giovedì, dicembre 29, 2011

Quella irrefrenabile antipatia per Hugo Chavez...


Giracchiando per Facebook mi capita l'occhio su questo articolo ;>,
Niente di che, un po' di banalità confuse viste dal punto di vista del giornalista medio italiano, quindi Anti-Putin, ma anche anti-Obama. La parte che mi colpisce è quella dedicata al Vnezuela ed al suo presidente Chavez che riporto:
Presidenziali in Venezuela. A Caracas dal 1999 regna sovrano il caudillo pop, Hugo Chavez. Fino a qualche mese fa era quasi scontata la sua rielezione a giugno del 2012, ma da quando il presidente venezuelano ha reso noto di avere un cancro e di sottoporsi a cicli di chemioterapia sull’isola di Cuba, a casa dell’amico Fidel, tutti i pronostici sono cambiati. La grinta di Chavez finora è stata determinante per mantenere il potere, ma il Paese patisce i morsi di politiche economiche fallimentari, come le nazionalizzazioni, e la gente è sempre più stufa della retorica bolivariana del socialismo o muerte. Nei supermercati mancano pane e latte e in molti potrebbero preferire votare il leader dell’opposizione, a un presidente stanco e malato.
Notate il tono apocalittico, ma sopratutto le contraddizioni dell'articolo: si attribuiscono le difficoltà di Chavez solo allo stato di salute però poi si afferma che la gente è stufa e si sottolinea (il grassetto è presente nell'originale) come la disaffezione sia dovuta a "politiche economiche fallimentari" in particolare le nazionalizzazioni.
Ho voluto verificare brevemente tale affermazioni ed ho trovato, digitando "PIL VENEZUELA 2011" il seguente articolo di tono decisamente diverso.
Difatti qui si sostiene il contrario, ovvero che il Venezuela vive un vero e proprio boom economico che si protrae ormai da almeno 15 anni (più o meno il tempo in cui Chavez è al governo, seppure non venga mai citato) e che ha scavalcato l'Argentina al secondo posto dei paesi più ricchi del SudAmerica. C'è da dubitare che la gente non trovi pane e latte (ovvero nulla essendo pane e latte il mangiare dei poveri) in un paese che è tra i più ricchi dell'America Latina
I dati sono forniti dal Fondo Monetario Internazionale, di certo non sospettabile di simpatie sinistrorse, e l'articolo è corredato di grafici (non più visibili ma non è questo il punto).
Questi due articoli mostrano chiaramente la differenza tra cattivo e buon giornalismo, o ancora, tra propaganda travestita da notizia, e corretta informazione basata sui fatti ( anche se paragonare il reddito medio di un paese a quello di un altro come indice di benessere non è molto corretto, bisognerebbe tenere conto dell'inflazione e della distribuzione di reddito).
Rimane però una domanda,ovvero: come mai la stampa italiana è sempre così ipercritica su qualsiasi cosa riguardi chavez, ed insiste su argomentazioni palesemente false, dalle accuse di falimento economico,a quelle di un presunto aumento della criminalità,alle patetiche accuse a Chavez di essere un dittatore (ignorando che ha regolarmente vinto decine di elezioni, pur avendo le principali televisioni del paese ovviamente contro)?
La risposta la si trova facilmente proprio nell'articolo di cui sopra, laddove vengono citate le nazionalizzazioni. Il governo Chavez ha sottratto il controllo dei petrolio alle multinazionali, destinando almeno parte dei proventi alla crescita ed allo sviluppo del paese, che difatti sta conosceno un periodo mai visto prima di crescita economica e benessere. Che poi Chavez non sia un mostro di simpatia è un altro paio di maniche. Neppure Sarkozy o la Merkel lo sono, se vogliamo dirla tutta...

venerdì, dicembre 23, 2011

Parlando di telefilm


Era un po' di tempo che non mi appassionavo più a telefilm: dopo la chiusura di Terminator the Sarah Connor Cronichles e Dollhouse (un Tf su cui varrebbe la pena ritornare) non avevo trovato niente a cui appassionarmi.
Sbagliavo nel caso di The Walking Dead; le prime puntate non mi erano piaciute, trama scontata e già vista (avete presente 28 giorni dopo?) personaggi alquanto banali e attori di maniera. Però devo dire che quardando la seconda stagione ho riveduto il mio giudizio. Certo gli attori sono sempre quelli ed i personaggi non sono cambiati, ma almeno sono cresciuti, è cresciuta l'intensità nei dialoghi, e forse, con meno zombie di mezzo, si è sviluppata meglio la descrizione della relazione fra i vari membri del gruppo di sopravvissuti. Purtroppo hanno interrotto a metà della seconda stagione e fino a febbraio non sapremo nulla.
American Horror Story è un tf di argomento soprannaturale, che racconta la storia di una famigliola, alquanto sconnessa, composta da padre psichiatra e fedifrago, madre tormentata a causa di sterilità sopravvenuta, e figliola dark e scontrosa, che vanno ad abitare in una casa dove si sono verificati in passato episodi di omicidi e brutture varie. Anche i vicini di casa (fra cui una sempre splendida quanto inquietante Jessica Lange) non sembrano molto normali. Il TF procede per accumuli di situazione, spingendo spesso e volentieri sul pedale dell'assurdo e del paradossale, per cui non sono riuscito a capire se si tratti di un Tf da culto o di una boiata pazzesca, però devo dire che, fra anziane cameriere che diventano all'improvviso sexy, giovani psicotici e vicine sadiche non ci annoia.
Lie to me continua a solleticarmi con la sua costruzione psicologica attorno a casi legali, che vengono risolti da un personaggio nevrotico e antipatico (dopo il successo di Dr House le serie TV ne sono piene, però questo è un po' diverso dagli altri)inbterpretato da Tim Roth (l'infiltrato ne "le Iene di Tarantino)
Mi ha sorpreso in positivo il Trono di Spade: generalmente i fantasy non mi piacciono molto, li trovo molto fanciulleschi, invece questo non lo è affatto, e non tanto per qualche scena d'azione cruda e qualche nudo (anche maschile) messo qui e là, quanto per una descrizione molto realista e anche cinica dei rapporti di potere in una società medioevale. Tra intrighi di palazzo, guerre minacciate e guerre realizzate la storia risulta gradevole ed interessante, ed anche qui si attende la seconda stagione che promette sfracelli.
Ma forse la asorpresa più piacevole è Teen Wolf: sarà che ho sempre avuto un debole per i lupi, mannari o no, sarà che i tf di ambientazione adolescenziale mi danno un certo senso nostalgico, però lo trovo veramente molto molto carino. Lo spunto inziale è abbastanza scontato come i personaggi di contorno: il classico sfigato che viene morso da un lupo e scopre qualità fino ad allora nascoste, la bella che arriva da un'altra città, il bullo della scuola e la reginetta di bellezza, e non può mancare l'amico tanto leale quanto imbranato.
Però la storia man mano diventa interessante, con altri lupi mannari, buoni e cattivi, e oscuri personaggi che sono nient'altro che cacciatori di mostri. Ritmo, battute divertenti e scene thriller sono l'ossatura di un Tf veramente fresco e gradevole, forse, se non di sicuro il miglior Tf di ambientazione Teen dai tempi di Buffy.

domenica, dicembre 18, 2011

Il razzismo in Italia fra finti stupri e veri omicidi

Due notizie hanno scosso (forse) l'opinione pubblica: il finto stupro denunciato da una sedicenne a Torino che ha causato un attacco ad un campo Rom e l'omicidio di due cittadini senegalesi (ed il ferimento di altri tre) ad opera di un estremista di destra.
Come già successo in altre occasioni si cerca, vuoi per stupidità, vuoi per calcolo politico, di deviare l'attenzione dai fatti rilevanti per concentrarsi su quelli secondari. Questo in particolare sui fatti di Torino, dove pare che il problema principale sia il fatto che una sedicenne non possa darla via liberamente perché sente il peso della verginità. Francamente a me non pare che sia questo il problema rilevante. Se la ragazza avesse denunciato lo stupro attribuendolo a qualche sconosciuto, lo sarebbe, ma la ragazza, come la famosa Erika a suo tempo, ha dato la colpa ad un gruppo sociale preciso, ovvero gli zingari Rom. Lei ha dichiarato di non essere razzista, e non dubito che non sia stato questo il motivo delle sue false accuse; ritengo che abbia, per risultare credibile, accusato un gruppo di cui si parla volentieri male, e a cui vengono attribuite alcune colpe vere e molte immaginarie, compresa l'abitudine di rapire bambini. Se questo fosse successo che so, a Belfast, ed i protestanti avessero attaccato il quartiere cattolico per vendicare qualche stupro o torto (o anche viceversa) non avremmo dubbi che l'elemento importante sia la tensione fra le due comunità. E' evidente quindi che lo stupro(vero o supposto che sia) sia un pretesto per attaccare in modo criminale persone innocenti, e che hanno la sola colpa di essere diverse.
Quanto avvenuto a Firenze è invece solare, e farlo passare per un gesto di follia isolata è veamente complicato, anche se certi sofisti ci hanno abituato a tutto. Siamo di fronte ad un estremista di destra, che frequentava la famigerata Casa Pound (un intellettuale americano antisemita)e che era convinto della esistenza di razze superiori ed inferiori. Ha pianificato ciò che ha fatto,lo ha fatto con delle motivazioni, folli certamente, ma fortemente sentite ed anche il gesto finale di togliersi la vita si inquadra in un preciso modo di vedere le cose, l'idea della bella morte, il suicidio del Samurai, il gesto esemplare, tutte idee e suggestioni molto diffuse nell'ambiente di riferimento.
Quanto accaduto è sicuramente frutto di una lunga campagna di odio insensato, come sostiene con lucidità il cittadino senegalese intervistato, e la situazione di crisi economica e di difficoltà economica potrebbero portare a guerre fra poveri rinfocolando ulteriormente odii razziali. La situazione è molto pericolosa.

