Visualizzazione post con etichetta Musica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Musica. Mostra tutti i post

martedì, maggio 17, 2022

Eurovision: Il pop va in guerra !

 

Premesso che a me dell'Eurovision non me può fregà de meno, che lo considero per quello che è, il trionfo della banalità, del cattivo gusto e il perfetto esempio della decadenza culturale di quella roba che chiamano Europa (spero per loro che Indiani Arabi e Brasiliani siano risparmiati da tale "influenza" ) faccio una brevissima riflessione su ciò che è diventato la musica e la cultura "Pop". Negli anni 60 c'era questa idea, probabilmente una illusione, che il pop, il rock (all'epoca non esisteva questa distinzione) i fumetti (certi fumetti) e certo cinema fossero liberatori, ovvero fossero veicolo di una controcultura che avrebbe sostituito quella mercificata del capitale e dello Stato. Ma già i Sex pistols una decina di anni più tardi gridavano che il Rock'n roll era un truffa, e molto probabimente  avevano ragione. Diciamo che, in qualche modo, l'illusione che la cultura pop ed il rock in particolare fossero in qualche modo "opposizione" allo stato di cose vigenti ha retto fino ad una quindicina di anni fa. Da allora il pop nelle sue varie forme è diventato non solo ripetitivo e vuoto di contenuti, ma un ennesimo mezzo di diffusione del conformismo, che oggi magari si spaccia come anticonformismo, ma in realtà è il ripetere slogan che servono a diffondere l'adesione al modello dominante, che è quello del globalismo elitario, delle "buone cause", del buonismo a senso unico. Così tutti devono aderire a queste "Buone cause" e chi dissente viene riportato all'ordine attraverso lo squadrismo dei social e dei media. Come Nicky MInaj, che ha espresso dubbi sulla necessità di vaccinarsi, o Adele, che oltre che essere dimagrita (cosa che pare sia ora "scorretta", perché vuol dire che sei vittima del "patriarcato") si è permessa di dire che è orgogliosa di essere una donna, affermazione che fino a pochi anni fa l'avrebbe vista proclamata "femminista dell'anno, ma oggi, in tempi di "gender fluid", è praticamente una offesa a quel 0,01% della popolazione che è diventato l'idolo del popolo Woke. E per non parlare dell'autrice di Harry Potter, esclusa per lo stesso motivo da una celebrazione del mondo del maghetto che l'ha resa famosa, un po' come escludere  Stan Lee da una festa in onore di Spider Man.
LEurovision, che di per sè è la celebrazione del nulla, nella sostanza è la Champions League della Canzone commerciale, Il Festival di Sanremo Europeo, è diventato da tempo uno strumento di propaganda, come la Notte degli Oscar, della ideologia buonista-globalista.
L'anno scorso, in coincidenza con la mobilitazione italiana ed internazionale "contro la transomofobia" vinsero i Maneskin, gruppo psuedo rock che rifà quello che facevano DAvid Bowie &CO ormai 50 anni fa, e naturalmente molto meno bene, nel 2009 si era anche esibita una cantante svedese poi diventata famosa come mamma della famigerata Greta, la finta bambina finta scienziata creata  dalla confraternita del WOrld Economic Forum, a dimostrazione che sempre nello stesso circolo si va  apescare- Peraltro i  Manskin si sono segnalati per agitare il vessillo Ucraino nei loro concerti, senza porsi il minimo problema se uno stato che pratica l'odio etnico verso una parte della sua popolazione da ormai 10 anni e che ha fra le sue file noti criminali nazisti non sia un po' in contrasto con l'idea di pace e nonviolenza, ma queste sono problematiche per persone pensanti, non per "artisti" al soldo dei potenti.
All'eurovision nel 2014 Avevano premiato tale Conchita Wurst, un uomo che è diventato donna ma con la barba, e che è poi tornato/a rapidamente nel dimenticatoio. Come probabilmente sarà di questo gruppetto che ha usufruito del bispensiero in stile Orwell che ormai definisce Pace la guerra contro i russi, fino all'ultimo ucraino (ed europeo, forse)
Già i russi esclusi da tutte o quasi le competizioni. sportive o canore 
Un tempo Lennon cantava "immagina che non ci siano stati, niente per cui uccidere o morire" Infatti, basta eliminare tutti i russi e filorussi e poi il sogno di Lennon si sarà realizzato, facile no?
 
PS
Mi segnalano che Alina Pash, la cantante che avrebbe dovuto partecipare all'Eurovision contest, è stata esclusa per un suo viaggio in Crimea, avvenuto nel 2015, considerato "illegale". Per cui è stata sostituita dal più affidabile e "patriottico" gruppo denominato Kalush Orchestra. 
Inoltre In molti paesi (Georgia, Croazia etc) il "televoto" che ha deciso il contest non ha funzionato.
 Insomma una truffa del pop fino in fondo...

 




venerdì, maggio 12, 2017

In vendita il mio libro Shakira la Rockera dai piedi scalzi

Ho il piacere di comunicare la conclusione felice di un progetto a cui ho lavorato per quasi due anni, nei ritagli di tempo, con molte incertezze e con molti cambiamenti al progetto originale, ma credo di aver raggiunto un discreto risultato finale.
Risultato finale che, chi è interessato, potrà verificare di persona.
Vediamo di cosa si tratta:

Shakira - La rockera dai piedi scalzi è un ebook in vendita presso i negozi Amazon.
Il libro racconta la vita e la carriera di una delle star più amate e seguite.
Con oltre 80 milioni di dischi venduti, Hit che hanno segnato la musica moderna (chi non ricorda canzoni  comeWhenever Wherever, Hips don't Lie o Waka Waka? ) centinaia di concerti, più di 400 premi vinti e oltre 100 milioni di followers su Facebook,  Shakira è forse la Popstar più globale e più amata degli ultimi 20 anni. Il libro ne ripercorre in modo agile la vita e la carriera, le origini sociali e culturali, le difficoltà iniziali, i primi successi, la vita sentimentale, i concerti, e analizza la musica ed il significato dei testi.
Viene anche dato ampio spazio alle molte iniziative filantropiche che Shakira ha intrapreso nel corso della sua carriera, dalla creazione della Fondazione Pies Descalzos fino all'impegno nell'UNICEF e a favore dei profughi e dei migranti.
Il libro sottolinea quindi il fatto che Shakira non sia una semplice popstar ma vuole sottolineare l'amore di Shakira verso il rock, il suo impegno sociale, e la modestia che ne ha sempre caratterizzato l'azione, oltre alla abitudine di esibirsi sul palco a piedi scalzi.

Il libro può essere acquistato presso Amazon a questo indirizzo

venerdì, gennaio 25, 2013

Recensioni 2012 parte terza

Norah Jones : Little Broken Hearts Non conosco tantissimo questa brava cantante, ma so che i suoi primi lavori attingono nella tradizione del blues e del jazz. Lentamente Norah si è spostata verso territori più pop, nel senso di moderni, più che di facile consumo. Il risultato di questo cambiamento in Little Broken Hearts è contrastante, nel senso che, se da un lato le canzoni sono tutte abbastanza dignitose, dall’altro l’insieme appare ripetitivo, per cui alla fine è un disco che si ascolta con piacere, ma che non procura particolari emozioni, e che non riesce ad attrarre l’attenzione dello spettatore. Un dignitoso 7
Alicia Keys Girl on fire Quinto disco della cantante newyorkese, Girl on Fire segue The elemento of freedom, un disco che mi era piaciuto molto e che reputo essere, forse, il suo migliore. Ovviamente è sempre difficile riconfermarsi dopo un lavoro di alto livello e questo Girl on Fire non fa eccezione. Come sempre l’inizio è un breve brano di apertura e poi ci si getta nell’ascolto con Brand New me, pezzo ottimamente strutturato, uno dei migliori. Poi però il disco non mantiene lo stesso livello delle sue premesse Se When it’s al lover, listen yo you heart sono pezzi gradevoli ma che non lasciano particolari tracce bisogna dire che New Day è veramente un pezzo non all’altezza del talento di Alicia, con un testo tanto brutto da essere imbarazzante, ed una musica ripetitiva e inutilmente rumorosa. In quanto a Girl on Fire, la versione contenuta nel CD denominata inferno version mi pare assolutamente inferiore a quella del singolo, in quanto la parte recitata o rappata affidata a Nicki Minaj appesantisce il pezzo, peraltro basato quasi unicamente sulla voce di Alicia. Fire We make è il solito duetto (in questo caso con Maxwell) che ci viene propinato e appare inutile. Da qui in poi, per fortuna, il disco sale e finalmente si assesta su buoni livelli; Tears always win, That’s when i Knew, 101, sono brani riusciti ed una menzione particolare va per Not even the king, cantata con il solo accompagnamento del piano. Qualche caduta di tono in Limitdless, ma il giudizio alla fine è più positivo che negativo, anche se da una cantautrice del valore di Alicia è lecito attendersi sempre dei capolavori, mentre questo non è più che un discreto disco con qualche punta: 7,5
Green Day- Uno,-Dos! -Tre! La trilogia dei Green Day uscita tra settembre e dicembre con una cadenza più da rivista che da gruppo rock va analizzata come un corpus unico. In effetti le differenze fra i tre dischi sono abbastanza minime. Sicuramente fra i tre il primo, ovvero Uno! Rappresenta con più nettezza il ritorno alle origini e la presa di distanza dai precedenti due lavori dei GD, tanto complessie vari musicalmente quanto impegnati nelle tematiche. Qui la musica è molto più diretta e le liriche decisamente più terra e terra, direi quasi adolescenziali. Il disco risulta divertente, ma anche un filo monotono essendo una serie di canzoni veloci e ritmate che si susseguono quasi senza soluzione di continuità- Dos e Tre! Non si allontanano tantissimo da questa traccia, però dimostrano una maggiore varietà, soprattutto Dos che reputo il migliore dei tre, e nel quale fanno capolino qualche ballata, come la tenerissima Amy, e soprattutto risulta più convincente sul piano melodico. Trè! È una via di mezzo tra i due, diciamo così. In sostanza i tre dischi mi convincono tutti, quello che non mi convince, o meglio che non riesco a spiegarmi, è il perché di una simile operazione. Dal momento che tutti e tre i dischi non durano molto più di 40 minuti, e che non hanno particolari differenze di stile, non riesco capire perché fare tre dischi e farli uscire uno dietro l’altro, quando sarebbe stato possibilissimo, ed anche consigliabile, farne un paio, tagliando qualche pezzo eventualmente, e facendoli uscire a qualche mese di distanza, il che sarebbe stato più sensato anche sul piano commerciale. Per sintetizzare darei 8, 9 ed 8,5 in attesa di poterli vedere finalmente dal vivo!
Rihanna – Unapologetic Sinceramente non avrei mai pensato di comprare un disco di Rihanna e che questo mi sarebbe anche piaciuto, ma il bello della musica è di poter cambiare opinione senza drammi. Il disco ha un paio di “tamarrate” opera di quel demiurgo della Dance/House che è David Guetta, ma , guettate a parte, per il resto è un disco dignitoso e sorprendentemente valido in più di un momento, con alcune punte verso l’alto: difatti, Diamonds, che è poi la canzone che mi ha convinto, è un vero gioiellino, un pezzo, partorito dalla mente geniale della cantautrice australian Sia Furler, che riesce a creare quasi un nuovo stile musicale, un mix tra dance, rock e Chill Jazz. Anche What now, ballata con echi rock, e Stay, dolce piano ballad si segnalano. E ancora il reggae dub di No love allowed e Gone without tears, pezzo con reminiscenze soul, ma un po’ tutto è almeno gradevole e si ascolta con piacere. Merito del nutrito stuolo di songwiter messo a disposizione della cantante barbadoregna, ma anche Rihanna ci mette del suo dimostrando di essere molto cresciuta sul piano interpretativo dai tempi di Umbrella. Per cui un 7,5 ci va.

