domenica, giugno 22, 2008

Lo schifo e la vergogna

Leggo la notizia di una ragazzina Rom di 12 anni, e della sua famiglia, aggrediti, percossi e minacciati.
La bambina è stata insignita anche di un premio da parte dell'UNICEF per le sue doti artistiche; non che se non avesse avuto il premio l'episodio sarebbe stato meno grave, ma perché dà la misura della becera ignoranza ed odio insensato che anima gli aggressori, aggressori che sono solo la punta dell'Iceberg di un atteggiamento diffuso, un atteggiamento, una mentalità per cui le persone non vengono giudicate (ammesso che si debba giudicare, non sta forse scritto, "non giudicare se non vuoi essere giudicato", ma qui si fanno tutti il segno della croce ma nessuno ha letto i Vangeli, oppure gli hanno letti ma non ci hanno capito un cazzo) per ciò che fanno, per ciò che sono come individui, ma perché sono appartenenti ad una etnia, ad una minoranza, a qualcosa che viene visto come diverso.
Non importa chi quella persona realmente sia, cosa faccia realmente, cosa pensi, fa parte di una minoranza, quindi è "cattiva" di default, mentre chi fa parte della maggioranza è automaticamente buono e dalla parte della ragione, del giusto.
Si dirà che la maggioranza degli italiani la pensa però in un certo modo, che le elezioni hanno premiato chi rincorre i peggiori istinti umani (od animali?) e punito chi si ostina a parlare di solidarietà ed uguaglianza.
Vero, seppure semplificato assai.
Come disse De André durante un concerto.
"Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi, dire siamo trecento milioni , siamo un miliardo e seicento milioni e, approfittando del fatto di essere così numerose pensano di potere, e di avere il diritto sopratutto, di vessare, di umiliare le minoranze"
Ormai quando apro il giornale e leggo queste cose provo solo schifo e vergogna e mi chiedo: cosa stiamo diventando "noi" italiani, noi "maggioranza"?

lunedì, giugno 16, 2008

Fare dell'Italia un nuovo Cile



La notizia dell'intenzione del nuovo ministro degli Interni, Ignazio La Russa, di schierare nelle città italiane "con compiti di sicurezza" contingenti di militari italiani (in missione di pace...sic!) potrebbe essere presa come una delle tante boutade demagogiche, atte a gettare fumo negli occhi del popolo sovrano (e bue) e poco altro.
Invece non è così.
Se è evidente come la supposta "emergenza sicurezza" (che sarebbe più giusto chiamare psicosi sicurezza, visto che tutti gli indice reali indicano un paese tutt'altro che preda della delinquenza o con tassi di criminalità particolarmente alti, anzi) non possa di certo essere combattuta mandando un paio di migliaia di soldati per le strade delle città italiane, non è altrettanto evidente a cosa serva realmente una simile decisione.
Tanto per sbarazzarci della motivazione ufficiale, basta fare due conti. In Italia ci sono ben 110 capoluoghi di provincia, il che significa ua ventina di soldati per città.
Anche limitandosi ai capoluoghi regionali la cifra salirebbe a poco più di 100 soldati.
Scartata l'ipotesi ufficiale, e partendo dal presupposto che ci sia una logica in tutto ciò, non resta che capire che logica sia.
La logica è abbastanza semplice, è il tentativo di fare dello stato d'eccezione, dell'"emergenza", la regola. La tendenza ad usare lo strumento del decreto legge, in uso ormai dai tempi di Bettino Craxi , ben al di là del dettato costituzionale, che ne limita l'uso a situazioni appunto di emergenza o particolare urgenza, è diventata ormai la regola.
In Italia è tutta una emergenza, le intercettazioni telefoniche , gli stupratori (purchè rumeni) ,gli ultras, la monnezza, le centrali nucleari, tutto.
La sicurezza sul lavoro molto di meno, e pure gli aumenti dei prezzi, ma si sa c'è emergenza ed emergenza.
Ma fare dello stato d'eccezione la regola mandando l'esercito nelle città per ordine pubblico segna un salto di qualità non indifferente.
Prima di tutto perché si crea il precedente. L'esercito che dovrebbe fare ronde per la sicurezza dell'inerme cittadino che altrimenti cadrebbe preda del delinquente extracomunitario e clandestino (pare che al di fuori di queste categorie non esista in pratica delitto, anche se le statistiche mostrano altre verità) può essere domani schierato a fronteggiare manifestazioni politiche o sindacali o studentesche, o di cittadini in rivolta per qualcuna delle vere emergenze che i politici creano, piuttosto che fronteggiare o risolvere, senza ulteriori strappi alle norme costituzionali, già messe da parte per tempo.
Inoltre teniamo presente un elemento piuttosto inquietante.
L'Esercito Italiano non è più formato da soldati di leva, forse poco preparati, ma comunque rappresentativi di un po' tutta la popolazione italiana.
Viceversa si tratta di un esercito professionale, una élite armata, con valori particolari, ben diversi da quelli della gran parte della popolazione.
Per di più molti di questi sono reduci da missioni all'estero di ben altra portata, missioni in cui spesso hanno sparato sulla popolazione locale (vedasi quanto accaduto in Somalia, ma anche in Iraq e Afganistan), insomma sono preparati ad affrontare situazioni con i modi spicci.
Infine mandare i soldati nelle città significa far conoscere il territorio agli stessi, renderli capaci di muoversi in modo efficace e veloce.
Ed ora facciamo una ipotesi: poniamo che tra due o tre anni, o anche al termine della legislatura, si vada ad elezioni, e poniamo che le forze di governo le perdano, magari di poco, come successo nel 2006.
E poniamo che Berlusconi e i suoi, come già successo nel 2006, facciano fatica ad accettare il verdetto delle urne, o non lo vogliano affatto.
Avere l'Esercito schierato nelle città, magari più massicciamente di oggi, e con compiti più estesi, cosa può comportare secondo voi?
A me vengono già i brividi....

