giovedì, novembre 25, 2010

Strage di Brescia, ovvero Canto dei Morti Invano

Non ho avuto tempo questi ultimi giorni di scrivere.
Non ho potuto così commentare l'ennesima vergogna italiana: l'assoluzione nel processo per la strage di Brescia (28 maggio 1974)degli imputati, nonostante le prove schiaccianti, sul piano storico oltre che su quello giudiziario.
Il commento migliore è questa poesia di Primo Levi

Canto dei morti invano

Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purché trattiate e contrattiate
Le vite dei nostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino,
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perché siamo i vinti.
Invulnerabili perché già spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finché la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.

lunedì, novembre 15, 2010

Primarie a MIlano: Yes We can!

I risultati delle primarie di ieri sono un punto di partenza importante per rilanciare un'idea di governo e partecipazione politica diversa dal malaffare condito di nulla pneumatico e razzismo degli ultimi 15 anni.
La partecipazione è stata buona, contrariamente a quel che si è detto con la solita superficialità: 67.000 e passa elettori non sono male non solo se comparati ai risultati decisamente inferiori delle primarie precedenti (che riguardavano però il solo PD) ma sopratutto se andiamo a vedere la partecipazione alle ultime elezioni.
In occasione delle ultime regionali avevano votato infatti 600.000 elettori, i 67.000 di queste primarie rappresentano quindi l'11% dei votanti reali, i una fetta consistente di elettorato, tenuto poi ovviamente conto che quei 600.000 non erano tutti di centro sinistra, ovviamente.
E' vero che nelle primarie del 2006 si erano toccata la cifra di 80.000 votanti è anche vero che in generale allora la partecipazione era molto più alta, ed andrebbe aggiunta un'altra cosa, quella più rilevante; allora si era trattata di una specie di elezione pro-forma, visto che da un lato vi era un candidato (Ferrante) appoggiato da tutti e dall'altra un candidato (Dario Fo)che aveva ricevuto un appoggio puramente formale da parte della sola Rifondazione, insomma, una specie di farsa.
Quest'annno invece si è trattata di una campagna elettorale vera, con alcuni colpi bassi, anche, con quattro candidati di cui due, Pisapia e Boeri, venivano dati testa a testa dai sondaggi.
Alla fine ha prevalso Pisapia, con un margine tutto sommato abbastanza netto, di oltre 5 punti percentuali.
Il risultato non fa certamente piacere ai vertici locali e nazionali del PD, che si erano spesi per il candidato Boeri, facendo secondo me un grave errore di valutazione e di tattica.
Avendo caricato di valenze eccessive queste primarie ora si trovano a fare i conti con il proprio fallimento, e difatti già ci sono state le prime dimissioni tra i maggiorenti del partito.
Sarebbe però un vero peccato che questioni interne a questa o quella formazione politica avessero effetti negativi su quello che deve essere l'obiettivo principale: sconfiggere Letizia Moratti ed il comitato d'affari (e malaffare) che rappresenta e che si è impadronito della città.
Yes, We can.

