giovedì, dicembre 27, 2012

Recensioni CD parte 2

Recensioni Cd 2012 seconda Parte  

Of Monsters and Men : My Head is an animal

Disco d’esordio di questo curioso gruppo, uscito nel 2011, ma che ha raggiunto notorietà solo quest’anno grazie ad un singolo come Little Talks. Gruppo curioso sia perché viene da un paese abbastanza al di fuori del giro della musica internazionale come l’Islanda, che peraltro ha dato i natali ad artisti come Bjork o i Sigur Ros, sia per il tipo di sonorità che propone. Il tipo di operazione musicale che portano avanti gli OMEM ricorda forse un poco i Cranberries, nel senso che la loro musica è ispirata da un lato dalla tradizione del proprio paese (l’Islanda e non l’Irlanda) e dall’altro dal rock alternativo. Però le similitudini finiscono qui. Difatti il percorso musicale del gruppo islandese è decisamente diverso da quello dei più noti irlandesi. Soprattutto si caratterizza per la presenza di due voci, una maschile ed una femminile, che alle volte si alternano, e altre volte si fondono, creando qualcosa di particolare. Anche la musica è particolare, tende a creare delle atmosfere che oserei definire tenui e corpose al tempo stesso, con l’alternarsi di momenti pacati ad altri più movimentati, alle volte anche in modo imprevedibile. Tra i pezzi che preferisco segnalo, oltre al già citato Little Talks, From finner, Six Weeks, Your bones, LakeHouse UN gruppo da tenere sicuramente d’occhio per il futuro ed un CD che vale un 9,5 senza se e senza ma.
Mumford and Sons – Babel
 Disco basato su una solida struttura folk, Babel dimostra anche come il folk stia tornando di moda, in effetti Babel è stato anche, sorprendentemente, un successo di classifica vendendo 600.000 copie in una sola settimana negli USA e quasi un milione a livello mondiale. Forse per questo il disco è stato un po’ sottovalutato da certa critica con la puzza sotto al naso. Si tratta in realtà di un validissimo prodotto che, se da un lato non si può certo definire innovativo, essendo basato sul folk e ricordando almeno al sottoscritto gruppi come i Men that couldn’t hang (che andrebbero riscoperti) dall’altro non se ne può negare la validità, e nemmeno si può negare il merito di portare avanti un discorso coerente di purezza musicale, in un tempo dominato dal ricorso eccessivo ed ossessionante all’elettronica ed ai suoni più o meno campionati. Tra i pezzi prediligo Holland Road e Broken Grow, ma tutti sono ad un livello decisamente buono. Voto 8,5
  Cherri Bomb This is the end of control
Altro disco che mi ha sorpreso in modo piacevole: le Cherri Bomb sono quattro ragazze americane giovanissime, ma che suonano con le capacità e la creatività degne di una band ben più esperta e stagionata. La musica che propongono è una sorta di hard rock venato di pop e alternative in cui la durezza dei riff e la potenza della sezione ritmica vengono addolciti dalle voci e dalla capacità di creare perfette melodie delle quattro ragazze, che si alternano alle parti vocali , per lo più affidate alla chitarrista ritmica Julia, ma anche le altre se la cavano egregiamente. Tra i pezzi sicuramente si segnalano Act the part, Let it go, la ballata romantica heart is a Hole e Too many faces, un pezzo assolutamente perfetto nel suo alternare durezze Hard e melodia Pop. Magari un paio di pezzi risultano inferiori rispetto al resto, ma si tratta veramente di un esordio di una band molto promettente e a cui non posso che dare un bel 9 augurando alle 4 simpatiche ragazze di raggiungere il successo che meritano.  
P!nk – The truth about love
Truth about love esce 4 anni dopo al bellissimo Funhouse, e risulta rispetto al predecessore piuttosto deludente, direi anche rispetto ad I’m not dead. Diciamo che alcuni pezzi sono all’altezza del talento di Alicia (vero nome di P!nk) ma altri sono decisamente sotto. A quest’ultima categoria appartengono Are we all we are e Here comes the weekend, pezzi che risultano decisamente indigeribili, mentre brani come Bear me up The great escape sono assolutamente belli. Il resto, più o meno sta in mezzo, con cose interessanti anche se non pienamente riuscite come il glam-rock di Sluts like you e The truth about love, e cose appena passabili come Blow me (one last kiss)o When the beat go?, che ricordano un po’ troppo canzoni del passato per soddisfare un palato esigente. In effetti il difetto maggiore del disco è di riproporre cose già sentite del repertorio di p!nk (o molto simili) però fatte meno bene, con meno passione, anche se sempre con professionalità. Per cui, a parte quei 4-5 pezzi da me citati, il resto risulta abbastanza inutile, magari gradevole, ma già sentito per chi segue la cantante americana da tempo. Insomma non darei più di un 6,5 al cd consigliando i dischi precedenti a chi volesse avvicinarsi comunque alla sua musica

 Alanis Morrisette – Havoc and Bright Lights
Alanis ebbe un grandissimo successo a metà degli anni 90 con Jagged Little Pill. La sua inflienza sulla musica femminile degli ultimi 20 anni è stata enorme, basti pensare come cantanti di successo come Avril Lavigne o Katy Perry abbiano riconosciuto quel disco tra le loro principali influenze. Poi però Alanis è passata in secondo piano, nonostante abbia continuato aprodurre musica interessante e valida. Questo disco cerca di riportare Alanis ai fasti di un tempo, e ci riesce parzialmente. Ovviamente il tempo passa, ed è impossibile oggi riprodurre l’impatto artistico e commerciale di un disco come Jagged little Pill, tuttavia Alanis non ci va molto lontano. Se l’inizio del disco è affidato sostanzialmente all’ottimo singolo Guardian, direi che man mano che si va avanti nell’ascolto si scoprono una serie di ottime canzoni come Spiral, Lens, Havoc, Receive, Numb, canzoni sospese fra rabbia e melodie pop, dove Alanis, senza magari l’energia straripante dei primi lavori, ma con più maturità e riflessività, riesce ancora a comunicare la sua anima musicale ed artistica. Quindi valuterei attorno ad 8 questo lavoro, non un capolavoro ma indubbiamente un buon lavoro che è riuscito a riportare all’attenzione di nuovi e vecchi fan la brava Alanis.

sabato, dicembre 22, 2012

Recensioni cd 2012 prima parte.

Quest'anno ho incrementato il mio consumo di CD, alla faccia della crisi, della moda del download e della moda di dire che la musica di oggi fa tutta schifo. Ecco una prima carrellata di impressioni, non giudizi.
 Joe Jackson -The Duke Nuovo disco del nostro caro Joe, che, come il vino(ma credo lui preferisca la birra) migliora invecchiando. Si tratta di un omaggio a Duke Ellington, grande musicista e songwriter Jazz, attraverso la rivisitazione di alcuni dei suoi classici. CI sono moltissimi ospiti, tra cui vale la pena citare Steve Vai ed Iggy Pop. Eppure il disco non è affatto rock, ma rimane nell'ambito del Jazz, mischiando varie influenze oltre al jazz si sentono echi e spizzichi di reggae, musica latinoamericana, fado portoghese, piccolissimi spruzzi di chitarra rock. UN disco molto gradevole, da sentire e risentire, sia con attenzione, ma che va bene anche come colonna sonora per preparare da mangiare, perché no...? voto 8,5
 Melanie Fiona, the MF Life. L'ho ascoltato un po' trovandolo interessante come al solito nella parte vocale, meno però in quella musicale. Il difetto maggiore del Cd, composto da ben 17 tracce (io ho scaricato da Itunes da versione deluxe) è l'eccesso di duetti, probabilmente fatti per ragioni commerciali, che finiscono per impoverire e sovraccaricare un disco altrimenti interessantissimo. Ci sono infatti la bellezza di 5 duetti (j. cole, NAS, B.O.B John Legend e T-Pain) e nessuno di questi mi pare riuscito, l'unico a salvarsi è quello con NAS, intitolato Running, anche perché il duetto arriva solo nella parte terminale del brano. Tolti i duetti il resto del disco ripete (senza ripetersi) qualità e sonorità del precedente, con pochissime cadute di tono. Quindi Soul, R&B, un po' di Reggae che fa capolino qui e là, e tanto talento ed energia che esplodono incontenibili in pezzi come Watch me work, Change the Record, Like I love you, Break down these walls, a conferma delle enormi potenzialità di questa cantante, che, rinunciando a qualche inutile duetto, avrebbe potuto confezionare una specie di capolavoro, ed invece ha fatto solo un , a tratti, ottimo disco. voto 8


 Bruce Springsteen- Wreckin Ball Un disco che era stato annunciato come molto rock, ed in realtà tende molto di più verso il Country, con alcune aperture abbastanza insolite verso la black music. le prime track sono buone ma non eccezionali, il disco sale di livello con il progredire delle tracce considerevolmente, toccando i vertici nelle splendide Jack of all trades, This depression, Wreckin ball e Land of Hope and dreams UN altro ottimo lavoro per il boss e la sua band, che  chiude il disco con una commovente dedica a Clarence "Big Man " Clemons Clarence era un grande e mi ha fatto sentire, amare e sognare in grande Quanto grande era Big Man? Troppo fottutamente grande per morire Potete scriverlo sulla sua tomba, potete tatuarvelo sul cuore Clarence non ha lasciato la E Street band quando è morto la lascerà quando noi moriremo voto 9



Katie Melua- Secret Simphonies Quinto lavoro in studio , intitolato Secret Siymphony, un disco registrato con la partecipazione  della Secret Symphony Orchestra. Chi pensasse ad un disco "pesante" si sbaglia e di grosso. In realtà è un ritorno, seppure con qualche innovazione, alla musica che ha sempre caraterizzato katie. Infatti, dopo gli esperimenti, un po' electro-pop di The House, disco non riuscitissimo, la cantante di origine georgiana torna a quel pop sofisiticato e sporcato di blues e jazz che è poi la matrice del suo sound. Gli arrangiamenti orchestrali ci sono ma non sono preminenti e non soffocano le canzoni, che anzi brillano. Il disco ha molte cover,e come, nei suoi primi lavori, è fortemente influenzato dal lavoro di Mike Batt, da sempre il pigmalione di Katie. Dopo averlo sentito e risentito è,per me il disco dell'anno: voto 10


