domenica, aprile 30, 2006

Il Tafazzismo del sindacato (ovvero Moratti 2-la vendetta)

Ci risiamo! Il sindacato lombardo è riuscito ancora una volta a tirarsi una sacrosanta tarellata sugli zebedei.
Non riesco a commentare in altro modo l'invito rivolto a Mestizia Moratti di andare e salire sul palco della festa del Primo Maggio a Milano.
Una vera idiozia.
Innanzitutto mi pare evidente che questo vorrebbe essere una specie di "gesto di riparazione" per le "terribili offese" arrecate alla Moratti durante la manifestazione del 25 aprile (vedi miei articoli),
Grottesco.
Ma come fanno questi imbecilli a non capire che la Moratti ha cercato (e ottenuto) pubblicità a buon mercato?
Lo scusarsi appare al contempo come una specie di confessione di colpevolezza e servilismo. Infatti o quelli che hanno fischiato la moratti non c'entrano nulla col sindacato ( e perché dovrebbero centrare) e sono solo dei provocatori e degli estremisti, come si sono affannati di spiegare i capoccia del Centrosinistra, e allora non si vede perché scusarsi, oppure c'entrano, e allora scegliere di invitare la Moratti ad un corteo in cui, tanto per cambiare, c'entra come il cavolo a merenda, è solo un atto di puro servilismo fantozziano, peggio alla Fracchia, che rischia di produrre ulteriori divisioni interne alla sinistra e rinfocolare polemiche strumentali. Veramente un capolavoro di idozia. Complimenti
E infine ricordiamoci che il Primo Maggio, come il 25 aprile, Non è una festa di tutti, E una festa degli sfruttati , non degli sfruttatori.
Ma vabbè, in fondo che me frega, IO vado alla MAY DAY ;-))))

Veronica Mars

Torno su questo telefilm: incuriosito da una certa nomea che questo tf si è fatto ne ho seguito le puntate trasmesse, generalmente registrandole.
Devo dire che, dopo una prima impressione piuttosto deludente, incomincio ad apprezzarlo di più, sebbene ancora questo tf sia lontano da un livello qualitativo alto. diciamo che le storie, a volte un po' scombiccherate, sono abbastanza intriganti, e man mano diventano più appassionanti. C'è un interessante punto di vista sulla provincia americana ed è messo in risalto senza troppi buonismi lo scontro di classe tra poveri, o normali, e ricchi figli di papà.
La protagonista faceva un tempo parte della "upper class" in quanto figlia dello sceriffo, ma l'aver pestato piedi importanti da parte del paparino ne ha comportato la discesa negli inferi della "lower class" . Se si aggiunge che lei è una vera peperina, senza peli sulla lingua e piuttosto duretta al limite dell'antipatia non c'è da stupirsi che non abbia praticamente amici e sia diffamata in continuazione. Nel tempo libero (parecchio, ma quando studiano sti studenti americani?) aiuta il padre, diventato detective privato, oppure investiga per i fatti suoi. Sullo sfondo un omicidio della sua migliore amica e una serie di rivolgimenti tra Twin peaks, il noir e la soap opera.
Ad una trama a volte interessante fanno riscontro una serie però di difetti abbastanza evidenti. Se la protagonista riesce ad essere sufficientemente simpatica e il padre, secondo me, anche di più, gli altri personaggi sono abbastanza sbiaditi, dall'amico di colore al teppista dal cuore d'oro, al viziatissimo e svalvolato Logan, all'ex fidanzato, sono tutti personaggi o stereotipati o poco convincenti. E' probaible poi che l'adattamento italiano non sia ottimale. Insomma per il momento una discreta serie tv interessante ma non indimenticabile.

giovedì, aprile 27, 2006

28 Aprile


Una data da ricordare.
Difatti il 28 aprile 1981 nasceva a Pomona, California, Jessica Marie Alba.
L'autore ringrazia sentitamente i genitori.
Jessica inizia la sua carriera in tenera età. A 14 anni è la protagonista di "flipper" telefilm in cui si narrano le imprese di un delfino. Dopo una manciata di film adolescenziali, e un interessante thrillerdal titolo "Paranoid" si fa conoscere dal grande pubblico come protagonista del telefilm Cyberpunk "Dark Angel" nel ruolo di Max Guevara, soldato geneticamente programmato come arma segreta che si ribella al sistema corrotto che l'ha creata e condizionata. Dopo la prematura interruzione della serie lavora poco , ma viene rilanciata dal musicarello "Honey" dove interpreta una ragazza fanatica dell'HipHop che sacrifica la propria carriera per dare una speranza ai giovani del suo quartiere. Il ruolo che la consacra è quello di Nancy Callahan spogliarellista nel cult "SIn City". Partecipa poi ai "Fantastici Quattr" adattamento cinematografico dell'omonimo fumetto e a "Trappola in Alto Mare". Il film a cui sta lavorando attualmente si chiama "Awake" mentre è già annunciata la sua partecipazione a "Fantastic four 2" e a "Sin City 2".

