domenica, luglio 29, 2007

Sono un antipolitico

Mi è capitato spesso, anche in tempi recenti, di accorgermi come le persone che conosco, o con cui sono in contatto, pensino di me che sia un appassionato di politica, o addirittura una sorta di polticante.
La qual cosa mi lascia alquanto sconcertato,e , diciamolo, mi irrita anche un poco.
In effetti io non ho mai avuto un grande amore per la politica, anzi, e tanto meno per i politici.
Semplicemente ritengo che se viviamo in una società, in una comunità più o meno ampia di riferimento,se non siamo degli essere completamente alienati a se stessi (ed agli altri) se siamo persone minimamente sensibili e sensate, allora è giocoforza, ( e non dico che sia un dovere morale, ma qualcosa che ci assomiglia sì) cercare di capire cosa ci circonda, quali sono le conseguenze di ciò che facciamo e di ciò che fanno gli altri, e quindi, di ciò che fanno coloro che ci governano ai vari livelli.
Quindi è inevitabile interessarsi di politica.
Insomma, è impossibile pensarsi in termini apolitici. Sinceramente quelli che si definiscono apolitici per me possono rientrare solo in due categorie: quella degli ipocriti, oppure quella degli psicopatici.
Poi, se una persona ha sempre un minimo di curiosità o vuole capire, deve per forza andare a vedere le cose in prospettiva storica, capire come sono nati i movimenti e quali le idee che li hanno ispirati.
Ma questo non significa amare la politica.
La storia del pensiero politico e sociale, la storia dei movimenti sociali sono una cosa, altre sono le beghe dei governanti, altro è la carriera politica, altra è la politica come esercizio del potere.
Per fare un esempio, per evitare che una tempesta arrivi all'improvviso e mi trovi impreparato, causandomi dei danni, dovrò seguire le informazioni metereologiche, e correre ai ripari nel caso. Ma ciò non vuol dire che io sia un metereologo o che sia io stesso una tempesta o un anticiclone!
Francamente non mi ha mai interessato intraprendere alcun tipo di carriera politica.
Sono sempre stato molto più interessato a cogliere e capire la verità che si nasconde nelle persone, o dentro i fatti e le notizie, che non nella politica che, oltre ad essere "il regno dell'alienazione " come diceva Marx, ovvero essere lo specchio di una società basata sullo sfruttamento e l'alienazione, ha poco a che vedere con la verità, ma molto di più con la menzogna.
Quando le persone affermeranno la proprie verità, quella verità che ci portiamo dentro, allora il mondo dell'alienazione verrà disvelato per quello che è, e allora non ci sarà più bisogno di un corpo separato che domini la società sulla base della menzogna.
Per ciò io non credo di essere politico, e nemmeno apolitico, ma caso mai antipolitico.

mercoledì, luglio 25, 2007

La Televisione della Libertà (!)

Mi era sfuggito che è nata una nuova televisione :"la Tv delle Libertà".
Come si capirà dalla declinazione al plurale, si tratta di una emittente di ambito berlusconiano ( una new entry! per dirla alla radiodeejay) che rappresenta i sedicenti "circoli della liberta".
Ora, tutto questo uso della parola libertà, che temo di tipo orwelliano, mi fa pensare che la parola Libertà sia la parola più sputtanata sulla faccia della terra, anche più della parola pace, con buona pace, appunto, della malanima della Orianona Fallace.
Interessante, ancorché abbondantemente delirante (interessante proprio perché delirante) è la presentazione che viene fatta sull'impagabile "Corriere della Serva" di questa iniziativa e della sua protagonista, tale Michela Brambilla
Vediamo un po' l'incipit (l'incipit è sempre importante)

Ha spento il cellulare dopo la telefonata di
Antonio Di Pietro
che le ha augurato, «come il presidente
Berlusconi, di riavvicinare la gente alla politica. Ha dormito due ore e mezzo perché «di cose da fare ce n'è sempre tante». Ha messo su un tailleurino nero avvitato, un decolleté «tacco 15» e punta affilata, una riviere di brillanti, un filo di trucco e via in video. Il debutto in onda di
Michela Vittoria Brambilla, come anchorwoman e supervisor della «
Tv delle libertà
(canale Sky 862) scivola liscio come il body di maglina nera che occhieggia dalla scollatura.


