sabato, giugno 08, 2019

Epica e tradimenti: Una riflessione su "il Trono di Spade"

Il Trono di Spade (Games of Throne, ovvero GoT è il titolo originale e a questo farò riferimento nello scritto) la serie TV ispirata ai libri di George RR. Martin, è (finalmente) terminato. Una serie Tv dapprima guardata con sufficienza, indifferenza e quasi fastidio da molti "intellettuali", critici e giornalisti,  e poi mitizzata da questi oltre misura, e direi , forse anche oltre i suoi meriti, che ci sono, sono anche durati per buona parte delle sue otto stagioni, ma che poi sono man mano diminuiti con l'andare del tempo fino a quasi scomparire nel confuso, mal scritto e, diciamo la verità, deludente finale di stagione, che poi rappresentava "soltanto"  il finale di tutta la serie.
Ora chi scrive sa, come  chiunque scriva qualsiasi cosa, da banali post dei blog a fan fiction, a tesi di laurea fino a racconti o saggi, o perfino poesie, che il finire qualcosa, è sempre la parte più difficile di un lavoro, persino più difficile di quella di iniziarla.
Sono cose che sappiamo da quando facevano i "temini" alle elementari, e poi alle  medie e via via, e andando avanti la cosa non si faceva affatto più semplice, semmai il contrario.
Un cattivo finale è molto peggio di una banale o poco convincente partenza, e persino di un banale svolgimento. Soprattutto quando il racconto, come nel caso di questa serie TV, si svolge in stagioni tutte strettamente connesse una all'altra.
Prendiamo Dexter: la ottava stagione è stata pressoché disastrosa, con il protagonista "out of carachter" cioè fuori dal suo personaggio, per il 90% del tempo e una trama ben poco convincente. Però, dal momento che Dexter è una serie TV in cui vi è un collegamento fra una stagione e l'altra, ma tutto sommato le stagioni vivono anche di vita propria, si può anche fare finta che la ottava stagione non sia mai stata girata,  e Dexter sia stato ucciso dalla sorella Debra nel finale della avvincente e coraggiosa settima stagione, ed ecco che si è rimediato, almeno nella nostra memoria.
Ma nel caso di GoT, questo non è possibile, perché fin dalla prima puntata il tema di ogni cosa, il fine di ogni cosa, (fine che, machiavellicamente, giustifica i mezzi) è la conquista del Potere, appunto il "Trono di Spade", e se il finale è costellato di contraddizioni, assurdità, buchi di sceneggiature enormi, personaggi che agiscono in contraddizione a quello che era o sembrava il fine dichiarato  delle loro azioni (emblematico il caso di Tyrion Lannister)  allora il finale stesso finisce  per contraddire tutto l'impianto della Serie.
Beninteso, qualsiasi narrazione, a prescindere dal genere, si basa su una specie di patto perverso fra il narratore (scrittore, sceneggiatore etc) e il lettore/spettatore. Questo Patto perverso prevede che il Lettore/Spettatore accetti dal Narratore di credere alle menzogne (o invenzioni letterarie, se preferite) che il Narratore gli propina. E' quella che si chiama "sospensione della incredulità" che però ha i suoi limiti ovviamente variabili a seconda del genere (nei gialli il limite è molto basso, negli horror o fantasy è molto alto) ma che comunque non può essere varcato, e comunque non di frequente.
Posso accettare che esistano Vampiri, Demoni e Lupi Mannari,  e che una ragazzina alta un soldo di cacio sia la predestinata a combatterli ( Buffy l'ammazzavampiri). Ma non posso accettare che esista una famiglia di vampiri che se ne va in giro tranquillamente di giorno, vive in mezzo agli uomini ed uno di essi lavori addirittura in un Ospedale (Twilight)
Posso accettare che si diffonda un virus vampirico portato da un antico vampiro con annessa spiegazione fantascientifica (The Strain), ma non posso accettare un gruppo di sopravvissuti inetti e i cui componenti per la maggior parte non sa usare un'arma da fuoco, ma che riesce a tenere a bada e sconfiggere moltitudini di zombie lenti e decerebrati in grado però di distruggere l'Esercito e lo Stato Americano  senza grossi problemi (The Walking Dead).
