lunedì, dicembre 31, 2007

Un Anno se ne va...

Ed un altro arriva.
Tra tutte le ricorrenze. è indubbio che questa sia di gran lunga la più arbitraria e sciocca.
In effetti tutte le feste, sia religiose che civili, hanno una loro motivazione, nella quale ci si può anche non riconoscere, ma scaturiscono da fatti storici (il 25 aprile, il 14 luglio etc) o da sentimenti religiosi (il Natale cristiano, la Pasqua ebraica etc).
Il 31 dicembre che cosa si celebra invece? Niente, solo il fatto che il globo terrestre ha compiuto un giro completo attorno al sole rispetto ad un anno prima. Ma questo è vero (parzialmente poi, perché notoriamente ci sono circa 6 ore di sfasatura, perciò ogni 4 anni si aggiunge un giorno per andare in pari) anche il 3 gennaio, il 15 marzo, il 29 agosto. Anche in quei giorni il globo ha compiuto un giro per intero.
In ogni caso, oltre che cenoni, festeggiamenti vari (che io ho sempre trovato un poco tristi) fuochi d'artificio (con coda di feriti e addirittura morti, un assurdo che non capirò mai) la "morte" del vecchio anno e la "nascita" del nuovo portano a promesse che si fanno a sè o agli altri, a speranze ed auguri di felicità, prosperità, pace e quant'altro.
Purtroppo non mi sento di condividere tutto questo. Beninteso, augurarsi che le cose vadano meglio è non solo legittimo, ma quasi doveroso.
Crederci, beh, è un altro paio di maniche.
Purtroppo penso che il prossimo anno non sarà un anno di Pace, ma di guerra.
Gli ultimi avvenimenti in Pakistan, con il feroce assassinio di Benhazir Butto, un omicidio che richiama alla mente l'assassinio di John Kennedy a Dallas, sia per l'importanza del personaggio che per il sospetto che la pista tracciata (quella della onnipresente Al Qaeda) sia un depistaggio di comodo, depongono, ahinoi, a favore di questa sensazione.
Altre guerre si (ci) preparano: In Iran, anche se sappiamo con largo anticipo che la scusa del riarmo nucleare è, appunto, solo una scusa. In Kossovo, dove la prima guerra fatta dall'Occidente a favore di organizzazioni terroristiche Jihadiste sta provocandone un'altra dopo nemmeno 10 anni. In Palestina, dove siamo molto vicini ad una guerra civile fra palestinesi, come quella che ci fu nell'Irlanda degli anni 20.
Sarebbe bello poter sperare in un rilancio della solidarietà ma purtroppo quello che abbiamo di fronte è un Italia ed un mondo pieno di razzismo, xenofobia ed egoismo portato all'esasperazione.
Né sul piano ambientale si può essere ottimisti, anche se qui un barlume di nuova coscienza sta nascendo.
Lo confesso, non sono ottimista e temo proprio che l'anno che verrà sarà anche più brutto di quello appena passato.
Ma non vorrei essere deprimente nè passare per pessimista allo stato puro.
Il futuro non è ancora stato scritto, e quello che mi auguro, a me e a tutti, è di saper trovare una nuova consapevolezza, una nuova coscienza che ci porti a scelte giuste, e che si riesca a frenare la corsa di questo mondo verso l'autodistruzione a cui sembra destinato.
Ed infine, auguro a chi è imprigionato per le sue idee, di tornare ad essere uomini liberi.

venerdì, dicembre 21, 2007

Il leggendario Joe Strummer

Joe Strummer And The Mescaleros - Redemption Song



Cinque anni fa, il 2 dicembre, moriva John Mellor, ben più noto come Joe Strummer, cantante e vera anima del gruppo londinese The Clash.
Inutile ricordare l'importanza fondamentale di questo gruppo e l'influenza ed il fascino che ha esercitato su decine e decine di gruppi e migliaia, forse milioni, di persone, Infuenza e fascino che durano ancora oggi.
Ma sopratutto per molti The Clash (o i Clash per dirla all'italiana)sono stati qualcosa (molto) di più che un gruppo musicale da apprezzare.
I Clash sono stati un'idea, sopratutto, forse l'ultima idea vera nella musica Pop. Sono stati l'ultima incarnazione dell'idea di Woody Guthrie, che una chitarra possa ammazzare il fascismo, il razzismo, l'ingiustizia, insomma possa cambiare il mondo.
Questa idea, nonostante tutto, vive ancora, come testimonia il fatto che qualche giorno fa a Milano, in molti si sono ritrovati a ricordare Joe, cosa che accadrà ancora Londra e chissà in quanti altri posti.
In attesa che esca anche in Italia il documentario di Julian Temple The future is Unwritten che ripercorre la storia di Joe e del suo gruppo, lo ricordo con questa cover di un altro grandissimo della musica: Mister Bob Marley

"Redemption Song"

Oh pirates, yes they rob I
Sold I to the merchant ships
Minutes after they took I
From the bottomless pit

But my aim was made strong
By the hands of the almighty
We fought in this generation
Triumphantly

Won't you help to sing
These songs of freedom
'Cause all I ever had
Redemption song
Redemption song

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
'Cause none of them can stop the time

How long shall we kill our prophets
While we stand aside and look
Some say it's just a part of it
We've got to fulfill the book

Won't you help to sing
These songs of freedom
It's all I ever had
Redemption song
Redemption song
Redemption song

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
'Cause none of them can stop the time

How long must we kill our prophets
While we stand aside and look
Some say it's just a part of it
They've got to fulfill the book

I wanna say
Won't you help to sing
These songs of freedom
'Cause all I ever had
Redemption song

All I ever had
Redemption song
'Cause all I ever had
Redemption song

These songs of freedom
Redemption song
Redemption song
Redemption song

Redemption song
Redemption song
Redemption song

martedì, dicembre 18, 2007

Adia- Avril Lavigne (cover di Sarah McLachlan)

Non riesco a togliermi dalla testa questa canzone.
Ed Avril è bella quanto mai...



P.S.
Adesso che ho scoperto come si fa a postare video da MySpace, credo che abbandonerò l'odiato nonsicapisceuntubo
Psps
Come non detto, pure su myspace tolgono i video :-((

lunedì, dicembre 17, 2007

Videologia 12 nirvana - smells like teen spirit



Contrariamente a quanto avevo detto metto anche un video dei Nirvana.
Troppo importante il valore di questo video (e della canzone) per ignorarlo.
Infatti questa canzone ha rivoluzionato, nel bene e nel male, la musica degli anni 90, segnando un punto di svolta epocale.
Il video, in sè e per sè, non è gran cosa. Le immagini sono sgranate ed il montaggio approssimativo, così come l'insistere sul rallenty, manco fosse un film di Sam Peckinpah, ne sottolinea ancora la rozzezza, peraltro in linea con la musica.
Notare la Cheerleader con la A cerchiata di Anarchia messa in bella evidenza. Il gruppo suona in quello che sembra essere un tendone da circo. Non so perché ma questo video trasmette una certa sensazione di disagio, di disperazione e di tristezza, ben sintetizzata dall'ultima immagine, la persona anziana che raccoglie con la scopa quel che è rimasto per terra.
Una specie di presentimento della tragica fine di Kurt Cobain.
R.I.P.

domenica, dicembre 16, 2007

Amy e Pete

Sentendo il "notiziario Rock" su RockTv ho appreso che Pete Doherty si reca alle 4 del mattino con tanto di chitarra a suonare davanti alla casa di Amy Winehouse. (NdR ma lei è in casa a quell'ora? Mi sembra un po' prestino...)
Non solo, ma i due avrebbero in progetto un duetto.
La notizia sa di falso lontano alcune miglia, ma, nonostante questo, mi piace immaginare che sia vero ed immaginare il "dietro le quinte"
Pete - Ho bisogno di farmi una sniffata se no muoio, Amy hai visto per caso la mia polverina?
Amy- La tua polvere? Cosa vuoi che ne sappia della tua polvere. Piuttosto non hai un'Alka Seltzer, ho un mal di testa terribile..
Pete- Non ne avresti se la smettessi di bere. Ehi ma quella cos'è?- indicando un bicchiere ed una busta.
Amy- Non so, una specie di aspirina...credo...-
Pete -Era la mia dose! Maledetta ubriacona te sei bevuta pure quella!-
Amy- Pensavo fosse contro il malditesta...-
Pete- Basta non ti sopporto più. Kate! Dove sei Kate!

martedì, dicembre 11, 2007

Piazza Fontana: La Madre di tutte le Stragi



12 dicembre 1969- 12 dicembre 2007: Sono passati 38 anni da quel pomeriggio tragico, quando a Piazza Fontana, all'interno della Banca dell'Agricoltura alle 16,30 l'esplosione di un ordigno esplosivo provoca la morte di 16 persone e il ferimento di un'ottantina. Da allora è successo di tutto: depistaggi, innocenti come il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli che precipitano da finestre della Questura, testimoni morti in circostanze misteriose, innocenti prima sbattuti sulle prime pagine dei giornali e in prigione come mostri e poi rilasciati, processi celebrati, spostati e poi rispostati, assoluzioni e mezze condanne, faldoni pieni di carte e segreti che spuntano all'improvviso dopo trent'anni e poi, dopo che finalmente la verità pare essersi affermata, ecco di nuovo la solita, vergognosa assoluzione.
Dopo 38 anni non c'è ancora una verità ufficiale, peggio, la verità ufficiale, quella giudiziaria è che non ci sono colpevoli. Nè per la strage, nè per la morte di Pinelli.
Non è stato nessuno.
Anzi, forse, non è successo nulla.
Però ci sono strade e cippi bipartisan alla memoria del Commissario Calabresi, uno che, depistando e indagando su false piste, facendo credere di aver preso i colpevoli, ebbe una notevole responsabilità, non solo riguardo alla morte di Pinelli, ma anche perchè le cose andassero come poi sono andate.
Perché da questa strage non punita sono poi nate tutte le altre stragi della cosidetta strategia della tensione, stragi di Stato con manovalanza fascista e protezioni nelle istituzioni dello Stato. E come risposta a questo terrorismo è poi nato il terrorismo dell'estrema sinistra, quello delle Brigate Rosse e di Prima Linea.
Ancora oggi non esiste una verità ufficiale perché questa è troppo scomoda, perché il Potere non processa se stesso, al massimo celebra se stesso e la propria cattiva coscienza.
Perché ancora oggi lo Stato italiano è uno stato stragista, e la seconda Repubblica è figlia della prima, dei suoi delitti, della sua politica cospirativa, delle logge massoniche e dei servizi deviati.
Ma sarà l'umanità futura a togliere il velo della menzogna e ad affermare la Verità, e allora queste istituzioni marce appariranno per quello che sono sempre state: corrotte e criminali.

Giuro che....

...se ancora leggo un'altra notizia su Amy Winehouse, le sue sbronze colossali, il marito-pigmalione in prigione, etc etc, apro la finestra e, in perfetto stile "Quinto potere" mi metto ad urlare "Basta! Non ce la faccio più,sono stufo e non sono più disposto a tollerare tutto questo!!"

lunedì, dicembre 10, 2007

Ci volevano 4 morti..



