domenica, settembre 15, 2019

Do you remember Buco Dell'Ozono?

Il buco dell'Ozono fu uno dei tormentoni mediatico-ecologico-(pseudo) scientifici degli anni 80 e inizio anni 90. Dopo anni di silenzio (quasi) assoluto eccolo tornare di attualità. Già perché il buco dell'Ozono, nonostante i provvedimenti presi dai Grandi Governi Occidentali, sulla base della pressione della Opinione Pubblica Mondiale; a sua volta ispirata dai Grandi Ecologisti Occidentali, è tornato a farsi notare. Prova ne sia questo articolo peraltro abbondantemente e palesemente mistificatorio.
Del cosidetto buco dell'Ozono si iniziò a sentire parlare agli inizi degli anni 80, quando alcuni  scienziati, diffusero la notizia secondo cui lo strato dell'ozono si era assottigliato. Lo strato dell'Ozono serve a difendere la terra dai raggi ultravioletti, e viene regolato attraverso processi naturali che ancora oggi non sono conosciuti.
Da un punto di vista scientifico bisognerebbe agire con prudenza, ma la ideologia ecologista che ormai ha prevalso grazie anche all'immaginario creato e propagandato dai film Hollywodiani, identifica nell'Uomo la causa di tutti i mali del mondo, anche quelli che, palesemente o discutibilmente non hanno nulla a che fare con ciò che fa l'Uomo, dice che qualsiasi problema deve essere necessariamente colpa dell'Uomo.
Il responsabile di questo assottigliamento dello strato dell'ozono fu prontamente identificato nel CFC, un gas che, in buona parte, veniva prodotto dall'uomo e "scaricato" nell'atmosfera attraverso l'uso di bombolette spray e frigoriferi. Il modo in cui metterti la lacca sui capelli o il deodorante sotto le ascelle dovesse influire sullo strato dell'ozono che è situato nella stratosfera, posta tra i 15 ed i 35 kmnon è mai stato spiegato in termini scientifici. Va notato, a questo riguardo, che se fosse stata corretta la teoria del ruolo del cfc antropico, il buco dell’ozono avrebbe dovuto trovarsi nella parte centrale del pianeta, laddove ci sono più persone e, quindi, più emissioni di CFC e non sui poli.

In ogni caso, fosse o meno credibile la spiegazione scientifica, prima nel 1987 i gas CFC vennero banditi, ed oggi si calcola che le emissioni si siano ridotte di oltre il 70%. Quindi il buco dell'ozono avrebbe dovuto ridursi di almeno il 70%. Va aggiunto che questo buco dell’ozono è presente esclusivamente sul polo Sud a Antartico . Cosa di cui non c’è da stupirsi, per le ragioni che l'ozono serve a difendere la terra dalle radiazioni solari ed ovviamente ai poli ci sono meno radiazioni, d'altro canto nessuno si mette la crema solare se nevica...)
Ed invece cosa è successo ? Lo vediamo dalla immagine sotto riprodotta

Lo strato dell'ozono tra il 1990 ed il 2016






In sostanza il cosiddetto buco dell’ozono aumenta e diminuisce secondo schemi del tutto sconosciuti e, molto probabilmente, del tutto naturali. Nell’articolo citato si afferma che “nel 2016 il "Buco" presente in Antartide si era ridotto di almeno 4 milioni di kmq dal 2000, anno della sua massima espansione, fatto che indica come l'influenza umana sia stata determinante nel produrre tale fenomeno.”  Tuttavia questa affermazione è del tutto falsa, come possiamo vedere dal grafico di cui sopra.



Il grafico qui sopra mostra come il buco dell'ozono sia intermittente e sia presente soltanto nei mesi che vanno da ottobre e gennaio, per poi sparire e ricomparire ogni anno. E' evidente come sia un fenomeno in larghissima parte, se non del tutto ,naturale, e di certo senza implicazioni catastrofiche come a suo tempo fatto credere da larga parte dei mass media e dai sedicenti ecologisti.
 In sostanza quello che i dati, ovvero quelle che i professoroni chiamano “le evidenze scientifiche” dimostrano, è che la proibizione dei gas CFC non ha minimamente influito sul livello dello strato dell’Ozono durante questi 32 anni di bando. Peraltro molti scienziati sono arrivati alla conclusione che lo strato dell’ozono sia presente da migliaia di anni, ben prima dell’invenzione di frigoriferi e bombolette spray. Insomma possiamo dire che quella del “buco dell’ozono causato dall’uomo” sia una bufala bella e buona, da tenere a mente anche per altri tipi di teorie o  meglio ipotesi scientifiche che identificano nell’uomo la ragione di cambiamenti le cui cause non sono ancora conosciute.

