettantenni e ancora più ultraottantenni è ovvio che la sua incidenza, in paesi dove,mediamente, a stento si arriva a 50 anni, sia molto più bassa. Peraltro va notato che l’america centrale ed il Messico, pur essendo consumatori di carne di maiale (e presumo insaccati) sono molto bassi nella classifica, mentre la Micronesia, paese in cui si consuma pesce, non è molto staccato dai paesi più ricchi . Il sud Europa non ha meno casi del nord europa, anzi tra gli uomini ne ha qualcuno in più, e quindi la mitica dieta mediterranea tirata in ballo dal ministro Lorenzin, non pare servire a molto.
Questa cartina e diagrammi mostrano che è vero (almeno una volta!) quello che viene detto dalla informazione mainstream: è una malattia che colpisce soprattutto (ma non unicamente)gli abitanti dei paesi più ricchi, ma questo per una ragione molto semplice: essendo una malattia che colpisce soprattutto ultrasettantenni e ancora più ultraottantenni è ovvio che la sua incidenza, in paesi dove,mediamente, a stento si arriva a 50 anni, sia molto più bassa. Peraltro va notato che l’america centrale ed il Messico, pur essendo consumatori di carne di maiale (e presumo insaccati) sono molto bassi nella classifica, mentre la Micronesia, paese in cui si consuma pesce, non è molto staccato dai paesi più ricchi . Il sud Europa non ha meno casi del nord europa, anzi tra gli uomini ne ha qualcuno in più, e quindi la mitica dieta mediterranea tirata in ballo dal ministro Lorenzin, non pare servire a molto.
La media più alta è di 42,1 caso ogni 100.000 persone, nei
paesi Oceanici, come vedete una frequenza non altissima, la mortalità, nei
paesi sviluppati è di circa un caso su tre, quindi 15 su 100.000.
La metodologia seguita in larga parte di questi studi è
alquanto discutibile, infatti questi tipi di studi vengono fatti con dei
questionari. Se volete capire come sono questi questionari eccovene uno (6)
L’osservazione non è di tipo
oggettivo ma soggettivo, è il soggetto stesso che stabilisce cosa e quanto ha
mangiato. Ora non credo che ci sia bisogno di dimostrare che le persone, oltre
che ricordare male ed essere disattente rispetto al mangiare, possono anche
mentire volutamente, o essere indotti a mentire. La psicologia sociale ha già
chiarito da tempo questi meccanismi, in cui l’individuo si conforma al gruppo,
infatti tendiamo a cercare l’approvazione altrui, ed inevitabilmente siamo
indotti a pensare come la maggioranza, ovvero la nostra opinione, anche
involontariamente, tende ad adeguarsi. Ora da anni sentiamo dirne di tutti i
colori sulla carne rossa, e seppure non basata su sufficiente evidenza scientifica(lo
dice persino la IARC!) molti di noi hanno introiettato il pregiudizio “mangiare
carne è male” e quindi, posti di fronte ad una autorità scientifica,
cercheranno di non fare brutta figura e soprattutto si adegueranno a ciò che
pensano debba essere il comportamento “giusto”. Quindi è molto probabile, per
non dire certo, che una percentuale non piccola di persone abbia dichiarato
consumi di carne minori di quelli reali, tranne forse i salutisti convinti ed i
menefreghisti assoluti, quelli che, probabilmente, avranno anche stili di vita
maggiormente a rischio e che quindi faranno risultare questo genere di ricerca
assolutamente poco affidabile.
Detto questo cosa vuol dire un
rischio relativo del 18% tradotto in soldoni? Vuol dire che su 40 casi su 100.000
che grossomodo colpiscono gli uomini italiani, circa il 20% sarebbe provocato
da un consumo alto (50 grammi al giorno, ma probabilmente ce ne vuole molto di
più) quindi 8 casi su 100.000(*), insomma uno ogni 12.500. se consideriamo la
mortalità allora sarebbe uno ogni 33.000 persone. questo significa che, su 100.000 persone forti mangiatrici di inasaccati 99.992 NON si ammaleranno e 99.997 Non moriranno di questo male.
Non una cosa apocalittica, diciamolo.
Non una cosa apocalittica, diciamolo.
Ma è credibile questa stima
della pericolosità delle carni conservate (**), ed è credibile l’aver messo
nella stessa categoria anche la carne rossa fresca ?