..per accorgersi che gli operai esistono ancora, che esistono ancora le fabbriche, e ancora si muore per incidenti sul lavoro.
Se ne è accorto perfino Fassino che ieri dall'Annunziata (un altra operaista convinta) ha non solo riscoperto la classe operaia (anche se la parola classe non l'ha detta nemmeno una volta) ma ha perfino detto che la figura dell'operaio è stata rimossa dall'immaginario collettivo.
MA va? E chi l'avrebbe mai detto?

Comunque non è il caso di agitarsi, tra due giorni sarà tutto scordato, operai e sicurezza sul posto di lavoro e potranno tornare a parlare di riforme, ceto medio, Nord-est e cazzi buffi.

sabato, dicembre 01, 2007

Il Vento che accarezza l'erba



Finalmente ho potuto vedere Il Vento che accarezza l'erba penultima fatica del regista "inglese" Ken Loach.
Metto volutamente tra virgolette l'aggettivo inglese, poiché ritengo che sia errato nazionalizzare la provenienza di un artista in generale, e sopratutto nel caso di Ken Loach, che è un vero internazionalista, uno convinto che davvero "Il proletariato non ha nazione" e ancora lo dimostra con questo film, forse non bellissimo, ma assolutamente straordinario per la chiarezza politica e la profondità etica che lo animano.
Il film, come credo tutti sappiano, ha come tema la guerra d'indipendenza da parte degli irlandesi contro gli inglesi dapprincipio, e la guerra civile tra loro dopo gli accordi compromissori stipulati con i vecchi padroni le cui conseguenze nefaste si trascinano ancora oggi (vedi la storia recente in Ulster).
Il Film si caratterizza innanzitutto per una perfetta sceneggiatura, per cui il protagonista è inizialmente scettico sulla causa irlandese, ma le ingiustizie a cui assiste lo portano ad aderire all'IRA e partecipare alla guerriglia. Partecipazione che lo porterà a pagare prezzi sempre più salati, fino al sacrificio estremo.
Un confronto tra questo film e il ben più famoso "Michael Collins" mostra con chiarezza la differenza tra un prodotto artistico ed una furba operazione commerciale.
In Michael Collins il protagonista era un eroe a tutto tondo, più o meno infallibile, i suoi avversari erano descritti in modo fazioso e contraddittorio, le responsabilità Inglesi lasciate sullo sfondo, così come l'asprezza del conflitto, per lasciare posto ad una banale quanto inutile (e posticcia) storiella d'amore e gelosia.
Ben diverso l'approccio di Loach, che mostra la lacerazione che una guerra civile provoca, che non nasconde la violenza, ma la mostra nella sua crudezza e anche nella sua necessità etica in questo ricordando un altro capolavoro dimenticato, L'Armata degli eroi, dove l'ex partigiano Melville mostrava il lato crudele ed eroico al tempo stesso della resistenza, senza nessuna retorica.
Allo stesso tempo Loach mostra anche come il conflitto Irlandese sia stato sì, lotta di liberazione nazionale, ma anche lotta di classe con una parte dei ribelli che voleva una Irlanda libera ma non solo dagli inglesi ma anche dai capitalisti.
In questo sono assolutamente magnifici i momenti in cui Loach illustra gli scontri interni ai "ribelli" il diverso modo di concepire non solo la lotta ma le sue finalità. E mostra anche come la borghesia irlandese si sia alleata di fatto a quella inglese per mantenere il proprio potere.
Da questo punto di vista il paragone che viene alla mente non è con l'Iraq, come è stato scritto, ma con la attuale Palestina, in cui il confronto tra Hamas e Fatah è anche, se non sopratutto, scontro di classe, e non c'è quindi da stupirsi se il governo di Olmert abbia deciso di rifornire di migliaia di fucili e milioni di pallottole quella stessa ANP considerata per anni un'organizzazione terrorista, così come, a suo tempo, fecero Curchill e Co, come ci ricorda Loach.
Ma questo è argomento per un altro post, forse.

mercoledì, novembre 28, 2007

Dexter



Dexter è una delle serie TV più insolite, coraggiose e disturbantiche siano mai state girate. Narra infatti le gesta di un serial Killer "buono" o per meglio dire, che sta dalla parte dei "buoni", ovvero Polizia e Legge.
Di questo telefilm avevo già parlato qualche mese fa al tempo dell'ultimo telefilm festival in termini critici.
Pur ribadendo buona parte delle critiche al tempo fatte, ovvero che l'idea su cui si basa il telefilm è tirata per i capelli, discutibile sul piano narrativo e morale, devo ammettere che questa serie è fatta veramente bene.
Accipicchia se è fatta bene.
E mi sta prendendo sempre di più....

giovedì, novembre 22, 2007

Britney floppa



Questa notizia non ve la sta dando nessuno, quindi ve la dò io. Non che sia essenziale, che si può vivere anche senza, però...
Però dopo tanto parlare di ritorno sulla scena musicale di Britney Spears, dei suoi guai, dei suoi figli, e dopo un lancio in grande stile (che avrebbe voluto essere in grande stile) di singolo e disco era interessante vedere se ancora fosse la regina del Pop, se ancora avesse il carisma che le permetteva di stazionare per mesi in testa alle classifiche.
La risposta è nei numeri, che alle volte possono essere impietosi.
Se ha fatto notizia che, per la prima volta, il disco di Britney non avesse iniziato dal numero 1 delle classifiche USA, ma solo dalla posizione d'onore, tenuto alla distanza dal ritorno degli Eagles (che hanno venduto più di 700.000 copie in una sola settimana, cose d'altri tempi) ancora più clamoroso è quanto successo in seguito.
Il disco non solo non ha guadagnato posizioni, ma le ha perse inesorabilmente.
E' infatti passato alla settima posizione la settimana successiva per precipitare alla 23ema. Non meglio il singolo "Gimme More" che ha conquistato la terza posizione per poi scendere rapidamente.
In Europa va pure peggio: male in Inghilterra dove il cd è sceso dalla posizione 13 alla 36, ed il singolo è 13esimo, Peggio in Italia, dove dal sesto posto è sceso alla posizione 23 per precipitare addirittura alla 43, preceduta da dischi usciti ormai da mesi o di artisti pressoché sconosciuti. In Spagna addirittura pare non pervenuta.
Insomma un flop di quelli "sanguinosi".
Evidentemente la scelta affrettata da parte della casa discografica di spingerla a realizzare un disco a tutti i costi con materiale scadente, la pessima esibizione agli MTV Award (se non erro il nome) il bruttissimo video accompagnato da una canzone quasi inascoltabile non sono state scelte felici.
Ed il pubblico, stanco di capricci e gossip, ha voltato le spalle alla ex star del pop.
Intanto al primo posto USA dei singoli e dei Cd c'è Alicia Keys, e la cosa non mi spiace affatto.

martedì, novembre 20, 2007

E' arrivato Il telemetallaro!


Girando sulle emittenti satellitari sono capitato su una di quelle che mandano in onda video musicali. Per dire il vero guardo soprattutto queste emittenti, in particolar modo quando devo ingannare il tempo. E girando in cerca di qualche video commestibile e/o qualche canzone caruccia (qualcuno c'è, per esempio l'ultimo di Kyle Minogue, video elegante e sorprendente buona canzone, e quello di Alicia Keys) mi sono imbattuto in tale Pino Scotto.
Costui è, mi è parso di capire, una specie di santone del metal più duro e puro. L'ho pure visto una volta su un palco ad urlare sguaiatamente dentro un microfono mentre dei tizi zazzeruti come lui facevano finta di essere una band di rispetto.
Non immaginatevi però un tipo simile a Axel Rose o a Steve Tyler.
Direi che siamo di più dalle parti del ragionier Fantozzi, seppur lungocrinuto.
Il tipo in questione tiene una trasmissione in cui parla, è il caso di dire, a ruota libera. Talmente libera che, generalmente, non si capisce assolutamente di cosa stia parlando, o di quale sia il suo pensiero, sempre ammesso che abbia un pensiero.
Le sue frasi stereotipate si dividono in due categorie: quelle positive, e quelle negative. Nel primo caso dice cose tipo : Veramente ragazzi è roba forte, VAsco? cosa dire di VAsco, non c'è niente da dire, è un grande che altro si può dire? ragazzi veramente è roba forte"
Per la seconda categoria invece le affermazioni sono " veramente, è uno schifo ragazzi, ma dove andremo a finire, ragazzi, cioè veramente, fanno tutti schifo è uno schifo ragazzi..."
Ad uno che chiedeva cosa sne pensasse della legge che limita l'uso di alcoolici per evitare le "stragi del sabato sera" ha risposto farfugliando "sono cose pazzesche ragazzi, gente che si mette le bottiglie in tasca,dappertutto, ma penso che la legge sia da rivedere, ragazzi è pazzesco, cioè io rivedrei non solo quella legge ma tutte le leggi italiane, avete capito ragazzi?"
Ma questa descrizione non rende giustizia allo stile del Nostro, che è diciamolo, leggermente al di fuori dello stile oxfordiano come si può notare dal video.
La capacità di lanciare insulti è in effetti inversamente proporzionale a quella di articolare discorsi con un minimo di logica.
A me il tipo in questione fa ammazzare dalle risate, almeno quei 5 minuti che riesco a sopportarlo, però in effetti ho la sensazione che ci sia poco da ridere.
Che nel caravanserraglio televisivo ci sia posto anche per il tele predicatore Metallaro è un conto, ma il problema è che c'è gente che lo prende sul serio, che si rivolge a questi come veramente fosse una persona la cui opinione possa rivestire una qualche importanza, che sia portatore di una qualche, per quanto allucinata e stravolta, verità.
E ancora una volta si conferma una vecchia teoria, che qualsiasi idiota, posto davanti ad una telecamera, diventa un'opinion leader.

venerdì, novembre 16, 2007

Il triangolo nero- Un manifesto di intellettuali e artisti

Il Triangolo Nero è il titolo di un Manifesto-Appello contro la violenza verso i Rom, i Rumeni e le donne firmato da un nutrito drappello di scrittori, intellettuali ed artisti.
E' stato proposto da Proposto da:* Alessandro Bertante, Gianni Biondillo, Girolamo De
Michele, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Helena Janeczek, Loredana
Lipperini, Monica Mazzitelli, Marco Philopat, Marco Rovelli, Stefania
Scateni, Antonio Scurati, Beppe Sebaste, Lello Voce, Wu Ming.
Tra gli altri hanno firmato Massimo Carlotto, Gad Lerner, Fulvio Abbate,Carlo Lucarelli.

Questo Manifesto è stato, come al solito, censurato dalla "Grande Stampa" che ne ha pubblicato stralci infinitesimali e non significativi. Ho ritenuto opportuno dargli visibilità, per quanto mi è possibile.
Ecco il testo integrale:
*
IL TRIANGOLO NERO
Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti
e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne*


La storia recente di questo paese è un susseguirsi di campagne
d'allarme, sempre più ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane
suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una
nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando
"emergenze" e additando capri espiatori.

Una donna è stata violentata e uccisa a Roma. L'omicida è sicuramente un
uomo, forse un rumeno. Rumena è la donna che, sdraiandosi in strada per
fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella
vita. L'odioso crimine scuote l'Italia, il gesto di altruismo viene
rimosso.

Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena è stata violentata
e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignità? No:
della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali;
della prima si deve sapere che è italiana, e che l'assassino non è un
/uomo/, ma un /rumeno/ o un /rom/.

Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con
spranghe e coltelli alcuni rumeni all'uscita di un supermercato,
ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che
rimangono senza nome, senza storia, senza umanità. Delle loro
condizioni, nulla è più dato sapere.

Su queste vicende si scatena un'allucinata criminalizzazione di massa.
Colpevole uno, colpevoli tutti. Le forze dell'ordine sgomberano la
baraccopoli in cui viveva il presunto assassino. Duecento persone, tra
cui donne e bambini, sono gettate in mezzo a una strada.

E poi? Odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono
rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini
devono essere espulsi dall'Italia. Politici vecchi e nuovi, di destra e
di sinistra gareggiano a chi urla più forte, denunciando l'/emergenza/.
Emergenza che, scorrendo i dati contenuti nel Rapporto sulla Criminalità
(1993-2006), non esiste: omicidi e reati sono, oggi, ai livelli più
bassi dell'ultimo ventennio, mentre sono in forte crescita i reati
commessi tra le pareti domestiche o per ragioni passionali. Il rapporto
Eures-Ansa 2005, L'omicidio volontario in Italia e l'indagine Istat 2007
dicono che un omicidio su quattro avviene in casa; sette volte su dieci
la vittima è una donna; più di un terzo delle donne fra i 16 e i 70 anni
ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, e il
responsabile di aggressione fisica o stupro è sette volte su dieci il
marito o il compagno: la famiglia uccide più della mafia, le strade sono
spesso molto meno a rischio-stupro delle camere da letto.
Nell'estate 2006 quando Hina, ventenne pakistana, venne sgozzata dal
padre e dai parenti, politici e media si impegnarono in un parallelo fra
culture. Affermavano che quella occidentale, e italiana in particolare,
era felicemente evoluta per quanto riguarda i diritti delle donne.
Falso: la violenza contro le donne non è un retaggio bestiale di culture
altre, ma cresce e fiorisce nella nostra, ogni giorno, nella costruzione
e nella moltiplicazione di un modello femminile che privilegia l'aspetto
fisico e la disponibilità sessuale spacciandoli come conquista. Di
contro, come testimonia il recentissimo rapporto del World Economic
Forum sul Gender Gap, per quanto riguarda la parità femminile nel
lavoro, nella salute, nelle aspettative di vita, nell'influenza
politica, l'Italia è 84esima. Ultima dell'Unione Europea. La Romania è
al 47esimo posto.
Se questi sono i fatti, cosa sta succedendo?

Succede che è più facile agitare uno spauracchio collettivo (oggi i
rumeni, ieri i musulmani, prima ancora gli albanesi) piuttosto che
impegnarsi nelle vere cause del panico e dell'insicurezza sociali
causati dai processi di globalizzazione.

Succede che è più facile, e paga prima e meglio sul piano del consenso
viscerale, gridare al lupo e chiedere espulsioni, piuttosto che attuare
le direttive europee (come la 43/2000) sul diritto all'assistenza
sanitaria, al lavoro e all'alloggio dei migranti; che è più facile
mandare le ruspe a privare esseri umani delle proprie misere case,
piuttosto che andare nei luoghi di lavoro a combattere il lavoro nero.

Succede che sotto il tappeto dell'equazione rumeni-delinquenza si
nasconde la polvere dello sfruttamento feroce del popolo rumeno.
Sfruttamento nei cantieri, dove ogni giorno un operaio rumeno è vittima
di un omicidio bianco.
Sfruttamento sulle strade, dove trentamila donne rumene costrette a
prostituirsi, metà delle quali minorenni, sono cedute dalla malavita
organizzata a italianissimi clienti (ogni anno nove milioni di uomini
italiani comprano un coito da schiave straniere, forma di violenza
sessuale che è sotto gli occhi di tutti ma pochi vogliono vedere).
Sfruttamento in Romania, dove imprenditori italiani - dopo aver
"delocalizzato" e creato disoccupazione in Italia - pagano salari da
fame ai lavoratori.

Succede che troppi ministri, sindaci e giullari divenuti capipopolo
giocano agli apprendisti stregoni per avere quarti d'ora di popolarità.
Non si chiedono cosa avverrà domani, quando gli odii rimasti sul terreno
continueranno a fermentare, avvelenando le radici della nostra
convivenza e solleticando quel microfascismo che è dentro di noi e ci fa
desiderare il potere e ammirare i potenti. Un microfascismo che si
esprime con parole e gesti rancorosi, mentre già echeggiano, nemmeno
tanto distanti, il calpestio di scarponi militari e la voce delle armi
da fuoco.

Succede che si sta sperimentando la costruzione del nemico assoluto,
come con ebrei e rom sotto il nazi-fascismo, come con gli armeni in
Turchia nel 1915, come con serbi, croati e bosniaci, reciprocamente,
nell'ex-Jugoslavia negli anni Novanta, in nome di una politica che
promette sicurezza in cambio della rinuncia ai principi di libertà,
dignità e civiltà; che rende indistinguibili responsabilità individuali
e collettive, effetti e cause, mali e rimedi; che invoca al governo
uomini forti e chiede ai cittadini di farsi sudditi obbedienti.
Manca solo che qualcuno rispolveri dalle soffitte dell'intolleranza il
triangolo nero degli asociali, il marchio d'infamia che i nazisti
applicavano agli abiti dei rom.

E non sembra che l'ultima tappa, per ora, di una prolungata guerra
contro i poveri.

Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci
appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la
dismissione dell'intelligenza e della ragione.
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Essere rumeni o rom non è una forma di "concorso morale".
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.

Nessun popolo è illegale.


Per chi volesse aderire e sottoscrivere può farlo qui

lunedì, novembre 12, 2007

Un altro omicidio di Stato


L'omicidio di Gabriele Sandri da parte di un poliziotto dal grilletto facile, rischia di passare come un fatto legato alla cosiddetta violenza da stadio, e di essere così mistificato nel suo significato.
Il fatto che l'ucciso stesse recandosi ad una partita è un fatto del tutto casuale, ed è servito sì alle frange degli ultras più facinorosi ( e più palesemente legate all'estrema destra) di scatenare disordini, in particolare a Roma, ed altresì servirà al solito "giro di vite" repressivo, già si blatera di vietare le trasferte ai tifosi, come se il fatto che esistano dei poliziotti psicolabili che sparano e ammazzano sia legato al trasferimento di persone da una città all'altra a causa delle partite di calcio. Ma una rissa, peraltro di scarsa gravità, può accadere dappertutto, davanti ad un pub o ad una discoteca (anzi in quest'ultime la cosa è abbastanza frequente).
Il fatto da sottolienare è che, per l'ennesima volta, un cittadino italiano è stato ammazzato da un rappresentante delle cosidette forze dell'ordine.
Non è il primo, e non sarà di certo l'ultimo.
In Italia c'è una lunga, lunghissima ed interminabile catena di morti legate all'uso ed abuso delle armi (e non solo) da parte di Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani etc.
I morti ammazzati durante manifestazioni sono, dalla caduta del Fascismo ad oggi, almeno 415.
Un elenco, peraltro parziale, di questi morti è contenuto nel sito della Fondazione Luigi Cipriani.
Oltre a questi morti, per così dire "politici", vanno conteggiati i morti "casuali", quelli dovuto ad azioni per contrastare la criminalità, vera o presunta, o per "errore", come nel caso di Sandri.
Un computo di questi casi relativo agli anni tra il 1975 ed il 1989, raccolto dal centro di Iniziativa Luca Rossi ( un militante di Democrazia Proletaria ucciso da un agente di Polizia in circostanze alquanto singolari) dà la cifra di 254 morti e 371 feriti. SI tratta di cifre vecchie che, se aggiornate, darebbero risultati ancora più agghiaccianti.
Da notare che solo nel 10% dei casi la vittima aveva una qualche arma che poteva giustificare la reazione violenta delle forze dell'ordine.
Il ricorso poi alla forza ed alla violenza negli ultimi 5-6 anni da parte delle forze di Polizia è sicuramente aumentato, basti pensare alla mattanza di Genova, alle cariche durante le manifestazioni anti-Tav, al caso Aldovrandi, alle cariche e ai pestaggi davanti al Morini, punte di un Iceberg di dimensioni ben maggiori.
Ma non c'è da stupirsi, questo è il risultato della politica dell'emergenza e della sicurezza, politica che è l'espressione della graduale ma continua trasformazione dello Stato Liberale, verso uno stato Neo-autoritario, in linea con le esigenze delle nuove Elites dominanti, quelle dei tecnocrati e della grande finanza internazionale.

