sabato, dicembre 30, 2006

Una triste storia di pregiudizi ed intolleranza

Antefatto: in pieno periodo pre-Natalizio e in piena coerenza con lo spirito del Natale e della carità Cristiana la giunta di "parola-torna-indietro" Letizia Moratti pensa bene di sgomberare un piccolo insediamento di Rom. Si tratta di una quindicina di famiglie, 67 persone di cui 35 bambini. Bambini regolarmente iscritti alle scuole cittadine. Sul conto di queste famiglie pare che non ci sia nulla da addebitare, non ci sono lamentele nè proteste, sono insomma, abbastanza integrati. Ma questo non ha nessuna importanza, la classe politica italiana ha un debito da pagare alla mentalità razzista che domina, mentalità razzista che hanno peraltro contribuito a creare e ad alimentare in tutti i modi possibili ed immaginabili. E allora si sgombera, sotto Natale e senza proporre una alternativa abitativa qualsiasi. I nomadi ( non per loro scelta) vengono mandati ad Opera dove si allestisce una tendopoli temporanea. Immediatamente un gruppo di fascisti e leghisti distrugge le tende appiccando fuoco. Un atto di violenza squadrista ianccettabile, Eppure non sono molte le voci a levarsi contro tale atto. Una delle poche voci è del Parroco del luogo, che ha parole di fuoco contro gli autori del gesto e ricorda che cosa insegna il vangelo. Intervistati al TG regionale, alcuni concittadini dicono che avrebbe dovuto evitare e le cose che ha scritto sono "spiacevoli". Proprio così, non sono i teppisti ad aver fatto qualcosa di spiacevole,ma il parrocco che non si è conformato alla violenza ed al razzismo
Nei giorni successivi continuano le proteste, anche se il numero di protestatari è sempre più in diminuzione.
Ma veramente siamo/siete ridotti così male, un paese di 15.000 persone che deve avere paura di 35 bambini rom e delle loro famiglie, che staranno per pochi mesi e guardati a vista da un distaccamento di polizia (proprio così)? Veramente una città come Milano, che si vuole "Europea" non ha la capacità di risolvere in modo civile questo problema? Dov'è finita la Milano col cuore in mano?
Che tristezza...

giovedì, dicembre 28, 2006

Il codice da vinci 3

Lo so, sto diventando ossessivo con questa robba qui, ma è più forte di me.
In questi giorni quando esco di caso non riesco a non mettermi a ridere ostentatamente, soprattutto quando passo davanti a qualche edicola. Effetto delle eccessiva libagioni natalizie? No, effetto dei cartelloni che pubblicizzano l'uscita in Dvd nelle edicole in allegato (si fa per dire) ad uno dei più noti settimanali scandalistici (dovrei dire politici, ma non ce la faccio proprio) del Bel paese.
E cosa ci sarà da ridere nel fatto che questo film ce lo vogliano propinare a tutti i costi direte voi?
Niente, assolutamente niente, ma da quando ho visto il seguente video su You Tube è più forte di me....

Diritto alla vita, Diritto alla morte

Difficile dire qualcosa di nuovo o semplicemente sensato su quello che è stato chiamato "il caso Welby". Ci riesce Scott Ronson in questo post pubblicato sul suo blog.
Poco da aggiungere, se non che lo Stato rivendica il possesso della vita dell'individuo, e la Chiesa (o le Chiese, sarebbe più giusto dire), il possesso dell'anima. Da ciò ne deriva che l'individuo non dispone del possesso della sua vita, né della sua anima. Se si suicida, o decide più semplicemente di non portare avanti una vita non più degna di essere vissuta, allora viene condannato doppiamente, dalla Legge e dalla Morale.
Viceversa se, nel fiore dei suoi anni, viene mandato da quelle stesse Istituzioni, a dare e togliere la vita, propria e altrui, dallo Stato riceverà onori, e dalla Chiesa benedizioni.
Peraltro la Legge garantisce il diritto alla vita, ma prevede anche l'eccezione, qualora l'individuo si ribelli all'ordine costituito, come ci ricorda questo arguto articolo su Carmilla

venerdì, dicembre 22, 2006

Berlusconi è un robot!