giovedì, dicembre 27, 2012

Recensioni CD parte 2

Recensioni Cd 2012 seconda Parte  

Of Monsters and Men : My Head is an animal

Disco d’esordio di questo curioso gruppo, uscito nel 2011, ma che ha raggiunto notorietà solo quest’anno grazie ad un singolo come Little Talks. Gruppo curioso sia perché viene da un paese abbastanza al di fuori del giro della musica internazionale come l’Islanda, che peraltro ha dato i natali ad artisti come Bjork o i Sigur Ros, sia per il tipo di sonorità che propone. Il tipo di operazione musicale che portano avanti gli OMEM ricorda forse un poco i Cranberries, nel senso che la loro musica è ispirata da un lato dalla tradizione del proprio paese (l’Islanda e non l’Irlanda) e dall’altro dal rock alternativo. Però le similitudini finiscono qui. Difatti il percorso musicale del gruppo islandese è decisamente diverso da quello dei più noti irlandesi. Soprattutto si caratterizza per la presenza di due voci, una maschile ed una femminile, che alle volte si alternano, e altre volte si fondono, creando qualcosa di particolare. Anche la musica è particolare, tende a creare delle atmosfere che oserei definire tenui e corpose al tempo stesso, con l’alternarsi di momenti pacati ad altri più movimentati, alle volte anche in modo imprevedibile. Tra i pezzi che preferisco segnalo, oltre al già citato Little Talks, From finner, Six Weeks, Your bones, LakeHouse UN gruppo da tenere sicuramente d’occhio per il futuro ed un CD che vale un 9,5 senza se e senza ma.
Mumford and Sons – Babel
 Disco basato su una solida struttura folk, Babel dimostra anche come il folk stia tornando di moda, in effetti Babel è stato anche, sorprendentemente, un successo di classifica vendendo 600.000 copie in una sola settimana negli USA e quasi un milione a livello mondiale. Forse per questo il disco è stato un po’ sottovalutato da certa critica con la puzza sotto al naso. Si tratta in realtà di un validissimo prodotto che, se da un lato non si può certo definire innovativo, essendo basato sul folk e ricordando almeno al sottoscritto gruppi come i Men that couldn’t hang (che andrebbero riscoperti) dall’altro non se ne può negare la validità, e nemmeno si può negare il merito di portare avanti un discorso coerente di purezza musicale, in un tempo dominato dal ricorso eccessivo ed ossessionante all’elettronica ed ai suoni più o meno campionati. Tra i pezzi prediligo Holland Road e Broken Grow, ma tutti sono ad un livello decisamente buono. Voto 8,5
  Cherri Bomb This is the end of control
Altro disco che mi ha sorpreso in modo piacevole: le Cherri Bomb sono quattro ragazze americane giovanissime, ma che suonano con le capacità e la creatività degne di una band ben più esperta e stagionata. La musica che propongono è una sorta di hard rock venato di pop e alternative in cui la durezza dei riff e la potenza della sezione ritmica vengono addolciti dalle voci e dalla capacità di creare perfette melodie delle quattro ragazze, che si alternano alle parti vocali , per lo più affidate alla chitarrista ritmica Julia, ma anche le altre se la cavano egregiamente. Tra i pezzi sicuramente si segnalano Act the part, Let it go, la ballata romantica heart is a Hole e Too many faces, un pezzo assolutamente perfetto nel suo alternare durezze Hard e melodia Pop. Magari un paio di pezzi risultano inferiori rispetto al resto, ma si tratta veramente di un esordio di una band molto promettente e a cui non posso che dare un bel 9 augurando alle 4 simpatiche ragazze di raggiungere il successo che meritano.  
P!nk – The truth about love
Truth about love esce 4 anni dopo al bellissimo Funhouse, e risulta rispetto al predecessore piuttosto deludente, direi anche rispetto ad I’m not dead. Diciamo che alcuni pezzi sono all’altezza del talento di Alicia (vero nome di P!nk) ma altri sono decisamente sotto. A quest’ultima categoria appartengono Are we all we are e Here comes the weekend, pezzi che risultano decisamente indigeribili, mentre brani come Bear me up The great escape sono assolutamente belli. Il resto, più o meno sta in mezzo, con cose interessanti anche se non pienamente riuscite come il glam-rock di Sluts like you e The truth about love, e cose appena passabili come Blow me (one last kiss)o When the beat go?, che ricordano un po’ troppo canzoni del passato per soddisfare un palato esigente. In effetti il difetto maggiore del disco è di riproporre cose già sentite del repertorio di p!nk (o molto simili) però fatte meno bene, con meno passione, anche se sempre con professionalità. Per cui, a parte quei 4-5 pezzi da me citati, il resto risulta abbastanza inutile, magari gradevole, ma già sentito per chi segue la cantante americana da tempo. Insomma non darei più di un 6,5 al cd consigliando i dischi precedenti a chi volesse avvicinarsi comunque alla sua musica

 Alanis Morrisette – Havoc and Bright Lights
Alanis ebbe un grandissimo successo a metà degli anni 90 con Jagged Little Pill. La sua inflienza sulla musica femminile degli ultimi 20 anni è stata enorme, basti pensare come cantanti di successo come Avril Lavigne o Katy Perry abbiano riconosciuto quel disco tra le loro principali influenze. Poi però Alanis è passata in secondo piano, nonostante abbia continuato aprodurre musica interessante e valida. Questo disco cerca di riportare Alanis ai fasti di un tempo, e ci riesce parzialmente. Ovviamente il tempo passa, ed è impossibile oggi riprodurre l’impatto artistico e commerciale di un disco come Jagged little Pill, tuttavia Alanis non ci va molto lontano. Se l’inizio del disco è affidato sostanzialmente all’ottimo singolo Guardian, direi che man mano che si va avanti nell’ascolto si scoprono una serie di ottime canzoni come Spiral, Lens, Havoc, Receive, Numb, canzoni sospese fra rabbia e melodie pop, dove Alanis, senza magari l’energia straripante dei primi lavori, ma con più maturità e riflessività, riesce ancora a comunicare la sua anima musicale ed artistica. Quindi valuterei attorno ad 8 questo lavoro, non un capolavoro ma indubbiamente un buon lavoro che è riuscito a riportare all’attenzione di nuovi e vecchi fan la brava Alanis.

sabato, dicembre 22, 2012

Recensioni cd 2012 prima parte.

Quest'anno ho incrementato il mio consumo di CD, alla faccia della crisi, della moda del download e della moda di dire che la musica di oggi fa tutta schifo. Ecco una prima carrellata di impressioni, non giudizi.
 Joe Jackson -The Duke Nuovo disco del nostro caro Joe, che, come il vino(ma credo lui preferisca la birra) migliora invecchiando. Si tratta di un omaggio a Duke Ellington, grande musicista e songwriter Jazz, attraverso la rivisitazione di alcuni dei suoi classici. CI sono moltissimi ospiti, tra cui vale la pena citare Steve Vai ed Iggy Pop. Eppure il disco non è affatto rock, ma rimane nell'ambito del Jazz, mischiando varie influenze oltre al jazz si sentono echi e spizzichi di reggae, musica latinoamericana, fado portoghese, piccolissimi spruzzi di chitarra rock. UN disco molto gradevole, da sentire e risentire, sia con attenzione, ma che va bene anche come colonna sonora per preparare da mangiare, perché no...? voto 8,5
 Melanie Fiona, the MF Life. L'ho ascoltato un po' trovandolo interessante come al solito nella parte vocale, meno però in quella musicale. Il difetto maggiore del Cd, composto da ben 17 tracce (io ho scaricato da Itunes da versione deluxe) è l'eccesso di duetti, probabilmente fatti per ragioni commerciali, che finiscono per impoverire e sovraccaricare un disco altrimenti interessantissimo. Ci sono infatti la bellezza di 5 duetti (j. cole, NAS, B.O.B John Legend e T-Pain) e nessuno di questi mi pare riuscito, l'unico a salvarsi è quello con NAS, intitolato Running, anche perché il duetto arriva solo nella parte terminale del brano. Tolti i duetti il resto del disco ripete (senza ripetersi) qualità e sonorità del precedente, con pochissime cadute di tono. Quindi Soul, R&B, un po' di Reggae che fa capolino qui e là, e tanto talento ed energia che esplodono incontenibili in pezzi come Watch me work, Change the Record, Like I love you, Break down these walls, a conferma delle enormi potenzialità di questa cantante, che, rinunciando a qualche inutile duetto, avrebbe potuto confezionare una specie di capolavoro, ed invece ha fatto solo un , a tratti, ottimo disco. voto 8


 Bruce Springsteen- Wreckin Ball Un disco che era stato annunciato come molto rock, ed in realtà tende molto di più verso il Country, con alcune aperture abbastanza insolite verso la black music. le prime track sono buone ma non eccezionali, il disco sale di livello con il progredire delle tracce considerevolmente, toccando i vertici nelle splendide Jack of all trades, This depression, Wreckin ball e Land of Hope and dreams UN altro ottimo lavoro per il boss e la sua band, che  chiude il disco con una commovente dedica a Clarence "Big Man " Clemons Clarence era un grande e mi ha fatto sentire, amare e sognare in grande Quanto grande era Big Man? Troppo fottutamente grande per morire Potete scriverlo sulla sua tomba, potete tatuarvelo sul cuore Clarence non ha lasciato la E Street band quando è morto la lascerà quando noi moriremo voto 9