sabato, novembre 10, 2007

L'ossessione securitaria e l'isteria antiromena

Se fossi un extraterrestre, capitato a causa di un guasto della mia astronave in quello che un tempo molto lontano era chiamato il Belpaese, penserei che l'Italia sia in preda ad una vera e propria ossessione, ossessione che sta portando a dei chiari ed innegabili segnali di delirio psicotico, paranoia acuta e psicosi collettiva.
Da un punto di vista alieno alla realtà, e quindi oggettivo, non si può pensare altro a proposito di quello che è seguito al delitto di Roma, perpetrato da un Rom ( e non un Romeno) ai danni di una donna italiana.
In quei giorni, e in quelli successivi, ci sono stati altri episodi di cui si è parlato e altri di cui si è taciuto. Una studentessa inglese uccisa a Perugia, due uccisi e 7 feriti a Guidonia dove un ex-ufficiale dell'esercito si è divertito a fare il tirassegno, un figlio che uccide la madre e va tranquillamente a lavorare, un ex-pugile che stermina la propria famiglia (5 uccisi).
Ma di un solo episodio si è parlato e straparlato fino a farlo diventare una specie di dimostrazione esemplare di una tesi precostituita, cioé di quello di Roma, in cui l'assassino era uno straniero, e la vittima un'italiana.
Questo singolo episodio è stato montato ad arte e ha portato a una quasi crisi internazionale,a deliranti richieste/proposte da parte di politici italiani di espulsioni di massa, a richieste e decreti legge incostituzionali per fronteggiare un'emergenza (l'ennesima emergenza)la pubblicazione di statistiche false e fuorvianti per supportare tesi improponibili e chi più ne ha più ne metta.
La confusione di termini, le semplificazioni e i dati parziali estrapolati dal contesto servono alla bisogna, ovvero all'obiettivo di dimostrare che "la gente si sente insicura e quindi c'è una emergenza".
Se guardiamo ai dati reali la teoria in voga ora che gli stranieri in quanto tali ( portino criminalità risulta essere semplicemente una fanfaluca razzista e xenofoba.
Basta leggere la sintesi del rapporto del Ministero dell'interno per scoprire che "A un 5% di immigrati regolari in Italia è ascrivibile, infatti, un tasso del 5% di criminalità, con un rapporto tra le percentuali pari a quello rilevabile per i reati commessi da cittadini italiani.".
Insomma è nero su bianco che gli immigrati regolari sono criminali esattamente quanto gli italiani, né una virgola in più nè una virgola in meno.
Ovviamente la percentuale si alza enormemente tra chi non è in regola visto che il fatto stesso di non essere in regola è diventato un Reato penale, laddove dovrebbe essere soltanto un reato amministrativo.
Ma passiamo alla questione omicidio, il delitto sicuramente più grave e odioso, da cui si può capire se vi sia, in un paese, una situazione di emergenza criminalità o sicurezza.
Bene, consultando il rapporto sulla criminalità del Ministero degli Interni (scaricabile in PDF dal sito dello stesso) si viene a sapere che gli omicidi volontari sono passati dai 1901 omicidi del 1991 ai 601 del 2005, il che significa che oggi gli omicidi sono un terzo di quelli che erano nel 1991, nonostante il numero di cittadini stranieri sia da allora aumentato vistosamente.
Se poi consideriamo che gli omicidi non sono tutti da collegare al crimine organizzato o alla cosiddetta "microcriminalità" ma naturalmente ne fanno parte anche i crimini per altri motivi tra cui quelli all'interno del nucleo familiare, questi sì in aumento, abbiamo una visone diversa del problema.
Consultando le tabelle si scoprono altre cose, per esempio che per quanto riguarda il movente, sempre nello stesso periodo, i delitti da criminalità organizzata calano da 340 a 121, quelli da furto/rapina da 120 a 53, mentre quelli familiari/passionali crescono in cifra assoluta da 97 a 192, diventando il primo genere di delitto in Italia. Si grida all'aumento della criminalità, ma invece bisognerebbe allarmarsi per il deteriorarsi dei rapporti familiari ed interpersonali, sempre più basati sulla violenza, in particolare quella dell'uomo sulla donna, come sottolineato da questo articolo
con interventi di Wu Ming1 ed altri a cui rimando per approfondire l'argomento.
Ma tornando un attimo alla questione omicidi, si è affermato, per giustificare l'isteria, che "i Rumeni compiono il 15% degli omicidi commessi da stranieri". Questa frase è stata scritta, tanto per rendersi conto dei tempi in cui viviamo, da Corrado Augias su "La Repubblica", ovvero non da un giornalistucolo qualsiasi su un giornaletto di provincia, ma da una persona di cultura, autore di svariati saggi e, si presume, di acuta intelligenza, sul più diffuso ed autorevole quotidiano italiano.
Bene, questa frase, non significa e non dimostra nulla. In effetti come ha scritto Wu Ming in un altro blog : "Il 15% degli stranieri arrestati per omicidio è composto da romeni, va bene, ma il 15% di cosa?
Il 15% di 74.
Di 74 omicidi commessi da stranieri in Italia nell’anno 2006.
Ergo: una decina di romeni arrestati per omicidio.
Su circa un milione di romeni presenti in Italia.
Cioè *un romeno su centomila* è arrestato per omicidio.
Un numero irrisorio, a dir poco ridicolo.
Stessa situazione per gli stupri: i romeni sono il 16% di 62 arrestati stranieri per stupro.
Cioè, anche in questo caso, una decina di stupratori.
In un paese dove si commettono sette stupri al giorno, quasi tutti commessi da italiani in famiglia.
Su queste cifre irrisorie si basa la falsità che porta al pogrom. Su questa non-emergenza è scattata l’isteria di un’intera nazione.
"
Isteria che si è manifesta attraverso le dichiarazioni deliranti dei vari Fini- Casini, (una coppia comica degna del duo Gianni-Pinotto) che hanno proposto l'immediata espulsione di 200.000 (o 250.000) stranieri, non si sa bene scelti sulla base di cosa ( Ogni anno vengono espulsi tra l'altro più di 80.000 stranieri).
Che queste siano parole dette in libertà, senza collegare il cervello e rivolte a persone che qaundo ascoltano hanno il cervello altrettanto scollegato è comprensibile riflettendo un attimo su Cosa questo comporterebbe se attuato, ovvero mobilitazione dell'esercito, rastrellamenti casa per casa, creazione di campi di concentramento (i CPT non basterebbero di certo) treni piombati con "danni collaterali" (leggi morti ammazzati) inclusi.
Certamente esistono sacche di povertà estrema e, quindi, di criminalità da monitorare con attenzione, e ci vuole, nel caso, una più severa applicazione della legge, ma quello di cui non c'è assolutamente bisogno è la diffusa isteria accompagnata dalla demonizzazione di intere popolazioni, che in Italia, lavorano, pagano affitti da capogiro per vivere in appartamenti miserrimi, vengono sfruttati, e ogni tanto qualcuno di loro muore cadendo da impalcature, senza che la famiglia riceva un solo euro, o qualche giornale trovi la notizia abbastanza interessante da meritare la pubblicazione.
Altre riflessioni interessanti le trovate qui e qui

mercoledì, novembre 07, 2007

Joss ed Eliza di nuovo insieme!



No, non mi sto dedicando al gossip, e nemmeno è il titolo di una telenovela.
Per chi avesse poca dimestichezza con la serie Tv "Buffy l'ammazzavampiri" Joss è Whedon, il creatore della serie, ed Eliza è Eliza Dushku, già Faith (ovvero l'ammazzavampiri "cattiva", nonché concorrente della protagonista, nella stessa serie e nel suo spin-off, Angel.
La notizia, che sta facendo ovviamente il giro della rete, è che a breve ci sarà una nuova serie televisiva, che per la prima volta rivedrà insieme due protagonisti del più cult dei telefilm degli ultimi dieci anni.
Certo non è il famoso spin-off annunciato a suo tempo con Faith protagonista, ma insomma, è quanto più si avvicina, e potrebbe pure essere migliore.
La nuova serie si chiamerà DollHouse e pare che racconti di un gruppo di persone tenute dentro una casa (Dollhouse). Queste persone vengono usate per delle missioni, hanno personalità, abilità etc che vengono "riscritte" di volta in volta prima di ogni missione, sono come dire delle "lavagne umane".
La trama può ricordare vagamente cose come Nikita o "Dark Angel".
La serie sarà prodotta dalla Fox, cosa abbastanza strana se si pensa che la Fox non ha lasciato buoni ricordi a Whedon, avendogli cancellato la serie Firefly (con qualche ragione, a mio avviso) e nemmeno ad Eliza, avendole chiuso Tru Calling (con meno ragioni, IMHO)
La serie stavolta sarà prodotta dalla stessa Eliza Dushku, e vedrà altri sceneggiatori di Buffy/Angel all'opera, tra i quali Tim Miner, a cui si devono alcuni degli episodi migliori delle sopracitate serie.
Per il momento sono assicurati 7 episodi (pochini, diciamolo) che potrebbero essere trasmessi negli States a partire da questa primavera.
Sciopero degli sceneggiatori permettendo, naturalmente.
Io, per mia parte, sto già salivando all'idea.


Stavolta se quelli della Fox fanno gli Str...non avere pietà, Faith!

martedì, novembre 06, 2007

Addio, Barone Liedholm



E' morto all'età di 85 anni Nils Liedholm.
Giocatore di calcio prima ed allenatore poi, è uno di quei pochi personaggi sportivi che hanno lasciato un ricordo indelebile.
Il suo nome è legato sopratutto a due società di calcio italiane, il Milan e la Roma.
Con il primo giocò da calciatore per molti anni, vincendo quattro scudetti e formando con i suoi compatrioti Green, Nordhal, il leggendario gre-no-li, un terzetto di campioni che fece la storia del calcio italiano (e svedese) degli anni 50.
Successivamente conquistò con il Milan il decimo scudetto della storia rossonera, con una squadra che schierava un Rivera trentaseienne ed un centravanti, tale Stefano Chiodi, che passò alla storia per non aver segnato un solo gol su azione in tutto il campionato.
Alla Roma ebbe esperienze solo da allenatore, ma non per questo meno esaltanti: la prima esperienza a Roma fu a metà degli anni 70, in cui prese per mano la "Rometta" di allora e la condusse ad un inaspettato terzo posto. Qualche anno dopo, lasciato il MIlan campione d'Italia, ci riprovò a Roma, questa volta con altre ambizioni.
La Roma di Liedholm era composta da campioni quali Conti, Pruzzo, il capitano Di Bartolomei ed un geniale brasiliano che si chiamava Falcao. In più sfoggiava un gioco insolito per il calcio italiano di allora, fatto di catenaccio e asfissianti marcature ad uomo. La zona di Liedholm, un calcio fatto di tanti passaggi, gioco d'attacco e divertimento, fece epoca. Con quei giocatori e quel gioco Liedholm vinse uno storico scudetto nella stagione 1982-83,e sfiorò l'impresa epica l'anno successivo portando la squadra giallorossa ad un passo dalla conquista della Coppa Campioni, persa alla lotteria dei rigori.
Poi tornò a Milano, nel Milan che si preparava a trasformarsi da società di calcio ad industria del divertimento con l'arrivo della presidenza Berlusconi.
Anocra a Roma, per un terzo posto sorprendente, con il lancio di tanti giovani, tra cui Giuseppe Giannini, detto il principe. Da lì in poi i risultati incominciarono a mancare e il "barone" come venne chiamato per la eleganza nel portamento e la classe che lo contraddistingueva, si fece da parte, dedicandosi alla vinificazione nella sua tenuta del Piemonte.
Di lui mi rimangono impresse le sue battute, ironiche e sorprendenti come quando dichiarava che "Avellino è squadra più forte del mondo"o "Barbadillo è forte quasi come Pelé"
O come quando, per giustificare qualche gol sbagliato dai suoi giocatori diceva " terreno era umido ha sbagliato i tacchetti" sempre con il suo incredibile accento svedese.
La sua ironia era infatti impagabile, come quando a chi domandava quale fosse stata la sua migliore partita da calciatore rispondeva "la finale Svezia Brasile"
-Ma avete perso 5 a 2! - chiedeva sbalordito l'intervistatore
-Sì, ma io sono uscito sull'uno a zero per noi- rispondeva Nils.
Insomma un personaggio del calcio antico, quando era ancora principalmente uno sport e non un'industria, da vivere o guardare con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta.
Per questo lo ricordo, con affetto e nostalgia.
Che la terra ti sia lieve Barone Nils.

domenica, novembre 04, 2007

Videologia 11: The Cure - Lullaby



The Cure sono stati forse i più famosi rappresentanti di quella corrente musicale (e non solo) denominata "DArk".
In questo video raggiungono forse l'apice dell'espressività Dark. Robert Smith, il cantante, è nel suo lettino assalito da incubi di ogni tipo e specie, ragnatele che scendono da ogni dove, il tutto sottolineato da una musica incalzante e ossessiva.
Alla fine è inghiottito da una strana entità.
Molto, molto inquietante.