Cranberries: Roses
Quando i gruppi si riformano spesso lo fanno per mere ragioni commerciali oppure perché si annoiano e tirano fuori dischi che ti chiedi: "ma non facevano meglio ad andare al pub e giocare a freccette?" Non è il caso di questo Roses dei quartetto irlandese che torna con un disco valido, che si riaggancia maggiormente ai loro primi lavori che non agli ultimi. Atmosfere levigate e nostalgiche e grandi capacità melodiche. Manca però quel pezzo ad effetto, tipo zombie, che faccia decollare realmente il cd. voto 8,5

 Billy Bragg and Wilco: Mermaid Avenue 1,2 e 3 
Riedizione dei primi 2 volumi di Mermaid Avenue con l'aggiunta del terzo lavoro. Per chi non lo sapesse si tratta delle canzoni inedite di Woody Guthrie (pare ne abbia scritte a centinaia) che la figlia di Woody, dopo averle trovate, ha passato nelle abii mani di Billy e dei Wilco perché gli cucissero un vestito musicale adatto ai tempi. L'operazione non solo è riuscita, ma è riuscita benissimo, in quanto sia Bragg che il gruppo americano sono riusciti nella difficile operazione di rendere i testi in una forma musicale che fosse gradevole, adatta ai tempi, ma non tradisse lo spirito del grande cantante folk americano. E' difficile dire quale dei 3 dischi sia riuscito meglio, ma c'è abbastanza materiale da passarci su un'estate, o un inverno, o un'autunno, fate voi. Un disco imprendibile per chi ama il folk/rock d'autore. In allegato anche un DVD voto 9,5

domenica, dicembre 09, 2012

Perché detesto l'autorità

Qualche settimana fa l'italia ebbe un piccolo momento di indignazione a causa del sequestro di un bambino conteso dai genitori operato da alcuni "tutori dell'ordine". In particolare colpì che un agente di polizia donna, si fosse rivolta ad uno dei parenti dicendo una frase del genere "io sono un pubblico ufficiale e lei non è nessuno". Questo tipo di arroganza non è nuova fra i cosidetti tutori dell'ordine, e corrisponde al classico "lei non sa chi sono io", però la frase rivolta da uno che è stipendiato dal "signor nessuno" a cui si rivolge, e di cui per giunta dovrebbe essere al teorico servizio, suona ancora peggio. Io, tuttavia non mi stupisco di questo, perché ho imparato fin da piccolo, e non sui libri o sui volantini, ma sulla mia pelle e sulla pelle di tante altre persone,che l'autorità, che dovrebbe, in teoria, proteggere gli indifesi, gli umili, gli innocenti, i sottomessi, e punire i prepotenti, i manigoldi, i disonesti, spesso fa esattamente il contrario, punendo gli indifesi e gli onesti e privilegiando i disonesti ed i furbi, e talvolta, se non sovente, è essa stessa ad creare disonestà, prepotenza ed ingiustizia. Mi ricordo che, quando andavo alle elementari, ad un certo punto fu stabilita l'istituzione di "vigili" interni, ovvero alcuni bambini che dovevano vigilare sugli altri bambini, in particolare tenendo d'occhio chi correva nei corridoi, poiché la scuola era vecchia e cadente, Insomma al posto di assumersi le proprie responsabilità e far rinnovare la scuola il Preside (con la P maiuscola, mi raccomando) preferì creare una guerra fra bambini. Naturalmente i "vigili" vennero scelti non fra gli alunni migliori o più responsabili, ma proprio fra i più irrequieti o, diciamo con una parola attuale, i più bulli, I quali, naturalmente, una volta investiti dell'Autorità si misero a bulleggiare ancora di più, senza che peraltro i problemi strutturali della scuola venissero affrontati.La cosa durò poco, visto che era una idea del cazzo che definiva solo l'intelligenza di chi l'aveva avuto. Ma non è forse simile a quello che hanno cercato di fare un paio di anni indietro con le ronde delle camicie verdi e con quel ridicolo decreto sulle ronde dei cittadini che poi è finito nel nulla? Le stesse cose ho visto quando ho fatto il Servizio Civile sostituitivo di quello militare: raccomandati che non facevano nulla che avevano diritto a 25 giorni in più di licenza mentre io che lavoravo più degli impiegati stipendiati ne ebbi di meno. Ma mio padre mi aveva raccontato di quello che succedeva in caserma ai suoi tempi, e racconti simili li ho sentiti da tutti. Corruzione, favoritismi, clientelismi, questo ti insegnano a militare, altro che a "difendere la Patria". Ed il servizio civile non è differente. Così vediamo le stesse cose, e non possiamo stupircene, a livello generale. Quando fanno una legge giusta, non viene applicata, mentre se ne fanno una iniqua e schifosa allora vedrete magistrati e tutori dell'ordine darsi da fare perché sia applicata in modo draconiano. Gente condannata per un furto di pochi euro, o messa in galera per anni per omicidi che non sono nemmeno avvenuti (come capitato ad una badante romena) e gente che ammazza, tortura, ruba milioni che viene riverita ed incensata. Questa è la verità. La so io e la sapete tutti voi, per cui non fate gli struzzi, togliete la testa da sotto la sabbia e raddrizzate la schiena. Il Padrone è forte perché è il servo che lo rende tale.

sabato, novembre 10, 2012

E se la Grecia....

E se quello che sta accadendo in Grecia non fosse il risultato inevitabile di una cattiva gestione interna e di un eccesso di rigidità da parte dell'europa dominata dalla finanza tedesca, ma fosse altro? Ragioniamo: se qualcuno mi deve dei soldi, e io so che non può pagare diciamo 100 entro un anno, dilaziono e mi accontento anche di prendere 50 o anche 40 in due tre anni, di modo che si ripigli e poi possa pagare eventualmente il resto più avanti. Non lo strozzo per avere tutto, perché se poi si suicida, non ho più nemmeno un euro indietro. Quello che l'europa sta facendo nei confronti della Grecia non è soltanto dimostrazione di insensibilità ma anche di logica economica. E allora mi viene un dubbio, un sospetto atroce. E se la Grecia fosse un esperimento di tipo sociale e politico? Se volutamente l'Europa o meglio i suoi vertici legati all'alta finanza stessero sperimentando in Grecia un modello da esportare poi negli altri paesi. Se volessero vedere quale è il livello di "sacrificio" e di lesione dei propri diritti che i Greci sono disposti ad accettare prima di prendere le armi o almeno i sassi e fare quello che stanno facendo nei paesi arabi? Se fosse un cinico esperimento di ingegneria sociopolitica? In fondo è quello che hanno fatto in Sudamerica nel corso degli anni 70-80 con la supervisione della CIA e degli USA, perché non provarlo in Europa?

sabato, novembre 03, 2012

Il Movimento 5 Stelle, fenomeno temporaneo o stabile?

Tutti gli analisti ed i commentatori si stanno chiedendo se il movimento 5 stelle di Beppe Grillo sia un fenomeno stagionale, destinato a spegnersi nel giro di poco tempo, oppure se, come sostengono naturalmente i sostenitori di tale movimento, sia invece destinato a durare ed a cambiare la politica italiana. DIffcile rispondere, ma credo che sia necessario distinguere tra il destino del movimento, o meglio diciamo pure del partito, perchè qui stiamo parlando di un partito, e le istanze e condizioni storiche da cui quel partito nasce e che costituiscono il suo nutrimento e la sua ragione d'essere. Innanzitutto diciamo che il M5S è un partito, non un movimento. Il trucchetto di spacciare un partito per movimento è già stato usato in passato (da Berlusconi in particolare, da Bossi parzialmente) e si tratta di un modo di giocare con i termini in modo tale da evitare di affrontare certe contraddizioni, o semplicemente per mistificare la natura dei fatti. Qual'è la differenza tra movimento e partito? Per movimento (operaio, studentesco, femminista, giovanile, pacifista, antiglobalizzazione, ecologista, etc etc) si intende un comune sentire che produce un comune agire, non precisato ideologicamente, organizzato in miriade di collettivi, comunità, o addirittura non organizzato se non in modo spontaneo, composto da componenti diverse fra di loro, alle volte molto diverse e quasi contrapposte (esistevano enormi differenze, nel 1968 e anni seguenti, fra un anarchico individualista ed un militante di una organizzazione marxista leninista, così come ci sono enormi differenze fra i cattolici pacifisti del movimento noglobal ed i militanti black block). Per sua stessa natura il movimento è magmatico (lo dice la parola stessa)fluido ed anti-istituzionale, e finisce di essere tale quando passa dallo scontrarsi con le istituzioni all'entrare nelle istituzioni. Il partito ha invece una base ideologica definita, secondo diversi gradi che dipendono dalle dimensioni e da altre variabili che non è importante specificare qui. Possiede una organizzazione non orizzontale ma verticale, ha una struttura non fluida ma stabile, ha un leader, o meglio, una leadership, definita e riconosciuta. Per i movimenti la nascita di leader segna spesso la crisi, la mancanza di leader in un partito è indice di crisi. Insomma il movimento è il contrario del partito, seppure è vero che da movimenti sono nati partiti (il che ha provocato la fine del movimento in quanto tale, ovviamente) Nel momento in cui un movimento punta ad entrare nelle varie istituzioni, rappresentative o meno, in quel momento cessa di essere un movimento. Cessa nei fatti, al di là delle parole che servono a nascondere questo fatto. Ora, a me sfugge la vera natura del "Movimento 5 Stelle", come sfugge a molti osservatori, alla gran parte dei suoi sostenitori (lo dico avendo letto i loro commenti in giro per internet) e secondo me, persino a Beppe Grillo, che non mi pare un mostro di lucidità (di demagogia, magari,ma non di lucidità, a meno che non faccia il finto scemo del villaggio ed in realtà sia furbissimo...)però alcune cose non mi sfuggono. E cioè che questo magma informale che é il M5S con un programma assolutamente vago, tenuto insieme solo dalla protesta (un filo demagogica diciamolo) anticasta, ovvero una istanza che gli si potrebbe facilmente rovesciare contro, nel momento in cui diviene parte delle isituzioni deve necessariamente darsi una struttura ed obiettivi chiari, dovrò confontarsi con i massmedia e gli altri partiti politici (a meno non vogliano fare un colpo di stato) ed inevitabilmente verrà fuori una leadership che non potrà essere quella del santone Grillo. Il quale avrà solo due possibilità: farsi da parte o continuare a fare il dittatorello del movimento. Se seguirà la prima forse il nuovo partito riuscirà nell'impresa (non semplice) di darsi una struttura che non tradisca le istanza originarie e posso essere efficace dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi. Nel secondo caso vedremo una serie infinita di espulsioni, scissioni, sconfessioni, tradimenti veri o presunti, e nel giro di un paio di anni, forse meno, il movimento imploderà lasciando solo macerie. Naturalmente possono esserci vie di mezzo e variabili imprevedibili possono giocare a favore dell'uno o dell'altro esito, ma nella sostanza questo credo sia il futuro di questo fenomeno politico, a cui comunque bisogna dare atto di aver movimentato un poco una scena politica asfittica e monotona.

giovedì, novembre 01, 2012

Ma chi ha vinto le elezioni Siciliane ?