Secondo una meta analisi (ovvero
una analisi che viene condotta analizzando un insieme di analisi precedenti, e
che quindi è più affidabile di una singola ricerca perché corregge gli
eventuali errori statistici o metodologici) condotta nel 2010 “L’associazione è
debole in grandezza (sotto il 20%)….e non si può stabilire con certezza
l’effetto indipendente del consumo di carne processata sul cancro colonrettale
viste altri fattori confondenti di tipo dietetico e di stile di vita… Therefore, the currently available
epidemiologic evidence is not sufficient to support a clear and unequivocal
independent positive association between processed meat consumption and CRC.(7) La percentuale di rischio relativo che questa
metanalisi ha stabilito è del 16%, appena il 2% in meno di quella di IARC/OMS.
Può un cambiamento percentuale così minuscolo cambiare così radicalmente la
valutazione scientifica?
Direi di no, teniamo presente che gli scienziati, generalmente, considerano che,per essere scientificamente valido, e cioè per poter essere considerato una causa indipendetne, un rischio relativo deve almeno arrivare al 100%. Per il fumo il rischio è del 1500%-2000% per cento ed è legato a vari tipi di cancro...
Direi di no, teniamo presente che gli scienziati, generalmente, considerano che,per essere scientificamente valido, e cioè per poter essere considerato una causa indipendetne, un rischio relativo deve almeno arrivare al 100%. Per il fumo il rischio è del 1500%-2000% per cento ed è legato a vari tipi di cancro...
Prendiamo ora la più grande
analisi che sia stata fatta, ovvero lo studio EPIC (8) Questo studio è stato fatto per scoprire se la carne
rossa biana o conservata che sia abbia una qualche relazione con qualche
malattia. Già qua dovremmo riflettere sulla mancanza di obiettività di questo
tipo di ricerca. Ricordo che, contrariamente a quanto sostengono questi
ricercatori, non esiste nessuna ricerca scientifica che provi che i i
vegetariani abbiano meno tumori o tantomeno vivano più a lungo degli onnivori.
Nemmeno il famoso studio sugli avventisti “vegetariani” (non tutti lo sono in
realtà) prova questo. Gli uomini hanno qualche infarto di meno ma sia uomini che, sopratutto donne, hanno più tumori.(9) Ed uno studio fatto
nei paesi orientali suggerisce una forte correlazione fra tumori e dieta
vegetariane fra le donne mentre fra gli uomini suggerisce una relazione con un
maggiore tendenza all’infarto (10) Non solo ma in questi studi viene mostrata che fra le
donne un maggior consumo di carne rosse diminuisce e non aumenta la mortalità
per tutte le cause.
Ovviamente se cerchiamo di
dimostrare a tutti i costi che una cosa fa male, presto o tardi qualcosa salta
fuori. Tuttavia da questo studio , condotto su quasi mezzo milione di persone
(quanti soldi sprecati per nulla!) non emerge assolutamente nulla.
Infatti se guardiamo la tabella5 della ricerca Epic scopriamo che:
Un aumento del consumo di carne
rossa non è associato né per le malattie cardiovascolari né per i tumori e
nemmeno per i tumori del tratto digestivo (quello che è l’argomento di questo
articolo)
Se prendiamo i dati che
riguardano l’associazione (associazione con correlazione) tra i timori ed il
consumo di rossa abbiamo che chi consuma 10 gr. al giorno ha una associazione di
1.04, consumarne da 80 fino a 159.9 grammi ha una associazione di 1.03. insomma
decuplicare il consumo non porta nessun rischio,ed ovviamente tutti abbiamo
presente che fumare 15 sigarette o mezzo litro di wishy è ben differente che
fumare una sigaretta o bere un bicchierino al giorno . Per quanto riguarda il
tratto digestivo le cose non cambiano anzi, da 0.81 di associazione
per u nconsuno inferioire ai 10 gr si sale a
0.88 per 80-159.9 grammi, insomma non solo non ci sarebbe associazione ma
addirittura sarebbe protettivo. I ricercatori tuttavia tirano fuori una
associazione calibrata del 1.03 ,per 100 grammi al giorno che non si sa da dove provenga ma è comunque nel campo della
semplice variazione statistica. Solo al di sopra dei 160 gr abbiamo una
associazione di circa il 20%,ma riferendosi ad un numero di casi che è di circa
l’uno per cento del campione (chi è che mangia 2 etti e passa di carne rossa al
giorno?) è ovvio che non è rilevante statisticamente e che la percentuale sia
dovuta solo al caso (se lancio una monetina solo 10 volte difficilmente avrò 5
teste e 5 croci, potrei avere anche 8-9 volte testa o viceversa, su mille lanci
la percentuale dovrebbe avvicinarsi al 50% ma difficilmente sarà precisamente
quella) Quindi si può dire, basandosi su questi dati, che Non vi è alcuna
associazione fra consumo di carne rossa e cancro di alcun tipo.