venerdì, dicembre 09, 2011

Travaglio sulla manovra economica di Monti



Ammetto di essere pigro, e quindi non posos che ringraziare Marco Travaglio di aver detto, in modo perfetto, le ragioni per cui la manovra economica del "governo tecnico" di Monti è una porcheria. Andrebbe aggiunto che nella manovra non c'è un cent di taglio alle spese militari,e sarebbe il caso di lasciare l'Afganistan dopo dieci anni di occupazione, cosa che costa un paio di miliardi di euro all'anno.

giovedì, dicembre 08, 2011

Su Berlusconi ed il tramonto dell'antipolitica

Non ho ancora scritto nulla sulle dimissioni del Governo presieduto da Silvio Berlusconi. Ne ho già scritto talmente tanto in passato che tutto sommato penso fosse abbastanza inutile, e credo anche di essere stato tra i primi a dire che Berlusconi fosse ormai sul viale del tramonto. Aggiungo però una riflessione al mare di parole che sono state, più o meno sensatamente spese sull'argomento. Credo che la fine del Berlusconismo sia anche la fine (temporanea, molto probabilmente) di un certo tipo di antipolitica di tipo qualunquista/piccolo borghese. Se andiamo a vedere le ragioni per cui una fetta,non certo maggioritaria, ma consistente dell'opinione pubblica si era affidata a Berlusconi, sono quelle di una certa visione antipolitica della politica.
Difatti si diceva che Berlusconi fosse più affidabile in quanto non era un politico di professione. Ragionamento un tanto contorto: sarebbe come dire che al posto di Abbado o Pollini a dirigere l'orchestra della Scala ci si dovrebbe mettere il mio salumiere. Questo discorso si poggiava su altre due discutibili affermazioni: la prima era che Berlusconi era un uomo di successo e "si era fatto da solo", la seconda era che, essendo già ricco, non avesse bisogno di rubare.
Per qaunto riguarda il primo punto, il fatto che uno sappia badare, fin troppo bene, al proprio bene personale non costituisce prova certa che possa fare altrettanto per il bene pubblico, anzi. Da questo putno di vista un missionario sarebbe certamente più affidabile di un uomo d'affari qualsivoglia. E per quantto riguarda il "farsi da solo" bisognava chiedersi come fosse arrivato al successo, e si sarebbero scoperte cose alquanto imbarazzanti, sulle quali il Nostro ha sempre glissato non troppo elegantemente. e qui arriviamo dritti al secondo punto: credere che l'onestà sia data dall'appartenere ad una data classe sociale, e che se uno ruba sia solo per necessità. Certo, esistono pensionati o ragazze madre che rubano per necessità, per povertà, ma se andiamo a vedere la gran parte dei furti e dei crimini vengono compiuti da chi i soldi già ne possiede ed in abbondanza.
Anche i capi mafia in fondo potrebbero accontentarsi di quel che hanno, ed invece...
In realtà l'esercizio del potere da un lato induce chi lo esercita ad appropriarsi di ciò che non gli spetta, dall'altro lo rende quasi una necessità; per allargare la propria base di consenso devi disporre di grandi risorse e distribuirle a chi ti può aiutare, da qui il clientelismo, la copertura dei propri affiliati che si caccino nei guai, il creare reti di rapporti basati sul dare/ricevere favori (vedi P2, P3 P4 etc). E' una regola a cui pochi sfuggono, e non si capisce perché uno che ha raggiunto il successo con mille gabole (leggersi le varie biografie serie dell'uomo di Arcore per informazioni) dovrebbe infrangere tale "ferrea legge dell'oligarchia" per dirla alla Weber.
Che poi da uno che si è spacciato e si spaccia per "uno di noi" si passi ad un tecnocrate che nemmeno fa finta di avere qualcosa in comune con coloro che si appresta a spennare può essere considerata come una nemesi oppure come un rientro nella normalità o ancora come una semplice necessità, a seconda delle proprie convinzioni, ma il fatto è che, forse, di un certo tipo di retorica ci siamo liberati.

lunedì, novembre 07, 2011

la mia storia di malattia ed ospedale


Molti amici si sono chiesti cosa abbia provocato questo lungo periodo di assenza o scarsa presenza e credo sia venuto il momento di raccontarlo
Verso la fine di settembre incomincio a dare qualche colpo di tosse, cosa di cui non mi curo molto, dal momento che ogni tanto qualche colpo di tosse lo dò di default, a causa dell'aria inquinata di Milano, che certo non è l'ideale per la salute polmonare delle persone, fumo passivo od attivo a parte ( ed io non soffro né dell'uno nè dell'altro) . Fatto sta che mi provo la febbre ed ho poco più che 38.
Nei giorni successivi la febbre sale a 40 gradi per poi diminuire ma non di molto. Vado dal dottore che finalmente mi visita e mi consiglia delle lastre al torace. lametina successiva, accompagnato da mio padre, vado a fare le lastre e visita medica. Faccio molta fatica a camminare e respirare, cosa di cui mi ero già accorto nei giorni precedenti, ma la situazione è peggiorata. Il dottore della clinica, dopo aver guardato le lastre, mi dice che bisogna ricoverarmi di urgenza. Arriva l'autoambulanza e vengo trasportato all'ospedale di Niguarda dove vengo portato al Pronto soccorso, sottoposto ad una marea di esami, compresa TAC. Rimango in attesa del ricovero e ancora pensavo che me la sarei cavata con 4o 5 giorni in una normale stanza di ospedale. Invece quando mi portano al reparto mi accorgo che mi stanno portando nel reparto intensivo, in una stanza piena di macchinari dove ci sono altri due pazienti in condizioni gravi, che preferisco non guardare nemmeno.
Vengo sottoposto ad una mezz'ora di torture durante la quale vengo caterizzato, mi vengono praticati buchi su polso e collo per infilare vari tubi e due specii di rubinetti per estrarre sangue ed introdurre medicine e liquidi, più un sondino (che rigetto tre volte) che dal naso scende nello stomaco. Infine mi mettono una sorta di
casco spaziale, che è poi una delle innumerevoli maschere per respirare che dovrò indossare.
Per farla breve, passo due giorni nel reparto intensivo, poi un dottore mi dice che mi sono brillantemente ripreso da una situazione critica e verrò trasferito nel reparto sub-intensivo per poi andare in quello generale e poi tornare a casa.
Questo mi risolleva il morale,ma la strada si rivelerà ancora lunga. Passo difatti una settimana nel reparto subintensivo, in lunghe ore noiose, mangiando pochissimo, con una radio di sottofondo che mandava con rare eccezioni musica tremenda, e con questi esercizi respiratori che erano micidiali, perché alla noia di routine si aggiungeva il fatto di stare quasi immobili per circa due ore, senza vedere l'orologio ed alle volte in posizioni scomodissime.
Dopo una settimana vengo portato nel reparto generale, mi vengono tolti man mano tutti i vari aggeggi, incomincio a fare meno persino del tubino che mi dava l'ossigeno, incomincio a camminare a fatica per qualche minuto.a mangiare con ritorvato appetito (però "leggerissimo" cioè con robe scondite e tiepide) e dopo qualche altro esame e puntura (le mie braccia erano diventate come quelle di un tossico, non riuscivano nemmeno più a centrare l'arteria!) vengo "liberato".
Di tutto ciò mi rimane, oltre che qualche segno addosso, l'obbligo di prendere pillole contro la pressione alta e qualche esame da fare.
Questa esperienza mi ha insegnato qualcosa, come alle volte ci capitino cose che non ci aspettiamo e a cui dobbiamo far fronte,come non ci sia nulla di scontato, e come tante piccole cose che consideriamo normali, diventino importanti quando ne siamo privati. E come la vita vada vissuta ed assaporata in ogni momento, perché questo non durerà in eterno, anche se lo pensiamo. D'ora in avanti bere un birra avrà per me un sapore diverso, forse persino uno si acqua minerale (gasata, di quella liscia mi ci hanno riempito) come avrà più significato una bella canzone, o un bel film, forse persino uno brutto. Ed una giornata di sole (ma dove è finito) avrà un'altra bellezza.
Ed infine con sia importante avere una famiglia e degli amici che ti stanno vicini nei momenti difficili.

venerdì, agosto 05, 2011

Economia: l'esempio dell'Islanda

riporto qui un articolo scritto da Andrea degli Innocenti e comparso su cambiamento.it

di Andrea Degl'Innocenti - 13 Luglio 2011



Oggi vogliamo raccontarvi una storia, il perché lo si capirà dopo. Di quelle storie che nessuno racconta a gran voce, che vengono piuttosto sussurrate di bocca in orecchio, al massimo narrate davanti ad una tavola imbandita o inviate per e-mail ai propri amici. È la storia di una delle nazioni più ricche al mondo, che ha affrontato la crisi peggiore mai piombata addosso ad un paese industrializzato e ne è uscita nel migliore dei modi.


L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.


Ma procediamo con ordine. L'Islanda è un'isola di sole di 320mila anime – il paese europeo meno popolato se si escludono i micro-stati – privo di esercito. Una città come Bari spalmata su un territorio vasto 100mila chilometri quadrati, un terzo dell'intera Italia, situato un poco a sud dell'immensa Groenlandia.


15 anni di crescita economica avevano fatto dell'Islanda uno dei paesi più ricchi del mondo. Ma su quali basi poggiava questa ricchezza? Il modello di 'neoliberismo puro' applicato nel paese che ne aveva consentito il rapido sviluppo avrebbe ben presto presentato il conto. Nel 2003 tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Da allora esse avevano fatto di tutto per attirare gli investimenti stranieri, adottando la tecnica dei conti online, che riducevano al minimo i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interesse piuttosto alti. IceSave, si chiamava il conto, una sorta del nostrano Conto Arancio. Moltissimi stranieri, soprattutto inglesi e olandesi vi avevano depositato i propri risparmi.


Così, se da un lato crescevano gli investimenti, dall'altro aumentava il debito estero delle stesse banche. Nel 2003 era pari al 200 per cento del prodotto interno lordo islandese, quattro anni dopo, nel 2007, era arrivato al 900 per cento. A dare il colpo definitivo ci pensò la crisi dei mercati finanziari del 2008. Le tre principali banche del paese, la Landsbanki, la Kaupthing e la Glitnir, caddero in fallimento e vennero nazionalizzate; il crollo della corona sull'euro – che perse in breve l'85 per cento – non fece altro che decuplicare l'entità del loro debito insoluto. Alla fine dell'anno il paese venne dichiarato in bancarotta.


