martedì, giugno 14, 2022

Diritti, diritti...ma quali diritti?

 L'ideologia tecnocratica e capitalista di oggi utilizza il politicamente corretto come strumento di controllo delle masse e diffusione dei propri programmi di espansione economica e controllo politico, in particolare di deviazione del discorso pubblico verso falsi miti utilizzati come  armi di "distrazione di massa"

Un caso tipico è quello della battaglia per i  "diritti negati" che vede protagonista assoluta la cosiddetta "comunità LGBTQIA+" (seppure ci siano altre definizioni più o meno inclusive) una comunità che neppure esiste. In effetti il significato stretto di comunità è quello di un gruppo più o meno ristretto di persone che vive nello stesso luogo e condivide la propria vita, gran parte del proprio tempo, e a volte anche la proprietà, con gli altri componenti detta comunità.Spesso queste comunità sono di tipo religioso o parareligioso, o ancora sono ispirate a ideali politici di sinistra. La comunità di San Patrignano o la Comunità di Sant'Egidio, i Kibbutz israeliani sono esempi di questo. A volte il termine comunità viene usato in modo improprio quando si parla di "comunità internazionale" intendendo l'ONU, che è una organizzazione politica, o "comunità scientifica" termine che non si sa bene cosa designi.

Per il resto vi sono organizzazioni di vario tipo , le organizzazioni sindacali, i patronati, i partiti politici, la Chiesa cattolica con le sue gerarchie, i club dei tifosi o dei fan di questo o quel gruppo musicale. NOn si capisce quindi cosa sarebbe questa "comunità LGBTQIA+" che raccoglierebbe persone che hanno in comune fra loro solo  abitudini sessuali eterodosse, dalla omosessualità (divisa in modo sessista fra omosessualità maschile ovvero gay e omosessualità femminile, ovvero lesbica, strano che non vi sia una eterosessualità definita in modo diverso fra uomo e donna...) alla bisessualità (che essendo uno stato vago e transitorio il più delle volte non si capisce come possa creare un interesse o comunità...) al transgenderism, il Queer che è il travestitismo, fino ad arrivare all 'asessualità (!) e a non meglio specificato + che potrebbe comprendere anche la pedofilia, la zoofilia la pansessualità (??) e non si sa bene che altro (ho letto anche di sesso con gli alieni, non scherzo) 

Nella realtà dentro a questo calderone che si esprime appunto con manifestazioni tanto divertenti quanto futili, esattamente come il carnevale di Rio si annidano organizzazioni e gruppi di interesse legati ad alcuni partiti politici di governo, segnatamente M5S e PD, e che portano avanti un'agenda politica che poco ha a che fare con i supposti e sbandierati "diritti".

Innanzitutto se c'è una "minoranza" che non è affatto discriminata ma anzi a cui tutti devono inchinarsi e riverire è proprio quella di questa "comunità". Addirittura vi è un intero mese dedicato a loro, con tanto di sponosrizzazioni, ma non c'è un giorno per i lavoratori che muoiono sul lavoro, evidentemente non vittime di discriminazioni, o alle madri che lavorano (lasciamo stare la  patetico giornata della mamma) ai disabili, agli anziani ai bambini  e quant'altri a cui ben altri diritti sono negati.

Quali sarebbero poi questi diritti negati non è dato sapere. Ai gay etc non è negato alcun diritto, nè quello a lavorare, né a studiare o insegnare o qualsiasi altra cosa. L'unica differenza è, parzialmente, sul matrimonio o ancora sulla adozione dei figli. Punto.

Le lobby gay (chiamiamole col loro nome) si sono quindi inventati "i crimini di odio" (sic!) che non si sa bene cosa siano, e hanno quindi pensato che fosse necessaria, anzi urgente, una legge contro la "omolesbobitransfobia" (termine che non significa nulla in italiano, come esattamente non esiste una comunità Lgbq etc etc) che sarebbe, se non ho capito male, qualsiasi atteggiamento o discorso che possa incitare all'odio e discriminazione, insomma fare una legge che tuteli piagnoni e vittimisti, creando quindi degli ulteriori privilegi oltre a quelli ideologici di cui sopra, passare dalla egemonia culturale, alla egemonia giuridica.

Il tutto era sussunto in quella porcheria chiamata "legge Zan", bocciata per le palesi assurdità che comprendeva, e che non aveva nulla a che fare con il sacrosanto diritto alla tutela per discriminazioni e violenze reali, ma che imponeva un ora di propaganda e indottrinamento nelle scuole di ogni ordine e grado a cura di un rappresentante di questa comunità ovvero delle organizzazioni.  Oltre a questo, in onore del peggio della ideologia gender fluid, una teoria visibilmente antiscientifica e che viene imposta attraverso la negazione della sua esistenza (un capolavoro di ipocrita demenza) veniva prevista lapossiblità di cambiare sesso non attraverso operazioni, ma attraverso una semplice dichiarazione all'anagrafe, una vera castroneria che, nei paesi in cui è stata fatta, ha portato a risultati tragicomici. Infine veniva prevista la limitazione della libertà di parola con la scusa appunto che questa avrebbe potuto portare ad atti non meglio precisati di violenza, cosa del tutto inutile, visto che esistono già leggi per colpire chi propaganda la violenza, non esistono leggi e né possono esistere che impediscano la critica a teorie sballate sul piano scientifico e che possono danneggiare nel concreto la vita di migliaia di bambini e futuri adulti, che possono essere indotti a scelte di cui poi potrebbero più avanti nella loro vita pentirsi di aver preso. Il massiccio aumento di sucidi fra transgender negli Usa ed in altri paesi è la prova di questo problema, che ovviamente si ignora perché in contraddizione con il fanatismo ed il fervore quasi religioso di questa ideologia.

Ideologia che affonde le ragioni della sua esistenza sia nel marketing, da quello farmacologico a quello degli interventi di chirurgia plastica, un mercato molto fiorente da 30 anni a questa parte (ed altro abominio sociale per chi scrive)ma soprattutto nell'idea di distruggere ogni tipo di indentità sociale, da quella di classe a quella nazionale, fino a quella di genere, in modo tale da non avere più ostacoli per i progetti di dominio totale che si nascondo dietro al politicamente corretto e alla cosidetta inclusività.


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