Come sempre, dopo le elezioni, tutti tirano i dati dalla loro parte:- "ha vinto il candidato del PD Crocetta, quindi ha vinto il PD, anzi Bersani ed ha perso Renzi" -Al contrario ha vinto Renzi- - ma no, ha vinto l'UDC! - ma no! L'unico vincitore, anzi trionfatore, è Beppe Grillo ed il suo "partito-movimento" cinque stelle- -Ma no, ha vinto l'astensione- No ti sbagli chi si astiene perde sempre!- E bla bla bla.... IO dico che è buona cosa guardare i fatti ed i fatti dicono che solo il 47% degli aventi diritto (diritto non dovere) al voto ha esercitato tale diritto, con una diminuzione della percentuale dei votanti attorno al 20% rispetto alle precedenti regionali. Che tolte le schede bianche e nulle si scende al 45%. Insomma che il 55% NON ha Votato. Lo dico più chiaro su 100 siciliani 55 non hanno votato. dei restanti 16 circa hanno votato per Crocetta, 12 per Musumeci, meno di 9 per il candidato di Grillo, e poco meno di 7 per Micchiché. Chi ha vinto? Mi verrebbe da dire Nessuno ha vinto ma Ulisse mi sa che è fuori dai giochi da un bel po'....

venerdì, ottobre 19, 2012

Quell'irrefrenabile voglia di aumentare l'IVA

Il governo Monti dopo aver parlato per mesi della necessità di aumentare l'imposta sul Valore Aggiunto, meglio nota come IVA, che è quel balzello che il consumatore si trova a dover pagare su ciò che acquista, finalmente ci è riuscito. Anzi la notizia è stata rivenduta al lettore di giornali e spettatore di televisione come un "dimezzamento dell'aumento", il che, oltre ad essere una bella prova di adozione di quello che George Orwell in 1984 definiva "bispensiero", rappresenta una magra consolazione. L'iva è una tassa tra le più inique che esistano, visto che non colpisce il reddito, e non è quindi proporzionale, ma colpisce il consumo, e quindi colpisce maggiormente i bassi redditi rispetto ai redditi medio-alti. Inoltre, è anche poco efficace, dal momento che l'aumento dal 20 al 21 per cento deciso dal ministro Temonti durante l'agonia del governo Berlusconi ed entrato in vigore il 17 settembre 2011, si è rivelato un fiasco, producendo non maggiori ma minori entrate, stimate nella misura dell'1,1%. Questo è successo perché un aumento dell'IVA, oltre a far aumentare l'evasione,produce un calo dei consumi. Sopratutto i consumi voluttuari. Mentre quindi chi consuma beni per lo più di prima necessità continua a consumarli, chi compra, per dire, una bottiglia di champagne alla settimana calerà a 2 o anche ad una al mese, ed ecco perché l'IVA peserà di più sul povero che sul ricco e non fa nemmeno entrare più soldi nelle casse dello stato. Perché, quindi, insistere su questo provvedimento? Mi si risponderà che però è stato anche deciso un piccolo taglio dell'IRPEF sugli scaglioni di reddito più bassi e questo dovrebbe compensare (dovrebbe, appunto) l'aumento dell'IVA. E' però altrettanto vero che tra i provvedimenti allo studio vi è anche quello che prevede una riduzione delle detrazioni, sopratutto per quanto riguarda chi ha mutui per la casa da pagare, che si ritroverebbe a pagare quindi cifre piuttosto sostanziose in più. Alla faccia dell'equità dichiarata. Ma, ripeto, perché allora questa idea di aumentare l'IVA se poi si pasticcia su tutto il resto? La risposta sta nella natura liberista di questo governo, che, come tutti i governi liberisti, privilegia le classi sociali medio-alte rispetto a quelle medio-basse. E' la stessa politica seguita da Margaret Tatcher nel Regno Unito tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 90, una politic ain cui si è ridotto il prelievo fiscale sugli altri redditi aumentando la VAT (cioè l'IVA inglese) tagliando i serivizi e riducendo all'osso il Welfare State. IL risultato è stato l'impoverimento di larghi strati della classe media e della Working Class, impoverimento che dura tutt'oggi e che, di tanto in tanto, dà luogo a rivolte rabbiose quanto insensate come quella che si scatenò a Londra la scorsa estate. Ancora uan volta il sedicente "governo tecnico" del Professor Monti si dimostra non un governo al di sopra delle parti, ma uno strumento nelle mani delle tecnocrazie e dell'alta finanza che viene usato per forgiare l'Italia del futuro, un Italia in cui la maggior parte lavorerà (se lavorerà) al suono di una musica ossessiva obbedendo senza fiatare agli ordini che le verranno impartiti, ed una piccola minoranza girerà in ROlls Royce ben nutrita e fiera dei propri privilegi.

sabato, ottobre 13, 2012

Verso una nuova Tangentopoli?

Gli ultimi avvenimenti, con le retate e le perquisizioni, gli arresti, le inchieste che, partendo dal caso della regione Lazio, ma ancora prima ed in modo più evidente dalla regione Lombardia, stanno investendo buona parte delle istituzioni locali, e sfiorano anche ambiti come quello del mondo del calcio e dello spettacolo, mi ricordano quanto già avvenuto circa una ventina di anni fa, quel grande calderone spettacolare-politico-giudiziario che andò sotto il nome di "operazioni mani pulite", o anche, più volgarmente, "Tangentopoli". Le somiglianze sono parecchie: allora, come oggi, c'era una crisi economica e la necessità di tagliare i costi della politica, ma anche e sopratutto il Welfare attraverso dure operazioni di bilancio. Allora come oggi la credibilità della classe politica era ai minimi. Allora come oggi l'opinione pubblica sentiva la necessità di un rinnovamento. L'unica differenza è che allora questo portò alla nascita di un governo "tecnico" retto da un politico serio e che stava un po' in disparte come Giuliano Amato, mentre oggi il governo tecnico già c'è, e quindi pare essere più una causa o concausa che non una conseguenza. In ogni caso le somiglianze sono evidenti, e non si può non notare, con una punta di malizia, forse, che la magistratura si comporta nei fatti come una sorta di super-partito che prende in mano la situazione e che in qualche modo la pilota, determinando dei radicali mutamenti nell'assetto politico del paese. Allora fece crollare l'asse Craxi-Forlani-Andreotti portando nei fatti al sorgere del fenomeno Berlusconi. Oggi non è chiaro quale siano gli sbocchi ma è evidente che il soggetto politico che in qualche modo, sulla lunga distanza, aveva beneficiato dello smottamento provocato dall'azione dei magistrati, ovvero il PDL, si trovi al centro della bufera e sia la "vittima" principale di questo nuovo terremoto. Non è da escludere, sopratutto nel caso che il preteso "rottamatore" Renzi vincesse le primarie del PD (che è un po' come se Justin Bieber vincesse il Grammy Award) che troveremo ancora Monti nei ruoli di governo circondati da altri pretesi "tecnici" e che porteranno avanti la stessa politica liberista e "meritocratica" all'interno di un governo nominalmente di centro- sinistra ma in realtà di centro destra, insomma una prosecuzione dell'attuale governo tecnico che non può prescindere dall'appoggio del PD, ma che questa volta sarà incorporato dentro un PD che abbia definitivamente smesso di essere, pure lontanamente "disinistra". Se ci pensiamo una soluzione che farebbe comodo sia alla Confindustria, sia la Vaticano, sia ai potentati economici e finanziari che hanno provocato la attuale crisi e che non ne vogliono pagare il prezzo.

venerdì, ottobre 12, 2012

Ho smesso di preoccuparmi

Ho smesso di preoccuparmi di quello che pensano gli altri di me, o attorno a me. So che questa affermazione può apparire presuntuosa, ma, parafrasando un celebre motto, la presunzione quando è autodifesa si chiama intelligenza. E, in un mondo di presuntuosi, se non narcisisti, tutti incollati alle loro flebili certezze, se non si è un pizzico presuntuosi, un pizzico orgogliosi di quel che si è, di quel che si è fatto,di quel che si sa, di quel poco o pochissimo che si è costruito o lasciato dietro di sè nel corso della vita, si soccombe. Non lascerò più abbattermi dai pareri, spesso non richiesti e sopratutto basati sull'ignoranza e, sovente, anche sulla malafede, su di me, su quel che faccio, su quel che sono, sulla musica che ascolto, i film che vedo o sulle mie idee. Non sono cazzi che vi riguardino, non ne sapete nulla e non siete un cazzo di nessuno per giudicare. Sorry, ma la porta è quella e se non vi piaccio, potete andare. Non mi mancherete e, difatti, non mi mancate.

martedì, ottobre 09, 2012

Di Lady Gaga o di come avere successo sia diverso dall'avere talento.