Il Primo Ministro conservatore Geir Haarde, alla guida della coalizione Social-Democratica che governava il paese, chiese l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, che accordò all'Islanda un prestito di 2 miliardi e 100 milioni di dollari, cui si aggiunsero altri 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni Paesi nordici. Intanto, le proteste ed il malcontento della popolazione aumentavano.


A gennaio, un presidio prolungato davanti al parlamento portò alle dimissioni del governo. Nel frattempo i potentati finanziari internazionali spingevano perché fossero adottate misure drastiche. Il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Vale a dire spalmandolo sulla popolazione. Era l'unico modo, a detta loro, per riuscire a rimborsare il debito ai creditori, in particolar modo a Olanda ed Inghilterra, che già si erano fatti carico di rimborsare i propri cittadini.


Il nuovo governo, eletto con elezioni anticipate ad aprile 2009, era una coalizione di sinistra che, pur condannando il modello neoliberista fin lì prevalente, cedette da subito alle richieste della comunità economica internazionale: con una apposita manovra di salvataggio venne proposta la restituzione dei debiti attraverso il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro complessivi, suddivisi fra tutte le famiglie islandesi lungo un periodo di 15 anni e con un interesse del 5,5 per cento.


Si trattava di circa 100 euro al mese a persona, che ogni cittadino della nazione avrebbe dovuto pagare per 15 anni; un totale di 18mila euro a testa per risarcire un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati. Einars Már Gudmundsson, un romanziere islandese, ha recentemente affermato che quando avvenne il crack, “gli utili [delle banche, ndr] sono stati privatizzati ma le perdite sono state nazionalizzate”. Per i cittadini d'Islanda era decisamente troppo.

Fu qui che qualcosa si ruppe. E qualcos'altro invece si riaggiustò. Si ruppe l'idea che il debito fosse un'entità sovrana, in nome della quale era sacrificabile un'intera nazione. Che i cittadini dovessero pagare per gli errori commessi da un manipoli di banchieri e finanzieri. Si riaggiustò d'un tratto il rapporto con le istituzioni, che di fronte alla protesta generalizzata decisero finalmente di stare dalla parte di coloro che erano tenuti a rappresentare.

Accadde che il capo dello Stato, Ólafur Ragnar Grímsson, si rifiutò di ratificare la legge che faceva ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei cittadini e indisse, su richiesta di questi ultimi, un referendum, di modo che questi si potessero esprimere.

La comunità internazionale aumentò allora la propria pressione sullo stato islandese. Olanda ed Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando a paventare l'isolamento dell'Islanda. I grandi banchieri di queste due nazioni usarono il loro potere ricattare il popolo che si apprestava a votare. Nel caso in cui il referendum fosse passato, si diceva, verrà impedito ogni aiuto da parte del Fmi, bloccato il prestito precedentemente concesso. Il governo inglese arrivò a dichiarare che avrebbe adottato contro l'Islanda le classiche misure antiterrorismo: il congelamento dei risparmi e dei conti in banca degli islandesi. “Ci è stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord – ha continuato Grímsson nell'intervista - ma se accettiamo, saremo l’Haiti del nord”.


A marzo 2010, il referendum venne stravinto, con il 93 per cento delle preferenze, da chi sosteneva che il debito non dovesse essere pagato dai cittadini. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congelò immediatamente il prestito concesso. Ma la rivoluzione non si fermò. Nel frattempo, infatti, il governo – incalzato dalla folla inferocita – si era mosso per indagare le responsabilità civili e penali del crollo finanziario. L'Interpool emise un ordine internazionale di arresto contro l’ex-Presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson. Gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonarono in fretta l'Islanda.



In questo clima concitato si decise di creare ex novo una costituzione islandese, che sottraesse il paese allo strapotere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale. Quella vecchia risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era praticamente identica a quella danese eccezion fatta per degli aggiustamenti marginali (come inserire la parola 'presidente' al posto di 're').

Per la nuova carta si scelse un metodo innovativo. Venne eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini. Questi furono scelti, tramite regolari elezioni, da una base di 522 che avevano presentato la candidatura. Per candidarsi era necessario essere maggiorenni, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito.


Ma la vera novità è stato il modo in cui è stata redatta la magna charta. "Io credo - ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del Consiglio costituente - che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet".


Chiunque poteva seguire i progressi della costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte. Veniva così ribaltato il concetto per cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano di pochi saggi. La costituzione scaturita da questo processo partecipato di democrazia diretta verrà sottoposta al vaglio del parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni.

Ed eccoci così arrivati ad oggi. Con l'Islanda che si sta riprendendo dalla terribile crisi economica e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce o Fmi, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione.

Lo sappiano i cittadini greci, cui è stato detto che la svendita del settore pubblico era l'unica soluzione. E lo tengano a mente anche quelli portoghesi, spagnoli ed italiani. In Islanda è stato riaffermato un principio fondamentale: è la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Per questo nessuno racconta a gran voce la storia islandese. Cosa accadrebbe se lo scoprissero tutti?

domenica, luglio 24, 2011

Non ci sono parole...

NOn ci sono parole adeguate per commentare quello che è avvenuto in Norvegia.
Non così a caldo.
No, non ci sono parole....

Amy Winehouse: l'amara parabola di una Popstar

Ieri 23 luglio 2011 è morta Amy Winehouse, stroncata da un mix di alcool e sostanze chimiche, almeno a quello che dicono le prime notizie.
Sono onesto: non l'ho mai amata e non la ritenevo un personaggio a livello della fama che le era riconosciuta. Non che Amy non avesse del talento, era sicuramente di un'altro livello rispetto alle Britney ed alle Gaga che imperversano con le loro stupide e banali canzonette dance. Il suo sound particolare, che recuperava certe forme del soul e certo jazz degli anni 50, era qualcosa di diverso da quello che si sentiva attorno al 2007, ed ha aperto ad una serie più o meno riuscita di imitazioni, fino all'attuale Adele che sta spopolando ma che, senza Miss Winehouse, probabilmente non avrebbe nemmeno inciso un disco. La sua voce era pure particolare; intendiamoci, tecnicamente parlando Amy non era una grande cantante, aveva una scarsa estensione vocale e poca potenza, ma il suo timbro vocale era unico, e sembrava fatto apposta per quel tipo particolare di musica, diciamo come il cacio sui maccheroni, o il pecorino sulla matriciana.
Quello che non mi piaceva era il personaggio che si era costruita o più probabilmente le avevano costruito addosso. Non mi piaceva l'esaltazione acritica della sua "trasgressività" come se non si sapesse a cosa abusare di alcolici e droghe conduca prima o poi. Mi facevano schifo, ed ancora di più mi fanno ora, quei cosidetti "critici" o giornalisti musicali, che di fronte allo sfacelo fisico di una giovane ragazza, e di fronte a performance fiacche quando non del tutto disastrose, non solo chiudevano gli occhi, ma pure le orecchie, ed incensavano acriticamente definendole magnifiche, deliziose, impareggiabili, il tutto perché Amy stava vendendo bene e doveva vendere di più, lo show doveva andare avanti. Ancora oggi, Gino Castaldo esalta l'esibizione di Amy a Glastonbury, scrivendo che aveva fatto scomparire tutti gli altri. In realtà proprio quella esibizione mostrava una Winehouse vicina al punto di non ritorno, che barcollava e faceva fatica ad inseguire le note.
Eccovela per farvi una idea


Il problema è perché nessuno gli ha detto di smetterla, perché nessuno le ha fatto capire che aveva preso la via dell'autodistruzione, artistica prima ed infine biologica.
Penso perché l'industria aveva una gallina dalle uova d'oro da spennare, e poi da buttare via, e gli faceva comodo che il "personaggio" trionfasse a scapito dell'artista e della persona: i mass media potevano vendere di più, ed esaltare la trasgressione che " se no, non è rock" (peccato che Amy con il rock non c'entrasse nulla!).
Per me i responsabili della sua morte sono loro, ed il circo continua,inarrestabile: i suoi dischi stanno già andando in cima alle classifiche, usciranno inedite e greatest hits e DVD,e l'industria culturale potrà celebrare i suoi fasti sul corpo freddo di una giovane ragazza troppo fragile per sopportare il successo.
Che schifo!

giovedì, luglio 14, 2011

Sparlando di un po' tutto

Da quando non seguo più questo blog sono pieno di pensieri che non riesco a far uscire in modo coerente: proviamoci anche se penso che sia un'impresa destinata al fallimento.
Ci sono un sacco di cose che mi stanno sulle palle, ed un po' di queste si ammantano del carattere del Politically correct, del finto progressista, della "cosa giusta"
Per esempio dirsi preoccupati delle sorti del pianeta e dare consigli demenziali su quello che gli altri dovrebbero fare per risolvere non so, il problema del riscaldamento globale: domanda: ma esiste veramente il riscaldamento globale?
Iniziamo a darci una risposta, e poi vediamo: Perchè non sono seriamente convinto che esista veramente, visto che alla fine i dati del buon Al Gore erano falsificati (una delle scoperte di Wikileaks, tenute gelosamente nascoste da chi governa l'informazione). Gli scostamenti dalle medie sono inferiori di mezzo grado e quest'inverno è stato l'inverno più freddo degli ultimi trenta anni (e pure i due precedenti erano stati freddini), é in aumento il ghiaccio al Polo Sud, insomma, ci sarà pure il riscaldamento globale, ma non è l'apocalisse prossima ventura.
Un po' di idiozie sull'argomento natura: Diceva ieri "la Repubblica" che una fiorentina di tre etti costa 4560 litri d'acqua un kilo di ciliegie 250 e le patate al forno solo 25.
Insomma non dobbiamo sprecare acqua e mangiare di conseguenza. Peccato che queste cifre siano date alla pene di segugio. Sarà una vacca a consumare 4560 litri d'acqua e da una vacca si tirano fuori molto di più di tre etti di fiorentina: il calcolo non è quindi quello, ma anche se lo fosse (e non lo è) resta il fatto che per non sprecare l'acqua, non è che non dovremmo mangiare la mucca, ma ammazzarla subito o lasciarla morire di fame e sete altrimenti consuma lo stesso, anzi di più. Idem le ciliege, lasciamole sull'albero le mangeranno gli uccelli o cadranno ma l'acqua la consumano uguale, a meno che non abbattiamo l'albero. Insomma uccidiamo tutti gli essere viventi e risparmiermo l'acqua. beviamo solo quella e vivremo duecento anni. O no?
Prendiamo adesso la mania di dire che la plastica inquina: certo inquina, ma quei cavoli di sacchetti che ti danno quando vai a fare la spesa che si rompono subito perchè sono fatti con la merda (e difatti puzzano) sono la soluzione? servono a farti spendere di più visto che ti devi ricomprare metà della spesa ( a proposito di sprechi)
E vogliamo parlare delle lampadine a basso consumo energetico ovviamente tutte made in China? Le ho messe in quasi tutte le stanze. Risultati? Non ho visto la mia bolletta calare però dopo un anno e mezzo ne ho già sostituite due. Un buon affare per i fabbricanti, senz'altro.
Saltando di palo in frasca: a me tutta questa storia della Grecia e della speculazione mi convince poco: penso sia tutta una messinscena per fottere sempre gli stessi, da parte di quelli che sono i veri responsabili dell'attuale crisi, ovvero banche finanze, grande industria e politici servi.

