mercoledì, ottobre 24, 2007

R.I.P Paul Fox



Mi è giunta notizia, attraverso il blog su MySpace di phil Swill Odgers, già chitarrista dei Man They Couldn't Hang, della morte di Paul Fox, chitarrista di una delle migliori Punk band della seconda ondata ovvero The Ruts.
Fox aveva iniziato suonando rock progressive all'interno di una band di una comune Hippy, poi dopo la chiusura di questa si era trasferito a Londra dove aveva suonato jazz fusion e Pub rock, fino a che non era stato coinvolto nella formazione dei Ruts, un gruppo che si proponeva di fare meglio quello che era già stato fatto. In effetti The Ruts era una Punk Band che "sapeva suonare", eccome. Capitanata dalla carismatica figura di Macolm Owen sapeva mischiare l'energia e lo spirito ribelle del punk con altre ritmiche sopratutto quelle caraibiche del Reggae, come nella fantastica Jah War. il gruppo era anche connotato politicamente e schierato a fianco dei movimenti che combattevano le recrudescenza razziste e fasciste. A testimoniare la loro grandezza un solo Lp "The Crack". La morte di Owen per overdose infatti pose fine prematuramente alla loro storia. In realtà i superstiti continuarono come Ruts DC producendo almeno un capolavoro. Animal Now, pieno di ritmiche reggae e momenti quasi free-jazz. Dopo lo scioglimento definitivo Fox continuò a suonare in vari gruppi tra cui i Dirty Strangers, una sorta di piccoli ROlling Stones, che infatti ebbero l'onore di avere come ospiti in un loro disco nelle figure di Keith Richards e Ron Wood. Fox si guadagnò la stima anche di due leggende della chitarra, come Pete Townsend e Jimmy Page, prima di ritirarsi negli anni 90 a vita privata. Il nuovo secolo lo vide ritornare sulle scene con altri progetti ed un concerto di reunion con i vecchi compari dei Ruts, Jennings e Ruffy con Henry Rollins alla voce.
Voglio ricordarlo con questa versione di Babylon's Burning dei Ruts, un anthem potente e raffinato al tempo stesso.
See you up there, Paul

lunedì, ottobre 22, 2007

Di tutto un po'(p)

Ci sono varie cose accadute nella settimana su cui mi vengono in mente pensieri che non condivido, come direbbe un personaggio di Altan.
In ordine sparso Radiohead, diritti d'autore, Primarie, Weltroni (o Veltroni), Mastella, Nobel....
Partiamo da quella più importante:
I Radiohead hanno distribuito in rete il loro ultimo album, al prezzo stabilito dall'utente: Un coro di Straordinario! rivoluzionario! bene bravi, bis ha accolto la notizia.
Tutto ciò non fa che riconfermare il mio giudizio su quanto ignoranti e leccapiedi siano i giornalisti italiani. Ora io non ce l'ho su assolutamente con i Radiohead, anche se non mi fanno impazzire, ma mi pare che la loro sia stata un'abile, e anche intelligente, mossa pubblicitaria, ma assolutamente non una Rivoluzione.
Innanzitutto di dischi scaricabili gratuitamente in rete (o acquistabili ) e non solo di dischi, ce n'è una barcata, basta informarsi un minimo: Certo magari posso capire che Alessio Lega non sia importante (per i massmedia) quanto I radiohead, ma i Nine Inch Nails che hanno messo a disposizione le tracce audio del loro ultimo album forse lo dovrebbero essere.
In ogni caso i radiohead sostanzialmente fanno quello che hanno fatto molti, cioè vendono la loro musica direttamente al consumatore, l'unica differenza è che il prezzo è stabilito dall'utente. si va quindi dai pitocchi che danno niente (ma avrebbero comunque scaricato col P2P a gratis), a chi dà anche 10 o 15 euro.
E almeno 350.000 persone hanno prenotato la versione in CD con vari extra, libretto fotografico ed altro alla non troppo modica cifra di € 40.
Insomma, tenuto conto che le royalties reali sono il 5% del prezzo di vendita ovvero uno solo dei 21 euro che vi chiedono al negozio (il che dimostra che la storia della tutela del diritto d'autore è una fanfaluca)e che in tre giorni sono stati scaricati un milione e mezzo di "album" è evidente che i quattro abbiano guadagnato molto di più di quanto avrebbero guadagnato con il metodo tradizionale, e per giunta avendo un ritorno pubblicitario e d'immagine che nemmeno Madonna e Britney insieme.
Di fatto il disco uscirà a gennaio, inevitabilmente e giustamente perché non tutti hanno internet, e quindi tutto rientrerà nella norma.
Rivoluzione? direi di no. La rivoluzione vera ci sarà se i grandi artisti decideranno di unirsi e mettersi in proprio, e di vendere i dischi (in rete o meno) a dei prezzi sensati, e non da furto come quelli attuali.
Intanto, c'è qualcuno che fa proposte serie sul diritto d'autore, il file sharing etc
****

