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sabato, ottobre 13, 2012

Verso una nuova Tangentopoli?

Gli ultimi avvenimenti, con le retate e le perquisizioni, gli arresti, le inchieste che, partendo dal caso della regione Lazio, ma ancora prima ed in modo più evidente dalla regione Lombardia, stanno investendo buona parte delle istituzioni locali, e sfiorano anche ambiti come quello del mondo del calcio e dello spettacolo, mi ricordano quanto già avvenuto circa una ventina di anni fa, quel grande calderone spettacolare-politico-giudiziario che andò sotto il nome di "operazioni mani pulite", o anche, più volgarmente, "Tangentopoli". Le somiglianze sono parecchie: allora, come oggi, c'era una crisi economica e la necessità di tagliare i costi della politica, ma anche e sopratutto il Welfare attraverso dure operazioni di bilancio. Allora come oggi la credibilità della classe politica era ai minimi. Allora come oggi l'opinione pubblica sentiva la necessità di un rinnovamento. L'unica differenza è che allora questo portò alla nascita di un governo "tecnico" retto da un politico serio e che stava un po' in disparte come Giuliano Amato, mentre oggi il governo tecnico già c'è, e quindi pare essere più una causa o concausa che non una conseguenza. In ogni caso le somiglianze sono evidenti, e non si può non notare, con una punta di malizia, forse, che la magistratura si comporta nei fatti come una sorta di super-partito che prende in mano la situazione e che in qualche modo la pilota, determinando dei radicali mutamenti nell'assetto politico del paese. Allora fece crollare l'asse Craxi-Forlani-Andreotti portando nei fatti al sorgere del fenomeno Berlusconi. Oggi non è chiaro quale siano gli sbocchi ma è evidente che il soggetto politico che in qualche modo, sulla lunga distanza, aveva beneficiato dello smottamento provocato dall'azione dei magistrati, ovvero il PDL, si trovi al centro della bufera e sia la "vittima" principale di questo nuovo terremoto. Non è da escludere, sopratutto nel caso che il preteso "rottamatore" Renzi vincesse le primarie del PD (che è un po' come se Justin Bieber vincesse il Grammy Award) che troveremo ancora Monti nei ruoli di governo circondati da altri pretesi "tecnici" e che porteranno avanti la stessa politica liberista e "meritocratica" all'interno di un governo nominalmente di centro- sinistra ma in realtà di centro destra, insomma una prosecuzione dell'attuale governo tecnico che non può prescindere dall'appoggio del PD, ma che questa volta sarà incorporato dentro un PD che abbia definitivamente smesso di essere, pure lontanamente "disinistra". Se ci pensiamo una soluzione che farebbe comodo sia alla Confindustria, sia la Vaticano, sia ai potentati economici e finanziari che hanno provocato la attuale crisi e che non ne vogliono pagare il prezzo.

venerdì, giugno 01, 2012

Cosa succede a chi fa il suo dovere in Italia, oggi.

ecco una informazione che non troverete sui giornali, e che riposto senza cambiare nulla da una pagina di Facebok chiamata opinioni, informazioni, emozioni "Umberto Rapetto non è più un colonnello della Guardia di Finanza. Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a farsi da parte. “Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia, ma sono stato costretto a dare le dimissioni“, ha scritto su Twitter l’ex colonnello. ”Qualche modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di soddisfazioni”, ha aggiunto il militare qualche ora dopo. Parole più che eloquenti. Ma chi è Umberto Rapetto? Per i più si tratta di un nome insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano. Le sue competenze e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate sono minime. Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, dopo cinque mesi di duro lavoro, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone. Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%! Qualcuno ne ha parlato in tv? Ovvio che no, la farfallina di Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera sono argomenti ben più importanti. Non è così? In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale ad opere delle società che operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede uno sconto del 96,5%! Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale cittadino, si interviene con i carri armati. Se a a evadere sono le grandi società, si va coi guanti, c’è il super premio. Quel premio che non c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo bene il proprio mestiere. Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere festeggiata? Fate voi."