Ci sono personaggi della musica che non riesco a reggere: lo so, i gusti sono gusti (ma esiste anche il gusto dell'orrido, rubando una battuta a Diego Abatantuono)però esiste la realtà oggettiva, che va considerata, al di fuori di questo esiste il soggettivismo esasperato, che a lungo andare diventa delirio. Ora, si dice che i fan di un cantante o gruppo siano in delirio. Alle volte questo è vero in senso letterale. Ci sono persone che letteralmente delirano per tali personaggi, nel senso che fanno affermazioni su di essi che non hanno niente in comune con la realtà dei fatti e che sono, quindi, puro delirio. Uno di questi deliri è "lady Gaga fa dei grandi Live ed è una grande cantante". Se fare dei grandi live è fare degli spettacoli da circo barnum, da fiera di strapaese, invocare la grazia di Gesù Cristo perché ti esibisici di fronte a 24000 persone e quindi Dio è dalla tua parte, e poi simulare un rapporto orale ad uno dei tuoi 350 ballerini (di cui non sai nemmeno il nome, ma solo le misure)perché "sei nata in quella maniera" (un po' zoccola?)allora ok lo ammetto, Lady gaga fa dei grandi Live (seppure un po' in playbak,ma che ci vogliamo fare, lei balla e si dimena come una foca ammaestrata, mica può pure cantare Live!) Sulla grande cantante, però, ho qualcosa da ridire. Tanto per spiegare cosa intendo ecco The Edge of Glory cantata live a Milano nel recentissimo show. E' una esibizione molto istruttiva (e divertenti) perché ci dice sul personaggio (e sul modo in cui è stata lanciata nello stardom) molto più di mille analisi e commentari fatti da giornalisti poco coraggiosi, se non palesemente prezzolati. La Stefani Germanotta, in arte Lady Gaga, se la tira da grande cantante. Ma, purtroppo per lei, non lo è. Cerca l'acuto impressionante, quello da ovazione che nasce prepotente dall'ammirazione sincera, ma non ci riesce. La poveretta si dà da fare, ad un certo punto con la manina dà aria alla gola, evidentemente sul punto di infiammarsi come il serbatoio di una Ferrari, ma proprio non glela fa. La voce esce stentorea e su note basse. Poi alla fine ce la fa. è un attimo fuggente, dura meno di 2 secondi e mezzo, ma non pretendiamo troppo, suvvia... A quel punto prende coraggio, però il fiato le manca (lo sforzo, bisogna capirlo, ha la veneranda età di 26 anni dichiarati, mica potrete pretendere...) poi si getta fuori da quella specie di cattedrale (spero sconsacrata) in cui si esibiva, si leva quella specie di tovaglia firmata da Versace (ecco come impiega i lauti compensi che le derivano da biglietti posti in vendita a prezzi stratosferici) e passa da un improbabile travestimento da Santa Caterina da Siena ad un più probabile (per lei) vestito da professionista del sesso. Il risultato canoro non cambia. Sembra che abbia l'enfisema polmonare. O i suoi manager la costringono a cantare ammalata, oppure è lei che proprio non ci riesce. NOn so a quanto esattamente ammontasse il prezzo del biglietto, ho visto biglietti per posti laterali a 118 euro più prevendita. Un salasso, ma se uno vuole buttare soldi nel concerto di Lady Gaga, o nel comprare l'IPhone, od il Samsung (che fa pure più schifo) non glielo si può impedire. Anche quello fa funzionare l'economia. Va bene tutto, il prezzo del biglietto, il divismo, il marketing, però non venitemi a dire che questa sa cantare. A livello di dilettanti, forse, ma a livello professionistico no. Potrei mettere decine di performance di altre cantanti al cui confronto Gaga sparisce, da Beyoncè a Shakira passando per Anastacia e quant'altre. Mi limito a due cantanti, sottovalutate,ed in uncaso odiatissime dai fan della Germanotta (e si capisce il perché) che ho avuto il piacere di poter vedere Live, a prezzi accettabili tra l'altro. Ed ecco per prima Katy Perry con The One that got away a Jakarta sentirete a 4:46 un acuto fatto come si deve, netto, potente e di 12 secondi di durata. Meglio ha fatto Avril Lavigne a Montreal
nel 2011:
Se quella di Katy Perry è un'ottima performance qua siamo nella categoria dello straordinario: a 3.31 Avril parte con un acuto in cui va su note altissime e lo tiene per 20 secondi! Pazzesco! E qui mi fermo prima di mettermi a delirare anch'io, anche se, in questo caso, il delirio sarebbe giustificato. Si chiamerebbe casomai, elogio della follia (canora) di Avril. Di fronte a questo se io fossi la Germanotta (ma, grazie al cielo, non lo sono) prenderei le mie tovaglie firmate e le mie calze a rete, e sparirei alla ricerca di una brava insegnante di canto. Ma perché farlo se si fanno i soldi a palate e metà mondo ti considera un genio? Appunto, perché?

venerdì, ottobre 05, 2012

Recensioni FIlm: i bambini di Cold Rock

I bambini di Cold Rock è un film del regista francese Pascal Laugier, già segnalatosi con l'interessantissimo Martyrs. Si tratta di un thriller dai toni Horror, ma che poi svolta imprevedibilmente verso toni più da "film d'autore". Partendo da uno spunto risaputo, il classico caso di un serial killer che rapisce bambini in una cittadina preda della crisi economica a causa della chiusura della locale miniera, il regista imbastisce un racconto imprevedibile, dai toni forti, e che pone un dilemma etico non facile da risolvere. La protagonista, interpretata da Jessica Biel (attrice ampiamente sottovalutata, io l'ho sempre trovata bravissima, oltre che bellissima, fin dai tempi di Non aprite quella porta) cerca di riavere suo figlio, apparentemente rapito dall' "Uomo Alto", personaggio mitico di cui tutta la cittadina parla attribuendogli la scomparsa dei bambini. Ma le cose non sono come sembrano... Non voglio svelare di più della trama, altrimenti rovinerei chi volesse vedersi (sempre che lo trovi ancora al cinema, ma uscirà in DVD o per chi non vuole aspettare in streaming)il film e goderselo. Dico solo che è un film diverso dagli altri, che pone degli interrogativi etici su come ciò che sembra bene potrebbe nascondere il male ma anche come ciò che sembra male potrebbe far nascere il bene. Il tutto viene illustrato con un racconto dal ritmo sostenuto, con una ottima fotografia che illustra e rende bene l'atmosfera di paranoia e di miseria umana nella quale si svolge la vicenda. Lo consiglio a chi non ha paura di ragionare, di essere sorpreso e di sorprendersi, di vedere i propri pregiudizi messi in dubbio, mentre lo sconsiglio a coloro che invece amano solo gli effetti speciali e le trame ed i finali scontati e rassicuranti. Definitivamente I bambini di Cold Rock non è Twilight (e per fortuna!)

lunedì, settembre 10, 2012

Una lettera ai pacifisti italiani sulla Siria

UN argomento di cui non ho parlato e di cui si parla pochissimo. Quello che sta succedendo in SIria. Su questa cosa la sinistra cosidetta alternativa sta dimostrando una assenza, se non una completa complicità, con la dittatura di Assad. Ho letto questa lettera e ne condivido lo spirito e la sostanza. A mecerto pacifismo e la moda della nonviolenza (da Pannella al Dalai Lama incluso) mi hanno smepre puzzato di complicità con gli aguzzini. Tutto è bello in Italia, il Paese che sempre avevo sognato di visitare. Camminavo per le strade con occhi di gufo, fissando ogni dettaglio come se volessi mangiarlo! Quando sono stata nella chiesa di Santa Croce a Firenze, ho ricordato quello che Abdel Rahman Munif, uno dei più grandi scrittori arabi, diceva: “Quando guardi la bellezza delle città europee da straniero, senti che non sono tue e che rimarrai per sempre straniero”. Mi dicevo: “Ma come è possibile che non provo quello che provava Munif?”. Anzi. Sentivo la voce di Machiavelli che mi diceva che se fossi vissuta nella sua epoca, mi avrebbe scelto come sua amante! E sentivo Michelangelo che mi diceva di volersene andare a Roma perché era arrabbiato con la famiglia Medici di Firenze! La bellezza delle città non può farti sentire straniero! Anzi, è la bruttezza delle città ti fa straniero! Mentre gli sguardi freddi ti fanno sentire straniero, un buongiorno in dialetto romano ti dà già una bella giornata! Una focaccia pugliese mi fa tornare nella mia terra per un po’. Una domanda come: “Ma dov’è la Siria? È quella vicina ad Israele?” ti fa rimanere male. Articoli scritti da giornalisti che hanno vissuto la Siria ti fanno sentire tra le parole il profumo del sapone di Aleppo. Altri articoli, invece, al di là del rispetto per il diritto d’opinione, ti fanno pensare che il giornalista abbia pernottato allo Sham hotel, al Four Seasons o dal raìs stesso (cinque stelle e più!). Eh, Munif, questi qui sì che ti fanno sentire straniero! Vorrei rivolgermi a voi direttamente. A voi che siete “i pacifisti”, voi che “non volete le guerre”, voi chi siete contro “il complotto americano”. 562918 353163064762195 593603407 nCome mai voi festeggiate la liberazione dell’Italia? Non vi siete liberati come Gandhi! Vorrei veramente cantare con voi la mia canzone italiana preferita, “Bella ciao”, oppure “Siamo ribelli della montagna”! Magari vi ricordate che anche voi avete avuto le brigate partigiane, anche voi avete chiesto l’aiuto dall’esterno, anche le vostre brigate hanno sbagliato, commettendo fatti di sangue e a volte giustizie sommarie! Però questo era il prezzo della vostra libertà, che ora vivete. Perché voi sì e noi no? Perché sempre noi abbiamo contro i “complotti globali”? Se mi dite che il nostro tessuto sociale è ben diverso e meno complicato di quello italiano, vi rispondo che il tessuto sociale siriano era già complesso prima dell’avvento della famiglia Asad. Già prima avevamo quel tessuto sociale e abbiamo vissuto la democrazia. Provo a capire che voi avete paura di entrare nelle zone “calde” in Siria per verificare, che non siete come Mika Yamamoto, Marie Colvin, Remi Ochlik, Edith Bouvier o Alessio Romenzi e altri ancora. Ma cavolo! Nei libri di storia, però, potete entrare senza nessun pericolo! Studiate405228 351357441609424 1925560451 n la nostra storia! Quella che precede il potere degli Asad! Se poi mi dite che ci sono brigate di fondamentalisti islamici che combattono a fianco dell’Esercito libero (Esl) e che l’Esl si macchia di crimini, in questo caso non vi rispondo. Vi denuncio! Vi denuncio perché vorrei vedere il vostro “pacifismo” dove sarebbe andato se Daraya, Homs o Aleppo fossero le vostre città. Se vi venisse uccisa tutta la vostra famiglia, in questo caso vorrei proprio vedere se rimarreste “pacifisti” o prendereste le armi anche – purtroppo! – dai wahhabiti! Ancora un momento… vi chiedo un favore molto “pacifico”. Perché, anziché rimanere qua e “sparare” delle cose che la storia non cancellerà, perché non andate a trovare Mazen Darwish e i suoi colleghi giornalisti che da sette mesi sono rinchiusi nelle carceri delle mukhabarat? Sono giornalisti come voi. Anzi, Mazen è un membro dell’Unione internazionale dei giornalisti. Così almeno ci dite se sono vivi o no! Questa gentilezza non va contro il vostro “pacifismo”, no? Ve lo chiedo perché da mesi leggo del vostro sostegno al “laico” Asad, contro gli estremisti religiosi (anche quando non erano ribelli armati). Ma non avete speso mai una parola per i pacifisti siriani – quelli sì veri pacifisti – arrestati, torturati, alcuni anche uccisi, per aver chiesto la libertà nel Paese, o per aver raccontato le violenze del regime. Vorrei sapere se il vostro silenzio è stato dolo oppure pura ignoranza. In entrambi i casi, per favore, lasciate stare il mio Paese. Combattete le vostre battaglie ideologiche sulla vostra e non sulla nostra pelle. Vi ricordo infine che siete figli di grandi nomi nella storia dell’umanità. Almeno apprezzate questo! O provate a scrivere qualcosa che corrisponde al loro livello! “Pertanto, uno che diventa Principe con il favore del popolo, deve mantenerselo304921 348849548526880 1567894182 n amico; e ciò gli sarà facile perché il popolo non chiede altro che di non essere oppresso. Ma uno che contro il popolo, diventa Principe con il favore dei potenti, deve prima di ogni altra cosa conquistare il popolo, e ciò gli sarà facile nel momento in cui lo prenderà sotto la sua protezione. E poiché gli uomini, quando ricevono del bene da chi credevano di ricevere del male, si sentono più profondamente obbligati verso il loro benefattore, il popolo gli diventa subito più favorevole di quanto lo sarebbe stato se il Principe avesse preso il potere col suo favore; e il Principe se lo può conquistare in molti modi, sui quali, proprio perché variano a seconda delle situazioni, non si può dare una regola sicura, per cui li tralasceremo”. Niccolò Machiavelli di Eva Ziedan