Ci sono state le primarie del Nuovo Partito Democratico (democratico-Cristiano aggiungerei).
NOn si sa bene quale fosse lo scopo di queste "elezioni", Ho ricevuto due manifestini elettorali e in nessuno di questi c'era spiegato perché mai avrei dovuto sprecare parte del mio tempo di un giorno festivo per recarmi al Gazebo ( o al Gabibbo, come direbbe la mia portinaia) e votare.
Anche perché il risultato finale è stato il più scontato che si potesse avere: stravittoria di Walter Veltroni, esattamente lo stesso risultato che si sarebbe avuto se al posto di votare in 3 milioni e passa avessero votato in, diciamo, 1000.
Il che dimostra ancora una volta quello che già si sapeva: le elezioni non servono a decidere chi (ci governa, si oppone, si candida, ci sindaca ecc.) ma a legittimare chi (ci governa, si oppone, si candida, ci sindaca ecc.)
In ogni caso ogni elettore doveva versare un obolo di almeno un euro (come vedete non solo i Radiohead hanno queste idee brillanti, d'altro canto Veltroni è una popstar, non lo vedete che aria da eterno adolescente ha? mejo de McCartney e Jagger, e poi a uno a cui piace Giovannona Coscialunga, idee geniali del genere vengono in mente così, con un battito d'occhiale).
Almeno un euro, dicevo. La compagna Afef (compagna di Tronchetti Provera, che avete capito?) ne ha versati 50, così ci informano le cronache . Se alle prossime elezioni la Afef sarà candidata per il PD, come si sussurra, e voi no, sappiate che il motivo è che voi avete versato solo un euro, e lei ben cinquanta. Pitocchi siete stati e questo è quel che vi meritate.
Ecco cosa succede ad avere il braccino!
Ma torniamo a Walterino e all'obolo. Se la matematica non è un'opinione, e se realmente ci sono stati 3 milioni e mezzo di elettori significa che sono stati raccolti 3 milioni e mezzo di euro. Più 49 euro in più della Signora Tronchetti.
IL tutto per eleggere uno che pronuncia frasi come la seguente: - L'Italia ha bisogno di un partito che si proponga di dare cultura di governo al bipolarismo italiano.. e ancora "- Se le parole hanno un senso, questo significa che il Partito democratico nasce per superare l'idea che quel che conta è vincere le elezioni."
Giuro che l'ha detto realmente!
E a sto punto i 3 milioni e mezzo non era meglio tenerseli, o darli in beneficenza?

***
News dal Governo
Di Pietro ha chiesto le dimissioni di Mastella.
Mastella ha replicato dicendo che Di Pietro è un analfabeta del diritto.
Sono d'accordo con entrambi.
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IL premio Nobel Watson ha dichiarato che gli africani sono meno intelligenti dei bianchi.
Il premio Nobel per la letteratura Doris Lessing ha dichiarato che L'IRA (nel senso dell'Irish republican Army) è stato peggio dell'11 settembre, che in fondo non è stato sto granché.
Ipotesi scientifica su cui lavorare: ma che per caso i Nobel li danno solo ai rincoglioniti?
Ipotesi alternativa: vincere il Nobel rincoglionisce.

That's all folks!

giovedì, ottobre 18, 2007

Videologia10:The Pogues-Fairytale of New York


Da sempre il Natale è tempo di retorica, buoni sentimenti, tonnellate di melassa ipocrita e via discorrendo. Altrettanto deleterie e stucchevoli sono le canzoni di Natale. Eppure c'è sempre l'eccezione che conferma la regola.
E chi se non i Pogues, questa banda di pazzi bevitori di birra irlandesi poteva sfatare questo luogo comune e sfornare una canzone di Natale che fosse sì dolce e romantica, ma anche aspra, tragica,triste e gustosa come un boccale di Guiness?
La canzone è Fairytale of New York, cantata da Shame Mc Gowan con la splendida (e sfortunata) Kirsty MC Coll.
La canzone narra di due amanti che ricordano i vecchi tempi, quando erano giovani e pieni di speranza e illusioni. Il tempo è passato lasciando rimpianti e delusioni. I due si insultano (You're a bum,You're a punk, You're an old slut on junk....Happy Christmas your arse!) ma alla fine non possono che augurarsi Buon Natale, ancora una volta.
Da ascoltare e riascoltare, con un boccale di Birra e una lacrimuccia nell'occhio.