mercoledì, ottobre 24, 2007

R.I.P Paul Fox



Mi è giunta notizia, attraverso il blog su MySpace di phil Swill Odgers, già chitarrista dei Man They Couldn't Hang, della morte di Paul Fox, chitarrista di una delle migliori Punk band della seconda ondata ovvero The Ruts.
Fox aveva iniziato suonando rock progressive all'interno di una band di una comune Hippy, poi dopo la chiusura di questa si era trasferito a Londra dove aveva suonato jazz fusion e Pub rock, fino a che non era stato coinvolto nella formazione dei Ruts, un gruppo che si proponeva di fare meglio quello che era già stato fatto. In effetti The Ruts era una Punk Band che "sapeva suonare", eccome. Capitanata dalla carismatica figura di Macolm Owen sapeva mischiare l'energia e lo spirito ribelle del punk con altre ritmiche sopratutto quelle caraibiche del Reggae, come nella fantastica Jah War. il gruppo era anche connotato politicamente e schierato a fianco dei movimenti che combattevano le recrudescenza razziste e fasciste. A testimoniare la loro grandezza un solo Lp "The Crack". La morte di Owen per overdose infatti pose fine prematuramente alla loro storia. In realtà i superstiti continuarono come Ruts DC producendo almeno un capolavoro. Animal Now, pieno di ritmiche reggae e momenti quasi free-jazz. Dopo lo scioglimento definitivo Fox continuò a suonare in vari gruppi tra cui i Dirty Strangers, una sorta di piccoli ROlling Stones, che infatti ebbero l'onore di avere come ospiti in un loro disco nelle figure di Keith Richards e Ron Wood. Fox si guadagnò la stima anche di due leggende della chitarra, come Pete Townsend e Jimmy Page, prima di ritirarsi negli anni 90 a vita privata. Il nuovo secolo lo vide ritornare sulle scene con altri progetti ed un concerto di reunion con i vecchi compari dei Ruts, Jennings e Ruffy con Henry Rollins alla voce.
Voglio ricordarlo con questa versione di Babylon's Burning dei Ruts, un anthem potente e raffinato al tempo stesso.
See you up there, Paul

lunedì, ottobre 22, 2007

Di tutto un po'(p)

Ci sono varie cose accadute nella settimana su cui mi vengono in mente pensieri che non condivido, come direbbe un personaggio di Altan.
In ordine sparso Radiohead, diritti d'autore, Primarie, Weltroni (o Veltroni), Mastella, Nobel....
Partiamo da quella più importante:
I Radiohead hanno distribuito in rete il loro ultimo album, al prezzo stabilito dall'utente: Un coro di Straordinario! rivoluzionario! bene bravi, bis ha accolto la notizia.
Tutto ciò non fa che riconfermare il mio giudizio su quanto ignoranti e leccapiedi siano i giornalisti italiani. Ora io non ce l'ho su assolutamente con i Radiohead, anche se non mi fanno impazzire, ma mi pare che la loro sia stata un'abile, e anche intelligente, mossa pubblicitaria, ma assolutamente non una Rivoluzione.
Innanzitutto di dischi scaricabili gratuitamente in rete (o acquistabili ) e non solo di dischi, ce n'è una barcata, basta informarsi un minimo: Certo magari posso capire che Alessio Lega non sia importante (per i massmedia) quanto I radiohead, ma i Nine Inch Nails che hanno messo a disposizione le tracce audio del loro ultimo album forse lo dovrebbero essere.
In ogni caso i radiohead sostanzialmente fanno quello che hanno fatto molti, cioè vendono la loro musica direttamente al consumatore, l'unica differenza è che il prezzo è stabilito dall'utente. si va quindi dai pitocchi che danno niente (ma avrebbero comunque scaricato col P2P a gratis), a chi dà anche 10 o 15 euro.
E almeno 350.000 persone hanno prenotato la versione in CD con vari extra, libretto fotografico ed altro alla non troppo modica cifra di € 40.
Insomma, tenuto conto che le royalties reali sono il 5% del prezzo di vendita ovvero uno solo dei 21 euro che vi chiedono al negozio (il che dimostra che la storia della tutela del diritto d'autore è una fanfaluca)e che in tre giorni sono stati scaricati un milione e mezzo di "album" è evidente che i quattro abbiano guadagnato molto di più di quanto avrebbero guadagnato con il metodo tradizionale, e per giunta avendo un ritorno pubblicitario e d'immagine che nemmeno Madonna e Britney insieme.
Di fatto il disco uscirà a gennaio, inevitabilmente e giustamente perché non tutti hanno internet, e quindi tutto rientrerà nella norma.
Rivoluzione? direi di no. La rivoluzione vera ci sarà se i grandi artisti decideranno di unirsi e mettersi in proprio, e di vendere i dischi (in rete o meno) a dei prezzi sensati, e non da furto come quelli attuali.
Intanto, c'è qualcuno che fa proposte serie sul diritto d'autore, il file sharing etc
****

Ci sono state le primarie del Nuovo Partito Democratico (democratico-Cristiano aggiungerei).
NOn si sa bene quale fosse lo scopo di queste "elezioni", Ho ricevuto due manifestini elettorali e in nessuno di questi c'era spiegato perché mai avrei dovuto sprecare parte del mio tempo di un giorno festivo per recarmi al Gazebo ( o al Gabibbo, come direbbe la mia portinaia) e votare.
Anche perché il risultato finale è stato il più scontato che si potesse avere: stravittoria di Walter Veltroni, esattamente lo stesso risultato che si sarebbe avuto se al posto di votare in 3 milioni e passa avessero votato in, diciamo, 1000.
Il che dimostra ancora una volta quello che già si sapeva: le elezioni non servono a decidere chi (ci governa, si oppone, si candida, ci sindaca ecc.) ma a legittimare chi (ci governa, si oppone, si candida, ci sindaca ecc.)
In ogni caso ogni elettore doveva versare un obolo di almeno un euro (come vedete non solo i Radiohead hanno queste idee brillanti, d'altro canto Veltroni è una popstar, non lo vedete che aria da eterno adolescente ha? mejo de McCartney e Jagger, e poi a uno a cui piace Giovannona Coscialunga, idee geniali del genere vengono in mente così, con un battito d'occhiale).
Almeno un euro, dicevo. La compagna Afef (compagna di Tronchetti Provera, che avete capito?) ne ha versati 50, così ci informano le cronache . Se alle prossime elezioni la Afef sarà candidata per il PD, come si sussurra, e voi no, sappiate che il motivo è che voi avete versato solo un euro, e lei ben cinquanta. Pitocchi siete stati e questo è quel che vi meritate.
Ecco cosa succede ad avere il braccino!
Ma torniamo a Walterino e all'obolo. Se la matematica non è un'opinione, e se realmente ci sono stati 3 milioni e mezzo di elettori significa che sono stati raccolti 3 milioni e mezzo di euro. Più 49 euro in più della Signora Tronchetti.
IL tutto per eleggere uno che pronuncia frasi come la seguente: - L'Italia ha bisogno di un partito che si proponga di dare cultura di governo al bipolarismo italiano.. e ancora "- Se le parole hanno un senso, questo significa che il Partito democratico nasce per superare l'idea che quel che conta è vincere le elezioni."
Giuro che l'ha detto realmente!
E a sto punto i 3 milioni e mezzo non era meglio tenerseli, o darli in beneficenza?

***
News dal Governo
Di Pietro ha chiesto le dimissioni di Mastella.
Mastella ha replicato dicendo che Di Pietro è un analfabeta del diritto.
Sono d'accordo con entrambi.
****
IL premio Nobel Watson ha dichiarato che gli africani sono meno intelligenti dei bianchi.
Il premio Nobel per la letteratura Doris Lessing ha dichiarato che L'IRA (nel senso dell'Irish republican Army) è stato peggio dell'11 settembre, che in fondo non è stato sto granché.
Ipotesi scientifica su cui lavorare: ma che per caso i Nobel li danno solo ai rincoglioniti?
Ipotesi alternativa: vincere il Nobel rincoglionisce.

That's all folks!

giovedì, ottobre 18, 2007

Videologia10:The Pogues-Fairytale of New York


Da sempre il Natale è tempo di retorica, buoni sentimenti, tonnellate di melassa ipocrita e via discorrendo. Altrettanto deleterie e stucchevoli sono le canzoni di Natale. Eppure c'è sempre l'eccezione che conferma la regola.
E chi se non i Pogues, questa banda di pazzi bevitori di birra irlandesi poteva sfatare questo luogo comune e sfornare una canzone di Natale che fosse sì dolce e romantica, ma anche aspra, tragica,triste e gustosa come un boccale di Guiness?
La canzone è Fairytale of New York, cantata da Shame Mc Gowan con la splendida (e sfortunata) Kirsty MC Coll.
La canzone narra di due amanti che ricordano i vecchi tempi, quando erano giovani e pieni di speranza e illusioni. Il tempo è passato lasciando rimpianti e delusioni. I due si insultano (You're a bum,You're a punk, You're an old slut on junk....Happy Christmas your arse!) ma alla fine non possono che augurarsi Buon Natale, ancora una volta.
Da ascoltare e riascoltare, con un boccale di Birra e una lacrimuccia nell'occhio.

mercoledì, ottobre 17, 2007

Storace- Montalcini: ovvero del fascismo giovanilista

Questa settimana, tra le varie cose, è stata caratterizzata da una delle tante odiose buffonate fascistoidi ( in questo caso direi fasciste senza mezzi termini) che caratterizzano questi tempi tristi e dementi. Mi riferisco alla vergognosa aggressione organizzata da Storace e vari giovinastri nei confronti della scienziata, nonché Senatrice a vita Rita Levi di Montalcini allo scopo di intimidirla e costringerla alle dimissioni.
Sarebbe facile però liquidare la cosa come una bravata di un politicante in cerca di visibilità, e limitarsi ad una scrollata di testa e di spalle.
Qualche riflessione, invece, va fatta.
In effetti ho il sentore che questa iniziativa, oltre a non essere stata condannata con la dovuta forza dalla sempre più pavida sinistra ( ma ormai non bisogna dire più sinistra, bisogna dire "democratici") abbia in realtà raccolto una certa dose di simpatia, di "ma vabbè, in fondo ha ragione, anche se sbaglia i metodi".
Perché questo? La risposta va cercata nel giovanilismo imperante, nel profondo disprezzo che ormai accompagna le persone anziane, che sono viste nel migliore dei casi come simbolo di decadenza fisica, nel peggiore come dei "riconglioniti" di cui liberarsi il più presto possibile. Un tempo, invece, la terza età era considerata l'età della saggezza, l'età della piena maturazione in cui una persona, proprio grazie allo scorrere del tempo e all'esperienza fatte, poteva consigliare le persone più giovani, non per imporre il proprio parere, ma per aiutare gli altri a prendere le giuste decisioni.
Da questo punto di vista, sarebbe molto meglio avere al Senato una persona di grandissima intelligenza ed esperienza, piuttosto che bellocce decelebrate come le varie Brambille e Carlucci.
Ma il punto di vista prevalente è, invece, opposto.
L'importante è essere giovani, possibilmente fotoigienici, e con un ricco portafoglio.
Questo riflette, naturalmente, la organizzazione sociale ed economica. Ormai chi è sopra i 50 anni viene rifiutato dal mondo del lavoro, che preferisce gente più giovane (e più precaria, incidentalmente).
Riflette anche il darwinismo sociale esasperato, dove i più deboli devono soccombere e lasciare spazio ai più forti.
Non è un caso che uno dei film di maggior successo della stagione sia stato 300 un film che esalta la società spartana, quella dove i portatori di handicap venivano ammazzati.
Un film pieno di quella etica che potremmo definire "fascista"
E qui torniano al punto di partenza: Giovinezza giovinezza si cantava durante il ventennio....

lunedì, ottobre 15, 2007

Una piccola ma luminosa idea...