venerdì, agosto 02, 2019

Midsommar: l'inquietante ambivalenza del comunitarismo ecologista

E' appena uscito il nuovo film di Ari Aster, già autore del'inquietante "Hereditary".
Il film è distribuito in Italia con il sottotitolo di "Il villagio dei dannati" che mette fuori strada lo spettatore medio, insieme alla definizione di "horror" che viene appioppata random, giusto per attirare quello spettatore dal gusto di grana grossa che poi rimarrà immancabilmente deluso dal film.
Un film di questo tipo necessita per forza di cose di quello che viene chiamato spoiler, per cui ne farò senza problemi, alla fine vedere un film è cosa diversa dal leggerne il racconto e non credo che rovinerà la visione.
Iniziamo col dire che il film è un apologo potente e inquietante, su alcune delle ideologie che proliferano nella nostra società, in particolare sulle ideologie che vedono nel "ritorno alla natura" nel comunitarismo e nello spiritualismo una risposta alla crisi relazionale e all'eccesso di individualismo della nostra società, che il film non nasconde, ma anzi sottolinea.
Il film è la storia di un viaggio in una comunità rurale svedese che un gruppo di studenti di antropologia, accompagnati dalla problematica ragazza di uno di loro, compie per motivi che vanno dal semplice divertimento all'approfondimento culturale (uno dei ragazzi vuole fare la tesi su questa comunità). La ragazza, Dani, viene da uno shock emotivo: sua sorella si è sucidata provocando anche la morte dei suoi due genitori. Il suo fidanzato non riesce a darle il sostegno di cui avrebbe bisogno, né lei sa chiederlo.
Viene invitata dai quattro amici (il fidanzato, il ragazzo svedese che progetta la vacanza, un ragazzo di colore interessato ai rituali, ed il classico ragazzo interessato più a sesso e droga che altro) a partecipare a questo viaggio in una comunità rurale in cui si celebra l'arrivo della estate con riti tradizionali con l'idea che lei  avrebbe rifiutato. Ed invece lei accetta di compiere questo viaggio.
I 5 si trovano quindi catapultati in questa realtà molto diversa, e che apparentemente dovrebbe risultare in una tranquilla e rilassante vacanza. In effetti la prima cosa che fanno è assumere non meglio specificate droghe in compagnia di una coppia di ragazzi americani (?) dai capelli scuri che già sono presenti sul posto.
La comunità appare una specie di paradiso terrestre, di persone che vivono in armonia fra di loro e con la natura, anche se alcuni segnali qui e là sono inquietanti.
Tutto procede apparentemente bene fino a che non si arriva al primo dei nove giorni di celebrazione di una festa che si svolge ogni 90 anni (notate i numeri). Durante la cerimonia due anziani si gettano da un'alta rupe. Uno dei due,  sopravvissuto all'impatto, viene finito da alcuni dei comunitari.
Ovviamente questo provoca la reazione degli  ospiti, in particolare la coppia di fidanzati, che reagisce molto male e non accetta neanche la tardiva spiegazione della sacerdotessa celebrante, ovvero che il ciclo della vita dei due anziani si era chiuso e si sarebbe aperto un nuovo ciclo abreve (vedremo poi come).
I due decidono di partire, ma vengono portati separatamente ( o così si suppone) alla stazione.
Intanto la tensione nel gruppo di amici aumenta. Il fidanzato si dimentica del compleanno di Dani, e l'amico svedese non perde tempo a farlo notare alla ragazza, chiedendole se si sente realmente compresa da lui, e di come lui abbia invece trovato in quella comuintà "una famiglia".
A sua volta il fidanzato litiga con il ragazzo di colore, che lo accusa (a ragione) di volergli rubare l'idea della tesi sulla comunità. Peggio ancora il ragazzo svitato urina su un albero provocando la reazione degli anziani del villaggio. Quello difatti è un albero sacro che porta la memoria dei defunti.
Infine ci sono dei segnali da parte di una ragazza del villaggio verso il fidanzato di Dani.
Il ragazzo che aveva urinato scompare dopo aver seguito una ragazza che lo aveva invitato a seguirla, e il ragazzo di colore incautamente impossessatosi del libro sacro viene colpito e sparisce.
Nonostante la situazione sia sempre più iqnuietante i due fidanzati rimangono e Dani viene sempre più coinvolta nella vita comunitaria, mentre il fidanzato trova dei peli pubici (segno di un rituale di seduzione) nel proprio cibo.
Il finale è un crescendo di emozioni dove veniamo a sapere la fine (trucida) che hanno fatto gli altri componenti, dove il fidanzato viene drogato e costretto ad un rituale di accoppiamento con la ragazza che lo aveva prescelto per essere da lui fecondata (la cosa a cui accennava la sacerdotessa), prima di venire sacrificato alla Natura, e dove Dani viene eletta Regina di Maggio dopo una estenuante danza ad eliminazione, trovando così la sua realizzazione e quella felicità che le era sempre stata negata.
Quella che ci viene narrata è la storia di una comunità talmente coesa, che le cose che sente o prova una persona devono essere condivise da tutti. Nella scena più forte del film, quella dell'accoppiamento, questo viene fatto sotto gli occhi di altre donne di tutte le età ugualmente nude, che condividono l'orgasmo della prescelta accompagnandolo con una sorta di coro (la qual cosa ha fatto sbellicare dalle risate buona parte del pubblico, che evidentemente non ne aveva capito il senso) Allo stesso modo la reazione isterica di Dani alla visione di questo fatto viene condivisa dalle sue nuove amiche, e la cerimonia finale, con il suo rogo purificatore, viene accompagnato dalle urle di tutta la comunità che accompagna l'atroce agonia dei "volontari".
La comunità si basa quindi sulla totale annichilimento dell'individuo e delle sue libertà. Non vi è libertà di scegliersi la propria sposa, né di prolungare la vita, nè di contestare le decisioni ed i riti imposti. Esiste solo la comunità/famiglia ed i trasgressori, per quanto innocenti, vengono eliminati senza pietà.
La comunità peraltro svolge una importante funzione che ormai nella società educatamente individualista occidentale non esiste più. Quella di supportare le persone sul piano psicologico, fornendo quel senso di appartenza che ormai non esiste più, essendo tutto ormai diventato una lotta competitiva (vedi il litigio fra i due studenti a riguardo della tesi)
Dani trova quindi  in questa comunità compatta basata sulla condivisione assoluta la sua realizzazione. Non è più una ragazza che crea problemi che gli altri non sanno o non vogliono risolvere, ma una parte del grande tutto, per giunta "regina di maggio" quindi con un ruolo importante nella comunità (anche se il sospetto che le abbiano fatto vincere il titolo è abbastanza forte).
Il tutto è raccontato in modo cinematograficamente perfetto, in particolare due scene si stagliano sulle altre. Quella della caduta dalla rupe dei due anziani, e quella del ballo per scegliere la Regina.
Il film ha anche dei chiari riferimenti alla tradizione Norrena o vikinga. Effettivamente fra i pagani dell'epoca erano usali i riti con sacrifici umani di schiavi o volontari per ingraziarsi gli Dei, e ancora vi è un riferimento al supplizio cosiddetto dell'Aquila di sangue, (già visto nella serie Tv Vikings)
Un film che sicuramente rimarrà nella memoria per molto tempo, ma che certamente non è adatto a quel pubblico troppo abituato a vedere film pieni soprattutto di effetti speciali e banalità ideologiche.
Mid Sommar è infatti un film che pone delle domande, su chi siamo, su chi o cosa potremmo invece essere, su come certe nostre credenze o stili di vita potrebbero essere (e siamo stati) diversi, non necessariamente migliori. E' meglio invecchiare tenuti in vita per decine di anni in condizioni semivegetali o scegliere di morire volontariamente o "eroicamente"? Ed il sesso è una questione ricreativa o semplicemente riproduttiva? E cosa è la felicità?


sabato, giugno 08, 2019

Epica e tradimenti: Una riflessione su "il Trono di Spade"

Il Trono di Spade (Games of Throne, ovvero GoT è il titolo originale e a questo farò riferimento nello scritto) la serie TV ispirata ai libri di George RR. Martin, è (finalmente) terminato. Una serie Tv dapprima guardata con sufficienza, indifferenza e quasi fastidio da molti "intellettuali", critici e giornalisti,  e poi mitizzata da questi oltre misura, e direi , forse anche oltre i suoi meriti, che ci sono, sono anche durati per buona parte delle sue otto stagioni, ma che poi sono man mano diminuiti con l'andare del tempo fino a quasi scomparire nel confuso, mal scritto e, diciamo la verità, deludente finale di stagione, che poi rappresentava "soltanto"  il finale di tutta la serie.
Ora chi scrive sa, come  chiunque scriva qualsiasi cosa, da banali post dei blog a fan fiction, a tesi di laurea fino a racconti o saggi, o perfino poesie, che il finire qualcosa, è sempre la parte più difficile di un lavoro, persino più difficile di quella di iniziarla.
Sono cose che sappiamo da quando facevano i "temini" alle elementari, e poi alle  medie e via via, e andando avanti la cosa non si faceva affatto più semplice, semmai il contrario.
Un cattivo finale è molto peggio di una banale o poco convincente partenza, e persino di un banale svolgimento. Soprattutto quando il racconto, come nel caso di questa serie TV, si svolge in stagioni tutte strettamente connesse una all'altra.
Prendiamo Dexter: la ottava stagione è stata pressoché disastrosa, con il protagonista "out of carachter" cioè fuori dal suo personaggio, per il 90% del tempo e una trama ben poco convincente. Però, dal momento che Dexter è una serie TV in cui vi è un collegamento fra una stagione e l'altra, ma tutto sommato le stagioni vivono anche di vita propria, si può anche fare finta che la ottava stagione non sia mai stata girata,  e Dexter sia stato ucciso dalla sorella Debra nel finale della avvincente e coraggiosa settima stagione, ed ecco che si è rimediato, almeno nella nostra memoria.
Ma nel caso di GoT, questo non è possibile, perché fin dalla prima puntata il tema di ogni cosa, il fine di ogni cosa, (fine che, machiavellicamente, giustifica i mezzi) è la conquista del Potere, appunto il "Trono di Spade", e se il finale è costellato di contraddizioni, assurdità, buchi di sceneggiature enormi, personaggi che agiscono in contraddizione a quello che era o sembrava il fine dichiarato  delle loro azioni (emblematico il caso di Tyrion Lannister)  allora il finale stesso finisce  per contraddire tutto l'impianto della Serie.
Beninteso, qualsiasi narrazione, a prescindere dal genere, si basa su una specie di patto perverso fra il narratore (scrittore, sceneggiatore etc) e il lettore/spettatore. Questo Patto perverso prevede che il Lettore/Spettatore accetti dal Narratore di credere alle menzogne (o invenzioni letterarie, se preferite) che il Narratore gli propina. E' quella che si chiama "sospensione della incredulità" che però ha i suoi limiti ovviamente variabili a seconda del genere (nei gialli il limite è molto basso, negli horror o fantasy è molto alto) ma che comunque non può essere varcato, e comunque non di frequente.
Posso accettare che esistano Vampiri, Demoni e Lupi Mannari,  e che una ragazzina alta un soldo di cacio sia la predestinata a combatterli ( Buffy l'ammazzavampiri). Ma non posso accettare che esista una famiglia di vampiri che se ne va in giro tranquillamente di giorno, vive in mezzo agli uomini ed uno di essi lavori addirittura in un Ospedale (Twilight)
Posso accettare che si diffonda un virus vampirico portato da un antico vampiro con annessa spiegazione fantascientifica (The Strain), ma non posso accettare un gruppo di sopravvissuti inetti e i cui componenti per la maggior parte non sa usare un'arma da fuoco, ma che riesce a tenere a bada e sconfiggere moltitudini di zombie lenti e decerebrati in grado però di distruggere l'Esercito e lo Stato Americano  senza grossi problemi (The Walking Dead).
 Il Trono di Spade si era caratterizzato all'inizio per il realismo, che lo rendeva molto diverso (e anche molto migliore, o almeno apprezzabilmente migliore) di quella grande epica Fantasy che conosciamo, sia nella letteratura, che nel cinema, sotto il nome di "Il signore degli Anelli"
Nel trono di spada, inizialmente, non vi erano gnomi o elfi, né anelli magici, e si parlava sì di antichi e feroci Dragoni, ma come di un fatto forse leggendario del passato. Il tema ed i personaggi della Serie Tv erano estremamente realistici, seppure non reali e del tutto fittizi, come fittizio ed immaginario era l'universo nel quale si muovevano. Man mano vengono però introdotti gli elementi fantasy. I draghi, che però sono dei draghetti che la madre/padrona deve difendere quasi come innocui animali da salotto, qualche magia nera, ma niente di così eclatante..Con l'andare delle stagioni l'elemento fantasy ha preso il sopravvento, per cui la minaccia dei White Walkers diventa ad un certo punto la trama principale, insieme alla possibilità, poi realizzatasi in extremis, che i Dragoni, ormai cresciuti e diventati Mostri terribili ed incendiari, possano distruggere città, magari su ordine della loro madre/padrona/regina, la bellissima e sventurata Daenerys Targaryen, unica legittima erede al Trono. Inoltre, uno dei protagonisti, il coraggioso quanto ingenuo Jon Snow, dopo aver fatto la fine che secondo lo scrittore e creatore Martin devono fare gli sciocchi, viene riportato in vita.
Ovviamente gli sceneggiatori sono liberi di fare quello che vogliono dal punto di vista della trama, e fino a questo punto siamo di fronte a scelte che possono non piacere, ma del tutto legittime, anche perché contenute nei libri originali. La necessaria differenziazione dai libri delle ultime 2 stagioni, dovuta al fatto che il finale della storia non è ancora stata scritta da Martin, ha portato però ad eccessi e svolte di sceneggiatura discutibili. Vediamone alcune…