domenica, giugno 05, 2011

Milano, Napoli, Cagliari: l'italia s'è desta.

I risultati del secondo turno delle amministrative hanno del clamoroso, in sé e sopratutto in rapporto al fatto che sono avvenute in un paese come l'Italia, da sempre restio a qualsivoglia tipo di cambiamento (tranne quello degli allenatori di calcio).
Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli , Zedda a Cagliari; vittorie non solo sorprendenti per i nomi, ma anche per il modo netto e limpido con le quali si sono realizzate.
In tutti questi tre casi i neo sindaci sono persone giovani, o, come nel caso di Pisapia, fuori dagli apparati dei partiti. Sono persone appartenenti a quell'area che veniva definita, con una punta di disprezzo, "sinistra radicale".
Esprimono la voglia dei cittadini, o almeno di quella parte che li ha votati, di tornare a contare, di tornare a dire la propria. Sono il risultato di anni di controinformazione sui blog e sulla rete (che non appartiene solo a Beppe Grillo, che tra l'altro esce ridimensionato da questo turno elettorale, dal punto di vista politico prima che da quello numerico) di voglia di partecipare e di essere, appunto, cittadini, e non sudditi.
La situazione che conosco meglio è quella di Milano, una città ipnotizzata da 18 anni, prima dai leghisti (ma quello era in certa misura voto di protesta) poi da 12 anni di affarismo con contorni sempre più disciplinari/razzisti.
La sinistra aveva fatto il possibile per spianare la strada a queste vittorie del centro-destra, scegliendo come candidati sindaci imprenditori più preoccupati di isolare Rifondazione comunista che di battere l'avversario, oppure prefetti che poi hanno dimostrato che potevano tranquillamente essere candidati altrui. Questa volta invece è stato scelto, attraverso le primarie, un candidato autenticamente di sinistra. Molti dicevano che era troppo di sinistra, che con lui si sarebbe andati incontro ad una ennesima sconfitta, e quel vecchio babbione di Massimo Cacciati aveva addirittura affermato che la scelta sarebbe dovuta cadere sull'ex sindaco Albertini.
Per fortuna, dopo tante bastonate, il tafazzismo ha lasciato spazio alla coerenza ed al progetto, cose senza le quali si può anche vincere qualche volta, ma non si fa molta strada. Per cui sono state messe da parte le divisioni, cosa quasi miracolose, e si è fatta propaganda porta a porta, strada per strada, come vuole tradizione e buon senso.
Si è presentato un progetto dettagliato e credibile, anche a livello di zone di decentramento.
Certo i 5 anni (ma io allungherei la cifra) di malgoverno hanno contribuito, così come il calo di immagine di Berlusconi, che ha voluto pure intromettersi, anche se è difficile dire quale sia stato l'effetto di questa intromissione .
Infine, le divisioni interne allo schieramento avversario ed una campagna elettorale giocata tutta sull'attacco becero all'avversario, senza riuscire a proporre nulla di valido sul piano delle idee hanno fatto il resto.
Però non bisogna togliere i meriti di questa vittoria alle migliaia di volontari che hanno fatto propaganda per la città, nè tantomeno ai dirigenti.
Adesso viene il difficile: riuscire a mantenere almeno parte delle promesse e cercare di raddrizzare il timone della politica di una città che negli ultimi anni è diventata sempre più fredda ed invivibile, e che è ostaggio di consorterie che non sarà facile sradicare. Auguri neo-sindaco, ne hai bisogno...

mercoledì, maggio 25, 2011

Avril Lavigne: recensione di Goodbye Lullaby


Visto che non posto quasi più e sono rimasto un po' indietro posto questa mia recensione di un disco uscito ormai un paio di mesi fa a cui tengo particolarmente e che ritengo decisamente di livello superiore rispetto alla paccotiglia che va di moda oggi: il disco si chiama Goodbye Lullaby ed è il quarto disco di Avril Lavigne cantautrice rock canadese.
Il disco si apre con Black star una dolce melodia che introduce a questo viaggio nel mondo di Avril. voto 8
A seguire un organetto saltellante molto anni 60 ci butta dentro a What the Hell un pezzo che si discosta dal resto del disco come sound ma che è irresistibile con i suoi cori, le sue ritimiche, le sue risate; questa è la Avril più spensierata che però sentiremo raramente 8
Poi è la volta di push, che ci avvicina alle atmosfere prevalenti in questo disco, una canzone basata sulla chitarra acustica, e in cui compare per la prima volta in una canzone di Avril una voce maschile (quella del coautore Evan Taubenfield, fidato amico e chitarrista fin dagli esordi)
Carina, forse Avril canta su toni un po' alti, con il tempo ha guadagnato 8,5
Wish You Were Here: qui inizia veramente Goodbye Lullaby: una canzone romantica e melanconica, molto orecchiabile, in cui Avril fa i conti con le sue pene d'amore
"potrei fare la dura, esser forte, ma senza di te non è più la stessa cosa"
Bellissima fino allo stordimento :per me è forse la canzone più bella del disco ed una delle migliori della sua carriera: 10
Dopo le emozioni ci vuole una scossa ed ecco Smile, forse il pezzo che ricorda di più la Avril di Sker boy o Girlfriend, però contiene una apertura melodica inedita nel ritornello " Tu sei la ragione per cui Sorrido", canzone divertente e sbarazzina che ci sta proprio bene nel contesto del disco: 9
Stop Standing Here ci propone una Avril del tutto inedita, una canzone un po' country, un po' anni 50, apparentemente allegra ma con un fondo di malinconia.
Anche questa guadagna con gli ascolti 9
I love you ha un titolo banale, ma la canzone non lo è: una dolce melodia ci introduce al corpo della canzone, una canzone d'amore "Sei bellissimo ma non è questa la ragione per cui ti amo, la ragione è che sei te stesso" la canzone poi si accende nella parte finale con l'intervento della chitarra eletrica e l'aumento del ritmo senza perdere la sua sognante e dolcissima melodia: 9
Everybody Hurts ci spinge ancora di più nel mondo di Avril; una intro con arpeggi acustici e poi...pura poesia... Tutti si fanno male prima o poi è okay essere spaventati canta Avril in quello che è uno dei vertici espressivi del disco: 10
Altri arpeggi, ed è Not Enough, canzone un po' più rockeggiante delle precedenti, Dove l'atmosfera viene costruita man mano per esplodere nel ritornello, ci scappa un altro 10
For Real ha un inizio più dolce, ma poi assume un ritmo più sostenuto, per poi sfumare nel bridge e poi riprendersi, altro pezzo bellissimo 9
Darling è un pezzo scritto quando Avril aveva 16 anni eppure non sfigura a confronto degli altri. si tratta sul piano musicale di un pezzo basato quasi esclusivamente sulla chitarra acustica la voce di Avril, e le melodie vocali. Affascinante: 9
Remember When inizia con il pianoforte alterando momenti lenti ed altri più veloci per poi accendersi in un finale rock; il testo è forse il più bello dell'intero disco amaro e sincero come poche volte si può sentire: "Ricorda quando era -insieme fino alla fine- ora sono sola di nuovo. dove posso iniziare ancora?, ho pianto un po', tu sei morto un po' ,per favore dimmi che non c'è dispiacere e dimmi che non dimenticherai"
Struggente: 10
E struggente e dolcissima è anche la canzone finale Goodbye, una canzone in cui Avril dice addio al suo amore passato, canzone basata sul piano e un arrangiamento di archi e violini di grande complessità e bellezza, un'altra canzone di infinita, struggente malinconia e poesia 10
Il disco contiene un'ultima sorpresa, la hidden track Alice, già nota per essere stata inclusa nella colonna sonora di Alice in Wonderland. La sorpresa non consiste nel fatto che ci sia una canzone in più, ma nel fatto che si tratta di una diversa versione a cui sono stati aggiunti alcuni versi che la rendono ancora più acida rispetto all'originale, chiudendo in modo degnissimo questo meraviglioso disco 9.
La versione De Luxe contiene poi le versioni acustiche di What the Hell, Push e Wish you were here e la cover di Bad reputationi di Joan Jett.
In conclusione, come già detto , un bellissimo disco,caratterizzato da impasti vocali molto riusciti e che in alcuni momenti ricorda alcune cose dei Cranberries, e dove le infleunze musicali, dai Clash a Neil Young ai Beatles, si fondono in modo originale esincero,dando vita a un qualcosa di molto personale. un lavoro onesto e coinvolgente come sempre più raramente accade di sentire, una prova di maturità di Avril Lavigne che ha scritto per intero 7 delle 14 canzoni e ne ha prodotte due, con esiti superiori alle attese.
Come dicono i francesi- Chapeau!