Katie Melua- Secret Simphonies Quinto lavoro in studio , intitolato Secret Siymphony, un disco registrato con la partecipazione  della Secret Symphony Orchestra. Chi pensasse ad un disco "pesante" si sbaglia e di grosso. In realtà è un ritorno, seppure con qualche innovazione, alla musica che ha sempre caraterizzato katie. Infatti, dopo gli esperimenti, un po' electro-pop di The House, disco non riuscitissimo, la cantante di origine georgiana torna a quel pop sofisiticato e sporcato di blues e jazz che è poi la matrice del suo sound. Gli arrangiamenti orchestrali ci sono ma non sono preminenti e non soffocano le canzoni, che anzi brillano. Il disco ha molte cover,e come, nei suoi primi lavori, è fortemente influenzato dal lavoro di Mike Batt, da sempre il pigmalione di Katie. Dopo averlo sentito e risentito è,per me il disco dell'anno: voto 10


Cranberries: Roses
Quando i gruppi si riformano spesso lo fanno per mere ragioni commerciali oppure perché si annoiano e tirano fuori dischi che ti chiedi: "ma non facevano meglio ad andare al pub e giocare a freccette?" Non è il caso di questo Roses dei quartetto irlandese che torna con un disco valido, che si riaggancia maggiormente ai loro primi lavori che non agli ultimi. Atmosfere levigate e nostalgiche e grandi capacità melodiche. Manca però quel pezzo ad effetto, tipo zombie, che faccia decollare realmente il cd. voto 8,5

 Billy Bragg and Wilco: Mermaid Avenue 1,2 e 3 
Riedizione dei primi 2 volumi di Mermaid Avenue con l'aggiunta del terzo lavoro. Per chi non lo sapesse si tratta delle canzoni inedite di Woody Guthrie (pare ne abbia scritte a centinaia) che la figlia di Woody, dopo averle trovate, ha passato nelle abii mani di Billy e dei Wilco perché gli cucissero un vestito musicale adatto ai tempi. L'operazione non solo è riuscita, ma è riuscita benissimo, in quanto sia Bragg che il gruppo americano sono riusciti nella difficile operazione di rendere i testi in una forma musicale che fosse gradevole, adatta ai tempi, ma non tradisse lo spirito del grande cantante folk americano. E' difficile dire quale dei 3 dischi sia riuscito meglio, ma c'è abbastanza materiale da passarci su un'estate, o un inverno, o un'autunno, fate voi. Un disco imprendibile per chi ama il folk/rock d'autore. In allegato anche un DVD voto 9,5

martedì, ottobre 09, 2012

Di Lady Gaga o di come avere successo sia diverso dall'avere talento.

Ci sono personaggi della musica che non riesco a reggere: lo so, i gusti sono gusti (ma esiste anche il gusto dell'orrido, rubando una battuta a Diego Abatantuono)però esiste la realtà oggettiva, che va considerata, al di fuori di questo esiste il soggettivismo esasperato, che a lungo andare diventa delirio. Ora, si dice che i fan di un cantante o gruppo siano in delirio. Alle volte questo è vero in senso letterale. Ci sono persone che letteralmente delirano per tali personaggi, nel senso che fanno affermazioni su di essi che non hanno niente in comune con la realtà dei fatti e che sono, quindi, puro delirio. Uno di questi deliri è "lady Gaga fa dei grandi Live ed è una grande cantante". Se fare dei grandi live è fare degli spettacoli da circo barnum, da fiera di strapaese, invocare la grazia di Gesù Cristo perché ti esibisici di fronte a 24000 persone e quindi Dio è dalla tua parte, e poi simulare un rapporto orale ad uno dei tuoi 350 ballerini (di cui non sai nemmeno il nome, ma solo le misure)perché "sei nata in quella maniera" (un po' zoccola?)allora ok lo ammetto, Lady gaga fa dei grandi Live (seppure un po' in playbak,ma che ci vogliamo fare, lei balla e si dimena come una foca ammaestrata, mica può pure cantare Live!) Sulla grande cantante, però, ho qualcosa da ridire. Tanto per spiegare cosa intendo ecco The Edge of Glory cantata live a Milano nel recentissimo show. E' una esibizione molto istruttiva (e divertenti) perché ci dice sul personaggio (e sul modo in cui è stata lanciata nello stardom) molto più di mille analisi e commentari fatti da giornalisti poco coraggiosi, se non palesemente prezzolati. La Stefani Germanotta, in arte Lady Gaga, se la tira da grande cantante. Ma, purtroppo per lei, non lo è. Cerca l'acuto impressionante, quello da ovazione che nasce prepotente dall'ammirazione sincera, ma non ci riesce. La poveretta si dà da fare, ad un certo punto con la manina dà aria alla gola, evidentemente sul punto di infiammarsi come il serbatoio di una Ferrari, ma proprio non glela fa. La voce esce stentorea e su note basse. Poi alla fine ce la fa. è un attimo fuggente, dura meno di 2 secondi e mezzo, ma non pretendiamo troppo, suvvia... A quel punto prende coraggio, però il fiato le manca (lo sforzo, bisogna capirlo, ha la veneranda età di 26 anni dichiarati, mica potrete pretendere...) poi si getta fuori da quella specie di cattedrale (spero sconsacrata) in cui si esibiva, si leva quella specie di tovaglia firmata da Versace (ecco come impiega i lauti compensi che le derivano da biglietti posti in vendita a prezzi stratosferici) e passa da un improbabile travestimento da Santa Caterina da Siena ad un più probabile (per lei) vestito da professionista del sesso. Il risultato canoro non cambia. Sembra che abbia l'enfisema polmonare. O i suoi manager la costringono a cantare ammalata, oppure è lei che proprio non ci riesce. NOn so a quanto esattamente ammontasse il prezzo del biglietto, ho visto biglietti per posti laterali a 118 euro più prevendita. Un salasso, ma se uno vuole buttare soldi nel concerto di Lady Gaga, o nel comprare l'IPhone, od il Samsung (che fa pure più schifo) non glielo si può impedire. Anche quello fa funzionare l'economia. Va bene tutto, il prezzo del biglietto, il divismo, il marketing, però non venitemi a dire che questa sa cantare. A livello di dilettanti, forse, ma a livello professionistico no. Potrei mettere decine di performance di altre cantanti al cui confronto Gaga sparisce, da Beyoncè a Shakira passando per Anastacia e quant'altre. Mi limito a due cantanti, sottovalutate,ed in uncaso odiatissime dai fan della Germanotta (e si capisce il perché) che ho avuto il piacere di poter vedere Live, a prezzi accettabili tra l'altro. Ed ecco per prima Katy Perry con The One that got away a Jakarta sentirete a 4:46 un acuto fatto come si deve, netto, potente e di 12 secondi di durata. Meglio ha fatto Avril Lavigne a Montreal
nel 2011:
Se quella di Katy Perry è un'ottima performance qua siamo nella categoria dello straordinario: a 3.31 Avril parte con un acuto in cui va su note altissime e lo tiene per 20 secondi! Pazzesco! E qui mi fermo prima di mettermi a delirare anch'io, anche se, in questo caso, il delirio sarebbe giustificato. Si chiamerebbe casomai, elogio della follia (canora) di Avril. Di fronte a questo se io fossi la Germanotta (ma, grazie al cielo, non lo sono) prenderei le mie tovaglie firmate e le mie calze a rete, e sparirei alla ricerca di una brava insegnante di canto. Ma perché farlo se si fanno i soldi a palate e metà mondo ti considera un genio? Appunto, perché?

martedì, agosto 21, 2012

Muse? no, Cherri Bomb !

Un tempo mi piaceva il gruppo inglese dei Muse- Più che piacermi lo adoravo. Lo avevo scoperto casualmente, ero andato ad un loro concerto all'Alcatraz di Milano, nel 2001. Quell'insieme di pura energia e di creatività, che spiccavano in un panorama musicale che diventava sempre più rarefatto, non poteva lasciarmi indifferente. E difatti non lo fece. Gli anni sono passati e col tempo questa passione si è affievolita. E' successo per altri gruppi, ed è successo anche per i Muse. Il perché è facile a dirsi. Quando un gruppo raggiunge il successo tende a rendere la sua musica più morbida, meno intransigente, ad aprirsi, detta in una parola, diventa più commerciale. Non è detto che sia un male, almeno all'inizio. Però di sicuro ciò che rendeva unico quel gruppo si perde, si incomincia a sentire parlare di sperimentazione. La sperimentazione è una cosa bellissima, fondamentale, peccato che il più delle volte sia una scusa per spacciare la mancanza di idee, se non l'opportunismo musicale, e cercare di riempirsi le tasche di soldi facili, Succede, siamo esserei umani. Anche le Rockstar lo sono. E' un po' come le scelte di vita dei calciatori, che vanno a giocare in squadre sconosciute in campionati sconosciuti, perchè fanno una scelta di vita, ovvero, voi rinuncereste e 10 milioni di euro netti? No, eh? Nemmeno loro. Per tornare ai Muse dopo il loro disco Resistance, veramente deludente, ho incominciato a perdere la stima verso di loro, e le ultime due canzoni non fanno che rinforzare questo sentimento. Come con gli U2, li adoravo, mi ero preso anche il giubbotto come quello che Bono sfoggiava in Pride. e poi che fanno? iniziano a perdere colpi a fare insulsa musica da classifica... E' così, è un ciclo continuo: gruppi che decadono, che perdono ispirazione, che si vendono (in realtà chi sceglie di fare musica di professione si vende dall'inizio, il punto è se ci si vende senza se e senza ma)che fanno robe che ti creano imbarazzo. Per fortuna quando uno se ne va, qualcun altro arriva a riempire (in parte) quel vuoto. E così ho scoperto questa band formata da giovanissime ragazze (negli USA le tirano su a nutella e rock'n'roll, beati loro!) che si chiama Cherri Bomb. Tra qualche anno, forse, le siliconeranno e le faranno ballare il tip tap a qualche reality e faranno insulsa musica da classifica anche loro. Per il momento hanno passione e cuore, tutto quel che ci vuole per fare del sano rock'n roll. Godiamocele finchè dura

mercoledì, febbraio 08, 2012

Recensioni Cd 2011

Con un po' di ritardo ci siamo. Ed ecco la carrellata di recensioni di una annata sinceramente abbastanza avara.