Quando Daenerys sbarca dalle lande semi desertiche di Esseros a Westeros, dopo un viaggio  a tratti picaresco durante il quale lo spettatore ha imparato ad apprezzare e forse anche ad amare questa ragazza tanto forte da risorgere (letteralmente) dalle ceneri, sconfiggere nemici, salvarsi da agguati e tradimenti, liberare popoli, capisce che l'agognata meta, ovvero la riconquista del Trono, dovrebbe essere per lei un gioco da ragazzi, anzi da ragazze.
Dispone di ingenti forze militari, è alleata con le principali casate dei "Sette Regni", tra cui le forze navali degli uomini di Ferro, e soprattutto possiede i tre dragoni, che equivalgono ad avere le forze aeree in un'epoca dove non esistevano, quindi avere un vantaggio decisivo. Ma i consigli di Tyrion Lannister che la ammonisce a non scatenare le sue armate per non fare vittime innocenti, e soprattutto i suoi dragoni, su Approdo del Re, ovvero la capitale dove è asserragliata la odiatissima Regina Cersei, la inducono ad una serie di errori che consentono a Cersei di rimanere indisturbata al potere fino alla penultima puntata.
In realtà Daenerys potrebbe vincere anche evitando un attacco devastante sulla città. Le basterebbe bloccarne i porti, bloccare le vie di comunicazione e di approvvigionamento, mandare qualcuno dei suoi zelanti ed imbelli consiglieri a parlare con gli avidi banchieri della Banca di Ferro, ed infine fomentare il malcontento interno e la ribellione, che gli stessi cittadini di Approdo del Re le consegnerebbero la Regina per salvarsi dalla fame e dalla certa morte.
Invece le forze militari vengono disperse in 100 rivoli rendendole attaccabili dalle poche milizie rimaste fedeli ala regina, che gli sceneggiatori riescono a moltiplicare in modo incredibile.
Prendiamo gli Uomini delle Isole DI Ferro. Si tratta di un piccolo reame, guidato dal casato dei Greyjoy, sconfitto a suo tempo dalla casata degli Stark e vengono presentati nel corso delle prime stagioni come un popolo ormai decaduto ed indebolito, a tale punto che non riescono nemmeno a tenere quel paio di fortezze conquistate grazie alla assenza dei proprietari, impegnati nella lotta contro i Lannister. Il fratello del Re, spuntato non si sa bene da dove, e che gli strappa il trono dopo averlo barbaramente assassinato, deve subire la diserzione di larga parte della flotta, che sotto il comando dei due figli del Re, passa appunto dalla parte di Daenerys.
Lo zio assassino stringe però un patto con Cersei, e lo vediamo, con stupore, abbordare le navi dei nipoti che trasportano il potente esercito di Dorne, e distruggerlo. Dove abbiano preso soldi, lavoratori e marinai per rifare una flotta molto più potente, non è dato sapere e riesce difficile da immaginare. Nella ottava stagione la figlia del Re e nipote dell’usurpatore viene liberata e apprendiamo, senza che ci venga mostrato come, che ha riconquistato le isole di Ferro, e però rivediamo lo Zio (che nel frattempo ha ingravidato la Regina Cersei) comandare ancora la flotta durante la battaglia decisiva. Puro non sense....
Stessa cosa vediamo per l'esercito del Nord, mobilitato da Rob Stark, il giovane rampollo di casa Stark, nel corso della prima stagione. Questo esercito, a cui tutti i vari Lord del Nord hanno dato il loro contributo, prima combatte la guerra contro i Lannister, e sicuramente subisce perdite, una parte viene massacrata dall fazione dei Bolton quando questi tradiscono il "giovane Lupo" che li comandava. In sostanza si tratta di un esercito indebolito. Tutta la sesta stagione è dedicata al tentativo di Jon Snow, il figlio bastardo del vecchio Stark, di radunare un esercito per riconquistare Grande Inverno, nelle mani di Ramsey Bolton, un altro bastardo, ma in questo caso anche psicopatico, che ha assunto il potere nel Nord. Durante la battaglia dei Bastardi, uno dei migliori episodi della intera serie, Jon riesce a sconfiggere il rivale, ma perde praticamente la gran parte del suo esercito, oltre che distruggere le armate avversaria. Successivamente guiderà il suo popolo (S8, episodio 3), appoggiato dalle forze di Daenerys, contro i White Walkers, ma nella battaglia perderà quasi tutto l'esercito, rischiando anche di morire. Grande Inverno viene semidistrutto, ma all'inizio del quarto episodio appare senza danni, il terreno sgombro delle migliaia di morti, e riesce a guidare ancora un esercito (?) contro Cersei. Nell'ultima puntata si parla ancora di un esercito del Nord che minaccerebbe la capitale.....
Oltre a queste forzature lo spettatore si deve sorbire vere sciocchezze, per esempio quando Jamie Lannister, il fratello di Cersei a cui è legato da un rapporto incestuoso, finisce con tutta l'armatura dentro un fiume, e rispunta all'inizio della puntata successiva ancora vivo !
O ancora Bronne, il mercenario, che spunta (s8 ep. 4) nientemeno che a Grande Inverno, passando non si sa come tra le fila dell'esercito nemico, solo per minacciare i due fratelli Lannister (il cui reciproco odio è stato messo rapidamente in disparte precedentemente) quando in realtà il suo incarico sarebbe stato di uccidere Daenerys. Bronne rispunterà poi nell'ultima puntata addirittura come componente del nuovo Consiglio Reale(sic!).
L'analisi di alcuni dei protagonisti di GoT può servire per illustrare meglio le contraddizioni.




Tyrion Lannister 
 Tyrion è uno dei personaggi che si è conquistato la simpatia del pubblico. Si tratta di un componente della famiglia dei Lannister, ma si differenzia dagli altri già a partire dall'aspetto fisico. Se gli altri componenti sono tutti, se non proprio belli, alti e slanciati, Tyrion è invece affetto da nanismo. Questo suo aspetto lo ha reso una specie di zimbello, è odiato dal padre, perché la sua nascita ha portato alla morte della madre, e dalla sorella, più o meno per lo stesso motivo, ma anche per la diversità di carattere. I Lannister appaiono fin dall'inizio i "cattivi", contrapposti agli "Stark" che sarebbero i "buoni ". Quindi generalmente, sono detestati dal pubblico (anche se Jaime Lannister subisce un lungo processo di "umanizzazione", direi anche eccessivo). Tyrion viceversa viene descritto in un modo che lo rende simpatico, seppure non privo di aspetti detestabili. In effetti è l'unico che si oppone alle trame di potere della sua famiglia, anche se più per anticonformismo che per reale convinzione: è colto, dal momento che ha dedicato larga parte della sua vita alla lettura, non potendo fare il soldato come il fratello, né la dama come la sorella. E' anche dedito ad alcuni vizi, il bere spesso smodatamente, e la frequentazione di bordelli e prostitute, non avendo il fisico e lo charme per poter aspirare a qualcosa di diverso. Dopo essere stato condannato a morte per l'omicidio del giovanissimo quanto insopportabile Joffrey (suo nipote) viene fatto fuggire e ripara ad Esseros, dove chiede rifugio presso l'aspirante Regina Danerys Targaryen, di cui diviene forse con troppa facilità consigliere. La motivazione di Tyrion per passare al nemico pare molto semplice: vuole vendicarsi della sua famiglia (anche se ha già ucciso il padre in una delle sequenza più memorabili di GoT) D'altro canto Daenerys lo strappa dalle mani degli schiavisti e potrebbe tranquillamente farlo uccidere, ma decide di fidarsi di lui. Nelle ultime 2 stagioni però quello che fa Tyrion non è altro che, consapevolmente o meno , aiutare la sua famiglia ( o quel che ne rimane), dando consigli del tutto insensati alla giovane principessa, di cui forse è persino innamorato. Fino all'ultimo non vuole che Daenerys scateni l'attacco alla città, ma fallisce nel proporre una tattica alternativa: Eppure la conosce benissimo: sfruttare i passaggi segreti nella città che consentirebbero ad un piccolo gruppo di uccidere o rapire la Regina Cersei. Invece sfrutta questa possibilità per permettere a suo fratello Jaime di salvare Cersei. Senza riuscirci, ovviamente. E viene alla fine compensato sfuggendo ancora alla morte e ridiventando primo cavaliere (come con Joffrey e Daenerys, insomma uno a cui persino Bruno Vespa farebbe un baffo)