..per diminuire il riscaldamento globale.
Basta cambiare le proprie lampadine con lampadine a basso consumo energetico. Queste ultime consumano un quinto di una lampadina normale. Certo ci sono altre cose che usate in casa e continuano a consumare come prima: lavapiatti,lavatrici, televisore, il vostro computer. Però sostituendo tutte o parte delle lampadine delle vostre stanze potete risparmiare una quantità notevole di energia. Diciamo sui 300 KW all'anno. un'inerzia naturalmente. Ma se un po' di persone facessero questo il risparmio complessivo sarebbe notevole. Diciamo una nuova centrale (magari a carbone) in meno? Digiamolo, digiamolo, digiamolo pure...

venerdì, ottobre 12, 2007

Sciocchezzaio Democratico

Un paio di giorni fa mi è capitato di leggere l'intervista ad una dei 35.000 (o 40,000) candidati per le prossime elezioni del partito democratico.
La signora, naturalmente rappresentante della "società civile", e altrettanto ovviamente imprenditrice, dopo aver annunciato che "bisogna rivalutare la meritocrazia" (ma che novità!) confessa di sognare "una politica libera dall'ideologia".
Beh, sognare non costa nulla.
Io sogno da tempo una lingua che si possa parlare senza conoscere la sintassi e la grammatica.
Chissà, si potrebbe mettere anche questa all'ordine del giorno.

mercoledì, ottobre 10, 2007

Tremate, tremate...gli Zombie son tornati!


28 Settimane dopo è il titolo del seguito di 28 giorni dopo (che fantasia eh?).
Diretto dal pressoché sconosciuto Juan Carlos Fresnadillo, ma comunque prodotto da Danny Boyle, regista del precedente nonché del celeberrimo Trainspotting. è l'ennesimo rovesciamento della vecchia regola che dice che il seguito deve essere obbligatoriamente inferiore al primo.
Infatti, per quanto il primo film fosse un ottimo zombie, il seguito risulta nettamente superiore, e non solo perché, come Wes Craven insegnava in Scream 2, i seguiti hanno "più sangue, più morti" ( e questa regola viene ancora una volta rispettata), ma perché il film risulta essere più originale del primo, e si basa su una idea assolutamente innovativa e sovversiva dal punto di vista narrativo.
Il film si apre non da dove si chiudeva il primo, ma da un punto intermedio. L'azione è contemporanea allo svolgimento del primo film, ma parallela. Una coppia. rifugiatasi in un casolare presso altre persone, viene aggredita dagli Infetti. Il marito, interpretato da Robert Carlyle, attore feticcio di Ken Loach e interprete del noto "Full Monty", fugge di fronte al pericolo, lasciando la moglie (Catherine Mc Cormack) in balia degli zombie. 28 settimane dopo, gli infetti sono tutti morti, Londra, sotto la sorveglianza di un contingente della NATO, sta iniziando a rivivere, i Profughi tornano a casa ripopolando la città. E' così che l'uomo può riabbracciare suo figlio e sua figlia. Poco dopo i due, allontanatisi dalla zona di sicurezza, troveranno la madre incredibilmente ancora viva.
Ma il momento in cui la famiglia si riunisce è anche il momento in cui il caos e la distruzione tornano più forti di prima.
Di più non voglio dire, per non rovinare la visione a chi volesse vederlo.
Mi limito a spiegare che l'idea sovversiva del film è quella di aver messo al centro della storia la famiglia, ma con implicazioni del tutto diverse da quelle che di solito siamo soliti vedere in casi del genere.
Il film si fa apprezzare per un ritmo sostenutissimo,un montaggio serratissimo, una colonna sonora perfetta, e un sottotesto ( in realtà ben più di uno) di grande spessore.
In sostanza, se non lo vedete siete dei sarchiaponi!
Quattro stellette e mezzo.

lunedì, ottobre 08, 2007

Quando il rock è solidale



Il 29 e 30 settembre si è tenuta a New York, patrocinata da MTV, la Clinton Global Initiative, una tavola rotonda dedicata al problema della povertà nel mondo e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di importanti artisti impegnati nel sociale quale Bono, Alicia Keys e Shakira. Proprio quest'ultima si è distinta non solo per il bel discorso che ha tenuto nell'occasione, o per l'ottima performance che ha chiuso la kermesse, ma per aver consegnato 40 milioni di dollari raccolti dalla fondazione Alas (una fondazione che riunisce artisti ed intellettuali del Sudamerica) a favore dei terremotati del Perù e Nicaragua a cui l'artista ha aggiunto 5 milioni di tasca sua per i bambini poveri del Sudamerica.
Soffocata da altre notizie evidentemente ritenute più importanti dai nostri giornali, quali il problema dell'affidamento dei figli di Britney Spears(un problema che mi tiene sveglio la notte) o il ravvedimento di Paris Hilton, il matrimonio di Pamela Anderson, le bizze di Lidnsay Lohan e quant'altro , questa importante iniziativa è passata inosservata, eppure sarebbe importante dare spazio anche agli esempi positivi che vengono dal mondo dello spettacolo e della musica, e non solo a quelli negativi.
Ma evidentemente la solidarietà si vende meno bene della stupidità e della finta trasgressione.
Io non posso invece che complimentarmi con gli organizzatori dell'evento e, ancora una volta, ribadire la mia ammirazione per Shakira, ed augurargli di rimanere sempre così come è. Semplice, altruista, vera. Una stella vera che brilla in un panorama fatto di egoismi e mediocrità.

sabato, ottobre 06, 2007

Autogestione? No, Bicigestione!!


Per fortuna, al mondo, oltre che guerre, dittature, morti per fame, politici corrotti ed industriali corruttori, ci sono anche persone che si alzano in piedi e reclamano i propri diritti, andandoseli pure a prendere senza chiedere il permesso a nessuno.
E' il caso dei lavoratori e lavoratrici della Bike Systems GmbH a Nordhausen, che dal 10 luglio 2007 occupano la fabbrica, hanno deciso di riprendere la produzione di biciclette in autogestione.
La fabbrica rischia infatti lo smantellamento e la svendita e allora gli operai hanno preso in mano il timone, come è successo in Argentina dopo il crollo del 2000 e come successe, andando più indietro nel tempo, nella Spagna durante la Guerra civile Spagnola.
Tra l'altro attraverso il sito Strike-Bike è stata lanciata una campagna per vendere 1800 bici e far proseguire l'autogestione.
Gli operai e le operaie stanno lavorando insieme al sindacato anarcosindacalista FAU (Freie Arbeiterinnen- und Arbeiter-Union, "sindacato libero delle lavoratrici e dei lavoratori").
Hai capito Scalfari? Questo fanno gli anarcosindacalisti! Altro che difesa del "particulare" e raccolte di firme per progetti di legge ambigui!
La mia solidarietà alle lavoratrici e lavoratori, e se caso mai servisse una bici...

venerdì, settembre 28, 2007

Birmania


Paese retto da una dittatura militare fin dal 1962, con qualche timido e fallito tentativo di democratizzazione. la Birmania è oggi, finalmente, sulle pagine dei media occidentali. La causa è la protesta dei monaci buddisti, che sono un importante riferimento per la popolazione, l'unico contrappeso rimasto allo strapotere dei militari dopo la repressione anti-studentesca del 1988 e l'annullamento delle elezioni del 1990, che avevano visto vincitori i partiti democratici, e il conseguente imprigionamento della leader democratica Aung San Suu Kyi.
Oggi i Monaci sono in piazza, e larga parte della popolazione li segue, difendendoli anche con la forze, se è il caso.
La repressione sanguinosa non si è fatta attendere. Si parla di 35 morti ed è stato anche ammazzato un reporter giapponese, tanto per far capire che non si vogliono scocciatori e testimoni.
Per il momento il mondo che si dice democratico sta assistendo abbastanza impassibile a quel che sta avvenendo, limitandosi a qualche timida protesta formale.
Non c'è da stupirsi, visto che, finora, il regime Birmano aveva goduto di una totale impunità, complici anche gli interessi di alcune compagnie petrolifere, tra le quali si segnala la Unocal, guarda caso la stessa società che ha forti interessi in Afganistan...
Anche la Cina ha interessi in quella località e, insomma, pare che a nessuno dei potenti interessino molto diritti umani e democrazia quando in ballo ci sono interessi economici.
Non è una novità.
Ma oggi c'è un nuovo protagonista, l'opinione pubblica mondiale, ed è questa che deve mobilitarsi per dare una spallata all'oppressivo regime militare che domina la Birmania.
Insomma, è compito nostro.
PS
Nel sito di Amnesty International che trovi nei link SOlidali in uqesta stessa pagina c'è un appello. L'invito è di firmarlo e farlo firmare.

domenica, settembre 23, 2007

Videologia 9: David Bowie-China Girl




Piccolo passo all'indietro: siamo nel 1983 e David Bowie butta fuori questo video, ripescando una canzone da un disco di Iggy Pop del 1977. La canzone è China Girl, coscritta da Bowie insieme a Iggy per l'album The Idiot.
Il video, vedendolo oggi, appare un po' (tanto) anacronistico, e riflette la visione che era diffusa in occidente della Cina di allora. Per cui ecco bandiere rosse, il riso gettato per aria, addirittura il filo spinato ad inizio e fine del video...oggi che la Cina è una potenza economica un video del genere provocherebbe una crisi diplomatica (domanda: chissà se il sindaco Moratti l'ha visto? ).
In ogni caso la canzone è un gran bel pezzo (malignità: per forza non l'ha scritto David!) ed è corredato da un video di indubbia forza visiva, che , tra l'altro, fu censurato in Inghilterra ( e dove, se no?) per via dell'ultima sequenza in cui i due protagonisti fanno l'amore sulla spiaggia, citazione da Hiroshima mon Aour, si presume.
Leggermente inquietante la voce della China Girl, che mi pare decisamente maschile...
e bellissimi questi versi:
My Little China Girl
You shouldn't mess with me
I'll ruin everything you are
I'll give you television
I'll give you eyes of blue
I'll give you men who wants to rule the world

Buona visione.

domenica, settembre 16, 2007

V-DAY (ovvero Grilli e Vecchi Tromboni)

