domenica, aprile 25, 2010

Un esempio di idiozia maschilista

stavo girando sul sito della Gazzetta dello Sport per sapere come era finita la semifinale di Federation Cup che vedeva opposte le azzurre del tennis alle rappresentanti della Repubblica Ceca.
Rotondo 4-0 per le italiane.
Mi leggo un po' i commenti, e tr questi, oltre gli scontati complimenti alle tenniste italiane, che oltre che queste competizioni forse un po' svalutate, stanno vincendo anche i tornei, quelli che danno gloria ma anche denaro e punti in classifica, leggo quanto segue
frasi come queste "e donne oramai ci stanno superando .... dopo lo sport si prenderanno la politica ed infine il mondo.... bravissime pennetta & C." sono assurde e fuori dal mondo, perché dimenticano di evidenziare che lo sport al femminile esiste solo per una gentile concessione maschile: ossia, quella relativa alla separazione dei sessi. Viceversa, lo sport al femminile scomparirebbe. Ma siccome è politicamente scorretto dire come stanno realmente le cose, allora si continuano a propagandare assurdità su assurdità. Amici miei, lo si ammetta o no, gli uomini sono fisicamente superiori alle donne: tutto il resto è fuffa.
E' evidente che il tizio che ha scritto questo è uno a cui, le vittorie delle donne e la considerazione di cui godono, danno un terribile, insopportabile fastidio.
Le donne vincono ma questo è solo "per una gentile concessione degli uomini", se non esistessero categorie separate allora "lo sport femminile scomparirebbe".
UN po' come dire che, il campione del mondo dei pesi leggeri è campione del mondo solo per una gentile concessione del campione del mondo dei pesi massimi, perchè è ovvio che se si incontrassero quello lo spaccherebbe in quattro.
Sfugge a questo signore che lo sport parte proprio dal presupposto di dare la possibiltà di vincere o comunque gareggiare a tutti, proprio per questo si chiama sport, altrimenti si chiamerebbe "massacriamo i deboli" però quella cosa ha già un nome: "violenza".
Allo stesso modo si potrebbe dire che le paralimpiadi esistono solo per concessione dei "normodotati", ma ciò non toglie che gli atleti che prendono parte a quei giochi sono bravisismi e vanno non solo rispettati ma ammirati.
E' ovvio che le donne sono meno forti fisicamente degli uomini,ma questo non significa che non vadano apprezzate per quello che fanno nella loro categoria.
Poi se lo sport femminile non dovrebbe esistere sulla base di queste considerazioni, allora anche lo sport umano non dovrebbe esistere, provate a mettere un centometrista correre contro un levriero,o un cavallo e vediamo chi vince.
Lo sport tra uomini esiste quindi per gentile concessione degli animali che sono nettamente superiori agli uomini!
Uscendo dai paradossi, ma a questo signore non viene in mente che forse sono stati proprio gli uomini a voler fare categorie separate, non per gentile concessione, ma forse per paura di venir superati dalle donne? Perchè sarà pur vero che il miglior centometrista batterà la migliore centometrista donna, ma quest'ultima batterebbe comunque tanti maschietti, che si sentirebbero umiliati.

venerdì, aprile 23, 2010

Berlusconi-Fini: l'inizio della Fine?



La litigata a cui tutta Italia ha assistito tra il Presidente del Consiglio nonché presidente del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi, ed il Presidente della Camera nonchè numero 2 del PDL, non è con tutta evidenza una semplice crisi, ma rappresenta un punto di svolta nella politica italiana, una rottura ormai insanabile tra due modi opposti di vedere la politica e la gestione della cosa pubblica.
Da un lato Silvio Berlusconi, che ha fatto del personalismo e dell'accentramento una ideologia, quasi un dogma, dall'altra Fini, che invece ancora crede nella separazione tra governo e stato, tra potere escutivo e giudiziario, tra potere politico ed informazione.
Molti, a sinistra, vedono con sospetto l'agire di Fini, poichè non si dimenticano il passato, non solo remoto, ma anche recente del Presidente della Camera.
Fini fu in prima linea nella gestione dell'ordine pubblico a Genova nel 2001.
A lui su devono alcune leggi, come la Fini-Bossi sull'immigrazione, o la meno celebre Fini Giovanardi sul possesso e consumo degli stupefacenti, che certo non hanno nulla di sinistra, o di liberale, ed invece molto di sinistro.
Fini fu quello che, dopo quel famoso ed infame omicidio di una donna italiana ad opera di un rumeno, propose di cacciare via tutti i rumeni, una idea non solo razzista e fascista, ma anche molto stupida e irrealistica.
Altri ricordano come, in fondo,Fini conoscesse da tempo Berlusconi ed i suoi metodi, e ricordano come Fini, dopo aver detto negli anni 90 che mai e poi mai si sarebbe alleato ad una forza anti-italiana come la Lega Nord, abbia rifiutato in un primo tempo anche l'idea di sciogliere Alleanza NAzionale nel PDL, per poi anche qui fare marcia indietro.
Con questi precedenti esistono ragioni serie per nutrire un certo scetticismo verso di lui.
Eppure la rottura che si è consumata, stavolta, sembra proprio definitiva: non si tratta di qualche differenziazione, di qualche presa di distanza, ma di una diversa concezione della politica, che ormai è radicalmente diversa.
Non so se dietro alla decisione di Fini vi sia ambizione personale, gelosia verso il leader della Lega Bossi, calcolo politico, o una idea effettivamente diversa su come debba essere una Destra moderna in una società democratica e, inevitabilmente, multietnica e multiculturale.
Perché alle sfide del futuro si può rispondere in vari modi, arroccandosi nella propria contea, cercando di non far entrare nessuno, come vogliono i leghisti, chiudersi nella difesa del proprio particolare e dei propri, più o meno legittimi, affari, come vuole Berlusconi, oppure affrontare con coraggio le sfide della modernità, come pare invece volere Fini.
Forse tutte le ragioni che ho elencate sopra possono essere valide, di sicuro è che da ieri le cose non sono più le stesse, e che forse è iniziata la fine di ciò che è stato definito Belusconismo.
Che a far finire un fenomeno politico che ha svuotato la Costituzione, aumentato il poteri dell'esecutivo in modo abnorme, messo in discussione i fragili equilibri istituzionali e, soprattutto, diffuso nella società le malapiante del razzismo e dell'egoismo più becero, sia stato un ex fascista, è una cosa che dovrebbe far riflettere sotto molti aspetti, e che dimostra ancora una volta la pochezza dell'opposizione.

