venerdì, aprile 11, 2008

La legalità secondo Veltroni


Nel comizio tenuto ieri sera a Milano, e che secondo la sempre più osannante "la Repubblica" si sarebbe svolto davanti ad una folla in delirio di 100.000 persone (fonti più certe parlano di al massimo 30.000 persone) pare che Veltroni abbia citato come esempi di legalità meneghina vari personaggi, tra cui il commissario Luigi Calabresi.
Un conato di vomito mi ha colto all'istante: come esempio di legalità non poteva essere preso uno peggiore. Difatti Calabresi ha fatto cose tutt'altro che legali prima, durante e dopo la strage di Piazza Fontana. Innanzitutto ha deviato le indagini dagli ambienti neofascisti verso quelli anarchici, ha cercato di convincere dei test a fornire falsa testimonianza pur di incastrare gli indagati (poi risultati del tutto innocenti)ha fermato e poi detenuto illegalmente Giuseppe Pinelli, che poi è morto precipitando da una finestra della questura di via Fatebenefratelli in circostanze mai chiarite.
Ha affermato cose false sul Pinelli e sulle circostanza delle sue morte, come per esempio il fatto che ci fossero prove su di lui e che, nel tentativo di fermarlo nel suo proposito suicida, una scarpa era rimasto nelle mani degli agenti di polizia (Pinelli aveva tutte e due le scarpe ai piedi). Ha proseguito poi partecipando alla montatura contro Valpreda.
Calabresi ha fatto parte di quella parte di Stato Italiano che, in buona o cattiva fede non ha molta importanza, ha contribuito alla cosidetta "strategia della tensione", che è stata un grande (ed impunito) complotto contro la legalità e la democrazia.
E che è costato decine di vittime (contando la strage di Bologna si oltrepassa il centinaio, molte di più del terrorismo brigatista)
Il fatto che sia stato ammazzato pochi anni più tardi(anche qui con responsabilità reali, e sottolineo reali, mai chiarite) non toglie nulla alle sue oggettive responsabilità.
Che il leader di un partito che si dice "democratico" lo citi ad esempio è una cosa non solo preoccupante ma esemplare del fatto che in Italia l'attuale regime bipartitico, diviso su alcune cose, è compatto nel rivendicare implicitamente (ed esplicitamente in alcuni casi) una continuità con il precedente regime democristiano e, ancor di più, cone le sue pagine più oscure.
Il "democratico" Veltroni non è in questo diverso dal "Piduista" Berlusconi. Uno sta con Calabresi e l'altro con i torturatori di Bolzaneto.
Io invece sto con Pinelli e i torturati di Bolzaneto, con la vittime e non con gli aguzzini.

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