mercoledì, dicembre 29, 2010

FIAT: come far diventare l'operaio uno schiavo.



Il cosidetto accordo Marchionne rappresenta non solo un gigantesco passo indietro nelle relazioni industriali ma un punto di non ritorno sulla strada della barbarie a cui il capitalismo in crisi di questo inizio millennio sembra voler condannare se stesso e l'intera società. Un accordo che prevede più ore di lavoro (fino a 10 al giorno ) però in compenso meno minuti di pausa, il non pagamento dei giorni di malattia oltre un certo limite (bassissimo: 4% significa un giorno al mese ) e l'abolizione della rappresentanza dei sindacati, e di in più promette rappresaglie per coloro che osassero alzare la testa, o non sottoscrivendo questo "accordo" o scioperando contro,prevedendo sanzioni che arrivano al licenziamento non può altro che essere considerato altro che un atto di violenza e di barbarie.
Infatti è certamente e di gran lunga più violento un diktat del genere, con il quale di fatti si passa dal lavoro salariato alla schiavitù, e si trasforma la fabbrica da posto di lavoro in lager, che non quattro uova e due sassi scagliati per rabbia e frustrazione durante una manifestazione studentesca.
Ed è ovvio che questo è l'apripista ad un nuovo, ma in realtà vecchissimo, modello di relazioni industriale, quello che è durato fino alla caduta del fascismo, il padrone comanda e gli altri obbediscono, possibilmente ossequiosi e contenti.
Ed è sconcertante che, ancora una volta, i vertici del PD, si dicano possibilisti, a addirittura favorevoli, come nel caso di Fassino, a questo obbrobrio sociale.
Evidentemente hanno intenzione di perdere qualche altro milione di voti e condannarsi definitivamente all'inutilità politica. Chi è causa del suo mal....

martedì, dicembre 14, 2010

314-311, Ovvero la vittoria di BerlusconPirro

Qualche giorno fa su FaceBook, (sì ci sono finito anch'io, mio malgrado, e la cosa brutta è che mi diverte anche, nonostante ne avverta la futile inutilità ed anche dannosità, ma di questo parlerò un'altra volta) mi ero avventurato in una previsione: Berlusconi avrebbe salvato (provvisoriamente) le chiappe e di riffa o di raffa, ottenuto la fiducia per tre risicatissimi voti.
E così è stato.
Ora a parte le mie doti di veggente (ero sicuro che ce la faceva, uno o due era troppo poco, 4 o più troppo, im media stat virtus per cui 3 era il numero giusto oltre che cabalistico) quello che conta è la vittoria di Berlusconi, vittoria oggettiva perché evita l'umiliazione di essere sconfitto, che, per un vincente narcisista è un disastro psicologico prima che politico.
Però l'altro fatto oggettivo è che è una vittoria che non serve a niente, perché quei tre voti comprati dall'opposizione non garantiscono di certo la possibilità di avere un governo forte, che riesca a far approvare le leggi che vengono proposte al vaglio della camera dei deputati.
Di fatto si parla di allargamento della maggioranza all'UDC. Questo significa che comunque l'esperienza del governo Berlusconi targato PDL-LEGA NORD finisce qui, anche con la vittoria di oggi, e se ci sarà un futuro governo allargato UDC molto probabilmente non avrà Berlusconi a dirigerlo, e, se anche fosse, sarebbe un governo diverso da quello votato dai cittadini, e quindi illegittimo secondo quanto sostenuto dagli stessi fedelissimi del Cavaliere, e anche qui, debole in Parlamento e nel Paese.
Intanto, mentre questa ennesima farsa si consumava nelle sedi del potere, fuori studenti, precari, cittadini dell'Aquila e della Campania davano vita ad una imponente manifestazione che si è scontrata con le forze dell'ordine (o del disordine, visto l'oggettivo caos governativo).
Contestato in Aula e , quel che più conta, nelle piazze, in discesa disastrosa persino nei suoi sondaggi, Berlusconi appare sempre più simile al Mussolini del 25 luglio.
Se sopravviverà (politicamente parlando) ad oggi sarà come il Mussolini della Repubblica di Salò, obbediente servo di qualcuno più forte di lui che lo terrà sotto schiaffo.

domenica, dicembre 05, 2010

La crisi del Ceto Medio

L'ultimo rapporto Censis fotografa un cambiamento imprevisto, che ben pochi avevano preventivato: la crisi delle professioni autonome e delle figure imprenditoriali, quello che in sostanza era stato definito "ceto medio" e che, secondo la vulgata ideologica, comprenderebbe la grande maggioranza della popolazione.
Infatti, secondo il Censis mentre la popolazione dei lavoratori dipendenti (quelli che marxianamente andrebbero considerati con il termine di proletari) è aumentata del 16,2% per un totale di quasi due milioni e mezzo di unità, i lavoratori autonomi sono calati di 200.00 unità "portandone l'incidenza complessiva sul totale degli occupati dal 26,6% al 24,5%."
Colpiti in particolare la figura dell'imprenditore "tra il 2004 e il 2009 il numero di imprenditori e'passato da 400.000 a 260.000 (-35,1%) con una perdita netta di circa 140.000 unita', non compensata da significativi incrementi di altretipologie di lavoratori."
Spesso lavoratori autonomi ed imprenditori hanno dovuto ricorrere a prestiti anche da parte di familiari.
Evidentemente la globalizzazione e la crisi si sono fatti sentire, e le politiche dei vari governi, a dispetto del dichiarato liberismo, sono andate solo a vantaggio dei più grossi gruppi industriali e commerciali.
Questioni su cui riflettere.

giovedì, novembre 25, 2010

Strage di Brescia, ovvero Canto dei Morti Invano

Non ho avuto tempo questi ultimi giorni di scrivere.
Non ho potuto così commentare l'ennesima vergogna italiana: l'assoluzione nel processo per la strage di Brescia (28 maggio 1974)degli imputati, nonostante le prove schiaccianti, sul piano storico oltre che su quello giudiziario.
Il commento migliore è questa poesia di Primo Levi

Canto dei morti invano

Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purché trattiate e contrattiate
Le vite dei nostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino,
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perché siamo i vinti.
Invulnerabili perché già spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finché la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.

lunedì, novembre 15, 2010

Primarie a MIlano: Yes We can!

I risultati delle primarie di ieri sono un punto di partenza importante per rilanciare un'idea di governo e partecipazione politica diversa dal malaffare condito di nulla pneumatico e razzismo degli ultimi 15 anni.
La partecipazione è stata buona, contrariamente a quel che si è detto con la solita superficialità: 67.000 e passa elettori non sono male non solo se comparati ai risultati decisamente inferiori delle primarie precedenti (che riguardavano però il solo PD) ma sopratutto se andiamo a vedere la partecipazione alle ultime elezioni.
In occasione delle ultime regionali avevano votato infatti 600.000 elettori, i 67.000 di queste primarie rappresentano quindi l'11% dei votanti reali, i una fetta consistente di elettorato, tenuto poi ovviamente conto che quei 600.000 non erano tutti di centro sinistra, ovviamente.
E' vero che nelle primarie del 2006 si erano toccata la cifra di 80.000 votanti è anche vero che in generale allora la partecipazione era molto più alta, ed andrebbe aggiunta un'altra cosa, quella più rilevante; allora si era trattata di una specie di elezione pro-forma, visto che da un lato vi era un candidato (Ferrante) appoggiato da tutti e dall'altra un candidato (Dario Fo)che aveva ricevuto un appoggio puramente formale da parte della sola Rifondazione, insomma, una specie di farsa.
Quest'annno invece si è trattata di una campagna elettorale vera, con alcuni colpi bassi, anche, con quattro candidati di cui due, Pisapia e Boeri, venivano dati testa a testa dai sondaggi.
Alla fine ha prevalso Pisapia, con un margine tutto sommato abbastanza netto, di oltre 5 punti percentuali.
Il risultato non fa certamente piacere ai vertici locali e nazionali del PD, che si erano spesi per il candidato Boeri, facendo secondo me un grave errore di valutazione e di tattica.
Avendo caricato di valenze eccessive queste primarie ora si trovano a fare i conti con il proprio fallimento, e difatti già ci sono state le prime dimissioni tra i maggiorenti del partito.
Sarebbe però un vero peccato che questioni interne a questa o quella formazione politica avessero effetti negativi su quello che deve essere l'obiettivo principale: sconfiggere Letizia Moratti ed il comitato d'affari (e malaffare) che rappresenta e che si è impadronito della città.
Yes, We can.

sabato, novembre 06, 2010

Il Re dei Rigirafrittate

L'ultima uscita di Silvio Berlusconi: "Meglio apprezzare le belle ragazze che essere gay" che ha suscitato proteste e sdegno, ma anche una diffusa solidarietà e comprensione, andrebbe analizzata con ben altri strumenti che quelli della indignazione.
Non ritengo innanzitutto che si tratti di un insulto nei confronti dei gay, come titolava "la Repubblica", caso mai di un dileggio.
Per spiegarmi meglio, Berlusconi in quanto presidente Milan ha spesso dileggiato gli interisti rinfacciando la mancanza di successi dei nerazzurri al confronto dei successi milanisti. Lasciamo stare che sia una cosa che da un po' di anni non si può più permettere, quello che segnalo è che questo tipo di retorica è quella del dileggio.
Dileggiare, volgarmente detto "sfottere", significa far notare una vera o presunta superiorità rispetto all'avversario che appunto si vuole sfottere e di cui si vuol far vedere l'inferiorità.
Certamente è un atteggiamento offensivo, nel senso che chi è vittima di questo atteggiamento può ritenersi offeso, ma si riferisce ad un universo di valori che altre persone possono condividere. Quindi gli sfottò verso gli avversari calcistici sono condivisi da chi è della tua stessa fede calcistica.
Peraltro il calcio si basa sulla contrapposizione e sulla presunzione di superiorità "a prescindere" nei confronti degli avversari.
Il tirare fuori i gay (che non c'entravano nulla e non sono evidentemente responsabili dei guai in cui il signor B: si caccia ormai con regolarità allarmante) serve a due scopi principali: il primo è quello di stornare l'attenzione dalle accuse che sono state rivolte a Berlusconi,da un fronte molto ampio che comprende anche una parte del suo stesso elettorato, il secondo è di cercare consenso tra la massa dei "senza opinione" quella massa di persone poco informate e superficiali per cui una battuta azzeccata (azzeccata dal loro punto di vista) vale di più della forza dei fatti.
Berlusconi non è messo sotto accusa perché apprezza il gentil sesso, ma perché è intervenuto presso la questura di Milano per ottenere il rilascio ed affidamento a "persona fidata" di una minorenne accusata di furto.
Che poi l'affidamento sia durato solo poche ore, dimostra quanto a Berlusconi interessi veramente la persona.
Si tratta di una grave violazione del principio di uguaglianza tra cittadini e di rispetto delle leggi, non solo da parte di Berlusconi, evidentemente, ed è di questo che Berlusconi dovrebbe rispondere.
In quanto all'apprezzare ragazze, un conto è questo, un conto è circondarsi di quelle che sono a tutti gli effetti prostitute o "donnine di facili costumi".
Comprare il sesso, comprare le persone, è una cosa diversa sia dal "libertinaggio" sia dall'amore, tra persone di sesso diverso o dello stesso che sia.
L'amore è una delle più belle cose che ci sia, anzi la più bella, a prescindere dal sogetto amato.
Comprare le persone, manipolarle, usarle e poi gettarle è una cosa che non ha nulla a che vedere con questo.
Il signor B. fa il furbo anche stavolta e si pone come una vittima, tipico della personalità narcisista; volete impedirmi qualche innocuo passatempo.
il secondo scopo, come detto, serve creare consenso. Berlusconi ha preso molto dal mondo del calcio, appunto la contrapposizione, lo spirito di pare ed il dileggio nei confronti dell'avversario. Le sue "battute" su Rosy Bindi "più bella che intelligente" fanno l'occhiolino all'atteggiamento per cui si giudicano le persone dall'aspetto fisico e non dalla sostanza intellettuale, oltre che essere un evidente moto di invidia e stizza verso chi si intuisce come superiore intellettualmente e moralmente.
Allo stesso modo tirando in ballo i gay si rivolge a quella maggioranza silenziosa, che gay non è, e che magari condivide il disprezzo verso questa categoria, in cerca di solidarietà.
E' ovvio che la preferenza di una cosa rispetto ad un altra è una cosa legittima, ma qui c'è una affermazione di valore: meglio questo che quello.
Berlusconi fa l'occhiolino all'italiano medio convinto (più meno) della propria virilità e della propria superiorità rispetto ai "diversi", stimola lo spirito di squadra (noi siamo superiori ai gay in quanto etero, come siamo migliori degli interisti, degli extracomunitari e dei comunisti nonché di quelle bruttone come Rosy Bindi, meglio la Carfagna di Rosy, vero ragazzi?)ed indica l'avversario da dileggiare.
Un ennesimo capolavoro di cialtroneria da parte del Re delle frittate capovolte.
Ed intanto l'Italia affonda nel fango, nella crisi economica e nei rifiuti...