Notate come sia la descrizione, molto agiografica, non di una giornalista o attivista politica, ma di una specie di diva del cinema ( o, forse, di pornostar).Ci sono tutti i luoghi comuni del berlusconismo più vieto. il dormire poco perché, si sa; chi dorme non piglia pesci (e nemmeno voti), l'esaltazione dell'aspetto fisico e del Look. C'è tra l'altro da dubitare che abbia messo su solo "un filo di trucco", visto che notoriamente la televisione esalta le rughe e perciò il trucco è sempre abbondante.
ma proseguiamo....

Il panico da «prima» nei corridoi degli studi della Euroscena, quartier generale romano della emittente in via Gregorio VII, se c'è non si avverte. Forse perché lei imprenditrice ittica, presidentessa dei Circoli delle Libertà e della Confcommercio giovani, candidato premier ideale per Berlusconi, ha avuto anche un rodaggio televisivo nelle news Fininvest. Forse perché la tv «che restituisce voce ai cittadini» nasce con l'aiuto affettuoso di personaggi chiave della storia Mediaset: dal direttore Giorgio Medail, a Dede Cavalleri producer delle news del Biscione ora dg dei Circoli, fino allo scenografo Mario Catalano.

Lasciamo da parte il tono apologetico (quel "forse" che significa "di sicuro") e concentriamoci sul contenuto. La signora Michela in questione fa parte della classe borghese, in quanto tale è "imprenditrice ittica (l'avevo detto, per quello dorme poco!) presidentessa di ...blablabla. Ed in quanto tale si riconosce nel progetto Berlusconiano. Questo è il non detto e sottinteso. Mentre il detto è che lei con la televisione ci sa fare in quanto già dentro ai meccanismi e "affettuosamente aiutata" da uno stuolo di comprimari del Berlusca televisivo. Niente male per chi si propone di "restituire la voce ai cittadini". C' da chiedersi chi gliela abbia tolta , se non i sopracitati personaggi e le sopracitate emittenti.
proseguiamo...

Il risultato è visibile: nessuna approssimazione tecnica nelle quattro ore di diretta che ogni giorno si ripeteranno a rullo. Il suo talk-show quotidiano di mezz'ora sarà il pezzo forte di un palinsesto all'insegna del «niente fiction» che intervallerà rubriche, come la rassegna stampa «Titoli contro» ai collegamenti con i Gazebo dei Circoli allestiti in piazze sempre diverse a linee dirette con esperti.
Sguinzagliati a caccia di «scoop» anche gli iscritti ai circoli.


Come si vede, al di là delle dichiarazioni di principio, si tratta di una televisione espressione di un progetto politico, che dà voce, non ai cittadini, ma unicamente ai rappresentanti e sostenitori di questi fantomatici "circoli".
Insomma un potente strumento di propaganda politica . A quale scopo istituito? La risposta arriva più avanti.

In un salottino in finta radica con poltrone gialle a sorvegliare la messa in onda c'è Maurizio Del Tenno, «vicepresidente di Michela» in tutte le iniziative editoriali spuntate «a tempi record in due mesi»: un settimanale ospite de Il Giornale, una web tv, un sito internet. Con un impegno economico che Del Tenno quantifica in circa 30 milioni di euro. Arrivati da «imprenditori che hanno dato ... contributi», dice, marcando la distanza dai forzisti: «Noi siamo con Silvio Berlusconi, con Forza Italia no». E infatti nella tv che non vuole politici, a «sorpresa», la telefonata di Berlusconi arriva.

Quindi si tratta di uno strumento propagandistico di Berlusconi (ma non di Forza Italia, cosa da non sottovalutare) istituito allo scopo di rafforzare la propria immagine, evidentemente appannata (il potere logora chi non ce l'ha, diceva la Vecchia Volpe Andreotti, e Berlusconi il potere, quantomeno quello politico , in questo momento non ce l'ha, e poi gli anni passano per tutti, compresi gli eterni giovinotti) e di avere uno strumento in più contro chi, in FI, potrebbe pensare di fargli le scarpe (per esempio, un certo governatore della Regione Lombardia). Ovviamente i cittadini e il restituire loro la voce c'entrano come i cavoli a merenda, così come nulla c'entra la "Libertà " (ma de che, vorremo poi sapere).
Detto questo avremmo concluso, ma il finale fa capire il livello culturale, (e anche intellettuale) di cui è provvista (o sprovvista) l'attuale aspirante nuova classe politica.

