domenica, aprile 20, 2008

Analisi del voto del 13-14 aprile

Visto che tutti hanno dato i numeri, li dò pure io, almeno facciamola fruttare questa laurea in Scienze politiche!
Partiamo dai dati reali, quindi non dalle percentuali ma dai voti in cifra assoluta
In primo luogo guardiamo i dati reali sui votanti.
Nelle 2006 avevano votato 38.153.000 elettori, quest'anno 36.452.000 il che significa 1,700.000 in meno.
Per quanto riguarda la distribuzione dei voti partirei dal dato della Sinistra Arcobaleno, che ritengo strettamente intrecciato al dato precedente.
I partiti di riferimento (PRC C.I e Verdi) avevano raccolto ben 3.898.000 voti, ne prendono 1.124.000 ovvero 2.774.000 in meno!.
Di questo non ne approfitta il PD: difatti i 12.092.988 voti sono leggermente superiori agli 11.930.983 voti di uniti nell'ulivo del 2006, ma vanno aggiunti i voti della Rosa nel Pugno che ha stretto un patto elettorale con gli uomini di Veltroni quindi con i 990.694 voti dei radicali la cifra da cui partiva il PD era di 12920.000 voti circa e ne mancano 830.000 voti, circa un 2% (e difatti il 35% era la quota minima prefissata dai vertici del PD). Poi va considerato un dato di cui pochissimi hanno parlato ovvero il relativo successo delle liste fuoriuscite dalla SA,che raccolgono circa 500.000 voti, pochissimi per avere una propria rappresentanza, ma sufficienti a non far entrare la SA in parlamento.
A sinistra l'unica formazione a guadagnare voti è la IDV che passa da 877.000 voti a 1593.000 con un guadagno di circa 715.000 consensi.
Spostandoci più al centro abbiamo l'UDC che perde passando da 2.580.000 a 2050000 circa 530.000 .
Poi il dato del PDl che è abbastanza difficile da calcolare.
IL PDL prende 13 milioni e 629mila voti, partendo da un asomma di 13 milioni 756 mila cede quindi 130.000 voti
Andrebbe tenuto conto però dell'uscita della lista di storace, ma c'è stato il rientro della Mussolini che aveva presentato una propria lista raccogliendo 255.000 voti a cui vanno aggiunti 230 mila voti della fiamma., cosicchè gli 885.000 voti della Destra di Santanché -Storace segnalano un incremento della destre estrema di circa 400.000 voti.
In sostanza, considerando come un unico agglomerato forza Italia più fascisti e post fascisti questa area passa da 14241mila voti a 14513 con un guadagno di 300.000 voti circa.
Tenuto conto del calo di circa 500.000 voti di Casini e C si può pensare che i voti provengano da lì.
Ed infine il dato più eclatante ovvero quello della Lega Nord che passa da 1747 mila voti a 3.024.000 con un aumento di quasi 1milion e 300.mila
Come è evidente ci sono la bellezza di 3milioni di voti che la sinistra (intesa come PD e SA) perde, indubbiamente quasi la metà(diciamo unm milione e mezzo) finisce nell'astensione (dico quasi perché non è pensabile che tutti gli astenuti siano di sinistra, è altresì vero che, come ci sono voti in uscita dagli astenuti ci sono voti in rientro dalle astensioni, una parte del guadagno della Lega è dato da questo tipo di voto).
Circa mezzo milione finisce verso le liste della falce e martello, 800.000 verso Di pIetro.
Mancano circa 7-800 mila voti, ed è evidente che larga parte di questi siano andati alla LEga,(oppure al PDL e da qui alla Lega o più a destra).
Da questi dati si evince che la partecipazione dei partiti della Sinistra così detta radicale al governo è stata vissuta come un tradimento dei propri originali intenti, e come la strategia Veltroniana di sfondare al centro sia stata fallimentare, mentre ha ottenuto l'effetto di fare piazza pulita sulla sua sinistra.
E' poi probabile che l'indulto abbia spinto una quota non maggioritaria ma significativa degli elettori di sinistra verso la Lega, il partito che si è opposto maggiormente a questo tipo di provvedimento.