mercoledì, agosto 22, 2012

Ciò che i Media non dicono- ILVA di Taranto

L'ILVA di Taranto è una fabbrica della morte. Una fabbrica che inquina, una fabbrica che uccide, dove non ci sono tutela della salute, dove gli incidenti del lavoro sono frequentissimi. Una fabbrica fuori legge. La cosa era nota ma oggi lo dice anche la magistratura. Partiti, governo "tecnico" e sindacati sono tutti uniti nel voler continuare a permettere le gravissime violazioni di legge di questa fabbrica della morte. Ma non tutti vogliono vendere la propria salute e la propria dignità per un piatto di fagioli. Questo video mostra ciò che i media mainstream servi del potere, hanno tenuto nascosto. Il comitato spontaneo dei cittadini, slegato dalle oscure logiche partitiche e mafiose, ha preso la piazza portando i cittadini in piazza, senza deleghe e senza compromessi.

martedì, agosto 21, 2012

Muse? no, Cherri Bomb !

Un tempo mi piaceva il gruppo inglese dei Muse- Più che piacermi lo adoravo. Lo avevo scoperto casualmente, ero andato ad un loro concerto all'Alcatraz di Milano, nel 2001. Quell'insieme di pura energia e di creatività, che spiccavano in un panorama musicale che diventava sempre più rarefatto, non poteva lasciarmi indifferente. E difatti non lo fece. Gli anni sono passati e col tempo questa passione si è affievolita. E' successo per altri gruppi, ed è successo anche per i Muse. Il perché è facile a dirsi. Quando un gruppo raggiunge il successo tende a rendere la sua musica più morbida, meno intransigente, ad aprirsi, detta in una parola, diventa più commerciale. Non è detto che sia un male, almeno all'inizio. Però di sicuro ciò che rendeva unico quel gruppo si perde, si incomincia a sentire parlare di sperimentazione. La sperimentazione è una cosa bellissima, fondamentale, peccato che il più delle volte sia una scusa per spacciare la mancanza di idee, se non l'opportunismo musicale, e cercare di riempirsi le tasche di soldi facili, Succede, siamo esserei umani. Anche le Rockstar lo sono. E' un po' come le scelte di vita dei calciatori, che vanno a giocare in squadre sconosciute in campionati sconosciuti, perchè fanno una scelta di vita, ovvero, voi rinuncereste e 10 milioni di euro netti? No, eh? Nemmeno loro. Per tornare ai Muse dopo il loro disco Resistance, veramente deludente, ho incominciato a perdere la stima verso di loro, e le ultime due canzoni non fanno che rinforzare questo sentimento. Come con gli U2, li adoravo, mi ero preso anche il giubbotto come quello che Bono sfoggiava in Pride. e poi che fanno? iniziano a perdere colpi a fare insulsa musica da classifica... E' così, è un ciclo continuo: gruppi che decadono, che perdono ispirazione, che si vendono (in realtà chi sceglie di fare musica di professione si vende dall'inizio, il punto è se ci si vende senza se e senza ma)che fanno robe che ti creano imbarazzo. Per fortuna quando uno se ne va, qualcun altro arriva a riempire (in parte) quel vuoto. E così ho scoperto questa band formata da giovanissime ragazze (negli USA le tirano su a nutella e rock'n'roll, beati loro!) che si chiama Cherri Bomb. Tra qualche anno, forse, le siliconeranno e le faranno ballare il tip tap a qualche reality e faranno insulsa musica da classifica anche loro. Per il momento hanno passione e cuore, tutto quel che ci vuole per fare del sano rock'n roll. Godiamocele finchè dura

lunedì, luglio 16, 2012

Il quoziente intellettivo e "la Repubblica"

Oggi su "la Repubblica "hanno portato un po' più in là il limite della cialtronaggine : Articolo sul Quoziente intellettivo, vari blabla più o meno scientifici. nell'ultimo riquadro mettono fra i geni superiori ai 164 punti di QI, lo scacchista Bobby Fischer, e Mozart. Va bene Fischer, ma vorrei sapere chi ha fatto il Q.I a Mozart, visto che le prime sperimentazioni risalgono al 1905... Mi sa che chi ha scritto l'articolo non abbia un Q.I. troppo elevato...

domenica, giugno 10, 2012

Bossi+ Berlusconi = Beppe Grillo!