«È qui la festa?» esordisce coprendo di complimenti «il nuovo strumento di pluralismo» e la Brambilla. Davvero un imprevisto? Scuotendo la chioma ramata la neoconduttrice confessa: «Me lo aspettavo. È molto attento dall'inizio. E mi sono permessa di chiedergli consigli. Sullo studio e la sigla. Altro no. La nostra è una iniziativa autonoma. E per darle il via abbiamo fondato una società per conto dei circoli, la Vittoria srl, e abbiamo raccolto pubblicità. L'unica difficoltà è un po' questa: trovare gli sponsor, trattare con le banche. Ma non mi preoccupa». Non la turbano neanche le polemiche: «Ci accusano di populismo che è finito 60 anni fa. Ora la gente è consapevole. E ha voglia di essere ascoltata. Nei primi 50 minuti di trasmissione sono arrivate 1.100 telefonate e 8.000 contatti al sito internet. Le critiche le ascoltiamo volentieri. Se sono minacciose come quelle che domenica hanno convinto i poliziotti a intervenire intorno a casa mia, un po' meno». Quanto alla investitura di Berlusconi dice di non contare: «Non esiste problema della leadership. Più del 60% degli italiani vuole ancora Berlusconi leader. Io sono fra quelli».

Per quanto mi riguarda si commenta da sola, ma una breve chiosa va fatta:
Trovo involontariamente ridicolo il sottolineare che è una iniziativa autonoma, visto che dentro c'è mezza Mediaset, la sponsorizzazione del Giornale ( di Berlusconi) e Berlusconi medesimo.
Bellissimo poi il riferimento storico: "ci accusano di populismo che è finito 60 anni fa".
A dire il vero è il fascismo ad essere finito 60 anni fa, come regime almeno. E questo non può ovviamente impedire a nessuno di considerare fascisti e populisti per quello che sono.
Poi il solito richiamo alla gente "che è consapevole" (poco populista eh?) ed il solito vittimismo di default.
Ed infine, tanto per far capire da che parte si sta, ed anche quali metodi informativi si vogliano utilizzare, la solita frase propagandistica che cita inesistenti sondaggi che comproverebbero che "più del 60% degli italiani vuole Berlusconi presidente"
Presidente di che? dell'associazione Caciocavallo?
Insomma il solito plebiscitarismo populista e presidenzialista che il Peron d'Italia continua a proporci, affidandosi a personaggi sempre più folcloristici ed improbabili.
Addappassà a nuttata!

martedì, luglio 24, 2007

Il genocidio degli innocenti

Notizia di qualche giorno fa, di fonte ONU e data con non chalance e scarso rilievo da qualcheduno dei nostri liberi ed tossicodipendenti quotidiani. Ogni anno muoiono di fame o malattie curabili 10 milioni di bambini.
Avete letto bene: 10 milioni di bambini.
Ma meglio non domandarsi quanti soldi e risorse vengono sprecate per costruire armi, per fare scudi spaziali o per trovare la cura per l'immortalità (dei ricchi).
Sarebbe vieto populismo.
Ma almeno fermiamoci a pensare per un minuto se vale ancora la pena di definirsi esseri umani quando si permette tutto questo.
E se ancora questa la si possa chiamare Civiltà.
Ci avete pensato?
Bene, adesso potete tornare a sorseggiare la vosta Coca-Cola.

lunedì, luglio 23, 2007

Videologia 3: Pat Benatar - Love Is A Battlefield



Love is a Battlefield di Pat Benatar è l'esempio (raro) di un video che racconta una storia, quasi un minifilm.
La storia è quella di una ragazza fuggita, o per meglio dire, cacciata di casa, che deve adattarsi a vivere nella jungla della metropoli.
Le prime immagini ci mostrano la protagonista su un pullman e poi che si aggira in ambienti metropolitani notturni e inquietanti.
Un flashback ci spiega cosa l'ha condotta in quella città e in quegli ambienti.
Vediamo una classica casa americana in un classico sobborgo middle class. Ma l'atmosfera di tranquillità viene subito interrotta da una scena drammatica: un uomo intima ad una giovane donna, presumibilmente la figlia, di andarsene via, di lasciare la casa. I motivi non vengono chiariti. In ogni caso la giovane prende un pullman e va nella città. Qui si trova dispersa, senza alcun punto di riferimento. E' quasi scontato che finisca in ambienti sordidi, a fare l'intrattenitrice in qualche locale non proprio di classe. Però, nonostante tutto, non ha perso la propria dignità. Ed è grazie a questa che si ribellerà al gestore/pappone del locale, trascinando nella rivolta le sue colleghe. Il balletto è forse un po' troppo alla Michael Jackson, ma resta una delle cose degli anni 80 che ti rimangono in testa e che si ricorda con più piacere. Un video molto bello accompagnato da una canzone altrettanto importante. Preferisco la Pat Benatar più rock, a questa decisamente più pop, ma comunque la sua interpretazione vocale, che riesce a trasmettere disperazione e forza di volontà allo stesso tempo, è notevole.
Come diceva un pazzo di critico Yankee, "Joe Bob Brigg says: Check it out!"