lunedì, novembre 01, 2010

la non-favola di Ruby R.



Una ragazzina poverissima scappa dalla casa rifugio dove è rinchiusa, e si reca a Genova.
Il suo sogno è quello che i massmedia propinano, diventare qualcuno nel campo dello spettacolo. Allo scopo bazzica discoteche, concorsi di bellezza, night club e tutto quel sottobosco che gravita attorno a questi ambienti.
Un giorno incontra altre ragazze, va a dormire da loro, poi, mentre le altre sono a fare colazione, ruba valori per qualche migliaio di euro.
Qualche mese dopo una delle derubate la identifica mentre è dall'estetista, la segnala alla polizia.
Ruby viene fermata ed interrogata, ma poi qualcosa avviene e, come in una favola, qualcuno interviene a salvare Ruby.
Oggi non ci sono più Re e Principi, ma ci sono Presidenti eletti, in questo caso il Presidente del Consiglio, che però si crede un Re e come tale agisce.
I questurini, come in quella canzone di Fabrizio de André, non hanno il cuore tenero, ma non sono insensibili alle esigenze ed ai capricci di chi sta in alto, e Ruby viene rilasciata.
Però oggi le favole non ci sono più, il magistrato dei minori interviene e l'inghippo viene a galla: il Re non sposerà la cenerentola di origini arabe, nessuna zucca si trasformerà in calesse e la piccola Ruby non entrerà a corte, al massimo, ed è quello che le auguro, sfuggirà ad un destino di escort o di ballerina di quarta fila, (o peggio), e riuscirà a trovare un lavoro onesto e dignitoso e qualcuno che le voglia bene davvero.
Auguri, piccola Ruby.

mercoledì, ottobre 20, 2010

Recensione di Sale el Sol di Shakira


Generalmente non faccio recensioni di singoli dischi, preferisco aspettare la fine dell'anno, per un veloce riassunto, ma stavolta faccio volentieri un'eccezione.L'eccezione è per Sale el Sol uscito il 19 ottobre, nono disco della discografia di Shakira (e non il settimo, come riportano quasi tutti i siti ed i blog)
Il disco è composto, come precisato dalla stessa cantante ed autrice colombiana, da tre distinte correnti musicali ed emotive: una parte rock, una parte romantica (che si intreccia alla prima) ed una parte più latina ispirata principalmente allo stile del Merengue.
Tutto questo è riassunto già nelle tre canzoni con cui si apre il CD sale el sol, loca, e Antes de la seis.

Sale el sol è il capostipite dei pezzi più rock: si apre con una chitarra acustica ottima base per la voce di Shakira, poi la musica si fa man mano più robusta fino ad esplodere nel ritornello in un incisivo riff rock, con un Hook di quelli che rimangono in mente.
Loca è un pezzo ritmatissimo, dove alla ricchezza della base percussiva si aggiungono fiati a go-go ed un pianoforte saltellante: praticamente irresistibile.
Antes de la Seis ci presenta la Shakira malinconica e romantica di molte sua canzoni precedenti, piano e chitarra creano un atmosfera magica , la voce di Shakira culla l'ascoltatore fino al ritornello in cui la canzone esprime il massimo del Pathos, con la chitarra elettrica e il mandolino a cesellare in modo impeccabile.
Gli altri pezzi si accomodano in queste tre correnti, con risultati spesso all'altezza dei tre prototipi.
Per quanto riguarda la parte ritmata Gordita è un pezzo che mischia Reggaeton e Cumbia, caratterizzato da un testo irriverente e divertente in cui Shakira duetta con Residente dei Calle 13, in modo alquanto teatrale. Addicted to you è un pezzo di merengue caratterizzato anche qui da una forte base ritmica che si intreccia con un piano saltellante e nevrotico e degli interventi di fiati e di cori a chiudere un pezzo molto divertente ma anche con un bellissimo testo.
Lo Que Mas è una ballata romantica e dolcissima in cui la voce di Shakira si fonde perfettamente con le atmosfere che il pianoforte di Alberto Menendez crea.
Un pezzo sublime.
Mariposas è una canzoncina che suona quasi casuale, eppure anche qui si nota la raffinatezza degli arrangiamenti, e ancora una volta l'Hook del ritornello è micidiale, e piano e chitarra creano qualcosa di magico.
Con Rabiosa si ritorna alla Shakira merenguera, il pezzo appare un po' più ripetitivo e troppo pesante sul piano ritmico, decisamente inferiore agli altri pezzi.
La cosa migliore appare la scarsa durata del pezzo: non tutte le ciambelle riescono col buco.
Da Devocion inizia la parte decisamente più rock del disco. La canzone scritta insieme a Gustavo Cerati è sicuramente una delle cose più belle del disco: dopo una introduzione di chitarra su cui si eleva la potente voce di Shakira la batteria dà il ritmo ad una canzone caratterizzata da chitarre taglienti e levigate al tempo, una canzone dalle atmosfere epiche, in cui Shakira tira fuori anche degli acuti per lei abbastanza rari. Un pezzo decisamente unico nel repertorio che si conclude con delle dissonanze elettriche. Esaltante.
Islands è una cover del gruppo The XX, una canzone carina, e ben eseguita ma che pare essere troppo fredda per il repertorio di Shakira e che non appare molto in linea con la passionaità del disco. Meglio sarebbe stato I'll stand by you dei The pretenders, o Solo le Pido a Dios, se proprio bisognava fare una cover.
Niente di male comunque.
Con Tu boca si ritorna in atmosfere decisamente Rock un basso potente introduce il brano che sale nel pre-chorus per esplodere letteralmente nel ritornello in un rock quasi allucinato e devastante, anche qui Shakira fa cose con la voce incredibili.Pazzesco.
E poi arriva a chiudere (o quasi) Waka Waka in una versione più rock.
Preferisco la versione del mondiale, ma in questo contesto questa appare molto più adatta, con una chitarra stile The Edge degli U2 a ricamare ed unire le varie parti della canzone. Trascinante.
Poi ci sono tre versioni in spagnolo di Loca, Rabiosa e Waka Waka.
La prima è anche un po' meglio di quella inglese, Rabiosa non migliora e Waka waka è perfettamente identica salvo l'idioma.
In definitiva un disco che non è un capolavoro, ma ci va vicino, e che si propone come uno dei migliori dischi di Shakira nonché migliori dischi dell'anno.
Ebbene sì, dopo la parentesi di She Wolf, la vera Shakira è tornata

sabato, ottobre 16, 2010

Una figura da cioccolatai


I fatti accaduti martedì scorso a Genova, dove a causa di un centinaio di ultrà (Non è il caso di chiamarli tifosi) serbi non solo non si è svolto un importante incontro internazionale di calcio, ma ci sono stati incidenti e danneggiamenti per tutta la città, rappresentano l'ennesima dimostrazione di cialtronaggine ed inefficienza di chi è preposto alla guida di questo paese e, in particolare, al mantenimento dell'ordine pubblico.
Consolarsi con il fatto che non c'è stato un altro Heysel, come fa il ministro Maroni, non è solo un esercizio futile di retorica, ma un esempio di cialtronaggine.
Una "nuova Heysel" non poteva esserci, per il semplice motivo che ad Heysel, nel 1985, non vi era separazione tra i settori degli Hooligans e dei tifosi italiani, che erano semplici e veri tifosi non organizzati in gruppi paramilitari ma semplice persone che erano lì a vedere una partita, e non per altri motivi; inoltre la tragedia fu causata dal crollo delle balaustre che non ressero alla folla. La causa principale fu, sopratutto. l'inadeguatezza delle strutture .
A Genova il problema non era quello ed era ovvio che mandare quel drappello di poliziotti in curva non sarebbe stato saggio, il problema è quello che è successo prima, fuori dallo Stadio si Marassi, ed è evidente che lì sia mancata totalmente la prevenzione.
Si dice che i serbi abbiano fatto quel che hanno fatto perché ubriachi, c'è da dubitarne, ma in occasione di altre partite è stata vietata la vendita di alcolici, addirittura pure quando vennero i tifosi irlandesi, da sempre tra i più corretti (anche perchè per lo più provenienti dal rugby, sport con ben altra educazione sportiva).
Per il resto è un vergognoso rimpallarsi di responsabilità fra autorità serbe ed italiana su chi aveva avvertito chi. Io no so come stiano le cose, ma "la Repubblica" parlava di 1300 tifosi serbi e che si temevano gli Ultrà, diciamo allora che i giornalisti del giornale di De Benedetti sono più informati di coloro che dovrebbero prendere decisioni per tutelare l'incolumità delle persone, il che è preoccupante.
Nei fatti un evento sportivo, che coinvolge la nazionale di calcio, non ha potuto svolgersi, ed è la prima volta nella storia (speriamo l'ultima)che questo si è verificato.
Questi sono i fatti il resto sono chiacchiere.

martedì, settembre 28, 2010

Pensieri sparsi

1- Ma andiamo avanti fino a Natale a parlare di quel cazzo di appartamento a Monte Carlo?
O magari adesso si passa alla cucina? e a quando ai servizi detto anche cesso con una bella planimetria e magari il plastico a Porta a Porta?

