lunedì, dicembre 31, 2007

Un Anno se ne va...

Ed un altro arriva.
Tra tutte le ricorrenze. è indubbio che questa sia di gran lunga la più arbitraria e sciocca.
In effetti tutte le feste, sia religiose che civili, hanno una loro motivazione, nella quale ci si può anche non riconoscere, ma scaturiscono da fatti storici (il 25 aprile, il 14 luglio etc) o da sentimenti religiosi (il Natale cristiano, la Pasqua ebraica etc).
Il 31 dicembre che cosa si celebra invece? Niente, solo il fatto che il globo terrestre ha compiuto un giro completo attorno al sole rispetto ad un anno prima. Ma questo è vero (parzialmente poi, perché notoriamente ci sono circa 6 ore di sfasatura, perciò ogni 4 anni si aggiunge un giorno per andare in pari) anche il 3 gennaio, il 15 marzo, il 29 agosto. Anche in quei giorni il globo ha compiuto un giro per intero.
In ogni caso, oltre che cenoni, festeggiamenti vari (che io ho sempre trovato un poco tristi) fuochi d'artificio (con coda di feriti e addirittura morti, un assurdo che non capirò mai) la "morte" del vecchio anno e la "nascita" del nuovo portano a promesse che si fanno a sè o agli altri, a speranze ed auguri di felicità, prosperità, pace e quant'altro.
Purtroppo non mi sento di condividere tutto questo. Beninteso, augurarsi che le cose vadano meglio è non solo legittimo, ma quasi doveroso.
Crederci, beh, è un altro paio di maniche.
Purtroppo penso che il prossimo anno non sarà un anno di Pace, ma di guerra.
Gli ultimi avvenimenti in Pakistan, con il feroce assassinio di Benhazir Butto, un omicidio che richiama alla mente l'assassinio di John Kennedy a Dallas, sia per l'importanza del personaggio che per il sospetto che la pista tracciata (quella della onnipresente Al Qaeda) sia un depistaggio di comodo, depongono, ahinoi, a favore di questa sensazione.
Altre guerre si (ci) preparano: In Iran, anche se sappiamo con largo anticipo che la scusa del riarmo nucleare è, appunto, solo una scusa. In Kossovo, dove la prima guerra fatta dall'Occidente a favore di organizzazioni terroristiche Jihadiste sta provocandone un'altra dopo nemmeno 10 anni. In Palestina, dove siamo molto vicini ad una guerra civile fra palestinesi, come quella che ci fu nell'Irlanda degli anni 20.
Sarebbe bello poter sperare in un rilancio della solidarietà ma purtroppo quello che abbiamo di fronte è un Italia ed un mondo pieno di razzismo, xenofobia ed egoismo portato all'esasperazione.
Né sul piano ambientale si può essere ottimisti, anche se qui un barlume di nuova coscienza sta nascendo.
Lo confesso, non sono ottimista e temo proprio che l'anno che verrà sarà anche più brutto di quello appena passato.
Ma non vorrei essere deprimente nè passare per pessimista allo stato puro.
Il futuro non è ancora stato scritto, e quello che mi auguro, a me e a tutti, è di saper trovare una nuova consapevolezza, una nuova coscienza che ci porti a scelte giuste, e che si riesca a frenare la corsa di questo mondo verso l'autodistruzione a cui sembra destinato.
Ed infine, auguro a chi è imprigionato per le sue idee, di tornare ad essere uomini liberi.

venerdì, dicembre 21, 2007

Il leggendario Joe Strummer

Joe Strummer And The Mescaleros - Redemption Song



Cinque anni fa, il 2 dicembre, moriva John Mellor, ben più noto come Joe Strummer, cantante e vera anima del gruppo londinese The Clash.
Inutile ricordare l'importanza fondamentale di questo gruppo e l'influenza ed il fascino che ha esercitato su decine e decine di gruppi e migliaia, forse milioni, di persone, Infuenza e fascino che durano ancora oggi.
Ma sopratutto per molti The Clash (o i Clash per dirla all'italiana)sono stati qualcosa (molto) di più che un gruppo musicale da apprezzare.
I Clash sono stati un'idea, sopratutto, forse l'ultima idea vera nella musica Pop. Sono stati l'ultima incarnazione dell'idea di Woody Guthrie, che una chitarra possa ammazzare il fascismo, il razzismo, l'ingiustizia, insomma possa cambiare il mondo.
Questa idea, nonostante tutto, vive ancora, come testimonia il fatto che qualche giorno fa a Milano, in molti si sono ritrovati a ricordare Joe, cosa che accadrà ancora Londra e chissà in quanti altri posti.
In attesa che esca anche in Italia il documentario di Julian Temple The future is Unwritten che ripercorre la storia di Joe e del suo gruppo, lo ricordo con questa cover di un altro grandissimo della musica: Mister Bob Marley

"Redemption Song"

Oh pirates, yes they rob I
Sold I to the merchant ships
Minutes after they took I
From the bottomless pit

But my aim was made strong
By the hands of the almighty
We fought in this generation
Triumphantly

Won't you help to sing
These songs of freedom
'Cause all I ever had
Redemption song
Redemption song