 Il Trono di Spade si era caratterizzato all'inizio per il realismo, che lo rendeva molto diverso (e anche molto migliore, o almeno apprezzabilmente migliore) di quella grande epica Fantasy che conosciamo, sia nella letteratura, che nel cinema, sotto il nome di "Il signore degli Anelli"
Nel trono di spada, inizialmente, non vi erano gnomi o elfi, né anelli magici, e si parlava sì di antichi e feroci Dragoni, ma come di un fatto forse leggendario del passato. Il tema ed i personaggi della Serie Tv erano estremamente realistici, seppure non reali e del tutto fittizi, come fittizio ed immaginario era l'universo nel quale si muovevano. Man mano vengono però introdotti gli elementi fantasy. I draghi, che però sono dei draghetti che la madre/padrona deve difendere quasi come innocui animali da salotto, qualche magia nera, ma niente di così eclatante..Con l'andare delle stagioni l'elemento fantasy ha preso il sopravvento, per cui la minaccia dei White Walkers diventa ad un certo punto la trama principale, insieme alla possibilità, poi realizzatasi in extremis, che i Dragoni, ormai cresciuti e diventati Mostri terribili ed incendiari, possano distruggere città, magari su ordine della loro madre/padrona/regina, la bellissima e sventurata Daenerys Targaryen, unica legittima erede al Trono. Inoltre, uno dei protagonisti, il coraggioso quanto ingenuo Jon Snow, dopo aver fatto la fine che secondo lo scrittore e creatore Martin devono fare gli sciocchi, viene riportato in vita.
Ovviamente gli sceneggiatori sono liberi di fare quello che vogliono dal punto di vista della trama, e fino a questo punto siamo di fronte a scelte che possono non piacere, ma del tutto legittime, anche perché contenute nei libri originali. La necessaria differenziazione dai libri delle ultime 2 stagioni, dovuta al fatto che il finale della storia non è ancora stata scritta da Martin, ha portato però ad eccessi e svolte di sceneggiatura discutibili. Vediamone alcune…

Quando Daenerys sbarca dalle lande semi desertiche di Esseros a Westeros, dopo un viaggio  a tratti picaresco durante il quale lo spettatore ha imparato ad apprezzare e forse anche ad amare questa ragazza tanto forte da risorgere (letteralmente) dalle ceneri, sconfiggere nemici, salvarsi da agguati e tradimenti, liberare popoli, capisce che l'agognata meta, ovvero la riconquista del Trono, dovrebbe essere per lei un gioco da ragazzi, anzi da ragazze.
Dispone di ingenti forze militari, è alleata con le principali casate dei "Sette Regni", tra cui le forze navali degli uomini di Ferro, e soprattutto possiede i tre dragoni, che equivalgono ad avere le forze aeree in un'epoca dove non esistevano, quindi avere un vantaggio decisivo. Ma i consigli di Tyrion Lannister che la ammonisce a non scatenare le sue armate per non fare vittime innocenti, e soprattutto i suoi dragoni, su Approdo del Re, ovvero la capitale dove è asserragliata la odiatissima Regina Cersei, la inducono ad una serie di errori che consentono a Cersei di rimanere indisturbata al potere fino alla penultima puntata.
In realtà Daenerys potrebbe vincere anche evitando un attacco devastante sulla città. Le basterebbe bloccarne i porti, bloccare le vie di comunicazione e di approvvigionamento, mandare qualcuno dei suoi zelanti ed imbelli consiglieri a parlare con gli avidi banchieri della Banca di Ferro, ed infine fomentare il malcontento interno e la ribellione, che gli stessi cittadini di Approdo del Re le consegnerebbero la Regina per salvarsi dalla fame e dalla certa morte.
Invece le forze militari vengono disperse in 100 rivoli rendendole attaccabili dalle poche milizie rimaste fedeli ala regina, che gli sceneggiatori riescono a moltiplicare in modo incredibile.
Prendiamo gli Uomini delle Isole DI Ferro. Si tratta di un piccolo reame, guidato dal casato dei Greyjoy, sconfitto a suo tempo dalla casata degli Stark e vengono presentati nel corso delle prime stagioni come un popolo ormai decaduto ed indebolito, a tale punto che non riescono nemmeno a tenere quel paio di fortezze conquistate grazie alla assenza dei proprietari, impegnati nella lotta contro i Lannister. Il fratello del Re, spuntato non si sa bene da dove, e che gli strappa il trono dopo averlo barbaramente assassinato, deve subire la diserzione di larga parte della flotta, che sotto il comando dei due figli del Re, passa appunto dalla parte di Daenerys.