2- La musica è arte, e l'arte è libertà. e gli artisti hanno non il diritto ma il dovere di essere liberi di fare ovvero di fare quel che gli pare, dalle rane crocifisse, alla merda di artista, alle cover dei Metallica o di chi per essa.
Alla faccia dei bigotti di vario stampo, razza, colore e tipo.

3- Chavez ha vinto le elezioni in Venezuela, però non abbastanza, quindi ha perso, cioè ha vinto però comunque ha imbrogliato, e se non l'ha fatto ci avrà pensato,e poi si è messo le dita nel naso, probabilmente ha ruttato e scoreggiato ed in ogni caso ci è antipatico per cui gli diamo addosso a prescindere

4- Una donna viene condannata a morte in Iran accusata dell'omicidio del marito.
Il mondo si indigna.
Una donna viene giustiziata in USA per l'omicidio del marito. Il mondo tace.
Qualcosa non torna....

5- Paolo Di Canio critica Totti (che novità!) sostenendo che senza di lui la Roma è più forte.
partite con Totti in campo punti 2,31
partite senza Totti punti 1,83
differenza a partita 0,48
moltiplicato x le 38 partite di campionato: 19 punti circa, la differenza fra il quarto posto ed il (quasi) scudetto.
conclusione:
Di Canio, da bravo fascista, è più bravo a fare a pugni, che non a ragionare

martedì, agosto 03, 2010

Levarsi un peso...



In questa lunga querelle tra Berlusconi e Fini, conclusasi, pare, con la cacciata di quest'ultimo da parte del primo, quello che mi ha colpito è il seguente commento, attribuito al presidente del Consiglio " Gianfranco come Veronica, un peso di meno"
Poco gentile nei confronti di Veronica Lario, visto e considerato che è stato lui a trdire lei, e non il contrario, ed è evidente che il peso di quella sfortunata unione sia ricaduta abbondantemente su di lei, che ha dovuto per anni ingoiare e sopportare tradimenti, imbarazzanti uscite pubbliche, ed altro che possiamo immaginare.
La cosa che colpisce è un altra: per lui tutti gli altri, sono un peso.
Sua moglie, il suo vice, la Costituzione italiana, il Presidente della Repubblica, le leggi, la libertà di stampa: tutti pesi, tutte cose che gli impediscono di decollare, di essere libero, di far vedere finalmente quanto vale, come d'altro canto tutti gli italiani sanno, o saprebbero, se solo non avesse tutti questi pesi ad impedirgli di spiccare il volo....

mercoledì, luglio 21, 2010

Lady Gaga ed il pianoforte di John Lennon


Partiamo da una premessa: nella musica pop/rock l'immagine è almeno altrettanto importante del contenuto musicale, è sempre stato così, ed oggi si può tranquillamente dire che lo sia anche di più.
Questo è stato perfettamente compreso da Lady Gaga,che in realtà di cognome fa Germanotta, una ragazzotta dal non immenso talento musicale ma dalla furbizia notevole, che ha puntato tutto o quasi sul costruirsi una immagine basata sul ricopiare con incredibile determinazione e precisione look ed atteggiamenti di altre cantanti, da Madonna a Kelis, passando per Kylie Minogue, e perfino Queen e David Bowie, su video dispendiosi e sul creare degli scandali ad arte, ultimo la dichiarata intenzione di esibirsi con dei cadaveri sul palco.
In effetti è meglio copiare il look altri, piuttoso che non la musica, cosa che ti può dare solo dei grattacapi, tanto basta la solita base campionata e tazum di fondo ed il resto lo farà l'immagine.
L'ultima (per il momento) sua trovata è stata quella di farsi immortalare, ovviamente poco vestita, mentre suona il pianoforte.
E fino a qui niente di strano. Il punto è che quello non è un pianoforte qualsiasi ma il pianoforte di John Lennon, leggenda del rock che si vuole serio (ancora mi devono convincere che Obladi obladà sia qualcosa di serio, ma non vorrei sembrare blasfemo).
Il risultato è quello voluto dalla signorina Germanotta, evidentemente più intelligente di molti suoi critici (anche in questo simile a Madonna): grida di scandalo che si levano manco qualcuno avesse mangiato del maiale all'interno di una moschea e conseguente cancellazione dal blog di Julian, figlio di John, evidentemente complice più o meno consapevole del "misfatto" della foto incriminata (che così ha avuto una pubblicità superiore a quella che avrebbe avuto se ce la si fosse cavata con un sorriso ironico, come molto probabilmnete avrebbe fatto John ).
La cosa ironica in tutto ciò è che i seguaci di uno che dichiarò "noi Beatles siamo più famosi di Gesù Cristo" e che scrisse (e cantò) "immagina che non ci sia paradiso, sopra di noi solo il cielo, niente per cui morire" trovino un evento del genere una sorta di profanazione blasfema, come se il rock non fosse una forma di arte (cioè di passatempo) pop, ovvero commerciale, in cui, come disse genialmente Andy Warhol, tutti(o quasi) avrebbero avuto il loro quarto d'ora di celebrità, ma una religione con i suoi martiri, i suoi altari, i suoi dogmi, le sue prescrizioni, e magari i suoi tribunali dell'inquisizione.
Un poco ridicolo, diciamolo, forse ancora di più delle pretese di Lady Gaga di essere una artista con la A maiuscola.

giovedì, luglio 08, 2010

Manganellate per tutti!


Visto che il programma di "meno tasse per tutti " è stato tramutato in "più tasse per i soliti" (scemi) ecco che il Governo dei Malfattori mette in atto una parte del suo programma reale
Dopo le botte e le manganellate distribuite senza se e senza ma ai terremotati dell'Aquila, ecco uguale trattamento agli operai della Mangiarotti, colpevoli di non essere stati al loro posto.
Manganellate per tutti! è quindi il nuovo programma del Governo Malfattoni, visto che non sanno dare risposta alle esigenze della popolazione, l'unica è manganellare chi protesta, chiudere la bocca ai giornali e mettersi al riparo delle inchieste della magistratura, insomma chiudersi dentro un fortino e tirare su il Ponte levatoio.
La cosa più disgustosa è il trattamento riservato ai terremotati.
Lo psiconano ha promesso mari e monti, facendosi bello di una presunta "ricostruzione", quando in realtà buona parte dell'Aquila ancora non è stata ricostruita, e questo nonostante le generose donazioni dei privati.
I finanziamenti alla ricostruzione erano insufficienti, ed era stato ampiamente anticipato da chi era andato a vedere le cifre. Adesso, per giunta, vogliono far pagare le tasse a chi non ha ancora nè un lavoro né una casa.
Questo chiedevano i 5.000 cittadini Aquilani. La risposta è stata la violenza dei manganelli.
Non ho parole di fronte alla vomitevole falsità di quest'uomo (ammesso che si possa definire tale) che per ragioni di propaganda si fa bello con i drammi altrui, e poi risponde con arroganza e violenza alle giuste richieste di coloro che aveva illuso.
Ma i conti aperti si pagano, presto o tardi

giovedì, giugno 24, 2010

La legge bavaglio: un altro passo verso il Regime

Penso che tutti sappiate( almeno lo spero) della cosidetta legge bavaglio, una legge che di fatto impedisce ai cittadini di essere informati sulle inchieste giudiziarie.
Questa, unita alla legge sulle intercettazioni, andrebbero, se approvate, a formare una sorta di scudo a protezione non solo dell'attuale governo e dell'attuale, corrotta, classe politica, ma anche di tutta la classe dirigente nel senso più ampio, funzionari statali, assessori, imprenditori, finanzieri, nonché anche mafiosi e criminali comuni di varia stazza ed importanza.
Qualche mese fa, ricordando quello che è passato alla storia come l'attentato Zamboni e guardando alle possibili analogie con il lancio del Duomo in miniatura ad opera di Tartaglia scrivevo: Di sicuro quello che è avvenuto e che ancora sta avvenendo è di ingigantire un episodio dovuto ad uno squilibrato, un episodio che non ha nulla in sé e per sé di politico,.....(per) imporre una finta conciliazione a senso unico, in cui i cattivi (l'opposizione, Fini etc) andrà a Canossa e approverà le riforme volute dalla maggioranza a furor di popolo (e di Bruno Vespa).
Che non sono le leggi fascistissime o l'istituzione di un tribunale speciale,ma il raggiungimento pieno (o quasi pieno) dell'obiettivo che fu della Loggia P2 di Gelli ovvero una democrazia autoritaria e puramente formale svuotata di ogni sostanza.

Credo, purtroppo, di averci azzeccato.

lunedì, maggio 31, 2010

Isreale: uno Stato canaglia

Con l'assalto, tragico, crudele ed insensato, alle navi che portavano soccorso alla popolazione di Gaza, stremata da un inumano blocco da ormai 3 anni, Israele entra ufficialmente nel club degli Stati canaglia.
Israele è dotato difatti di armi di distruzione di massa, senza alcun controllo; ha violato e viola decine e decine di risoluzioni dell'ONU;ha causato diverse guerre ed è stata protagonista di diverse aggressioni a Stati confinanti (va qui riconosciuto che in alcuni casi, come nel 1973, subì l'attacco,ma nella maggior parte dei casi è stato l'aggressore);ha utilizzato armi chimiche anche di recente, occupa territori in modo illegale da 40 anni; viola sempre più di frequente i diritti umani e molte delle sue leggi sono discriminatorie verso i non-ebrei.
A tutto questo si aggiunge, oggi la pirateria, perché l'attacco ad una nave con bandiera di uno stato estero in acque internazionali è un atto di pirateria sul piano legale.
Non riesco a vedere molte differenze tra il modo di agire di Israele e quello della Nord Corea, se non nella labile differenza che, ogni 4 anni, in israele vanno a votare.
Labile differenza, perchè alla fin della fiera gli atti criminali rimangono atti criminali, a prescindere se chi li compie si autodefinisce democratico o meno.
L'Inghlterra è stato il primo paese ad avere un parlamento, ed è stato anche il paese che ha scatenato le peggiori guerre coloniali, tra cui va ricordata la guerra dell'oppio
Da questo punto di vista, niente di nuovo sotto il sole

