sabato, aprile 27, 2019

Si fa presto a dire Scienza

Negli ultimi anni, o decenni, la Scienza è venuta a sostituire ciò che prima erano le ideologie, e prima ancora le religioni, ovvero è diventata la base per le credenze comuni e persino per le politiche dei governi.
Per molti ciò è un bene, perché darebbe una base oggettiva a quanto crediamo, a quello che facciamo, ai nostri comportamenti, e quindi una azione di governo basata sulla Scienza, che sarebbe per stessa natura esatta e quindi indiscutibile.
Quanto questa concezione sia pericolosa credo che sfugga a pochi ( o meglio, lo spero) ma credo che a molti sfugga quanto questo sia anche dannoso, perchè potrebbe indurci a fare scelte sbagliate nella  convinzione che siano quelle giuste, esattamente come per religone e ideologia.
Veramente ciò che viene comunemente chiamata scienza può definirsi tale e davvero è credibile al punto di affidare le nostre esistenze ad essa?
Chiunque abbia avuto a che fare con medici (cioè quasi tutti ad una certa età) può facilmente trovare discutibile questo,  ma innanzitutto bisognerebbe definire cosa è la Scienza realmente.
La Scienza è semplicemente il tentativo dell'uomo di capire come funzionano realmente le cose, ovvero dare una spiegazione scientifica di avvenimenti che altrimenti rimarrebbero sconosciuti o con spiegazioni irrazionali o magiche.  Il problema è che la Scienza è fatta dagli uomini, e come tutte le attività umane è percorsa da errori, alle volte giganteschi, e che gli stessi scienziati fanno poco per combattere. Per sapere come funzionano le cose esiste un metodo chiamtato metodo scientifico, che consiste nel provare e riprovare che la ipotesi da cui si parte è corretta, e se non lo è va modificata o persino lasciata cadere: Più che provata vera una teoria deve essere provata NON falsa. In sostanza un esperimento che va bene non dimostra nulla, l'esperimento va riprodotto all'infinito e soltanto se sempre dà lo stesso risultato allora lo si può considerare riuscito.
La prima cosa è quindi la riproducibilità dell'esperimento.
Bene, secondo dei sondaggi condotti fra gli scienziati di vari settori, la riproducibilità dei risultati è, spesso,una chimera irraggiungibile :secondo un articolo pubblicato su Nature il 70% dei ricercatori non è riuscito a riprodurre i risultati delle ricerche altrui, e circa la metà non sono riusciti neppure a riprodurre i propri!
Non va meglio agli psicologi, che riescono a riprodurre l'esperimento solo nel 40% dei casi, e pessimamente agli oncologi, le cui stime di riproducibilità sono del 10% ovvero nel 90% dei casi lo studio non è ripetibile (quindi quando leggete di qualche cura del cancro potete stare certi almeno al 90% che si tratta di una bufala)
Tra le cause di questa crisi viene indicata la pressione per pubblicare dati e ricerche, anche quando queste danno risultati ambigui.
Però gli scienziati puntano anche il dito sui propri colleghi (e, quindi, su se stessi)
La frode viene indicata dal 40% degli intervistati come una delle cause di non riproducibilità degli esperimenti (insomma i risultati sono semplicemente stati falsati volutamente)
Addirittura il 14 % degli scienziati si dice convinto che alcuni colleghi si inventino del tutto i dati ed il 34% ammette di aver selezionato i dati per far emergere solo ciò che interessava, ovvero ammettono di aver truccato le ricerche.
Come riportato da questo articolo:

"È inoltre necessario considerare che il sistema accademico non premia per niente chi fa studi di riproducibilità, sono tempo e soldi buttati via dal punto di vista delle “performance produttive” del gruppo di ricerca.
Le stesse riviste scientifiche non sono un granché interessate a pubblicare ricerche che dimostrano la non riproducibilità di un precedente lavoro pubblicato, preferiscono pubblicare ricerche innovative o risultati sorprendenti e così ecco com’è facile far sparire le notizie dei fallimenti delle repliche.
In ultima analisi bisogna tenere a mente che oggi ci sono ricerche tanto specifiche che solo pochi esperti le possono capire e valutare; in questo modo si sterilizza l’attività di peer review (ossia il lavoro di revisione dello studio scientifico da parte di esperti così da poter decidere se pubblicarlo, chiedere chiarimenti o respingerlo). In alcuni casi c’è il grosso rischio che le riviste scientifiche pubblicano quasi alla cieca, del tipo: non ho capito di cosa stai parlando però mi sembra tutto serio e ben fatto, tu hai una buona reputazione, quindi lo pubblico.
«Non per questo adesso bisogna pensare che tutti gli studi scientifici siano inaffidabili – afferma Andrea Pensotti, direttore dell’Interdisciplinary Life Science Institutebisogna avere la forza di fare una seria autocritica nel mondo della scienza senza cadere nell’eccesso opposto della “caccia alle streghe” che porterebbe ad una grave crisi di credibilità non solo verso la popolazione generale ma anche verso gli stessi medici e tra colleghi ricercatori»."

Talel situazione è ancora più drammatica in campi come le ricerche sull'alimentazione o il clima, dove i giornali riportano notizie di ricerche scientifiche dando spazio solo a quelle che confermano i pregiudizi esistenti, o che servono ad avere più click o lettori ed attirare l'attenzione, e quindi a quelle più allarmistiche, che sono anche immancabilmente le meno scientifiche ed attendibili.
Inoltre le notizie su queste ricerche spesso vengono date in modo semplicistico e frammentario, o ancora vengono attribuite a scienziati non meglio specificati, o addirittura si spaccia come "scienza" il risultato, magari dopo averlo frainteso, di una singola ricerca. Oppure ancora, come nel caso dei "cambiamenti climatici" viene dato conto solo del "worst scenario" ovvero della possibilità più catastrofica che, però, è anche quella con meno probabilità di realizzazione
Cosa fare di fronte a questo? Evidentemente non fidarsi ciecamente di nessuno, informarsi su cosa realmente dicono queste ricerche, confrontarle con altre, vedere quali metodi sono stati usati (uno studio osservazionale ha spesso credibilità pari a 0, laddove studi randomizzati o con doppio cieco possono avere dei difetti, ma sicuramente sono più affidabili). 
Insomma, applicare il metodo scientifico (o fact checking se preferite) nel nostro piccolo. 
E, sopratutto, non fidarsi di cià che viene chiamato Scienza in modo superficiale, perché alla fine si tratta di ipotesi, non di verità.

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