domenica, marzo 31, 2019

Dacci oggi il nostro catastrofismo quotidiano


L'ideologia non muore, si trasforma. Assume sempre mutevoli forme per costringere gli uomini a non pensare in modo razionale e scientifico, ma in base a supposti valori ed emergenze, a distoglierlo dalla ricerca del vero e del difficile per convertirlo all'accettazione del falso e del facile.
Oggi l'ideologia vincente non è il populismo, ma il catastrofismo.
E' da anni che siamo perseguitati da teorie catastrofiste. Una volta è il buco dell'Ozono, poi è la "mucca pazza" poi l'influenza aviaria, poi quella suina, poi l'ebola, poi il terrorismo (islamico) l'immigrazione, l'allarme sicurezza ed infine i vaccini e  i "cambiamenti climatici" che addirittura minaccerebbero la vita sulla terra.
La caratteristica comune di tutti questi allarmi catastrofistici è molto semplice: si basano sulla emotività e la paura. La paura è la chiave dell'irrazionalità. Una persona che perde la ragione è una persona facilmente impressionabile e, quindi, manipolabile.
La manipolazione è la base del potere.
Se analizziamo queste paure vediamo come molte di loro si presentano come "scientifiche" ma in realtà di scientifico non hanno nulla.
Il catastrofismo difatti è, per definizione, non scientifico. Per due oggettive, inopinabli e semplici ragioni
La prima è che nessuna teoria catastrofista è mai stata confermata dai fatti. Nessuna catastrofe annunciata si è mai realizzata. Nessuna.
La seconda è che presume di prevedere il futuro. Ma nessuno ha mai previsto il futuro. Non fa parte delle facoltà umane prevedere il futuro. Ci sono sole due categorie di persone che vivono prevedendo il futuro. Gli imbroglioni e gli scommettitori. Lasciamo da parte i primi, concentriamoci sui secondi.
Cosa fa uno scommettitore?.Prende scommesse su eventi futuri non certi. Ribadisco non certi. applica un calcolo delle probabilità da cui trae comunque vadano gli eventi un vantaggio. Considera un evento y meno probabile di un evento x. Lo quota in modo più favorevole allo scommettitore. Se perde pagherà di più,ma normalmente vince lui.
Ora come fanno "gli scienziati" a stabilire cosa succederà nel futuro? mettono delle percentuali di probabilità su eventi che però, a differenza di un evento sportivo, non sono calcolabili, Se sbagliano non pagano in quanto la loro credibilità non verte sull'efficienza e la veridicità delle loro previsioni, ma sul carisma riconosciuto della propria professione.
Lo scienziato, per definizione "ha ragione" poiché dice quello che dice la Scienza.
Peccato che la Scienza non sia formata da verità prestabilite, ma da ipotesi da verificare. Una ipotesi non verificata, rimane solo una ipotesi, non è verità scientifica. Che una ipotesi venga sostenuta da un eminente scienziato,  o da una portinaia, sempre ipotesi resta.
Il principio di autorità non è un principio accettabile perché una affermazione non è vera o falsa per la fonte dalla quale proviene ma sulla base delle evidenze scientifiche.
E, ribadisco, le teorie di carattere catastrofista non si basano sulle evidenze scientifiche perchè si basano su ciò che non è successo.
Se prendiamo ad esempio le previsioni dell'IPCC sulle temperature, la salita del livello del mare, gli isolotti del pacifico che dovevano essere sommersi dalle acque. lo sciolgimento dei ghiacciai e gli orsi polari che si estinguevano, non una sola di queste previsioni ed altre ancora sono state azzeccate.
La difesa degli "scienziati" è stata, ed è, che sono previsioni elaborate da computer sulla base di ipotesi, ma non si sa se le ipotesi sono vere (in quanto non sono state verificate) ed il clima "è imprevedibile". E allora di cosa stiamo parlando?
Prendiamo una paura diffusa negli anni 90 come la variante umana della mucca pazza (che è sempre esistita e si chiama Sindrome di Jakob Kreuzberg). NOn c'erano prove sulla sua diffusione né studi che potessero affermare una sua espansione, eppure si è arrivati a proibire la Costata fiorentina (che poi non differisce da altri tipi di taglio) per una paura totalmente irrazionale. Ogni anno ci sono una ottantina di persone che muore intossicata da alimenti vegetali in Germania, e presumo che ne siano altrettante anche in Italia, eppure nessuno ne parla o lancia allarmi.
Le paure e le catastrofi sono infatti  selettive, si devono installare in una zona della nostra mente che sia già preparata. La paura dello straniero, del diverso, dell'omosessuale, dell'ebreo, ma anche la retorica ambientalista sull'uomo che distrugge la natura, celebrata da centinaia di film hollywoodiani, l'animalismo e il salutismo tanto onnipresente sui massmedia, e perfino  la paura del progresso scientifico (vedi Ogm e vaccini ) sono tutte idee talmente instillate nella nostra testa da renderle un terreno fertile per il nascere e lo svilupparsi delle paure e della irrazionalità.
Paure e irrazionalità che non solo possono essere sfruttate da abili demagoghi e truffatori, ma anche avere conseguenze dannose per tutta la società
Pensandoci bene la vera catastrofe che ci minaccia è proprio il catastrofismo.