Stamani, dopo aver fatto colazione, accendo la tele. Passo tra i canali e vado su Canale 5. Stanno trasmettendo il telegiornale delle 8. Vedo una signora infreddolita col microfono in mano e la sovrascritta ci informa che la signora si trova a Macherio. Infatti sta aspettando il presunto arrivo di Silvio Berlusconi, rientrante dalla trionfale tourneé americana, dove lo hanno operato al cuore (stava benissimo comunque, disse l'Emilio).
In realtà la poveretta è stata spedita a Macherio ad aspettare il Capo, ma lei stessa ci informa che forse Berlusconi andrà ad Arcore, e forse, chissà, non arriverà a minuti od entro un'ora, ma magari in tarda serata. E a quel punto mi commuovo per la giormalista, mandata a prendere il freddo per darci dei dettagli di un avvenimento di cui, non solo non ce ne frega un beato, ma neanche esiste, perché il berlusca non ci pensa nemmeno ad arrivare, e anche se lo facesse filerebbe dritto a casa.
Alla direzione del canale un simile servizio non può bastare, sono o non sono una telvisione libera ed indipendente? e allora ci ammanniscono altre immagini, "di repertorio" con la voce registrata del Duce (no, non quello là, quest'altro) che ci spiega delle cose importantissime e condividibilissime.
Per esempio che l'Occidente sta portando i suoi valori di libertà e amore nel Mondo (quindi quelle cose che esplodono sulle teste degli irakeni e degli afgani dei palestinesi e non so di chi altro ancora, non sono bombe a frammentazione piene di uranio impoverito, ma torte di mele e cioccolatini fatti e confezionati con amore)che lui riprenderà la sua lotta liberale (sentivo la mancanza di questa parola) contro il governo che è dominato dall'ideologia dell'estrema sinistra (quel bolscevico di Padoa-Schioppa) e blablablabla.
Ma una cosa mi colpisce: Berlusconi non dice che ha fatto un'operazione al cuore perchè ha dei problemi di salute, ma afferma che "ha portato il motore a fare la revisione".
Strano mi dico, generalmente gli esseri umani non hanno motori o cinghie di trasmissioni, ma organi, sani o malati che siano.
E a quel punto ho una illuminazione decisiva. Berlusconi non è umano. Berlusconi è un robot.
Tutto quadra. Quando si era sentito male sul palco del famoso comizio, si era come spento, ricordando l'HAl9000 di Odissea nello spazio, ma anche il viscido Bishop di Alien.
Poi va a farsi curare negli States. E perchè non in Italia, dove ci sono ottimi specialisti in cardiologia? Semplice, perché sono medici e quindi non saprebbero dove mettere le mani per "revisionare" il motore.
Quini non si trattava di sfiducia verso la medicina italiana, ma necessità bio-meccanica.
Peccato che abbiano cambiato i transistor e le cinghie, ma il software pare sia rimasto lo stesso

lunedì, dicembre 18, 2006

Sbatti il Mostro in prima pagina!

Qualche giorno fa tutti i quotidiani hanno aperto con la seguente notizia: -Strage ad Erba, Tunisino libero per l'indulto massacra moglie figli e un vicino di casa-
Peccato per i nostri giornalisti autonominatisi poliziotti e giudici in tempo reale, che, il tunisino in questione fosse a 2000 km di distanza e quindi, evidentemente, innocente. Anzi, vittima, poiché colpito negli affetti più cari. Certo, il personaggio in questione non è uno stinco di santo, visto che, se dell'indulto ha beneficiato, vuol dire che qualcosa di illegale aveva fatto.
Ma questo non toglie nulla alla pianificata misitificazione dei mass-media, che, come il cane di Pavlov, reagiscono in modo condizionato allo stimolo, a loro volta trasmettendolo ai lettori, che anche loro devono rispondere allo stesso modo, per cui
le parole Strage-Tunisino-Indulto sembrano essere legate da una logica consequenziale ineluttabile e devono portare alla reazione emotiva desiderata, ovvero il disprezzo, se non l'odio, per i tunisini, e per tutti gli arabi e gli stranieri, e la conseguente e logica deduzione che, senza l'indulto, tutto ciò non sarebbe successo.
Non era vero? Ma che importa! Si getta il sasso e si nasconde la mano. Calunniate calunniate, qualche cosa rimarrà.