Devo farlo? Devo farlo di dire la "mia" sullo strepitosa, grande, inarrivabile, geniale V-day? Devo dire la mia su questa ennesima dimostrazione del qualunquismo anarcoide di questo popolo che non si decide a diventare maturo e responsabile?
E va bene diciamola, partendo da alcuni dati di fatto:
1) la manifestazione denominata V-DAy (cioè giorno del vaffanculo, e a sto punto mi chiedo perche non F-day ovvero Fuckoff day, se fate gli "americani" dimostrando tra l'altro un conformismo preoccupante, con tanto di scopiazzatura del logo di un recente film Hollywoodiano, fatelo almeno fino in fondo) è stata un incredibile successo. infatti, che quasi mezzo milione di italiani si ritrovino nelle piazze per una manifestazione che non aveva avuto alcuno spazio sui mass-media corporativi, né appoggi da partiti o sindacati di qualsivoglia tipo, ma solo attraverso Rete e passaparola, è il fatto più importante e innovativo di tutta questa questione.
2) Lo scopo della manifestazione dichiarato era quello di raccogliere firme per una proposta di legge: questa proposta di legge è un mix di giustizialismo Americanismo e giovanilismo.
Infatti si propone di non avere più inquisiti in parlamento ma uno può essere stato inquisito per aver bloccato treni che trasportano rifiuti inquinanti o carri armati oppure per mafia, sono cose differenti. Ci si dimentica inoltre che un inquisito potrebbe essere anche innocente. La candidatura di Enzo Tortora ebbe una importante valore simbolico e politico, a suo tempo. Scelta dei candidati come in america, peccato che in america, essendo i partiti delle scatole vuote, dei semplici comitati elettorali, ecco che la democrazia diventa plutocrazia(avete mai sentito di operai candidati al senato americano?) chi scrive ha poi potuto verificare in cosa consistano realmente le primarie: i partiti scelgono il candidati e gli elettori avvallano la scelta. Tutto qua. il voto di preferenza, poi, non cambia nulla nella logica elettorale, le candidature verrebbero decis ed ai partiti, come ora.
Infine l'idea che uno possa essere deputato per due sole legislature è talmente ingenua da sfiorare il candore: non c'è solo la ragione opposta dai critici della "Grillata" che in questo modo si perda l'esperienza maturata e si hanno in continuazione dei novellini inesperti. In realtà un deputato potrebbe semplicemente prendersi una pausa di una legislatura o riciclarsi nei parlamenti regionali od europei. ,Insomma, si vorrebbe evitare il crearsi di una casta di politici professionisti, ma in realtà di finirebbe solo con l'aumentarne il numero.
Inoltre niente ci assicura che il nuovo parlamento di "onesti" ed imberbi possa rapidamente trasformarsi in quello che era prima, o peggio. Potrebbero, una volta eletti, cancellare queste "radicali riforme" e torneremmo al punto di partenza.
In effetti, nello schema grilliano, non viene messa in discussione la logica della delega, e non cambia nulla nel rapporto tra rappresentante e rappresentato, o tra dominato e dominante.
Ma la cosa più discutibile della proposta di legge Grilliana, e che nessuno, che io sappia, ha denotato, e che i proponenti raccolgono le firme per, attenzione, non un referendum, ma una proposta di legge,
Insomma si dice "siamo contro i partiti e il parlamento" ma poi ci si rivolge al Parlamento stesso perché questi approvi una legge contro se stesso ( o contro coloro che ne fanno parte, se preferite)
E perché non dare invece ai cittadini stessi l'opportunità di pronunciarsi con un referendum?
Insomma i nostri antipartiti fanno la stessa cosa che rimproverano ai partiti stessi, anche loro legiferano al di sopra dei cittadini.
Mi ricorda quelli che nel 1905 andarono a chiedere allo Zar di proteggerli contro i nobili: il risultato è che furono massacrati dalle guardie dello Zar.
3) Oggi non si usa più sparare sui dissidenti. Siamo in democrazia perbacco!
La repressione avviene attraverso la manipolazione mediatica. Uno dei mezzi usati dal regime bipartisan, lato destro,è di accusare di terrorismo chiunque osi dire la sua. Il che è eminentemente fascista (a proposito, ma le stragi di Piazza Fontana, treno italicus, piazza della Loggia, Stazione di Bologna chi le ha fatte?)
Quindi ecco l'invenzione che Grillo ha attaccato il defunto professor Biagi eccetera eccetera ( a proposito, ma chi ha tolto la scorta al Professor Biagi, pur sapendo che era minacciato?)
E sul lato sinistro: Sul lato sinistro le cose vanno appena meglio. A parte Michele Serra, per il ritrovamento del quale spero venga preparata al più presto una puntata speciale di "Chi l'ha visto?" con mobilitazione della protezione civile, perché è ormai da un decennio che il corsivista intelligente ed arrabbiato che abbiamo imparato ad apprezzare risulta disperso (qualcuno dice di averlo visto nella redazione di un importante giornale romano, ma la notizia non pare confermata) si segnala Eugenio Scalfari, il guru del giornalismo social liberale italiano, il vate del nuovo partito democratico.
Egli ha scritto uno dei suoi lunghi, ampollosi e confusi articoli, dal titolo "L'invasione barbarica del comico Grillo".
Avrei voluto farne un analisi dettagliata, ma non ne vale la pena. In sostanza secondo lui il movimento (chiamiamolo così) di Grillo è "anarco individualista" anzi è frutto dell'anarco individualismo. Sei righe più sotto l'anarco-individualismo diventa "anarco- sindacalismo" (come se fossero la stessa cosa!). Secondo Scalfari è una cosa inutile in una "democrazia diffusa".
Può darsi, ma che cosa sarebbe una democrazia diffusa? Ed esiste in Italia? a queste domande Il "genio" scalfari non risponde. Lui non è qui per rispondere alle domande, ma per fare affermazioni apodittiche.
Comunque Grillo e i suoi sono dei barbari perchè dicono le parolacce, e difenderebbero dei particolari interessi, Poi tira in ballo Masaniello ed, immancabilmente, Il Partito dell'uomo qualunque che nel dopoguerra...bla bla bla.
Insomma, questi sono cattivoni e per il resto... tutto va bene madama la marchesa!
Ovviamente il Vday c'entra come il cavolo a merenda con l'anarco sindacalismo, poco con il qualunquismo e nulla con Masaniello.
A parte le sciocchezze scritte da Scalfari sul piano ideologico, filosofico e storico, la cosa che colpisce è che Scalfari evita di spiegare per quale motivo mezzo milione di persone si sia mobilitato.
Vittime di allucinazioni collettive? Segno della decadenza dei tempi?
Non si sa.
Il punto che tutti evitano di dire è che, se mezzo milione di persone si mobilitano, su obiettivi e mezzi discutibilissimi, è perché evidentemente c'è qualcosa che non va. E quel qualcosa è sotto gli occhi di tutti: nella sostanza è uno dei tanti segnali della crisi di rappresentanza che attraversa le società occidentali. in sostanza un segnale innegabile della crisi della politica e direi, della democrazia nella sua forma rappresentativa.
Questo in realtà lo sanno tutti, i Casini come gli Scalfari, e proprio per questo fanno finta di non saperlo e cercano di negare il senso reale di quanto avviene.
Per il resto chi scrive ha molti dubbi sulla durata ed efficacia di un movimento che mette insieme chi vuole mandare in galera i lavavetri e chi vuole chiudere le basi Nato, chi vuole la tolleranza Zero e chi vuole più democrazia chi vuole che i partiti funzionino meglio e chi li vuole abolire.Chi non vuole il precariato e chi non vuole i writers. Mille Issues equivalgono a nessuna Issue.
Ma la cosa saliente è che qualcosa si è rotto nell'immaginario di larga parte della popolazione italiana, e gli esorcismi non serviranno a ricomporlo.

sabato, settembre 15, 2007

Videologia 8: Bruce Springsteen-Born In The U.S.A.



Bruce Springsteen è famoso ed apprezzabile per molte cose. Sicuramente tra questa non ci sono i suoi video che, a parte qualche Live, sono alquanto inguardabili. Un'eccezione parziale è questo Born In the USA, che non è un grande video, ma dà degli spunti interessanti di riflessione. Quando video e canone uscirono, nel 1984 (data Orwelliana per antonomasia) parecchi fraintesero, più o meno volutamente, e spacciarono la canzone per un inno nazional-patriottico e Springsteen per un "rocker reaganiano" (un bell'ossimoro). Poi la Storia (e le scelte del Boss) gli hanno dato torto.
Eppure ancora oggi c'è chi insiste nell'equivoco. Vediamo allora cosa dice il testo della canzone.
L'attacco lascia senza fiato: "Nato in una citta di morti, Il primo calcio l'ho presi come toccai il suolo",e dopo il "Born in the Usa" che fa contrappunto evidentemente ironico, se non sarcastico la canzone prosegue "..mi hanno messo nelle mani un fucile e mi hanno mandato ad ammazzare l'uomo giallo.." il protagonista della canzone torna a casa dal Vietnam ( o forse la Corea o forse...) e non trova più il suo lavoro alla fabbrica. Il fratello è anche lui andato in guerra contro i vietcong "Loro sono ancora là, lui se ne è andato del tutto" ovvero è morto.
L'ultima frase non lascia spazio a nessuna lettura patriottica di questa tragedia
"Giù nella penombra dei penitenziari, lontano dai gas delle raffinerie, è da dieci anni che brucio per le strade, nessun posto dove nascondersi, non c'è nessun posto dove andare"
"Nato negli Usa" non è un inno che celebra una appartenenza, nè tantomeno il destino manifesto dell'America o la sua grandezza, ma, anzi, denuncia il sostanziale fallimento del sogno americano. La costituzione degli Stati Uniti d'America proclama il diritto del cittadino americano ad essere felice, ma l'appartenenza a quel popolo non significa automaticamente il raggiungimento della felicità, anzi, è proprio la pretesa grandezza degli USA, il suo voler essere il centro del mondo (guerre comprese) a decretare la infelicità ed il fallimento di milioni di persone.
Il video che accompagna la canzone non è un capolavoro, forse, ma rende bene il senso. e la carrellata finale su uomini e donne che rappresentano "l'altra america", quella dei lavoratori stagionali, dei disocupati degli esclusi, rende bene il senso di questo "Anti-inno"
Springsteen reaganiano?
No way, Man, No Way!
PS
Per vedere il video cliccare due volte, si aprirà la pagina su you Tube