sabato, novembre 06, 2010

Il Re dei Rigirafrittate

L'ultima uscita di Silvio Berlusconi: "Meglio apprezzare le belle ragazze che essere gay" che ha suscitato proteste e sdegno, ma anche una diffusa solidarietà e comprensione, andrebbe analizzata con ben altri strumenti che quelli della indignazione.
Non ritengo innanzitutto che si tratti di un insulto nei confronti dei gay, come titolava "la Repubblica", caso mai di un dileggio.
Per spiegarmi meglio, Berlusconi in quanto presidente Milan ha spesso dileggiato gli interisti rinfacciando la mancanza di successi dei nerazzurri al confronto dei successi milanisti. Lasciamo stare che sia una cosa che da un po' di anni non si può più permettere, quello che segnalo è che questo tipo di retorica è quella del dileggio.
Dileggiare, volgarmente detto "sfottere", significa far notare una vera o presunta superiorità rispetto all'avversario che appunto si vuole sfottere e di cui si vuol far vedere l'inferiorità.
Certamente è un atteggiamento offensivo, nel senso che chi è vittima di questo atteggiamento può ritenersi offeso, ma si riferisce ad un universo di valori che altre persone possono condividere. Quindi gli sfottò verso gli avversari calcistici sono condivisi da chi è della tua stessa fede calcistica.
Peraltro il calcio si basa sulla contrapposizione e sulla presunzione di superiorità "a prescindere" nei confronti degli avversari.
Il tirare fuori i gay (che non c'entravano nulla e non sono evidentemente responsabili dei guai in cui il signor B: si caccia ormai con regolarità allarmante) serve a due scopi principali: il primo è quello di stornare l'attenzione dalle accuse che sono state rivolte a Berlusconi,da un fronte molto ampio che comprende anche una parte del suo stesso elettorato, il secondo è di cercare consenso tra la massa dei "senza opinione" quella massa di persone poco informate e superficiali per cui una battuta azzeccata (azzeccata dal loro punto di vista) vale di più della forza dei fatti.
Berlusconi non è messo sotto accusa perché apprezza il gentil sesso, ma perché è intervenuto presso la questura di Milano per ottenere il rilascio ed affidamento a "persona fidata" di una minorenne accusata di furto.
Che poi l'affidamento sia durato solo poche ore, dimostra quanto a Berlusconi interessi veramente la persona.
Si tratta di una grave violazione del principio di uguaglianza tra cittadini e di rispetto delle leggi, non solo da parte di Berlusconi, evidentemente, ed è di questo che Berlusconi dovrebbe rispondere.
In quanto all'apprezzare ragazze, un conto è questo, un conto è circondarsi di quelle che sono a tutti gli effetti prostitute o "donnine di facili costumi".
Comprare il sesso, comprare le persone, è una cosa diversa sia dal "libertinaggio" sia dall'amore, tra persone di sesso diverso o dello stesso che sia.
L'amore è una delle più belle cose che ci sia, anzi la più bella, a prescindere dal sogetto amato.
Comprare le persone, manipolarle, usarle e poi gettarle è una cosa che non ha nulla a che vedere con questo.
Il signor B. fa il furbo anche stavolta e si pone come una vittima, tipico della personalità narcisista; volete impedirmi qualche innocuo passatempo.
il secondo scopo, come detto, serve creare consenso. Berlusconi ha preso molto dal mondo del calcio, appunto la contrapposizione, lo spirito di pare ed il dileggio nei confronti dell'avversario. Le sue "battute" su Rosy Bindi "più bella che intelligente" fanno l'occhiolino all'atteggiamento per cui si giudicano le persone dall'aspetto fisico e non dalla sostanza intellettuale, oltre che essere un evidente moto di invidia e stizza verso chi si intuisce come superiore intellettualmente e moralmente.
Allo stesso modo tirando in ballo i gay si rivolge a quella maggioranza silenziosa, che gay non è, e che magari condivide il disprezzo verso questa categoria, in cerca di solidarietà.
E' ovvio che la preferenza di una cosa rispetto ad un altra è una cosa legittima, ma qui c'è una affermazione di valore: meglio questo che quello.
Berlusconi fa l'occhiolino all'italiano medio convinto (più meno) della propria virilità e della propria superiorità rispetto ai "diversi", stimola lo spirito di squadra (noi siamo superiori ai gay in quanto etero, come siamo migliori degli interisti, degli extracomunitari e dei comunisti nonché di quelle bruttone come Rosy Bindi, meglio la Carfagna di Rosy, vero ragazzi?)ed indica l'avversario da dileggiare.
Un ennesimo capolavoro di cialtroneria da parte del Re delle frittate capovolte.
Ed intanto l'Italia affonda nel fango, nella crisi economica e nei rifiuti...

lunedì, novembre 01, 2010

la non-favola di Ruby R.



Una ragazzina poverissima scappa dalla casa rifugio dove è rinchiusa, e si reca a Genova.
Il suo sogno è quello che i massmedia propinano, diventare qualcuno nel campo dello spettacolo. Allo scopo bazzica discoteche, concorsi di bellezza, night club e tutto quel sottobosco che gravita attorno a questi ambienti.
Un giorno incontra altre ragazze, va a dormire da loro, poi, mentre le altre sono a fare colazione, ruba valori per qualche migliaio di euro.
Qualche mese dopo una delle derubate la identifica mentre è dall'estetista, la segnala alla polizia.
Ruby viene fermata ed interrogata, ma poi qualcosa avviene e, come in una favola, qualcuno interviene a salvare Ruby.
Oggi non ci sono più Re e Principi, ma ci sono Presidenti eletti, in questo caso il Presidente del Consiglio, che però si crede un Re e come tale agisce.
I questurini, come in quella canzone di Fabrizio de André, non hanno il cuore tenero, ma non sono insensibili alle esigenze ed ai capricci di chi sta in alto, e Ruby viene rilasciata.
Però oggi le favole non ci sono più, il magistrato dei minori interviene e l'inghippo viene a galla: il Re non sposerà la cenerentola di origini arabe, nessuna zucca si trasformerà in calesse e la piccola Ruby non entrerà a corte, al massimo, ed è quello che le auguro, sfuggirà ad un destino di escort o di ballerina di quarta fila, (o peggio), e riuscirà a trovare un lavoro onesto e dignitoso e qualcuno che le voglia bene davvero.
Auguri, piccola Ruby.

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