domenica, febbraio 28, 2010

Cose molto personali (e lupesche)

Ho un annuncio da fare degno di una nota dal Quirinale: Questo blog ha raggiunto (e superato) le 10.000 visite uniche . In realtà sono molte di più, dal momento che non sono compresi almeno 18 mesi e non tutti i visitatori vengono rilevati.
Lo so, non sono Beppe Grillo (e per fortuna!) ma ero partito solo per curiosità e farmi leggere da qualche amico, che tra l'altro si è rivelato non essere tale.
Ma certa gente è meglio perderla che trovarla, e nel mio cammino di blogger ho trovato veri amici come La Cometa Erri, L'Upupa, Luce, l'Incarcerato ed altri che hanno ritenuto degno di nota e di interesse il mio blog. Vi ringrazio per l'attenzione.
In coda aggiungo che ho dovuto aggiungere una captcha o parola di verifica per i commenti, a causa dello spam che da un paio di mesi mi ha preso di mira. Mi spiace di questo perché so che è una rottura, ma in fondo un segnale anche questo del crescente successo del blog, che ha quasi raddoppiato le visite nell'ultimo anno.
Grazie ancora a tutti!

lunedì, febbraio 22, 2010

Cose che non sopporto di Internet

Ce ne sono diverse, ma le più spiacevoli ed irritanti sono le seguenti
1) quando ti si apre una finestra all'improvviso che ti comunica che sei il milionesimo a visitare quel sito (proprio così, come nei fumetti di Topolino che leggevamo da piccini) e quindi hai vinto un'auto, una vacanza un qualcosa che ovviamente non vado nemmeno a vedere cos'è, perché ovvio che ci sia una truffa (possibile che continuo ad essere il milionesimo ogni sito che visito?)
2) Quando si aprono finestre con siti porno etc.
3) quando si aprono finestre che ti invitano a giocare a poker on line. Nemmeno ci gioco non on line e poi dove sarebbe il gusto del bluff? il gusto di rilanciare quando non hai in mano niente? come si fa a bluffare contro dei computer? e sopratutto, perché mi volete fregare i soldi?
4) quando si aprono finestre con cose di cui non me ne frega un cazzo.
5) Quando si aprono finestre.
6) le finestre che si aprono, ma chiudetele che fa freddo!
Stop.

sabato, febbraio 20, 2010

Il Concerto: musica e comunismo


Il concerto, ultimo film del regista Mihaileanu è un film alquanto snobbato, ed invece,come spesso accade, è un piccolo gioiello.
La trama ruota attorno ad un concerto che l'orchestra del Bolshoi di Mosca deve tenere a Parigi.
Succede però che il fax di invito cada nelle mani di Andrei Filipov, ex direttore della prestigiosa orchestra caduto in disgrazia agli inizi degli anni 80' quando ancora si era in piena era Brezneviana, a casua del suo rifiuto di espellere i musicisti ebrei dalla sua orchestra.
Filipov, ridotto da allora a fare l'uomo delle pulizie, nonostante il cambio di regime, coglie al volo l'occasione e decide di prendersi la sua rivincita: prepara così il grande rientro in scena, suo e di tutta l'orchestra. E' così che il nostro si mette ad organizzare il concerto, con la complicità proprio dell'ex-dirigente comunista che l'aveva umiliato pubblicamente trenta anni prima e l'aiuto del suo migliore amico, amch'egli tra le vittime della purga brezneviana.
Naturalmente per organizzare questo clamoroso concerto i tre devono dare fondo a tutta la fantasia e cialtroneria di cui dispongono.
Filipov insiste per avere come ospite d'eccezione la bravissima e bellissima violinista Anee-Marie Jacquet (Melanie Laurent già vista nell'ultimo film di Tarantino), astro nascente della scena internazionale, a cui è legato da qualche cosa di segreto che è accaduto nel passato e che solo nel sorprendente (ed un po' ottimistico) finale viene svelato.
Il film è una satira, ed anche un atto di accusa, contro la dittatura brezneviana,fatto con leggerezza, ma forse per questo più efficace, ma anche una satira verso la Russia attuale, dominata dai nuovi ricchi, arroganti e prepotenti forse ancora più dei vecchi padroni comunisti (la scena del matrimonio che si conclude con una sparatoria degna dei gangstermovie dice più dell'attuale Russia che tutti gli articoli di giornale uscite fino ad oggi).
Il tutto condito con un felice senso del grottesco, con molte scene divertenti, ma anche la capacità di far riflettere e commuovere al momento giusto ed un po' di bella musica classica.
Già, perché alla fine è un film sulla musica, sul potere che ha la musica di superare gli steccati ed unire le persone.
Frase del film: quando il vecchio dirigente comunista non vuole sentire il concerto e Filipov lo convince dicendogli : "pensaci,cos'è un concerto?: tante persone che si uniscono per un unico obiettivo, trovare l'armonia, questa è la musica, è la musica il vero comunismo"
Da incorniciare.

