mercoledì, settembre 27, 2006

The Filth and the Fury-here's the Sex Pistols!



Finalmente ho visto il documentario di Julian Temple The Filth and the Fury" sul più grande, o forse non più grande, il più importante, forse no, insomma il gruppo Punk dei Sex Pistols.
Uscito qualche anno fa, il film ha avuto, al solito. una pessima distribuzione e pubblicità.
Tiremm'innanz.
Pensato e girato dallo stesso regista di The great rock'n'roll swindle si può considerare come un (tardivo) atto di riparazione di Temple verso i Sex Pistols stessi. In effetti The Swindle era opera totalmente frutto del punto di vista del manager Macolm McLaren, intento a creare il proprio mito di "grande e geniale Manager" capace di manipolare l'intera opinione pubblica di un paese e di portare al successo quattro ragazzotti privi del benché minimo talento.
Th filth and the Furyrimette la verità al suo posto, con uno stile da vero documentario sobrio e ben realizzato, con immagini di repertorio e interviste mixate in modo sapiente. Soprattutto il film inquadra la storia del gruppo Punk all'interno di un quadro sociale e poltico più generale, ritraendo un'Inghilterra in pieno conflitto sociale, un paese in cui disoccupazione. crisi economica e razzismo si fondevano dando vita ad una situazione di emergenza sociale.
In questo quadro i Sex Pistols e la loro musica vengono visti come il riflesso di questa situazione. I Sex ed i Punk dettero solo visibilità, certamente spettacolare, a quella crisi sociale, che di lì a poco avrebbe portato Margaret Thatcher alla guida del governo inglese, con conseguenze che ancora oggi sono evidenti.
Il successo dei Sex Pistols non fu dunque dovuto all'abilità di un manager, che anzi fu probabilmente il maggior responsabile della subitanea e letale crisi nel quale il gruppo piombò con la stessa velocità con la quale aveva afferrato il successo, ma dovuto ad una forma di necessità, di bisogno diffuso. Il bisogno da parte di larghi settori della gioventù inglese di riappropriarsi della musica rock, che gli era stata sottratta dalle grandi e inarrivabili star , ed il bisogno di sfogare attraverso la musica la rabbia e la frustrazione versouna società inglese che non era capace di offrire alcun futuro alle giovani generazioni, e si nascondeva dietro i riti e i miti delle sue istituzioni fatiscenti e decadenti.
Da ciò l'importanza liberatoria della musica e della provocazione SexPistoliana, che rappresentò un tentativo disperato di autoaffermazione.
Interessante , poi, notare, come la reazione ai Sex Pistols e a ciò che rappresentavano non fu certo molto democratica o tollerante: banditi da quasi tutti i locali, censurati da tutte le stazioni radio e Tv, inseguiti da fanatici religiosi ed estremisti di destra, arrestati e multati più volte, i quattro furono costretti a cercare fortuna negli USA, dove, visti come un fenomeno da baraccone e ormai alla deriva, a causa anche della tossicodipendenza di Sid Vicious, decisero di sciogliersi, finendo tutto sommato in gloria, pria di diventare parte di quell'Establishment che avevano combattuto e gli aveva combattuti.

martedì, settembre 26, 2006

Telefilm: Lost finalmente!