Adele- 21

Partiamo dal disco che è stato il caso dell'anno (alla faccia delle pretese di Lady Gaga !)
Preso atto dell'immenso ed imprevisto successo (vendere 15 milioni di dischi in un anno di questi tempi di crisi e download illegale equivale a venderne una trentina ai bei tempi) e di cui bisogna rendere merito ad Adele (beh sì i dischi sono fatti per essere venduti e se uno ci riesce senza ricorrere nemmeno a trucchetti tipo mettere i dischi a 0,99 cents c'è solo da portare rispetto) mi sento in dovere di ridimensionare un po' certi giudizi strabilianti.Il disco è un disco più che discreto con 3-4 pezzi realmente belli, però onestamente, decisamente troppo manierista e scontato nel suo proporre ostinatamente musica che sembra presa di peso da dischi di 40/50 anni fa per essere considerato un capolavoro od una pietra miliare.
In sostanza Adele non fa altro che mettersi nella striscia di altre cantanti (dalla Winehouse a Melanie Fiona, passando per Duffy e, parzialmente, Gabriella Cilmi) che hanno riscoperto il Soul degli anni 60, senza aggiungere niente di nuovo.
Il disco è. in definitiva, un prodotto gradevole, molto facilmente ascoltabile e ciò ne spiega il successo immenso, ma anche scontato e un poco noioso alla lunga, e se alla fine della fiera, la migliore canzone risulta essere Love Song, ovvero una cover dei Cure, qualche ragione c'è.
voto 7,5

Lady Gaga - Born This Way
Gaga divide in due il pubblico : chi la esalta come una sorta di genio innovatore, e chi invece la considera solo una mediocre cantante che non fa che riciclare vestiti, atteggiamenti e musiche di altre pop star.
Born this way, lanciato in pompa magna da una campagna promozionale senza precedenti e francamente eccessiva, sembra dare decisamente ragione ai secondi
Difatti il presunto "album della decade " si presenta come una sorta di greatest Hits di successi di altri artisti; Madonna, Dusty Springfield Cher, Kyle Minogue, Kool and the gang, Whitney Houston, Natasha Bedingfield, the Cardigans, solo per citarne alcuni,vengono saccheggiati con risultati che alle volte rasentano il vero e proprio plagio.
Quando non copia qualcun altro Gaga copia se stessa, come in Judas, le cui somiglianze con Bad Romance sono talmente evidenti da risultare persino divertenti.
Il dichiarato amore per il Metal (Gaga conosce persino i Black Sabbath e, udite udite, pare pure gli Iron Maiden) che avrebbe dovuto portare ad una unione fra Dance e Metal si risolve in un paio di schitarrate prese di peso dagli Iron Maiden di Two minute to midnight (segno che effettivamente li ha ascoltati e, quindi, ricopiati)
Quando prova a confrontarsi con la musica messicana e la lingua spagnola, come in Americano, i risultati sono esilaranti. Forse sarebbe stato meglio chiedere a Shakira come si fa a mischiare la musica latina con i ritmi rock e dance, ma Gaga è presuntuosa e come tutti i presuntuosi si espone al ridicolo
Anche dove pare avere qualche idea, come in You and I, queste vengono rovinate dalla esigenza di rendere radiofonico il pezzo, per cui ecco una batteria fracassona a rovinare il tutto.
Di fatti la musica di Gaga non è orecchiabile in senso proprio, ovvero ti entra in testa, ma non sulla base di melodie riuscite, ma in base ad un ritmo assordante e ad una serie di urla belluine (vedi Judas, che in questo senso è esemplare ma anche la stessa Born This Way) che stanno a metà tra le urla di guerra dei Galli ed i cori da stadio, cacofonici ma che ti entrano in testa facilmente.
In quanto ai testi provate a leggere Government Hooker e se riuscite a trovarci un significato, allora siete redattori della settimana enigmistica.
Sembra di trovarsi di fronte ad un quattordicenne che ha riversato il contenuto del suo Ipod e l'abbia remixato usando Garage Band.
In definitiva un disco banale, presuntuoso, per nulla originale e mal prodotto, che ha fallito anche quello che era l'obiettivo principale e palesemente dichiarato, ovvero di avere, nel campo della musica Pop, lo stesso impatto che ha avuto Avatar nel cinema; in realtà con un terzo delle copie vendute rispetto al precedente (ed al disco di Adele) Born this Way vince il titolo di Flop della decade.
voto 4

Avril Lavigne Goodbye lullaby
Ho già recensito questo disco e quindi devo aggiungere poco, se non che a distanza dì mesi mantiene tutto il fascino dei primi ascolti. Avril torna dopo 4 anni con un disco intenso (con l'ovvia eccezione del singolo pop What the Hell) pieno di melodie raffinate ed atmosfere struggenti, un disco di tale intensità che potrebbe realmente sconvolgere l'ascoltatore casuale abituato alle sonorità usa e getta che quest'anno in particolare sono andate di moda. Il che spiega lo scarso successo del disco (ammettendo che essere in testa alle classifiche di una quindicina di paesi e nella top ten di un'altra ventina voglia dire avere scarso successo).
Comunque sia, un capolavoro, talmente bello che temo che il prossimo disco di Avril non possa altro che risultare deludente. E poi che bello risentire di nuovo la chitarra acustica in tempi in cui pare che pure la musica la facciano solo le macchine...
voto 10

Sum41- Screaming BloodyMurder

UN disco in un certo modo collegato al precedente, visto che si tratta del gruppo dell'ex marito di Avril Lavigne.
Sinceramente a me i SUM 41 non sono mai piaciuti troppo , li ho sempre visti come una versione di serie B dei Green day, che ha loro volta sono, (o almeno sono stati ) una versione di Serie B dei The clash. Devo però ammettere che stavolta il disco che hanno fatto è eccellente. (evidentemente divorziare fa bene sul piano artistico) Se è vero che la musica non è molto mutata ed i Sum continuano ad alternare fasi lente a riprese veloci, c'è da dire che però è mutato il modo di mischiare gli elementi delle canzoni, per cui alle volte si parte di gran carriera con attacchi violenti e si finisce in modo lento e melodico. Insomma tra accelerazioni punk e pause melodiche, schitarrate e riff irresistibili, assoli messi nel modo giusto e nel posto giusto il disco non può certo deludere gli amanti del rock adrenalinico che amino però anche la precisione tecnica. Un signor disco di rock puro.
voto 9

The kooks-junk of the heart
II Kooks mi avevano stupito con Konk, un disco molto melodico ma molto rock al tempo stesso. Qui invece i Kooks hanno messo da parte la loro caratteristica principale, che li rendeva così unici, ovvero li saper usare la chitarra elettrica in modo raffinato ed originale, cosa che li rendeva unici nel panorama del rock attuale, dominato da gruppi che fanno riff già sentiti decine di volte. Infattii nel disco la chitarra elettrica è praticamente assente ed il risultato è un disco senz'altro gradevole ed orecchiabile, dal momento che i Kooks s le canzoni le sanno scrivere, ma anche decisamente moscio. ed alla fine non si distingue molto dal pop/rock di consumo di gruppi quali i One Repubblic od i Maroon Five. Un altro gruppo che finisce nel grande niente
voto. 5,5

Pretty Reckless-Light me up

Se i Kooks sono la delusione dell'anno questi PR sono invece la rivelazione. All'inizio li avevo snobbati, tradito dal fatto che la frontwoman è la bella Taylor Momsen, attrice di serie TV quali Gossip Girl:pensavo si trattasse di una sorta di Paris Hilton in versione rock, ma ascoltandoli più attentamente devo ammettere che i PR e Taylor ci sanno fare. In effetti riescono proporre un rock piuttosto ruvido, ma tutt'altro che rozzo nelle soluzioni sonore, e riescono a dare il meglio nelle ballate, come la bellissima Just tonight: magari non inventeranno l'elisir di lunga vita, però sono maledettamente gradevoli : voto 8,5

Beyoncé- 4
Deve essere l'anno dei numeri perché dopo 21 di Adele abbiamo 4 di Beyoncé.
Il quarto lavoro della cantante di Houston cerca di trovare nuove vie rispetto ai precedenti, anche rispetto a Shasha Fierce, disco che mi era piaciuto molto. Il risultato è riuscito parzialmente. le prime 4 canzoni sono ballate fatte in modo diverso, si spazia dalle chitarra elettrica pizzicata fino alla orchestra. e rappresentano il meglio. Poi il disco si fa più ritmata e movimentato, però non riesce ad essere convincente a parte Start over e Love on top: prima di chiudere c'è però I was There, un altro pezzo molto raffinato. L'impressione é che il disco sia costruito un po' troppo sulla voce di Be, il che da un lato è giustificato, ma dall'altro gli impedisce di mantenere uno standard elevato: insomma i produttori gli mettono lì una base ritmica e le dicono, adesso ci pensi tu. E non sempre la cosa funziona. Nella versione de Luxe ci sono due pezzi bellissimi che non avrebbero di certo sfigurato nel resto del disco e a quel punto uno non ci capisce più nulla. vabbé7,5 alla versione normale e 8 alla DeLuxe.

The Vincent Black Shadow: The Finest crime
i VBS si fanno risentire dopo un paio di anni di assenza, in cui erano stati dati per sciolti. La buona notizia è che esistono ancora. La cattiva notizia è che sono peggiorati. Hanno cambiato la cantante, che non è più la straordinaria Cassandra Fox, ma una tipa volenterosa e nulla più, sopratutto sembrano avere perso quella ispirazione che caratterizzava la loro musica. In questo EP si limitano a fare del buon rock, debitamente duro, ma lontanissimo da quella sorta di pop-punk-metal.country-jazz-blues-etcetc che li rendeva semplicemente unici e fantastici. peccato
6,5

Brooke Fraser- Flags
Questa cantautrice neozelandese, figlia di un ex.giocatore dei mitici All Blacks, e che aveva iniziato come cantante un po' mistica, ha iniziato a farsi conoscere anche da noi, Quello che ci propone è una musica country (lontanissima dal country di Nashville,per intendercise vogliamo un riferimento diciamo Sheryl Crow) impreziosita da qualche piccola spolverata di rock e di blues. Alcune canzoni sono delle gemme, altre sono un pochino noiose, ma siamo decisamente su livelli alti. per capirlo ascoltatevi Crows+ locusts, un pezzo che inizia quasi svogliato per poi, grazie all'intervento di una chitarra elettrica che si introduce timidamente per poi assumere coraggio, trasformarsi in una cavalcata gioiosa, o quell'altro piccolo gioiello che si chiama Albertine. Avendola vista dal vivo confermo che si tratta di artista vera, che andrebbe seguita con più attenzione
8,5

The Subways: money and celebrity
Altro gruppo che era un po' sparito, torna con un disco che invece li vede tornare in piena forma: il precedente non mi era piaciuto del tutto, aveva secondo me un sound che non si confaceva del tutto alle caratteristiche del trio inglese: questo disco invece la vena un po' punk ed un po' folle del terzetto è molto più evidente, ed il risultato sono una dozzina di brani tiratissimi e brillanti, forse un pochino ripetitivi alle volte, ma che raggiungono il fine dichiarato. divertire senza troppe menate.
8,5