martedì, aprile 13, 2010

E se non fosse vero?

A seguito della incredibile vicenda che vede tre medici di Emergency sotto arresto(o sarebbe meglio dire sotto sequestro) sotto l'infamante accusa di terrorismo, il Ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato "sarebbe una vergogna per l'Italia se questo fosse vero".
E se non fosse vero, signor Frattini, di chi sarebbe la vergogna?
Del Governo e delle autorità afgane? Delle forze dell'Isaf, cha hanno collaborato alla messinscena di quelle quattro armi ritrovate nell'ospedale (che al sottoscritto ricordano molto le quattro molotov trovate nella scuola Diaz durante il famigerato G8 del 2001, armi che venne poi riconosciuto, erano state messe dalle forze dell'ordine).
O ancora del governo italiano, che magari ha dato l'imbeccata a qualcuno perché fosse messa in atto questa ridicola montatura?
Di chi la vergogna, signor Frattini?

lunedì, aprile 05, 2010

Le regionali? Le ha vinte Beppe Grillo!


Chi ha vinto le elezioni regionali?
Come avevo previsto Berlusconi non le ha vinte, ma non avendole perse in modo netto, sta rovesciando la frittata come suo solito andando in giro a dire che"la gente è con lui" e che proseguirà per la sua strada
Invece va detto chiaro e tondo che i risultati per il PDL sono tutt'altro che buoni: i numeri parlano chiaro: la coalizione governativa ha perso in 7 regioni su 13; aggiungiamo che in Piemonte ha vinto per una manciata di voti e grazie alla presenza del Movimento dei Grillini, che sicuramente ha portato via più voti alla concorrenza, e che nel Lazio, oltre a godere del pesante intervento a suo favore da parte delle alte gerarchie vaticane, la candidata Polverini era appoggiato dall'UDC, quindi non era esattamente la coalizione governativa. In ogni caso il progetto di conquistare almeno 8 regioni è andato a farsi friggere.
Se poi guardiamo ai dati dei singoli partiti il PDL è sceso a poco più del 26% dei voti, un vero crollo dal 35% delle europee e dal quasi 38 delle politiche 2008. Per giunta su un numero di votanti che è stato inferiore al 65%. Anche calcolando che l'assenza del listino PDL nel Lazio abbia tolto un paio di punti abbondanti al risultato finale rimane un calo di parecchi punti e pone il PDL a rischio sorpasso nei confronti del PD.
Per giunta incassa la sconfitta di ben due ministri del governo, Brunetta a Venezia e Castelli a Lecco, ed è difficile sostenere allora che la gente appoggi il governo entusiasticamente.
Il PD ha perso però una grossa occasione e si è dimostrato, ancora una volta di più, un partito in coma vigile. In effetti il cambio di segreteria da Franceschini a Bersani non pare aver portato ad un rilancio della presenza territoriale del PD, anzi il Paritone ha subito forse ancora più del PDL l'astensionismo, e ha perso voti verso IDV e Grillini, e anche verso SeL in Puglia.
Per quanto riguarda gli altri, l'IDV ha confermato i voti delle europee, Sinistra e Libertà ha fatto un risultato straordianario nelle Puglie e buono nelle regioni centromeridionali, ma è quasi inesistente al nord, La Federazione della Sinistra resiste ormai solo in qualche roccaforte della Toscana e dell'Umbria, socialisti, verdi e e radicali farebbero meglio a smettere di presentare liste che disperdono solo voti e anche l'UDC ha fatto un buco nell'acqua.
La destra estrema non va da nessuna parte, compresa quella meno estrema di Storace, che al di fuori del Lazio è irrilevante.
Chi ha vinto allora?
Molti dicono la Lega, ed è vero, però anch'essa non guadagna realmente voti, solo ne perde meno nei confronti dell'astensione e guadagna importanza all'interno del governo.
In un turno elettorale caratterizzato da disillusione e scontento, scontento verso tutti i protagonisti della politica italiana, chi emerge è il movimento 5 stelle di Beppe Grillo che condiziona il risultato finale del Piemonte, raccoglie un quasi incredibile 6% in Emilia Romagna e sfiora il 2% complessivo pur nel totale silenzio dei Media tradizionalie e presentandosi in poche regioni.
Insomma, dal lunedì scorso Beppe Grillo e C sono un soggetto politico di cui si dovrebbe tenere conto. Non è un giudizio di valore il mio, ma di fatto; personalmente non simpatizzo per tale movimento, cche trovo ambiguo e confuso, esattamente come il suo leader o ispiratore che dir si voglia, ma è un fatto che una parte piccola, ma significativa dell'elettorato l'abbia scelto e, un domani, anche quel 10% che si è rifugiato al momento nell'astensione, lo potrebbe scegliere.
In fondo anche della Lega Nord si diceva che fosse una cosa folkloristica....

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