giovedì, dicembre 29, 2011

Quella irrefrenabile antipatia per Hugo Chavez...


Giracchiando per Facebook mi capita l'occhio su questo articolo ;>,
Niente di che, un po' di banalità confuse viste dal punto di vista del giornalista medio italiano, quindi Anti-Putin, ma anche anti-Obama. La parte che mi colpisce è quella dedicata al Vnezuela ed al suo presidente Chavez che riporto:
Presidenziali in Venezuela. A Caracas dal 1999 regna sovrano il caudillo pop, Hugo Chavez. Fino a qualche mese fa era quasi scontata la sua rielezione a giugno del 2012, ma da quando il presidente venezuelano ha reso noto di avere un cancro e di sottoporsi a cicli di chemioterapia sull’isola di Cuba, a casa dell’amico Fidel, tutti i pronostici sono cambiati. La grinta di Chavez finora è stata determinante per mantenere il potere, ma il Paese patisce i morsi di politiche economiche fallimentari, come le nazionalizzazioni, e la gente è sempre più stufa della retorica bolivariana del socialismo o muerte. Nei supermercati mancano pane e latte e in molti potrebbero preferire votare il leader dell’opposizione, a un presidente stanco e malato.
Notate il tono apocalittico, ma sopratutto le contraddizioni dell'articolo: si attribuiscono le difficoltà di Chavez solo allo stato di salute però poi si afferma che la gente è stufa e si sottolinea (il grassetto è presente nell'originale) come la disaffezione sia dovuta a "politiche economiche fallimentari" in particolare le nazionalizzazioni.
Ho voluto verificare brevemente tale affermazioni ed ho trovato, digitando "PIL VENEZUELA 2011" il seguente articolo di tono decisamente diverso.
Difatti qui si sostiene il contrario, ovvero che il Venezuela vive un vero e proprio boom economico che si protrae ormai da almeno 15 anni (più o meno il tempo in cui Chavez è al governo, seppure non venga mai citato) e che ha scavalcato l'Argentina al secondo posto dei paesi più ricchi del SudAmerica. C'è da dubitare che la gente non trovi pane e latte (ovvero nulla essendo pane e latte il mangiare dei poveri) in un paese che è tra i più ricchi dell'America Latina
I dati sono forniti dal Fondo Monetario Internazionale, di certo non sospettabile di simpatie sinistrorse, e l'articolo è corredato di grafici (non più visibili ma non è questo il punto).
Questi due articoli mostrano chiaramente la differenza tra cattivo e buon giornalismo, o ancora, tra propaganda travestita da notizia, e corretta informazione basata sui fatti ( anche se paragonare il reddito medio di un paese a quello di un altro come indice di benessere non è molto corretto, bisognerebbe tenere conto dell'inflazione e della distribuzione di reddito).
Rimane però una domanda,ovvero: come mai la stampa italiana è sempre così ipercritica su qualsiasi cosa riguardi chavez, ed insiste su argomentazioni palesemente false, dalle accuse di falimento economico,a quelle di un presunto aumento della criminalità,alle patetiche accuse a Chavez di essere un dittatore (ignorando che ha regolarmente vinto decine di elezioni, pur avendo le principali televisioni del paese ovviamente contro)?
La risposta la si trova facilmente proprio nell'articolo di cui sopra, laddove vengono citate le nazionalizzazioni. Il governo Chavez ha sottratto il controllo dei petrolio alle multinazionali, destinando almeno parte dei proventi alla crescita ed allo sviluppo del paese, che difatti sta conosceno un periodo mai visto prima di crescita economica e benessere. Che poi Chavez non sia un mostro di simpatia è un altro paio di maniche. Neppure Sarkozy o la Merkel lo sono, se vogliamo dirla tutta...