sabato, maggio 15, 2010

Se la polizia mena chi dovrebbe proteggere


Quanto è successo a Stefano Gugliotta, il ragazzo aggredito, picchiato selvaggiamente ed arrestato con la risibile accusa di resistenza a pubblico ufficiale (in sostanza, l'hanno arrestato perché non si faceva menare senza opporre resistenza, ma per quale ragione dovesse essere menato, non è dato sapere, stava commettendo un reato? evidentemente no, altrimenti sarebbe stato arrestato per quel reato, ma è stato arrestato per aver opposto resistenza, resistenza a cosa? Non è dato sapere) è solo la punta dell'iceberg di un modo di comportarsi delle forze di Polizia italiane, siano esse Carabinieri, Pubblica Sicurezza o Polizia Locale, che vede nel cittadino non una persona avente diritti e che bisognerebbe proteggere ma una controparte, da arrestare, picchiare, umiliare, fino all'uccisione vera e propria, come nel caso di Aldovrandi, di Stefano Cucchi ed altri.
Questa mutazione dei rapporti tra Forze dell'ordine e cittadini a mio modo di vedere origina dalle giornate del G8 di Genova, quando centinaia di cittadini furono selvaggiamente picchiati ed in alcuni casi torturati da membri delle forze di polizia.
Quello che è accaduto in seguito ha, secondo me, aperto la strada a questo stillicidio di violenze sempre più assurdo a cui assistiamo ormai ogni giorno.
In effetti ci fu una difesa a spada tratta da parte del governo di allora, tra i quali si distinse un certo Gianfranco Fini: secondo costoro i poliziotti hanno ragione a prescindere, punto e basta, se uno le prende in qualche modo se lo è meritato.
Non molto lontano da questa posizione quella dei Dipietrini, che pur ammettendo che c'erano stati alcuni (alcuni? ) eccessi sostanzialmente si riconosceva nell'operato delle "Forze dell'ordine".
Un pochino più critica l'allora Sinistra democratica,che tuttavia non è mai arrivata a mettere sotto accusa realmente l'organizzazione della polizia, limitandosi a prendersela con alcune "mele marce".
I risultati poi delle varie inchieste e processi sono stati, ca va sans dire, deludenti: nonostante le ammissioni di qualche responsabile ("si trattò di una macelleria messicana", fu una sincera ancorché tardiva ammissione di uno degli altri graduati interrogati durante il processo a Genova) le pene furono leggere e comminate a pochissimi imputati, nella sostanza un'assoluzione, tenuto conto che si era trattato di centinaia di persone che erano state coinvolte.
Se una sospensione di tre giorni dello Stato di Diritto, è passato così, si deve essere detto qualcuno, perché la sospensione del diritto per qualche minuto e solo su qualche persona deve avere sorte peggiore?
In più il continuo ed esagerato allarme sull'ordine pubblico ha creato un humus favorevole a qualsiasi eccesso, anche il più gratuito.
Credo proprio che molti tra i cosiddetti tutori dell'ordine escano di casa convinti di avere una missione sacra a cui ottemperare, e non vedano l'ora di far vedere il proprio valore ed il proprio attaccamento alla divisa rompendo le ossa al primo disgraziato che incontrano.
Anche questo è un altro sintomo della malattia che pervade la società italiana, una società che, fosse un individuo, potremmo definire come sociopatica (ovvero mancante di empatia, asociale, anomica e paranoide)

domenica, maggio 02, 2010

Leggi anti-immigrati in Arizona: anche Shakira dice No.

In Arizona è stata approvata sotto la spinta dell'ultradestra repubblicana e grazie al beneplacito del governatore Jan Brewer una illiberale e repressiva legge anti-immigrati
Secondo tale legge :
Quanti non saranno in grado di esibire, ad esempio, una patente di giuda rilasciata dallo stato dell’Arizona, un passaporto oppure un permesso d’immigrazione come la Carta Verde, potrebbero essere soggetti ad arresto e al trasferimento presso l’Ufficio Immigrazione, senza nessuna possibilità di ricorso. Le autorità potranno rivolgere le loro attenzioni verso qualunque persona sollevi un “ragionevole dubbio” relativamente al proprio status, potenzialmente dando il via libera ad una ondata di perquisizioni e arresti per quanti abbiano un aspetto “straniero”.

Ci sono state molte proteste da parte soprattutto della comunità latinoamericana, lo stesso governo Obama pensa di ricorrere contro questa legge e il prestigioso new York Times ha criticato la legge.
Tra le varie voci di protesta si è levata anche quella della cantante colombiana Shakira, da sempre attenta ai temi sociali, che si è schierata decisamente contro la legge:
Dobbiamo combattere per difendere i diritti umani, la costituzione dice che ogni essere umano deve essere difeso dal governo e noi siamo tutti essere umani, con o senza documenti. Leggi come queste non creano sicurezza o eguaglianza, ma creano divisioni e risentimenti. Anch'io potrei essere arrestata perchè non ho documenti o patente: lo sceriffo può arrestarmi anche ora se vuole!

Questa una delle dichiarazioni di fronte ai manifestanti come documentato da questo video.
C'è chi dice No, come diceva il Blasco.



PS
Mi viene in mente che Lindo Ferretti, ex cantante dei Cccp e di altri gruppi, uno che cantava "produci consuma crepa" e faceva l'alternativo si è schierato con la Lega Nord dichiarando pubblicamente: per fortuna che c'è la Lega altrimenti sarei stato costretto ad astenermi.
Per fortuna che c'è Shakira, direi.
E con questo la teoria che il rock sarebbe rivoluzionario ed il pop conservatore è ufficialmente superata.

sabato, maggio 01, 2010

Via Padova come Kabul.

Via Padova (Milano) è stata sulle prima pagine dei giornali per un fatto di cronaca accaduto un paio di mesi fa: l'accoltellamento mortale di un ragazzo egiziano da parte di un sudamericano facente parte di una di quelle gang che infestano la capitale lombarda.
La comunità araba, sentendosi accerchiata e colpevolizzata sempre, ha reagito con rabbia: ci sono state vetrine rotte e auto rovesciate in una sorta di vendetta contro i sudamericani.
A seguito di questo è iniziata la solita triste cagnara: si è dimenticato il morto e ci si è concentrati sugli incidenti facendo paragoni assurdi con le banlieu francesi.
Il Comune non ha trovato di meglio che operare una vera militarizzazione della zona con pattugliamenti continui e del tutto inutili di Polizia carabinieri guardia di finanza e persino esercito, rastrellamenti, richieste di documenti (anche nei confronti dei residenti italiani) chiusura dei locali entro una certa ora (l'omicidio è avvenuto alla fermata di un autobus in pieno pomeriggio) e tutto ciò per un omicidio di cui sono stati trovati (facilmente, anche se con una certa lentezza) i responsabili.
Contro questa situazione insostenibile è stata organizzata una manifestazione da parte delle associazioni del quartiere: gente comune, anziani,ragazzine, cani, tante biciclette e anche tanti bambini sulle spalle dei loro papà.
Contro questa masnada di pericolosi estremisti e facinorosi è stato schierato un piccolo esercito di carabinieri poliziotti agenti in borghese.
Giovedì si è potuta vedere una situazione paradossale, un piccolo corteo festoso e tranquillo di alcune centinaia di cittadini, scortato e chiuso da trenta-quaranta carabinieri con lo scudo, manco fossimo nell'antica Roma.
Più un altro pattuglione davanti alle scuole elementari del Parco Trotter, altro noto ritrovo di sovversivi.
Evidentemente alle richieste di democrazia e solidarietà non sanno altro che rispondere facendo la faccia truce.
Intanto tra lodi alfani, legge sulle intercettazioni, leggi antiregistrazione, Governo e maggioranza (o quel che ne rimane) si preparano ad un bel colpo di spugna per poter continuare i loro sporchi affari senza più disturbo da parte di magistratura e giornali.
Al resto ci penseranno i loro sbirri.
Vergogna!!!

domenica, aprile 25, 2010

Un esempio di idiozia maschilista

stavo girando sul sito della Gazzetta dello Sport per sapere come era finita la semifinale di Federation Cup che vedeva opposte le azzurre del tennis alle rappresentanti della Repubblica Ceca.
Rotondo 4-0 per le italiane.
Mi leggo un po' i commenti, e tr questi, oltre gli scontati complimenti alle tenniste italiane, che oltre che queste competizioni forse un po' svalutate, stanno vincendo anche i tornei, quelli che danno gloria ma anche denaro e punti in classifica, leggo quanto segue
frasi come queste "e donne oramai ci stanno superando .... dopo lo sport si prenderanno la politica ed infine il mondo.... bravissime pennetta & C." sono assurde e fuori dal mondo, perché dimenticano di evidenziare che lo sport al femminile esiste solo per una gentile concessione maschile: ossia, quella relativa alla separazione dei sessi. Viceversa, lo sport al femminile scomparirebbe. Ma siccome è politicamente scorretto dire come stanno realmente le cose, allora si continuano a propagandare assurdità su assurdità. Amici miei, lo si ammetta o no, gli uomini sono fisicamente superiori alle donne: tutto il resto è fuffa.
E' evidente che il tizio che ha scritto questo è uno a cui, le vittorie delle donne e la considerazione di cui godono, danno un terribile, insopportabile fastidio.
Le donne vincono ma questo è solo "per una gentile concessione degli uomini", se non esistessero categorie separate allora "lo sport femminile scomparirebbe".
UN po' come dire che, il campione del mondo dei pesi leggeri è campione del mondo solo per una gentile concessione del campione del mondo dei pesi massimi, perchè è ovvio che se si incontrassero quello lo spaccherebbe in quattro.
Sfugge a questo signore che lo sport parte proprio dal presupposto di dare la possibiltà di vincere o comunque gareggiare a tutti, proprio per questo si chiama sport, altrimenti si chiamerebbe "massacriamo i deboli" però quella cosa ha già un nome: "violenza".
Allo stesso modo si potrebbe dire che le paralimpiadi esistono solo per concessione dei "normodotati", ma ciò non toglie che gli atleti che prendono parte a quei giochi sono bravisismi e vanno non solo rispettati ma ammirati.
E' ovvio che le donne sono meno forti fisicamente degli uomini,ma questo non significa che non vadano apprezzate per quello che fanno nella loro categoria.
Poi se lo sport femminile non dovrebbe esistere sulla base di queste considerazioni, allora anche lo sport umano non dovrebbe esistere, provate a mettere un centometrista correre contro un levriero,o un cavallo e vediamo chi vince.
Lo sport tra uomini esiste quindi per gentile concessione degli animali che sono nettamente superiori agli uomini!
Uscendo dai paradossi, ma a questo signore non viene in mente che forse sono stati proprio gli uomini a voler fare categorie separate, non per gentile concessione, ma forse per paura di venir superati dalle donne? Perchè sarà pur vero che il miglior centometrista batterà la migliore centometrista donna, ma quest'ultima batterebbe comunque tanti maschietti, che si sentirebbero umiliati.

venerdì, aprile 23, 2010

Berlusconi-Fini: l'inizio della Fine?