martedì, dicembre 12, 2006

L'invasione dei Cinepanettoni

Le brevi vacanze di Natale potrebbero essere un periodo propizio per recarsi al cinema. Non si lavora, fuori fa un freddo boia,la tele è ancora peggio di quel che è di solito, e rinchiudersi nel buio di una sala cinematografica può essere una buona alternativa.
Naturalmente bisogna schivare quegli ammorbanti prodotti natalizi, denominati "cinepanettoni", ricolmi di comicità di grana grossa, banali e volgari,e, diciamola tutta, inguardabili, riservati a quel pubblico che non va mai e poi mai al cinema, e quando ci va, vuole vedere le stesse facce e le stesse cose che guarda in televisione.
Dicendo questo so di venire etichettato da snobista, e la cosa non mi dispiace affatto, Sono Snob e me ne vanto.
Mi si dirà: ma anche gli altri, quelli meno snob, i "Normali", hanno diritto a vedere i film che gli piacciono, per quanto questi possono essere o sembrare ignobili.
Benissimo, non nego affatto questo diritto, ma pare che siano il sottoscritto e gli "snob" come me (che sono, nel cinema, l'assoluta maggioranza, perchè se fosse per gli altri al cinema si vedrebbe "l'isola dei famosi", e morta lì) a rischiare di non poter andare al cinema questo Natale.
Infatti, al posto del solito film di Natale, con Boldi e De Sica e comprimari, quest'anno ne avremo due. Già, perché i due hanno litigato, e il risultato non è stato la fine dei film della malefica coppia, ma lo sdoppiamento. Poco male se le pellicole occupassero lo stesso numero di sale che occupavano gli anni passati, ma non è così.
Il "natale" desichiano occuperà la bellezza di 800 sale, e il film con Boldi (intitolato Olè) ne occuperà almeno 500 . Il resto, quel poco che resta delle sale, verrà occupata dalla versione "colta" del cinepanettone, già denominato "cine pandoro" ovvero il nuovo film di D'Alatri "Commediasexi" furba risposta "autoriale" (che cioè strizza l'occhio ad una parte del pubblico "snob") ai sopradetti film.
Peraltro anche questo film, a parte un paio di attori di livello (Margherita Buy e Sergio Rubini in risposta al Massimo Ghini e alla Ferilli sventolati da De Sica) propone personaggi noti del teleschermo, innanzitutto Paolo Bonolis, uno che ha fatto della maleducazione e del sarcasmo gratuito un logo, e, come "bonazza" della situazione (tanto per rimanere al livello del Bonolis) quella Elena Santarelli che ha fatto sfoggio di sè su una delle varie Isole e su calendari che vengono esposti dai barbieri e carrozzieri di tutta la penisola italica.
Tenuto conto che questo film non uscirà in meno di 350 copie, vuol dire che, solo questi tre film, occuperanno circa 1650 sale.
Non ne sono sicuro, ma credo che le sale in Italia non superino le 2000, comprese le sale parrocchiali e quelle dei cineclub puri e duri.
Migliaia di cinefili saranno costretti a girare nel freddo e nella neve, spettinati, macilenti e con gli occhi fuori dalle orbite, come zombie di Romero, mendicando per uno Scorsese,un Cronenberg. un Peter Jackson, o almeno un De Palma d'annata.
Per fortuna hanno inventato i DVD.

E' Morto Pinochet

E' morto Augusto Pinochet, dittatore del Cile dal 1973 al 1990.
Troppo tardi.

domenica, dicembre 10, 2006

Flags of our Fathers


"Le bandiere dei nostri padri", è l'ultimo film di Clint Eastwood (chissà perché non è stato tradotto, i criteri per i quali alcuni titoli vengono tradotti, magari malissimo, ed altri no, rimangono uno dei misteri inspiegabili di oggi).
Il film, tratto dal libro omonimo, narra la storia che si nasconde dietro una della foto più famose della Storia con la S maiuscola, ovvero la foto scattata durante la battaglia di Ivo Jiwa tra truppe statunitensi e giapponesi, una delle battaglie più cruente e sanguinose della seconda guerra mondiale.
Il film narra come quella foto fosse, in buona parte, un falso. E di come quel falso sia stato utilizzato allo scopo di far vincere la guerra. Quella foto era un simbolo.
Il suo valore stava nel messaggio che veicolava, ed il messaggio era che la guerra si poteva vincere. Poco importa allora che i tre soldati protagonisti di quella foto ( i tre sopravvissuti alla battaglia, quantomeno) rientrassero o meno nello stereotipo dell'eroe.
Dovevano essere percepiti come eroi dall'opinione pubblica e che, poi, uno fosse un damerino addetto alle retrovie, il secondo un medico di campo non addetto al combattimento vero e proprio ed il terzo un nativo americano dedito più alla bottigla che alla guerra non importava.
COsì come poco importava se quelli identificati come protagonisti dell'evento fossero o meno i reali protagonisti, e perfino che quell'evento fosse realmente avvenuto.
L'importante era il messaggio che quella foto veicolava.
Ma il film di Clint Eastwood mostra anche la guerra per quella che realmente è, senza indulgere più di tanto in immagini truculente (che pure ci sono). Una guerra che viene combattuta più per amicizia e fedeltà nei confronti dei propri compagni che per gli ideali e la retorica che ne sono la giustificazione.
Il film è, da un lato, una riflessione sul potere dell'immagine nella società dell'informazione, e dall'altro sui profondi legami umani che possono nascere in situazioni che di "umano" hanno molto poco. Su come, più che gli ideali, siano i rapporti umani a contare. Non a caso il regista ne ha girato una versione dal punto di vista dei giapponesi, a sottolineare che, sotto le divise, gli ideali e la retorica, sempre ci sono persone reali.