venerdì, marzo 22, 2019

Global Climate Strikes ovvero come l'inferno sia lastricato di buone intenzioni

Venerdì 15 marzo 2019 è stato il giorno di una grande (ma non troppo) iniziativa a livello mondiale (del nord nel mondo) che ha visto la partecipazione di molti giovani e giovanissimi studenti (e ovviamente professori che li hanno portati) mobilitati per convincere i governi (come se ce ne fosse bisogno) di fermare il riscaldamento globale, che secondo la narrativa dei mass-media, prontamente fatta propria da tutti questi giovani "ribelli antisistema, provocherebbe la fine del mondo con scenari apocalittici tanto spaventosi quanto improbabili.
Il tutto puzza fin troppo da lontano di "media event" cioè uno di quegli eventi che accadono perché i media hanno deciso che accadano. Ed in effetti un giornale come "la Repubblica" da sempre in prima linea sia nel creare eventi, sia nella propaganda della teoria del riscaldamento globale, ha parlato per 4 giorni di seguito di questo evento.
Se partiamo dalla leader di questo movimento capiamo che siamo di fronte ad una immagine vincente scelta apposta per creare consenso attorno a questo movimento virtuale.  Si tratta di una ragazzina di 16 anni, poco più che una bambina, tale Greta Turnberg, figlia della buona borghesia svedese (sua madre pare sia una cantante lirica che ha appena pubblicato un libro).  Insomma non è una ragazzina di qualche paese in via di sviluppo, che lavora in una fabbrica del Pakistan per 10 ore al giorno, o uno dei ragazzini ridotti in schiavitù che estraggono il coltan che troviamo poi nei cellulari e PC che usiamo e che usano anche Greta ed i suoi amici che "vogliono salvare il pianeta".
Ovviamente quindi Greta fa parte del mondo occidentale, il mondo privilegiato. Ed è ovvio perché è questa parte del mondo che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato, quale governo debba governare  quel dato paese, cosa quel dato paese debba produrre, ed ovviamente anche come lo debba produrre.  Ma di questo parleremo più avanti-
Ora, perché scegliere una ragazza così giovane e non una laureata non so in geologia, o una giovane climatologa? Semplice: un po' perché probabilmente una giovane laureata non sarebbe così propensa a credere in affermazioni non provate e facilone, e poi perché il messaggio che deve passare  è che i giovani e magari anche i bambini ci chiedono di salvare il mondo. Un messaggio semplice, diretto, e a cui non si può dire di no. Quale sarebbe il mostro che può dire di no ad un bambino che piange e chiede aiuto? Saresti quindi un mostro, un "negazionista" come quelli che negano l'esistenza dei campi di concentramento. (che però sono accaduti realmente, mentre i cambiamenti nel futuro non sono accaduti, quindi non neghi un fatto accaduto, ma un fatto che non è accaduto, il che si chiama semplicemente realismo).
Si tratta evidentemente di una operazione di marketing ideologico/politico motivato da alcune ragioni che poi non sono così "pure" come si può pensare. Vediamo il perché proprio ora, e non 10 o 20 anni fa sia venuto fuori questo movimento.
Apparentemente tutto nascerebbe dal fatto che l'IPCC ha prodotto un documento in cui si afferma che "rimangono solo 12 anni per agire, poi la situazione sarà irreversibile". Tipi di proclami del genere sono stti fatti decine, forse addirittura centinaia di volte già venti o trenta anni fa. E ovviamente non è successo niente di quel che era stato previsto. In realta l'IPCC non prevede la fine del mondo, ma solo l'aumento della possibilità che vi sia un maggior numero di eventi meteo estremi (cosa che per il momento non è accaduta) che vi sia un aumento della siccità in alcune parti del pianeta e che vi sia un maggior aumento del livello del mare (passando dagli attuali 8 cm per secolo a 50-60 cm). Insomma niente di catastrofico, e tutto da verificare, dal momento che si tratta solo di teorie, ipotesi, supposizioni ma niente di concreto.
