domenica, dicembre 18, 2011

Il razzismo in Italia fra finti stupri e veri omicidi

Due notizie hanno scosso (forse) l'opinione pubblica: il finto stupro denunciato da una sedicenne a Torino che ha causato un attacco ad un campo Rom e l'omicidio di due cittadini senegalesi (ed il ferimento di altri tre) ad opera di un estremista di destra.
Come già successo in altre occasioni si cerca, vuoi per stupidità, vuoi per calcolo politico, di deviare l'attenzione dai fatti rilevanti per concentrarsi su quelli secondari. Questo in particolare sui fatti di Torino, dove pare che il problema principale sia il fatto che una sedicenne non possa darla via liberamente perché sente il peso della verginità. Francamente a me non pare che sia questo il problema rilevante. Se la ragazza avesse denunciato lo stupro attribuendolo a qualche sconosciuto, lo sarebbe, ma la ragazza, come la famosa Erika a suo tempo, ha dato la colpa ad un gruppo sociale preciso, ovvero gli zingari Rom. Lei ha dichiarato di non essere razzista, e non dubito che non sia stato questo il motivo delle sue false accuse; ritengo che abbia, per risultare credibile, accusato un gruppo di cui si parla volentieri male, e a cui vengono attribuite alcune colpe vere e molte immaginarie, compresa l'abitudine di rapire bambini. Se questo fosse successo che so, a Belfast, ed i protestanti avessero attaccato il quartiere cattolico per vendicare qualche stupro o torto (o anche viceversa) non avremmo dubbi che l'elemento importante sia la tensione fra le due comunità. E' evidente quindi che lo stupro(vero o supposto che sia) sia un pretesto per attaccare in modo criminale persone innocenti, e che hanno la sola colpa di essere diverse.
Quanto avvenuto a Firenze è invece solare, e farlo passare per un gesto di follia isolata è veamente complicato, anche se certi sofisti ci hanno abituato a tutto. Siamo di fronte ad un estremista di destra, che frequentava la famigerata Casa Pound (un intellettuale americano antisemita)e che era convinto della esistenza di razze superiori ed inferiori. Ha pianificato ciò che ha fatto,lo ha fatto con delle motivazioni, folli certamente, ma fortemente sentite ed anche il gesto finale di togliersi la vita si inquadra in un preciso modo di vedere le cose, l'idea della bella morte, il suicidio del Samurai, il gesto esemplare, tutte idee e suggestioni molto diffuse nell'ambiente di riferimento.
Quanto accaduto è sicuramente frutto di una lunga campagna di odio insensato, come sostiene con lucidità il cittadino senegalese intervistato, e la situazione di crisi economica e di difficoltà economica potrebbero portare a guerre fra poveri rinfocolando ulteriormente odii razziali. La situazione è molto pericolosa.

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