giovedì, giugno 25, 2020

IL caso Floyd e la confusione fra abusi di polizia e razzismo

Un uomo viene ammanettato, buttato per terra e soffocato dai poliziotti per avere dato una banconota falsa ad un negoziante (che non lo conosceva). Di casi del genere ce ne sono, purtroppo, tanti e troppi, in USA e anche in altri paesi. Si tratta di un abuso di polizia, abusi che quasi mai vengono puniti. Ma la persona morta, l'ormai famoso Floyd, è un afroamericano, un uomo di colore, un nero, un negro, ed ecco che la protesta monta all'improvviso, nonostante il lockdown ed il corona virus (che evidentemente non può colpire i manifestanti..) si attacca la polizia, alle volte con armi da fuoco, si distruggono statue, si assaltano negozi, si saccheggia e si ruba (che sicuramente non serve molto per evitare future violenze, però magari quel paio di scarpe serviva...)
Tutto ciò perché Black Live Matters  ovvero Le vite dei Neri Contano (e quelle degli altri?)  e vi è il privilegio bianco, i bianchi non sarebbero insomma vittime della polizia, quindi razzismo di qua ,di su di giù.
Se si guardano le statistiche, però, si scoprono cose interessanti.
Per esempio che ci sono 1100 morti all'anno uccisi dalla polizia, ma di questi  il 76% delle persone ammazzate non sono nere, ma bianche o ispaniche, Quindi solo il 24% dei morti sono neri. Si dice che i neri però siano solo circa il 14% della popolazione. Ma questa è una statistica che non ha significato alcuno, bisogna vedere quanti sono i crimini commessi dagli afroamericani. Normalmente se te ne stai a  casa tua e non vai in giro a rapinare è difficile che ti sparino. Bene, gli omicidi sono comessi per il 58% da neri e le rapine per il 60% da neri
Chi uccide altri neri è per il 93% un altro nero, mentre i bianchi uccisa da bianchi sono 84%
Dove possiamo scorgere in queste cifre il "privilegio dei bianchi"? Leggiamo caso mai di una società dvoe vige la"separazione" fra le etnie.
Possiamo vedere come spesso la polizia abusi del suo potere, come non ci sia una attribuzione di reponsabilità (99% di assoluzioni), ma non possiamo certo vedere nulla di razzista in questo.
Caso mai possiamo vedere del razzismo all'incontrario nel fatto di negare che anche altre persone che non sono di colore possono e di fatto siano vittime di abusi. Possiamo vedere del razzismo all'incontrario nel negare che i neri siano vittime maggiori di repressione soprattuto perché sono colori che compiono più reati, certamente anche perché sono sfavoriti socialmente più di altri, ma allora non è il razzismo il punto.
Peraltro gli USA hanno avuto per otto anni un presidente afroamericano, la loro più famosa popstar (mMichael Jackson) era afroamericano (anche se un po' "slavato" dalla plastica chirurgica) la loro attuale popstar più importante è Beyoncè, afroamericana. Ci sono conduttori televisivi strapagati come Ophra Winfrey, ed il famoso Bill Cosby che fu l'attore più pagato delle televisione americana, prima di venir accusato da decine di donne di molestie e stupri, e venir condannato per stupro nel 2018 con sentenza definitiva.Le star della NBA sono tutte o quasi di colore, e ci sono decine di attori e attrici apprezzati, vincitori di Oscar e premi e adeguatamente pagati. Ci sono imprenditori, dottori e uomini politici. Gli USa non sono il sudafrica della'Apartheid, e per il vero neppure il Sud Africa è quello di allora:
Non riesco a vedere nel complesso di questa situazione una vaga prova che vi sia, al giorno d'oggi, non negli anni 50 o 60 del secolo scorso, un razzismo istituzionale od istituzionalizzato. Naturalmente ci sono i razzisti, negli stati del Sud degli USA e probabilmente anche negli altri stati, c'è il razzismo in Italia ed Europa, magari non necessariamente nei confronti dei neri, forse di più degli arabi.
MI pare che quello che sta succedendo sia la stessa situazione, uguale e  contraria di quanto accaduto in Italia 2 anni fa, quando uno spacciatore, incidentalmente africano, violentò, uccise e fece a pezzi una sventurata e disgraziata ragazza italiana. Questo fatto di cronaca, certamente raccapricciante, ma altrettanto certamente non rappresentativo della comunità africana in Italia, venne usato dalla destra per una ignobile campagna di odio razzista, culminata in un tentativo di strage da parte di una ex guardia del corpo del poco onorevole Salvini.
Allora come oggi il metodo è lo stesso, prendere un episodio, toglierlo dalla sua cornice particolare, e renderle un elemento interpretativo universale, ovvero una chiave di lettura della realtà.
Se un africano ha ucciso una ragazza italiana, ergo tutti gli africani sono un pericolo per tutte le ragazze italiane: se un poliziotto, rappresentante degll Stati Uniti D0america, ha ucciso un afroamericano, ergo il governo e le istituzioni americane nonché la polizia sono  razziste.
In verità quello che andrebbe fatto sempre è Non generalizzare, non banalizzare, guardare alle cose con quel giusto distacco  e quella necessaria consapevolezza critica che, senza nulla togliere alla umana compassione per le vittime, rimane il solo modo di comprendere i fenomeni sociali, senza cadere nella trappola degli opposti ideologismi.




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