venerdì, febbraio 19, 2010

Di gatti, cocaina e sugo al cinghiale

Tempo di scandali in italia: veri e falsi, seri e da ridere.
Di quelli veri e seri, ovvero Bertolasiopoli e affini, parlerò un'altra volta, mi interessano molto di più quelli falsi e da ridere, perché danno molto di più il polso di quella che è l'italietta di oggi.
Il primo è ovviamente quello di Morgan e della sua confessione di aver usato cocaina.
Mi viene da dire: embé?
In un paese in cui le acque del Tevere e quelle dei Navigli sono piene di cocaina, in cui si sa che alcuni parlamentari e ministri ne fanno uso (non faccio nomi, ma guardate bene gli occhi di un certo ministro...)non vedo perché un musicista, più o meno rock, più o meno maledetto, più o meno poseur, non possa fare quello che fanno, non dico tutti, ma molti.
Non mi interessa sapere se le dichiarazioni sono state fatte per ingenuità o per (falsa) furbizia, quello che sottolineo è che la sua sospensione dal festival di Sanremo e le spropositate reazioni (con tanto di deliranti proposte di antidoping ai cantanti avanzate da alcuni politici, tra cui si è distinta la Ducia Mussolini) sono lo specchio di un paese che ha perso il senso della misura.
Altrettanto assurde le reazioni al fatto che tale Bigazzi, persona che io trovo tra l'altro molto simpatica, abbia osato parlare di gatti cucinati.
Qui il mio commento è: e alura?
Di questo argomento ne ho parlato con una mia zia di Brescia proprio in quei giorni, e ricordo che anni fa, durante una cena con amici vicentini (noti magnagati) di cui alcuni pure vegetariani, cademmo su questo discorso.
Chissà perché in televisione non si può parlare di gatti cucinati (non consigliare, parlare!)
Questa dittatura del politically correct, che poi è un politically correct di maniera, lo chiamerei semplicemente ipocrita conformismo, sta diventando stucchevole.
E poi scusate, ma a me questo animalismo ha rotto i genitali.
Il mediterraneo è pieno di cadaveri di migranti, cioè esseri umani ma dobbiamo preoccuparci della caccia alle balene, alla foca o ad ipotetici banchetti a base di carne di micio.
Pare che la preoccupazione dei vari censori, televisivi e non, sia quella di evitare che sfugga qualche pezzettino di paese reale, di vita reale, di comportamenti che non vengono ritenuti "corretti", e a cui i nuovi moralisti oppongono nuove regole di comportamento.
Oggi "la Repubblica", perorava per l'ennesima volta la causa vegetariana.
Anche qui ci vorrebbe una trattazione lunga, mi limito a dire che, parlare di una questione ponendo solo ipotetici pro, e nessuno contro, non rientra nell'informazione, ma, casomai nella propaganda.
Le penne al sugo di cinghiale che ho appena mangiato erano squisite, in ogni caso.

domenica, febbraio 14, 2010

Alcune verità su Bonino & C.


