lunedì, novembre 01, 2010

la non-favola di Ruby R.



Una ragazzina poverissima scappa dalla casa rifugio dove è rinchiusa, e si reca a Genova.
Il suo sogno è quello che i massmedia propinano, diventare qualcuno nel campo dello spettacolo. Allo scopo bazzica discoteche, concorsi di bellezza, night club e tutto quel sottobosco che gravita attorno a questi ambienti.
Un giorno incontra altre ragazze, va a dormire da loro, poi, mentre le altre sono a fare colazione, ruba valori per qualche migliaio di euro.
Qualche mese dopo una delle derubate la identifica mentre è dall'estetista, la segnala alla polizia.
Ruby viene fermata ed interrogata, ma poi qualcosa avviene e, come in una favola, qualcuno interviene a salvare Ruby.
Oggi non ci sono più Re e Principi, ma ci sono Presidenti eletti, in questo caso il Presidente del Consiglio, che però si crede un Re e come tale agisce.
I questurini, come in quella canzone di Fabrizio de André, non hanno il cuore tenero, ma non sono insensibili alle esigenze ed ai capricci di chi sta in alto, e Ruby viene rilasciata.
Però oggi le favole non ci sono più, il magistrato dei minori interviene e l'inghippo viene a galla: il Re non sposerà la cenerentola di origini arabe, nessuna zucca si trasformerà in calesse e la piccola Ruby non entrerà a corte, al massimo, ed è quello che le auguro, sfuggirà ad un destino di escort o di ballerina di quarta fila, (o peggio), e riuscirà a trovare un lavoro onesto e dignitoso e qualcuno che le voglia bene davvero.
Auguri, piccola Ruby.

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