Daenerys Targaryen
Altro personaggio amato, ne seguiamo l'evoluzione per tutta la serie. Inizialmente non sembra molto importante, viene venduta praticamente dal fratello, che si ritiene l'erede legittimo di Casa Targaeryen, al capo di una tribù nomade del deserto, perde il figlio e rimane vedova, ma ha in dono tre uova di Drago, che le cambiano tutto. Riesce a conquistare un esercito, città, territori e cuori. Tra le sue iniziative c’è l’abolizione della schiavitù, ma anche dei crudeli spettacoli gladiatori. In alcuni momenti appare spietata, ma sa essere generosa e compassionevole, come quando dopo aver saputo che uno dei suoi dragoni ha ucciso il figlio di un contadino, decide di rinchiuderli. Uno di questi sfuggirà e sarà lui successivamente a salvarla da un agguato. E’ possibile pensare che si trasformi in una assassina di massa, passando ore a distruggere Approdo del Re, tra l’altro dimenticandosi dell’obiettivo principale, ovvero Cersei (che muore in modo tutto sommato anonimo, sepolta da un crollo di mattoni, che con un poco di fortuna l’avrebbero risparmiata.) ?Certo, Daenerys ha subito la perdita di Jorah, figura quasi paterna, seppure l’amore che lo lega a Dany non sia specificatamente di tipo paterno, e la sua amica del cuore Missandel, rapita (anche qui in modo non del tutto chiaro) dagli uomini di Cersei e poi giustiziata crudelmente davanti ai suoi occhi) Si sente abbandonata da tutti e questo può portarla a scatenare i suoi istinti, ma poi perdona subitaneamente Jon dopo la battaglia per poi essere pugnalata a tradimento.

Il finale
Anche la morte di Daenerys, seppure sia indubbiamente un momento forte ed anche riuscito, non sfugge a molte ambiguità. Nel corso della settima stagione emerge difatti che Jon non sarebbe “il bastardo di casa Stark” come creduto fino a quel punto, ma nientemeno che il figlio di Lyanna, sorella di Ned Stark,  e di Rhaegar Targaryen, fratello maggiore di Daenerys, quindi in realtà un più o meno legittimo pretendente al Trono. La cosa appare però poco credibile a causa del fatto che i Targaryen sono tutti biondissimi e dai capelli lisci o appena mossi e gli occhi azzurri, mentre Jon  è un morettone dai capelli ricci e gli occhi scuri. Va ricordato che nel corso della prima stagione Ned Stark scopre la tresca incestuosa fra i fratelli Lannister proprio a causa del colore dei capelli dei figli, tutti biondi laddove il legittimo Re e consorte è castano. Eppure i pochi che vengono a conoscenza del segreto, sembrano crederci,  Daenerys compresa, anche se le prove latitano. Questa sottotrama sembra più un pretesto creato per dilungare i tempi dello show e creare una ragione per portare allo scontro mortale tra Daenerys e Jon (che viene indotto al femminicidio della Regina/amante da Tyrion, che gli ricorda che lui sarebbe un rivale) che non un coerente sviluppo della trama, tanto è vero che Jon non salirà sul Trono ma finirà esattamente da dove era partito, ovvero a fare il Guardiano della Notte, anche se non si capisce guardiano di cosa, visto che i pochi Wildings (Bruti) sopravvissuti sembrano ormai pacificati e non più minacciosi nel Disneyano finale; in quanto ai White Walkers sono tutti morti.
La cosa veramente indigeribile nel finale non è tanto rappresentato dal finale buonista disneyano , quanto il modo in cui ci si arriva. In sostanza è Tyrion Lannister che decide le sorti del Regno e chi sarà nel governo, cosa risibile dal momento che Tyrion in quel momento è un prigioniero condannato a morte, già fin troppo fortunato a non essere giù stato decapitato, come anche Jon Snow/Stark/Targaryen. Ma se in quest’ultimo caso si può pensare ad una prudenza per non scatenare la reazione degli uomini del Nord (che peraltro, contro le forze della falange degli Immacolati e della furia della cavalleria dei Dothraki avrebbero speranze zero) nel caso di Tyrion la cosa è veramente improbabile. Ancor meno probabile è che un prigioniero possa dettare le condizioni del futuro governo. La scelta di Brann lascia un po’ stupefatti, non tanto perché Brann non ha fatto nulla per conquistare il Trono, e non sembra avere grandi doti per poterlo mantenere a lungo (salvo la preveggenza) ma perché lo stesso Brann, nel corso della settima stagione, aveva rifiutato il trono delNord, affermando che “lui non era Brann Stark ma il corvo col terzo occhio”, come dire che le cose terrene ed in particolare il potere non gli interessavano e non facevano parte del suo orizzonte. Ma quando gli viene chiesto se accetterebbe di essere Re afferma “Perché credete che sia venuto’. L’interpretazione potrebbe anche essere che Brann ha manipolato i vari personaggi, sostituendo di fatto i deus ex machina della prime 6 stagioni, ovvero “Ditocorto” e Varys, che vengono eliminati proprio dalle (non tanto) soavi fanciulle che volevano manipolare, Difatti, avvisando Jon che è lui il vero erede del Trono (che sia vero o meno) non ha fatto altro che mettere contro Jon a Daenerys, introducendo una disputa fra i due. Destabilizzata psicologicamente la Regina, e sapendo che la mentalità basata sul dovere, prima che sul piacere o l’interesse personale di Jon farà il resto, non fa altro che passare all’incasso. Peraltro quando chiede informazioni su Drogon, il dragone superstite che ha portato via il cadavere della Principessa, sembra sapere qualcosa che lo spettatore e gli altri protagonisti ignorano. Potrebbe avere la capacità di controllare il dragone, oppure …
Gira voce che sia stata tagliata una sequenza dove il dragone portate il corpo senza vita di Daenerys su un’isola riesce a riportarla in vita.  E a questo punto la preoccupazione di Brann sarebbe ben più giustificata…