E' iniziata da un paio di settimane la seconda stagione di Lost sul canale FOX: Ci avevano lasciato col fiato sospeso con Jake, Kate, il grande ugo Hurley, e quel pazzo di Locke alle prese con la botola con i numeri maledetti, e con il rapimento del piccolo Walt e Michael, Sawyers e l'enigmatico coreano Jin sotto l'attacco degli "altri".
Insomma, i simpatici e gli antipatici dell'Isola divisi in due gruppi ma uniti da un destino enigmatico,
La seconda stagione inizia, necessariamente, con dei colpi di scena, come da tradizione. Colpi di scena non sempre credibili, bisogna dire. Senza spoilerare troppo per chi se li vedrà in chiaro sulla RAI (sempre che esista ancora la RAI) diciamo che il numero di coincidenze e di incontri "straordinari" sull'isola stanno aumentando in modo poco ragionevole. La trovata della botola e di quello che ci sta sotto è una delle cose meno riuscite viste finora. Più interessante la scoperta che ci sono altri superstiti del naufragio. Certo, tra scienziate francesi svitate, gli "altri", i superstiti dell'aereo e i "nuovi" abitanti, quell'isola incomincia ad essere più frequentata di Corso Buenos Aires all'ora di punta, ma tant'é.
Se devo giudicare le puntate, diciamo buona la prima, come sempre quando gli autori si incentrano su Jack, meno la seconda, come sempre quando il noiosissimo Michael (senz'altro il personaggio più stupido della serie) è al centro dell'azione.
La terza è parsa una puntata debole, forse la peggiore vista finora. Per fortuna ci si è risollevati con la quarta, con al centro il mitico Hugo, e Kate che viene scoperta sotto la doccia da Jake, una scena che ha ricordato alla lontana certe docce dei filmetti cochon anni70. Spero di vedere la bella Kate maggiormente al centro dell'azione nelle prossime puntate, senza dimenticare il rockettaro Charles.
Ah dimenticavo che fa il suo quasi esordio nella serie Michelle Rodriguez (si era vista di sfuggita in un flashback nella stagione precedente). Si presenta bene pigliando a pugni quell'antipatico di Sawyer. Insomma fa in cinque minuti quello che i vari Jack, Sahid ecc non sono riusciti a fare in 25 puntate.
Quello che suol dirsi una ragazza tutta pepe!

martedì, settembre 19, 2006

La Jhiad al Papa: una montatura mediatica

Negli ultimi due giorni tutti i mass-media, nessuno escluso, hanno aperto con dei titoloni su una presunta guerra santa che sarebbe stata dichiarata dall'Islam nei confronti di papa Benedetto XVI, a causa di alcune improvvide dichiarazioni di carattere teologico dello stesso in quel di Ratisbona.
Senza entrare nel merito, che non mi interessa ( e peraltro sembra non interessare a nessuno, perchè in realtà nessuno ha pubblicato cosa ha realmente detto Benedetto XVI, il che puzza un po' di cattiva coscienza ) non posso che constatare che si tratta di una enorme e smisurata messa in scena mediatica, uno di quelli che gli esperti di mass-media definiscono media event, ovvero eventi creati dai media.
I gornali parlano di grandi manifestazioni di rabbia del mondo islamico, ma in realtà, nelle foto pubblicate, non riescono a mostrare che qualche signore barbuto con qualche cartello al collo davanti ai resti di qualche pezzo di carta che si presume essere una "effige del santo padre". Con un miliardo di musulmani a disposizione, non sono riusciti che ad inquadrarne una mezza dozzina. Una prova di scarsa perizia professionale, o semplicemente mancanza di manifestanti?
A Teheran, ci informa "La repubblica", si sono svolte manifestazioni di protesta. Per l'esatezza, continua il sinistro giornale, trenta studenti coranici che hanno manifestato davanti al nunzio apostolico ed hanno lasciato uno striscione, con sopra scritto " contro la maleducazione del papa reagiamo con la bontà". un vero inno al terrorismo fondamentalista, non c'è che dire...
Dal momento che le reazioni del mondo islamico si sono limitate a qualche protesta di carattere diplomatico,e a qualche nota polemica di qualche ulema , c'era il bisogno di trovare qualcosa di più forte, e allora non poteva mancare qualche proclama della mitologica AL Qaeda, l'organizzazione colpevole di tutto, compresa l'influenza aviaria e il festival di Snaremo, anche se della sua esistenza reale dubita persino la BBC.
E allora ecco offerto in pasto all'opinione pubblica rimasta orfana dell'Orianona un bel proclama jhiadista che promette la conquista (addirittura) di Roma.
Peccato che uno vada a controllare e scopre che il sito terroristico è un blog tra l'altro ospitato proprio sullo stesso server che il lettore sta leggendo adesso.
Sì insomma i terroristi islamici hanno la loro base in California, proprio negli States della Lotta al terrorismo!
Stravagante vero? Se poi uno legge il blog in questione si rende conto che è opera di uno scervellato che, però, come diceva uno statunitense che ci è simpatico ( non è il solo) ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità
Infine, visto che oltre alle chiacchiere ci vogliono anche i fatti, si prende l'unico vero atto di violenza, l'omicidio di una sventurata Suora Missionaria in Somalia, e lo si addebita alla inesistente "rabbia contro Benedetto XVI".
Il problema, per i nostri pennivendoli, è che in Somalia la violenza è , purtroppo per quello sfortunato paese, all'ordine del giorno da una ventina d'anni, e che non c'è nulla che qualifichi quel gesto come frutto di integralismo islamico, o quanto meno, che possa collegarlo direttamente alla esternazione papale. Nessuna rivendicazine, niente di niente.
Insomma si è fatta di un dibattito teologico di cui, a noi come al 99% dei cristiani o musulmani, non poteva sbattere di meno, e si è confezionata una "crisi internazionale" fittizia, giusto per perorare la causa di quella bestialità che va sotto il nome di "scontro di civiltà" e che invece andrebbe più realisticamente chiamato "scontro fra le élites dominanti con la scusa della religione per il controllo delle risorse energetiche del pianeta"
Per chi volesse qualcosa di più serio su cui riflettere consiglio l'ottimo articolo di Sbancor sui fondamentalismi.
PEr gli altri riascoltarsi Imagine dell'indimenticato John Lennon
"imagine there's no heaven, above us only sky"
E bruciate quella carta straccia!

