domenica, gennaio 19, 2025

La distopia scientista

 Lo scientismo è la credenza che la scienza o ciò che viene identificato come Scienza sia infallibile, che la Scienza possa dare facili e definitive spiegazioni e soluzioni a tutti i problemi.
Questo tipo di perversa ideologia è sempre stato la base per la tentazione o la giustificazione di un futuro governo degli Scienziati, una utopia tanto affascinante quanto pericolosa.
Affascinante perché prospetta la possibilità di un governo che non sarebbe governato da interessi particolari, o in cui ci sarebbe sempre la possibilità dell’errore o della corruzione, ma in base a dati oggettivi che quindi produrrebbero decisioni oggettivamente “giuste”, e che quindi non potrebbero non fare il bene dell’Umanità nel suo complesso.
Pericolosa per alcune ovvie ragioni: la prima è che la Scienza non è affatto una materia perfetta, e gli scienziati non sono affatto essere  superiori immuni da tutti i difetti che hanno da sempre caratterizzato l’umanità, ovvero l’interesse personale, il conformismo, la codardia, l’ambizione e, diciamolo pure, la stupidità. Nella realtà la stragrande maggioranza delle ipotesi scientifiche risultano, presto o tardi, sbagliate, e devono essere modificate. Inoltre non vi è praticamente mai un consenso scientifico su alcuno argomento, e, anche qualora questo sia stato raggiunto, non significa che lo sia per sempre. Sono stati assegnati premi Nobel a scienziati le cui importantissime scoperte sono poi state confutate alcuni anni dopo.
In sostanza è pura utopia pensare che la Scienza sia esatta e gli scienziati abbiano sempre ragione.
Peggio, è ingenuo fino alla stupidità pensare che essi non siano corrotti o corruttibili, o che non siano narcisisti e che , quindi, perorino le loro idee anche quando queste vengono smentite.
Una politica creata dagli scienziati sarebbe anche contraddittoria, perché la Scienza e la Politica sono due cose ben distinte e del tutto opposte. La Scienza è descrittiva, mente la Politica è prescrittiva. L’una dice come stanno le cose, l’altra come dovrebbero state le cose. La Scienza è anche amorale e avalutativa , mentre la politica è ideologica per definizione, quindi si basa sui valutazioni di carattere morale, ovviamente del tutto soggettive.
Di fatto sono due cose del tutto inconciliabili da loro,  e la provadi questo è rappresentata dal fatto che quando la Politica si è interessata alla Scienza, l’ha sempre piegata ai suoi scopi, compiendo dei disastri.
Infine una società governata dagli scienziati o in nome della Scienza sarebbe un sistema assolutamente totalitario, in cui le decisioni politiche non potrebbero essere messe neppure lontanamente in discussione, ma dovrebbero essere applicate senza alcuna obiezione. Le obiezioni sarebbero in effetti sbagliate per definizione, perché contrarie alla Scienza.
Quindi chi obietta farebbe per definizione una “disinformazione”, e sarebbe, nel migliore dei casi, un ignorante non degno di poter esprimere neppure un’opinione, nel peggiore una persona malvagia che perora la causa di qualche nemico pubblico che trama nell'ombra.
Se pensiamo che questo tipo di Distopia è già in atto, e ha portato alle politiche censorie sui social, giornali e televisioni, e a quel tipo di ideologia perversa che mischia “buonismo” e scientismo, e che quindi si pensa perfetta, capiamo l’urgenza di demistificare queste teorie e questo modo perverso ed ideologico di pensare, e riportare la razionalità ed il vero approccio scientifico, che si basa sul dubbio, sulla verifica delle ipotesi e sulla libertà di pensiero.

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