"Gli eroi sono sempre giovani e belli" cantava Francesco Guccini mezzo secolo fa.
Richard Jewell, ultimo film di Clint Eastwood si incarica di smentire questa asserzione largamente condivisa. Di questo film avevo sentito parlare insolitamente male per un film di
Eastwood, e mi era parso che le critiche fossero motivate dall'ormai consunta accusa di "populismo" (ormai
random). In effetti la maggior parte delle critiche si fondava sulla scelta del protagonista, per l'appunto uno non troppo giovane e neanche bello.
Richard Jewell racconta difatti una storia vera di (tentata) ingiustizia verso un povero ed ingenuo "tutore dell'ordine" a cui collaborano giornalisti ed investigatori.
Non è sicuramente il miglior film di Eastwood, ma non
ho capito le critiche, se non per il fatto che il protagonista è bianco,
uomo, conservatore, decisamente "oversize",crede nella legge, persino
eccessivamente, ed è incolto. Insomma il contrario dell'eroe come ormai
ce lo propina Hollywood.Che poi in realtà non è un eroe, è solo una
persona comune a cui capita una storia comune di ordinaria ingiustizia.
IL film, per chi nomn lo sapesse, racconta la storia dell'attentato alle olimpiadi di Atlanta del 1996, del quale fu incolpato Jewll, addetto alla sicurezza che in realtà col suo intervento evitò una strage molto più grave. Ma forse è lì il "difetto" del film, nel non comunicare nulla di "straordinario" e di utilizzabile in termine di "discriminazione", dal momento che il protagonista è un uomo del tutto normale, addirittura "troppo" normale, e quindi, anormale in una società dove la "diversità" vera o artefatta, è diventata la nuova normalità, suggerendo che tutti siamo discriminabili in qualche modo, perchè tutti siamo o possiamo essere "diversi" da come la società ci vorrebbe, persino i grassoni conservatori e un po' coglioni.