La litigata a cui tutta Italia ha assistito tra il Presidente del Consiglio nonché presidente del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi, ed il Presidente della Camera nonchè numero 2 del PDL, non è con tutta evidenza una semplice crisi, ma rappresenta un punto di svolta nella politica italiana, una rottura ormai insanabile tra due modi opposti di vedere la politica e la gestione della cosa pubblica.
Da un lato Silvio Berlusconi, che ha fatto del personalismo e dell'accentramento una ideologia, quasi un dogma, dall'altra Fini, che invece ancora crede nella separazione tra governo e stato, tra potere escutivo e giudiziario, tra potere politico ed informazione.
Molti, a sinistra, vedono con sospetto l'agire di Fini, poichè non si dimenticano il passato, non solo remoto, ma anche recente del Presidente della Camera.
Fini fu in prima linea nella gestione dell'ordine pubblico a Genova nel 2001.
A lui su devono alcune leggi, come la Fini-Bossi sull'immigrazione, o la meno celebre Fini Giovanardi sul possesso e consumo degli stupefacenti, che certo non hanno nulla di sinistra, o di liberale, ed invece molto di sinistro.
Fini fu quello che, dopo quel famoso ed infame omicidio di una donna italiana ad opera di un rumeno, propose di cacciare via tutti i rumeni, una idea non solo razzista e fascista, ma anche molto stupida e irrealistica.
Altri ricordano come, in fondo,Fini conoscesse da tempo Berlusconi ed i suoi metodi, e ricordano come Fini, dopo aver detto negli anni 90 che mai e poi mai si sarebbe alleato ad una forza anti-italiana come la Lega Nord, abbia rifiutato in un primo tempo anche l'idea di sciogliere Alleanza NAzionale nel PDL, per poi anche qui fare marcia indietro.
Con questi precedenti esistono ragioni serie per nutrire un certo scetticismo verso di lui.
Eppure la rottura che si è consumata, stavolta, sembra proprio definitiva: non si tratta di qualche differenziazione, di qualche presa di distanza, ma di una diversa concezione della politica, che ormai è radicalmente diversa.
Non so se dietro alla decisione di Fini vi sia ambizione personale, gelosia verso il leader della Lega Bossi, calcolo politico, o una idea effettivamente diversa su come debba essere una Destra moderna in una società democratica e, inevitabilmente, multietnica e multiculturale.
Perché alle sfide del futuro si può rispondere in vari modi, arroccandosi nella propria contea, cercando di non far entrare nessuno, come vogliono i leghisti, chiudersi nella difesa del proprio particolare e dei propri, più o meno legittimi, affari, come vuole Berlusconi, oppure affrontare con coraggio le sfide della modernità, come pare invece volere Fini.
Forse tutte le ragioni che ho elencate sopra possono essere valide, di sicuro è che da ieri le cose non sono più le stesse, e che forse è iniziata la fine di ciò che è stato definito Belusconismo.
Che a far finire un fenomeno politico che ha svuotato la Costituzione, aumentato il poteri dell'esecutivo in modo abnorme, messo in discussione i fragili equilibri istituzionali e, soprattutto, diffuso nella società le malapiante del razzismo e dell'egoismo più becero, sia stato un ex fascista, è una cosa che dovrebbe far riflettere sotto molti aspetti, e che dimostra ancora una volta la pochezza dell'opposizione.

martedì, aprile 13, 2010

E se non fosse vero?

A seguito della incredibile vicenda che vede tre medici di Emergency sotto arresto(o sarebbe meglio dire sotto sequestro) sotto l'infamante accusa di terrorismo, il Ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato "sarebbe una vergogna per l'Italia se questo fosse vero".
E se non fosse vero, signor Frattini, di chi sarebbe la vergogna?
Del Governo e delle autorità afgane? Delle forze dell'Isaf, cha hanno collaborato alla messinscena di quelle quattro armi ritrovate nell'ospedale (che al sottoscritto ricordano molto le quattro molotov trovate nella scuola Diaz durante il famigerato G8 del 2001, armi che venne poi riconosciuto, erano state messe dalle forze dell'ordine).
O ancora del governo italiano, che magari ha dato l'imbeccata a qualcuno perché fosse messa in atto questa ridicola montatura?
Di chi la vergogna, signor Frattini?

lunedì, aprile 05, 2010

Le regionali? Le ha vinte Beppe Grillo!


Chi ha vinto le elezioni regionali?
Come avevo previsto Berlusconi non le ha vinte, ma non avendole perse in modo netto, sta rovesciando la frittata come suo solito andando in giro a dire che"la gente è con lui" e che proseguirà per la sua strada
Invece va detto chiaro e tondo che i risultati per il PDL sono tutt'altro che buoni: i numeri parlano chiaro: la coalizione governativa ha perso in 7 regioni su 13; aggiungiamo che in Piemonte ha vinto per una manciata di voti e grazie alla presenza del Movimento dei Grillini, che sicuramente ha portato via più voti alla concorrenza, e che nel Lazio, oltre a godere del pesante intervento a suo favore da parte delle alte gerarchie vaticane, la candidata Polverini era appoggiato dall'UDC, quindi non era esattamente la coalizione governativa. In ogni caso il progetto di conquistare almeno 8 regioni è andato a farsi friggere.
Se poi guardiamo ai dati dei singoli partiti il PDL è sceso a poco più del 26% dei voti, un vero crollo dal 35% delle europee e dal quasi 38 delle politiche 2008. Per giunta su un numero di votanti che è stato inferiore al 65%. Anche calcolando che l'assenza del listino PDL nel Lazio abbia tolto un paio di punti abbondanti al risultato finale rimane un calo di parecchi punti e pone il PDL a rischio sorpasso nei confronti del PD.
Per giunta incassa la sconfitta di ben due ministri del governo, Brunetta a Venezia e Castelli a Lecco, ed è difficile sostenere allora che la gente appoggi il governo entusiasticamente.
Il PD ha perso però una grossa occasione e si è dimostrato, ancora una volta di più, un partito in coma vigile. In effetti il cambio di segreteria da Franceschini a Bersani non pare aver portato ad un rilancio della presenza territoriale del PD, anzi il Paritone ha subito forse ancora più del PDL l'astensionismo, e ha perso voti verso IDV e Grillini, e anche verso SeL in Puglia.
Per quanto riguarda gli altri, l'IDV ha confermato i voti delle europee, Sinistra e Libertà ha fatto un risultato straordianario nelle Puglie e buono nelle regioni centromeridionali, ma è quasi inesistente al nord, La Federazione della Sinistra resiste ormai solo in qualche roccaforte della Toscana e dell'Umbria, socialisti, verdi e e radicali farebbero meglio a smettere di presentare liste che disperdono solo voti e anche l'UDC ha fatto un buco nell'acqua.
La destra estrema non va da nessuna parte, compresa quella meno estrema di Storace, che al di fuori del Lazio è irrilevante.
Chi ha vinto allora?
Molti dicono la Lega, ed è vero, però anch'essa non guadagna realmente voti, solo ne perde meno nei confronti dell'astensione e guadagna importanza all'interno del governo.
In un turno elettorale caratterizzato da disillusione e scontento, scontento verso tutti i protagonisti della politica italiana, chi emerge è il movimento 5 stelle di Beppe Grillo che condiziona il risultato finale del Piemonte, raccoglie un quasi incredibile 6% in Emilia Romagna e sfiora il 2% complessivo pur nel totale silenzio dei Media tradizionalie e presentandosi in poche regioni.
Insomma, dal lunedì scorso Beppe Grillo e C sono un soggetto politico di cui si dovrebbe tenere conto. Non è un giudizio di valore il mio, ma di fatto; personalmente non simpatizzo per tale movimento, cche trovo ambiguo e confuso, esattamente come il suo leader o ispiratore che dir si voglia, ma è un fatto che una parte piccola, ma significativa dell'elettorato l'abbia scelto e, un domani, anche quel 10% che si è rifugiato al momento nell'astensione, lo potrebbe scegliere.
In fondo anche della Lega Nord si diceva che fosse una cosa folkloristica....

sabato, marzo 27, 2010

Gabriella CIlmi: What if you Knew

Sinceramente non me la sento di lasciare il blog per tutto il week end con su il faccione di Mr B: per cui penso che sia il caso di rifarsi la vista ( e l'orecchie) con Gabriella Cilmi.
Splendida. Non c'è altro da aggiungere.

Regionali? Trionfo o tonfo per Mister B. & Co.?


Domani e dopodomani si terranno le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali di 13 regioni.
Qualche mese fa Berlusconi e i maggiorenti del PDL si dicevano sicuri di un loro trionfo, puntavano esplicitamente a conquistare almeno 5 regioni, per un totale di 7 a 6, ma qualcuno si spingeva oltre, pronosticando addirittura ribaltoni nelle regioni storicamente rosse come la Liguria.
I sondaggi però si sono fatti man mano meno trionfali, vuoi per i vari scandali che hanno coinvolto vari personaggi vicini al governo, in particolare Bertolaso, vuoi perché l'opinione pubblica è stata informata attraverso la protesta delle carriole a L'Aquila, che il miracolo di cui il governo si era vantato per mesi non era tale, vuoi per la crisi economica che continua a mordere i redditi e la vita di milioni di italiani (la gran parte, diciamo).
Ed ecco che lo stesso Berlusconi si è fatto più prudente, arrivando a dire, dapprincipio, che contavano i voti totali e non il numero di regioni, poi, che bastava strappare un paio di regioni al "nemico" (Calabria e Campania in particolare) e, infine, che ne bastava anche una sola.
Evidentemente sanno qualcosa che noi non sappiamo, ma che, ad occhio e croce possiamo intuire. Mi è capitato di ascoltare diverse persone, che sapevo votare per il Centro destra, decise a non votarlo più ( e parlo anche di elettori leghisti).
Questo non fa una statistica scientifica, però tanti elementi messi assieme danno un quadro della situazione.
Se il Capo in persona si è mosso, andando prima in Campania, poi in Piemonte ed infine nel Lazio per sostenere i candidati, vuol dire che la paura è tanta.
A mio modo di vedere però Berlusconi ha clamorosamente sbagliato, ed è forse la prima volta, tattica.
In effetti politicizzare eccessivamente quelle che sono soltanto elezioni amministrative è un errore, come è sbagliato che il Presidente del Consiglio si metta a fare campagna elettorale, dando l'impressione di essere più preoccupato dei risultati elettorali che non dell'attività di governo.
Inoltre il sovrapporre la propria faccia e personalità a quella dei vari candidati non può che suonare come una mancanza di fiducia nelle capacità dei candidati stessi, e questo non fa buona impressione.
Inoltre questo tipo di tattica si basa sull'assunto che solo il grande capo goda del carisma necessario a convincere gli elettori,e di più si basa sulla convinzione che la fiducia verso di esso sia altissima, cosa che, da quanto sento in giro, non è per nulla vera.
Anche questa censura invocata ed ottenuta contro i vari Santoro non ha fatto di certo un bell'effetto, come pessimo è stato il risultato di quella sparata, ma sarebbe meglio chiamarlo delirio, per cui il Governo avrebbe guarito i malati di cancro entro i prossimi tre anni.
Vedremo quale sarà l'effetto di questa tattica nelle urne elettorali, di certo se Berlusconi uscisse almeno non indebolito, non farà altro che continuare sulla strada finora intrapresa, mentre una sua sconfitta, un ridimensionamento delle sue liste, potrebbe aprire nuovi scenari.