martedì, giugno 10, 2008

Ipotesi

Una coppia uccide un uomo, un proprio dipendente, per assicurarsi la assicurazione sulla vita dello stesso, e ne brucia il cadavere.
NOn è la trama di un mediocre Noir di serie B, ma quanto accaduto a Verona e scoperto da una indagine dei carabinieri.
C'è però un particolare: la coppia di assassini è composta da due italiani, anzi, due padani, per dirla alla Calderoli.
La vittima, l'assassinato, è un Rumeno.
Proprio così un rumeno.
IL che ci dice una cosa che già sapevamo, il male non ha confini, e gli italiani non sono meglio degli altri.
Ma immaginate un po' se questa notiziola, che ho dovuto scovare da una attenta lettura dei giornali online, fosse stata a parti invertite.
Ci sarebbero stati titoli a nove colonne, dichiarazioni roboanti, editoriali preoccupati o demonizzanti, riunioni d'urgenza del consiglio dei ministri, minaccia di leggi speciali ed espulsioni di massa.
Per fortuna invece sono dei "nostri" che hanno ammazzato "uno di loro".
Niente di cui preoccuparsi.
Non è un problema di sicurezza questo, solo normale crimine.
Ah, dimenticavo, per venerdì: Forza Romania!!

lunedì, giugno 02, 2008

Quando il gioco si fa duro....