Mi rendo conto che sto facendo una cosa molto pericolosa; mi accingo a criticare Beppe Grillo, che è uno po' come criticare il Papa o Vasco Rossi, tutti vorrebbero farlo ma nessuno osa. Ma, diceva George Orwell, la libertà è dire quello che gli altri non vogliono sentirsi dire. Di Beppe Grillo e del suo movimento ho parlato diverse volte su questo blog (basta digitare il suo nome nell'apposito motore di ricerca in alto). Alle volte bene alle volte meno. Ho detto già nel 2010 che i risultati elettorali premiavano il movimento 5 stelle, ma ho anche detto della debolezza e della ambiguità di detto movimento , e delle ambiguità del Grillo nazionale. Che le prese di posizione di Beppe Grillo siano spesso discutibili, nella forma e nella sostanza, è cosa già nota, come va riconosciuto all'ormai ex comico di avere puntato il dito contro ingiustizie e sprechi, anche se seguendo logiche e modi non sempre chiari e condivisibili. Negli ultimi 5-6 mesi tuttavia Grillo ha assunto una serie di atteggiamenti e reso una serie di dichiarazioni che lo avvicinano molto ai modi di fare dei 2 leader che ho citato. Affermazioni come " il governo vuole dividere gli italiani fra quelli che pagano le tasse e quelli che non le pagano" è,innanzitutto una, sciocchezza, perché gli italiani sono divisi, non dal governo, ma dal loro comportamento, tra coloro che pagano e coloro che evadono, così come sono divisi tra persone oneste e furfanti, fra ricchi e poveri, fra proletari e borghesi, etc etc. Dall'altro canto è espressione di una ideologia che ricorda quella del Berlusconi, quella del è legittimo non pagare le tasse. Grillo magari giustifica questo con sparate sinistrorse e parapacifiste tipo "paghiamo le tasse per comprare gli F35" ma le tasse si pagano anche e prevalentemente per altre ragioni, come avere scuola e sanità pubblica, pensioni decenti etc etc, e se non si ha questo non è solo perché si spendono soldi in spese militari ( che un partito serio proporrebbe quindi di ridurre o abolire con serie proposte di riforma) ma perché le tasse sono mal distribuite e l'Evasione fiscale pesa sulla spesa sociale. Aggiungiamo altre uscite, come quella sulla mafia che non strangola i cittadini, cosa evidentemente falsa ed ignobile. Oppure quella sul non dare il voto agli immigrati, uscita xenofoba che fa il paio con quella sul "delinquente Prodi" che aveva permesso a un milione di Romeni (che Grillo considera tutti delinquenti potenziali, evidentemente) di invadere il Bel Paese. Le similitudini di queste dichiarazioni con quelle Berlusconiane e Bossiane su immigrati e mafia saltano agli occhi anche di un non vedente, ed è evidente che Grillo ha capito che deve prendere i voti del blocco berlusconiano- Bossiano in crisi di rappresentanza e di idee. Difatti il successo (indubbio ma alquanto esagerato dai mass-media) delle ultime comunali indica come i voti siano sopratutto arrivati da quello schieramento. Moltealtre cose avvicinano Grillo a Berlusconi e Bossi. Come il primo, egli proviene dal mondo dello show-business televisivo, la differenza è che l'uno stava dietro e l'altro davanti alle telecamere. Come il secondo,invecem parla alla pancia prima che alla testa delle persone, ed è seguito da dei fan tanto adoranti quanto intolleranti a qualsiasi critica o dubbio (gli insulti piovuti sul povero Claudio Fava perché aveva osato criticare la sparata filo-mafiosa ne sono un esempio lampante) Anche Grillo è tutt'altro che chiaro sul programma ed è più impegnato a definire i "nemici" che non le priorità da raggiungere. Per Berlusconi i nemici erano i"comunisti" ,la Sinistra, nonché quei tre o quattro magistrati che gli rompevano le uova nel paniere e quei 4 giornalisti non allineati. Per Bossi i "terroni" ,gli extracomunitari e" Roma ladrona". IL Nostro ha come sostanzialmente unico obbiettivo la "Casta" ovvero gli altri politici, quelli che occupano quei posti a cui tanto aspira. Poi certo anche i mitici e favolosi "poteri forti" ma anche Bossi e persino il Berlusca ogni tanto li citavano. Peraltro parlare di invisibili nemici è una cosa molto di comodo. Riprendendo una tradizione tipica del qualunquismo Grillo afferma che il M5S non è di destra né di sinistra e vuol far credere che una volta scacciati i ladri dal tempio, questo tornerà magicamente ad essere un posto sacro. Grillo, con grande semplificazione, presume che basterebbe sostituire gli attuali partiti politici con un solo partito politico (il suo) per ovviare a tutti i mali della politica. Questo ricorda molto la teoria iniziale della lega, per cui la Lega avrebbe rappresentato tutti i cittadini, poveri o ricchi, di destra o sinistra, laici o cattolici, purché padani. tanto che furono indette persino delle elezioni padane con decine di liste quantomai folcloristiche, tra i quali spiccavano tra gli altri, gli "anarchici padani" per le elezioni del tanto famoso quanto inutile Parlamento padano, sito in quel di Mantova, che nessuno mai ha saputo quali storiche decisioni abbia preso. Grillo divide le persone in "persone perbene" e persone non perbene. i primi sono quelli che militano o sono vicine al suo movimento, poi ci sono tutte le altre. Alla fine anche lui divide le persone quindi, come è del tutto ovvio (partito significa di parte e chiamarlo movimento mistificandone la forma e le finalità non cambia di una virgola la realtà dei fatti) e lo fa non in base a dei dati più o meno oggettivi (esempio la divisione di classe o di religione, o di etnia, da sempre basi dei partiti) ma in basse al suo esasperato soggettivismo. Dal partito azienda personale di Berlusconi passiamo ad un altro partito azienda, e non c'è da stupirsi che dietro a tutta questa operazione politico-mediatica (il web al posto della televisione ma usata nel medesimo modo) vi sia tale Casaleggio, esperto di marketing giù in forze alla Telecom (uno dei mitici poteri forti che Grillo cita quando gli fa comodo). Ci sarebbe da deprimersi a veder come questo paese ripete sempre gli stessi ma errori ma come dicevano gli Area "gli Dei se ne vanno, gli arrabbiati restano".

lunedì, giugno 04, 2012

il mio no alla parata militare del 2 giugno

In questi giorni ci sono stati appelli e raccolte di firme in rete per chiedere al presidente Napolitano di fermare la parata e le celebrazioni, in modo da concentrare risorse e uomini in Emilia Romagna, colpita dal terremoto. Naturalmente la richiesta, come era ampiamente prevedibile, non è stata accolta, anche se ha costretto i vari lacchè di regime ad evoluzioni sofistiche sul perché non fosse possibile annullare la parata, e perché fosse giusto tenerla. Probabilmente costoro avevano anche ragione sul fatto che ormai l'ingranaggio era già stato messo in moto da tempo e non fosse possibile fermarlo. Così come è vero che le risorse veicolate non sarebbero state così enormi. Io personalmente non credo però che non bisognasse fare la parata per risparmiare i soldi per i terremotati. Penso che una parata militare per celebrare la Repubblica, che fu istituita attraverso un referendum popolare, sia semplicemente insensata. E poi la Repubblica è nata dalla resistenza, che è nata proprio dalla lotta armata contro le istituzioni militari del precedente regime. E' nata dalla sconfitta di un regime che si basava sulla retorica degli "8 milioni di baionette", del "chi muore in guerra è vissuto assai", del se avanzo seguitemi se indietreggio ....fatemi fuggire. Detto in due parole: la repubblica fondata sul lavoro e che ripudia la guerra NON può essere celebrata con una parata militare. Punto. Anzi no, come va di moda dire adesso. Assolutamente.

venerdì, giugno 01, 2012

Cosa succede a chi fa il suo dovere in Italia, oggi.

ecco una informazione che non troverete sui giornali, e che riposto senza cambiare nulla da una pagina di Facebok chiamata opinioni, informazioni, emozioni "Umberto Rapetto non è più un colonnello della Guardia di Finanza. Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a farsi da parte. “Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia, ma sono stato costretto a dare le dimissioni“, ha scritto su Twitter l’ex colonnello. ”Qualche modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di soddisfazioni”, ha aggiunto il militare qualche ora dopo. Parole più che eloquenti. Ma chi è Umberto Rapetto? Per i più si tratta di un nome insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano. Le sue competenze e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate sono minime. Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, dopo cinque mesi di duro lavoro, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone. Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%! Qualcuno ne ha parlato in tv? Ovvio che no, la farfallina di Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera sono argomenti ben più importanti. Non è così? In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale ad opere delle società che operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede uno sconto del 96,5%! Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale cittadino, si interviene con i carri armati. Se a a evadere sono le grandi società, si va coi guanti, c’è il super premio. Quel premio che non c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo bene il proprio mestiere. Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere festeggiata? Fate voi."

sabato, maggio 19, 2012

Rilfessioni di primo mattino

Sono stato molto assente negli ultimi mesi, per varie ragioni, altri impegni, stanchezza di tenere un blog, problemi di salute, troppa frequentazione di FaceBook ( di cui parlerò) Penso che proverò ad essere più attivo, dal momento che un blog, questo blog, mi pare rappresenti un modo di comunicare molto migliore rispetto a FaceBook (che trovo francamente il paradiso del narcisismo, dell'esibizionismo e dell'idiozia, anche se tutto il web è una cosa simile ormai...) o peggio a twitter, che non ho nemmeno capito come funzioni e tantomeno ne capisco l'utilità, a parte quella di lurkare sui twitter dei VIP ;-) Ho proprio voglia di demolire un po' di miti di questa triste epoca (gente tipo Travaglio, Beppe Grillo oppure falsi miti come il download illegale ed il mito della "democrazia in rete" ). In più parlare di musica e cinema. Insomma c'è tanto lavoro da fare, il lavoro che mi ero posto come piccolo obiettivo, mettere un granello di sabbia contro gli ingranaggi del luogo comune delle ideologie dominanti e delle contro-ideologie che vorrebbero dominare, insomma il mio personalissimo libero pensiero. A presto... PS Farò anche qualche scherzetto a chi viene qui pensando sia un sito pornografico :-DDD

martedì, aprile 03, 2012

Il governo dei tecnici ovvero della crisi della democrazia

Il governo tecnico insediatosi da novembre alla guida dell'Italia rappresenta un ennesimo esempio del progressivo svuotamento della democrazia in Italia e nel mondo.
Vediamo il perché: tecnicamente si tratta di un governo legittimo; ha difatti ricevuto la fiducia da parte delle due camere.
IL problema però sorge se si pensa che non è un governo eletto dal popolo. Gli elettori non hanno eletto né direttamente né indirettamente Mario Monti. Non hanno dato una delega, né esplicita né implicita alla sua elezione. Nei fatti Monti governa con l'appoggio di schieramenti concorrenti, e nemmeno uniti in questo, dal momento che Lega da una parte e Italia dei Valori dall'altra non lo appoggiano. Si tratta di un governo extra-elettorale, se non propriamente extra-parlamentare.
Ora qui sorge un grosso, grossissimo problema. Difatti che cosa è la democrazia, se non un sistema di legittimazione del Potere che si esercita sul popolo?
Da sempre chi comanda cerca una giustificazione ed una legittimazione del proprio ruolo di preminenza. Un tempo la legittimità la dava il sangue, ovvero essere illegittimo erede del legittimo sovrano. Ma perché il potere era considerato legittimo? Fondamentalmente non c'era altra ragione che la tradizione e, in definitiva, la forza bruta. Un'altra giustificazione stava nella sacralità del potere stesso. In sostanza si pensava che il potere derivasse dalla volontà degli Dei, prima, e del Dio unico poi. Non a caso il potere statuale è sempre stato legato al potere religioso, alle volte corrispondendo a quest'ultimo.
Con l'emergere della classe borghese quest'ultima ha rivendicato il potere, conquistato attraverso le tre rivoluzioni borghesi, l'inglese, la francese e quella americana.
Non potendo certamente legittimare il potere sulla base della tradizione, visto che rivoluzione significa esattamente rompere con la tradizione, di sangue o divina che sia, né apertamente con quello della forza, la borghesia cercò la legittimità del nuovo potere nella democrazia, termine che deriva dal greco e che, letteralmente, significa dominio o tirannia del popolo, e che era stata applicata solo nella città greca di Atene e per un certo periodo nella Roma antica, prima che questa degenerasse in un impero tirannico e poi decadesse sotto la spinta da un lato del cristianesimo e dall'altro dei popoli barbari.
In realtà questa "tirannia del popolo" era riservato solo ai possidenti maschi, e ci sono voluti un secolo di lotte, di repressioni feroci, di colpi di stato e regimi autoritari(e due guerre mondiali)prima di approdare all'attuale formula del voto universale, che è considerata l'apice dello sviluppo politico e l'unico potere legittimo, a tal punto che si invadono paesi con la stravagante giustificazione che si vuole esportare la democrazia, come fosse una merce che tutti desiderassero a costo della morte. (insomma come l'Ipad !)
Negli ultimi anni molti studiosi, scienziati della politica, sociologi, hanno notato come le democrazie occidentali stiano diventando sempre più influenzate dai detentori delle grandi ricchezze, dalle multinazionali, dalle banche, dalla finanza globale, incontrollabile proprio perché globale. Hanno anche notato come i governi eletti su scala nazionale debbano rendere conto non tanto agli elettori, quanto ad organismi sovra nazionali che nessuno ha eletto, ed anzi portano avanti politiche decisamente anti-popolari.
Sostanzialmente il governo Monti è stato nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perchè potesse adempiere a quanto la Commissione Europea ha richiesto all'Italia per "non fare la fine della Grecia" ovvero essere costretta a sacrifici inauditi quanto di dubbia utilità per non essere esclusa dall'Europa Unita.
In sostanza il padrone del governo, colui o coloro a cui Monti (e Napolitano) ed il suo governo devono rendere conto non sono gli elettori (tanto più che Monti stesso ha dichiarato che non si presenterà nelle prossime elezioni e quindi non si sottoporrà al giudizio degli italiani, che sarebbe poi la condicio sine qua non per considerare un governo democratico) ma la Commissione europea, al cui giudizio il governo si deve sottomettere.
Ma c'è un altro elemento. oserei dire soggetto, che emette un giudizio vincolante. Questi è il famoso Spread, che un po' come quelle divinità della antica Grecia che salvavano o condannavano l'eroe. Così come Ercole o Maciste anche noi dobbiamo sottoporci al giudizio di queste entità quasi divine. Mercato, spread, le divinità che, sostituendo Giove o Zeus, danno o tolgono potere e forse anche la vita.