Lo zio assassino stringe però un patto con Cersei, e lo vediamo, con stupore, abbordare le navi dei nipoti che trasportano il potente esercito di Dorne, e distruggerlo. Dove abbiano preso soldi, lavoratori e marinai per rifare una flotta molto più potente, non è dato sapere e riesce difficile da immaginare. Nella ottava stagione la figlia del Re e nipote dell’usurpatore viene liberata e apprendiamo, senza che ci venga mostrato come, che ha riconquistato le isole di Ferro, e però rivediamo lo Zio (che nel frattempo ha ingravidato la Regina Cersei) comandare ancora la flotta durante la battaglia decisiva. Puro non sense....
Stessa cosa vediamo per l'esercito del Nord, mobilitato da Rob Stark, il giovane rampollo di casa Stark, nel corso della prima stagione. Questo esercito, a cui tutti i vari Lord del Nord hanno dato il loro contributo, prima combatte la guerra contro i Lannister, e sicuramente subisce perdite, una parte viene massacrata dall fazione dei Bolton quando questi tradiscono il "giovane Lupo" che li comandava. In sostanza si tratta di un esercito indebolito. Tutta la sesta stagione è dedicata al tentativo di Jon Snow, il figlio bastardo del vecchio Stark, di radunare un esercito per riconquistare Grande Inverno, nelle mani di Ramsey Bolton, un altro bastardo, ma in questo caso anche psicopatico, che ha assunto il potere nel Nord. Durante la battaglia dei Bastardi, uno dei migliori episodi della intera serie, Jon riesce a sconfiggere il rivale, ma perde praticamente la gran parte del suo esercito, oltre che distruggere le armate avversaria. Successivamente guiderà il suo popolo (S8, episodio 3), appoggiato dalle forze di Daenerys, contro i White Walkers, ma nella battaglia perderà quasi tutto l'esercito, rischiando anche di morire. Grande Inverno viene semidistrutto, ma all'inizio del quarto episodio appare senza danni, il terreno sgombro delle migliaia di morti, e riesce a guidare ancora un esercito (?) contro Cersei. Nell'ultima puntata si parla ancora di un esercito del Nord che minaccerebbe la capitale.....
Oltre a queste forzature lo spettatore si deve sorbire vere sciocchezze, per esempio quando Jamie Lannister, il fratello di Cersei a cui è legato da un rapporto incestuoso, finisce con tutta l'armatura dentro un fiume, e rispunta all'inizio della puntata successiva ancora vivo !
O ancora Bronne, il mercenario, che spunta (s8 ep. 4) nientemeno che a Grande Inverno, passando non si sa come tra le fila dell'esercito nemico, solo per minacciare i due fratelli Lannister (il cui reciproco odio è stato messo rapidamente in disparte precedentemente) quando in realtà il suo incarico sarebbe stato di uccidere Daenerys. Bronne rispunterà poi nell'ultima puntata addirittura come componente del nuovo Consiglio Reale(sic!).
L'analisi di alcuni dei protagonisti di GoT può servire per illustrare meglio le contraddizioni.