Miles Kane- Color of the trap

Altro personaggio abbastanza lontano dalla luce dei riflettori, questo Miles Kane è l'animatore di uno dei gruppi più interessanti del Brit Pop inglese, the last shadow Puppets, ma ha militato anche in altri gruppi come The Rascals
In questo disco le atmosfere sono molto nostalgiche, con chiari riferimenti alla psichedelia ed alla musica che si ascoltava attorno alla metà degli anni 60. Eppure Miles riesce a sfuggire, a differenza dì Adele, al pericolo del manierismo, grazie ad una maggiore capacità di svecchiare e rendere attuale un repertorio altrimenti risaputo e ad una spruzzata di sano rock,
Non sempre, intendiamoci, la per lo più ci riesce e questo va a suo onore.
voto 8

Shakira- Live from Paris
cd audio e dvd tratto dal concerto che ha chiuso il trionfale tour di Sale el sol a Parigi.
tralascio il DVD, che comunque è ottimamente girato ed è forse il più bello tra i DVD di Shakira, per concentrarmi sul disco audio. Che ci fa sentire sopratutto la band di Shakira, una band veramente affiatata e formata da ottimi professionisti, che riescono a far risaltare quel che nei dischi non sempre viene evidenziato. Un concerto quindi fatto di molti ritmi diversi, di un suono potente, ma che poi riesce a diventare romantico e suadente in pezzi come antes de la sei o Je l'aire a morir. Dal canto suo Shakira fa vedere, anzi sentire, per l'ennesima volta di essere una signora cantante, oltre che showgirl, e la sua voce risalta alla grande sul tappeto sonoro che la sua band sa costruire. Quindi un gran bel live, anche se mi sarebbe piaciuto sentire classici come NO ,La Pared, Objection o Don't bother,messi da parte per canzoni meno famose e meno belle. Ma come suol dirsi chi si accontenta gode.
voto 9

Tom Waits- Bad AS me
IL buon vecchi Tom è come il vino, invecchiando migliora.Questo disco ci propone la solita miscela di Blues ad atmosfere jazz rarefatte che lo hanno esso famoso: qualche volta lo trovo un po stucchevole, per esempio in pezzi come Satisfied, dove ci sono riferimenti non casuali a Satisfaction dei Rolling Stones (e difatti alla chitarra c'è un certo Keith Richards…) . Però la maggior parte delle canzoni sono piccole gemme, come talking at the sane time, Pay me( che mi ricorda i Pogues) o Kiss me.
La voce unica di Tom, sempre roca e vissuta, conferisce all'insieme quel tocco distintivo che fa la differenza.
Voto 9

domenica, luglio 24, 2011

Amy Winehouse: l'amara parabola di una Popstar

Ieri 23 luglio 2011 è morta Amy Winehouse, stroncata da un mix di alcool e sostanze chimiche, almeno a quello che dicono le prime notizie.
Sono onesto: non l'ho mai amata e non la ritenevo un personaggio a livello della fama che le era riconosciuta. Non che Amy non avesse del talento, era sicuramente di un'altro livello rispetto alle Britney ed alle Gaga che imperversano con le loro stupide e banali canzonette dance. Il suo sound particolare, che recuperava certe forme del soul e certo jazz degli anni 50, era qualcosa di diverso da quello che si sentiva attorno al 2007, ed ha aperto ad una serie più o meno riuscita di imitazioni, fino all'attuale Adele che sta spopolando ma che, senza Miss Winehouse, probabilmente non avrebbe nemmeno inciso un disco. La sua voce era pure particolare; intendiamoci, tecnicamente parlando Amy non era una grande cantante, aveva una scarsa estensione vocale e poca potenza, ma il suo timbro vocale era unico, e sembrava fatto apposta per quel tipo particolare di musica, diciamo come il cacio sui maccheroni, o il pecorino sulla matriciana.
Quello che non mi piaceva era il personaggio che si era costruita o più probabilmente le avevano costruito addosso. Non mi piaceva l'esaltazione acritica della sua "trasgressività" come se non si sapesse a cosa abusare di alcolici e droghe conduca prima o poi. Mi facevano schifo, ed ancora di più mi fanno ora, quei cosidetti "critici" o giornalisti musicali, che di fronte allo sfacelo fisico di una giovane ragazza, e di fronte a performance fiacche quando non del tutto disastrose, non solo chiudevano gli occhi, ma pure le orecchie, ed incensavano acriticamente definendole magnifiche, deliziose, impareggiabili, il tutto perché Amy stava vendendo bene e doveva vendere di più, lo show doveva andare avanti. Ancora oggi, Gino Castaldo esalta l'esibizione di Amy a Glastonbury, scrivendo che aveva fatto scomparire tutti gli altri. In realtà proprio quella esibizione mostrava una Winehouse vicina al punto di non ritorno, che barcollava e faceva fatica ad inseguire le note.
Eccovela per farvi una idea


Il problema è perché nessuno gli ha detto di smetterla, perché nessuno le ha fatto capire che aveva preso la via dell'autodistruzione, artistica prima ed infine biologica.
Penso perché l'industria aveva una gallina dalle uova d'oro da spennare, e poi da buttare via, e gli faceva comodo che il "personaggio" trionfasse a scapito dell'artista e della persona: i mass media potevano vendere di più, ed esaltare la trasgressione che " se no, non è rock" (peccato che Amy con il rock non c'entrasse nulla!).
Per me i responsabili della sua morte sono loro, ed il circo continua,inarrestabile: i suoi dischi stanno già andando in cima alle classifiche, usciranno inedite e greatest hits e DVD,e l'industria culturale potrà celebrare i suoi fasti sul corpo freddo di una giovane ragazza troppo fragile per sopportare il successo.
Che schifo!

mercoledì, maggio 25, 2011

Avril Lavigne: recensione di Goodbye Lullaby


Visto che non posto quasi più e sono rimasto un po' indietro posto questa mia recensione di un disco uscito ormai un paio di mesi fa a cui tengo particolarmente e che ritengo decisamente di livello superiore rispetto alla paccotiglia che va di moda oggi: il disco si chiama Goodbye Lullaby ed è il quarto disco di Avril Lavigne cantautrice rock canadese.
Il disco si apre con Black star una dolce melodia che introduce a questo viaggio nel mondo di Avril. voto 8
A seguire un organetto saltellante molto anni 60 ci butta dentro a What the Hell un pezzo che si discosta dal resto del disco come sound ma che è irresistibile con i suoi cori, le sue ritimiche, le sue risate; questa è la Avril più spensierata che però sentiremo raramente 8
Poi è la volta di push, che ci avvicina alle atmosfere prevalenti in questo disco, una canzone basata sulla chitarra acustica, e in cui compare per la prima volta in una canzone di Avril una voce maschile (quella del coautore Evan Taubenfield, fidato amico e chitarrista fin dagli esordi)
Carina, forse Avril canta su toni un po' alti, con il tempo ha guadagnato 8,5
Wish You Were Here: qui inizia veramente Goodbye Lullaby: una canzone romantica e melanconica, molto orecchiabile, in cui Avril fa i conti con le sue pene d'amore
"potrei fare la dura, esser forte, ma senza di te non è più la stessa cosa"
Bellissima fino allo stordimento :per me è forse la canzone più bella del disco ed una delle migliori della sua carriera: 10
Dopo le emozioni ci vuole una scossa ed ecco Smile, forse il pezzo che ricorda di più la Avril di Sker boy o Girlfriend, però contiene una apertura melodica inedita nel ritornello " Tu sei la ragione per cui Sorrido", canzone divertente e sbarazzina che ci sta proprio bene nel contesto del disco: 9
Stop Standing Here ci propone una Avril del tutto inedita, una canzone un po' country, un po' anni 50, apparentemente allegra ma con un fondo di malinconia.
Anche questa guadagna con gli ascolti 9
I love you ha un titolo banale, ma la canzone non lo è: una dolce melodia ci introduce al corpo della canzone, una canzone d'amore "Sei bellissimo ma non è questa la ragione per cui ti amo, la ragione è che sei te stesso" la canzone poi si accende nella parte finale con l'intervento della chitarra eletrica e l'aumento del ritmo senza perdere la sua sognante e dolcissima melodia: 9
Everybody Hurts ci spinge ancora di più nel mondo di Avril; una intro con arpeggi acustici e poi...pura poesia... Tutti si fanno male prima o poi è okay essere spaventati canta Avril in quello che è uno dei vertici espressivi del disco: 10
Altri arpeggi, ed è Not Enough, canzone un po' più rockeggiante delle precedenti, Dove l'atmosfera viene costruita man mano per esplodere nel ritornello, ci scappa un altro 10
For Real ha un inizio più dolce, ma poi assume un ritmo più sostenuto, per poi sfumare nel bridge e poi riprendersi, altro pezzo bellissimo 9
Darling è un pezzo scritto quando Avril aveva 16 anni eppure non sfigura a confronto degli altri. si tratta sul piano musicale di un pezzo basato quasi esclusivamente sulla chitarra acustica la voce di Avril, e le melodie vocali. Affascinante: 9
Remember When inizia con il pianoforte alterando momenti lenti ed altri più veloci per poi accendersi in un finale rock; il testo è forse il più bello dell'intero disco amaro e sincero come poche volte si può sentire: "Ricorda quando era -insieme fino alla fine- ora sono sola di nuovo. dove posso iniziare ancora?, ho pianto un po', tu sei morto un po' ,per favore dimmi che non c'è dispiacere e dimmi che non dimenticherai"
Struggente: 10
E struggente e dolcissima è anche la canzone finale Goodbye, una canzone in cui Avril dice addio al suo amore passato, canzone basata sul piano e un arrangiamento di archi e violini di grande complessità e bellezza, un'altra canzone di infinita, struggente malinconia e poesia 10
Il disco contiene un'ultima sorpresa, la hidden track Alice, già nota per essere stata inclusa nella colonna sonora di Alice in Wonderland. La sorpresa non consiste nel fatto che ci sia una canzone in più, ma nel fatto che si tratta di una diversa versione a cui sono stati aggiunti alcuni versi che la rendono ancora più acida rispetto all'originale, chiudendo in modo degnissimo questo meraviglioso disco 9.
La versione De Luxe contiene poi le versioni acustiche di What the Hell, Push e Wish you were here e la cover di Bad reputationi di Joan Jett.
In conclusione, come già detto , un bellissimo disco,caratterizzato da impasti vocali molto riusciti e che in alcuni momenti ricorda alcune cose dei Cranberries, e dove le infleunze musicali, dai Clash a Neil Young ai Beatles, si fondono in modo originale esincero,dando vita a un qualcosa di molto personale. un lavoro onesto e coinvolgente come sempre più raramente accade di sentire, una prova di maturità di Avril Lavigne che ha scritto per intero 7 delle 14 canzoni e ne ha prodotte due, con esiti superiori alle attese.
Come dicono i francesi- Chapeau!

domenica, febbraio 13, 2011

Sulla musica commerciale

Qualche giorno fa ho trovato questo post su una paginetta su FaceBook dedicata ad Avril Lavigne-
Il post parla di Avril, ma ovviamente basta cambiare Avril con chi volete voi ed il discorso non cambia.