Il recente regolamento approvato dalla commissione bicamerale per la vigilanza sulla Rai con il quale, in nome della cosidetta Par Condicio, si tappa la bocca a qualsiasi voce non alineata sulla RAI e si limita abnormemente ed in modo quasi grottesco gli spazi politici e l'informazione politica ( il decreto non riguarda ovviamente le reti Mediaset, che possono tranquillamente dedicare il 100% dello spazio al Governo o a chi gli apre loro, in quanto non sono servizio pubblico, anche se poi lo rivendicano), votata dal radicale Beltrandi in forza al Partito Democratico, e sottoscritto da Emma Bonino in persona, mi ha ricordato alcune verità che spesso si vuole dimenticare, in nome dell'opportunismo politico o della nefasta idea del "meno peggio"
Queste verità riguardano il Partito Radicale nelle sue varie sfaccettture, o meglio trasformismi, trasformismi che ormai da 25 anni ne contrassegnano e contraddistinguono l'operato.
Da ragazzo i radicali mi erano (relativamente) simpatici: apparivano come un partito non partito, fuori dal gioco, come dei puri che rompevano le uova nel paniere ai potenti, dei Gianburrasca un po caciaroni e confusionari ma essenziali nel portare un po' d'aria nuova nella già allora mefitica aria partitocratica.
Col tempo ho potuto vedere che il loro apparire confusi era una precisa strategia per entrare nei giochi di potere, quel loro chiamarsi fuori era in realtà un volere essere dentro, che i richiami ideologici a Ghandi ed al socialismo dei fratelli Rosselli erano uno specchio per le allodole perché ben altra era l'ideologia a cui si ispiravano e che il loro pacifismo era realmente a senso unico, così come il loro continuo richiamarsi ai principi non-violenti mascherava in realtà una notevole dose di violenza morale, fatta di ricatti, menzogne e insulti e calunnie.
I radicali hanno sempre sostenuto di essere diversi dagli altri partiti, di fare la lotta alla corruzione, di essere contro la partitocrazia: eppure se guardiamo bene il Partito radicale ha sempre fatto parte del sistema partitico, e si è accompagnato ai personaggi più discutibili degli ultimi 25-30 anni.
Tutto iniziò verso la metà degli anni 80, quando i radicali si allearono, con tanto di liste comuni, al PSI di Craxi, un partito di poco più dell'undici per cento di voti, che per sconfiggere la DC aveva copiato i peggiori metodi lotizzatori e di clientielismo della DC, facendo salire il debito pubblico ai livelli astronomici che ancora oggi paghiamo.
I Radicali hanno sempre taciuto sulla corruzione craxiana, e arrivarono a difendere il parlamento degli inquisiti (ben 200 tra parlamentari e senatori).
Hanno sempre combattuto il finanziamento ai partiti, ma in realtà ne hanno sempre goduto, non solo, ma Radio Radicale, una Radio che ha costi bassissimi, ha goduto di grandi finanziamenti pubblici, così come Notizie Radicali, un giornale che tirerà qualche centinaio, forse un paio di migliaia, di copie.
Di più: i radicali hanno sempre giocato su molti tavoli, passando con nonchalance dall'alleanza con la Destra a quella con la Sinistra, per poi dividersi furbescamente in due alle elezioni del 2008.
Nel 1994 Pannella si alleò con Forza Italia di Berlusconi, un personaggio che aveva ben poco a che fare con le sbandierate lotte per i diritti civili, in cambio di una lauta prebenda. Non è diffamazione, ci sono dichiarazioni ufficiali dell'epoca e addirittura Pannella minacciò di causa Berlusconi se non avesse pagato quanto pattuito.
Lo stesso giochino fecero nel 2008 con il PD.
In questo caso però si divisero in due, per essere sicuri di condizionare la politica italiana: i vecchi "compagni" Bonino e Pannella con il PD, ed i giovani rampanti ed un po' arroganti come Capezzone nel PDL, in fondo c'è solo una consonanza di differenza, non è vero?
In più se contiamo che Francesco Rutelli, uno che è passato dal partecipare al Meeting anticlericale di Fano, organizzato dagli anarchici, a fare il baciapile e ad appoggiare tutte le battaglie più retrograde che si possano inventare, dalla seminazione artificiale al diritto a morire, si è fatto il suo patetico partitino di centro (che sarà meno patetico quando verrà rinforzato da Casini, Fini e Montezemolo) abbiamo la straordinaria situazione per cui un partitino che non ha mai superato il 2% dei voti, comunque vada, avrà qualcuno al governo.
IL loro pacifismo è sempre stato bislacco e strabico, perciò è sempre stato molto apprezzato dai cantori dell'imperialismo, come esempio di "vero pacfismo non violento"
I radicali sono giunti ad appoggiare una organizzazione come la kossovara UCK, dedita alla pulizia etnica ed al traffico di droga, e sospetta di legami con la temibile Al Qaeda,ed in questo sono recidivi: già nel 1992 Pannella si fece fotografare vestito da paramilitare croato, tra l'altro dimenticando che gli Ustascia erano e sono, oltre che fascisti, antisemiti, responsabili dell'internamento e della morte di 200.000 tra serbi ed ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Già perché i radicali appoggiano Israele. ovviamente senza se e senza ma, e con un bel salto della quaglia, gruppi antisemiti come Ustascia e UCK, che hanno scacciato da Pristina la comunità ebraica.
Nei progetti di legge sulla obiezione di coscienza i radicali erano quelli che proponevano le pene più severe per gli obiettori totali, per cui deve essere proprio che questi pacifisti non violenti subiscano il fascino della divisa.
E i radicali erano gli unici in Italia, insieme al movimento neofascista del MSI, a non avere nulla da ridire sull'Aparthied sudafricano.
Strano per gente che dice di essere transnazionali ( li ringrazio di non avere usato il termine internazionalisti )
Anche in economia i radicali, dopo alcune battaglie nei lontani anni 70 per l'aumento delle pensioni e contro la fame nel mondo hanno fatto inversione a 180 gradi, sposando le teorie liberiste più estreme, secondo cui solo il "libero mercato" potrebbe portare ricchezza e tutto quello che si frappone va spazzato via, alla faccia della solidarietà con i poveri del terzo mondo (ma direi con i poveri del primo mondo, pure)
Perciò grandi plausi alla globalizzazione e agli 8 "grandi" riuniti a Genova nel 2001, e niente solidarietà ai ragazzi massacrati e torturati dalla polizia italiana, proprio loro che candidarono Toni Negri al parlamento nel 1983 e chiamavano compagni gli Autonomi, che di certo non ci andavano leggeri nelle manifestazioni degli anni 70.
Non mi stupisce quindi che costoro appoggino un regolamento che di democratico non ha niente, che imbavaglia la libertà di parola, che toglie a partiti come Sinistra e libertà o la Federazione della Sinistra la possibilità di far sentire la propria voce
è il loro solito metodo, di dire una cosa e farne un'altra, per avere le mani libere e poter giocare su due tavoli, oggi alleati al Centro-sinistra, domani chissà.
E che lo facciano quelli che una volta si imbavagliavano in Televisione contro la censura, che era di gran lunga inferiore, è uno dei segni del tempo, ma anche l'ennesima dimostrazione che il potere logora chi non ce l'ha ma corrompe solo chi ce l'ha, fosse pure poco.
Nel sessantotto si diceva;l'immaginazione al potere.
L'esperienza dei radicali dimostra che la fantasia va bene, però un po' di paraculaggine non guasta.