giovedì, novembre 05, 2009

Crocifissi e laicità

La sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sentenziato la non obbligatorietà dell'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche ha dato il via al solito carnevale di mistificazioni, dichiarazioni estemporanee e prese di posizione ideologiche.
Innanzitutto va rimarcato che la interpretazione che è stata data, con titoloni a nove colonne con la frase ad effetto "via il crocifisso" è una doppia turlupinatura, sia perché la sentenza non è definitiva, sia perché in realtà stabilisce la Non obbligatorietà dell'esposizione, e non la vieta , né potrebbe farlo.
Quel che è vero è che la sentenza mette il dito nella piaga della mancanza di laicità dello Stato e della società italiana.
infatti Secondo la Corte europea "la presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche, può essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso". In questo modo gli alunni "sentiranno di essere educati in un ambiente scolastico segnato da una determinata religione. Questo potrebbe essere incoraggiante per degli alunni religiosi, ma potrebbe anche perturbare gli alunni di altre religioni o atei, in particolare se appartengono a delle minoranze religiose".
Ridicola come al solito la reazione della Gelmini che sostiene che "la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione".
Come se il crocifisso fosse paragonabile al panettone o alla pizza, una questione folkloristica insomma.
Una dichiarazione che svilisce l'oggetto del contendere, e puzza tanto di tentativo di sviare il discorso buttandola sul patriottismo da due soldi.
In effetti non è un problema di tradizioni offese, ma di laicità dello Stato Italiano, di mancanza di indipendenza dei nostri politici dal Vaticano, e del peso che la Chiesa Cattolica continua e vuole continuare ad esercitare sulla vita pubblica di questo paese.
In Italia non c'è una religione di Stato, per cui non esiste alcuna giustificazione legale all'esposizione di qualsivoglia simbolo religioso, e forse per questo la Gelmini ed altri si attaccano alle "tradizioni".
Non esiste in realtà nessun motivo per cui venga esposto in aula il Crocifisso, che tra l'altro rappresenta il simbolo di una persona torturata, né dal punto di vista didattico, né da quello dell'educazione civica, né da quello del pluralismo, come ricordato dalla Corte.
Negli uffici pubblici gli unici simboli che dovrebbero, eventualmente, essere esposti sono quelli della Nazione, ovvero la bandiera nazionale, non vedo altri simboli che abbiano una legittimità.
A questo proposito mi viene in mente un divertente, ma anche scandaloso aneddoto.
Pare che l'ex sindaco di Milano Gabriele ALbertini, esponesse nel suo ufficio no la bandiera italiana, ma quella degli Stati Uniti d'America.
Forse anche questa sarà stata una questione di tradizione, chissà....

lunedì, novembre 02, 2009

Senza Parole



Questa è la foto di Stefano Cucchi arrestato il 15 ottobre per il possesso di qualche grammo di droghe leggere, e morto il 22 successivo all'ospedale Pertini di Roma

"Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o a punizioni crudeli, inumani o degradanti"

Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo
Articolo 5

domenica, luglio 26, 2009

Morire di carcere

Il blog de L'incarcerato è un bel blog, dove si discute, e si denunciano, tante cose terribili che accadono nel nostro paese nel silenzio, se non nella connivenza, di politici e media, e nell'indifferenza della cosidetta opinione pubblica.
Una di queste cose tenute segrete sono le condizioni di vita nelle carceri, ma più ancora il numero di morti sospette che si verificano nelle carceri.
Il carcere dovrebbe essere un luogo che serve sì a scontare le pene, ma anche a preparare il detenuto, una volta espiata la colpa, al reinserimento nella società.
Reinserimento che non può avvenire, se il detenuto muore, magari in circostanze non meglio chiarite.
Ecco allora la lettera/denuncia che l'incarcerato ha mandato al Ministro della Giustizia Alfano.
Da leggere e meditare.

Al Ministro della Giustizia

On. Angelino Alfano


E per conoscenza


Onorevole Ministro della Salute, del lavoro e delle politiche sociali, Onorevole Ministro dell'ambiente e della tutela del Territorio, Onorevole Ministro Delle Pari Opportunità.


Onorevole Ministro Angelino Alfano,

chi le scrive è un cittadino italiano che non può rimanere inerme di fronte alle notizie allarmanti diffuse sulla Casa Circondariale di Sollicciano (Firenze).