E finalmente qualcuno lo dice!


Qualche settimana fa mi sono preso a noleggio il Dvd di Kyashan, ennesimo film giapponese tratto da un fumetto (pardon, manga, si dice manga).
Ho resistito una quarantina di minuti, poi ho deciso che: 1) il film era noioso
2) Non ci si capiva una mazza (ed una mazza giapponese, per giunta, notoriamente più piccola delle altre mazze)
3) Forse era meglio ripassarmi una puntata di Buffy.
E così ho fatto.
raccontando questo ho suscitato qualche sguardo stupito e di compatimento in conoscenti.
Così, quando ho letto la recensione del film di Valerio Evangelistisu Carmillaonline sono stato preso da una piacevole sensazione di fresco (il massimo di goduria possibile in questo caldo afoso).
Sul retro del DVD Filippo Mazzarella, del Corriere della Sera, dice categorico “Un capolavoro”. E Luca Castelli, de Il Mucchio Selvaggio, rincara: “Incanta, ipnotizza, affascina e stupisce”. Per una prossima edizione del DVD, proporrei di aggiungere il mio commento: “Sarà, però non ci si capisce una mazza”.
Mi sono risolto a vedere questo film, malgrado un’istintiva diffidenza, proprio perché ne avevo sentito dire un gran bene: della pellicola e del regista, tale Kazuaki Kiriya, finora ignoto alle masse. Ora bisogna che ritrovi uno degli entusiasti, non tanto per chiedergli il motivo del suo plauso, quanto per raccomandargli un lungo periodo di riposo, lontano dallo stress del vivere quotidiano.

Questo l'incipit dell'articolo, chi lo volesse leggere per intero clicchi qui.
Sono grato a Carmilla di aver rotto per una volta questo incantesimo del luogo comune cinematografico per cui delle emerite cagate vengono spacciate per degli imperdibili capolavori. Tutto ciò mi fa venire in mente il mio amico Andrea e i Virgin Prunes.
Ma di questo parlerò un'altra volta. Forse.
Certo che pure Carmilla ha i suoi panni sporchi da lavare. vedi l'articolo di Mauro Gervasini sul nuovo horror, pieno di strafalcioni e di critiche superficiali. Ma anche di questo parlerò un'altra volta.

giovedì, luglio 19, 2007

Videologia 2: Devo - Satisfaction



Ed ecco qui un video pazzesco di una band pazzesca: il nome della canzone è Satisfaction ed il nome della band è Devo.
I Devo erano ( o forse sono ancora) una band di Akron, che non so bene dove sia ma credo che sia nei pressi di qualche città super inquinata tipo Detroit.
I Devo sostenevano la devoluzione molto tempo prima di Calderoli e Bossi.
Ma la devoluzione non si riferiva al passaggio di poteri dal centrale al locale per ritornare al centrale, no, si riferiva alla devoluzione umana.
Secondo i Devo era in corso il contrario della evoluzione di darwiniana memoria, appunto la devoluzione. E i Devo si erano incaricati di esplorare la devoluzione musicale.
Vittima di questa idea è una delle canzoni simbolo del rock anni 60, quella Satisfaction che Mick Jagger insiste a dire essere stata scritta alle tre di notte.
Se la versione originale era un inno all rivolta e all'abbandonarsi all'istinto, la versione devoluta ne è la confutazione dialettica.
Nella versione devoluta la musica non si accende mai, e non concede all'ascoltatore nessun piacere, se non la ripetitività dell'elettronica.
Se poi passiamo alle immagini, il tutto è ancora più ghiotto.
I Devo sono la rivincita dei Nerd fatta persona, anzi band: tutti occhialuti e con arie anonime, indossano delle improbabili tute gialle da scienziati folli ( o solo falliti), così come sono Nerd i protagonisti del video. Persino il Punk in crisi epilettico-devolutiva è un punk nerd, vestito da impiegato e non con pelle e borchie.
Che altro aggiungere? Buona devoluzione...