Tanto è vero che un terzo degli scienziati dell'IPCC stesso si è dissociato dal documento. Una vera sberla, ma la sberla più grossa è arrivata durante l'ultimo congresso sul clima tenuto in Polonia, dove una scienziata ha detto chiaro e tondo "dobbiamo smetterla di pensare che il Co2 sia come un termostato che regola il clima come dentro una stanza". In sostanza ha detto che la teoria del AGW o riscaldamento globale che dir si voglia è scientificamente errata. Difatti quella riunione si è risolta in un bel niente. Di fronte a questo flop ed al fatto che sempre più scienziati stanno abbracciando lo scetticismo a vari livelli, dall'assoluto al relativo, è evidente che era necessario qualcosa che rilanciasse l'azione politica, che poi vuol dire distribuzione di risorse ed investimenti del settore pubblico e privato verso le fonti di energia "pulita e sostenibile" anche se poi non è del tutto pulita e sostenibile neppure quella. Per fare un esempio il governo Gentiloni ha predestinato investimenti per questo tipo di energia per più di 300 miliardi di euro (altro che reddito di cittadinanza!). Una cifra notevole che forse i cittadini non sarebbero tanto contenti di spendere se non ci fosse di mezzo il nobile proposito di "salvare il pianeta". Dal momento che nelle prossime elezioni europee si prospetta la vittoria dei "sovranisti" che io chiamerei nazionalisti, ecco la necessità di rafforzare quei partiti, segnatamente i partiti verdi, che invece perorano la causa della "green economy"-
A questo punto ci sarà chi dirà: ma non stai parlando del fatto che il Co2 produca il riscaldamento globale ed è questo il punto al centro delle manifestazioni. Parliamone allora: facciamo finta di credere che solo il Co2 sia il regolatore del clima, anche se molti scienziati non lo credono: bene il Co2 o anididride carbonica rappresenta 4 parti su 10.000 dell'atmosfera. Di questo solo una percentuale stimata attorno al 4-5% (ma c'è chi dice meno) sarebbe opera dell'uomo. Non ci vuole un matematico per capire che l'impatto, ammesso che ci sia, di questo modesta perentuale è irrisorio: Insomma, anche a tagliare tutte le emissioni di Co2 le temperature continuerebbero ad aumentare nella stessa misura, o appena appena meno.
Il problema che tagliare tutte le emissioni di Co2 al momento equivarrebbe ad un suicidio economico, soprattutto per i paesi in via di sviluppo, che al momento sono proprio quelli che producono più emissioni, mentre Europa ed USA le hanno limitate da tempo.
Quindi la proposta di Greta, se messa in pratica, non servirebbe a "salvare il mondo" ma forse potrebbe persino renderlo peggiore di quel che è.
E poi, diciamo la verità, ma siamo sicuri che Co2 e caldo facciano male all'uomo e al pianeta?
Se consideriamo che la produzione agricola negli ultimi 30-40 anni non ha fatto altro che crescere, si direbbe proprio di no. all'inizio degli anni 70 la popolazione era po comen di 5 miliardi, e di questi almeno 1 miliardo e mezzo soffriva di denutrizione, pari ad un terzo. Oggi la popolazione ha superato i 7 miliardi ed il numero di chi soffre la fame è sotto al miliardo, attorno agli 800 milioni. Una delle notizie che non avrete sentito è che ben lungi da verificarsi deforestazione e desertificazione, invece sono aumentate le aree verdi del mondo, soprattutto nell'emisfero nord. D'altro canto sappiamo che le uomini, flora e fauna abbondano nei posti caldi o temperati, scarseggiano in quelli freddi e non ci sono in quelli ghiacciati.
Che quindi più caldo significhi più fame è semplicemente falso.
Una'altro degli argomenti su cui si fa leva è quello dei cosidetti "eventi meteo estremi" che sarebbero in aumento provocati dai cambiamenti climatici. E' un argomento che fa presa sulla popolazione per la semplice ragione che oggi un tornado in America, Giappone o persino Africa viene conosciuto da tutti, mentre un tempo nessuno se ne preoccupava. E' quindi facile per allarmisti e catastrofisti dare la puntuale spiegazione che è tutta colpa dei cambiamenti climatici. Se verifichiamo se però è vero che questi eventi sono in aumento e se è vero che vi siano più vittime la risposta è però sorprendente.