lunedì, settembre 10, 2007

11 settembre: la Grande Menzogna


Domani è un anniversario. L'anniversario del più celebre attentato terroristico di tutti i tempi. L'11 settembre, il crollo delle Twin Towers, la madre (ed il padre) di tutti gli attentati, l'inizio della Nuova Era, l'inizio della Guerra Infinita, come fu ribattezzata in modo curiosamente freudiano, quella che fu poi chiamata con il nome astratto di "guerra al terrorismo" o col più culturale "scontro di civiltà".
Dico subito che intendo celebrare l'avvenimento con una affermazione tanto provocatoria quanto inopinabile. Intendo dire che non credo ad una sola parola della versione dei fatti ufficiale. Ho iniziato ad avere dubbi fin dall'inizio e, questi dubbi sono nel tempo cresciuti. Peraltro sono in ottima compagnia, visto che gli avvocati delle vittime sostengono da molto tempo che la versione ufficiale è falsa. Lo stesso sostengono detective, giornalisti, fisici, ex agenti della CIA, persino senatori repubblicani: Tutti complottisti, tutti antiamericani, tutti psicotici vero?
Ma come si fa a credere, in ordine sparso a: sistemi di sicurezza e procedure che di colpo non funzionano, aerei militari che non decollano, aerei abbattuti dagli stessi passeggeri in eroici quanto improbabili atti di eroismo, aerei che sfrecciano ed entrano nel Pentagono senza che nessuno dei sistemi di allarme e difesa funzionino, e vanno a schiantarsi in zone provvidenzialmente in ristrutturazione, Aerei guidati da novellini non in grado nemmeno di guidare un aliante che, con mira millimetrica centrano grattacieli dopo aver compiuto manovre degnedi esperti piloti militari, liste di passeggeri che non collimano con il numero di persone a bordo, terroristi kamikaze che risultano vivi anni dopo a quando dovrebbero essere morti, terroristi che salgono sugli aerei senza passare al check-in, ed infine palazzi che crollano, anzi, si sbriciolano, solo perchè colpiti da aerei e a causa di incendi parziali che durano poche decine di minuti, e addirittura palazzi che crollano senza essere stati colpiti da aerei né essere in fiamme, come il caso dell'edificio 7.
QUesto solo per dirne alcune ed in ordine sparso.
Sull'argomento finalmente esce un libro, dal titolo ZERO. Perchè la versione ufficiale sull'11settembre è falsa
IL libro vede contributi di persone affidabili e credibili quali Giulietto Chiesa, Gore Vidal, Franco Cardini e Marina Montesano, Lidia Ravera, Gianni Vattimo, Claudio Fracassi, Jurgen Helsasser, Michel Chossudovsky, David Ray Griffin, Thierry Meyssan, Andreas von Bulow, Steven E. Jones, Enzo Modugno, Webster Griffin Tarpley, Barry Zwicker.
Per chi volesse una anticipazione ecco qui l'introduzione del libro.
Credo sia il caso di saperne di più, perché è a partire da quella data che il mondo è cambiato, e non certo in meglio.
Ed il sospetto che qualcuno abbia voluto sfruttare ciò che delle menti perverse in Oriente avevano ideato per potere, in Occidente, rafforzare e creare un sistema di dominio che, con la scusa della sicurezza e della guerra ad un mortale nemico, restringe gradualmente ed irriversibilmente gli spazi di libertà e di democrazia (quella poca che c'era almeno) è molto, molto forte.
PS
Ho trovato la foto che vedete su di un banalissimo blog. Guardatela con un minimo di attenzione e poi ditemi: vi sembrano immagini di un crollo o di una esplosione?

domenica, settembre 09, 2007

Bambole di Pezza in Concerto!



Giovedì sera mi sono voluto togliere uno dei miei dirty pleasure più reconditi. Vedermi finalmente un concerto delle mitiche (per me, si intende) Bambole di Pezza la girlz-rock'n'roll band più amata dagli italiani (beh, mica difficile non ce ne sono altre!)
Le cinque punk-girls si esibivano al Transilvania, un luogo che di vampirico tutto sommato non ha molto, a parte i prezzi della birra , ma quello è cosa comune a Milano.
Peraltro l'ingresso era quasi gratuito, ovvero pagavi la consumazione, che la facessi o no. Comunque dopo l'esibizione di un discreto gruppo metal sono salite sul palco loro: Aika, FranKa, Rox, Dany e Morgana, proponendo il loro scarso (ma non troppo) repertorio con l'aggiunta di una Blitzkrieg Bop dei Ramones che non aveva molto da invidiare all'originale. Devo dire che hanno suonato bene, ne avevo saggiato le doti come opening act dei linea77 (pessimo gruppo secondo me) e dei Meganoidi, mentre me le ero perse prima degli SKa-P. Aika è un vero metronomo, Franka al Basso non si fa notare per vestiti o mosse, ma fa un lavoro molto produttivo, Dany a chitarra voce è una forza della natura, e presenta le canzoni con un senso dell'umorismo invidiabile, alle volte un po volgarotto ma in confronto alla Litizzetto sembra una collegiale, Rox alla voce aggiunge una bella carica di grinta, aggressività e Sex-Appeal, mentre Morgana alla chitarra solista è indescrivibile. Sembra un Keith Richards ( o un Mick Jones forse più giustamente) in versione "bambolesca" si muove con una grazia ed una noncuranza tutta particolare, rifinendo il sound, altrimenti piuttosto scarno, in modo elegante.
Insomma le ragazze ci sanno fare, hanno grinta, look e capacità musicali.
Purtroppo per loro sono italiane, fossero inglesi o americane sarebbero apprezzate e miliardarie.
Però chissenefrega.
Hey Ho! Let's Go!

sabato, settembre 08, 2007

Videologia 7: The Cars- You Might Think



I The Cars erano un intelligente gruppo di poprock americano, che era in grado di proporre una musica orecchiabile ma anche smaliziata e di qualità.
Guidata dal cantante/compositore Rick Ocasek sono stati uno dei gruppo più popolari degli anni 80.
Questo video è il loro capolavoro, una frizzante canzoncina pop dal ritmo e dalla melodia accattivante condita con uno dei più fantasiosi e divertenti videoclip (come si diceva allora) che abbia mai visto.
La storia è quella classica di molte pop-song: lei è bellissima e inarrivabile e lui la perseguita in tutti i modi possibili per farsi notare da lei.
Il video è coloratissimo pieno di idee, humor e riferimenti cinematografici, al punto che bisogna vederlo più di una volta (o anche due) prima di coglierli tutti. Il più evidente è al film King Kong, ma pure lui in sembianze di mosca (questa scena mi fa troppo ridere!) è un rimando all'esperimento del Dr K, poi rifatto poco tempo dopo da Cronenberg con il titolo "La Mosca".
Che dire d'altro? Il video è coloratissimo e geniale, e vinse un pacco di premi (meritatissimi)
Un must.

mercoledì, settembre 05, 2007

Sinistra d'ordine o Nuova Destra?



Il sindaco-Sceriffo Cofferati che sgombera accampamenti di nomadi, e non contento di questo, passa acentri sociali culturalmente attivi, dichiara la guerra ai writers minacciando l'arresto (per il momento, domani magari i lavori forzati) il sindaco di Firenze Dominici che dichiara la guerra ai lavavetri, il presidente della Provincia di mIlano, Penati, che propone di boicottare la RAI e si unisce all'isteria anti-Rom. E come ciliegina il Ministro Amato (mai da me, comunque) che invita perentoriamente a farla finita "con la sociologia da strapazzo" e con la filosofia (il cui significato allude alla ricerca della verità) ed è già tanto che non dichiari che quando sente parlare di cultura le sue mani toccano la fondina della pistola.
E la sinistra d'ordine che avanza, Compatta, rigida, funerea, dalle facce patibolari, intollerante e furba.
Piena di cliché e di battute da avanspettacolo:
"ho applicato le idee di Lenin" delira il Sindaco Dominici.
E su cosa, sul potere dei soviet, sulla trasformazione della guerra imperialista in rivoluzione comunista? su che cosa, ci dica ha copiato Lenin?
Cofferati è , almeno lui, coerente. E' sempre stato Stalinista, faceva il cronometrista in fabbrica, sì insomma, cronometrava i tempi che impiegavano i suoi colleghi per fare il pezzo. Un lavoro ingrato, da spia, che ben si adattava ad un ammiratore di Stakanov. Poi una oscura carriera da ottuso burocrate sindacale, di quelli che vanno avanti per cooptazione e grazie alle conoscenze giuste. Poi il gran salto con quella simpatica sceneggiata sull'articolo 18 e, grazie all'appoggio della stampa borghese, la nomea di leader della sinistra massimalista (nessuno se lo ricorda ma prendetevi un giornale del 2002-2003). Fino alla elezione a Sindaco di Bologna, lui che Bolognese non è.
Di lui mi ha colpito un episodio tra il cialtronesco ed il demenziale avvenuto qualche mese fa a Genova. Era il periodo delle cosidette minacce a Bagnasco. Viene trovato una valigia abbandonata e viene, addirittura, fatta brillare per prudenza estrema. La polizia è cauta e dice che si tratta di una precauzione, Ma "Tex Willer" cofferati ha capito tutto. Non c'è bisogno di prove o di qualche rivendicazione, nemmeno del mitomane di turno. Per lui " e' un atto gravissimo di minaccia alle istituzioni democratiche" ma che cosa? che qualcuno abbandoni una borsa vuota o che la polizia, per obbedire alla paranoia imperante, la faccia saltare in aria?
O si riferiva a se stesso?
Ora, mi si dirà, ma esiste il problema della microcriminalità, dell'illegalità, e non si può ignorare, l'emergenza e blablabla.
Naturalmente è vero che esistono queste cose, ed è giusto e doveroso occuparsene. Ma esistono modi e modi, non si può confondere il disagio e la povertà con la criminalità. e tantomeno si possono criminalizzare i luoghi di ritrovo alternativo al bellissimo mercato. A meno che non si voglia fare un piacere ai bottegai con la scusa della "Legalità".
Ed esistono, sopratutto, priorità.
Che poi ci sia questa "emergenza" rimane da dimostrare. Mi mostrino una statistica che provi un aumento della criminalità.
A morire se lo fanno. E se non lo fanno è semplicemente per una ragione. Che non esiste nessuna emergenza reale.
Esattamente come la "emergenza terrorismo" che si basa non su fatti reali, ma semplicemente sul gridare 10.000 volte al lupo al lupo anche qui si tratta, semplicemente e puramente, di pura campagna mediatica volto a creare attraverso un terrorismo psicologico, la credenza che le cose stiano in un certo modo, perché tutti lo dicono, e quindi, se lo dicono tutti, ergo deve essere per forza vero.
Come diceva il tizio già citato in precedenza " una menzogna detta una volta è una menzogna, ripetuta mille volte diventa verità".
Ma queste sono cose che sappiamo, la novità è che la sinistra, la "nuova sinistra" quella del nascente Partito democratico ( aka il pasticciaccio antidemocratico) si schiera apertamente per la tolleranza zero, il pugno di ferro, la legge e l'ordine e tutto il ciarpame vecchio e nuovo.
Eppure ci sono molti temi, ben più urgenti, nobili, significativi, importanti e decisivi che, chi vagamente ancora si ispira ai valori del socialismo (sempre che si possa ancora parlare di socialismo senza venire arrestati) dovrebbe avere a cuore e che dovrebbe mettere al primo posto.
per esempio
1) il problema del lavoro, dei salari.
2) il problema della precarietà
3) la sicurezza sui posti di lavori
4) il problema dell'ambiente, o vogliamo morire soffocati ma con città senza lavavetri e scritte sul muro ma inquinatissime?
5) il problema della libertà di stampa (siamo al 70 posto mondiale, ne vogliamo parlare?)
6) il problema dell'istruzione della cultura, delle nuove forme di comunicazione, dell'investire in ricerca scientifica piuttosto che nel festival di sanremo.
7) il problema della salute, è possibile che uno che abita in Puglia debba andare a Milano per farsi operare e chi sta a Milano in Svizzera?.
Ed infine il problema della onestà, della lotta alla corruzione.
E mi fermo qui.
Questi sono i temi importanti che andrebbero messi al centro dell'azione di una sinistra che volesse esser riformista. Nei fatti e non a parole.
Ma qui non abbiamo una sinistra riformista, ma una sinistra piccolo borghese e reazionaria, che naviga a vista, tra frasi da baci perugine e proclami da regimetto.
Insomma abbiamo la seconda destra, come scrisse profeticamente Nuto Revelli qualche anno fa.
PS
Il "signore" da me citato due volte è Goebbels, ministro della propaganda nazista.
Chissà che non venga accolto anche lui nel Pantheon degli eroi del Partito democratico. In fondo tra i "saggi" c'è già il revisionista Giampaolo Pansa...

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