Siamo abituati ormai da decenni a sentirci dire, e quindi,
pensare, che il colesterolo sia la causa di tutti i mali, che bisogna mangiare
cibi con poco o niente colesterolo, e che se abbiamo il colesterolo basso o
quasi inesistente allora dovremmo vivere centanni e più. Sfruttando abilmente
questi luoghi comuni alcune aziende mettono in vendita alimenti di dubbio
valore nutritivo e salutistico specificando che non contengono colesterolo, per
non parlare delle case farmaceutiche, che si sono buttate subito nell’affare
producendo pillole contro il colesterolo che non sono altro che costosi placebo
(come lo sono le pillole contro l’ipertensione) - Naturalmente si tratta di
sciocchezze, ma essendo sciocchezze che si ammantano di scienza (scienza
scienza w la francia e la provenza!) il popolo ci crede, i giornali
propagandano il falso ed industria alimentare sedicente “alternativa” e ditte
farmaceutiche traggono i loro profitti.
In realtà il colesterolo è necessario al funzionamento
dell’organismo umano, ed il colesterolo HDL previene le malattie cardiache, non
le provoca.
Ma vediamo i fatti: secondo una recentissima analisi
statistica esprimendo con un grafico in cui su una delle ascisse vi sono le
probabilità di morte per tutte le cause, e sull’altra vi sono i livelli di
colesterolo, abbiamo che la fetta di popolazione in cui si verificano meno
morti (cioè dove è statisticamente meno probabile morire) si trova nella fascia
di popolazione il cui livello di colesterolo si trova tra i 200-240 mg/dl,
ovvero un livello che molti dei nostri medici considererebbero “a
rischio”. L’andamento infatti è ad
U e la parte più bassa di questa U corrisponde a qulla fascia.
L’obiezione ovvia è che qui vengono considerate anche cause
di morte come le bronchiti o le morti per natalità ed altre che apparentemente
non hanno connessione con il livello di colesterolo, dal momento che il
colesterolo è accusato di provocare le malattie cardiovascolari. Ma anche qui
le cose non cambiano di molto.
Se guardiamo infatti il grafico non abbiamo un disegno
simile alla salita dello Stelvio, come dovremmo attenderci, ovvero pochi casi
con poco colesterolo e via via sempre di più, ma un andamento ad U come per le
altre morti, soltanto poco meno accentuato.
La parte più bassa di questa U va dai 180 ai 230 md/dl, ma il punto più basso si tocca tra i 200 ed i 220 mg/dl.
Queste
statistiche non ci dicono tutto per quanto riguarda il colesterolo,
infatti non tengono conto della
composizione dello stesso e del livello dei trigliceridi, tuttavia sono più che
sufficienti a smentire dalla radice tutto le ipotesi ed i luoghi comuni che
siamo abituati a sentire, il tanto decantato “buon senso comune” che in realtà
diventa nonsenso comune.
Va ricordato che tutta quello che si dice oggi su
colesterolo e malattie cardiovascolari discende da una vecchissima ricerca,
risalente addirittura agli anni 50, da parte di un certo medico di nme Keys, il
quale trovò una correlazione fra il consumo di grassi animali e le malattie
cardiovascolari in 7 paesi. In realtà la ricerca era stata eseguita in ben 21
paesi, e nei restanti 14 questa correlazione non appariva o era addirittura
inversa,ma Keys, che evidentemente voleva dimostrare una tesi prestabilita,
eliminò i risultati di questi 14 paesi, che rappresentavano pur sempre i 2/3
del campione, e si concentrò sugli altri 7 paesi. Nonostante l’errore fu notato
già all’epoca, questa ricerca trovò svariati ammiratori e produsse (e continua
a produrre) ricerche non dissimili sia nella metodologia che nei risultati. Da
ciò questa “ideologia” nutrizionale, che, nonostante sia stata smentita
moltissime volte, continua a sopravvivere e a dettar legge, anche per la
superficialità e ignoranza dei giornalisti e dei mass-media
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