giovedì, febbraio 11, 2010

Il costoso teatrino dello sgombero infinito

Lo spettacolo fisso, per la gioia di telecamere e benpensanti, a cui,da ormai un paio di anni, dobbiamo assistere nella ridente ed europea città di Milano è il seguente: un piccolo gruppo di Rom, ma spesso anche di Sinti, o pù genericamente di "Extracomunitari" viene sgomberato da qualche campo o baracca fatiscente con grande impiego di polizia, carabinieri, guardia di finanza e Polizia Locale (quelli che una volta erano i Ghisa,i vigili urbani, su come questa figura sia stata trasformata e militarizzata nel corso degli anni andrebbe dedicato un post apposito).
Poi arriva il vice-sindaco De Corato, e, gonfiando il petto, proclama che "la legalità è stata ristabilita" e che "la cittadinanza ora è soddisfatta".
Poche ore dopo giungono le dichiarazioni di Matteo Salvini, capogruppo leghista, che spiega che "queste cose sono possibili grazie ad un Ministro dell'Interno Leghista" e, ovviamente, grazie al suo personale pungolo, senza il quale "Rom e clandestini la farebbero da padroni" e via blaterando.
Nel frattempo gi sfrattati, quasi sempre in larghissima maggioranza donne e bambini, vengono buttati in mezzo alla strada, cioè esattamente dove erano prima, per cui non fanno altro che andare in un altro posto fatiscente, rioccuparlo, e dopo un po' di tempo, vengono sfrattati anche da quello, e la scena si ripete così all'infinito.
Per l'esattezza, se lo volete sapere, secondo le stesse cifre date dal De Corato in persona, ben duecento volte (!)
Ovviamente ogni discorso di integrazione viene lasciato perdere; non diciamo che viene scartato, non lo si prende proprio in considerazione, il mussoliniano "qui non si parla di politica " è sostituito da "qui non si parla di integrazione".
I bambini rom andavano a scuola? cavoli loro! Sono zingari, quindi non hanno diritto a nulla se non ad abituarsi alla loro condizione di sottoumani, e guai a chi non condivide questo, non è un cittadino perchè i "cittadini" sono solo quelli che la pensano come i razzisti frustrati alla De Corato o Salvini, le maggioranze silenziose e silenti che approvano a capo chino qualsiasi porcata fatta nel loro nome.
Eppure questo teatrino infinito e miserevole costa al cittadino una cifra che,se impiegata a mettere a disposizione degli alloggi, e a mettere in pratica un banalissimo
ed umanissimo programma di integrazione risolverebbe tutti i problemi, senza gravare sul bilancio del comune, ovvero sulle tasche del contribuente,
Ma probabilmente non farebbe guadagnare voti agli attori principali, e allora meglio proseguire con le ruspe e la Polizia.
Che tristezza....