mercoledì, marzo 24, 2010

Questioni di cifre

NEgli scorsi giorni ha tenuto banco questa futilissima guerra di cifre sulla manifestazione berlusconiana di Roma.
Una cosa ridicola oltre che scontata: scontato che dicessero che c'erano un milione, anzi più di un milione di persone, scontato che la questura desse cifre diverse, forse non del tutto scontato che il numero di presenti fosse effettivamente più basso delle previsioni, e ancor meno scontato che, tra i nemici "del Popolo della libertà" ovvero il popolo italiano, visto che tutti gli altri sono da considerarsi cacca o poco di più, entrasse persino la Questura di Roma, il che vuol dire che ormai siamo giunti al limite estremo della paranoia berlusconiana.
Mentre tutti si occupano di queste futili questioni, altre cifre venivano alla luce.
MI riferisco ai numeri che riguardano i redditi dei politici, ministri in primo luogo.
Non starò a fare qui la solita lamentazione qualunquista sul fatto che i politici italiani guadagnino troppo, cosa fin troppo scontata, ma porrei la mia attenzione sui guadagni proprio del signor B.
NOn per banale polemica, ma perché queste cifre dicono qualcosa.
Quello che dicono le cifre è che si capisce perchè B.abbia detto che non c'è la crisi, per lui difatti non c'è. Il reddito del Tycoon di Arcore passa dai 14 milioni e mezzo di euro a 23 milioni e spiccioli.
Non credo però sia l'unico caso in Italia e tantomeno in Europa, per non dire a livello mondiale, di soggetti che, dalla crisi, non ci perdono ma, anzi, ci guadagnano lautamente.
Penso a tutti quegli evasori fiscali premiati dal cosidetto Scudo fiscale, che ha permesso con il modesto esborso del 5% più un'altra quota tra il 5% ed il 10% di commissione bancaria di far rientrare legalmente i capitali in Italia, il che significa un risparmio attorno al 35-40%, e la possibilità di reinvestire i soldi in attività redditizie.
Penso ancora ai manager pubblici e delle banche, che non hanno affatto visto ridotti i loro redditi, anzi.
E se Berlusconi, che fa i soldi attraverso introiti pubblicitari e assicurazioni, ha aumentato il suo reddito è evidente che altri che lavorano più o meno in quei settori abbiano fatto grosso modo lo stesso.
La situazione è ben diversa per chi è in cassa integrazione, o ha perso il lavoro, o ha dovuto chiudere la propria attività o più semplicemente ha visto ridursi i pochi utili del suo negozio o della sua piccola impresa.
E ancora per i pensionati, o i precari, o per il semplice risparmiatore, a cui nemmeno i buoni del Tesoro assicurano un minimo di reddito.
Questioni di numeri e cifre, che riguardano non il numero di partecipanti ad una manifestazione di discutibile senso, ma sulla realtà che noi ci tutti ci troviamo a vivere quotidianamente, giorno per giorno, decisamente più importante della mancata presenza di una lista elettorale in una singola provincia di Italia.
Cifre che dimostrano come, alla fine, la crisi la paga qualcuno, al posto di qualcun altro.
Dimenticavo, il calo del PIL nel 2009 non è stato del 2% come preventivato dal governo, ma del 5,1%, più del doppio, quindi.
Meditate, gente, meditate.

sabato, marzo 20, 2010

Morti in carcere: un altro caso inquietante

Dopo i casi di Stefano Cucchi e Federico Aldovrandi (che sono solo la punta dell'iceberg, voglio ricordare) viene fuori, un altro caso di morte "accidentale" avvenuta in caserma di una persona affidata ai cosidetti "tutori dell'ordine".
E' il caso di Giuseppe Uva, 43 anni, fermato per ubriachezza.
Si parla di un pestaggio a morte secondo le testimonianze raccolte da Luigi Manconi.
Ecchimosi sul corpo, sangue sui vestiti, macchie tra la zona del pube e quella anale.
Sul caso rimando all'articolo di Repubblica.
E' una situazione molto preoccupante, pare che ormai veramente viviamo in un Stato di polizia, dove chi ha la sfortuna di incappare nelle attenzioni delle forze dell'ordine, e non certo perchè è un terribile criminale, ma perché ha bevuto un bicchiere di troppo, rischia di non tornare più a casa.
Non in verticale, quantomeno.

giovedì, marzo 18, 2010

Una faccia di tolla (e da servo)



Tra gite fuoriporta, impegni e acciacchi fisici questo mese non riesco a scrivere quanto vorrei; però tra i tanti pensieri ed argomenti possibili ne prendo uno, forse banale,ma che tocca uno delle costanti di questo paese sventurato nel quale mi tocca vivere.
Quello del servilismo nei confronti dei potenti.
Ecco, la figura che, a mio modo di vedere, in questo momento meglio rappresenta questo servilismo è quella del direttore del TG1 Minzolini.
Messo alla guida del più importante Telegiornale italiano o almeno, del più importante Telegiornale che va sulle reti pubbliche, dal proprietario del canale dove va il suo diretto concorrente nella lotta al primato Auditel, ovviamente mi riferisco al Telegiornale di Canale 5, il Minzolini si è comportato non da professionista che cerca di controbattere alla concorrenza e al sospetto di non essere del tutto imparziale con le uniche arme che avrebbe dovuto impiegare, ovvero quelle della professionalità e dell'imparzialità, ma da servo ossequiente e ottuso.
Il primo passo è stato un editoriale in occasione di una manifestazione per la libertà di stampa in cui si dissociava da questa iniziativa.
Ora un giornalista può benissimo non associarsi a forme di protesta che non condivide, ma da quando in qua un direttore di un Telegiornale deve sentire il dovere di fare un editoriale per dissociarsi da queste?
Come direttore dovrebbe mantenere un profilo di distacco ed obiettività, dare e far dare le notizie relative lasciando alla pubblica opinione il diritto di formarsi la propria idea.
Successivamente ha evitato con cura di parlare dell'inchiesta di Bari, quella tanto per intenderci che riguardava la frequentazione di allegre signorine, tra cui la nota Patrizia d'Addario, da parte del Presidente del Consiglio.
Dopo questi episodi ve ne sono stati altri, tra pressioni sui giornalisti, raccolte di firme, rimozioni dall'incarico di questo e di quello, fino ad arrivare al clamoroso falso sulla sentenza Mills, per cui un reato caduto in prescrizione diventa magicamente, secondo il TG UNO minzoliniano, un'assoluzione.
Qui siamo di fronte ad un vero e proprio imbroglio, una vera truffa, una vera ed evidente opera di manipolazione e disinformazione dell'opinione pubblica,e soprattutto, ad un vero e indifendibile atto di servilismo verso il Potere.
Qualche giorno fa il Minzolini se ne viene fuori con una di quelle affermazioni che questo genere di persone è solito fare quando viene messa alle strette, quando l'opinione pubblica, libera stampa e qualche mente pensante finalmente si indigna per i loro comportamenti, ovvero darsi alla (poco) nobile arte del rigiramento della frittata, che consiste, generalmente, nel paragonarsi a qualche illustre personalità del passato allo scopo di passare per vittima e, magari eroe.
Così il Minzolini ha affermato che "Di Pietro che vuole sbattermi fuori a pedate è come i fascisti che bastonarono Giovanni Amendola.
Già, proprio così.
Peccato che Amendola fosse un antifascista che si batteva contro il Potere di allora e denunciava il sorgere di un regime antidemocratico, pagando con la vita tale coraggio, mentre lui, il nostro Minzolini, è un lacché di quelli che stanno per imporre un sistema antidemocratico, ed il coraggio ce l'ha sotto la pianta dei piedi, visto che non ha nemmeno il coraggio di dire le cose come stanno, che più che un coraggio sarebbe semplicemente il suo dovere, la ragione per cui prende un lauto stipendio.
Ecco, quando tutto questo sarà finito, perchè presto o tardi questo sconcio finirà, non dovremo ricordarci solo dei Bossi e dei Berlusconi, ma anche dei Minzolini, dei Belpietro, di tutti questi servi sciocchi e tristi, con in faccia prestampato un sorriso da idioti e sulla lingua cumuli di menzogne, di questi cortigiani del Principe, perché, parafrasando il titolo di uno dei dischi degli Area, gli dei se ne vanno, ma i leccaculo restano.

mercoledì, marzo 10, 2010

Pasticcio Liste: l'ennesimo insulto allo Stato di Diritto

Cose Orribili! Hai commesso Cose orribili! - esclama uno spiritato quanto gigionesco Anthony Hopkins rivolto ad un Benicio Del Toro ricoperto di fango e sangue nel recente ( e poco riuscito) remake de "l'Uomo Lupo".
La stessa cosa mi piacerebbe dire a quanti, dai leader della maggioranza fino al Presidente Napolitano, hanno contribuito al cosiddetto Pasticcio elettorale, che io chiamerei la fine dello Stato di Diritto in Italia
Riassumiamo: In una competizione elettorale ci sono delle regole, esattamente come in una competizione sportiva, a cui tutti, grandi e piccoli, belli e brutti, vincenti e perdenti, sono chiamati a rispondere.
Il centometrista più forte non può presentarsi al via delle Olimpiadi in ritardo, nè le squadre di calcio o altri sport possono consegnare le liste dei giocatori in ritardo, né i ciclisti possono evitare la "punzonatura".
Sono regole formali, se vogliamo, ma vanno rispettate.
Esattamente come il cittadino deve pagare entro le varie scadenze le tasse il canone RAI, il bollo sull'auto, ricordarsi di rinnovare la patente, per non parlare di chi cittadino italiano ancora non è, e deve rinnovare il premesso di soggiorno, pena il passare guai seri, come la reclusione e l'espulsione.
Detto questo non si capisce proprio in base a cosa coloro (nello specifico i promotori delle liste del PDl in Lazio e Lombardia) che hanno omesso importanti formalità e hanno addirittura presentato in ritardo le liste (il che equivale a non averle presentate affatto) pretendano di passarla liscia e di essere riammessi a partecipare una competizione che hanno dimostrato di non meritare.
Proprio così, come fa chi si propone alla guida politica di una istituzione, sia essa locale o centrale, a pretendere che altri obbediscano alle leggi quando egli stesso per primo le disconosce?
CI sarebbe da chiedersi per quali ragioni, queste persone abbiano aspettato l'ulitmo momento per presentare le liste.
La ragione ovvia è che le hanno decise all'ultimissimo momento, il che significa che hanno fatto firmare i propri elettori degli elenchi di candidati che hanno poi cambiato in corsa, addirittura all'ultimo minuto, il chemi pare sia un trauffa sostanziale e non solo un errore formale.Andreste da un salumiere che vi rifilasse mortadella al posto di prosciutto di San Daniele, magari facendovelo pagare lo stesso prezzo?
Si dice, ed è la ragione che ha portato al cosiddetto "decreto interpretativo" firmato, erroneamente, dal Presidente della Repubblica Napolitano, che non si può togliere il diritto di voto a milioni di italiani.
Si tratta del solito sofisma da quattro soldi: non viene impedito ai cittadini di andare a votare, ma a chi ha barato di presentarsi.
C'è una netta differenza: anche altre liste sono state escluse in varie regioni, dalla Fiamma tricolore ai Radicali ad altre liste minori.
Ed il decreto non le fa rientrare, perché è stato pensato unicamente per Lazio e Lombardia, altro motivo di palese incostituzionalità.
Né si può affermare seriamente che si devono applicare regole diverse in base al diverso peso politico dei contendenti, anche perché sarebbe una discriminazione in base alla preferenza politica degli elettori che avrebbero diritto di votare PDL "a prescindere" e non la Fiamma o la Rosa nel pugno.
Anche la Juventus è finita in serie B, pur avendo più tifosi delle altre squadre, e il povero Pantani venne squalificato pur essendo riuscito nell'impresa di vincere Tour e Giro lo stesso anno.
Le regole sono regole, sono forma ma anche sostanza.
Lo Stato di diritto si chiama così proprio perché si basa sul diritto, che deve essere uguale per tutti. Altrimenti, se non vi è Diritto certo, si è nel campo dell'arbitrio, della legge della giungla dove il più forte, il più prepotente, il più violento spadroneggiano.
Ma Napolitano, dirà qualcuno, non era obbligato a firmare?
No, il Presidente può, anzi DEVE rifiutarsi se una legge non è costituzionale,ed un decreto legge del genere è palesemente anticostituzionale, tanto più che sulle materie elettorali è esplicitamente vietata la decretazione d'urgenza (Art. 74), ed infine è una questione che spetta alle regioni, come poi ha affermato il TAR del Lazio.
Adesso Berlusconi, fallite le strategie da leguleio, andrà sul campo che gli è più congeniale, quello del rigiramento di frittata, della menzogna e del vittimismo.
La verità è che sta, per l'ennesima volta, strappando la Carta Costituzionale e rompendo le regole dello Stato di Diritto.
Bisognerà ricordarglielo,ed impedirglielo, con l'ultima arma che il cittadino ha ancora a disposizione, quella del voto.