venerdì, dicembre 23, 2011

Parlando di telefilm


Era un po' di tempo che non mi appassionavo più a telefilm: dopo la chiusura di Terminator the Sarah Connor Cronichles e Dollhouse (un Tf su cui varrebbe la pena ritornare) non avevo trovato niente a cui appassionarmi.
Sbagliavo nel caso di The Walking Dead; le prime puntate non mi erano piaciute, trama scontata e già vista (avete presente 28 giorni dopo?) personaggi alquanto banali e attori di maniera. Però devo dire che quardando la seconda stagione ho riveduto il mio giudizio. Certo gli attori sono sempre quelli ed i personaggi non sono cambiati, ma almeno sono cresciuti, è cresciuta l'intensità nei dialoghi, e forse, con meno zombie di mezzo, si è sviluppata meglio la descrizione della relazione fra i vari membri del gruppo di sopravvissuti. Purtroppo hanno interrotto a metà della seconda stagione e fino a febbraio non sapremo nulla.
American Horror Story è un tf di argomento soprannaturale, che racconta la storia di una famigliola, alquanto sconnessa, composta da padre psichiatra e fedifrago, madre tormentata a causa di sterilità sopravvenuta, e figliola dark e scontrosa, che vanno ad abitare in una casa dove si sono verificati in passato episodi di omicidi e brutture varie. Anche i vicini di casa (fra cui una sempre splendida quanto inquietante Jessica Lange) non sembrano molto normali. Il TF procede per accumuli di situazione, spingendo spesso e volentieri sul pedale dell'assurdo e del paradossale, per cui non sono riuscito a capire se si tratti di un Tf da culto o di una boiata pazzesca, però devo dire che, fra anziane cameriere che diventano all'improvviso sexy, giovani psicotici e vicine sadiche non ci annoia.
Lie to me continua a solleticarmi con la sua costruzione psicologica attorno a casi legali, che vengono risolti da un personaggio nevrotico e antipatico (dopo il successo di Dr House le serie TV ne sono piene, però questo è un po' diverso dagli altri)inbterpretato da Tim Roth (l'infiltrato ne "le Iene di Tarantino)
Mi ha sorpreso in positivo il Trono di Spade: generalmente i fantasy non mi piacciono molto, li trovo molto fanciulleschi, invece questo non lo è affatto, e non tanto per qualche scena d'azione cruda e qualche nudo (anche maschile) messo qui e là, quanto per una descrizione molto realista e anche cinica dei rapporti di potere in una società medioevale. Tra intrighi di palazzo, guerre minacciate e guerre realizzate la storia risulta gradevole ed interessante, ed anche qui si attende la seconda stagione che promette sfracelli.
Ma forse la asorpresa più piacevole è Teen Wolf: sarà che ho sempre avuto un debole per i lupi, mannari o no, sarà che i tf di ambientazione adolescenziale mi danno un certo senso nostalgico, però lo trovo veramente molto molto carino. Lo spunto inziale è abbastanza scontato come i personaggi di contorno: il classico sfigato che viene morso da un lupo e scopre qualità fino ad allora nascoste, la bella che arriva da un'altra città, il bullo della scuola e la reginetta di bellezza, e non può mancare l'amico tanto leale quanto imbranato.
Però la storia man mano diventa interessante, con altri lupi mannari, buoni e cattivi, e oscuri personaggi che sono nient'altro che cacciatori di mostri. Ritmo, battute divertenti e scene thriller sono l'ossatura di un Tf veramente fresco e gradevole, forse, se non di sicuro il miglior Tf di ambientazione Teen dai tempi di Buffy.

domenica, dicembre 18, 2011

Il razzismo in Italia fra finti stupri e veri omicidi

Due notizie hanno scosso (forse) l'opinione pubblica: il finto stupro denunciato da una sedicenne a Torino che ha causato un attacco ad un campo Rom e l'omicidio di due cittadini senegalesi (ed il ferimento di altri tre) ad opera di un estremista di destra.
Come già successo in altre occasioni si cerca, vuoi per stupidità, vuoi per calcolo politico, di deviare l'attenzione dai fatti rilevanti per concentrarsi su quelli secondari. Questo in particolare sui fatti di Torino, dove pare che il problema principale sia il fatto che una sedicenne non possa darla via liberamente perché sente il peso della verginità. Francamente a me non pare che sia questo il problema rilevante. Se la ragazza avesse denunciato lo stupro attribuendolo a qualche sconosciuto, lo sarebbe, ma la ragazza, come la famosa Erika a suo tempo, ha dato la colpa ad un gruppo sociale preciso, ovvero gli zingari Rom. Lei ha dichiarato di non essere razzista, e non dubito che non sia stato questo il motivo delle sue false accuse; ritengo che abbia, per risultare credibile, accusato un gruppo di cui si parla volentieri male, e a cui vengono attribuite alcune colpe vere e molte immaginarie, compresa l'abitudine di rapire bambini. Se questo fosse successo che so, a Belfast, ed i protestanti avessero attaccato il quartiere cattolico per vendicare qualche stupro o torto (o anche viceversa) non avremmo dubbi che l'elemento importante sia la tensione fra le due comunità. E' evidente quindi che lo stupro(vero o supposto che sia) sia un pretesto per attaccare in modo criminale persone innocenti, e che hanno la sola colpa di essere diverse.
Quanto avvenuto a Firenze è invece solare, e farlo passare per un gesto di follia isolata è veamente complicato, anche se certi sofisti ci hanno abituato a tutto. Siamo di fronte ad un estremista di destra, che frequentava la famigerata Casa Pound (un intellettuale americano antisemita)e che era convinto della esistenza di razze superiori ed inferiori. Ha pianificato ciò che ha fatto,lo ha fatto con delle motivazioni, folli certamente, ma fortemente sentite ed anche il gesto finale di togliersi la vita si inquadra in un preciso modo di vedere le cose, l'idea della bella morte, il suicidio del Samurai, il gesto esemplare, tutte idee e suggestioni molto diffuse nell'ambiente di riferimento.
Quanto accaduto è sicuramente frutto di una lunga campagna di odio insensato, come sostiene con lucidità il cittadino senegalese intervistato, e la situazione di crisi economica e di difficoltà economica potrebbero portare a guerre fra poveri rinfocolando ulteriormente odii razziali. La situazione è molto pericolosa.