L’Ideologia del Trono Di Spada
In ogni racconto vi è una ideologia di fondo che più o meno evidentemente emerge fra le pieghe del racconto. In “The Walking Dead “ è palesemente la teoria Hobbesiana dell’uomo che è un lupo per l’altro uomo, che viene esplicitamente richiamata in alcune puntate, In “Buffy l’ammazzavampiri” il “potere femminile” sintetizzata nel finale della serie con la nascita di centinaia di “Slayer” (amazzavampiri) ma anche la critica alle istituzioni.  Molto più difficile vedere una ideologia di fondo ne “il Trono di Spada”. Inizialmente accusato di essere reazionario, cinico e misogino, in realtà GoT descrive soltanto situazioni che fanno parte della nostra storia, ovvero l’oppressione della donna in una società medioevale, e come queste possano, in siffatta società, sopravvivere solo come madri e mogli fedeli a cui non è concesso la scelta del marito, o come cortigiane/prostitute. Ci sono poche eccezioni a questa situazione, una è la guerriera Brienne, che viene presa poco sul serio dagli altri soldati, ma che si conquista il rispetto a suon di combattimenti vinti, e l’altra è la “selvaggia” Ygritte, che vive però in una società senza gerarchie di classe o genere, infatti è appunto una “selvaggia”.
Nel corso del racconto però diverse figure femminili emergono, e la guerra dei 5 Re, diventa una guerra fra le 2 regine con la Lady del Nord, Sansa Stark, a fare da terza incomoda.
Secondo alcuni nelle prime stagioni si tendeva a premiare i cattivi a scapito dei buoni e onesti ma Martin a proposito delle morti di alcuni personaggi ha spiegato che questi commettevano degli errori che portavano alla loro morte. Niente da eccepire, è senz’altro nel momento in cui i buoni hanno iniziato a fare errori senza pagarne le conseguenze che il racconto ha perso di credibilità. Il caso più emblematico è proprio Tyrion, che sfugge almeno 4 volte all’esecuzione (una media di 1 volta ogni 2 stagioni1) e lo stesso Jaime, che sopravvive incredibilmente prima al bagno con la corazza, poi alla furia dei White walkers (come peraltro Brienne ed il suo inutilissimo scudiero.
In realtà il finale non può altro che essere interpretato come un premio a coloro che, in qualche modo, possono esser considerati “buoni”  o almeno meno peggio degli altri. peraltro il discorso sembra di difficile applicazione ad alcuni, come Arya, che è comunque una specie di assassina seriale (la sua battuta “so riconoscere un’assassina quando ne incontro una, riferita a Dany risulta abbastanza grottesca). Potrebbe essere interpretato come un messaggio pacifista, quasi evangelico, un governicchio di gente tranquilla e anche un po’ imbranata con un paralitico come rappresentante supremo.  La spartizione dei posti ricorda un po’ troppo però un governo della Prima Repubblica per suscitare entusiasmo, e non si può non notare come i Dothraki siano stati colpevolmente dimenticati. Questo finale sotto tono però finisce per tradire non solo le attese degli spettatori, che si attendevano un finale epico, ma anche lo stesso ”mood” di tutto il racconto.
Peraltro va ricordato, a coloro che trovassero particolarmente condannabile la distruzione di Approdo del Re da parte delle forze dei Targaryen (e  del Nord, che non si tirano indietro rispetto a stupri ed uccisioni) che gli Stati Uniti non hanno fatto niente di diverso, con le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, a seguire la completa distruzione di Tokyo con il Napalm del marzo 1945- Eppure il presidente di allora, FD Roosevelt viene considerato tutt’altro che “folle” ma anzi uno dei più saggi presidenti americani….
La distruzione del Trono di Spade ad opera di Drogon, per quanto poco credibile, può essere interpretato come la comprensione da parte del Magico Animale che è la ossessione per il Potere che ha portato Daenerys a trasformarsi in una sanguinaria tiranna e, quindi, alla sua morte, ma alla fine il potere rimane e viene spartito fra gli eredi degli stessi casati che l’avevano governata prima, con l’eccezione del mercenario e plebeo Bronne, che però non ha certo l’etica fra le sue caratteristiche principali.
Fondamentalmente il messaggio che sembra trasparire dal finale è che il volere realizzare il bene produce come conseguenza il fanatismo ed il totalitarismo. Quando Daenerys dopo aver distrutto Approdo del Re sale le scale del Palazzo (o di ciò che ne rimane, arringa una folla fatta soltanto dei suoi soldati, disciplinati oltre ogni dire Le bandiere Nere e l’atmosfera plumbea e marziale non possono non ricordare allo spettatore il Nazismo o altre ideologie totalitarie. Nel discorso a Jon Snow, Tyrion ha ricordato come l’erede di casa Targaryen abbia distrutto tutti quelli che si opponevano a lei, dimenticando però che è sempre stato per legittima difesa, visto che la posta in gioco era, in primis, la sopravvivenza. “nel gioco del Trono o si vince o si muore” aveva sentenziato Cersei fin dalla prima stagione. Il problema con il personaggio di Daenerys è che lei è motivata anche da un sentimento di giustizia, che come abbiamo visto la porta ad azioni tutt’altro che crudeli, di cui paga alle volte anche pegno (come nella prima stagione, quando salva la vita ad una donna che poi si rivela essere una strega vendicativa e causa la morte di figlio e marito, causando la caduta di Dany da aspirante Regina dei Dothraki a “Regina stracciona” da cui risorger solo grazie alla propria forza di volontà. LA sua idea di “Bene “ “nuovo mondo” non vengono mai specificate, lasciando lo spettatore alla mercé delle invenzioni  degli sceneggiatori. Da questo punto di vista appare molto più riuscita la figura dell’Alto Passero, che attraverso la Religione ma anche attraverso l’ostilità delle classi povere verso i potenti, riesce a tenere sotto la sua influenza tutto il reame ( o almeno la capitale) .
Il finale sembra dire che è meglio un governo di inetti ma pragmatici che persone con alti ideali, siano essi metafisici o materialisti.


Cosa rimane de “il Trono di Spade”
Nonostante questi e altri difetti, facendo un bilancio complessivo, GoT rimane comunque una delle migliori serie Tv di tutti i tempi, per la complessità della trama, la quantità e qualità di personaggi e dei loro interpreti, i riferimenti storici, le ambientazioni, i costumi, i dialoghi (salvo nelle ultime 2 stagioni) e non ultimo, la spettacolarità di molte scene.
Alcuni momenti rimarranno a lungo nella memoria degli spettatori, che peraltro con Dvd e bluray (ma anche con gli estratti reperibili su You tube) possono rinfrescarla. Dalle tragiche “nozze di Sangue” (stagione 3) alla nascita dei Dragoni (stagione 1) alla battaglia delle Acque nere (stagione 2) la battaglia fra Guardiani della notte e esercito dei Bruti (il coraggio dei pochi stagione 4) la epica Battaglia dei Bastardi (stagione 6) l’umiliazione di Cersei da parte de “l’Alto Passero” ed i suoi accoliti e la spietata vendetta della Regina fino anche ad alcuni momenti delle ultime due stagioni (in particolare la battaglia di Grande Inverno fra umani ed estranei, soprattutto nel quarto d’ora finale, tesissimo e struggente) ci sono tanti momenti epici da ricordare, ma anche momenti romantici e alcuni intervalli in cui la tensione di scioglie in qualche risata, generalmente grazie al simpatico Sam, amico del cuore di Jon Snow, ma anche Tyrion fa la sua parte.
E, a proposito di Tyrion, seppure il suo personaggio rimanga un po’ offuscato nelle ultime stagioni, non si può non ricordare la sua dichiarazione davanti al tribunale che lo processa per l’omicidio di Re Joffrey, dove accusa la società di discriminarlo per via del suo aspetto, che rimane uno dei momenti più drammatici ed intensi di GoT.
Infine, alcune frasi, sono diventate dei veri tormentoni, da "l'inverno sta arrivando" a "un Lannister paga sempre i suoi debiti" a "tu non sai nulla Jon Snow"fino a "Non oggi" che nell'originale "not today" suona anche meglio, a dimostrazione di quanto la serie sia entrata nellìimmaginario popolare.
Il bilancio è quindi più che positivo, anche con i difetti evidenziati.
Forse il mezzo televisivo ha alcuni limiti che difficilmente possono essere superati, ma all’interno di questi limiti GoT è una delle serie che più si è avvicinata al superamento degli stessi.
E per questo rimarrà ancora a lungo nell’immaginario. (si dice difatti di un prequel già in produzione).