domenica, febbraio 28, 2010

Cose molto personali (e lupesche)

Ho un annuncio da fare degno di una nota dal Quirinale: Questo blog ha raggiunto (e superato) le 10.000 visite uniche . In realtà sono molte di più, dal momento che non sono compresi almeno 18 mesi e non tutti i visitatori vengono rilevati.
Lo so, non sono Beppe Grillo (e per fortuna!) ma ero partito solo per curiosità e farmi leggere da qualche amico, che tra l'altro si è rivelato non essere tale.
Ma certa gente è meglio perderla che trovarla, e nel mio cammino di blogger ho trovato veri amici come La Cometa Erri, L'Upupa, Luce, l'Incarcerato ed altri che hanno ritenuto degno di nota e di interesse il mio blog. Vi ringrazio per l'attenzione.
In coda aggiungo che ho dovuto aggiungere una captcha o parola di verifica per i commenti, a causa dello spam che da un paio di mesi mi ha preso di mira. Mi spiace di questo perché so che è una rottura, ma in fondo un segnale anche questo del crescente successo del blog, che ha quasi raddoppiato le visite nell'ultimo anno.
Grazie ancora a tutti!

lunedì, febbraio 22, 2010

Cose che non sopporto di Internet

Ce ne sono diverse, ma le più spiacevoli ed irritanti sono le seguenti
1) quando ti si apre una finestra all'improvviso che ti comunica che sei il milionesimo a visitare quel sito (proprio così, come nei fumetti di Topolino che leggevamo da piccini) e quindi hai vinto un'auto, una vacanza un qualcosa che ovviamente non vado nemmeno a vedere cos'è, perché ovvio che ci sia una truffa (possibile che continuo ad essere il milionesimo ogni sito che visito?)
2) Quando si aprono finestre con siti porno etc.
3) quando si aprono finestre che ti invitano a giocare a poker on line. Nemmeno ci gioco non on line e poi dove sarebbe il gusto del bluff? il gusto di rilanciare quando non hai in mano niente? come si fa a bluffare contro dei computer? e sopratutto, perché mi volete fregare i soldi?
4) quando si aprono finestre con cose di cui non me ne frega un cazzo.
5) Quando si aprono finestre.
6) le finestre che si aprono, ma chiudetele che fa freddo!
Stop.

sabato, febbraio 20, 2010

Il Concerto: musica e comunismo


Il concerto, ultimo film del regista Mihaileanu è un film alquanto snobbato, ed invece,come spesso accade, è un piccolo gioiello.
La trama ruota attorno ad un concerto che l'orchestra del Bolshoi di Mosca deve tenere a Parigi.
Succede però che il fax di invito cada nelle mani di Andrei Filipov, ex direttore della prestigiosa orchestra caduto in disgrazia agli inizi degli anni 80' quando ancora si era in piena era Brezneviana, a casua del suo rifiuto di espellere i musicisti ebrei dalla sua orchestra.
Filipov, ridotto da allora a fare l'uomo delle pulizie, nonostante il cambio di regime, coglie al volo l'occasione e decide di prendersi la sua rivincita: prepara così il grande rientro in scena, suo e di tutta l'orchestra. E' così che il nostro si mette ad organizzare il concerto, con la complicità proprio dell'ex-dirigente comunista che l'aveva umiliato pubblicamente trenta anni prima e l'aiuto del suo migliore amico, amch'egli tra le vittime della purga brezneviana.
Naturalmente per organizzare questo clamoroso concerto i tre devono dare fondo a tutta la fantasia e cialtroneria di cui dispongono.
Filipov insiste per avere come ospite d'eccezione la bravissima e bellissima violinista Anee-Marie Jacquet (Melanie Laurent già vista nell'ultimo film di Tarantino), astro nascente della scena internazionale, a cui è legato da qualche cosa di segreto che è accaduto nel passato e che solo nel sorprendente (ed un po' ottimistico) finale viene svelato.
Il film è una satira, ed anche un atto di accusa, contro la dittatura brezneviana,fatto con leggerezza, ma forse per questo più efficace, ma anche una satira verso la Russia attuale, dominata dai nuovi ricchi, arroganti e prepotenti forse ancora più dei vecchi padroni comunisti (la scena del matrimonio che si conclude con una sparatoria degna dei gangstermovie dice più dell'attuale Russia che tutti gli articoli di giornale uscite fino ad oggi).
Il tutto condito con un felice senso del grottesco, con molte scene divertenti, ma anche la capacità di far riflettere e commuovere al momento giusto ed un po' di bella musica classica.
Già, perché alla fine è un film sulla musica, sul potere che ha la musica di superare gli steccati ed unire le persone.
Frase del film: quando il vecchio dirigente comunista non vuole sentire il concerto e Filipov lo convince dicendogli : "pensaci,cos'è un concerto?: tante persone che si uniscono per un unico obiettivo, trovare l'armonia, questa è la musica, è la musica il vero comunismo"
Da incorniciare.

venerdì, febbraio 19, 2010

Di gatti, cocaina e sugo al cinghiale

Tempo di scandali in italia: veri e falsi, seri e da ridere.
Di quelli veri e seri, ovvero Bertolasiopoli e affini, parlerò un'altra volta, mi interessano molto di più quelli falsi e da ridere, perché danno molto di più il polso di quella che è l'italietta di oggi.
Il primo è ovviamente quello di Morgan e della sua confessione di aver usato cocaina.
Mi viene da dire: embé?
In un paese in cui le acque del Tevere e quelle dei Navigli sono piene di cocaina, in cui si sa che alcuni parlamentari e ministri ne fanno uso (non faccio nomi, ma guardate bene gli occhi di un certo ministro...)non vedo perché un musicista, più o meno rock, più o meno maledetto, più o meno poseur, non possa fare quello che fanno, non dico tutti, ma molti.
Non mi interessa sapere se le dichiarazioni sono state fatte per ingenuità o per (falsa) furbizia, quello che sottolineo è che la sua sospensione dal festival di Sanremo e le spropositate reazioni (con tanto di deliranti proposte di antidoping ai cantanti avanzate da alcuni politici, tra cui si è distinta la Ducia Mussolini) sono lo specchio di un paese che ha perso il senso della misura.
Altrettanto assurde le reazioni al fatto che tale Bigazzi, persona che io trovo tra l'altro molto simpatica, abbia osato parlare di gatti cucinati.
Qui il mio commento è: e alura?
Di questo argomento ne ho parlato con una mia zia di Brescia proprio in quei giorni, e ricordo che anni fa, durante una cena con amici vicentini (noti magnagati) di cui alcuni pure vegetariani, cademmo su questo discorso.
Chissà perché in televisione non si può parlare di gatti cucinati (non consigliare, parlare!)
Questa dittatura del politically correct, che poi è un politically correct di maniera, lo chiamerei semplicemente ipocrita conformismo, sta diventando stucchevole.
E poi scusate, ma a me questo animalismo ha rotto i genitali.
Il mediterraneo è pieno di cadaveri di migranti, cioè esseri umani ma dobbiamo preoccuparci della caccia alle balene, alla foca o ad ipotetici banchetti a base di carne di micio.
Pare che la preoccupazione dei vari censori, televisivi e non, sia quella di evitare che sfugga qualche pezzettino di paese reale, di vita reale, di comportamenti che non vengono ritenuti "corretti", e a cui i nuovi moralisti oppongono nuove regole di comportamento.
Oggi "la Repubblica", perorava per l'ennesima volta la causa vegetariana.
Anche qui ci vorrebbe una trattazione lunga, mi limito a dire che, parlare di una questione ponendo solo ipotetici pro, e nessuno contro, non rientra nell'informazione, ma, casomai nella propaganda.
Le penne al sugo di cinghiale che ho appena mangiato erano squisite, in ogni caso.

domenica, febbraio 14, 2010

Alcune verità su Bonino & C.