- oddio, io lo odio questo qui, fa musica commerciale.
- già, e allora non ascol...tarlo visto che fa certa musica.


allora, spieghiamo a coloro che hanno pubblicato una cagata del genere che la musica commerciale non è un reato.
e spieghiamo oltretutto alle fan di Avril, che la sua musica è commerciale, in tutto e per tutto, e non c'è NIEEENTE di male in questo.
io personalmente, ascolto musica commerciale ogni santo giorno visto che passo da Avril ai 30 seconds to mars.
ma non capisco voi, 12enni fissate col fatto che se una canzone viene etichettata commerciale allora fa schifo.
E VISTO CHE AVRIL E' LA NOSTRA DEA ALLORA LEI NON FA MUSICA COMMERCIALE.
Rovino ora i vostri sogni dicendovi che lo è -
perché negare una cosa così solo perché è il mio idolo mi pare stupido.
Boh.
Scusate, dovevo sfogarmi da qualche parte.


Bene questo post mette il dito, magari in modo un po' spontaneo, un po' emotivo, su uno dei luoghi comuni e delle false argomentazioni che vanno per la maggiore.
Ovvero il catalogare come cosa da disprezzare la musica commerciale.
facciamo chiarezza: da quando esiste una industria culturale, ovvero industrie che producono e commerciano cultura di massa (libri, film dischi, DVD, play station, CD- Rom, blu ray, etc etc) la nostra cultura, la cultura di massa o pop, come dicono in America, è strettamente connessa e legata al commercio.
Libri dischi e film vengono fatti perché qualcuno (molti) li leggano/ascoltino/vedano.
Umberto Eco è commerciale, I Beatles sono commerciali e tanto pure, Avatar e Titanic sono commerciali.
Lo è Shakira (che adoro, sia chiaro) e lo è (come dice la ragazza qui sopra) Avril Lavigne.
Non vi piace, non acquistate quel prodotto!
Ma non rompete l'anima dicendo che voi acquistate cose non commerciali perchè è pura ipocrisia.
Uno potrebbe dire: ma la qualità?
La qualità non dipende certo dal successo, nè in positivo nè in negativo.
Lo Squalo è un film commerciale (di seria B direbbe lo snob di ordinanza) ma è anche un capolavoro.
Idem Avatar, Titanic, Psicho etc etc.
Non lo sono i cinepanettoni, ma non perché sono commerciali, solo perchè sono banali e ripetitivi, fatti senza nessun gusto sapienza cinematografica,
Quindi un conto è il fatto di essere un prodotto commerciale, un conto è il fatto di essere un prodotto scadente, cosa che possono benissimo anche essere i prodotti di scarso successo.
E chissà se Aristofane o Shakespeare all'epoca non venissero giudicati commerciali o troppo popolari al loro tempo.
Probabilmente le valutazioni che ci saranno tra 20,40,100 anni saranno ben diverse da quelle attuali, e non faccio esempi storici che ce ne sarebbero a mazzi.
Per esempio quando uscì Psycho di Hitchcook la critica lo stroncò affermando che era una macchia indelebile sulla carriera del Maestro. Vent'anni dopo veniva dichiarato uno dei più grandi film di tutti i tempi.
Ma qui entriamo nelle valutazioni della critica, che è un altro discorso.

domenica, gennaio 16, 2011

Recensioni CD 2010

Recensioni dei dischi del 2010, senza un particolare ordine: nonostante in giro si faccia sempre più fatica a trovare musica che valga la pena di ascoltare, alla fine qualcosa di buono c'è

Gabriella Cilmi: Ten

Il secondo disco di Gabriella Cilmi è un disco che delude un po' le aspettative: non tanto per il fatto di aver abbandonato il sound poprock con influenze blues e jazz del primo, eccellente lavoro, quanto perché il disco appare un po troppo pieno di filler, per cui accanto a pezzi irrestistibilmente Disco/dance come On a mission e My hearts don't lie, o a ballate struggenti come Defender ci sono pezzi anonimi e noiosi.
Il cattivo risultato commerciale del disco non deve far scoraggiare la brava cantante italoaustraliana, ma speriamo le faccia comprendere gli errori fatti e ritornare ad un sound più maturo ed adatto alle sue (straordinarie) corde musicali e vocali.
voto 7

Shakira: sale el Sol
Shakira è tornata! questa la frase che viene spontanea dopo l'ascolto di Sale el sol, nono lavoro nella ormai consistente discografia dell'artista colombiana.
Dopo gli esperimenti electrodance di She Wolf il disco segna un ritorno alle radici musicali di Shakira, però con qualche nuovo ingrediente musicale.
Così accanto a ballate di forte impostazione rock, come Devocion e Tu Boca, in cui si sente la mano del "maestro" Cerati e a ballate struggenti come Antes de la Seis o Lo Que Mas, spuntano indiavolati ritmi di Merengue, come in Loca e Addicted to you, oppure miscugli di cumbia e reggaeton, come nella divertente Gordita, ennesimo duetto questa volta con René dei calle 13.
Non mancano ballate suadenti come Mariposas, e non può mancare Waka Waka, qui riproposta in una versione rock con chitarre alla U2, mentre alla title track Sale el sol, una ballata rockeggiante, è affidato il messaggio di speranza e rinascita del disco.
Difetti? Qualche ripetizione di troppo e la cover dei The XX, che risulta un po' fuori registro rispetto al resto del disco. Questioni di lana caprina alla fine, poichè il disco risulta incredibilmente gradevole e non stanca nemmeno dopo ripetuti ascolti.
voto 9,5

Katy Perry MTV unplugged
Questo disco, ben poco reclamizzato, in confezione CD + DVD è un vero gioiellino da non farsi sfuggire: la cantautrice californiana è qui al suo meglio, in versione acustica, veste che le si addice più di ogni altra, ed in queste sette canzoni dimostra chi è realmente: dalla versione jazzata di I kissed a Girl, fino all'inedito Brick by brick, eseguito con la sola chitarra acustica, e passando per versioni mozzafiato di Lost e Thinking of you, Katy dimostra un talento ed una versatilità fuori dal comune, dimostrando tra l'altro di avere veramente una bella voce e di saperla usare, alla faccia dei suoi detrattori.
Meraviglia. Unico difetto: dura troppo poco 9,5

Katy Perry: Teenage dream
Questo disco è un po' l'altra faccia della medaglia della Perry(vedi sopra): chi è stato affascinato dalll'MTV unplugged o ha ascoltato il precedente One of the boys, non può che rimanere alquanto deluso dalla svolta palesemente commerciale di questo disco, palesata da quel video ultra-kitsch di California Gurls con annessa canzone altrettanto Kitsch.
Eppure il disco non è da buttare, anzi: se si esclude la già citata CG, peraltro deliziosa nel suo essere Kitsch, e Peacock, brano francamente inascoltabile, il resto del disco spazia dal discreto al decisamente buono: Merito del songwriting di Katy, che emerge dal lavoro di produzione della coppia Dr Luke./MaxMartin, ma anche di alcune idee musicali che dimostrano una buona dose di originalità.
Per cui si passa da esempi di perfetto Pop come in Friday Night con tanto di assolo di Sax (da quanto non lo si sentiva in un disco?) alla celebre Teenage Dream, un perfetto pezzo pop costruito come un pezzo rock, a Firework, che su una base dance innesta archie violini e che è un inno alla autodeterminazione personale, alle solenni What i'm living for e E.T. e ancora il delizioso upbeat di The one that got away, , fino a due perle come Pearl e Not like the movies, forse la canzone più simile al precedente disco insieme ai due rock di Hummingbird heartbeat e Circle the drain.
Anche i testi colpiscono e la promessa di fare del Pop che abbia un significato fatto dalla Perry appare mantenuta.
In definitiva un disco che cresce con gli ascolti e che entra perfettamente nella categoria dei Guilty pleasures : 8-


Melanie Fiona- The Bridge

Questo disco uscito sul finire dell'anno scorso si inserisce in quella sorta di revival della musica black degli anni 60.
E' indubbio che la maggior parte dei pezzi si riferiscano a quel periodo d'oro del soul e del rithm and blues, epperò è un disco che non si può semplicemente liquidare come revival. Sia perchè qui e là emerge qualcosa di nuovo e più moderno, sia per le indubbie capacità di questa cantante, canadese di origine afro, che è dotata di un bel timbro vocale ed di buonissima estensione.
E poi, diciamolo pure, la buona musica è sempre tale, e magari The Bridge non sarà un capolavoro di quelli che rinnovano la musica, (ma se facessimo questo discorso dovremmo buttare via il 99,9% dei CD) però è di sicuro un disco ben fatto e gradevolissimo all'ascolto con qualche pezzo (give it to me , Monday morning e Teach me) che si eleva dalla media già alta: 9


Amy Mc Donald . A curios thing

Il secondo disco di questa brava cantautrice scozzese ribadisce pregi e , purtroppo, difetti già noti.
I pregi sono rappresentati dal livello compositivo medio alto di Amy, non si può certo dire che la sua sia una brutta musica o le composizioni siano scadenti.
I difetti sono rappresentati dalla tendenza alla monotonia e alla monocromaticità dei colori ed accenti musicali. Infatti, pur godendo di una produzione migliore del precedente This is the life, il disco non riesce a discostarsi da quel modello, e quasi tutte le canzoni sono costruite sulla stessa serie di accordi. Persino i testi sono piuttosto somiglianti tra di loro, per dire ci sono ben tre canzoni che iniziano con Oh e sono a base di dont want, dont see e metriche similari.
manca inoltre uno di quei pezzi che colpisca l'ascoltatore, e che elevi il disco.
Seppure il disco non sia male, lo trovo poco affascinante, e credo che Amy abbia bisogno di una svolta nella sua musica, altrimenti finirà per diventare noiosa ed essere dimenticata in fretta.
Voto 7

Katie Melua:The House
Quarto disco della cantautrice britannica (non so se si possa definire irlandese o inglese ) di origini georgiane.
Il disco segna una svolta, forse non del tutto positiva, ma comunque da apprezzare.
Difatti Katie prova a discostarsi da quel modello di jazz/blues molto soft che aveva caratterizzato i suoi esordi, ma già il precedente cd era indirizzato su un suono maggiormente pop/rock.
Qui la veste musicale diventa decisamente più moderna, con arrangiamenti molto complessi (ed un filino pretenziosi, se vogliamo) ed una veste in qualche modo più pop. Intendiamoci, si tratta di un pop molto raffinato e di classe, ma sempre di pop si tratta, quindi accenni di elettronica, batterie programmate, synth e via discorrendo.
il risultato è apprezzabile a metà,alcuni pezzi come The Flood sono affascinanti, altri, purtroppo i più, risultano alquanto noiosi, seppure con alcuni elementi interessanti.
Tuttavia questa svolta non è completa, e buona metà del disco ci propone invece una Katie nella sua veste migliore, quella acustica, e se qualche momento soffre di manierismo (red ballons) in altri ( I' d love to kill you , A moment of madness, dalle cadenze mitteleurope, fino allo stupendo blues di The one i love is gone) Katie riesce a toccare le corde giuste, quelle che ti fanno chiudere gli occhi e godere di tanta bellezza: 7,5

Sheryl Crow: 100 miles from Memphis
Come si capisce dal titolo, il settimo disco in studio della cantautrice statunitense si confronta con la tradizione di Memphis, proponendo un mix di soul, di blues e di country. Ci sono ospiti prestigiosi , come Keith RIchards che compare nel reggae di Eye to Eye, e cover di canzoni importanti, come Sign your name, ma non sono queste le cose più riuscite del disco anzi. La cosa più riuscita è l'assieme di un disco che è elegante e concreto al tempo stesso, con un livello compositivo ed interpretativo molto alto che tocca il suo apice in pezzi come Summer's day, Peaceful Feeling, Sideways e sopratutto Stop, indubbiamente una delle più belle canzoni di Sheryl Crow in assoluto.
E' incredibile come dopo tanti anni Sheryl riesca a mantenere uno standard qualitativo così alto, ed è anche incredibile come un disco del genere passi inosservato, non solo nelle classifiche, ma tra i cosiddetti addetti ai lavori, più interessati ad analizzare gli sbadigli di qualche vecchia rockstar o le scenate isteriche di qualche presunta regina del pop che non parlare di buona musica.
Peggio per loro, per me è un 9 tondo tondo.