sabato, aprile 27, 2019

Si fa presto a dire Scienza

Negli ultimi anni, o decenni, la Scienza è venuta a sostituire ciò che prima erano le ideologie, e prima ancora le religioni, ovvero è diventata la base per le credenze comuni e persino per le politiche dei governi.
Per molti ciò è un bene, perché darebbe una base oggettiva a quanto crediamo, a quello che facciamo, ai nostri comportamenti, e quindi una azione di governo basata sulla Scienza, che sarebbe per stessa natura esatta e quindi indiscutibile.
Quanto questa concezione sia pericolosa credo che sfugga a pochi ( o meglio, lo spero) ma credo che a molti sfugga quanto questo sia anche dannoso, perchè potrebbe indurci a fare scelte sbagliate nella  convinzione che siano quelle giuste, esattamente come per religone e ideologia.
Veramente ciò che viene comunemente chiamata scienza può definirsi tale e davvero è credibile al punto di affidare le nostre esistenze ad essa?
Chiunque abbia avuto a che fare con medici (cioè quasi tutti ad una certa età) può facilmente trovare discutibile questo,  ma innanzitutto bisognerebbe definire cosa è la Scienza realmente.
La Scienza è semplicemente il tentativo dell'uomo di capire come funzionano realmente le cose, ovvero dare una spiegazione scientifica di avvenimenti che altrimenti rimarrebbero sconosciuti o con spiegazioni irrazionali o magiche.  Il problema è che la Scienza è fatta dagli uomini, e come tutte le attività umane è percorsa da errori, alle volte giganteschi, e che gli stessi scienziati fanno poco per combattere. Per sapere come funzionano le cose esiste un metodo chiamtato metodo scientifico, che consiste nel provare e riprovare che la ipotesi da cui si parte è corretta, e se non lo è va modificata o persino lasciata cadere: Più che provata vera una teoria deve essere provata NON falsa. In sostanza un esperimento che va bene non dimostra nulla, l'esperimento va riprodotto all'infinito e soltanto se sempre dà lo stesso risultato allora lo si può considerare riuscito.
La prima cosa è quindi la riproducibilità dell'esperimento.
Bene, secondo dei sondaggi condotti fra gli scienziati di vari settori, la riproducibilità dei risultati è, spesso,una chimera irraggiungibile :secondo un articolo pubblicato su Nature il 70% dei ricercatori non è riuscito a riprodurre i risultati delle ricerche altrui, e circa la metà non sono riusciti neppure a riprodurre i propri!
Non va meglio agli psicologi, che riescono a riprodurre l'esperimento solo nel 40% dei casi, e pessimamente agli oncologi, le cui stime di riproducibilità sono del 10% ovvero nel 90% dei casi lo studio non è ripetibile (quindi quando leggete di qualche cura del cancro potete stare certi almeno al 90% che si tratta di una bufala)
Tra le cause di questa crisi viene indicata la pressione per pubblicare dati e ricerche, anche quando queste danno risultati ambigui.
Però gli scienziati puntano anche il dito sui propri colleghi (e, quindi, su se stessi)
La frode viene indicata dal 40% degli intervistati come una delle cause di non riproducibilità degli esperimenti (insomma i risultati sono semplicemente stati falsati volutamente)
Addirittura il 14 % degli scienziati si dice convinto che alcuni colleghi si inventino del tutto i dati ed il 34% ammette di aver selezionato i dati per far emergere solo ciò che interessava, ovvero ammettono di aver truccato le ricerche.
Come riportato da questo articolo:

"È inoltre necessario considerare che il sistema accademico non premia per niente chi fa studi di riproducibilità, sono tempo e soldi buttati via dal punto di vista delle “performance produttive” del gruppo di ricerca.
Le stesse riviste scientifiche non sono un granché interessate a pubblicare ricerche che dimostrano la non riproducibilità di un precedente lavoro pubblicato, preferiscono pubblicare ricerche innovative o risultati sorprendenti e così ecco com’è facile far sparire le notizie dei fallimenti delle repliche.
In ultima analisi bisogna tenere a mente che oggi ci sono ricerche tanto specifiche che solo pochi esperti le possono capire e valutare; in questo modo si sterilizza l’attività di peer review (ossia il lavoro di revisione dello studio scientifico da parte di esperti così da poter decidere se pubblicarlo, chiedere chiarimenti o respingerlo). In alcuni casi c’è il grosso rischio che le riviste scientifiche pubblicano quasi alla cieca, del tipo: non ho capito di cosa stai parlando però mi sembra tutto serio e ben fatto, tu hai una buona reputazione, quindi lo pubblico.
«Non per questo adesso bisogna pensare che tutti gli studi scientifici siano inaffidabili – afferma Andrea Pensotti, direttore dell’Interdisciplinary Life Science Institutebisogna avere la forza di fare una seria autocritica nel mondo della scienza senza cadere nell’eccesso opposto della “caccia alle streghe” che porterebbe ad una grave crisi di credibilità non solo verso la popolazione generale ma anche verso gli stessi medici e tra colleghi ricercatori»."

Talel situazione è ancora più drammatica in campi come le ricerche sull'alimentazione o il clima, dove i giornali riportano notizie di ricerche scientifiche dando spazio solo a quelle che confermano i pregiudizi esistenti, o che servono ad avere più click o lettori ed attirare l'attenzione, e quindi a quelle più allarmistiche, che sono anche immancabilmente le meno scientifiche ed attendibili.
Inoltre le notizie su queste ricerche spesso vengono date in modo semplicistico e frammentario, o ancora vengono attribuite a scienziati non meglio specificati, o addirittura si spaccia come "scienza" il risultato, magari dopo averlo frainteso, di una singola ricerca. Oppure ancora, come nel caso dei "cambiamenti climatici" viene dato conto solo del "worst scenario" ovvero della possibilità più catastrofica che, però, è anche quella con meno probabilità di realizzazione
Cosa fare di fronte a questo? Evidentemente non fidarsi ciecamente di nessuno, informarsi su cosa realmente dicono queste ricerche, confrontarle con altre, vedere quali metodi sono stati usati (uno studio osservazionale ha spesso credibilità pari a 0, laddove studi randomizzati o con doppio cieco possono avere dei difetti, ma sicuramente sono più affidabili). 
Insomma, applicare il metodo scientifico (o fact checking se preferite) nel nostro piccolo. 
E, sopratutto, non fidarsi di cià che viene chiamato Scienza in modo superficiale, perché alla fine si tratta di ipotesi, non di verità.

domenica, marzo 31, 2019

Dacci oggi il nostro catastrofismo quotidiano


L'ideologia non muore, si trasforma. Assume sempre mutevoli forme per costringere gli uomini a non pensare in modo razionale e scientifico, ma in base a supposti valori ed emergenze, a distoglierlo dalla ricerca del vero e del difficile per convertirlo all'accettazione del falso e del facile.
Oggi l'ideologia vincente non è il populismo, ma il catastrofismo.
E' da anni che siamo perseguitati da teorie catastrofiste. Una volta è il buco dell'Ozono, poi è la "mucca pazza" poi l'influenza aviaria, poi quella suina, poi l'ebola, poi il terrorismo (islamico) l'immigrazione, l'allarme sicurezza ed infine i vaccini e  i "cambiamenti climatici" che addirittura minaccerebbero la vita sulla terra.
La caratteristica comune di tutti questi allarmi catastrofistici è molto semplice: si basano sulla emotività e la paura. La paura è la chiave dell'irrazionalità. Una persona che perde la ragione è una persona facilmente impressionabile e, quindi, manipolabile.
La manipolazione è la base del potere.
Se analizziamo queste paure vediamo come molte di loro si presentano come "scientifiche" ma in realtà di scientifico non hanno nulla.
Il catastrofismo difatti è, per definizione, non scientifico. Per due oggettive, inopinabli e semplici ragioni
La prima è che nessuna teoria catastrofista è mai stata confermata dai fatti. Nessuna catastrofe annunciata si è mai realizzata. Nessuna.
La seconda è che presume di prevedere il futuro. Ma nessuno ha mai previsto il futuro. Non fa parte delle facoltà umane prevedere il futuro. Ci sono sole due categorie di persone che vivono prevedendo il futuro. Gli imbroglioni e gli scommettitori. Lasciamo da parte i primi, concentriamoci sui secondi.
Cosa fa uno scommettitore?.Prende scommesse su eventi futuri non certi. Ribadisco non certi. applica un calcolo delle probabilità da cui trae comunque vadano gli eventi un vantaggio. Considera un evento y meno probabile di un evento x. Lo quota in modo più favorevole allo scommettitore. Se perde pagherà di più,ma normalmente vince lui.
Ora come fanno "gli scienziati" a stabilire cosa succederà nel futuro? mettono delle percentuali di probabilità su eventi che però, a differenza di un evento sportivo, non sono calcolabili, Se sbagliano non pagano in quanto la loro credibilità non verte sull'efficienza e la veridicità delle loro previsioni, ma sul carisma riconosciuto della propria professione.
Lo scienziato, per definizione "ha ragione" poiché dice quello che dice la Scienza.
Peccato che la Scienza non sia formata da verità prestabilite, ma da ipotesi da verificare. Una ipotesi non verificata, rimane solo una ipotesi, non è verità scientifica. Che una ipotesi venga sostenuta da un eminente scienziato,  o da una portinaia, sempre ipotesi resta.
Il principio di autorità non è un principio accettabile perché una affermazione non è vera o falsa per la fonte dalla quale proviene ma sulla base delle evidenze scientifiche.
E, ribadisco, le teorie di carattere catastrofista non si basano sulle evidenze scientifiche perchè si basano su ciò che non è successo.
Se prendiamo ad esempio le previsioni dell'IPCC sulle temperature, la salita del livello del mare, gli isolotti del pacifico che dovevano essere sommersi dalle acque. lo sciolgimento dei ghiacciai e gli orsi polari che si estinguevano, non una sola di queste previsioni ed altre ancora sono state azzeccate.
La difesa degli "scienziati" è stata, ed è, che sono previsioni elaborate da computer sulla base di ipotesi, ma non si sa se le ipotesi sono vere (in quanto non sono state verificate) ed il clima "è imprevedibile". E allora di cosa stiamo parlando?
Prendiamo una paura diffusa negli anni 90 come la variante umana della mucca pazza (che è sempre esistita e si chiama Sindrome di Jakob Kreuzberg). NOn c'erano prove sulla sua diffusione né studi che potessero affermare una sua espansione, eppure si è arrivati a proibire la Costata fiorentina (che poi non differisce da altri tipi di taglio) per una paura totalmente irrazionale. Ogni anno ci sono una ottantina di persone che muore intossicata da alimenti vegetali in Germania, e presumo che ne siano altrettante anche in Italia, eppure nessuno ne parla o lancia allarmi.
Le paure e le catastrofi sono infatti  selettive, si devono installare in una zona della nostra mente che sia già preparata. La paura dello straniero, del diverso, dell'omosessuale, dell'ebreo, ma anche la retorica ambientalista sull'uomo che distrugge la natura, celebrata da centinaia di film hollywoodiani, l'animalismo e il salutismo tanto onnipresente sui massmedia, e perfino  la paura del progresso scientifico (vedi Ogm e vaccini ) sono tutte idee talmente instillate nella nostra testa da renderle un terreno fertile per il nascere e lo svilupparsi delle paure e della irrazionalità.
Paure e irrazionalità che non solo possono essere sfruttate da abili demagoghi e truffatori, ma anche avere conseguenze dannose per tutta la società
Pensandoci bene la vera catastrofe che ci minaccia è proprio il catastrofismo.

