giovedì, luglio 23, 2009

Invidia ed infelicità


Quando ero piccolo, d'estate, sulla spiaggia, mi piaceva costruire dei castelli di sabbia insieme a mio fratello. nostro padre ci dava una mano, alle volte, e si costruiva un bellissimo castello di sabbia, con il fossato. le mura, e poi si faceva il tocco finale, prendendo la sabbia bagnata e facendola colare dall'alto facendo dei ritocchi artistici, stile Duomo di Milano.
C'erano dei bambini che non costruivano castelli, stavano lì a guardare, poi, appena la costruzione era finita e ti allontanavi, e nemmeno ti allontanavi di tanto, passavano coi loro insolenti piedi a distruggere il lavoro di ore.
Io all'epoca non capivo il perché di questo comportamento, ma adesso lo so.
Si chiama invidia.
Tra ammirare ed invidiare c'è un confine sottile, ed uno che invidia è sempre uno che ammira, vorrebbe avere le qualità dell'altro, ma sa di non poterle avere, di non potere aspirare alla stessa felicità,di non poter costruire castelli, ovvero progetti, e quindi si limita a distruggere, dopo aver guardato rancoroso e invidioso quello che l'altro ha fatto.
Ma perché questo accade?
Il fatto è che ci sono persone che vivono senza passioni, senza amore, senza amicizia.
Ci sono persone che, non avendo passioni non avendo amore, non avendo amicizia, o per meglio dire non sapendo cosa sia una passione vera, cosa sia l'amore vero, cosa sia l'amicizia vera, invidiano coloro che queste cose le hanno, chi sa cosa siano queste cose.
Ci sono persone che provano sentimenti solo per se stessi non riescono a concepire nulla che non sia se stesso, e siccome il loro se stesso è il nulla, non riescono a vedere nulla, perché sono il nulla.
Invidiano gli altri ma volendo esprimere la loro presunta superiorità, non faranno altro che sparlarne, davanti o dietro le spalle, cercando di ferirne l'orgoglio e l'autostima, perché in fondo disprezzano se stessi, e disprezzando gli altri esorcizzano la profonda disistima che hanno per se stessi.
Sono persone infelici e che sempre lo saranno, perché sono tanto codarde da non voler guardare in faccia la propria infelicità, così stupide da non capire che dovrebbero cercare di essere felici e non rendere infelici gli altri.
E che rendere felici gli altri è il primo passo per rendersi felici.
Questo è il triste destino dell'invidioso: essere infelice per sempre.

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