lunedì, luglio 16, 2007

Videologia1: Boomtown rats- I dont like mondays



Come promesso inizio la mia videologia: e la inizio con questo video storico dei Boomtown rats (ovvero i ratti della città che scoppia, mica male come nome!) band che vedeva nelle sue fila il noto Bob Geldof.
Non so se questo sia ilprimo video che ho visto. Suppongo di no. Sicuramente è quello che più mi ha colpito. Devo anche dire che, rivedendolo dopo tanti anni, mi sono accorto che ne avevo un ricordo un po' confuso. Me lo ricordavo molto più angosciante.
La canzone è ispirata ad un fatto reale di sangue: una teenager, di nome Brenda Spencer se non ricordo male, una bella mattina pensò bene di fare quella che Montalbano definirebbe "una bella ammazzatina". Andò a scuola con un apistola ed iniziò a sparare uccidendo e ferendo varie persone. Un'antesignana di Columbine, in sostanza.
Interrogata sul perché non seppe dire altro che "Non mi piacciono i lunedì"
I don't like mondays, appunto,
E a chi piacciono i lunedì? Forse solo ai barbieri...
Il video si apre con queste immagini irreali di una scuola in un paesaggio che potrebbe essere irlandese o gallese, un edificio isolato dove si capisce che sta incombendo qualcosa. I bambini chiedono con aria spiritata "tell me why?" facendo venire a mente le immagini di quel cult di fanta-horror che era "Il villaggio dei dannati" di Wolf Rilla. MA forse ancora più orrorifici sono i vestiti indossati dalla band irlandese, sopratutto quella specie di pigiamino che Geldof indossa nelle sequenze finali, peraltro geniali, con il primo piano sulla boccaccia Jaggeresca di Bob e sullo sfondo gli altri componenti...
Dimmi perché Non ti piacciono i lunedì??
PS
Ovviamente oggi è Un lunedì. Non poteva essere altrimenti!

IL resto di VIdeologia in http://itsonlyrockenroll.blogspot.com/

sabato, luglio 14, 2007

Venezuela e Italia, qual'è la dittatura?

Qualche settimana fa, nel periodo in cui non ero online, vi sarà capitato di leggere di come il governo di quel cattivone populista di Chavez abbia attaccato la libertà di informazione chiudendo una televisione "Libera" ed espropriandola a favore di una emittente di "regime".
Ovviamente è solo online che si trova un altro punto di vista sulla vicenda, oserei dire, per usare il linguaggio dei "nostri" giornalai, un punto di vista non di regime.
Come succede con l'articolo di Tito Pulsinelli, in cui si spiega che l'emittente "chiusa" in realtà è stata mandata sul satellite (quindi no è stata chiusa) perchè così prescriveva la legge.
Insomma in Venezuela hanno fatto quello che in Italia non osiamo fare con Rete4.
Semplicemente in quel paese la legge è uguale per tutti.
Scandaloso vero?
E a proposito di rete4 e di libertà di parola in Italia:ecco qui una notizia censurata che parla di censura.
Se siete pigri ve la riassumo: il blog di Piero Ricca è stato chiuso, ovvero qualche solerte magistrato ha deciso che non potrà essere più aggiornato (insomma gli hanno tappato la bocca) perché il Signor Emilio Fede ha così richiesto: La ragione dell'emilio nazionale? Il Ricca ha osato contestargli il fatto che Rete 4 continua a trasmettere illegalmente a scapito del network Europa7 legittimo possessore delle frequenze di (o meglio su cui trasmette) Rete4.
Per l'esattezza si tratta di una sentenza preventiva, Esatto proprio come la guerra di Bush.
Insomma, in venezuela applicano la legge, e quindi è dittatura, in Iatlia si tappa la bocca a quei pochi (perchè sono veramente pochi) che vogliono che la legge sia applicata.
Perciò siamo un paese libero e democratico.
Quasi aggiungerei un grande paese libero e democratico.
O no?.

mercoledì, luglio 11, 2007

Live earth: davvero tutto inutile?