Paul Weller: Wake up the nation
Paul Weller, anima prima dei The Jam poi degli Style Council è una di quelle vecchie glorie che, come il vino, migliorano col passare degli anni.
Qui da noi non è mai stato molto popolare e valutato (una delle tante ingiustizie della musica pop) ma nella sua natia Britannia lo è tuttora, al punto da piazzarsi spesso in testa alle classifiche con dischi che ben poco hanno a che spartire con la classica musica di consumo.
Ne è riprova questo Wake up the Nation dove Paul con l'aiuto di diversi ospiti prestigiosi, in soli 40 minuti di musica suddivisi in ben 16 composizioni fa una summa di tutta la sua musica, non solo esplorando generi diversissimi tra di loro, ma addirittura divertendosi a mischiarli in modo imprevedibile e sempre gradevole.
Per cui oltre che composizioni che ben possiamo aspettarci da lui come Moonshine e Wake up the Nation, in stile The Jam, o il bellissimo Soul di Aim Igh, in stile Motown/Style council troviamo sorprendenti pezzi orchestrali come In Amsterdam, o pezzi di easy listening virati in acid rock, come Grasp & Still connect, tastiere ipnotiche che decorano un solido rock con tanto di coro gospel in Find the Torch, Burn the Plans, un vero capolavoro, fino a Tree , con un testo che esprime punti di vista diversi sul passare del tempo, ognuno con la sua musica, per cui polka, pop, punk ragtime e gospel si alternano.
Rock anni 60, influenze psichedeliche, soul, RnB, folk, musica d'avanguardia, cabaret, elettronica, questo ed altro si può trovare in questo disco, un disco veramente sorprendente e bello, a dimostrazione che si può essere sperimentali senza essere noiosi e presuntuosi.
voto 9.5

Skunk Anansie:Wonderlustre
Gli Skunk Anansie sono stati un gruppo rappresentativo di un certo rock alternativo degli anni 90, poi si sono scioli per dare spazio alla carriera solista della cantante Skin, Riformatisi hanno dato alle stampe un disco nel 2009 prima di Questo Wonderlustre. Non ne avevo sentito parlare bene, ma poiché mi fido poco o niente di certi pareri, dopo aver ascoltato qualche preview, mi sono deciso all'acquisto.
E direi che non me ne sono pentito, al momento. Difatti le 12 tracce di Wonderlustre ci mostrano un gruppo che magari avrà perso il furore degli esordi (cosa abbastanza inevitabile) ma non ha perso l'energia e neppure, direi , la lucidità compositiva. Insomma un disco che mi piace, che offre un buon rock, sufficientemente duro ma anche levigato e raffinato in certi momenti, God Loves Only You, Like Too Much, My love will fall. You're too expensive, You saved me sono tutti brani ottimamente strutturati che non possono lasciare indifferenti.
8,5

Manic Street Preachers: Postcards from a young man

I manics sono un gruppo che ho amato alla follia per diversi anni, poi pian piano l'amore è passato, ma è rimasto l'affetto, come in certe coppie.
Per cui, ogni volta che i tre fanno uscire un disco, non posso fare altro che comprarlo, speranzoso in un ritorno di fiamma. Diciamo che, seppure i vecchi tempi siano ormai alle spalle, e certi capolavori irripetibili, i MSP offrono sempre qualcosa di stimolante. Succede anche in quest'ulitmo lavoro. buona parte del disco, mostra il lato più pop dei MSP, con una forte presenza di tastiere, e sinceramente non riesce ad essere nè convincente né affascinante, pur denotando una ottima cura negli arrangiamenti, in quanto non riesce ad andare oltre l'esercizio di stile. Nella parte finale del disco però i MSP tornano a graffiare come ai bei tempi in pezzi come A Billion balconies facing the sun, o All We make is entertainment, amara presa di coscienza sulla realtà melliflua del rock.
Tanto basta per mantenere il mio affetto.
Voto 7-

Gustavo Cerati:Fuerza Natural
Cerati è un bravissimo chitarrista compositore cantante argentino, che con il gruppo dei Soda Stereo ha fatto la storia degli ultimi 20 anni del rock latinoamericano. Da noi è ben poco conosciuto, ed i pochi che lo conoscono, come il sottoscritto, lo hanno conosciuto per le sue collaborazioni con Shakira.
In questo ultimo disco, che spero non sia l'ultimo, Gustavo dà prova della sua valenza come compositore e chitarrista, costruendo canzoni che hanno un loro tocco naturale che le rende diverse da qualsiasi altra cosa: quando si pensa alla musica latinoamericana si pensa solo a cose molto tamarre o molto impegnate (alla Inti-ilimani). esistono anche vie di mezzo, canzoni intelligenti e delicate, con un'anima latina ed un cuore che pulsa rock. Questa è la musica di Cerati
Purtroppo Gustavo è in condizioni cliniche assai gravi da mesi a causa di un aneurisma .Speriamo "salga el sol" pure per lui.
voto 9

Diane Birch:Bible belt
Nonso molto di questa ventisettenne Newyokese, se non che è il suo disco d'esordio, ha una voce incantevole e compone canzoni che ci riportano indietro nella California degli anni 70, dolci ballate venate di soul e rithm and Blues.
Tutto il disco è di ottimo livello, forse qualche variazione musicale non guasterebbe, ma il si ascolta dalla prima all'ultima traccia senza stancarsi. Diventerà qualcuno, c'è da giurarci.
voto 9

Recuperati
Ho anche preso un po' di dischi "vecchi" e tra questi segnalo qualche perla: Big World di Joe Jackson, uno degli autori più raffinati e sottovalutati nella storia del rock, qui con un disco, uscito nel 1986 che è forse il suo capolavoro.
Non sono un patito del Metal, però Appetite for Destruction dei Guns and Roses è uno di quei dischi che piace a prescindere da preferenze soggettive, poichè è oggettivamente un gran disco.
infine Last of the indipendents, dei Pretenders: da me acquistato nella collection (5 cd a soli 23 euri!) è una galleria di ballate rock una più bella dell'altra.

mercoledì, ottobre 20, 2010

Recensione di Sale el Sol di Shakira


Generalmente non faccio recensioni di singoli dischi, preferisco aspettare la fine dell'anno, per un veloce riassunto, ma stavolta faccio volentieri un'eccezione.L'eccezione è per Sale el Sol uscito il 19 ottobre, nono disco della discografia di Shakira (e non il settimo, come riportano quasi tutti i siti ed i blog)
Il disco è composto, come precisato dalla stessa cantante ed autrice colombiana, da tre distinte correnti musicali ed emotive: una parte rock, una parte romantica (che si intreccia alla prima) ed una parte più latina ispirata principalmente allo stile del Merengue.
Tutto questo è riassunto già nelle tre canzoni con cui si apre il CD sale el sol, loca, e Antes de la seis.

Sale el sol è il capostipite dei pezzi più rock: si apre con una chitarra acustica ottima base per la voce di Shakira, poi la musica si fa man mano più robusta fino ad esplodere nel ritornello in un incisivo riff rock, con un Hook di quelli che rimangono in mente.
Loca è un pezzo ritmatissimo, dove alla ricchezza della base percussiva si aggiungono fiati a go-go ed un pianoforte saltellante: praticamente irresistibile.
Antes de la Seis ci presenta la Shakira malinconica e romantica di molte sua canzoni precedenti, piano e chitarra creano un atmosfera magica , la voce di Shakira culla l'ascoltatore fino al ritornello in cui la canzone esprime il massimo del Pathos, con la chitarra elettrica e il mandolino a cesellare in modo impeccabile.
Gli altri pezzi si accomodano in queste tre correnti, con risultati spesso all'altezza dei tre prototipi.
Per quanto riguarda la parte ritmata Gordita è un pezzo che mischia Reggaeton e Cumbia, caratterizzato da un testo irriverente e divertente in cui Shakira duetta con Residente dei Calle 13, in modo alquanto teatrale. Addicted to you è un pezzo di merengue caratterizzato anche qui da una forte base ritmica che si intreccia con un piano saltellante e nevrotico e degli interventi di fiati e di cori a chiudere un pezzo molto divertente ma anche con un bellissimo testo.
Lo Que Mas è una ballata romantica e dolcissima in cui la voce di Shakira si fonde perfettamente con le atmosfere che il pianoforte di Alberto Menendez crea.
Un pezzo sublime.
Mariposas è una canzoncina che suona quasi casuale, eppure anche qui si nota la raffinatezza degli arrangiamenti, e ancora una volta l'Hook del ritornello è micidiale, e piano e chitarra creano qualcosa di magico.
Con Rabiosa si ritorna alla Shakira merenguera, il pezzo appare un po' più ripetitivo e troppo pesante sul piano ritmico, decisamente inferiore agli altri pezzi.
La cosa migliore appare la scarsa durata del pezzo: non tutte le ciambelle riescono col buco.
Da Devocion inizia la parte decisamente più rock del disco. La canzone scritta insieme a Gustavo Cerati è sicuramente una delle cose più belle del disco: dopo una introduzione di chitarra su cui si eleva la potente voce di Shakira la batteria dà il ritmo ad una canzone caratterizzata da chitarre taglienti e levigate al tempo, una canzone dalle atmosfere epiche, in cui Shakira tira fuori anche degli acuti per lei abbastanza rari. Un pezzo decisamente unico nel repertorio che si conclude con delle dissonanze elettriche. Esaltante.
Islands è una cover del gruppo The XX, una canzone carina, e ben eseguita ma che pare essere troppo fredda per il repertorio di Shakira e che non appare molto in linea con la passionaità del disco. Meglio sarebbe stato I'll stand by you dei The pretenders, o Solo le Pido a Dios, se proprio bisognava fare una cover.
Niente di male comunque.
Con Tu boca si ritorna in atmosfere decisamente Rock un basso potente introduce il brano che sale nel pre-chorus per esplodere letteralmente nel ritornello in un rock quasi allucinato e devastante, anche qui Shakira fa cose con la voce incredibili.Pazzesco.
E poi arriva a chiudere (o quasi) Waka Waka in una versione più rock.
Preferisco la versione del mondiale, ma in questo contesto questa appare molto più adatta, con una chitarra stile The Edge degli U2 a ricamare ed unire le varie parti della canzone. Trascinante.
Poi ci sono tre versioni in spagnolo di Loca, Rabiosa e Waka Waka.
La prima è anche un po' meglio di quella inglese, Rabiosa non migliora e Waka waka è perfettamente identica salvo l'idioma.
In definitiva un disco che non è un capolavoro, ma ci va vicino, e che si propone come uno dei migliori dischi di Shakira nonché migliori dischi dell'anno.
Ebbene sì, dopo la parentesi di She Wolf, la vera Shakira è tornata