mercoledì, febbraio 08, 2012

Recensioni Cd 2011

Con un po' di ritardo ci siamo. Ed ecco la carrellata di recensioni di una annata sinceramente abbastanza avara.

Adele- 21

Partiamo dal disco che è stato il caso dell'anno (alla faccia delle pretese di Lady Gaga !)
Preso atto dell'immenso ed imprevisto successo (vendere 15 milioni di dischi in un anno di questi tempi di crisi e download illegale equivale a venderne una trentina ai bei tempi) e di cui bisogna rendere merito ad Adele (beh sì i dischi sono fatti per essere venduti e se uno ci riesce senza ricorrere nemmeno a trucchetti tipo mettere i dischi a 0,99 cents c'è solo da portare rispetto) mi sento in dovere di ridimensionare un po' certi giudizi strabilianti.Il disco è un disco più che discreto con 3-4 pezzi realmente belli, però onestamente, decisamente troppo manierista e scontato nel suo proporre ostinatamente musica che sembra presa di peso da dischi di 40/50 anni fa per essere considerato un capolavoro od una pietra miliare.
In sostanza Adele non fa altro che mettersi nella striscia di altre cantanti (dalla Winehouse a Melanie Fiona, passando per Duffy e, parzialmente, Gabriella Cilmi) che hanno riscoperto il Soul degli anni 60, senza aggiungere niente di nuovo.
Il disco è. in definitiva, un prodotto gradevole, molto facilmente ascoltabile e ciò ne spiega il successo immenso, ma anche scontato e un poco noioso alla lunga, e se alla fine della fiera, la migliore canzone risulta essere Love Song, ovvero una cover dei Cure, qualche ragione c'è.
voto 7,5

Lady Gaga - Born This Way
Gaga divide in due il pubblico : chi la esalta come una sorta di genio innovatore, e chi invece la considera solo una mediocre cantante che non fa che riciclare vestiti, atteggiamenti e musiche di altre pop star.
Born this way, lanciato in pompa magna da una campagna promozionale senza precedenti e francamente eccessiva, sembra dare decisamente ragione ai secondi
Difatti il presunto "album della decade " si presenta come una sorta di greatest Hits di successi di altri artisti; Madonna, Dusty Springfield Cher, Kyle Minogue, Kool and the gang, Whitney Houston, Natasha Bedingfield, the Cardigans, solo per citarne alcuni,vengono saccheggiati con risultati che alle volte rasentano il vero e proprio plagio.
Quando non copia qualcun altro Gaga copia se stessa, come in Judas, le cui somiglianze con Bad Romance sono talmente evidenti da risultare persino divertenti.
Il dichiarato amore per il Metal (Gaga conosce persino i Black Sabbath e, udite udite, pare pure gli Iron Maiden) che avrebbe dovuto portare ad una unione fra Dance e Metal si risolve in un paio di schitarrate prese di peso dagli Iron Maiden di Two minute to midnight (segno che effettivamente li ha ascoltati e, quindi, ricopiati)
Quando prova a confrontarsi con la musica messicana e la lingua spagnola, come in Americano, i risultati sono esilaranti. Forse sarebbe stato meglio chiedere a Shakira come si fa a mischiare la musica latina con i ritmi rock e dance, ma Gaga è presuntuosa e come tutti i presuntuosi si espone al ridicolo
Anche dove pare avere qualche idea, come in You and I, queste vengono rovinate dalla esigenza di rendere radiofonico il pezzo, per cui ecco una batteria fracassona a rovinare il tutto.
Di fatti la musica di Gaga non è orecchiabile in senso proprio, ovvero ti entra in testa, ma non sulla base di melodie riuscite, ma in base ad un ritmo assordante e ad una serie di urla belluine (vedi Judas, che in questo senso è esemplare ma anche la stessa Born This Way) che stanno a metà tra le urla di guerra dei Galli ed i cori da stadio, cacofonici ma che ti entrano in testa facilmente.
In quanto ai testi provate a leggere Government Hooker e se riuscite a trovarci un significato, allora siete redattori della settimana enigmistica.
Sembra di trovarsi di fronte ad un quattordicenne che ha riversato il contenuto del suo Ipod e l'abbia remixato usando Garage Band.
In definitiva un disco banale, presuntuoso, per nulla originale e mal prodotto, che ha fallito anche quello che era l'obiettivo principale e palesemente dichiarato, ovvero di avere, nel campo della musica Pop, lo stesso impatto che ha avuto Avatar nel cinema; in realtà con un terzo delle copie vendute rispetto al precedente (ed al disco di Adele) Born this Way vince il titolo di Flop della decade.
voto 4

Avril Lavigne Goodbye lullaby
Ho già recensito questo disco e quindi devo aggiungere poco, se non che a distanza dì mesi mantiene tutto il fascino dei primi ascolti. Avril torna dopo 4 anni con un disco intenso (con l'ovvia eccezione del singolo pop What the Hell) pieno di melodie raffinate ed atmosfere struggenti, un disco di tale intensità che potrebbe realmente sconvolgere l'ascoltatore casuale abituato alle sonorità usa e getta che quest'anno in particolare sono andate di moda. Il che spiega lo scarso successo del disco (ammettendo che essere in testa alle classifiche di una quindicina di paesi e nella top ten di un'altra ventina voglia dire avere scarso successo).
Comunque sia, un capolavoro, talmente bello che temo che il prossimo disco di Avril non possa altro che risultare deludente. E poi che bello risentire di nuovo la chitarra acustica in tempi in cui pare che pure la musica la facciano solo le macchine...
voto 10

Sum41- Screaming BloodyMurder

UN disco in un certo modo collegato al precedente, visto che si tratta del gruppo dell'ex marito di Avril Lavigne.
Sinceramente a me i SUM 41 non sono mai piaciuti troppo , li ho sempre visti come una versione di serie B dei Green day, che ha loro volta sono, (o almeno sono stati ) una versione di Serie B dei The clash. Devo però ammettere che stavolta il disco che hanno fatto è eccellente. (evidentemente divorziare fa bene sul piano artistico) Se è vero che la musica non è molto mutata ed i Sum continuano ad alternare fasi lente a riprese veloci, c'è da dire che però è mutato il modo di mischiare gli elementi delle canzoni, per cui alle volte si parte di gran carriera con attacchi violenti e si finisce in modo lento e melodico. Insomma tra accelerazioni punk e pause melodiche, schitarrate e riff irresistibili, assoli messi nel modo giusto e nel posto giusto il disco non può certo deludere gli amanti del rock adrenalinico che amino però anche la precisione tecnica. Un signor disco di rock puro.
voto 9

The kooks-junk of the heart
II Kooks mi avevano stupito con Konk, un disco molto melodico ma molto rock al tempo stesso. Qui invece i Kooks hanno messo da parte la loro caratteristica principale, che li rendeva così unici, ovvero li saper usare la chitarra elettrica in modo raffinato ed originale, cosa che li rendeva unici nel panorama del rock attuale, dominato da gruppi che fanno riff già sentiti decine di volte. Infattii nel disco la chitarra elettrica è praticamente assente ed il risultato è un disco senz'altro gradevole ed orecchiabile, dal momento che i Kooks s le canzoni le sanno scrivere, ma anche decisamente moscio. ed alla fine non si distingue molto dal pop/rock di consumo di gruppi quali i One Repubblic od i Maroon Five. Un altro gruppo che finisce nel grande niente
voto. 5,5

Pretty Reckless-Light me up

Se i Kooks sono la delusione dell'anno questi PR sono invece la rivelazione. All'inizio li avevo snobbati, tradito dal fatto che la frontwoman è la bella Taylor Momsen, attrice di serie TV quali Gossip Girl:pensavo si trattasse di una sorta di Paris Hilton in versione rock, ma ascoltandoli più attentamente devo ammettere che i PR e Taylor ci sanno fare. In effetti riescono proporre un rock piuttosto ruvido, ma tutt'altro che rozzo nelle soluzioni sonore, e riescono a dare il meglio nelle ballate, come la bellissima Just tonight: magari non inventeranno l'elisir di lunga vita, però sono maledettamente gradevoli : voto 8,5

Beyoncé- 4
Deve essere l'anno dei numeri perché dopo 21 di Adele abbiamo 4 di Beyoncé.
Il quarto lavoro della cantante di Houston cerca di trovare nuove vie rispetto ai precedenti, anche rispetto a Shasha Fierce, disco che mi era piaciuto molto. Il risultato è riuscito parzialmente. le prime 4 canzoni sono ballate fatte in modo diverso, si spazia dalle chitarra elettrica pizzicata fino alla orchestra. e rappresentano il meglio. Poi il disco si fa più ritmata e movimentato, però non riesce ad essere convincente a parte Start over e Love on top: prima di chiudere c'è però I was There, un altro pezzo molto raffinato. L'impressione é che il disco sia costruito un po' troppo sulla voce di Be, il che da un lato è giustificato, ma dall'altro gli impedisce di mantenere uno standard elevato: insomma i produttori gli mettono lì una base ritmica e le dicono, adesso ci pensi tu. E non sempre la cosa funziona. Nella versione de Luxe ci sono due pezzi bellissimi che non avrebbero di certo sfigurato nel resto del disco e a quel punto uno non ci capisce più nulla. vabbé7,5 alla versione normale e 8 alla DeLuxe.

