domenica, febbraio 13, 2011

Sulla musica commerciale

Qualche giorno fa ho trovato questo post su una paginetta su FaceBook dedicata ad Avril Lavigne-
Il post parla di Avril, ma ovviamente basta cambiare Avril con chi volete voi ed il discorso non cambia.


- oddio, io lo odio questo qui, fa musica commerciale.
- già, e allora non ascol...tarlo visto che fa certa musica.


allora, spieghiamo a coloro che hanno pubblicato una cagata del genere che la musica commerciale non è un reato.
e spieghiamo oltretutto alle fan di Avril, che la sua musica è commerciale, in tutto e per tutto, e non c'è NIEEENTE di male in questo.
io personalmente, ascolto musica commerciale ogni santo giorno visto che passo da Avril ai 30 seconds to mars.
ma non capisco voi, 12enni fissate col fatto che se una canzone viene etichettata commerciale allora fa schifo.
E VISTO CHE AVRIL E' LA NOSTRA DEA ALLORA LEI NON FA MUSICA COMMERCIALE.
Rovino ora i vostri sogni dicendovi che lo è -
perché negare una cosa così solo perché è il mio idolo mi pare stupido.
Boh.
Scusate, dovevo sfogarmi da qualche parte.


Bene questo post mette il dito, magari in modo un po' spontaneo, un po' emotivo, su uno dei luoghi comuni e delle false argomentazioni che vanno per la maggiore.
Ovvero il catalogare come cosa da disprezzare la musica commerciale.
facciamo chiarezza: da quando esiste una industria culturale, ovvero industrie che producono e commerciano cultura di massa (libri, film dischi, DVD, play station, CD- Rom, blu ray, etc etc) la nostra cultura, la cultura di massa o pop, come dicono in America, è strettamente connessa e legata al commercio.
Libri dischi e film vengono fatti perché qualcuno (molti) li leggano/ascoltino/vedano.
Umberto Eco è commerciale, I Beatles sono commerciali e tanto pure, Avatar e Titanic sono commerciali.
Lo è Shakira (che adoro, sia chiaro) e lo è (come dice la ragazza qui sopra) Avril Lavigne.
Non vi piace, non acquistate quel prodotto!
Ma non rompete l'anima dicendo che voi acquistate cose non commerciali perchè è pura ipocrisia.
Uno potrebbe dire: ma la qualità?
La qualità non dipende certo dal successo, nè in positivo nè in negativo.
Lo Squalo è un film commerciale (di seria B direbbe lo snob di ordinanza) ma è anche un capolavoro.
Idem Avatar, Titanic, Psicho etc etc.
Non lo sono i cinepanettoni, ma non perché sono commerciali, solo perchè sono banali e ripetitivi, fatti senza nessun gusto sapienza cinematografica,
Quindi un conto è il fatto di essere un prodotto commerciale, un conto è il fatto di essere un prodotto scadente, cosa che possono benissimo anche essere i prodotti di scarso successo.
E chissà se Aristofane o Shakespeare all'epoca non venissero giudicati commerciali o troppo popolari al loro tempo.
Probabilmente le valutazioni che ci saranno tra 20,40,100 anni saranno ben diverse da quelle attuali, e non faccio esempi storici che ce ne sarebbero a mazzi.
Per esempio quando uscì Psycho di Hitchcook la critica lo stroncò affermando che era una macchia indelebile sulla carriera del Maestro. Vent'anni dopo veniva dichiarato uno dei più grandi film di tutti i tempi.
Ma qui entriamo nelle valutazioni della critica, che è un altro discorso.

Il Bunga bunga del potere

Ritorno per l'ultima volta su questa squallida vicenda per una considerazione che mi pare vada fatta. Molti non hanno secondo me colto quello che è il vero significato del Bunga Bunga cosidetto e di quello che ci sta attorno.
I più la pongono su un piano morale, dicendo che un capo di governo, ovvero un uomo di potere, non dovrebbe comportarsi in modi non dignitosi e non consoni alla carica che ricopre.
Questa affermazione è, su un piano formale, e dal punto di vista della teoria democratica, assolutamente condivisibile.
IL problema è che non coglie che Berlusconi è uno che delle formalità se ne strafrega, come delle democrazia.
Io credo che una delle ragioni per cui il signore in questione si dedica alle attività che sappiamo è proprio perchè egli si sente ed oggettivamente è un uomo di potere.
Non credo che una persona come Berlusconi dovrebbe avere problemi a trovarsi una amante "regolare", non perché sia una persona amabile o ammirevole, ma per l'ovvia posizione che ha e che lo rende appetibile a molte. In fondo Veronica Lario divenne la sua amante quando era regolarmente sposato con la prima moglie.
E' molto più probabile che il circondarsi di ragazzotte aspiranti attrici o veline, o addirittura aspiranti a improbabili carriere politiche a cui si promettono favori, case, oggetti preziosi, carriere luminose oltre che pingui conti in banca,non sia altro che l'espressione del potere nella sua forma più pura.
Una cerchia ristretta di "amici" che ti fanno favori in cambio di favori, la facoltà di poter esercitare il massimo del potere che si può esercitare sugli altri, ovvero il potere sul corpo altrui, il possedere i corpi dei giovani donne, che altrimenti, cultura e natura ti negherebbero.
Con i soldi, osservava Karl Marx, si può comprare tutto: giocatori di calcio, aziende, politici dello schieramento avversario e l'illusione della bellezza e della seduzione che ne derivano attraverso l'acquisto della giovinezza altrui.

martedì, febbraio 01, 2011

Tunisia ed Egitto, quando la Storia va avanti.

Quello che sta succedendo in Egitto e Tunisia,ma anche in altri paesi del Medio Oriente, con il popolo, o se preferiamo le moltitudini che riprendono la voce con coraggio e determinazione, non fermandosi di fronte alla risposta violenta del potere, dovrebbe farci riflettere.
Non solo per il fatto che un cambiamento radicale in questi paesi significa un cambiamento in tutto il Medio Oriente e nel mondo arabo,con ricadute anche sulla Questione Palestinese, ed un reale percorso di democrazia, non imposta dall'esterno, sarebbe un evento ben più importante di quanto avvenuto alla fine degli anni 80 nei paesi dell'Est europeo dove la "rivoluzione" fu prima pilotata dall'alto, e poi venne incoraggiata dall'esterno attraverso un inglobamento che ha spento tutte le istanze realmente innovatrici e riformatrici producendo alla lunga dittature mascherate come quella di Putin in Russia.
Proprio allora, tra i tanti travisamenti della realtà in cui si persero gli intellettuali occidentali, se ne impose una, quella della fine della Storia. Secondo questa teoria la Storia si era compiuta con la vittoria della Democrazia Occidentale, e non vi sarebbero pià state rivoluzioni o guerre o crisi o altre scosse sistemiche.
Naturalmente era una sciocchezza ideologica, lo abbiamo visto con il proliferare di guerre, in alcuni casi direttamente figlie di quel cambiamento epocale, (vedi la guerra in Jugoslavia) con la cosidetta guerra al terrorismo, e con la crisi economica che tuttora investe proprio il mondo occidentale. E lo vediamo proprio in Tunisia ed Egitto, ma l'abbiamo visto anche nelle strade di Londra e Roma, a ad Atene.
La Storia non si può fermare e non finisce mai, rallenta, devia, torna all'indietro e poi si slancia in avanti ancora, verso ideali ed orizzonti che nessuno può prevedere, come un fiume in piena, e quando questo avviene, allora si sta parlando di RIVOLUZIONE.
Come direbbe Bogart: E' la storia bellezza, e tu non puoi farci niente

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