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
'Cause none of them can stop the time

How long shall we kill our prophets
While we stand aside and look
Some say it's just a part of it
We've got to fulfill the book

Won't you help to sing
These songs of freedom
It's all I ever had
Redemption song
Redemption song
Redemption song

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
'Cause none of them can stop the time

How long must we kill our prophets
While we stand aside and look
Some say it's just a part of it
They've got to fulfill the book

I wanna say
Won't you help to sing
These songs of freedom
'Cause all I ever had
Redemption song

All I ever had
Redemption song
'Cause all I ever had
Redemption song

These songs of freedom
Redemption song
Redemption song
Redemption song

Redemption song
Redemption song
Redemption song

martedì, dicembre 18, 2007

Adia- Avril Lavigne (cover di Sarah McLachlan)

Non riesco a togliermi dalla testa questa canzone.
Ed Avril è bella quanto mai...



P.S.
Adesso che ho scoperto come si fa a postare video da MySpace, credo che abbandonerò l'odiato nonsicapisceuntubo
Psps
Come non detto, pure su myspace tolgono i video :-((

lunedì, dicembre 17, 2007

Videologia 12 nirvana - smells like teen spirit



Contrariamente a quanto avevo detto metto anche un video dei Nirvana.
Troppo importante il valore di questo video (e della canzone) per ignorarlo.
Infatti questa canzone ha rivoluzionato, nel bene e nel male, la musica degli anni 90, segnando un punto di svolta epocale.
Il video, in sè e per sè, non è gran cosa. Le immagini sono sgranate ed il montaggio approssimativo, così come l'insistere sul rallenty, manco fosse un film di Sam Peckinpah, ne sottolinea ancora la rozzezza, peraltro in linea con la musica.
Notare la Cheerleader con la A cerchiata di Anarchia messa in bella evidenza. Il gruppo suona in quello che sembra essere un tendone da circo. Non so perché ma questo video trasmette una certa sensazione di disagio, di disperazione e di tristezza, ben sintetizzata dall'ultima immagine, la persona anziana che raccoglie con la scopa quel che è rimasto per terra.
Una specie di presentimento della tragica fine di Kurt Cobain.
R.I.P.

domenica, dicembre 16, 2007

Amy e Pete

Sentendo il "notiziario Rock" su RockTv ho appreso che Pete Doherty si reca alle 4 del mattino con tanto di chitarra a suonare davanti alla casa di Amy Winehouse. (NdR ma lei è in casa a quell'ora? Mi sembra un po' prestino...)
Non solo, ma i due avrebbero in progetto un duetto.
La notizia sa di falso lontano alcune miglia, ma, nonostante questo, mi piace immaginare che sia vero ed immaginare il "dietro le quinte"
Pete - Ho bisogno di farmi una sniffata se no muoio, Amy hai visto per caso la mia polverina?
Amy- La tua polvere? Cosa vuoi che ne sappia della tua polvere. Piuttosto non hai un'Alka Seltzer, ho un mal di testa terribile..
Pete- Non ne avresti se la smettessi di bere. Ehi ma quella cos'è?- indicando un bicchiere ed una busta.
Amy- Non so, una specie di aspirina...credo...-
Pete -Era la mia dose! Maledetta ubriacona te sei bevuta pure quella!-
Amy- Pensavo fosse contro il malditesta...-
Pete- Basta non ti sopporto più. Kate! Dove sei Kate!

martedì, dicembre 11, 2007

Piazza Fontana: La Madre di tutte le Stragi



12 dicembre 1969- 12 dicembre 2007: Sono passati 38 anni da quel pomeriggio tragico, quando a Piazza Fontana, all'interno della Banca dell'Agricoltura alle 16,30 l'esplosione di un ordigno esplosivo provoca la morte di 16 persone e il ferimento di un'ottantina. Da allora è successo di tutto: depistaggi, innocenti come il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli che precipitano da finestre della Questura, testimoni morti in circostanze misteriose, innocenti prima sbattuti sulle prime pagine dei giornali e in prigione come mostri e poi rilasciati, processi celebrati, spostati e poi rispostati, assoluzioni e mezze condanne, faldoni pieni di carte e segreti che spuntano all'improvviso dopo trent'anni e poi, dopo che finalmente la verità pare essersi affermata, ecco di nuovo la solita, vergognosa assoluzione.
Dopo 38 anni non c'è ancora una verità ufficiale, peggio, la verità ufficiale, quella giudiziaria è che non ci sono colpevoli. Nè per la strage, nè per la morte di Pinelli.
Non è stato nessuno.
Anzi, forse, non è successo nulla.
Però ci sono strade e cippi bipartisan alla memoria del Commissario Calabresi, uno che, depistando e indagando su false piste, facendo credere di aver preso i colpevoli, ebbe una notevole responsabilità, non solo riguardo alla morte di Pinelli, ma anche perchè le cose andassero come poi sono andate.
Perché da questa strage non punita sono poi nate tutte le altre stragi della cosidetta strategia della tensione, stragi di Stato con manovalanza fascista e protezioni nelle istituzioni dello Stato. E come risposta a questo terrorismo è poi nato il terrorismo dell'estrema sinistra, quello delle Brigate Rosse e di Prima Linea.
Ancora oggi non esiste una verità ufficiale perché questa è troppo scomoda, perché il Potere non processa se stesso, al massimo celebra se stesso e la propria cattiva coscienza.
Perché ancora oggi lo Stato italiano è uno stato stragista, e la seconda Repubblica è figlia della prima, dei suoi delitti, della sua politica cospirativa, delle logge massoniche e dei servizi deviati.
Ma sarà l'umanità futura a togliere il velo della menzogna e ad affermare la Verità, e allora queste istituzioni marce appariranno per quello che sono sempre state: corrotte e criminali.