mercoledì, settembre 13, 2006

Libri: Nahui di Cacucci

Cacucci è uno dei miei (pochi) scrittori preferiti. Di lui ho letto una manciata di libri, tra cui "San Isidro Futbol club", raccontino simpatico su calcio, sudamerica e coca (non cola) "Ribelli" e "Oltretorrente", libri di grande passione ideologica e politica, due cose poco di moda oggigiorno, ma sopratutto In ogni caso nessuno rimorso libro che ripercorre l'epopea della cosidetta banda Bonnot, uno di quei libri che ti travolge e ti lascia un segno nel profondo.
Ultima sua fatica Nauhi ennesimo ritratto di una ribelle, di una di quelle persone che non piegano la testa e vivono la propria vita secondo le proprie covinzioni e predisposizioni, e non secondo i dettami della società.
Nata come Carmen Mondragon, figlia prediletta di un generale dell'esercito messicano, che fu tra i protagonisti di un colpo di stato organizzato per "riportare l'ordine" nel Messico di inizio secolo, sconquassato da rivoluzioni, guerre civili, corruzione e dittature, Nahui Olin (così si ribattezzò) fu musa ispiratrice di molti artisti, ed essa stessa pittrice, scrittrice e musicista. Fu una delle prime donne, la prima in Messico, a posare nuda per foto d'arte, nella convinzione che il suo corpo fosse un capolavoro tale da non dover essere celato alla sguardo altrui. Il libro. oltre che narrare la vita sofferta e avventurosa di questo personaggio, ripercorre la storia del Messico di inizio secolo fino agli anni 30, narrandoci miserie e noblità di molti personaggi dell'epoca, dai capi di stato e generali, ad artisti rivoluzionari e cialtroni come il Doctor Atl, ad attrici e cantanti dell'epoca. Tutti personaggi che contribuirono, nel bene e nel male, a quell'epoca tragica e grandiosa, e che Cacucci ritrare a tutto tondo, per così dire.
Sullo sfondo il Messico, un paese affascinante e che Cacucci dimostra di conoscere e amare con grande passione.
Lo stile di Cacucci è, nella circostanza, alle volte un po' troppo magniloquente, ma comunque sempre di grande qualità ed efficace .
Insomma, un libro che mi permetto di consigliare ;-))

lunedì, settembre 04, 2006

Schiavismo nella "democratica" italia!