sabato, maggio 21, 2011

Elezioni Comunali di Milano: un raggio di sole


A Milano, da lunedì si respira un'aria nuova.
E' come se dopo una lunga notte, un raggio di sole fosse arrivato a risvegliare le menti ottenebrate da una lunga notte, durata non 30 giorni, come nei pressi del circolo polare artico, ma quasi un ventennio.
Una notte che, sopratutto negli ultimi tempi era diventata insopportabile.
Una notte della ragione, una notte della solidarietà, dell'umanità.
NOn stiamo parlando di una giunta inefficiente, o che spreca il denaro pubblico facendo regali ai privati, o che si circonda di non meglio specificati consulenti a cui versare laute prebende.
Certo stiamo parlando anche di quello, ma non solo di quello.
Stiamo parlando della incapacità di ascoltare i cittadini, stiamo parlando della incapacità di trovare soluzioni civili e sostenibili a problemi come il trovare un luogo di culto per i musulmani, o sistemare ed integrare i rom nel rispetto delle leggi e senza demagogia urlata.
Milano,da città europea, è stata trasformata nel corso degli anni in una sorta di Kabul, in cui era (è) vietato mangiare un kebab per strada, bere un birra, andare ad un concerto (a parte i grandi avvenimenti e neppure sempre quelli). Sono state chiuse la casa 139, il capolinea,diverse discoteche, limitata fino a farla scomparire l'attività della Cascina Monluè, fino al ridicolo della multa comminata a Bruce Springsteen per aver sforato l'orario. E ancora il divieto a Marylin Manson, le censure sulle mostre, una attività culturale ridotta ai minimi termini.
Il tutto condito da una dose incredibile di pressapochismo ed arroganza.
Per quanto mi riguarda è questa la prima cosa che mi viene in mente guardando quel 48% di voti dati a Giuliano Pisapia a fronte di un miserrimo 41% di Letizia detta mestizia Moratti, scarso raccolto nonostante i milioni spesi (ben 12!) nella propaganda del nulla.
Questa volta (forse) si cambia davvero.

domenica, aprile 17, 2011

La lezione di Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni, per chi non lo sapesse, era un pacifista italiano, da anni impegnato nella striscia di Gaza nell'aiuto e nel sostegno alla popolazione palestinese.

Vittorio è morto ammazzato da un gruppuscolo di fanatici estremisti, che lo hanno ritenuto colpevole non si sa di quale colpa, ma la mente dei fanatici è impenetrabile alla ragione, e non mi curerò di questo. Il fatto è che lo hanno prima rapito e poi ammazzato. In passato era stato fatto oggetto di minacce da parte di estremisti dell'altra parte, che lo ritenevano un complice dei terroristi.

Arrigoni era invece una persona che aiutava gli altri, e gli ha aiutati fino in fondo, fino al sacrificio estremo.

Mancherà alla sua famiglia ed ai suoi amici, mancherà agli abitanti di Gaza che ne piangono la morte, mancherà a chi ha a cuore la causa della pace e della solidarietà. Mancherà sopratutto, almeno me lo auguro, a tutti noi, troppo presi in piccole e quotidiane vicende per alzare gli occhi verso un altro orizzonte, verso i veri valori della vita. Noi che non comprendiamo come si possa lasciare tutto e mettere in gioco la propria vita, quando sarebbe più facile "farsi i fatti propri"

Ricordiamoci le sue parole: Rimaniano Umani.

domenica, febbraio 13, 2011

Sulla musica commerciale

Qualche giorno fa ho trovato questo post su una paginetta su FaceBook dedicata ad Avril Lavigne-
Il post parla di Avril, ma ovviamente basta cambiare Avril con chi volete voi ed il discorso non cambia.


- oddio, io lo odio questo qui, fa musica commerciale.
- già, e allora non ascol...tarlo visto che fa certa musica.


allora, spieghiamo a coloro che hanno pubblicato una cagata del genere che la musica commerciale non è un reato.
e spieghiamo oltretutto alle fan di Avril, che la sua musica è commerciale, in tutto e per tutto, e non c'è NIEEENTE di male in questo.
io personalmente, ascolto musica commerciale ogni santo giorno visto che passo da Avril ai 30 seconds to mars.
ma non capisco voi, 12enni fissate col fatto che se una canzone viene etichettata commerciale allora fa schifo.
E VISTO CHE AVRIL E' LA NOSTRA DEA ALLORA LEI NON FA MUSICA COMMERCIALE.
Rovino ora i vostri sogni dicendovi che lo è -
perché negare una cosa così solo perché è il mio idolo mi pare stupido.
Boh.
Scusate, dovevo sfogarmi da qualche parte.


Bene questo post mette il dito, magari in modo un po' spontaneo, un po' emotivo, su uno dei luoghi comuni e delle false argomentazioni che vanno per la maggiore.
Ovvero il catalogare come cosa da disprezzare la musica commerciale.
facciamo chiarezza: da quando esiste una industria culturale, ovvero industrie che producono e commerciano cultura di massa (libri, film dischi, DVD, play station, CD- Rom, blu ray, etc etc) la nostra cultura, la cultura di massa o pop, come dicono in America, è strettamente connessa e legata al commercio.
Libri dischi e film vengono fatti perché qualcuno (molti) li leggano/ascoltino/vedano.
Umberto Eco è commerciale, I Beatles sono commerciali e tanto pure, Avatar e Titanic sono commerciali.
Lo è Shakira (che adoro, sia chiaro) e lo è (come dice la ragazza qui sopra) Avril Lavigne.
Non vi piace, non acquistate quel prodotto!
Ma non rompete l'anima dicendo che voi acquistate cose non commerciali perchè è pura ipocrisia.
Uno potrebbe dire: ma la qualità?
La qualità non dipende certo dal successo, nè in positivo nè in negativo.
Lo Squalo è un film commerciale (di seria B direbbe lo snob di ordinanza) ma è anche un capolavoro.
Idem Avatar, Titanic, Psicho etc etc.
Non lo sono i cinepanettoni, ma non perché sono commerciali, solo perchè sono banali e ripetitivi, fatti senza nessun gusto sapienza cinematografica,
Quindi un conto è il fatto di essere un prodotto commerciale, un conto è il fatto di essere un prodotto scadente, cosa che possono benissimo anche essere i prodotti di scarso successo.
E chissà se Aristofane o Shakespeare all'epoca non venissero giudicati commerciali o troppo popolari al loro tempo.
Probabilmente le valutazioni che ci saranno tra 20,40,100 anni saranno ben diverse da quelle attuali, e non faccio esempi storici che ce ne sarebbero a mazzi.
Per esempio quando uscì Psycho di Hitchcook la critica lo stroncò affermando che era una macchia indelebile sulla carriera del Maestro. Vent'anni dopo veniva dichiarato uno dei più grandi film di tutti i tempi.
Ma qui entriamo nelle valutazioni della critica, che è un altro discorso.

Il Bunga bunga del potere

Ritorno per l'ultima volta su questa squallida vicenda per una considerazione che mi pare vada fatta. Molti non hanno secondo me colto quello che è il vero significato del Bunga Bunga cosidetto e di quello che ci sta attorno.
I più la pongono su un piano morale, dicendo che un capo di governo, ovvero un uomo di potere, non dovrebbe comportarsi in modi non dignitosi e non consoni alla carica che ricopre.
Questa affermazione è, su un piano formale, e dal punto di vista della teoria democratica, assolutamente condivisibile.
IL problema è che non coglie che Berlusconi è uno che delle formalità se ne strafrega, come delle democrazia.
Io credo che una delle ragioni per cui il signore in questione si dedica alle attività che sappiamo è proprio perchè egli si sente ed oggettivamente è un uomo di potere.
Non credo che una persona come Berlusconi dovrebbe avere problemi a trovarsi una amante "regolare", non perché sia una persona amabile o ammirevole, ma per l'ovvia posizione che ha e che lo rende appetibile a molte. In fondo Veronica Lario divenne la sua amante quando era regolarmente sposato con la prima moglie.
E' molto più probabile che il circondarsi di ragazzotte aspiranti attrici o veline, o addirittura aspiranti a improbabili carriere politiche a cui si promettono favori, case, oggetti preziosi, carriere luminose oltre che pingui conti in banca,non sia altro che l'espressione del potere nella sua forma più pura.
Una cerchia ristretta di "amici" che ti fanno favori in cambio di favori, la facoltà di poter esercitare il massimo del potere che si può esercitare sugli altri, ovvero il potere sul corpo altrui, il possedere i corpi dei giovani donne, che altrimenti, cultura e natura ti negherebbero.
Con i soldi, osservava Karl Marx, si può comprare tutto: giocatori di calcio, aziende, politici dello schieramento avversario e l'illusione della bellezza e della seduzione che ne derivano attraverso l'acquisto della giovinezza altrui.

martedì, febbraio 01, 2011

Tunisia ed Egitto, quando la Storia va avanti.