Ho letto e sentito molte (troppe) critiche al concerto di Live earth del 7 luglio 2007.
Iniziativa inutile, ipocrita, inceerente e via discorrendo.
Ritengo invece che, proprio queste critiche e il fuoco di sbarramento, con qualche punta isterica, con cui la stampa italiana ha commentato l'evento, sia sintomo della sua riuscita, almeno nel senso di aver messo il dito sulla piaga.
Rispetto ad altre iniziative del genere, in cui si trattava solo di fare beneficenza, o peggio, a convincere qualcun altro a fare beneficenza, questa mi è apparsa più sensata.
Si sa che la beneficenza, ben lungi dal risolvere il problema, crea ancora più dipendenza del povero dal ricco, e difatti è proprio per questo motivo che viene così apprezzata dalla ideologia dominante.
Viceversa Live earth si è rivolta alla coscienza di ciascuno di noi, chiedendo di fare delle piccole cose per risparmiare energia ed inquinare meno. Un impegno costante che richiede forse più consapevolezza che non fare un sms benefico o dare un bigliettone ( o bigliettino) in omaggio.
Forse per questo a qualcuno ha dato fastidio.
In effetti consumare meno e sprecare meno significa ridurre i profitti di chi ci ha abituato a consumare all'eccesso e sprecare. Si toccano degli interessi.
E questo spiega la levata di scudi della stampa italiana, che certi interessi forti li ha sempre rappresentati fin troppo bene.
Il punto non è in effetti la supposta o reale incoerenza di Madonna o chi per essa, ma se il modello di sviluppo (??) attuale può reggere, e la risposta pare essere negativa.
Anche argomentare che "i concerti contro l'inquinamento hanno inquinato" non è un granché, perché vuol dire ammettere che il problema è reale e che non si riesce trovare una argomentazione valida per negarlo.
Ma in Italia, paese del sole, nulla funziona con l'energia solare, la sola idea di far viaggiare le automobili con altre fonti energetiche che non siano benzina sembra stravagante, e si danno i soldi ai petrolieri con il CIp6
E allora è ovvio che si guardi con sospetto, se non con malcelata ostilità ad una iniziativa che, pur con i suoi evidenti limiti,( e la mia non stima di Al Gore) potrebbe portare un po' di pericolosa consapevolezza nel consumatore medio.