Giuro che....

...se ancora leggo un'altra notizia su Amy Winehouse, le sue sbronze colossali, il marito-pigmalione in prigione, etc etc, apro la finestra e, in perfetto stile "Quinto potere" mi metto ad urlare "Basta! Non ce la faccio più,sono stufo e non sono più disposto a tollerare tutto questo!!"

lunedì, dicembre 10, 2007

Ci volevano 4 morti..



..per accorgersi che gli operai esistono ancora, che esistono ancora le fabbriche, e ancora si muore per incidenti sul lavoro.
Se ne è accorto perfino Fassino che ieri dall'Annunziata (un altra operaista convinta) ha non solo riscoperto la classe operaia (anche se la parola classe non l'ha detta nemmeno una volta) ma ha perfino detto che la figura dell'operaio è stata rimossa dall'immaginario collettivo.
MA va? E chi l'avrebbe mai detto?

Comunque non è il caso di agitarsi, tra due giorni sarà tutto scordato, operai e sicurezza sul posto di lavoro e potranno tornare a parlare di riforme, ceto medio, Nord-est e cazzi buffi.

sabato, dicembre 01, 2007

Il Vento che accarezza l'erba



Finalmente ho potuto vedere Il Vento che accarezza l'erba penultima fatica del regista "inglese" Ken Loach.
Metto volutamente tra virgolette l'aggettivo inglese, poiché ritengo che sia errato nazionalizzare la provenienza di un artista in generale, e sopratutto nel caso di Ken Loach, che è un vero internazionalista, uno convinto che davvero "Il proletariato non ha nazione" e ancora lo dimostra con questo film, forse non bellissimo, ma assolutamente straordinario per la chiarezza politica e la profondità etica che lo animano.
Il film, come credo tutti sappiano, ha come tema la guerra d'indipendenza da parte degli irlandesi contro gli inglesi dapprincipio, e la guerra civile tra loro dopo gli accordi compromissori stipulati con i vecchi padroni le cui conseguenze nefaste si trascinano ancora oggi (vedi la storia recente in Ulster).
Il Film si caratterizza innanzitutto per una perfetta sceneggiatura, per cui il protagonista è inizialmente scettico sulla causa irlandese, ma le ingiustizie a cui assiste lo portano ad aderire all'IRA e partecipare alla guerriglia. Partecipazione che lo porterà a pagare prezzi sempre più salati, fino al sacrificio estremo.
Un confronto tra questo film e il ben più famoso "Michael Collins" mostra con chiarezza la differenza tra un prodotto artistico ed una furba operazione commerciale.
In Michael Collins il protagonista era un eroe a tutto tondo, più o meno infallibile, i suoi avversari erano descritti in modo fazioso e contraddittorio, le responsabilità Inglesi lasciate sullo sfondo, così come l'asprezza del conflitto, per lasciare posto ad una banale quanto inutile (e posticcia) storiella d'amore e gelosia.
Ben diverso l'approccio di Loach, che mostra la lacerazione che una guerra civile provoca, che non nasconde la violenza, ma la mostra nella sua crudezza e anche nella sua necessità etica in questo ricordando un altro capolavoro dimenticato, L'Armata degli eroi, dove l'ex partigiano Melville mostrava il lato crudele ed eroico al tempo stesso della resistenza, senza nessuna retorica.
Allo stesso tempo Loach mostra anche come il conflitto Irlandese sia stato sì, lotta di liberazione nazionale, ma anche lotta di classe con una parte dei ribelli che voleva una Irlanda libera ma non solo dagli inglesi ma anche dai capitalisti.
In questo sono assolutamente magnifici i momenti in cui Loach illustra gli scontri interni ai "ribelli" il diverso modo di concepire non solo la lotta ma le sue finalità. E mostra anche come la borghesia irlandese si sia alleata di fatto a quella inglese per mantenere il proprio potere.
Da questo punto di vista il paragone che viene alla mente non è con l'Iraq, come è stato scritto, ma con la attuale Palestina, in cui il confronto tra Hamas e Fatah è anche, se non sopratutto, scontro di classe, e non c'è quindi da stupirsi se il governo di Olmert abbia deciso di rifornire di migliaia di fucili e milioni di pallottole quella stessa ANP considerata per anni un'organizzazione terrorista, così come, a suo tempo, fecero Curchill e Co, come ci ricorda Loach.
Ma questo è argomento per un altro post, forse.

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