sabato, settembre 15, 2007

Videologia 8: Bruce Springsteen-Born In The U.S.A.



Bruce Springsteen è famoso ed apprezzabile per molte cose. Sicuramente tra questa non ci sono i suoi video che, a parte qualche Live, sono alquanto inguardabili. Un'eccezione parziale è questo Born In the USA, che non è un grande video, ma dà degli spunti interessanti di riflessione. Quando video e canone uscirono, nel 1984 (data Orwelliana per antonomasia) parecchi fraintesero, più o meno volutamente, e spacciarono la canzone per un inno nazional-patriottico e Springsteen per un "rocker reaganiano" (un bell'ossimoro). Poi la Storia (e le scelte del Boss) gli hanno dato torto.
Eppure ancora oggi c'è chi insiste nell'equivoco. Vediamo allora cosa dice il testo della canzone.
L'attacco lascia senza fiato: "Nato in una citta di morti, Il primo calcio l'ho presi come toccai il suolo",e dopo il "Born in the Usa" che fa contrappunto evidentemente ironico, se non sarcastico la canzone prosegue "..mi hanno messo nelle mani un fucile e mi hanno mandato ad ammazzare l'uomo giallo.." il protagonista della canzone torna a casa dal Vietnam ( o forse la Corea o forse...) e non trova più il suo lavoro alla fabbrica. Il fratello è anche lui andato in guerra contro i vietcong "Loro sono ancora là, lui se ne è andato del tutto" ovvero è morto.
L'ultima frase non lascia spazio a nessuna lettura patriottica di questa tragedia
"Giù nella penombra dei penitenziari, lontano dai gas delle raffinerie, è da dieci anni che brucio per le strade, nessun posto dove nascondersi, non c'è nessun posto dove andare"
"Nato negli Usa" non è un inno che celebra una appartenenza, nè tantomeno il destino manifesto dell'America o la sua grandezza, ma, anzi, denuncia il sostanziale fallimento del sogno americano. La costituzione degli Stati Uniti d'America proclama il diritto del cittadino americano ad essere felice, ma l'appartenenza a quel popolo non significa automaticamente il raggiungimento della felicità, anzi, è proprio la pretesa grandezza degli USA, il suo voler essere il centro del mondo (guerre comprese) a decretare la infelicità ed il fallimento di milioni di persone.
Il video che accompagna la canzone non è un capolavoro, forse, ma rende bene il senso. e la carrellata finale su uomini e donne che rappresentano "l'altra america", quella dei lavoratori stagionali, dei disocupati degli esclusi, rende bene il senso di questo "Anti-inno"
Springsteen reaganiano?
No way, Man, No Way!
PS
Per vedere il video cliccare due volte, si aprirà la pagina su you Tube

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