mercoledì, ottobre 17, 2007

Storace- Montalcini: ovvero del fascismo giovanilista

Questa settimana, tra le varie cose, è stata caratterizzata da una delle tante odiose buffonate fascistoidi ( in questo caso direi fasciste senza mezzi termini) che caratterizzano questi tempi tristi e dementi. Mi riferisco alla vergognosa aggressione organizzata da Storace e vari giovinastri nei confronti della scienziata, nonché Senatrice a vita Rita Levi di Montalcini allo scopo di intimidirla e costringerla alle dimissioni.
Sarebbe facile però liquidare la cosa come una bravata di un politicante in cerca di visibilità, e limitarsi ad una scrollata di testa e di spalle.
Qualche riflessione, invece, va fatta.
In effetti ho il sentore che questa iniziativa, oltre a non essere stata condannata con la dovuta forza dalla sempre più pavida sinistra ( ma ormai non bisogna dire più sinistra, bisogna dire "democratici") abbia in realtà raccolto una certa dose di simpatia, di "ma vabbè, in fondo ha ragione, anche se sbaglia i metodi".
Perché questo? La risposta va cercata nel giovanilismo imperante, nel profondo disprezzo che ormai accompagna le persone anziane, che sono viste nel migliore dei casi come simbolo di decadenza fisica, nel peggiore come dei "riconglioniti" di cui liberarsi il più presto possibile. Un tempo, invece, la terza età era considerata l'età della saggezza, l'età della piena maturazione in cui una persona, proprio grazie allo scorrere del tempo e all'esperienza fatte, poteva consigliare le persone più giovani, non per imporre il proprio parere, ma per aiutare gli altri a prendere le giuste decisioni.
Da questo punto di vista, sarebbe molto meglio avere al Senato una persona di grandissima intelligenza ed esperienza, piuttosto che bellocce decelebrate come le varie Brambille e Carlucci.
Ma il punto di vista prevalente è, invece, opposto.
L'importante è essere giovani, possibilmente fotoigienici, e con un ricco portafoglio.
Questo riflette, naturalmente, la organizzazione sociale ed economica. Ormai chi è sopra i 50 anni viene rifiutato dal mondo del lavoro, che preferisce gente più giovane (e più precaria, incidentalmente).
Riflette anche il darwinismo sociale esasperato, dove i più deboli devono soccombere e lasciare spazio ai più forti.
Non è un caso che uno dei film di maggior successo della stagione sia stato 300 un film che esalta la società spartana, quella dove i portatori di handicap venivano ammazzati.
Un film pieno di quella etica che potremmo definire "fascista"
E qui torniano al punto di partenza: Giovinezza giovinezza si cantava durante il ventennio....

lunedì, ottobre 15, 2007

Una piccola ma luminosa idea...


..per diminuire il riscaldamento globale.
Basta cambiare le proprie lampadine con lampadine a basso consumo energetico. Queste ultime consumano un quinto di una lampadina normale. Certo ci sono altre cose che usate in casa e continuano a consumare come prima: lavapiatti,lavatrici, televisore, il vostro computer. Però sostituendo tutte o parte delle lampadine delle vostre stanze potete risparmiare una quantità notevole di energia. Diciamo sui 300 KW all'anno. un'inerzia naturalmente. Ma se un po' di persone facessero questo il risparmio complessivo sarebbe notevole. Diciamo una nuova centrale (magari a carbone) in meno? Digiamolo, digiamolo, digiamolo pure...

venerdì, ottobre 12, 2007

Sciocchezzaio Democratico

Un paio di giorni fa mi è capitato di leggere l'intervista ad una dei 35.000 (o 40,000) candidati per le prossime elezioni del partito democratico.
La signora, naturalmente rappresentante della "società civile", e altrettanto ovviamente imprenditrice, dopo aver annunciato che "bisogna rivalutare la meritocrazia" (ma che novità!) confessa di sognare "una politica libera dall'ideologia".
Beh, sognare non costa nulla.
Io sogno da tempo una lingua che si possa parlare senza conoscere la sintassi e la grammatica.
Chissà, si potrebbe mettere anche questa all'ordine del giorno.

mercoledì, ottobre 10, 2007

Tremate, tremate...gli Zombie son tornati!