martedì, febbraio 09, 2010

Mercedes Sosa- Solo le pido a Dios



Solamente chiedo a Dio
che il dolore non mi sia indifferente
che l'ascuitta morte non mi trovi
Vuota e sola senza aver fatto abbastanza.

Solamente chiedo a Dio
che l'inguistizia non mi sia indifferente
che non mi venga dato uno schiaffo nell'altra guancia
dopo che un artiglio mi ha graffiato in questo modo.

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

Solamente chiedo a Dio
che l'inganno non mi sia indifferente
Se il traditore può essere di uno
che questo non lo dimentichi facilmente.

Solamente chiedo a Dio
che il futuro non mi sia indifferente
disgraziato colui che deve partire
per vivere una cultura differente

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

sabato, febbraio 06, 2010

Cara Moratti, e se ti facessi un giro a Londra?

Domenica scorsa, bloccando il traffico, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ammesso il fallimento, o quantomendo la scarsa efficacia, delle politiche finora adottate per migliorare traffico urbano e vivibilità della città.
il cosidetto Ecopass si è rivelato essere quello che alcuni, tra cui il sottoscritto, avevano detto fin dall'inizio sarebbe stato, un provvedimento tampone realizzato per tirare su un po' di soldi che avrebbe esaurito in fretta i suoi effetti benefici,e così è stato.
Mi si dirà che la Moratti non può risolvere in poco tempo quel che sindaci e giunte precedenti non avevano risolto e, alle volte, nemmeno affrontato.
E' vero, ma il punto è proprio quello: dal 1993 ci sono stati 4 sindaci, tutti di Centro- destra, nell'ordine: 1993-97 Formentini( Lega Nord)1997-2006 Albertini (Forza Italia ma di simpatie AN)2006-2010 Moratti(Forza Italia-Pdl con appoggio Lega).
Questi quattro sindaci e le loro giunte non sono riusciti né a risolvere il problema del traffico, né quelli della congestione, dell'inquinamento e dei trasporti (tutti tra loro strettamente connessi) ma nemmeno ad affrontarli, a definire un progetto o delle linee guida di intervento.
Formentini ha fatto poco o nulla, Albertini ha peggiorato il problema, tagliando i trasporti pubblici (è stato tolto un bus alla settimana)la Moratti ha almeno fatto un tentativo, per quanto confuso, ma anche lei ha fallito.
Eppure Milano non è l'unica città al mondo ad avere dovuto affrontare questi problemi: Londra, Berlino sono molto più grandi, ma basta andarci per una settimana per renderci conto di come si viva meglio in quelle città.
I nostri amministratori, al posto di inventarsi delle "domeniche senza auto", blaterare di blocchi ulteriori e poi decidere di non decidere, dovrebbero farsi un giro da quelle parti, farsi spiegare come hanno fatto, e fare altrettanto.
Ma forse sono troppo impegnati ad inventarsi ridicole e repressive disposizioni contro i Kebabbari e a dar la caccia ai ragazzini che scrivono sui muri per occuparsi di faccende serie.

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