Tyrion Lannister 
 Tyrion è uno dei personaggi che si è conquistato la simpatia del pubblico. Si tratta di un componente della famiglia dei Lannister, ma si differenzia dagli altri già a partire dall'aspetto fisico. Se gli altri componenti sono tutti, se non proprio belli, alti e slanciati, Tyrion è invece affetto da nanismo. Questo suo aspetto lo ha reso una specie di zimbello, è odiato dal padre, perché la sua nascita ha portato alla morte della madre, e dalla sorella, più o meno per lo stesso motivo, ma anche per la diversità di carattere. I Lannister appaiono fin dall'inizio i "cattivi", contrapposti agli "Stark" che sarebbero i "buoni ". Quindi generalmente, sono detestati dal pubblico (anche se Jaime Lannister subisce un lungo processo di "umanizzazione", direi anche eccessivo). Tyrion viceversa viene descritto in un modo che lo rende simpatico, seppure non privo di aspetti detestabili. In effetti è l'unico che si oppone alle trame di potere della sua famiglia, anche se più per anticonformismo che per reale convinzione: è colto, dal momento che ha dedicato larga parte della sua vita alla lettura, non potendo fare il soldato come il fratello, né la dama come la sorella. E' anche dedito ad alcuni vizi, il bere spesso smodatamente, e la frequentazione di bordelli e prostitute, non avendo il fisico e lo charme per poter aspirare a qualcosa di diverso. Dopo essere stato condannato a morte per l'omicidio del giovanissimo quanto insopportabile Joffrey (suo nipote) viene fatto fuggire e ripara ad Esseros, dove chiede rifugio presso l'aspirante Regina Danerys Targaryen, di cui diviene forse con troppa facilità consigliere. La motivazione di Tyrion per passare al nemico pare molto semplice: vuole vendicarsi della sua famiglia (anche se ha già ucciso il padre in una delle sequenza più memorabili di GoT) D'altro canto Daenerys lo strappa dalle mani degli schiavisti e potrebbe tranquillamente farlo uccidere, ma decide di fidarsi di lui. Nelle ultime 2 stagioni però quello che fa Tyrion non è altro che, consapevolmente o meno , aiutare la sua famiglia ( o quel che ne rimane), dando consigli del tutto insensati alla giovane principessa, di cui forse è persino innamorato. Fino all'ultimo non vuole che Daenerys scateni l'attacco alla città, ma fallisce nel proporre una tattica alternativa: Eppure la conosce benissimo: sfruttare i passaggi segreti nella città che consentirebbero ad un piccolo gruppo di uccidere o rapire la Regina Cersei. Invece sfrutta questa possibilità per permettere a suo fratello Jaime di salvare Cersei. Senza riuscirci, ovviamente. E viene alla fine compensato sfuggendo ancora alla morte e ridiventando primo cavaliere (come con Joffrey e Daenerys, insomma uno a cui persino Bruno Vespa farebbe un baffo)

Daenerys Targaryen
Altro personaggio amato, ne seguiamo l'evoluzione per tutta la serie. Inizialmente non sembra molto importante, viene venduta praticamente dal fratello, che si ritiene l'erede legittimo di Casa Targaeryen, al capo di una tribù nomade del deserto, perde il figlio e rimane vedova, ma ha in dono tre uova di Drago, che le cambiano tutto. Riesce a conquistare un esercito, città, territori e cuori. Tra le sue iniziative c’è l’abolizione della schiavitù, ma anche dei crudeli spettacoli gladiatori. In alcuni momenti appare spietata, ma sa essere generosa e compassionevole, come quando dopo aver saputo che uno dei suoi dragoni ha ucciso il figlio di un contadino, decide di rinchiuderli. Uno di questi sfuggirà e sarà lui successivamente a salvarla da un agguato. E’ possibile pensare che si trasformi in una assassina di massa, passando ore a distruggere Approdo del Re, tra l’altro dimenticandosi dell’obiettivo principale, ovvero Cersei (che muore in modo tutto sommato anonimo, sepolta da un crollo di mattoni, che con un poco di fortuna l’avrebbero risparmiata.) ?Certo, Daenerys ha subito la perdita di Jorah, figura quasi paterna, seppure l’amore che lo lega a Dany non sia specificatamente di tipo paterno, e la sua amica del cuore Missandel, rapita (anche qui in modo non del tutto chiaro) dagli uomini di Cersei e poi giustiziata crudelmente davanti ai suoi occhi) Si sente abbandonata da tutti e questo può portarla a scatenare i suoi istinti, ma poi perdona subitaneamente Jon dopo la battaglia per poi essere pugnalata a tradimento.