venerdì, marzo 22, 2019

Global Climate Strikes ovvero come l'inferno sia lastricato di buone intenzioni

Venerdì 15 marzo 2019 è stato il giorno di una grande (ma non troppo) iniziativa a livello mondiale (del nord nel mondo) che ha visto la partecipazione di molti giovani e giovanissimi studenti (e ovviamente professori che li hanno portati) mobilitati per convincere i governi (come se ce ne fosse bisogno) di fermare il riscaldamento globale, che secondo la narrativa dei mass-media, prontamente fatta propria da tutti questi giovani "ribelli antisistema, provocherebbe la fine del mondo con scenari apocalittici tanto spaventosi quanto improbabili.
Il tutto puzza fin troppo da lontano di "media event" cioè uno di quegli eventi che accadono perché i media hanno deciso che accadano. Ed in effetti un giornale come "la Repubblica" da sempre in prima linea sia nel creare eventi, sia nella propaganda della teoria del riscaldamento globale, ha parlato per 4 giorni di seguito di questo evento.
Se partiamo dalla leader di questo movimento capiamo che siamo di fronte ad una immagine vincente scelta apposta per creare consenso attorno a questo movimento virtuale.  Si tratta di una ragazzina di 16 anni, poco più che una bambina, tale Greta Turnberg, figlia della buona borghesia svedese (sua madre pare sia una cantante lirica che ha appena pubblicato un libro).  Insomma non è una ragazzina di qualche paese in via di sviluppo, che lavora in una fabbrica del Pakistan per 10 ore al giorno, o uno dei ragazzini ridotti in schiavitù che estraggono il coltan che troviamo poi nei cellulari e PC che usiamo e che usano anche Greta ed i suoi amici che "vogliono salvare il pianeta".
Ovviamente quindi Greta fa parte del mondo occidentale, il mondo privilegiato. Ed è ovvio perché è questa parte del mondo che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato, quale governo debba governare  quel dato paese, cosa quel dato paese debba produrre, ed ovviamente anche come lo debba produrre.  Ma di questo parleremo più avanti-
Ora, perché scegliere una ragazza così giovane e non una laureata non so in geologia, o una giovane climatologa? Semplice: un po' perché probabilmente una giovane laureata non sarebbe così propensa a credere in affermazioni non provate e facilone, e poi perché il messaggio che deve passare  è che i giovani e magari anche i bambini ci chiedono di salvare il mondo. Un messaggio semplice, diretto, e a cui non si può dire di no. Quale sarebbe il mostro che può dire di no ad un bambino che piange e chiede aiuto? Saresti quindi un mostro, un "negazionista" come quelli che negano l'esistenza dei campi di concentramento. (che però sono accaduti realmente, mentre i cambiamenti nel futuro non sono accaduti, quindi non neghi un fatto accaduto, ma un fatto che non è accaduto, il che si chiama semplicemente realismo).
Si tratta evidentemente di una operazione di marketing ideologico/politico motivato da alcune ragioni che poi non sono così "pure" come si può pensare. Vediamo il perché proprio ora, e non 10 o 20 anni fa sia venuto fuori questo movimento.
Apparentemente tutto nascerebbe dal fatto che l'IPCC ha prodotto un documento in cui si afferma che "rimangono solo 12 anni per agire, poi la situazione sarà irreversibile". Tipi di proclami del genere sono stti fatti decine, forse addirittura centinaia di volte già venti o trenta anni fa. E ovviamente non è successo niente di quel che era stato previsto. In realta l'IPCC non prevede la fine del mondo, ma solo l'aumento della possibilità che vi sia un maggior numero di eventi meteo estremi (cosa che per il momento non è accaduta) che vi sia un aumento della siccità in alcune parti del pianeta e che vi sia un maggior aumento del livello del mare (passando dagli attuali 8 cm per secolo a 50-60 cm). Insomma niente di catastrofico, e tutto da verificare, dal momento che si tratta solo di teorie, ipotesi, supposizioni ma niente di concreto.
Tanto è vero che un terzo degli scienziati dell'IPCC stesso si è dissociato dal documento. Una vera sberla, ma la sberla più grossa è arrivata durante l'ultimo congresso sul clima tenuto in Polonia, dove una scienziata ha detto chiaro e tondo "dobbiamo smetterla di pensare che il Co2 sia come un termostato che regola il clima come dentro una stanza". In sostanza ha detto che la teoria del AGW o riscaldamento globale che dir si voglia è scientificamente errata. Difatti quella riunione si è risolta in un bel niente. Di fronte a questo flop ed al fatto che sempre più scienziati stanno abbracciando lo scetticismo a vari livelli, dall'assoluto al relativo, è evidente che era necessario qualcosa che rilanciasse l'azione politica, che poi vuol dire distribuzione di risorse ed investimenti del settore pubblico e privato verso le fonti di energia "pulita e sostenibile" anche se poi non è del tutto pulita e sostenibile neppure quella. Per fare un esempio il governo Gentiloni ha predestinato investimenti per questo tipo di energia per più di 300 miliardi di euro (altro che reddito di cittadinanza!). Una cifra notevole che forse i cittadini non sarebbero tanto contenti di spendere se non ci fosse di mezzo il nobile proposito di "salvare il pianeta". Dal momento che nelle prossime elezioni europee si prospetta la vittoria dei "sovranisti" che io chiamerei nazionalisti, ecco la necessità di rafforzare quei partiti, segnatamente i partiti verdi, che invece perorano la causa della "green economy"-
A questo punto ci sarà chi dirà: ma non stai parlando del fatto che il Co2 produca il riscaldamento globale ed è questo il punto al centro delle manifestazioni. Parliamone allora: facciamo finta di credere che solo il Co2 sia il regolatore del clima, anche se molti scienziati non lo credono: bene il Co2 o anididride carbonica rappresenta 4 parti su 10.000 dell'atmosfera. Di questo solo una percentuale stimata attorno al 4-5% (ma c'è chi dice meno) sarebbe opera dell'uomo. Non ci vuole un matematico per capire che l'impatto, ammesso che ci sia, di questo modesta perentuale è irrisorio: Insomma, anche a tagliare tutte le emissioni di Co2 le temperature continuerebbero ad aumentare nella stessa misura, o appena appena meno.
Il problema che tagliare tutte le emissioni di Co2 al momento equivarrebbe ad un suicidio economico, soprattutto per i paesi in via di sviluppo, che al momento sono proprio quelli che producono più emissioni, mentre Europa ed USA le hanno limitate da tempo.
Quindi la proposta di Greta, se messa in pratica, non servirebbe a "salvare il mondo" ma forse potrebbe persino renderlo peggiore di quel che è.
E poi, diciamo la verità, ma siamo sicuri che Co2 e caldo facciano male all'uomo e al pianeta?
Se consideriamo che la produzione agricola negli ultimi 30-40 anni non ha fatto altro che crescere, si direbbe proprio di no. all'inizio degli anni 70 la popolazione era po comen di 5 miliardi, e di questi almeno 1 miliardo e mezzo soffriva di denutrizione, pari ad un terzo. Oggi la popolazione ha superato i 7 miliardi ed il numero di chi soffre la fame è sotto al miliardo, attorno agli 800 milioni. Una delle notizie che non avrete sentito è che ben lungi da verificarsi deforestazione e desertificazione, invece sono aumentate le aree verdi del mondo, soprattutto nell'emisfero nord. D'altro canto sappiamo che le uomini, flora e fauna abbondano nei posti caldi o temperati, scarseggiano in quelli freddi e non ci sono in quelli ghiacciati.
Che quindi più caldo significhi più fame è semplicemente falso.
Una'altro degli argomenti su cui si fa leva è quello dei cosidetti "eventi meteo estremi" che sarebbero in aumento provocati dai cambiamenti climatici. E' un argomento che fa presa sulla popolazione per la semplice ragione che oggi un tornado in America, Giappone o persino Africa viene conosciuto da tutti, mentre un tempo nessuno se ne preoccupava. E' quindi facile per allarmisti e catastrofisti dare la puntuale spiegazione che è tutta colpa dei cambiamenti climatici. Se verifichiamo se però è vero che questi eventi sono in aumento e se è vero che vi siano più vittime la risposta è però sorprendente.