venerdì, luglio 06, 2007

Videologia

Gira in rete, tra bloggettari vari, una cosa tipo: i 20 o 25 (insomma una cifra esageratamente lunga ed esageratamente corta, a seconda dei punti di vista) brani per far capire ad un alieno cosa è il rock.
Questa cosa mi trova del tutto ovviamente contrario, stante il mio nichilismo su qualsivoglia tipo di critica prescrittiva, del genere "devi leggere questo, vedere quest'altro, ascoltare st'altra cosa".
Buona cosa sarebbe iniziare a farsi i cazzi propri, al posto di perdere il proprio tempo, e soprattutto quello altrui, nel fare i maestri di lezioni non richieste.
E poi vorrei capire quale sarebbe la definizione di rock: inoltre mi piacerebbe anche capire perché un extraterrestre gliene dovrebbe fottere del rock: non solo, ma se io avessi un alieno sottomano( e poi, un alieno di che sesso?) penso che l'ultima cosa di cui mi preoccuperei sarebbe di insegnarli cosa è il rock. Prima di tutto vorrei sapere se questo sa prevedere i risultati del superenalotto, del resto si può parlare dopo.
Ed il resto prevede cose tipo "che organizzazione sociale avete?come distribuite la ricchezza sociale? esiste Dio? Quanto durano le vacanze? si trova un idraulico aperto da voi durante il weekend?"
Insomma cose che contino davvero nella vita.
Più sensata mi pare, lasciando da parte alieni ed extraterrestri, dedicarsi alla riscoperta di un mezzo espressivo purtroppo decaduto negli ultimi mesi, quello del video musicale:
In effetti ho notato da tempo che i video musicali sono diventati sempre più scontati e ripetitivi.
Grosso modo si dividono in tre grosse famiglie:
famiglia numero 1: gruppo rock più o meno hard o heavy o Emo, che suona davanti ad una enorme ed esagerata fila di amplificatori giganteschi, con sullo sfondo le cascate del Niagara, le montagne rocciose, una megalopoli debitamente inquinata e tentacolare, o il deserto, e intanto tira vento, piove, c'è una tempesta o altri elementi che ti facciano capire che la vita è dura, veramente dura, ma se sei un vero rocker la puoi superare e altre cazzate del tipo.
Famiglia numero2: gruppo o cantante rap o hiphop o quel che diavolo è che, pieno di oro come un camorrista tamarro, si agita facendo gesti incomprensibili, ma sicuramente a sfondo sessuale, indicando o marognando modelle non sempre di colore, ma sempre siliconate e scosciate che si agitano e dimenano facendo capire che sono degli oggetti sessuali,e non aspirano ad altro, con buona pace del Movimento di Liberazione della Donna.
Famiglia numero 3: cantante intimista e malinconico/a che canta in una stanza con letto disfatto, mentre fuori piove. per far capire che è stato abbandonato ed è triste. Quindi sfascia la camera e le suppellettili che ivi si trovano (cosa normalissima, che tutti facciamo tutti i giorni, tanto poi paga papà) e poi esce di casa. Intanto piove piove e tira vento. LA gente lo scansa schifandolo e tutto il mondo pare avercela con lui/lei .
Ma un raggio di sole arriva a dare un segno di speranza...
Però esistono ( o sono esistiti) anche dei video che vale(va) la pena di vedere, addirittura belli, che riescono ad illustrare la canzone, o almeno contengono qualche spunto interessante, e alle volte rendono la canzone pure più bella di quanto non sia realmente.
E' a questi video, naturalmente faziosamente selezionati, che vorrei dedicare una retrospettiva, senza pormi limiti di tempo o numero, visto che poi il tutto dipenderà dalla possibilità di trovare i video sui vari youtube o chi per esso.
Avvertenza: seleziono i video, non la canzone, quindi me ne fotte assai se non vi piace, o se mi dite che la canzone è brutta (ma pensate a quelle cazzo di merda che ascoltate voi piuttosto!) quello che conta è se quel video è stato storico, ha significato qualcosa per l'evoluzione dei video, ha qualche spunto particolare che lo rende interessante. Quindi niente video dei Nirvana perché sono tanto fiki, o alternativi, anche perchè i loro video facevano vomitare e basta, ma video che veramente abbiano una marcia in più, che diano qualche spunto di riflessione.
Alla prossima allora....

22 giugno 2007 Punkreas in Concerto!

Venerdì 22 giugno in quel della Cascina Monlué finalmente ho rivisto dal vivo una delle mie band preferite: i mitici inarrivabili e implacabili Punkreas.
Questo gruppo ad avviso di chi scrive è uno dei migliori non solo in Italia (e vabbè) ma a livello mondiale. La carica di energia e la tonnellata di ironia (oltre che di decibel) sotto la quale seppelliscono la putrida ideologia di questa società corrotta e putrefacente ne fanno qualcosa di più di un semplice gruppo punk.
Anche alla Cascina Monlué il gruppo milanese ha tenuto fede alla sua fama e alla sua idea di musica. Infatti i Punkreas, a differenza di molti altri, non se la tirano da star, magari alternative, ma riescono a creare uno scambio di energia con il proprio pubblico. Per esempio durante i concerti è normale vedere qualcuno del pubblico salire sul palco a ballare o addirittura a cantare.
I Punkreas in ogni modo ci hanno dato dentro ed in poco più di un 'ora hanno fatto una dozzina e mezza di canzoni, tutte sparate alla velocità della luce, passando con disinvoltura dalla velocità punk ai ritmi reggae a variazioni hard e funky, in un crescendo inebriante, fino alla finale di "Canapa" in cui i presenti sul palco erano talmente tanti che non si vedevano più i ragazzi del complesso, che pure continuavano a suonare alla perfezione.
Che bisogna aggiungere? forse che "sei mesi di condizionale per aver coltivato sul mio davanzale....non me ne pento neanche un po'!!

giovedì, luglio 05, 2007

Cinema: il fascino indiscreto del Popcorn movie (e di Jessica Alba)