Quello che sta succedendo in Egitto e Tunisia,ma anche in altri paesi del Medio Oriente, con il popolo, o se preferiamo le moltitudini che riprendono la voce con coraggio e determinazione, non fermandosi di fronte alla risposta violenta del potere, dovrebbe farci riflettere.
Non solo per il fatto che un cambiamento radicale in questi paesi significa un cambiamento in tutto il Medio Oriente e nel mondo arabo,con ricadute anche sulla Questione Palestinese, ed un reale percorso di democrazia, non imposta dall'esterno, sarebbe un evento ben più importante di quanto avvenuto alla fine degli anni 80 nei paesi dell'Est europeo dove la "rivoluzione" fu prima pilotata dall'alto, e poi venne incoraggiata dall'esterno attraverso un inglobamento che ha spento tutte le istanze realmente innovatrici e riformatrici producendo alla lunga dittature mascherate come quella di Putin in Russia.
Proprio allora, tra i tanti travisamenti della realtà in cui si persero gli intellettuali occidentali, se ne impose una, quella della fine della Storia. Secondo questa teoria la Storia si era compiuta con la vittoria della Democrazia Occidentale, e non vi sarebbero pià state rivoluzioni o guerre o crisi o altre scosse sistemiche.
Naturalmente era una sciocchezza ideologica, lo abbiamo visto con il proliferare di guerre, in alcuni casi direttamente figlie di quel cambiamento epocale, (vedi la guerra in Jugoslavia) con la cosidetta guerra al terrorismo, e con la crisi economica che tuttora investe proprio il mondo occidentale. E lo vediamo proprio in Tunisia ed Egitto, ma l'abbiamo visto anche nelle strade di Londra e Roma, a ad Atene.
La Storia non si può fermare e non finisce mai, rallenta, devia, torna all'indietro e poi si slancia in avanti ancora, verso ideali ed orizzonti che nessuno può prevedere, come un fiume in piena, e quando questo avviene, allora si sta parlando di RIVOLUZIONE.
Come direbbe Bogart: E' la storia bellezza, e tu non puoi farci niente

sabato, gennaio 29, 2011

LA faccia come il culo 3


Il Giornale è partito alla riscossa: ha scatenato i suoi segugi e ha scoperto una cosa veramente molto molto imbarazzante.
Pare, si dice, sembra. che nel 1982 il magistrato Bocassini, uno dei magistrati titolari dell'inchiesta sul cosidetto Ruby-gate, avrebbe avuto una storia d'amore con un giornalista di "lotta Continua"
Quando si dice essere alla canna del gas (ed avere finito il gas)

La faccia come il culo 2



L'escamotage a cui si stanno attaccando per evitare che Berlusconi vada sotto processo è il seguente: Berlusconi ha creduto veramente che Ruby fosse la figlia del presidente egiziano Mubarak, e quindi la sua telefonata in questura rientra nei sui compiti istituzionali di Presidente del Consiglio in quanto avrebbe voluto evitare una crisi diplomatica e forse anche una guerra tra Egitto ed Italia.
Se a qualcuno può interessare, l'ambasciata egiziana ha protestato per essere stata coinvolta in questa squallida e ridicola vicenda

Non aspetto altro...

Inserzione da FaceBook
Se abiti a Torino puoi candidarti con il nuovissimo Partito degli Azzurri Italiani
Volti nuovi idee moderne. Allora cosa aspetti?


Mi ricorda qualcosa....

venerdì, gennaio 28, 2011

La faccia come il culo


Ieri mi son visto un pezzettino di Anno Zero, quel tanto che bastava ad indignarmi e tornare sulla partita. Da una parte ho visto Rosy Bindi, che raccontava con aria giustamente indignata il pozzo nel quale la politica italiana e la morale pubblica sono affondati, e spiegava gli incredibili e sempre più grotteschi giochini di prestigio a cui Berlusconi ed i suoi si stanno attaccando.
Dall'altra parte Belpietro, direttore di non so più quale giornale berlusconiano, che con un sorrisino ebete stampato sulla faccia si arrampicava pietosamente sugli specchi. Ciò che mi colpiva non erano le evidenti stronzate e sofismi da quattro soldi al cui il poveretto si affidava, ma quello che gli psicologi chiamano "il linguaggio del corpo". Questo sorriso ineffabile di chi sa che è lì perché è pagato per dire quello che il suo padrone voglia che dica, e che probabilmente ride delle sue stesse argomentazioni e sorride perchè crede di essere più furbo degli altri, perché pensa che l'unico modo di guadagnarsi da vivere sia vendere il sedere (metaforicamente e letteralmente parlando) e, da questo punto di vista, forse è persino in buona fede quando difende le ragazzotte, diciamo pure le prostitute di cui il cavaliere si circonda.
In fondo, seppure in modo diverso, fanno lo stesso mestiere.

mercoledì, gennaio 26, 2011

Romanzi criminali

Riprendo questo splendido ed ironico post sulla censura che sta colpendo in Veneto gli autori che non piacciono ai leghisti e fascisti locali:


Romanzi criminali
di Alessandra Daniele

Gli scrittori firmatari dell'appello per Cesare Battisti hanno sbagliato.
Hanno sbagliato a fare gli scrittori. Avrebbero dovuto intraprendere un'attività utile al paese, con autentiche possibilità di carriera, che potesse portarli ai vertici dello Stato. Avrebbero dovuto fare i papponi. Gli spacciatori, gli speculatori, gli estorsori, i camorristi. Darsi al crimine organizzato.
Il Noir non va scritto. Va vissuto.

Valerio Evangelisti dovrebbe incendiare i negozi di chi non paga il pizzo. Massimo Carlotto dovrebbe sversare rifiuti tossici nel Po. Lello Voce dovrebbe importare mitra dai Balcani. Girolamo De Michele dovrebbe cucinare metanfetamine, e spacciarle ai suoi studenti. Gianni Biondillo dovrebbe costruire palazzine abusive con la sabbia al posto del cemento. Tiziano Scarpa dovrebbe buttare dalle impalcature gli immigrati che chiedono i contributi, e Giuseppe Genna dovrebbe scioglierli nell'acido. I Wu Ming dovrebbero formare una Triade cinese e trafficare eroina. Loredana Lipperini dovrebbe caricare le bambine sui container, e scaricarle nei bordelli di Arcore.

Dovrebbero smetterla di scrivere stronzate, e unirsi alla parte produttiva del paese. I libri non servono a un cazzo, bisogna bandirli tutti, da ogni luogo, a cominciare dalle scuole. L'iniziativa veneta deve diventare nazionale, il governo di Roma deve attivarsi facendo seguire al Bando del Brenta un Bando della Magliana. La scuola e l'università hanno il dovere di insegnare ai giovani ciò che davvero gli servirà per inserirsi nel mondo del lavoro.
Devono insegnargli a prenderlo in culo.

Quello che ha sbagliato di più però è Cesare Battisti. Avrebbe dovuto restare in galera. Poi pentirsi, dissociarsi, scusarsi, riciclarsi. Uscire, e rimettersi a delinquere, però stavolta dalla parte giusta. Così adesso non sarebbe in una galera brasiliana, ma in una giunta comunale romana. Maledetto fallito, bisogna rinchiuderlo per sempre, murarlo sotto una colata di cemento come il nucleo di Chernobyl. Ci rovina la reputazione all'estero.

sabato, gennaio 22, 2011

Piccolo resoconto statistico sulla Tana

Un altro anno se n'è andato, e, con un poco di ritardo ne traccio un bilancio per quanto riguarda l'attività di questo sito.
I post sono stati decisamente meno degli altri anni, e questo principalmente per ragioni di tempo; difatti sono impegnato in altri progetti e quindi ho poco tempo e voglia di stare dietro al blog, anche se ultimamente questa voglia sta tornando.
In secondo luogo ho scritto e detto molto in questi anni, purtroppo certe cose che ho detto rimangono valide perché la società italiana pare immobile, se non avvitata su se stessa. Ho toccato il tema "Caimano", ma a me non diverte molto parlare delle "imprese" di Berlusconi, non mi entusiasmo per le sparate di Grillo o Di PIetro, e non mi pare ci siano molte novità di cui parlare, non positive almeno, e parlare sempre in negativo non mi piace, anche se alle volte lo ritengo un dovere.
Veniamo ai numeri: Quest'anno ci sono stati 3930 visitatori, pressapoco quelli dell'anno scorso, con la solita flessione estiva, quest'anno più marcata, ed un recupero autunnale.
Il mese più frequentato è stato novembre con 617 visite, il meno frequentato giugno con 182. Le pagien viste dovrebbero essere state 6909, dico dovrebbero perché non so l'affidabilità di questa statistica che parte da maggio e arriva in realtà a metà gennaio.
Ho per la prima volta la top ten degli articoli più letti ed eccovela:
1 La violenza sulle donne 1408
2 Anteo Zamboni e Tartaglia 178
3 Recensione di Sale el Sol 165
4 Your love Alone (video MSP) 87
5 Recensioni musica 2009 81
6 Lady Gaga ed il pianoforte di J. Lennon 56
7 L'etica del Punk 48
8 Il concerto (recensione film) 45
9 Top five canzoni di settembre 31
10 Legge antimmigrazione in Arizona 30
MI fanno piacere i posti alti dell'articolo sulla violenza sulle e di quello di Zamboni, anzi sono decisamente stupito dell'esito del primo, che se teniamo conto che le statistiche partono da maggio significa che è stato visto quasi tremila volte realmente! E per quanto riguarda l'articolo su Zamboni mi fa piacere che ci sia ancora interesse verso la storia passate, e dio stesso scrivendolo ho potuto capire o ricapire tante cose, vedendo il corpo insanguinato di quel povero ragazzo.
Il resto è soprattutto musica, e lo trovo paradossale perchè ho chiuso un blog specifico sulla musica e poi mi trovo pieno di visite per motivi musicali...paradossi della rete!
Ok That's All Folks!