Inquesta immagine vediamo che, mentre il numero di morti per eventi non legati al clima (ovvero terremoti, attività vulcanica, tsunami) è rimasta per lo più costante, quella relativa ad alluvioni, siccità ed altro sia crollata dalle quasi 500.000 annue degli anni 20 fino alle 50.000 degli anni 80, scendendo ancora un po' successivamente. Insomma attualmente le morti sono un decimo di quelle di un tempo. Questo a fronte di un aumento enorme di popolazione. Certamente vi è una maggiore prevenzione, ma di certo le morti per il meteo estremo sono crollate.

Questo secondo grafico mostra i tornado negli Stati Uniti d'America, e surprise surprise, mostra come non solo non vi siano stati aumenti dagli anni 50 ad oggi, ma mostra un netto calo, addirittura nessun tornado nel 2018 !
Quindi anche questo secondo argomento mi pare che non regga all'analisi dei fatti, e sia invalido.
E' noto infine come tutte le previsioni sulle temperature siano risultate decisamente esagerate, e a questo proposito, diversi scienziati intervistati hanno ammesso che si tratta di modelli elaborati da computer su ipotesi che sono da verificare e che il clima è" imprevedibile". 

Infine questa ultima immagine mostra chiaramente come questa in cui viviamo sia in realtà una delle era più fredde degli ultimi 10.000 anni, più calda solo dell'era che ci ha preceduto, che peraltro è stata chiamata "piccola era glaciale". Sotto viene mostrato l'andamento del Co2, e come si nota solo nella nostra era vi è associazione.
Insomma, realmente, di cosa stiamo discutendo, e per cosa realmente si è manifestato?
Posso capire che probabilmente i giovani volessero porre l'attenzione anche su altri fattori, come l'inquinamento, o la distruzione delle forste pluviali, cose che invece sono problemi seri, e ne sia venuto fuori un po' una macedonia di motivazioni,  E attenzione, non dico che non sia un bene che almeno una parte dei giovani sia interessato a cose diverse dal rap o dal proprio cellulare.
Però prima di prendere posizione su un dato problema bisognerebbe approfondire e non limitarsi alla facciata, pena i lrischio di farsi strumentalizzare o di imbarcarsi in lotte contro i mulini a vento.
Forse bisognerebbe proprio ripartire dal proprio cellulare e da come viene prodotto per poter poi capire altre cose.
Va ricordato, infine, che nel mondo esistono tanti arsenali atomici e armi di distruzione di massa da poter distruggere il pianeta almeno 4 volte. Magari per chi aspira a vincere il Premio Nobel per la pace questo dovrebbe essere un argomento più importante.


Post in evidenza

L'OMS e la carne cancerogena: tanto fumo per pochissimo arrosto

Il 26 ottobre il mondo dell'informazione ha rilanciato una sorta di annuncio Shock. All'ora di pranzo radio e televisioni hanno &quo...