Prendiamo allora la famosa e
bistrattata carne processata. Le cose qui cambiano ma non molto. Per quanto riguarda
i tmori in generale vi è una leggera ascesa da 0.96 a 1.08 per le categorie
sopra considerate, ma anche aumentando a più di 160 gr il consumo giornaliero
l’associazione (1.15) rimane non significativa. Per quanto riguarda il tratto
digestivo le cose si fanno più interessante.
Infatti fra chi consuma
meno di10 gr ed chi ne consuma
fra i 50-80 gr vi è un aumento dell’associazione da 1.09 a 1.37…significativo
peccato però che nello scaglione successivo, quello che va da 80 a 160 gr la
associazione si dimezzi addirittura scendendo ad un deludente 1.18. In sostanza
parrebbe che raddoppiare il consumo faccia calare le probabilità di
malattia…Ovviamente andando nello scaglione più alto abbiamo un aumento ad
1.58. (vedi sopra) tuttavia i ricercatori danno una associazione osservata di
solo 1.04 e calibrata di 1.09…deludente vero?
Va ricordato che chi consuma più carne sopratutto processata, generalmente fuma e beve anche di più, alle volte molto di più, e mangia poca frutta e verdura (ammettendo che il consumro di frutta e verdura possa prevenire il formarsi di tumori, teoria che a me appare più mitologica che scientifica)
Va ricordato che chi consuma più carne sopratutto processata, generalmente fuma e beve anche di più, alle volte molto di più, e mangia poca frutta e verdura (ammettendo che il consumro di frutta e verdura possa prevenire il formarsi di tumori, teoria che a me appare più mitologica che scientifica)
Curiosamente, il consumo di
carne di pollo, verso il quale
nessuno osa puntare l’indice, risulta avere una associazione per 50
grammi di consumo del 1.21 osservato e addorittura del 1.32 calibrato!
Ora mi si dirà:ma se gil scienziati cercano un collegamento fra consumo di carne e malattie qualcosa ci sarà... bene, in realtà esistono anche ricerche su altri cibi e qualcosa viene sempre fuori, una associazione positiva o negativa emerge sempre, alle volte sia positiva che negativa per lo stesso alimento! L'affermare quindi che un cibo "fa bene" o " fa male" non ha nulla di scientifico ma è solo una di quelle pseudo verità scientifiche che servono ai giornali per propagandare determinati cibi a detrimento di altri, in realtà non vi è nessuna prova che, per esempio. il consumare frutta eviti l'infarto e mangiare salato lo faccia venire, eppure tutti credono a questo, come un tempo si credeva che i gatti neri portassero sfrortuna o, in tempi più recenti, che masturbarsi rendesse ciechi o l'omosessualità fosse una malattia.
Se però avete ancora dei dubbi allora ecco uno studio condotto per anni in Inghilterra su Vegetariani e non vegetariani in cui emerge che i vegetariani hanno qualche caso di tumore in meno dei non vegetariani ma hanno ben il 39% in più di tumori colonrettali, cosa ancora più straordinaria se si considera che i 3/4 dei vegetariani considerati sono donne che sono meno colpite da questo tipo di malattia
Ora mi si dirà:ma se gil scienziati cercano un collegamento fra consumo di carne e malattie qualcosa ci sarà... bene, in realtà esistono anche ricerche su altri cibi e qualcosa viene sempre fuori, una associazione positiva o negativa emerge sempre, alle volte sia positiva che negativa per lo stesso alimento! L'affermare quindi che un cibo "fa bene" o " fa male" non ha nulla di scientifico ma è solo una di quelle pseudo verità scientifiche che servono ai giornali per propagandare determinati cibi a detrimento di altri, in realtà non vi è nessuna prova che, per esempio. il consumare frutta eviti l'infarto e mangiare salato lo faccia venire, eppure tutti credono a questo, come un tempo si credeva che i gatti neri portassero sfrortuna o, in tempi più recenti, che masturbarsi rendesse ciechi o l'omosessualità fosse una malattia.