mercoledì, gennaio 19, 2011

Lo squallore e l'orrore

"Squallore ed orrore" queste le parole di uno dei testimoni delle "feste" private di Arcore. Non sono moralista, non nel senso deteriore del termine, ma ritengo che la dignità delle persone. il decoro, l'etica siano cose serie e su cui non si possa transigere, sopratutto per chi ricopre cariche pubbliche e rappresentative.
Ma lo squallore lo ravviso anche nelle inesistenti e ridicole se non corrive prese di posizioni degli esponenti del centro destra, nonché di larga parte dei cattolici e delle alte sfere ecclesiastiche. Prendiamo uno come Frattini, che è sfuggito ad una gloriosa carriera di manichino di un ipermercato improvvisandosi Ministro degli Esteri, con risultati catastrofici, l'ultimo dei quali aver difeso il barcollante regime tunisino di Ben ALi, per poi vedere il suo idolo fuggire come un ladro nella notte.
Che fa Frattini? Si dice convinto che "si tratta di una montatura mediatica che si sgonfierà". Visti i precedenti di Ben Ali saremmo preoccupati al posto del Caimano.
Una montatura mediatica è una cosa, ma qui c'è una inchiesta molto robusta e basata su fatti e testimonianze salde e anche eventi noti e riconosciuti (come la telefonata in Questura, che è poi il nocciolo dell'accusa di concussione). Tutto qui Frattini, non hai altro di meglio da dire, e perché non startene zitto allora?
E la Carfagna, un'altra miracolata che afferma che "i tempi fanno pensare ad una persecuzione?" E che vuol dire i tempi? Ci sono i fatti cara Mara, e cos'è, la magistratura non può indagare adesso perchè siamo a gennaio, e deve aspettare Pasqua o Ferragosto magari quando tutti sono in vacanza e non se ne accorge nessuno?
Un'altro, di cui non ricordo il nome, ciellino, che afferma che insomma Berlusconi non è il massimo, insomma sì, è un po' un porco, ma, "bisogna vedere quello che ha fatto come governo" Ecco appunto guardiamo: la spazzatura a Napoli, lo scandalo dell'Abruzzo, l'altro scandalo in Sardegna, la cricca, Bertolaso, Verdini, lo scandalo delle elezioni con le firme taroccate, l'Alitalia, l'aumento della disoccupazione, il dramma del lavoro precario, i genitori dei bambini che devono comprare la carta igienica ed il sapone, perchè le lussuosissime scuole italiane mancano anche di quello, una guerra in Afganistan che costa sempre più vite umane e, dulcis in fundo 220 miliardi di debito pubblico in più grazie alla cura Tremonti.
Ruby è solo la ciliegina sulla torta di un disastro sociale, culturale, economico e politico di proporzioni inaudite.
Ma l'importante è che siano dati i soldi alle scuole private, pecunia non olet, e per questo, cattolici e ministri di culto se ne stanno zitti o si arrampicano sugli specchi.
E che dire di quelli come GAsparri o Capezzone, che urlano che i magistrati vanno contro il volere degli elettori, come se gli elettori avessero eletto chicchessia per andare a puttane?
LO squallore e l'orrore non c'è altro da aggiungere

domenica, gennaio 16, 2011

Recensioni CD 2010

Recensioni dei dischi del 2010, senza un particolare ordine: nonostante in giro si faccia sempre più fatica a trovare musica che valga la pena di ascoltare, alla fine qualcosa di buono c'è

Gabriella Cilmi: Ten

Il secondo disco di Gabriella Cilmi è un disco che delude un po' le aspettative: non tanto per il fatto di aver abbandonato il sound poprock con influenze blues e jazz del primo, eccellente lavoro, quanto perché il disco appare un po troppo pieno di filler, per cui accanto a pezzi irrestistibilmente Disco/dance come On a mission e My hearts don't lie, o a ballate struggenti come Defender ci sono pezzi anonimi e noiosi.
Il cattivo risultato commerciale del disco non deve far scoraggiare la brava cantante italoaustraliana, ma speriamo le faccia comprendere gli errori fatti e ritornare ad un sound più maturo ed adatto alle sue (straordinarie) corde musicali e vocali.
voto 7

Shakira: sale el Sol
Shakira è tornata! questa la frase che viene spontanea dopo l'ascolto di Sale el sol, nono lavoro nella ormai consistente discografia dell'artista colombiana.
Dopo gli esperimenti electrodance di She Wolf il disco segna un ritorno alle radici musicali di Shakira, però con qualche nuovo ingrediente musicale.
Così accanto a ballate di forte impostazione rock, come Devocion e Tu Boca, in cui si sente la mano del "maestro" Cerati e a ballate struggenti come Antes de la Seis o Lo Que Mas, spuntano indiavolati ritmi di Merengue, come in Loca e Addicted to you, oppure miscugli di cumbia e reggaeton, come nella divertente Gordita, ennesimo duetto questa volta con René dei calle 13.
Non mancano ballate suadenti come Mariposas, e non può mancare Waka Waka, qui riproposta in una versione rock con chitarre alla U2, mentre alla title track Sale el sol, una ballata rockeggiante, è affidato il messaggio di speranza e rinascita del disco.
Difetti? Qualche ripetizione di troppo e la cover dei The XX, che risulta un po' fuori registro rispetto al resto del disco. Questioni di lana caprina alla fine, poichè il disco risulta incredibilmente gradevole e non stanca nemmeno dopo ripetuti ascolti.
voto 9,5

Katy Perry MTV unplugged
Questo disco, ben poco reclamizzato, in confezione CD + DVD è un vero gioiellino da non farsi sfuggire: la cantautrice californiana è qui al suo meglio, in versione acustica, veste che le si addice più di ogni altra, ed in queste sette canzoni dimostra chi è realmente: dalla versione jazzata di I kissed a Girl, fino all'inedito Brick by brick, eseguito con la sola chitarra acustica, e passando per versioni mozzafiato di Lost e Thinking of you, Katy dimostra un talento ed una versatilità fuori dal comune, dimostrando tra l'altro di avere veramente una bella voce e di saperla usare, alla faccia dei suoi detrattori.
Meraviglia. Unico difetto: dura troppo poco 9,5

Katy Perry: Teenage dream
Questo disco è un po' l'altra faccia della medaglia della Perry(vedi sopra): chi è stato affascinato dalll'MTV unplugged o ha ascoltato il precedente One of the boys, non può che rimanere alquanto deluso dalla svolta palesemente commerciale di questo disco, palesata da quel video ultra-kitsch di California Gurls con annessa canzone altrettanto Kitsch.
Eppure il disco non è da buttare, anzi: se si esclude la già citata CG, peraltro deliziosa nel suo essere Kitsch, e Peacock, brano francamente inascoltabile, il resto del disco spazia dal discreto al decisamente buono: Merito del songwriting di Katy, che emerge dal lavoro di produzione della coppia Dr Luke./MaxMartin, ma anche di alcune idee musicali che dimostrano una buona dose di originalità.
Per cui si passa da esempi di perfetto Pop come in Friday Night con tanto di assolo di Sax (da quanto non lo si sentiva in un disco?) alla celebre Teenage Dream, un perfetto pezzo pop costruito come un pezzo rock, a Firework, che su una base dance innesta archie violini e che è un inno alla autodeterminazione personale, alle solenni What i'm living for e E.T. e ancora il delizioso upbeat di The one that got away, , fino a due perle come Pearl e Not like the movies, forse la canzone più simile al precedente disco insieme ai due rock di Hummingbird heartbeat e Circle the drain.
Anche i testi colpiscono e la promessa di fare del Pop che abbia un significato fatto dalla Perry appare mantenuta.
In definitiva un disco che cresce con gli ascolti e che entra perfettamente nella categoria dei Guilty pleasures : 8-


Melanie Fiona- The Bridge

Questo disco uscito sul finire dell'anno scorso si inserisce in quella sorta di revival della musica black degli anni 60.
E' indubbio che la maggior parte dei pezzi si riferiscano a quel periodo d'oro del soul e del rithm and blues, epperò è un disco che non si può semplicemente liquidare come revival. Sia perchè qui e là emerge qualcosa di nuovo e più moderno, sia per le indubbie capacità di questa cantante, canadese di origine afro, che è dotata di un bel timbro vocale ed di buonissima estensione.
E poi, diciamolo pure, la buona musica è sempre tale, e magari The Bridge non sarà un capolavoro di quelli che rinnovano la musica, (ma se facessimo questo discorso dovremmo buttare via il 99,9% dei CD) però è di sicuro un disco ben fatto e gradevolissimo all'ascolto con qualche pezzo (give it to me , Monday morning e Teach me) che si eleva dalla media già alta: 9


Amy Mc Donald . A curios thing

Il secondo disco di questa brava cantautrice scozzese ribadisce pregi e , purtroppo, difetti già noti.
I pregi sono rappresentati dal livello compositivo medio alto di Amy, non si può certo dire che la sua sia una brutta musica o le composizioni siano scadenti.
I difetti sono rappresentati dalla tendenza alla monotonia e alla monocromaticità dei colori ed accenti musicali. Infatti, pur godendo di una produzione migliore del precedente This is the life, il disco non riesce a discostarsi da quel modello, e quasi tutte le canzoni sono costruite sulla stessa serie di accordi. Persino i testi sono piuttosto somiglianti tra di loro, per dire ci sono ben tre canzoni che iniziano con Oh e sono a base di dont want, dont see e metriche similari.
manca inoltre uno di quei pezzi che colpisca l'ascoltatore, e che elevi il disco.
Seppure il disco non sia male, lo trovo poco affascinante, e credo che Amy abbia bisogno di una svolta nella sua musica, altrimenti finirà per diventare noiosa ed essere dimenticata in fretta.
Voto 7

Katie Melua:The House
Quarto disco della cantautrice britannica (non so se si possa definire irlandese o inglese ) di origini georgiane.
Il disco segna una svolta, forse non del tutto positiva, ma comunque da apprezzare.
Difatti Katie prova a discostarsi da quel modello di jazz/blues molto soft che aveva caratterizzato i suoi esordi, ma già il precedente cd era indirizzato su un suono maggiormente pop/rock.
Qui la veste musicale diventa decisamente più moderna, con arrangiamenti molto complessi (ed un filino pretenziosi, se vogliamo) ed una veste in qualche modo più pop. Intendiamoci, si tratta di un pop molto raffinato e di classe, ma sempre di pop si tratta, quindi accenni di elettronica, batterie programmate, synth e via discorrendo.
il risultato è apprezzabile a metà,alcuni pezzi come The Flood sono affascinanti, altri, purtroppo i più, risultano alquanto noiosi, seppure con alcuni elementi interessanti.
Tuttavia questa svolta non è completa, e buona metà del disco ci propone invece una Katie nella sua veste migliore, quella acustica, e se qualche momento soffre di manierismo (red ballons) in altri ( I' d love to kill you , A moment of madness, dalle cadenze mitteleurope, fino allo stupendo blues di The one i love is gone) Katie riesce a toccare le corde giuste, quelle che ti fanno chiudere gli occhi e godere di tanta bellezza: 7,5

Sheryl Crow: 100 miles from Memphis
Come si capisce dal titolo, il settimo disco in studio della cantautrice statunitense si confronta con la tradizione di Memphis, proponendo un mix di soul, di blues e di country. Ci sono ospiti prestigiosi , come Keith RIchards che compare nel reggae di Eye to Eye, e cover di canzoni importanti, come Sign your name, ma non sono queste le cose più riuscite del disco anzi. La cosa più riuscita è l'assieme di un disco che è elegante e concreto al tempo stesso, con un livello compositivo ed interpretativo molto alto che tocca il suo apice in pezzi come Summer's day, Peaceful Feeling, Sideways e sopratutto Stop, indubbiamente una delle più belle canzoni di Sheryl Crow in assoluto.
E' incredibile come dopo tanti anni Sheryl riesca a mantenere uno standard qualitativo così alto, ed è anche incredibile come un disco del genere passi inosservato, non solo nelle classifiche, ma tra i cosiddetti addetti ai lavori, più interessati ad analizzare gli sbadigli di qualche vecchia rockstar o le scenate isteriche di qualche presunta regina del pop che non parlare di buona musica.
Peggio per loro, per me è un 9 tondo tondo.