martedì, aprile 15, 2008

Commento ai risultati elettorali



Il Popol(in)o italiano ha deciso di rinnovare la sua fiducia nella Casta e ha scelto, coerentemente, il Peggiore.
Il che dimostra ancora di più due cose di cui sono convinto da tempo: L'italia è un paese di merda, e le elezioni non servono a nulla, se non a peggiorare le cose.
Su il fallimento di Walter, l'affondamento della corazzata Bertinomkin (più che una corazzata na' fregata) scriverò più avanti.
Forse.

venerdì, aprile 11, 2008

La legalità secondo Veltroni


Nel comizio tenuto ieri sera a Milano, e che secondo la sempre più osannante "la Repubblica" si sarebbe svolto davanti ad una folla in delirio di 100.000 persone (fonti più certe parlano di al massimo 30.000 persone) pare che Veltroni abbia citato come esempi di legalità meneghina vari personaggi, tra cui il commissario Luigi Calabresi.
Un conato di vomito mi ha colto all'istante: come esempio di legalità non poteva essere preso uno peggiore. Difatti Calabresi ha fatto cose tutt'altro che legali prima, durante e dopo la strage di Piazza Fontana. Innanzitutto ha deviato le indagini dagli ambienti neofascisti verso quelli anarchici, ha cercato di convincere dei test a fornire falsa testimonianza pur di incastrare gli indagati (poi risultati del tutto innocenti)ha fermato e poi detenuto illegalmente Giuseppe Pinelli, che poi è morto precipitando da una finestra della questura di via Fatebenefratelli in circostanze mai chiarite.
Ha affermato cose false sul Pinelli e sulle circostanza delle sue morte, come per esempio il fatto che ci fossero prove su di lui e che, nel tentativo di fermarlo nel suo proposito suicida, una scarpa era rimasto nelle mani degli agenti di polizia (Pinelli aveva tutte e due le scarpe ai piedi). Ha proseguito poi partecipando alla montatura contro Valpreda.
Calabresi ha fatto parte di quella parte di Stato Italiano che, in buona o cattiva fede non ha molta importanza, ha contribuito alla cosidetta "strategia della tensione", che è stata un grande (ed impunito) complotto contro la legalità e la democrazia.
E che è costato decine di vittime (contando la strage di Bologna si oltrepassa il centinaio, molte di più del terrorismo brigatista)
Il fatto che sia stato ammazzato pochi anni più tardi(anche qui con responsabilità reali, e sottolineo reali, mai chiarite) non toglie nulla alle sue oggettive responsabilità.
Che il leader di un partito che si dice "democratico" lo citi ad esempio è una cosa non solo preoccupante ma esemplare del fatto che in Italia l'attuale regime bipartitico, diviso su alcune cose, è compatto nel rivendicare implicitamente (ed esplicitamente in alcuni casi) una continuità con il precedente regime democristiano e, ancor di più, cone le sue pagine più oscure.
Il "democratico" Veltroni non è in questo diverso dal "Piduista" Berlusconi. Uno sta con Calabresi e l'altro con i torturatori di Bolzaneto.
Io invece sto con Pinelli e i torturati di Bolzaneto, con la vittime e non con gli aguzzini.