venerdì, dicembre 09, 2011

Travaglio sulla manovra economica di Monti



Ammetto di essere pigro, e quindi non posos che ringraziare Marco Travaglio di aver detto, in modo perfetto, le ragioni per cui la manovra economica del "governo tecnico" di Monti è una porcheria. Andrebbe aggiunto che nella manovra non c'è un cent di taglio alle spese militari,e sarebbe il caso di lasciare l'Afganistan dopo dieci anni di occupazione, cosa che costa un paio di miliardi di euro all'anno.

giovedì, dicembre 08, 2011

Su Berlusconi ed il tramonto dell'antipolitica

Non ho ancora scritto nulla sulle dimissioni del Governo presieduto da Silvio Berlusconi. Ne ho già scritto talmente tanto in passato che tutto sommato penso fosse abbastanza inutile, e credo anche di essere stato tra i primi a dire che Berlusconi fosse ormai sul viale del tramonto. Aggiungo però una riflessione al mare di parole che sono state, più o meno sensatamente spese sull'argomento. Credo che la fine del Berlusconismo sia anche la fine (temporanea, molto probabilmente) di un certo tipo di antipolitica di tipo qualunquista/piccolo borghese. Se andiamo a vedere le ragioni per cui una fetta,non certo maggioritaria, ma consistente dell'opinione pubblica si era affidata a Berlusconi, sono quelle di una certa visione antipolitica della politica.
Difatti si diceva che Berlusconi fosse più affidabile in quanto non era un politico di professione. Ragionamento un tanto contorto: sarebbe come dire che al posto di Abbado o Pollini a dirigere l'orchestra della Scala ci si dovrebbe mettere il mio salumiere. Questo discorso si poggiava su altre due discutibili affermazioni: la prima era che Berlusconi era un uomo di successo e "si era fatto da solo", la seconda era che, essendo già ricco, non avesse bisogno di rubare.
Per qaunto riguarda il primo punto, il fatto che uno sappia badare, fin troppo bene, al proprio bene personale non costituisce prova certa che possa fare altrettanto per il bene pubblico, anzi. Da questo putno di vista un missionario sarebbe certamente più affidabile di un uomo d'affari qualsivoglia. E per quantto riguarda il "farsi da solo" bisognava chiedersi come fosse arrivato al successo, e si sarebbero scoperte cose alquanto imbarazzanti, sulle quali il Nostro ha sempre glissato non troppo elegantemente. e qui arriviamo dritti al secondo punto: credere che l'onestà sia data dall'appartenere ad una data classe sociale, e che se uno ruba sia solo per necessità. Certo, esistono pensionati o ragazze madre che rubano per necessità, per povertà, ma se andiamo a vedere la gran parte dei furti e dei crimini vengono compiuti da chi i soldi già ne possiede ed in abbondanza.
Anche i capi mafia in fondo potrebbero accontentarsi di quel che hanno, ed invece...
In realtà l'esercizio del potere da un lato induce chi lo esercita ad appropriarsi di ciò che non gli spetta, dall'altro lo rende quasi una necessità; per allargare la propria base di consenso devi disporre di grandi risorse e distribuirle a chi ti può aiutare, da qui il clientelismo, la copertura dei propri affiliati che si caccino nei guai, il creare reti di rapporti basati sul dare/ricevere favori (vedi P2, P3 P4 etc). E' una regola a cui pochi sfuggono, e non si capisce perché uno che ha raggiunto il successo con mille gabole (leggersi le varie biografie serie dell'uomo di Arcore per informazioni) dovrebbe infrangere tale "ferrea legge dell'oligarchia" per dirla alla Weber.
Che poi da uno che si è spacciato e si spaccia per "uno di noi" si passi ad un tecnocrate che nemmeno fa finta di avere qualcosa in comune con coloro che si appresta a spennare può essere considerata come una nemesi oppure come un rientro nella normalità o ancora come una semplice necessità, a seconda delle proprie convinzioni, ma il fatto è che, forse, di un certo tipo di retorica ci siamo liberati.

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