Paul Weller: Wake up the nation
Paul Weller, anima prima dei The Jam poi degli Style Council è una di quelle vecchie glorie che, come il vino, migliorano col passare degli anni.
Qui da noi non è mai stato molto popolare e valutato (una delle tante ingiustizie della musica pop) ma nella sua natia Britannia lo è tuttora, al punto da piazzarsi spesso in testa alle classifiche con dischi che ben poco hanno a che spartire con la classica musica di consumo.
Ne è riprova questo Wake up the Nation dove Paul con l'aiuto di diversi ospiti prestigiosi, in soli 40 minuti di musica suddivisi in ben 16 composizioni fa una summa di tutta la sua musica, non solo esplorando generi diversissimi tra di loro, ma addirittura divertendosi a mischiarli in modo imprevedibile e sempre gradevole.
Per cui oltre che composizioni che ben possiamo aspettarci da lui come Moonshine e Wake up the Nation, in stile The Jam, o il bellissimo Soul di Aim Igh, in stile Motown/Style council troviamo sorprendenti pezzi orchestrali come In Amsterdam, o pezzi di easy listening virati in acid rock, come Grasp & Still connect, tastiere ipnotiche che decorano un solido rock con tanto di coro gospel in Find the Torch, Burn the Plans, un vero capolavoro, fino a Tree , con un testo che esprime punti di vista diversi sul passare del tempo, ognuno con la sua musica, per cui polka, pop, punk ragtime e gospel si alternano.
Rock anni 60, influenze psichedeliche, soul, RnB, folk, musica d'avanguardia, cabaret, elettronica, questo ed altro si può trovare in questo disco, un disco veramente sorprendente e bello, a dimostrazione che si può essere sperimentali senza essere noiosi e presuntuosi.
voto 9.5

Skunk Anansie:Wonderlustre
Gli Skunk Anansie sono stati un gruppo rappresentativo di un certo rock alternativo degli anni 90, poi si sono scioli per dare spazio alla carriera solista della cantante Skin, Riformatisi hanno dato alle stampe un disco nel 2009 prima di Questo Wonderlustre. Non ne avevo sentito parlare bene, ma poiché mi fido poco o niente di certi pareri, dopo aver ascoltato qualche preview, mi sono deciso all'acquisto.
E direi che non me ne sono pentito, al momento. Difatti le 12 tracce di Wonderlustre ci mostrano un gruppo che magari avrà perso il furore degli esordi (cosa abbastanza inevitabile) ma non ha perso l'energia e neppure, direi , la lucidità compositiva. Insomma un disco che mi piace, che offre un buon rock, sufficientemente duro ma anche levigato e raffinato in certi momenti, God Loves Only You, Like Too Much, My love will fall. You're too expensive, You saved me sono tutti brani ottimamente strutturati che non possono lasciare indifferenti.
8,5

Manic Street Preachers: Postcards from a young man

I manics sono un gruppo che ho amato alla follia per diversi anni, poi pian piano l'amore è passato, ma è rimasto l'affetto, come in certe coppie.
Per cui, ogni volta che i tre fanno uscire un disco, non posso fare altro che comprarlo, speranzoso in un ritorno di fiamma. Diciamo che, seppure i vecchi tempi siano ormai alle spalle, e certi capolavori irripetibili, i MSP offrono sempre qualcosa di stimolante. Succede anche in quest'ulitmo lavoro. buona parte del disco, mostra il lato più pop dei MSP, con una forte presenza di tastiere, e sinceramente non riesce ad essere nè convincente né affascinante, pur denotando una ottima cura negli arrangiamenti, in quanto non riesce ad andare oltre l'esercizio di stile. Nella parte finale del disco però i MSP tornano a graffiare come ai bei tempi in pezzi come A Billion balconies facing the sun, o All We make is entertainment, amara presa di coscienza sulla realtà melliflua del rock.
Tanto basta per mantenere il mio affetto.
Voto 7-

Gustavo Cerati:Fuerza Natural
Cerati è un bravissimo chitarrista compositore cantante argentino, che con il gruppo dei Soda Stereo ha fatto la storia degli ultimi 20 anni del rock latinoamericano. Da noi è ben poco conosciuto, ed i pochi che lo conoscono, come il sottoscritto, lo hanno conosciuto per le sue collaborazioni con Shakira.
In questo ultimo disco, che spero non sia l'ultimo, Gustavo dà prova della sua valenza come compositore e chitarrista, costruendo canzoni che hanno un loro tocco naturale che le rende diverse da qualsiasi altra cosa: quando si pensa alla musica latinoamericana si pensa solo a cose molto tamarre o molto impegnate (alla Inti-ilimani). esistono anche vie di mezzo, canzoni intelligenti e delicate, con un'anima latina ed un cuore che pulsa rock. Questa è la musica di Cerati
Purtroppo Gustavo è in condizioni cliniche assai gravi da mesi a causa di un aneurisma .Speriamo "salga el sol" pure per lui.
voto 9

Diane Birch:Bible belt
Nonso molto di questa ventisettenne Newyokese, se non che è il suo disco d'esordio, ha una voce incantevole e compone canzoni che ci riportano indietro nella California degli anni 70, dolci ballate venate di soul e rithm and Blues.
Tutto il disco è di ottimo livello, forse qualche variazione musicale non guasterebbe, ma il si ascolta dalla prima all'ultima traccia senza stancarsi. Diventerà qualcuno, c'è da giurarci.
voto 9

Recuperati
Ho anche preso un po' di dischi "vecchi" e tra questi segnalo qualche perla: Big World di Joe Jackson, uno degli autori più raffinati e sottovalutati nella storia del rock, qui con un disco, uscito nel 1986 che è forse il suo capolavoro.
Non sono un patito del Metal, però Appetite for Destruction dei Guns and Roses è uno di quei dischi che piace a prescindere da preferenze soggettive, poichè è oggettivamente un gran disco.
infine Last of the indipendents, dei Pretenders: da me acquistato nella collection (5 cd a soli 23 euri!) è una galleria di ballate rock una più bella dell'altra.

Marchionne ha perso ! (e Cisl e Uil con lui)

Possono dire quello che vogliono ma Marchionne il plebiscito l'ha perso.
Se è vero che il contratto è stato ratificato, e questo è vero, non è indifferente con quale percentuale sia stato approvato.
E le cifre parlano chiaro: 54% a 46%.
Se però togliamo i voti degli impiegati (che non si sa cosa c'entrino con gli operai, visto che svologno mansioni diverse) la differenza è data solo da 9 voti.
Marchionne aveva parlato di 80%, bene, il risultato finale è molto inferiore al risultato plebiscitario che si voleva imporre.
Se calcoliamo poi le percentuali ottenute dai vari sindacati alle ultime elezioni interne abbiamo un quadro ancora più chiaro: la Fiom prese il 23% circa a cui va aggiunto il 7% dei Cobas; in totale 30%, per cui è evidente che molti iscritti agli altri sindacati hanno votato contro le indicazioni date dai rispettivi vertici.
Avevo spiegato qua sotto per quali ragioni ritenevo questo referendum un imbroglio.
E avevo detto che anche una percentuale piccola di NO sarebbe stata una risposta di dignità dei lavoratori di fronte alla arroganza ed alla prepotenza
I No sono stati una valanga invece, e questo dovrà far riflettere l'AD Fiat, ma ancor di più i sindacati firmatari.

giovedì, gennaio 13, 2011

Referendum o plebiscito?

In queste ore gli operai di Mirafiori stanno votando il cosidetto referendum di ratifica degli "accordi" imposti da Marchionne ai sindacati e da questi sottoscritti, o meglio da una parte di essi.
Questa votazione viene definita referendum, ma non lo è: assomiglia molto di più ad un plebiscito.
Un referendum, o una votazione democratica, comunque la si chiami, è espressione di una libera volontà. perché vi sia una libera volontà sono necessarie alcune condizioni imprescindibili, prima delle quali è che chi vota possa realmente esprimere la propria volontà, ovvero che questa non sia sottoposta a condizionamenti e coartazione.
Questo non si può certo dire di una votazione in cui i votanti sono sottoposti ad un ricatto violento: O votano sì oppure rischiano di perdere il lavoro.
Questo è come votare con la pistola puntata alla testa, non si può certo dire che sia un'espressione di volontà libera.
Se vi puntano una pistola alla tempia e vi chiedono una qualunque cosa, è quasi certo che direte di sì, ed è certo che quello esprime la vostra volontà "in quel momento" tenuto conto della situazione contingente (ovvero della pistola puntata alla tempia) ma molto probabilmente non è la vostra libera volontà, giacché , senza pistola puntata, la vostra risposta sarebbe diversa.
E' chiaro, a questo punto, che non ci troviamo di fronte ad un referendum ma ad un plebiscito.
Caratteristica del plebiscito, tipico dei regimi autoritari, è che ai votanti viene chiesta la conferma di quanto è già stato stabilito dall'autorità.
Scontato quindi l'esito del plebiscito antisindacale della FIAT, appoggiato non a caso dal Duce di Arcore. Non si può certo chiedere agli operai di Mirafiori di fare gli eroi.
Perciò ogni singolo voto contrario, sarà uno schiaffo a Marchionne, ogni No sarà un No alla prepotenza ed alla arroganza,e quindi non conteranno le percentuali, ma il numero dei NO.

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