Se però avete ancora dei dubbi allora ecco uno studio condotto per anni in Inghilterra su Vegetariani e non vegetariani in cui emerge che i vegetariani hanno qualche caso di tumore in meno dei non vegetariani ma hanno ben il 39% in più di tumori colonrettali, cosa ancora più straordinaria se si considera che i 3/4 dei vegetariani considerati sono donne che sono meno colpite da questo tipo di malattia
Sarebbe interessante
approfondire anche come vengono condotti gli esperimenti sui ratti ed il legame
(anche qui presunto) fra carne alla griglia o barbecue (non sono proprio la
stessa cosa!), e cancro (sempre al colon retto anche se abbiamo visto che non esiste nessuna associazione fra l'una e l'altra cosa,per cui cuocere in un modo o in un altro non dovrebbe cambiare nulla) ma direi che per il momento mi basta. In sostanza non mi pare
che dall’analisi nel dettaglio delle principali ricerche emerga qualcosa che
meriti tutto l’hype mediatico che si è scatenato, e mi pare che gli scienziati
dovrebbero riversare le proprie energie (ed i soldi delle ricerche che
impiegano) in altre direzioni, In realtà gli scienziati seri indagano le
questioni legate alla genetica, dal momento che è ormai dimostrato come vi sia
una precisa relazione fra genetica e sviluppo dei tumori (oltre che
inquinamento, la regione Campania ha avuto un aumento negli ultimi anni di
tumori dovuta probabilmente alle varie discariche a cielo aperto). E anche per
quanto riguarda il tumore colonrettale è verso questa ipotesi che si stanno
orientando gli studi (11) (12).
In conclusione non crediamo a tutto quello che ci viene propinato come "verità scientifica", soprattutto in un campo come quello della alimentazione, dove le variabili sono infinite e i metodi di ricerca poco affinati, e, infine, gli osservatori ,spesso, non sono imparziali.
Alla fine non posso altro che essere d'accordo con quanto sostiene un noto debunkatore di teorie pseudoscientifiche in questo articolo
PS
In aggiunta a quanto detto ho scoperto una ricerca realizzata in italia fra il 1992 ed il 1996, Secondo questa ricerca il tumore al colon retto è associato al consumo di cereali per il 70% (in particolare la farina bianca) per gli zuccheri puri per il 40%, meno significativo le patate al 20% Hanno funzione di prevenzione vegetali e pesci, poco la frutta mentre Uova e carni di vario tipo risultano ininfluenti nel bene e nel male. ecco il LinK
Note
*) ho calcolato sul totale teorico di casi ogni 100.000 persone. In realtà la cifra è più bassa, poichè i 40 casi includono già quel 20% teorico di persone che si sono ammalate a causa del consumo di carne conservata, quindi in realtà bisognerebbe ridurre del 20% il numero base da cui partire, in sostanza si tratta di circa 6-6,5 casisu 100.000, ma ciò non cambia il senso di quello che ho detto.
**) Nelle carni conservate hanno incluso di tutto, e la confusione è aumentata per via delle cattive traduzioni dall'inglese. Il problema sarebbe dato dai conservanti, quindi tutti quei tipi di carne conservate in altro modo, dalla affumicatura, alla seccatura, a conservanti che non siano nitrito o nitrato di sodio, non sarebbero da includere. Così come la nostra salsiccia, che è carne fresca conservata dentro un budello, infatti ha una scadenza a breve, non è da confondersi con i sausages, che sono quelli che noi chiamiamo wurstel, o la pancetta fresca, che non ha conservanti. Anche certi prosciutti nostrani che vengono cotti non hanno conservanti.
Alla fine non posso altro che essere d'accordo con quanto sostiene un noto debunkatore di teorie pseudoscientifiche in questo articolo
PS
In aggiunta a quanto detto ho scoperto una ricerca realizzata in italia fra il 1992 ed il 1996, Secondo questa ricerca il tumore al colon retto è associato al consumo di cereali per il 70% (in particolare la farina bianca) per gli zuccheri puri per il 40%, meno significativo le patate al 20% Hanno funzione di prevenzione vegetali e pesci, poco la frutta mentre Uova e carni di vario tipo risultano ininfluenti nel bene e nel male. ecco il LinK
Note
*) ho calcolato sul totale teorico di casi ogni 100.000 persone. In realtà la cifra è più bassa, poichè i 40 casi includono già quel 20% teorico di persone che si sono ammalate a causa del consumo di carne conservata, quindi in realtà bisognerebbe ridurre del 20% il numero base da cui partire, in sostanza si tratta di circa 6-6,5 casisu 100.000, ma ciò non cambia il senso di quello che ho detto.
**) Nelle carni conservate hanno incluso di tutto, e la confusione è aumentata per via delle cattive traduzioni dall'inglese. Il problema sarebbe dato dai conservanti, quindi tutti quei tipi di carne conservate in altro modo, dalla affumicatura, alla seccatura, a conservanti che non siano nitrito o nitrato di sodio, non sarebbero da includere. Così come la nostra salsiccia, che è carne fresca conservata dentro un budello, infatti ha una scadenza a breve, non è da confondersi con i sausages, che sono quelli che noi chiamiamo wurstel, o la pancetta fresca, che non ha conservanti. Anche certi prosciutti nostrani che vengono cotti non hanno conservanti.