Inquesta immagine vediamo che, mentre il numero di morti per eventi non legati al clima (ovvero terremoti, attività vulcanica, tsunami) è rimasta per lo più costante, quella relativa ad alluvioni, siccità ed altro sia crollata dalle quasi 500.000 annue degli anni 20 fino alle 50.000 degli anni 80, scendendo ancora un po' successivamente. Insomma attualmente le morti sono un decimo di quelle di un tempo. Questo a fronte di un aumento enorme di popolazione. Certamente vi è una maggiore prevenzione, ma di certo le morti per il meteo estremo sono crollate.

Questo secondo grafico mostra i tornado negli Stati Uniti d'America, e surprise surprise, mostra come non solo non vi siano stati aumenti dagli anni 50 ad oggi, ma mostra un netto calo, addirittura nessun tornado nel 2018 !
Quindi anche questo secondo argomento mi pare che non regga all'analisi dei fatti, e sia invalido.
E' noto infine come tutte le previsioni sulle temperature siano risultate decisamente esagerate, e a questo proposito, diversi scienziati intervistati hanno ammesso che si tratta di modelli elaborati da computer su ipotesi che sono da verificare e che il clima è" imprevedibile". 

Infine questa ultima immagine mostra chiaramente come questa in cui viviamo sia in realtà una delle era più fredde degli ultimi 10.000 anni, più calda solo dell'era che ci ha preceduto, che peraltro è stata chiamata "piccola era glaciale". Sotto viene mostrato l'andamento del Co2, e come si nota solo nella nostra era vi è associazione.
Insomma, realmente, di cosa stiamo discutendo, e per cosa realmente si è manifestato?
Posso capire che probabilmente i giovani volessero porre l'attenzione anche su altri fattori, come l'inquinamento, o la distruzione delle forste pluviali, cose che invece sono problemi seri, e ne sia venuto fuori un po' una macedonia di motivazioni,  E attenzione, non dico che non sia un bene che almeno una parte dei giovani sia interessato a cose diverse dal rap o dal proprio cellulare.
Però prima di prendere posizione su un dato problema bisognerebbe approfondire e non limitarsi alla facciata, pena i lrischio di farsi strumentalizzare o di imbarcarsi in lotte contro i mulini a vento.
Forse bisognerebbe proprio ripartire dal proprio cellulare e da come viene prodotto per poter poi capire altre cose.
Va ricordato, infine, che nel mondo esistono tanti arsenali atomici e armi di distruzione di massa da poter distruggere il pianeta almeno 4 volte. Magari per chi aspira a vincere il Premio Nobel per la pace questo dovrebbe essere un argomento più importante.


lunedì, febbraio 25, 2019

Venezuela: L'imperialismo democratico colpisce ancora.

Maduro non mi piace: Mi piaceva poco anche Chavez, più o meno per gli stessi motivi: è un personaggio arrogante, prepotente, tendenzialmente narcisista (beh, pare che tra i politici di oggi questo sia una cosa che unisce destra, sinistra, centro, sopra e sotto, basta vedere l'Italia....) e sicuramente accentratore, che usa la legge per i suoi scopi.
Ma questo è soggettivo, il fatto oggettivo è che il partito Chavista ha sempre vinto le elezioni, elezioni che sono sempre stata considerata legittime dagli organismi internazionali.
Il governo Chavista ha sempre avuto a che fare con una opposizione durissima, che è spesso andata ben oltre a quello che è una contestazione politica in ambito democratico, ma spesso ha abbracciato la violenza per far crollare il governo, senza mai riuscirci, e per la semplice ragione che il governo Chavista ha sempre goduto di un ampio consenso, consenso che forse oggi traballa più di prima, anche a causa della crisi economica innescata dalla pressione statunitense.
Così la opposizione sedicente democratica ha prima cercato il colpo di stato, poi lo sciopero nazionale ad oltranza, poi ha scatenato nel corso del 2017 una indiscriminata violenza che ha portato ad oltre 100 morti, di cui 30 "oppositori" (compresi quelli uccisi da "fuoco amico") e 70 di tutti gli altri, compresi poliziotti, chavisti, politici avversari e semplici cittadini coinvolti negli scontri e nei saccheggi, sempre immancabilmente, fallendo.
Allora hanno provato a boicottare le elezioni, in modo tale da poterle considerare non valide, ma essendo divisi al loro interno, non si sono messi d'accordo, ed il risultato è stato che le hanno perse e non le hanno invalidate.
Ed ecco l'ultima disperata carta: l'autoproclamazione di uno dei peggiori rappresentanti della destra come presidente del Venezuela.
Una cosa ridicola, ma resa drammaticamente seria dall'appoggio che, non solo il fascista Bolsonero, e ovviamente il bolso Trump gli hanno assicurato, ma che le cancellerie europee, seppure in ordine sparso, gli hanno promesso, prima di tutte la Francia del mediocre ed opportunista Macron, una delle figure più patetiche che siano mai emerse dalla decadente europa liberista. In Italia non poteva mancare l'appoggio del ducetto Salvini, e ovviamente larga parte dell'inverecondo PD, che da 25 anni appoggia tutte le pretese dell'imperialismo americano, non potendo più appoggiare le prestese dell'imperialismo sedicente sovietico.
Ho parlato di imperialismo, cosa si intende con questo nome? La risposta può essere complessa, ma per dirla semplice l'imperialismo è stato un sistema in cui le grandi e medie potenze europee (e poi del "nuovo Mondo" leggi Stati Uniti) imponevano i propri interessi ad altri paesi, e quindi mettevano governi amici laddove ne avevano bisogno, con le buone o con le cattive. C'è un bellissimo film, diretto nel 1969 da Gillo Pontecorvo, con Marlon Brando protagonista, dove un avventuriero prima fomenta una rivolta di indipendenza contro i portoghesi, ma una volta scacciati questi e installato un governo amico degli inglesi, fa eliminare tutti i capi della rivolta precedente.
Le cose non sono poi tanto cambiate da allora, basti vedere l'Ucraina, dove un governo legittimo è stato spodestato attraverso scontri di piazza provocati da gruppi nazisti e da agenti provocatori venuti dall'estero. Molti vengono ingannati dalla ideologia democratica, per cui pensano, in buona fede, che alle potenze imperialiste di oggi (che poi sono, più o meno quelle di ieri) interessi tutelare la democrazia. Eppure nessuno vuole rovesciare un governo tirannico e medievale come quello dell'Arabia Saudita, nonostante la barbarie dimostrata da questi in svariate occasioni, spesso contro i cristiani per il solo fatto di essere cristiani. O il vicino Egitto, governato dal dittatore Al Sisi, eletto con percentuali "bulgare" e che vuole rimanere al governo per i prossimi 15 anni    mentre continua a ricevere appoggi  anche dal governo italiano, che nonostante l'uccisione del giovane Regeni si guarda bene dal rompere i rapporti con questo paese, non diciamo rovesciarne il leader. E non parliamo di Erdogan, che con la scusa di un tentato colpo di stato ha arrestato migliaia di oppositori, giornalisti, cittadini e chiuso giornali, fatto licenziare magistrati ed in sostanza imposto un regime semidittatoriale. E potremmo allargare anche lo sguardo anche all'interno dei confini europei, trovando casi al limite (Ungheria, Polonia).
Quindi il punto non è che Maduro sia più o meno simpatico, più o meno un dittatore o altro, il punto è semplicemente questo: Gli Stati Occidentali continuano ad essere imperialisti, occultando dietro la parola democrazia i veri motivi della loro politica, arrogandosi diritti che non hanno e che esercitano quando conviene loro.

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