Nell’arco di poco più di un mese sono morti piu’ di tre detenuti, ma questi che Le elenco sono “da accertare”:

24/04/2009 IHSSANE FAKHEDINE DI ANNI 30 CAUSA “DA ACCERTARE” 11/06/2009 ANNA NUVOLONI DI ANNI 40 CAUSA “DA ACCERTARE” 07/07/2009 DETENUTA DI PISA DI 27 ANNI CAUSA “DA ACCERTARE”


A queste terrificanti notizie mi preme aggiungere e sottolineare il caso di Niki Aprile Gatti , morto il 24 giugno 2008 sempre nel carcere di Sollicciano in circostanze sospette e tutte da chiarire.

Niki Aprile Gatti era incensurato ed era in CUSTODIA CAUTELARE!

La madre Gemini Ornella, nel tentativo di fare chiarezza, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(pregandolo di attenzionare Lei), è aperto presso il Tribunale di Firenze un procedimento di opposizione all'Archiviazione per “suicidio” ed inoltre è stata inoltrata un’ Interrogazione Parlamentare, i cui dati vengono di seguito riportati.
Seduta di annuncio:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01301
Dati di presentazione dell'atto Legislatura:
Seduta di annuncio N.162 del 20/04/2009
Firmatari
Primo firmatario:

CONCIA ANNAPAOLA
Gruppo:PARTITO DEMOCRATICO
Datafirma: 20/04/2009
Commissione assegnataria: IICOMMISSIONE(GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/04/2009
Stato iter:
IN CORSO


Si può tacere di fronte alla morte di un ragazzo? Si può tacere davanti a morti classificate “da accertare”?

Onorevole Ministro,

nessuno ha risposto! Anche Lei non ha risposto all’interrogazione Parlamentare! Le Istituzioni tacciono … e il silenzio,a distanza di un anno,comincia ad essere eloquente!

Le chiedo formalmente di ricercare le responsabilità e chiarire le tante incongruenze divenute dolorose per famiglie che attendono la Verità!

La situazione di Sollicciano ,oltre all’anomalia delle morti da accertare, le quali si ripetono ciclicamente, è grave anche per la capienza tollerata, perché è stata abbondantemente superata, costringendo i ristretti a condizioni di vita in cui i diritti umani fondamentali vengono ignorati.
Al sovraffollamento si accompagnano altre carenze che non sono degne di un Paese civile. (ricordiamo la frase di K. Popper “Il grado di civilta' di un Paese si misura dalle condizioni delle sue carceri” )

Ritengo,pertanto, necessario dover sottoporre nuovamente e con rinnovata urgenza, alla Sua attenzione, il caso di questo giovane Niki Aprile Gatti (è ormai trascorso piu’ di un anno per la sua famiglia…),augurandomi che Lei voglia prendere in considerazione con la tempestività che indubbiamente merita, questa incresciosa situazione.

A seguito di queste considerazioni, che sono certo da Lei condivise, Le chiedo quindi di intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie affinché il nostro paese possa così colmare il ritardo che lo sta caratterizzando nell’accertamento della verità e nell’applicazione della giustizia.

Le chiedo di intervenire innanzitutto a tutela della garanzia dei “diritti delle persone” che si trovano nelle nostre carceri, ed in particolare date le estreme condizioni in cui verte, Sollicciano, del personale che vi opera, e per sollecitare azioni efficaci rispetto alle tante criticità presenti. In riferimento alle notizie sul carcere di Sollicciano, Le chiedo, con urgenza, una specifica ispezione per verificare le condizioni dei detenuti che, solo per il fatto di essere ristretti,non cessano di essere prima di tutto “esseri umani” e in quanto tali portatori di diritti umani!

Compito di questa Ispezione che Le chiedo, non è avvalorare o smentire una tesi, ma stabilire la Verità.

Voglio ricordare quello che disse l’Onorevole Sandro Pertini, che in galera passò lunghi anni:

-“ Ricordatevi quando avete a che fare con un detenuto, che molte volte avete davanti una persona migliore di quanto non lo siete voi.”

Confidando nell’accoglimento di questa mia richiesta, resto in attesa di un Suo cortese riscontro.

Con deferenti cordiali saluti e ossequi.

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