The Vincent Black Shadow: The Finest crime
i VBS si fanno risentire dopo un paio di anni di assenza, in cui erano stati dati per sciolti. La buona notizia è che esistono ancora. La cattiva notizia è che sono peggiorati. Hanno cambiato la cantante, che non è più la straordinaria Cassandra Fox, ma una tipa volenterosa e nulla più, sopratutto sembrano avere perso quella ispirazione che caratterizzava la loro musica. In questo EP si limitano a fare del buon rock, debitamente duro, ma lontanissimo da quella sorta di pop-punk-metal.country-jazz-blues-etcetc che li rendeva semplicemente unici e fantastici. peccato
6,5

Brooke Fraser- Flags
Questa cantautrice neozelandese, figlia di un ex.giocatore dei mitici All Blacks, e che aveva iniziato come cantante un po' mistica, ha iniziato a farsi conoscere anche da noi, Quello che ci propone è una musica country (lontanissima dal country di Nashville,per intendercise vogliamo un riferimento diciamo Sheryl Crow) impreziosita da qualche piccola spolverata di rock e di blues. Alcune canzoni sono delle gemme, altre sono un pochino noiose, ma siamo decisamente su livelli alti. per capirlo ascoltatevi Crows+ locusts, un pezzo che inizia quasi svogliato per poi, grazie all'intervento di una chitarra elettrica che si introduce timidamente per poi assumere coraggio, trasformarsi in una cavalcata gioiosa, o quell'altro piccolo gioiello che si chiama Albertine. Avendola vista dal vivo confermo che si tratta di artista vera, che andrebbe seguita con più attenzione
8,5

The Subways: money and celebrity
Altro gruppo che era un po' sparito, torna con un disco che invece li vede tornare in piena forma: il precedente non mi era piaciuto del tutto, aveva secondo me un sound che non si confaceva del tutto alle caratteristiche del trio inglese: questo disco invece la vena un po' punk ed un po' folle del terzetto è molto più evidente, ed il risultato sono una dozzina di brani tiratissimi e brillanti, forse un pochino ripetitivi alle volte, ma che raggiungono il fine dichiarato. divertire senza troppe menate.
8,5

Miles Kane- Color of the trap

Altro personaggio abbastanza lontano dalla luce dei riflettori, questo Miles Kane è l'animatore di uno dei gruppi più interessanti del Brit Pop inglese, the last shadow Puppets, ma ha militato anche in altri gruppi come The Rascals
In questo disco le atmosfere sono molto nostalgiche, con chiari riferimenti alla psichedelia ed alla musica che si ascoltava attorno alla metà degli anni 60. Eppure Miles riesce a sfuggire, a differenza dì Adele, al pericolo del manierismo, grazie ad una maggiore capacità di svecchiare e rendere attuale un repertorio altrimenti risaputo e ad una spruzzata di sano rock,
Non sempre, intendiamoci, la per lo più ci riesce e questo va a suo onore.
voto 8

Shakira- Live from Paris
cd audio e dvd tratto dal concerto che ha chiuso il trionfale tour di Sale el sol a Parigi.
tralascio il DVD, che comunque è ottimamente girato ed è forse il più bello tra i DVD di Shakira, per concentrarmi sul disco audio. Che ci fa sentire sopratutto la band di Shakira, una band veramente affiatata e formata da ottimi professionisti, che riescono a far risaltare quel che nei dischi non sempre viene evidenziato. Un concerto quindi fatto di molti ritmi diversi, di un suono potente, ma che poi riesce a diventare romantico e suadente in pezzi come antes de la sei o Je l'aire a morir. Dal canto suo Shakira fa vedere, anzi sentire, per l'ennesima volta di essere una signora cantante, oltre che showgirl, e la sua voce risalta alla grande sul tappeto sonoro che la sua band sa costruire. Quindi un gran bel live, anche se mi sarebbe piaciuto sentire classici come NO ,La Pared, Objection o Don't bother,messi da parte per canzoni meno famose e meno belle. Ma come suol dirsi chi si accontenta gode.
voto 9

Tom Waits- Bad AS me
IL buon vecchi Tom è come il vino, invecchiando migliora.Questo disco ci propone la solita miscela di Blues ad atmosfere jazz rarefatte che lo hanno esso famoso: qualche volta lo trovo un po stucchevole, per esempio in pezzi come Satisfied, dove ci sono riferimenti non casuali a Satisfaction dei Rolling Stones (e difatti alla chitarra c'è un certo Keith Richards…) . Però la maggior parte delle canzoni sono piccole gemme, come talking at the sane time, Pay me( che mi ricorda i Pogues) o Kiss me.
La voce unica di Tom, sempre roca e vissuta, conferisce all'insieme quel tocco distintivo che fa la differenza.
Voto 9

giovedì, gennaio 26, 2012

E se al governo ci fosse un computer?


A me sta storia del "governo tecnico" non convince proprio. cosa vorrebbe dire "governo tecnico" ?
IL governo è l'organo politico per eccellenza. Qualsiasi governo è politico, innanzitutto e inevitabilmente. Un governo tecnico è comunque un governo politico, è comunque espressione di una maggioranza politica, e mette in atto delle politiche, che non sono "tecniche" ma sono inerenti a scelte politiche ed economiche basate su interessi ed ideologicamente motivate.
IL governo Monti, ben lungi dall'essere un governo che applica con equità ed imparzialità decisioni "tecniche" ha fato vedere chiaramente quali interessi difende: blocco delle pensioni, allungamento dell'età pensionabile, aumenti di Ici e catasto, tagli al settore pubblico, nessun taglio alle spese militari, poco o niente ai "costi della politica "(l'indennità parlamentare è stata in realtà aumentata di 1000 euro) Niente patrimoniale nemmeno nelle forme più soft, niente ICI ai beni della Chiesa (non parliamo di chiese ma di edifici, scuole etc, e niente ICI nemmeno alle banche: liberalizzazioni che non colpiscono i veri monopoli, dalle TLC alle banche, ma taxisti e farmacie (sic!). Certo c'è stato qualche tassa in più sui beni di lusso e qualche spettacolare e mediatica caccia all'evasore. Peraltro, se è apprezzabile lo sforzo che la Guardia di Finanza sta facendo, va ricordato che in un paese normale la lotta all'evasione dovrebbe essere un fatto normale, non una cosa straordinaria manco stessimo resistendo ad una invasione aliena.
Per il resto il governo si sta dedicando ad attaccare l'articolo 18, con la motivazione che i diritti sono privilegi (ed i privilegi sono diritti)
Per avere un governo tecnico vero, dovremmo avere un governo fatto da un computer, che prendesse decisioni non in base agli interessi della razza padrona ben rappresentata dall'amico dei bacnhieri Monti e CO, ma dal matematico calcolo dell'interesse comune. Basterebbe inserire le voci "equità" "solidarietà" "giustizia" "sviluppo" e vedere un po' cosa farebbe i nostro computer. credo che le decisioni sarebbero un bel po' diverse, tipo ad esempio un bel taglio deciso a tutti gli stipendi dei cosidetti super manager, un taglio a tutte le spese inutili, l'accorpamento di carabinieri e POlizia, che farebbe risparmiare parecchio denaro aumentando l'efficienza, una riduzione degli stipendi e del numero di politici, abolizione di auto blu e voli riservati, tassa sull'inquinamento, incentivi seri per creare occupazione, taglio delle tasse per i ceti popolari, e chissà quanti altri provvedienti che il mio limitato cervello non può concepire, ma un cervellone elettronico sicuramente sì.
E di sicuro non ci sarebbe il continuo attacco ai diritti che i lavoratori hanno conquistato, che sembra essere l'ossessione di questi governanti tanto poco tecnici quanto spudoratamente ideologici.

sabato, gennaio 14, 2012

Democrazia all'italiana

Giovedì 12 è stato uno di quei giorni che rendono chiaro a chi abbia una minima capacità di ragionamento lo stato attuale delle cose, e come tutto cambi perché niente cambi.
Nella stessa gioranta abbiamo avuto il voto contrario della camera all'arresto di Cosentino, preceduto di poche ore dalla decisione della consulta di bocciare due referendum sulla legge elettorale, nonostante la Consulta stessa dichiari che l'attuale legge sia, probabilmente incostituzionale e vada comunque cambiata.
Tra l'altro trovo ridicolo che chi dovrebbe stabilire se una legge è anti-costituzionale non lo faccia e bocci la possibilità di cambiarla, ma a parte questo assurdo, le considerazioni che trovo spontaneo fare sono altre.
Per dirla in due parole, nella stessa giornata il cittadino medio, il cittadino comune che segue le cose con un minimo di interesse ed attenzione, riceve due tipi di informazione: la prima è che i deputati, i politici, insomma quella che viene chiamata a torto o ragione "la casta" pretendano ed ottengano trattamenti diversi da quelli degli altri cittadini, quelli appunto che non fanno parte di tale casta.
La seconda è che l'unica possibilità che ha il cittadino di decidere più o meno, in prima persona, gli venga tolta con motivazioni alquanto risibili, ed assegnata ad altri, appunto quelli della Casta, di cui, (vedi notizia uno) è difficile se non impossibile fidarsi.
Insomma pagate le tasse e non rompete i coglioni.
Questo il messaggio.
Non molto incoraggiante, anzi diciamola tutta, a me li fa girare, i cosidetti, altroché...

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