martedì, settembre 28, 2010

Pensieri sparsi

1- Ma andiamo avanti fino a Natale a parlare di quel cazzo di appartamento a Monte Carlo?
O magari adesso si passa alla cucina? e a quando ai servizi detto anche cesso con una bella planimetria e magari il plastico a Porta a Porta?

2- La musica è arte, e l'arte è libertà. e gli artisti hanno non il diritto ma il dovere di essere liberi di fare ovvero di fare quel che gli pare, dalle rane crocifisse, alla merda di artista, alle cover dei Metallica o di chi per essa.
Alla faccia dei bigotti di vario stampo, razza, colore e tipo.

3- Chavez ha vinto le elezioni in Venezuela, però non abbastanza, quindi ha perso, cioè ha vinto però comunque ha imbrogliato, e se non l'ha fatto ci avrà pensato,e poi si è messo le dita nel naso, probabilmente ha ruttato e scoreggiato ed in ogni caso ci è antipatico per cui gli diamo addosso a prescindere

4- Una donna viene condannata a morte in Iran accusata dell'omicidio del marito.
Il mondo si indigna.
Una donna viene giustiziata in USA per l'omicidio del marito. Il mondo tace.
Qualcosa non torna....

5- Paolo Di Canio critica Totti (che novità!) sostenendo che senza di lui la Roma è più forte.
partite con Totti in campo punti 2,31
partite senza Totti punti 1,83
differenza a partita 0,48
moltiplicato x le 38 partite di campionato: 19 punti circa, la differenza fra il quarto posto ed il (quasi) scudetto.
conclusione:
Di Canio, da bravo fascista, è più bravo a fare a pugni, che non a ragionare

mercoledì, luglio 21, 2010

Lady Gaga ed il pianoforte di John Lennon


Partiamo da una premessa: nella musica pop/rock l'immagine è almeno altrettanto importante del contenuto musicale, è sempre stato così, ed oggi si può tranquillamente dire che lo sia anche di più.
Questo è stato perfettamente compreso da Lady Gaga,che in realtà di cognome fa Germanotta, una ragazzotta dal non immenso talento musicale ma dalla furbizia notevole, che ha puntato tutto o quasi sul costruirsi una immagine basata sul ricopiare con incredibile determinazione e precisione look ed atteggiamenti di altre cantanti, da Madonna a Kelis, passando per Kylie Minogue, e perfino Queen e David Bowie, su video dispendiosi e sul creare degli scandali ad arte, ultimo la dichiarata intenzione di esibirsi con dei cadaveri sul palco.
In effetti è meglio copiare il look altri, piuttoso che non la musica, cosa che ti può dare solo dei grattacapi, tanto basta la solita base campionata e tazum di fondo ed il resto lo farà l'immagine.
L'ultima (per il momento) sua trovata è stata quella di farsi immortalare, ovviamente poco vestita, mentre suona il pianoforte.
E fino a qui niente di strano. Il punto è che quello non è un pianoforte qualsiasi ma il pianoforte di John Lennon, leggenda del rock che si vuole serio (ancora mi devono convincere che Obladi obladà sia qualcosa di serio, ma non vorrei sembrare blasfemo).
Il risultato è quello voluto dalla signorina Germanotta, evidentemente più intelligente di molti suoi critici (anche in questo simile a Madonna): grida di scandalo che si levano manco qualcuno avesse mangiato del maiale all'interno di una moschea e conseguente cancellazione dal blog di Julian, figlio di John, evidentemente complice più o meno consapevole del "misfatto" della foto incriminata (che così ha avuto una pubblicità superiore a quella che avrebbe avuto se ce la si fosse cavata con un sorriso ironico, come molto probabilmnete avrebbe fatto John ).
La cosa ironica in tutto ciò è che i seguaci di uno che dichiarò "noi Beatles siamo più famosi di Gesù Cristo" e che scrisse (e cantò) "immagina che non ci sia paradiso, sopra di noi solo il cielo, niente per cui morire" trovino un evento del genere una sorta di profanazione blasfema, come se il rock non fosse una forma di arte (cioè di passatempo) pop, ovvero commerciale, in cui, come disse genialmente Andy Warhol, tutti(o quasi) avrebbero avuto il loro quarto d'ora di celebrità, ma una religione con i suoi martiri, i suoi altari, i suoi dogmi, le sue prescrizioni, e magari i suoi tribunali dell'inquisizione.
Un poco ridicolo, diciamolo, forse ancora di più delle pretese di Lady Gaga di essere una artista con la A maiuscola.

domenica, maggio 02, 2010

Leggi anti-immigrati in Arizona: anche Shakira dice No.

In Arizona è stata approvata sotto la spinta dell'ultradestra repubblicana e grazie al beneplacito del governatore Jan Brewer una illiberale e repressiva legge anti-immigrati
Secondo tale legge :
Quanti non saranno in grado di esibire, ad esempio, una patente di giuda rilasciata dallo stato dell’Arizona, un passaporto oppure un permesso d’immigrazione come la Carta Verde, potrebbero essere soggetti ad arresto e al trasferimento presso l’Ufficio Immigrazione, senza nessuna possibilità di ricorso. Le autorità potranno rivolgere le loro attenzioni verso qualunque persona sollevi un “ragionevole dubbio” relativamente al proprio status, potenzialmente dando il via libera ad una ondata di perquisizioni e arresti per quanti abbiano un aspetto “straniero”.

Ci sono state molte proteste da parte soprattutto della comunità latinoamericana, lo stesso governo Obama pensa di ricorrere contro questa legge e il prestigioso new York Times ha criticato la legge.
Tra le varie voci di protesta si è levata anche quella della cantante colombiana Shakira, da sempre attenta ai temi sociali, che si è schierata decisamente contro la legge:
Dobbiamo combattere per difendere i diritti umani, la costituzione dice che ogni essere umano deve essere difeso dal governo e noi siamo tutti essere umani, con o senza documenti. Leggi come queste non creano sicurezza o eguaglianza, ma creano divisioni e risentimenti. Anch'io potrei essere arrestata perchè non ho documenti o patente: lo sceriffo può arrestarmi anche ora se vuole!

Questa una delle dichiarazioni di fronte ai manifestanti come documentato da questo video.
C'è chi dice No, come diceva il Blasco.



PS
Mi viene in mente che Lindo Ferretti, ex cantante dei Cccp e di altri gruppi, uno che cantava "produci consuma crepa" e faceva l'alternativo si è schierato con la Lega Nord dichiarando pubblicamente: per fortuna che c'è la Lega altrimenti sarei stato costretto ad astenermi.
Per fortuna che c'è Shakira, direi.
E con questo la teoria che il rock sarebbe rivoluzionario ed il pop conservatore è ufficialmente superata.

sabato, marzo 27, 2010

Gabriella CIlmi: What if you Knew

Sinceramente non me la sento di lasciare il blog per tutto il week end con su il faccione di Mr B: per cui penso che sia il caso di rifarsi la vista ( e l'orecchie) con Gabriella Cilmi.
Splendida. Non c'è altro da aggiungere.

martedì, febbraio 09, 2010

Mercedes Sosa- Solo le pido a Dios



Solamente chiedo a Dio
che il dolore non mi sia indifferente
che l'ascuitta morte non mi trovi
Vuota e sola senza aver fatto abbastanza.

Solamente chiedo a Dio
che l'inguistizia non mi sia indifferente
che non mi venga dato uno schiaffo nell'altra guancia
dopo che un artiglio mi ha graffiato in questo modo.

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

Solamente chiedo a Dio
che l'inganno non mi sia indifferente
Se il traditore può essere di uno
che questo non lo dimentichi facilmente.

Solamente chiedo a Dio
che il futuro non mi sia indifferente
disgraziato colui che deve partire
per vivere una cultura differente

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

lunedì, gennaio 25, 2010

Una Giusta Causa

Venerdì 22 gennaio si sono esibiti in un evento chiamato Hope for Haiti Now allo scopo di raccogliere fondi per aiutare il popolo haitiano, colpito dall'ennesima terribile tragedia, alcuni dei più grandi nomi della musica Pop degli ultimi 30 anni
Alicia Keys, Coldplay, Bruce Springsteen, Stevie Wonder, Shakira, John Legend, Mary J. Blige, Taylor Swift, Christina Aguilera, Sting, Beyonce, Sheryl Crow, Kid Rock, Keith Urban, Madonna, Justin Timberlake, Jennifer Hudson, Emeline Michel, Jay-Z, Bono, the Edge, Rihanna, Dave Matthews, Neil Young e Wyclef Jean, colui che ha organizzato l'evento.
Le performance sono state veramente tutte molto belle e sentite, un concerto veramente bello, sia nelle motivazioni che nella riuscita.
Per chi volesse sentirle bene, e contribuire alla raccolta di fondi, può scaricare da iTunes il disco che raccoglie tutte le esibizioni ed il cui ricavato andrà interamente alle organizzazioni di soccorso ed aiuto.
Costa solo 6 euro e 99, è un piccolo gesto per una giusta causa.
e qui i miei personalissimi highlights





Post in evidenza

L'OMS e la carne cancerogena: tanto fumo per pochissimo arrosto

Il 26 ottobre il mondo dell'informazione ha rilanciato una sorta di annuncio Shock. All'ora di pranzo radio e televisioni hanno ...