Il finale
Anche la morte di Daenerys, seppure sia indubbiamente un momento forte ed anche riuscito, non sfugge a molte ambiguità. Nel corso della settima stagione emerge difatti che Jon non sarebbe “il bastardo di casa Stark” come creduto fino a quel punto, ma nientemeno che il figlio di Lyanna, sorella di Ned Stark,  e di Rhaegar Targaryen, fratello maggiore di Daenerys, quindi in realtà un più o meno legittimo pretendente al Trono. La cosa appare però poco credibile a causa del fatto che i Targaryen sono tutti biondissimi e dai capelli lisci o appena mossi e gli occhi azzurri, mentre Jon  è un morettone dai capelli ricci e gli occhi scuri. Va ricordato che nel corso della prima stagione Ned Stark scopre la tresca incestuosa fra i fratelli Lannister proprio a causa del colore dei capelli dei figli, tutti biondi laddove il legittimo Re e consorte è castano. Eppure i pochi che vengono a conoscenza del segreto, sembrano crederci,  Daenerys compresa, anche se le prove latitano. Questa sottotrama sembra più un pretesto creato per dilungare i tempi dello show e creare una ragione per portare allo scontro mortale tra Daenerys e Jon (che viene indotto al femminicidio della Regina/amante da Tyrion, che gli ricorda che lui sarebbe un rivale) che non un coerente sviluppo della trama, tanto è vero che Jon non salirà sul Trono ma finirà esattamente da dove era partito, ovvero a fare il Guardiano della Notte, anche se non si capisce guardiano di cosa, visto che i pochi Wildings (Bruti) sopravvissuti sembrano ormai pacificati e non più minacciosi nel Disneyano finale; in quanto ai White Walkers sono tutti morti.
La cosa veramente indigeribile nel finale non è tanto rappresentato dal finale buonista disneyano , quanto il modo in cui ci si arriva. In sostanza è Tyrion Lannister che decide le sorti del Regno e chi sarà nel governo, cosa risibile dal momento che Tyrion in quel momento è un prigioniero condannato a morte, già fin troppo fortunato a non essere giù stato decapitato, come anche Jon Snow/Stark/Targaryen. Ma se in quest’ultimo caso si può pensare ad una prudenza per non scatenare la reazione degli uomini del Nord (che peraltro, contro le forze della falange degli Immacolati e della furia della cavalleria dei Dothraki avrebbero speranze zero) nel caso di Tyrion la cosa è veramente improbabile. Ancor meno probabile è che un prigioniero possa dettare le condizioni del futuro governo. La scelta di Brann lascia un po’ stupefatti, non tanto perché Brann non ha fatto nulla per conquistare il Trono, e non sembra avere grandi doti per poterlo mantenere a lungo (salvo la preveggenza) ma perché lo stesso Brann, nel corso della settima stagione, aveva rifiutato il trono delNord, affermando che “lui non era Brann Stark ma il corvo col terzo occhio”, come dire che le cose terrene ed in particolare il potere non gli interessavano e non facevano parte del suo orizzonte. Ma quando gli viene chiesto se accetterebbe di essere Re afferma “Perché credete che sia venuto’. L’interpretazione potrebbe anche essere che Brann ha manipolato i vari personaggi, sostituendo di fatto i deus ex machina della prime 6 stagioni, ovvero “Ditocorto” e Varys, che vengono eliminati proprio dalle (non tanto) soavi fanciulle che volevano manipolare, Difatti, avvisando Jon che è lui il vero erede del Trono (che sia vero o meno) non ha fatto altro che mettere contro Jon a Daenerys, introducendo una disputa fra i due. Destabilizzata psicologicamente la Regina, e sapendo che la mentalità basata sul dovere, prima che sul piacere o l’interesse personale di Jon farà il resto, non fa altro che passare all’incasso. Peraltro quando chiede informazioni su Drogon, il dragone superstite che ha portato via il cadavere della Principessa, sembra sapere qualcosa che lo spettatore e gli altri protagonisti ignorano. Potrebbe avere la capacità di controllare il dragone, oppure …
Gira voce che sia stata tagliata una sequenza dove il dragone portate il corpo senza vita di Daenerys su un’isola riesce a riportarla in vita.  E a questo punto la preoccupazione di Brann sarebbe ben più giustificata…

L’Ideologia del Trono Di Spada
In ogni racconto vi è una ideologia di fondo che più o meno evidentemente emerge fra le pieghe del racconto. In “The Walking Dead “ è palesemente la teoria Hobbesiana dell’uomo che è un lupo per l’altro uomo, che viene esplicitamente richiamata in alcune puntate, In “Buffy l’ammazzavampiri” il “potere femminile” sintetizzata nel finale della serie con la nascita di centinaia di “Slayer” (amazzavampiri) ma anche la critica alle istituzioni.  Molto più difficile vedere una ideologia di fondo ne “il Trono di Spada”. Inizialmente accusato di essere reazionario, cinico e misogino, in realtà GoT descrive soltanto situazioni che fanno parte della nostra storia, ovvero l’oppressione della donna in una società medioevale, e come queste possano, in siffatta società, sopravvivere solo come madri e mogli fedeli a cui non è concesso la scelta del marito, o come cortigiane/prostitute. Ci sono poche eccezioni a questa situazione, una è la guerriera Brienne, che viene presa poco sul serio dagli altri soldati, ma che si conquista il rispetto a suon di combattimenti vinti, e l’altra è la “selvaggia” Ygritte, che vive però in una società senza gerarchie di classe o genere, infatti è appunto una “selvaggia”.