domenica, aprile 06, 2008

Il mio Non Voto

Volevo parlare lungamente del perché e come astenersi dalle prossime "elezioni politiche". Volevo lanciarmi in lunghe dissertzioni, ma credo sia una perdita di tempo, come lo sono le elezioni stesse.
Spiegherò in breve le mie ragioni che sono sia di carattere filosofico politico generale, sia di contingenza. Ritengo che il sistema che viene chiamato "democratico" (vorrei far notare, da scienziato della politica, che non esiste una definizione condivisa di democrazia, nè tantomeno scientifica, il definire quella o quell'altra cosa come democrazia è puramente soggettivo ed arbitrario, come dimostra la lettura dei giornali se accompagnata da un minimo di conoscenza storica) dicevo il sistema democratico che si poggia su quelle che vengono definite "libere elezioni" (e anceh qui bisognerebbe domandarsi il significato reale di "libertà") altro non è che un metodo di legittimazione di quella che, comunque la si voglia definire, altro non è che una oligarchia economico-finanziaria, che di "democratico" non ha ormai proprio nulla.
Naturalmente di fronte a questa considerazione, molti oppongono obiezioni del genere "però se tu non voti decidono gli altri per te" oppure, "ma allora fai vincere Caio o Sempronio " (laddove per Caio e Sempronio si intende generalmente L'Orco Nero Berlusconi)
Alla prima obiezione rispondo che quella è stata la ragione per cui, da non credente (del sistema elettorale) sono sempre(o quasi) andato a votare (almeno le politiche).
La mia esperienza, che credo sia poi quella di tutti, a parte qualche Ultras della politica che crede di fare il sottosegretario agli esteri da casa propria, è che in realtà a decidere sono comunque gli altri. Perché poi vengono prese (o, viceversa, non prese) decisioni che non condividi affatto. Ed il tutto grazie al voto che ti hanno estorto.
Se devono fare ciò che non voglio, almeno che lo facciano senza il mio assenso.
La seconda obiezione è quella tipica degli antiberlusconiani, che invitano per l'ennesima volta a turarsi il naso. E a votare contro.
Peccato che in 7 anni di governo (5 prima, e due dopo) il fronte antiberlusconi non sia riuscito a fare (in realtà non ci ha nemmeno provato) o a proporre una legge sul conflitto di interessi.
E a questo punto la domanda è: o ci sono o ci fanno.
In ogni caso non vedo perché si dovrebbe votarli per andare contro a Berlusconi quando essi stessi sono a favore di Berlusconi, non a parole ma nei fatti, che sono poi quelli che contano.
La contingenza sta che ritengo che il non voto (e per non voto ritengo l'astensione dura e pura, di chi non si reca al seggio) sia l'unica forma non ambigua di voto, il segnalare che non ci si riconosce nel sistema. Un piccolo ma significativo aumento dei non votanti in questa circostanza storica, segnerebbe in modo non ambiguo (annullare la scheda può far passare da pasticcioni e la scheda bianca si presta a facili manipolazioni) il distacco tra cittadino e classe politica ed interessi che questa rappresenta.
Fate quel che dovete fare, ma Not in my name.
A chiosa di quanto sopra rimando a due articoli che condivido: uno da Umanità nova e l'altro del sempre lucido Carlo Oliva

sabato, aprile 05, 2008

Solidarietà



Contestato Ferrara a Bologna durante un comizio a favore della sua pittoresca lista "contro l'aborto" (quindi contro se stesso) con lancio di uova e pomodori.
Voglio esprimere tutta la mia totale e completa solidarietà al pomodoro, questo nobile ortaggio pieno di ferro e vitamine, che non dovrebbe essere usato per questi scopi indegni.
Signori contestatori, se proprio volete contestare Ferrara, usate cose più attinenti a questo personaggio, tipo una buona quantità di sostanza organica, detta anche merda.
Non dovrebbe nemmeno dispacergli, ad occhio.

giovedì, aprile 03, 2008

Expo a Milano: Un affare per i soliti noti

Io sono fra quelli e non sono pochi, che non ha gioito affatto per l'assegnazione dell'Expo a Milano per il 2015. Infatti, premesso che dell'orgoglio nazionale non me ne frega un beato cazzo, e tantomeno di quello meneghino, non posso non dire che quello dell'Expo sarà tutt'altro che un'occasione di sviluppo per la città, come ci viene propagandato, ma sarà il solito affare per pochi dove verranno spese ingenti quantità di denaro per costruire le solite cattedrali nel deserto (come già visto per i mondiali 1990) verranno sperperate risorse, e gli affari li faranno i soliti noti, i Cabassi, i Tronchetti Provera ed i parenti di Sindaco e Vicesindaco.
Uno studio dimostra questo, ma ancora di più lo dimostrano l'esperienza ed il buonsenso.
L'Expo è stato poi ottenuto comprandosi letteralmente i voti dei paesi del terzo mondo , quelli stessi paesi i cui abitanti trattiamo come appestati non appena arrivano qui, promettendogli di dare le briciole dell'enorme banchetto che ci si appresta a consumare. Insomma l'uomo bianbo da bravo Buana permette al "bovero negro" di leccare gli avanzi del piatto, anzi glielo spedisce a domicilio.
Nel frattempo la giunta Moratti, ovvero la giunta peggiore degli ultimi tre millenni, incapace persino di riempire con un po' d'asfalto le migliaia di buche delle strade di Milano, può procedere all'ennesimo sgombero di nomadi, rom, rumeni et altra sparsa umanità. Da qui in poi sarà tutto un "ripulire", speculare, ed inquinare.
Amen.

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