28 Settimane dopo è il titolo del seguito di 28 giorni dopo (che fantasia eh?).
Diretto dal pressoché sconosciuto Juan Carlos Fresnadillo, ma comunque prodotto da Danny Boyle, regista del precedente nonché del celeberrimo Trainspotting. è l'ennesimo rovesciamento della vecchia regola che dice che il seguito deve essere obbligatoriamente inferiore al primo.
Infatti, per quanto il primo film fosse un ottimo zombie, il seguito risulta nettamente superiore, e non solo perché, come Wes Craven insegnava in Scream 2, i seguiti hanno "più sangue, più morti" ( e questa regola viene ancora una volta rispettata), ma perché il film risulta essere più originale del primo, e si basa su una idea assolutamente innovativa e sovversiva dal punto di vista narrativo.
Il film si apre non da dove si chiudeva il primo, ma da un punto intermedio. L'azione è contemporanea allo svolgimento del primo film, ma parallela. Una coppia. rifugiatasi in un casolare presso altre persone, viene aggredita dagli Infetti. Il marito, interpretato da Robert Carlyle, attore feticcio di Ken Loach e interprete del noto "Full Monty", fugge di fronte al pericolo, lasciando la moglie (Catherine Mc Cormack) in balia degli zombie. 28 settimane dopo, gli infetti sono tutti morti, Londra, sotto la sorveglianza di un contingente della NATO, sta iniziando a rivivere, i Profughi tornano a casa ripopolando la città. E' così che l'uomo può riabbracciare suo figlio e sua figlia. Poco dopo i due, allontanatisi dalla zona di sicurezza, troveranno la madre incredibilmente ancora viva.
Ma il momento in cui la famiglia si riunisce è anche il momento in cui il caos e la distruzione tornano più forti di prima.
Di più non voglio dire, per non rovinare la visione a chi volesse vederlo.
Mi limito a spiegare che l'idea sovversiva del film è quella di aver messo al centro della storia la famiglia, ma con implicazioni del tutto diverse da quelle che di solito siamo soliti vedere in casi del genere.
Il film si fa apprezzare per un ritmo sostenutissimo,un montaggio serratissimo, una colonna sonora perfetta, e un sottotesto ( in realtà ben più di uno) di grande spessore.
In sostanza, se non lo vedete siete dei sarchiaponi!
Quattro stellette e mezzo.

lunedì, ottobre 08, 2007

Quando il rock è solidale



Il 29 e 30 settembre si è tenuta a New York, patrocinata da MTV, la Clinton Global Initiative, una tavola rotonda dedicata al problema della povertà nel mondo e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di importanti artisti impegnati nel sociale quale Bono, Alicia Keys e Shakira. Proprio quest'ultima si è distinta non solo per il bel discorso che ha tenuto nell'occasione, o per l'ottima performance che ha chiuso la kermesse, ma per aver consegnato 40 milioni di dollari raccolti dalla fondazione Alas (una fondazione che riunisce artisti ed intellettuali del Sudamerica) a favore dei terremotati del Perù e Nicaragua a cui l'artista ha aggiunto 5 milioni di tasca sua per i bambini poveri del Sudamerica.
Soffocata da altre notizie evidentemente ritenute più importanti dai nostri giornali, quali il problema dell'affidamento dei figli di Britney Spears(un problema che mi tiene sveglio la notte) o il ravvedimento di Paris Hilton, il matrimonio di Pamela Anderson, le bizze di Lidnsay Lohan e quant'altro , questa importante iniziativa è passata inosservata, eppure sarebbe importante dare spazio anche agli esempi positivi che vengono dal mondo dello spettacolo e della musica, e non solo a quelli negativi.
Ma evidentemente la solidarietà si vende meno bene della stupidità e della finta trasgressione.
Io non posso invece che complimentarmi con gli organizzatori dell'evento e, ancora una volta, ribadire la mia ammirazione per Shakira, ed augurargli di rimanere sempre così come è. Semplice, altruista, vera. Una stella vera che brilla in un panorama fatto di egoismi e mediocrità.

sabato, ottobre 06, 2007

Autogestione? No, Bicigestione!!


Per fortuna, al mondo, oltre che guerre, dittature, morti per fame, politici corrotti ed industriali corruttori, ci sono anche persone che si alzano in piedi e reclamano i propri diritti, andandoseli pure a prendere senza chiedere il permesso a nessuno.
E' il caso dei lavoratori e lavoratrici della Bike Systems GmbH a Nordhausen, che dal 10 luglio 2007 occupano la fabbrica, hanno deciso di riprendere la produzione di biciclette in autogestione.
La fabbrica rischia infatti lo smantellamento e la svendita e allora gli operai hanno preso in mano il timone, come è successo in Argentina dopo il crollo del 2000 e come successe, andando più indietro nel tempo, nella Spagna durante la Guerra civile Spagnola.
Tra l'altro attraverso il sito Strike-Bike è stata lanciata una campagna per vendere 1800 bici e far proseguire l'autogestione.
Gli operai e le operaie stanno lavorando insieme al sindacato anarcosindacalista FAU (Freie Arbeiterinnen- und Arbeiter-Union, "sindacato libero delle lavoratrici e dei lavoratori").
Hai capito Scalfari? Questo fanno gli anarcosindacalisti! Altro che difesa del "particulare" e raccolte di firme per progetti di legge ambigui!
La mia solidarietà alle lavoratrici e lavoratori, e se caso mai servisse una bici...

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