Nel corso del racconto però diverse figure femminili emergono, e la guerra dei 5 Re, diventa una guerra fra le 2 regine con la Lady del Nord, Sansa Stark, a fare da terza incomoda.
Secondo alcuni nelle prime stagioni si tendeva a premiare i cattivi a scapito dei buoni e onesti ma Martin a proposito delle morti di alcuni personaggi ha spiegato che questi commettevano degli errori che portavano alla loro morte. Niente da eccepire, è senz’altro nel momento in cui i buoni hanno iniziato a fare errori senza pagarne le conseguenze che il racconto ha perso di credibilità. Il caso più emblematico è proprio Tyrion, che sfugge almeno 4 volte all’esecuzione (una media di 1 volta ogni 2 stagioni1) e lo stesso Jaime, che sopravvive incredibilmente prima al bagno con la corazza, poi alla furia dei White walkers (come peraltro Brienne ed il suo inutilissimo scudiero.
In realtà il finale non può altro che essere interpretato come un premio a coloro che, in qualche modo, possono esser considerati “buoni”  o almeno meno peggio degli altri. peraltro il discorso sembra di difficile applicazione ad alcuni, come Arya, che è comunque una specie di assassina seriale (la sua battuta “so riconoscere un’assassina quando ne incontro una, riferita a Dany risulta abbastanza grottesca). Potrebbe essere interpretato come un messaggio pacifista, quasi evangelico, un governicchio di gente tranquilla e anche un po’ imbranata con un paralitico come rappresentante supremo.  La spartizione dei posti ricorda un po’ troppo però un governo della Prima Repubblica per suscitare entusiasmo, e non si può non notare come i Dothraki siano stati colpevolmente dimenticati. Questo finale sotto tono però finisce per tradire non solo le attese degli spettatori, che si attendevano un finale epico, ma anche lo stesso ”mood” di tutto il racconto.
Peraltro va ricordato, a coloro che trovassero particolarmente condannabile la distruzione di Approdo del Re da parte delle forze dei Targaryen (e  del Nord, che non si tirano indietro rispetto a stupri ed uccisioni) che gli Stati Uniti non hanno fatto niente di diverso, con le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, a seguire la completa distruzione di Tokyo con il Napalm del marzo 1945- Eppure il presidente di allora, FD Roosevelt viene considerato tutt’altro che “folle” ma anzi uno dei più saggi presidenti americani….
La distruzione del Trono di Spade ad opera di Drogon, per quanto poco credibile, può essere interpretato come la comprensione da parte del Magico Animale che è la ossessione per il Potere che ha portato Daenerys a trasformarsi in una sanguinaria tiranna e, quindi, alla sua morte, ma alla fine il potere rimane e viene spartito fra gli eredi degli stessi casati che l’avevano governata prima, con l’eccezione del mercenario e plebeo Bronne, che però non ha certo l’etica fra le sue caratteristiche principali.