Appiedato da un contrattempo tecnologico non ho aggiornato il blog nelle ultime settimane, ed in questo breve lasso di tempo ho visto il piccolo mondo che mi circonda andare letteralmente a pezzi, travolto da una irrefrenabile voglia di fare e farsi male.
Nelle ultime settimane ho assistito ad una vera apocalisse del buon senso, della giustizia e della dignità, .
Ricapitolo un po' i fatti, almeno alcuni, in ordine sparso.
Un ragazzo viene ammazzato a Verona da una squadraccia fascista, Di Pietro viene interrotto in Parlamento ed il Presidente della Camera non riesce a far meglio che dire che il diritto di parola dipende "da quello che uno dice".
ovvero la libertà di parola è stata abolita.
Un giornalista, uno dei pochi a potersi fregiare di questa qualifica, al posto di quella di pennivendolo come quella degli altri. va in televisione a ricordare dei fatti, reali quanto spiacevoli,ovvero che l'attuale Presidente del Senato, Schifani, ha avuto lunghi rapporti con esponenti della mafia condannati.
Apriti cielo!. Da destra a Sinistra (si fa per dire) piovono cori indignati e bipartisan di protesta.
Non verso Schifani ma verso l'untore, a cui non viene contestata la veridicità dei fatti, ma semplicemente la libertà di poterlo ricordare.
E ancora: Sulla corta di un fatto di cronaca, con ogni probabilità costruito ad arte, cioè il presunto, e tuttora non ancora accertato, tentativo di rapimento di un neonato da parte di una giovanissima Rom (teniamo presente che non esiste un solo caso provato di rapimento di bambini da parte di Rom o zingari che dir si voglia, trattasi quindi, fino a prova contraria, di pregiudizio razziale) si scatena un vero e proprio progrom, degno delle peggiori pagine delle storia europea.
A Roma, caduta nelle mani del fascista Alemanno si hanno nell'ordine: devastazione del circolo Mieli, un circolo dedicato alle tematiche dell'omosessualità, aggressione ad un givoane redattore di una radio romana, aggressione fascista all'università con uso di catene e spranghe, ed infine minacce ad un ballerino albanese in quanto albanese.
Il tutto condito da un raid in un quartiere di Roma culminato nella devastazione di negozi di immigrati, immigrati regolari va fatto notare, il tutto motivato dal furto presunto subito dal boss del quartiere.
Infine, a chiudere il cerchio, ma qui siamo nella norma, manganellate su chi chiede e a ragione di non essere sepolto dalla spazzatura.
Un bel quadro di arroganza, prepotenza, violenza, razzismo, follia, idiozia.
NEl frattempo il nuovo governo si produceva nel famoso fumo senza arrosto, ovviamente tra gli applausi di sicofanti, nani e ballerine.
In effetti tutte queste presunte grandi decisioni e direttive prese a napoli si situano tra il demagogico ed il patetico.
L'esercito alle discariche non serve a scopo repressivo (e ci mancherebbe!) ma per portare via la spazzatura!
La defiscalizzazione del lavoro straordinario, oltre che già esistere, visto che il lavoro straordinario è perlopiù in nero, è inutile perché in una situazione di recessione economica nessuno imprenditore si mette a utilizzare il lavoro straordinario, pena il fatto di ritrovarsi i magazzini pieni e dover procedere successivamente a licenziamenti.
Questo senza tenere conto che più lavoro straordinario significa comuqnue meno assunzioni e più incidenti sul lavoro.
I mutui sono stati un po' allungati nei tempi, non abbassati ed in quanto alla cosa più strombazzata (od osteggiata) ovvero il reato di clandestinità, è talmente un'idiozia, che non verrà applicata, altrimenti l'Italia si trasformerà in una prigione a cielo aperto , (18 mesi in un CPT una follia nazista!) con conseguente decuplicamento della spesa pubblica , migliaia di anziani senza badanti abbandonati a se stessi, fabbriche in cerca di forza lavoro. e gli stessi che plaudono inconsapevoli all'idiozia del magnifico governo berlusconi III appronterebbero una forca a cui apendere il Puzzone ed i suoi ignavi ministri.
Naturalmente questa semplice osservazione non la troverete sui giornali, dove è tutto un suonar di violini e mandolini che non si sentiva dall'ultima esibizione di Claudio Villa al festival di Sanremo.
In questo contesto mi sono chiesto che senso abbia quello che scrivo qui.
Ho l'impressione che qualsiasi discorso che non sia il ripetersi di frasi fatte cada su orecchie sorde
MI spingo più in là: ho la grave sensazione che il Pensiero sia morto, o sul punto di morire,
Attenzione non questo o quel pensiero, non l'Ideologia (che, anzi, sta fin troppo bene, ed è l'ideologia più nefasta che ci sia mai stata nella storia, quella del voltare la testa dall'altra parte, del chiagni e fotti, della furbizia al cubo vista come unico modo di vita, dell'egocentrismo più sfrenato e imbecille) ma il Pensiero.
Il pensiero è figlio del dubbio, senza di questo non c'è il pensiero, solo slogan o tuttalpiù quella pietosa e un po' ignobile attività intellettuale che consiste nel giustificazionismo, diciamo pure nell'arrampicarsi sugli specchi, nel negare per esempio che le cose da me elencate ad inizio articolo sia espressione di intolleranza razzista e che siano i prodromi di una sorta di regime fascista.
Oppure negare che ciò che è politico, è politico.
IL negare che l'ideologico sia ideologico eccetera.
Noto anche che alcuni blogger gettano la spugna. come One more blog e me ne dispiace.
Non credo che sia il momento di gettare la spugna, questo.
Originariamente questo blog era solo uno spazio personale, e non aveva particolarii finalità politiche, nemmeno voleva averle.
Ma poi i fatti hanno portato nella direzione di una più marcata dimensione politica.
Connotazione che non verrà meno nei tempi futuri.
Per il cazzeggio, soprattutto musicale, c'è già It's only rockenroll, ottimo blog a cui rimando (pubblicità!)
C'è un lavoro da fare, mantenere viva la memoria ed il dubbio, le due cose senza cui non c'è pensiero, ma solo omologazione, ed è questo che cercherò di fare.

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