giovedì, dicembre 07, 2006

Sulla manifestazione del 2 dicembre

Il 2 dicembre a Roma si è svolta una manifestazione "oceanica" ( o almeno così è stata descritta dai giornali e mass-media di regime). Si trattava della manifestazione della sedicente "Casa delle Libertà" ( ogni volta mi chiedo a quali libertà si riferiscano questi signori, poiché già la Libertà è un concetto vago e astratto, figuriamoci poi le libertà che mi suonano un po' simili alle Licenze). Questa manifestazione era stata convocata ufficialmente contro la finanziaria del neo-governo Prodi. In realtà sui manifesti non appariva nessun richiamo alla finanziaria (anche perché, diciamocelo, ma chi dovrebbe lamentarsi di questa finanziaria? Persino Loro sanno che se al governo ci fossero stati loro, avrebbero dovuto aumentare le tasse, e avrebbero fatto manovre di gran lunga più impopolari e "classiste" di quella in atto) ma la dicitura era, a caratteri cubitali " Manifestazione per la Libertà". E poi una foto di Romano Prodi, con un' espressione alquanto buffa.
Proprio così. Evidentemente c'è una qualche libertà, o addirittura la libertà che sarebbero minacciate non dall'austera e minacciosa figura di Stalin, ma da quel vecchio tecnocrate democristiano di Prodi.
Roba da ridere.
Meno da ridere invece quello che si è visto e sentito a quella manifestazione, dove saluti fascisti, bandiere nere e celtiche accompagnavano insulti omofobi e razzisti, come ben descritto da varie testimonianze.
Di fronte a questo spettacolo, ancora una volta sono state desolanti le reazioni della sinistra più o meno radicale od istituzionale, che è riuscita a plaudire alla "grande prova di democrazia" (già il saluto romano è notoriamente sinonimo di democrazia, come lo sono il becero razzismo padano, l'omofobia e il sessismo) dimenticandosi opportunisticamente gli insulti, le minacce e le bastonate (vedi Genova 2001) che i "bravi democratici" hanno riservato alle "nostre"( a questo punto mi chiedo, nostre di chi?).
Come diceva un mio amico, quando si è troppo buoni, si finisce per essere coglioni

sabato, dicembre 02, 2006

Integralismi

Si fa un gran parlare di integralismo islamico, ma ci si scorda che tutte le religioni monoteiste sono portatrici di una visione assolutista, e che di integralisti, fanatici, o semplici bacchettoni all'ennesima potenza ce ne sono fra gli islamici, i cristiani e anche gli ebrei.
A ricordare come stanno le cose è giunta la notizia che diverse associazioni cattoliche, spalleggiate da alcuni parlamentari, tra cui Luca Volonté dell'DC (uno dei tanti spezzoni della fu Democrazia Cristiana) hanno proposto il boicottaggio dell'IKEA, colpevole a loro dire di non vendere presepi di Natale. Ovvia la risposta della casa svedese, che ha ricordato come il presepe non ha mai fatto parte della loro tradizione e che quindi non è mai stata messa in commercio dalle loro filiali.
Non contento di questo il già citato Volontè si è spinto a parlare di un piano volto a "scristianizzare" l'occidente e ha accusato IKEA e altri magazzini italiani di non vendere presepi allo scopo di provocare una "eutanasia culturale" (proprio così) dell'Europa.
Non c'è che dire, Fallaci continua a mietere vittime.

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