Fondamentalmente il messaggio che sembra trasparire dal finale è che il volere realizzare il bene produce come conseguenza il fanatismo ed il totalitarismo. Quando Daenerys dopo aver distrutto Approdo del Re sale le scale del Palazzo (o di ciò che ne rimane, arringa una folla fatta soltanto dei suoi soldati, disciplinati oltre ogni dire Le bandiere Nere e l’atmosfera plumbea e marziale non possono non ricordare allo spettatore il Nazismo o altre ideologie totalitarie. Nel discorso a Jon Snow, Tyrion ha ricordato come l’erede di casa Targaryen abbia distrutto tutti quelli che si opponevano a lei, dimenticando però che è sempre stato per legittima difesa, visto che la posta in gioco era, in primis, la sopravvivenza. “nel gioco del Trono o si vince o si muore” aveva sentenziato Cersei fin dalla prima stagione. Il problema con il personaggio di Daenerys è che lei è motivata anche da un sentimento di giustizia, che come abbiamo visto la porta ad azioni tutt’altro che crudeli, di cui paga alle volte anche pegno (come nella prima stagione, quando salva la vita ad una donna che poi si rivela essere una strega vendicativa e causa la morte di figlio e marito, causando la caduta di Dany da aspirante Regina dei Dothraki a “Regina stracciona” da cui risorger solo grazie alla propria forza di volontà. LA sua idea di “Bene “ “nuovo mondo” non vengono mai specificate, lasciando lo spettatore alla mercé delle invenzioni  degli sceneggiatori. Da questo punto di vista appare molto più riuscita la figura dell’Alto Passero, che attraverso la Religione ma anche attraverso l’ostilità delle classi povere verso i potenti, riesce a tenere sotto la sua influenza tutto il reame ( o almeno la capitale) .
Il finale sembra dire che è meglio un governo di inetti ma pragmatici che persone con alti ideali, siano essi metafisici o materialisti.


Cosa rimane de “il Trono di Spade”
Nonostante questi e altri difetti, facendo un bilancio complessivo, GoT rimane comunque una delle migliori serie Tv di tutti i tempi, per la complessità della trama, la quantità e qualità di personaggi e dei loro interpreti, i riferimenti storici, le ambientazioni, i costumi, i dialoghi (salvo nelle ultime 2 stagioni) e non ultimo, la spettacolarità di molte scene.
Alcuni momenti rimarranno a lungo nella memoria degli spettatori, che peraltro con Dvd e bluray (ma anche con gli estratti reperibili su You tube) possono rinfrescarla. Dalle tragiche “nozze di Sangue” (stagione 3) alla nascita dei Dragoni (stagione 1) alla battaglia delle Acque nere (stagione 2) la battaglia fra Guardiani della notte e esercito dei Bruti (il coraggio dei pochi stagione 4) la epica Battaglia dei Bastardi (stagione 6) l’umiliazione di Cersei da parte de “l’Alto Passero” ed i suoi accoliti e la spietata vendetta della Regina fino anche ad alcuni momenti delle ultime due stagioni (in particolare la battaglia di Grande Inverno fra umani ed estranei, soprattutto nel quarto d’ora finale, tesissimo e struggente) ci sono tanti momenti epici da ricordare, ma anche momenti romantici e alcuni intervalli in cui la tensione di scioglie in qualche risata, generalmente grazie al simpatico Sam, amico del cuore di Jon Snow, ma anche Tyrion fa la sua parte.
E, a proposito di Tyrion, seppure il suo personaggio rimanga un po’ offuscato nelle ultime stagioni, non si può non ricordare la sua dichiarazione davanti al tribunale che lo processa per l’omicidio di Re Joffrey, dove accusa la società di discriminarlo per via del suo aspetto, che rimane uno dei momenti più drammatici ed intensi di GoT.
Infine, alcune frasi, sono diventate dei veri tormentoni, da "l'inverno sta arrivando" a "un Lannister paga sempre i suoi debiti" a "tu non sai nulla Jon Snow"fino a "Non oggi" che nell'originale "not today" suona anche meglio, a dimostrazione di quanto la serie sia entrata nellìimmaginario popolare.
Il bilancio è quindi più che positivo, anche con i difetti evidenziati.
Forse il mezzo televisivo ha alcuni limiti che difficilmente possono essere superati, ma all’interno di questi limiti GoT è una delle serie che più si è avvicinata al superamento degli stessi.
E per questo rimarrà ancora a lungo nell’immaginario. (si dice difatti di un prequel già in produzione).







Post in evidenza

L'OMS e la carne cancerogena: tanto fumo per pochissimo arrosto

Il 26 ottobre il mondo dell'informazione ha rilanciato una sorta di annuncio Shock. All'ora di pranzo radio e televisioni hanno &quo...