Tempo d'estate, tempo di pop-corn movies. E allora diciamolo senza ritegno. Mi sono andato a vedere il terzo capitolo di Pirati dei Caraibi e il secondo dei Fantastici Quattro.
Partiamo dal primo (cioè il terzo, con questi numeri non si capisce un acca) ovvero Pirati dei Caraibi ai confini del mondo.
Ero andato al cinema convinto, e quasi rassegnato, a vedere un filmetto abbastanza moscio e ripetitivo ed invece mi sono trovato di fronte ad un film, certo coi suoi difetti, ma piuttosto robusto ed anche, a tratti, geniale.
Il film si apre con una scena che sembra degna di un film sui Pirati serio. Vero cinema al 100%. Il resto del film non è per niente serio, ma questa scena con i sospetti di pirateria che vengono impiccati ( e in cui si può pure leggere una velata critica alla legislazione antiterrorismo, oppure no, dipende) è una scena di grande effetto. Geniale poi il pezzo in cui Capitan Jack ha a che fare con una ciurma formata da tanti altri Jack Sparrow. Insomma Gore Verbinskyi (si scrive così?) dimostra di saperci fare e che l'essere stato chiamato "il nuovo Spielberg" non è del tutto una esagerazione (ma lo aspettiamo con materiale più serio). Per il resto il film è divertente e ha ritmo.
Forse è, come spesso accade negli ultim tempi, eccessivamente lungo e nella parte centrale perde un po' i colpi, ma riesce sempre ad essere divertente e trovare delle soluzioni imprevedibili. E' stata accusato di essere confuso, ma in realtà non è vero, diciamo che il continuo gioco delle parti e i continui tradimenti e doppi e tripli giochi possono risultare in certi passaggi poco comprensibili, ma questo fa parte proprio del gioco. Tra le varie carte che gioca il film anche una comparsata di Keith Richard, un momento di metacinema, (ma anche metamusica) non da poco. Per spiegare a cosa mi riferisco, bisogna qui ricordare come Johnny Depp abbia affermato che si era ispirato, nel definire il personaggio di Jack, proprio a Keith Richard.
Al tirar delle somme credo che questo episodio sia addirittura il migliore dei tre, anche se non so se reggerei ad un quarto.
E passiamo ai Fantastici quattro e Silver Surfer.
Ecco, questo è, a mio modesto avviso, l'esempio di perfetto popocorn movie.
La qualità maggiore del film è infatti quella di puntare al bersaglio e all'obiettivo vero di un film del genere senza troppa ipocrisia e perbenismo.
A differenza di altri film simili, che hanno delle pretese pseudointellettuali che poi non riescono a mantenere, diventando poi solo confusi e noiosi (come l'atroce batman begins e in parte gli X-men) F4 e Silver surfer non vuole essere altro che quello che è. Il film ha ritmo, azione, senso dell'umorismo, una trama sufficientemente sviluppata da non essere banale e non tanto complicata da diventare incomprensibile . C'è quel tanto di approfondimento psicologico che ci deve essere e alcuni momenti sono persino commoventi. Gli attori sono bravi e simpatici, e finalmente la donna invisibile (interpretata da Jessica Alba) ha un ruolo importante nello sviluppo della trama. Insomma il film rappresenta un netto miglioramento rispetto al primo capitolo (che era così. così) ed assicura un'ora e mezza di divertimento senza troppi grattacapi.
Due film che non saranno (non sono) dei capolavori, ma che almeno non fanno rimpiangere i soldi del biglietto.
PS
Si ringrazia Gioia Botteghi per avermi concesso l'utilizzo della foto di Jessica Alba.

Sono tornato!

Bentrovati ai miei quattro (o sei, secondo statistiche del tutto ufficiose e non verificate) lettori. Sono stato assente da questo blog (ovvero non l'ho aggiornato ) per ragioni di cambiamento di provider. Ho molte cose da scrivere, forse troppe, alcune serie, altre meno serie, altre decisamente non serie, per quanto la categoria della serietà non so quanto sia affidabile e "seria" appunto.
Prometto che, d'ora in avanti, cercherò di aggiornare il più possibile questo blog.
Parola di boyscout.
Ho peraltro un'idea carina che dovrebbe allietare l'estate supposta torrida ( in realtà piovosa).
In ogni caso, come diceva un mio amico: Farò del mio peggio!

Post in evidenza

L'OMS e la carne cancerogena: tanto fumo per pochissimo arrosto

Il 26 ottobre il mondo dell'informazione ha rilanciato una sorta di annuncio Shock. All'ora di pranzo radio e televisioni hanno &quo...