Il recente regolamento approvato dalla commissione bicamerale per la vigilanza sulla Rai con il quale, in nome della cosidetta Par Condicio, si tappa la bocca a qualsiasi voce non alineata sulla RAI e si limita abnormemente ed in modo quasi grottesco gli spazi politici e l'informazione politica ( il decreto non riguarda ovviamente le reti Mediaset, che possono tranquillamente dedicare il 100% dello spazio al Governo o a chi gli apre loro, in quanto non sono servizio pubblico, anche se poi lo rivendicano), votata dal radicale Beltrandi in forza al Partito Democratico, e sottoscritto da Emma Bonino in persona, mi ha ricordato alcune verità che spesso si vuole dimenticare, in nome dell'opportunismo politico o della nefasta idea del "meno peggio"
Queste verità riguardano il Partito Radicale nelle sue varie sfaccettture, o meglio trasformismi, trasformismi che ormai da 25 anni ne contrassegnano e contraddistinguono l'operato.
Da ragazzo i radicali mi erano (relativamente) simpatici: apparivano come un partito non partito, fuori dal gioco, come dei puri che rompevano le uova nel paniere ai potenti, dei Gianburrasca un po caciaroni e confusionari ma essenziali nel portare un po' d'aria nuova nella già allora mefitica aria partitocratica.
Col tempo ho potuto vedere che il loro apparire confusi era una precisa strategia per entrare nei giochi di potere, quel loro chiamarsi fuori era in realtà un volere essere dentro, che i richiami ideologici a Ghandi ed al socialismo dei fratelli Rosselli erano uno specchio per le allodole perché ben altra era l'ideologia a cui si ispiravano e che il loro pacifismo era realmente a senso unico, così come il loro continuo richiamarsi ai principi non-violenti mascherava in realtà una notevole dose di violenza morale, fatta di ricatti, menzogne e insulti e calunnie.
I radicali hanno sempre sostenuto di essere diversi dagli altri partiti, di fare la lotta alla corruzione, di essere contro la partitocrazia: eppure se guardiamo bene il Partito radicale ha sempre fatto parte del sistema partitico, e si è accompagnato ai personaggi più discutibili degli ultimi 25-30 anni.
Tutto iniziò verso la metà degli anni 80, quando i radicali si allearono, con tanto di liste comuni, al PSI di Craxi, un partito di poco più dell'undici per cento di voti, che per sconfiggere la DC aveva copiato i peggiori metodi lotizzatori e di clientielismo della DC, facendo salire il debito pubblico ai livelli astronomici che ancora oggi paghiamo.
I Radicali hanno sempre taciuto sulla corruzione craxiana, e arrivarono a difendere il parlamento degli inquisiti (ben 200 tra parlamentari e senatori).
Hanno sempre combattuto il finanziamento ai partiti, ma in realtà ne hanno sempre goduto, non solo, ma Radio Radicale, una Radio che ha costi bassissimi, ha goduto di grandi finanziamenti pubblici, così come Notizie Radicali, un giornale che tirerà qualche centinaio, forse un paio di migliaia, di copie.
Di più: i radicali hanno sempre giocato su molti tavoli, passando con nonchalance dall'alleanza con la Destra a quella con la Sinistra, per poi dividersi furbescamente in due alle elezioni del 2008.
Nel 1994 Pannella si alleò con Forza Italia di Berlusconi, un personaggio che aveva ben poco a che fare con le sbandierate lotte per i diritti civili, in cambio di una lauta prebenda. Non è diffamazione, ci sono dichiarazioni ufficiali dell'epoca e addirittura Pannella minacciò di causa Berlusconi se non avesse pagato quanto pattuito.
Lo stesso giochino fecero nel 2008 con il PD.
In questo caso però si divisero in due, per essere sicuri di condizionare la politica italiana: i vecchi "compagni" Bonino e Pannella con il PD, ed i giovani rampanti ed un po' arroganti come Capezzone nel PDL, in fondo c'è solo una consonanza di differenza, non è vero?
In più se contiamo che Francesco Rutelli, uno che è passato dal partecipare al Meeting anticlericale di Fano, organizzato dagli anarchici, a fare il baciapile e ad appoggiare tutte le battaglie più retrograde che si possano inventare, dalla seminazione artificiale al diritto a morire, si è fatto il suo patetico partitino di centro (che sarà meno patetico quando verrà rinforzato da Casini, Fini e Montezemolo) abbiamo la straordinaria situazione per cui un partitino che non ha mai superato il 2% dei voti, comunque vada, avrà qualcuno al governo.
IL loro pacifismo è sempre stato bislacco e strabico, perciò è sempre stato molto apprezzato dai cantori dell'imperialismo, come esempio di "vero pacfismo non violento"
I radicali sono giunti ad appoggiare una organizzazione come la kossovara UCK, dedita alla pulizia etnica ed al traffico di droga, e sospetta di legami con la temibile Al Qaeda,ed in questo sono recidivi: già nel 1992 Pannella si fece fotografare vestito da paramilitare croato, tra l'altro dimenticando che gli Ustascia erano e sono, oltre che fascisti, antisemiti, responsabili dell'internamento e della morte di 200.000 tra serbi ed ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Già perché i radicali appoggiano Israele. ovviamente senza se e senza ma, e con un bel salto della quaglia, gruppi antisemiti come Ustascia e UCK, che hanno scacciato da Pristina la comunità ebraica.
Nei progetti di legge sulla obiezione di coscienza i radicali erano quelli che proponevano le pene più severe per gli obiettori totali, per cui deve essere proprio che questi pacifisti non violenti subiscano il fascino della divisa.
E i radicali erano gli unici in Italia, insieme al movimento neofascista del MSI, a non avere nulla da ridire sull'Aparthied sudafricano.
Strano per gente che dice di essere transnazionali ( li ringrazio di non avere usato il termine internazionalisti )
Anche in economia i radicali, dopo alcune battaglie nei lontani anni 70 per l'aumento delle pensioni e contro la fame nel mondo hanno fatto inversione a 180 gradi, sposando le teorie liberiste più estreme, secondo cui solo il "libero mercato" potrebbe portare ricchezza e tutto quello che si frappone va spazzato via, alla faccia della solidarietà con i poveri del terzo mondo (ma direi con i poveri del primo mondo, pure)
Perciò grandi plausi alla globalizzazione e agli 8 "grandi" riuniti a Genova nel 2001, e niente solidarietà ai ragazzi massacrati e torturati dalla polizia italiana, proprio loro che candidarono Toni Negri al parlamento nel 1983 e chiamavano compagni gli Autonomi, che di certo non ci andavano leggeri nelle manifestazioni degli anni 70.
Non mi stupisce quindi che costoro appoggino un regolamento che di democratico non ha niente, che imbavaglia la libertà di parola, che toglie a partiti come Sinistra e libertà o la Federazione della Sinistra la possibilità di far sentire la propria voce
è il loro solito metodo, di dire una cosa e farne un'altra, per avere le mani libere e poter giocare su due tavoli, oggi alleati al Centro-sinistra, domani chissà.
E che lo facciano quelli che una volta si imbavagliavano in Televisione contro la censura, che era di gran lunga inferiore, è uno dei segni del tempo, ma anche l'ennesima dimostrazione che il potere logora chi non ce l'ha ma corrompe solo chi ce l'ha, fosse pure poco.
Nel sessantotto si diceva;l'immaginazione al potere.
L'esperienza dei radicali dimostra che la fantasia va bene, però un po' di paraculaggine non guasta.

giovedì, febbraio 11, 2010

Il costoso teatrino dello sgombero infinito

Lo spettacolo fisso, per la gioia di telecamere e benpensanti, a cui,da ormai un paio di anni, dobbiamo assistere nella ridente ed europea città di Milano è il seguente: un piccolo gruppo di Rom, ma spesso anche di Sinti, o pù genericamente di "Extracomunitari" viene sgomberato da qualche campo o baracca fatiscente con grande impiego di polizia, carabinieri, guardia di finanza e Polizia Locale (quelli che una volta erano i Ghisa,i vigili urbani, su come questa figura sia stata trasformata e militarizzata nel corso degli anni andrebbe dedicato un post apposito).
Poi arriva il vice-sindaco De Corato, e, gonfiando il petto, proclama che "la legalità è stata ristabilita" e che "la cittadinanza ora è soddisfatta".
Poche ore dopo giungono le dichiarazioni di Matteo Salvini, capogruppo leghista, che spiega che "queste cose sono possibili grazie ad un Ministro dell'Interno Leghista" e, ovviamente, grazie al suo personale pungolo, senza il quale "Rom e clandestini la farebbero da padroni" e via blaterando.
Nel frattempo gi sfrattati, quasi sempre in larghissima maggioranza donne e bambini, vengono buttati in mezzo alla strada, cioè esattamente dove erano prima, per cui non fanno altro che andare in un altro posto fatiscente, rioccuparlo, e dopo un po' di tempo, vengono sfrattati anche da quello, e la scena si ripete così all'infinito.
Per l'esattezza, se lo volete sapere, secondo le stesse cifre date dal De Corato in persona, ben duecento volte (!)
Ovviamente ogni discorso di integrazione viene lasciato perdere; non diciamo che viene scartato, non lo si prende proprio in considerazione, il mussoliniano "qui non si parla di politica " è sostituito da "qui non si parla di integrazione".
I bambini rom andavano a scuola? cavoli loro! Sono zingari, quindi non hanno diritto a nulla se non ad abituarsi alla loro condizione di sottoumani, e guai a chi non condivide questo, non è un cittadino perchè i "cittadini" sono solo quelli che la pensano come i razzisti frustrati alla De Corato o Salvini, le maggioranze silenziose e silenti che approvano a capo chino qualsiasi porcata fatta nel loro nome.
Eppure questo teatrino infinito e miserevole costa al cittadino una cifra che,se impiegata a mettere a disposizione degli alloggi, e a mettere in pratica un banalissimo
ed umanissimo programma di integrazione risolverebbe tutti i problemi, senza gravare sul bilancio del comune, ovvero sulle tasche del contribuente,
Ma probabilmente non farebbe guadagnare voti agli attori principali, e allora meglio proseguire con le ruspe e la Polizia.
Che tristezza....

martedì, febbraio 09, 2010

Mercedes Sosa- Solo le pido a Dios



Solamente chiedo a Dio
che il dolore non mi sia indifferente
che l'ascuitta morte non mi trovi
Vuota e sola senza aver fatto abbastanza.

Solamente chiedo a Dio
che l'inguistizia non mi sia indifferente
che non mi venga dato uno schiaffo nell'altra guancia
dopo che un artiglio mi ha graffiato in questo modo.

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

Solamente chiedo a Dio
che l'inganno non mi sia indifferente
Se il traditore può essere di uno
che questo non lo dimentichi facilmente.

Solamente chiedo a Dio
che il futuro non mi sia indifferente
disgraziato colui che deve partire
per vivere una cultura differente

Solamente chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

È un mostro grande e colpisce forte
tutta la povera innocenza della gente.

sabato, febbraio 06, 2010

Cara Moratti, e se ti facessi un giro a Londra?

Domenica scorsa, bloccando il traffico, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ammesso il fallimento, o quantomendo la scarsa efficacia, delle politiche finora adottate per migliorare traffico urbano e vivibilità della città.
il cosidetto Ecopass si è rivelato essere quello che alcuni, tra cui il sottoscritto, avevano detto fin dall'inizio sarebbe stato, un provvedimento tampone realizzato per tirare su un po' di soldi che avrebbe esaurito in fretta i suoi effetti benefici,e così è stato.
Mi si dirà che la Moratti non può risolvere in poco tempo quel che sindaci e giunte precedenti non avevano risolto e, alle volte, nemmeno affrontato.
E' vero, ma il punto è proprio quello: dal 1993 ci sono stati 4 sindaci, tutti di Centro- destra, nell'ordine: 1993-97 Formentini( Lega Nord)1997-2006 Albertini (Forza Italia ma di simpatie AN)2006-2010 Moratti(Forza Italia-Pdl con appoggio Lega).
Questi quattro sindaci e le loro giunte non sono riusciti né a risolvere il problema del traffico, né quelli della congestione, dell'inquinamento e dei trasporti (tutti tra loro strettamente connessi) ma nemmeno ad affrontarli, a definire un progetto o delle linee guida di intervento.
Formentini ha fatto poco o nulla, Albertini ha peggiorato il problema, tagliando i trasporti pubblici (è stato tolto un bus alla settimana)la Moratti ha almeno fatto un tentativo, per quanto confuso, ma anche lei ha fallito.
Eppure Milano non è l'unica città al mondo ad avere dovuto affrontare questi problemi: Londra, Berlino sono molto più grandi, ma basta andarci per una settimana per renderci conto di come si viva meglio in quelle città.
I nostri amministratori, al posto di inventarsi delle "domeniche senza auto", blaterare di blocchi ulteriori e poi decidere di non decidere, dovrebbero farsi un giro da quelle parti, farsi spiegare come hanno fatto, e fare altrettanto.
Ma forse sono troppo impegnati ad inventarsi ridicole e repressive disposizioni contro i Kebabbari e a dar la caccia ai ragazzini che scrivono sui muri per occuparsi di faccende serie.

Post in evidenza

L'OMS e la carne cancerogena: tanto fumo per pochissimo arrosto

Il 26 ottobre il mondo dell'informazione ha rilanciato una sorta di annuncio Shock. All'ora di pranzo radio e televisioni hanno &quo...