Pensiamo di essere un paese civile e democratico, ovvero un paese in cui alcuni diritti fondamentali sono fuori discussione.
Uno di questi è il diritto alla libertà, che significa libertà di movimento, libertà di parola, di espressione e di associazione. Non è così. In Italia ci sono persone che non hanno queste libertà. non solo, ma non hanno neanche la minima libertà, Sono, a tutti gli effetti, degli schiavi.
Non ci credete? allora leggete lo sconvolgente articolo dell'Espresso nel quale vengono raccontate le disumane condizioni di vita e di lavoro dei migranti impiegati nella raccotla dei pomodori in Puglia. Da questo ritratto emerge chiaramente, tra le altre cose, come la ignobile legge Bossi-Fini serve non certo a difenderci dalla criminalità o dagli sbarchi dei clandestini ( che sono movimenti di protata storica che è ridicolo dissuadere con delle leggi di tipo repressivo) ma serve a mantenere in stato di schiavitù esseri umani reali, la cui umanità viene negata dalla etichetta di "clandestino", prima, e dalle sprangate e umiliazioni degli schiavisti.
Non solo, ma viene provato in modo netto e, oserei dire, devastante, che il cosidetto "Stato di diritto" è solo una pietosa bugia e paravento dietro il quale l'interesse del più forte prospera e ingrassa, alla faccia dei diritti umani, della dignità del lavoro, dell'eguaglianza di fronte alla legge, della democrazia della libertà e di tutte le belle favolette che ci raccontano dalla nostra nascita fino al giorno della nostra morte.
Credo di essere troppo incazzato per dire altro.
PS
Ringrazio Emiliano dal cui blog ho ripreso la notizia.

domenica, settembre 03, 2006

Cinema: Le colline hanno gli occhi


Una delle novità più fastidiose inventate negli ultimi anni dai gestori di cinema è quella dei posti numerati. Sarà forse utile per chi va al cinema in comitive numerose, e intanto che aspetta che arrivino i ritardatari compra i biglietti e può assicurarsi i posti senza dover distribuire golfini e borsette su 10 file diverse, ma per chi va da solo o in minima compagnia a vedere dei film non particolarmente commerciali in periodi di stanca, non c'è nulla di più deleterio.
Se c'è una cosa bella è infatti poter usufruire di una sala semivuota, per non dire vuota, potersi scegliere un posto bello isolato, e godersi il film, con la stessa tranquillità e solitudine che si può avere in casa propria, però col grande schermo e il Dolby Surround. Cosa che dovrò tenere a mente in futuro è di rifiutare il posto che le signorine alla cassa ti appioppano. Infatti ti propongono puntulamente, sorridendo ambiguamente, un posto a metà sala. Non sapendo cosa lo attende, e per cortesia, il malcapitato accetterà. Si troverà quindi circondato da persone che non conosce, e che hanno come lui accettato tale "cortesia",ma con cui dovrà condividere l'esperienza di vedersi il film. Dovrà quindi sorbirsi commenti e commentini, risate fuori luogo o urla agghiaccianti, per non parlare del continuo sgranocchiare pop corn et similia, e tutto ciò da persone che sono delle perfette estranee, e che mai e poi mai inviterebbe a casa sua, e, per giunta, in una situazione, essendo la sala completamente vuota, che non ha alcuna giustificazione di forza maggiore.
E' con questo stato d'animo leggermente disturbato che mi sono posto alla visione del film "Le colline hanno gli occhi" di Alexander Aja, remake di un film di Wes Craven. FIlm ampiamente derivativo, e non solo per la evidente ragione che si trattava di un remake. In realtà. più che dall'originale ( di cui ho un vaghissimo ricordo, per non dire nullo) il film mi è parso prendere di peso diverse situazioni da due recenti slasher, ovvero Wrong Turn e il rifacimento di Non aprite quella porta, che tra l'altro sono due dei migliori Horror film che abbia visto negli ultimi anni ( e che ho apena rivisto di recente). Dal primo si prende la storia delle mutazioni genetiche e dell'incidente provocato, dal secondo una scena di suicidio e il subplot del neonato rapito e della ragazzina che dà un insperato aiuto.
Nonostante questo, e alcune sbavature di sceneggiatura, devo dire che il film fa il suo dovere, soprattutto negli ultimi 40 minuti, con la giusta dose di tensione e ,tra l'altro, una dose di Gore puro inusuale nel cinema molto sterilizzato degli ultimi anni.
Insomma un discreto remake, probabilmente migliore dell'originale, che consiglio di gustare in perfetta solitudine, magari con una porta cigolante ed una finestra che sbatte scossa dal vento...

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