I fischi e l'oligarchia politica

Qualcuno si chiederà come mai nel mio reportage sulla manifestazione del 25 aprile non ho nemmeno accennato alla cosidetta contestazione che la povera, indifesa e piagnona Mestizia Moratti ha subito (dopo averla provocata scientemente) nel corso della suddetta manifestazione, C'è una ragione molto semplice, direi addirittura elementare. Ovvero che non è una notizia rilevante, nè dal punto di vista personale, nè da quello politico. Che una tizia che non c'entra nulla si rechi in ua manifestazione al solo scopo di provocare, e ovviamente e prevedibilmente (come ammesso da lei stessa) trovi qualche cittadino che dimostri la sua indignazione ( o caschi nella trappola) è cosa ovvia, e peraltro non mi pare che la cosa abbia superato i limiti di guardia. Sono cose che succedono a tutti nella vita.
Se non si può nemmeno urlare "scuola pubblica" a un ex-ministro alloraf iniamola di riempirci la bocca della parola democrazia, andiamo a casa e non parliamone più,
Quello che è scandaloso e clamoroso non è il fatto in sè, che non meritava più di dieci righe secondo una scala obiettiva di importanza, ma che una simile sciocchezza sia stata la notizia di apertura di tutti i giornali e che se ne sia parlato in tutte le salse, peraltro dicendo una barcata di idiozie degne di migliore causa. Constatare che la cosa più intelligente l'abbia detto uno come il disobbediente Caruso, noto per non essere proprio uno brillante, è abbastanza deprimente, ma tant'è, la strada verso il baratro dell'idiozia collettiva è aperto da molto tempo, e mi verrebbe da dire come quel tale prima di essere fucilato "tiremm innanz".
Nel mentre avveniva questa cosa importantissima i fascisti si davano da fare devastando e imbrattando monumenti e sedi politiche come riportato da questo articolo del giornale "La Libertà"
link

Questo è uno dei tanti episodi che hanno visto protagonisti in negativo le squadracce fasciste, organizzate in quelli stessi partiti che sostengono la signora Moratti, la povera vittima di quelle incivili contestazioni che sono state additate al ludibrio dell'opinione pubblica da parte della "stampa indipendente" della penisola.
Naturalmente questi episodi non hanno la stessa rilevanza del "Moratti day", non suscitano articoli e commenti, nè la solidarietà delle più alte cariche istituzionali o la "ferma condanna" i questo o quell'altro e ci sarebbe da chiedersi perché.
Certo perché colpiscono la sinistra, ma non solo per questo.
In realtà perché un conto è quello che succede ai comini mortali e un altro è quello che succede ai professionisti della politica, siano essi di destra, di centro o sinistra. Le Moratti, i Fassino, I Ruini, per non parlare dei Berlusconi, possono dire e fare le più efferate cazzate senza che nessuno possa chiedergliene conto pubblicamente. Sono una casta sostanzialmente autoproclamatasi tale, che tutto può dire e disfare, ma a cui nessuno può rimproverare alcunché.
Sembra che la feroce parodia della rivoluzione bolscevica immortalata dalla penna arguta di George Orwell una sessantina di anni fa abbia trovato la sua realizzazione nell'italietta del terzo millennio.
"tutti gli animali sono eguali, ma qualcuno è più eguale degli altri". Pare questo il motto dei nostri politici, e Berlusconi è stato, come al solito, il primo a dirlo esplicitamente in una delle sue esternazioni più sincere.
"non mi possono processare perchè io sono più uguale degli altri in quanto eletto dal popolo".
In una democrazia però il principio di eguaglianza è la base di tutto, e i politici dovrebbero essere al servizio del popolo, e non il popolo al servizio dei politici.
Prepariamo i fischietti....

mercoledì, aprile 26, 2006

25 Aprile....una bella giornata


Il 25 Aprile, come tutti gli anni mi sono recato in piazza a ricordare, ma soprattutto a festeggiare, e in definitiva a rinverdire l'anniversario della Liberazione. Un bel corteo, colorato, festoso, vario e soprattutto multicolore, con dentro tutto e di più.
Ho visto sfilare i curdi del PKK vicino ai colori dell'ARCIGAY, i radicali di sinistra vicino ai DS, Bandiere tricolori e bandiere anarchiche, i Centri sociali e i partiti, gli studenti e i lavoratori, ragazzine giovanissime e anziane signore. Bellissima una scena a cui ho assistito: un gruppo di ragazze giovani che fotografava una signora decisamente anziana vestita con t-shirt rossa con su l'immancabile ritratto di Che Guevara. E ancora: vestiti di tutti i colori , chi era imbaccuccato e chi era quasi nudo, i punk e i signori con il completo grigio, insomma il popolo, o almeno quella parte di popolo che ancora si riconosce in alcuni valori fondanti, l'antifascismo innanzitutto, ma anche altre cose, come la contrarietà alla guerra e la convinzione che democrazia sia anche la difesa di valori come la solidarietà e il multiculturalismo e che la Costituzione più che essere affossata debba essere finalmente applicata.
Queste manifestazioni sono poi anche l'occasione per ritrovare vecchi volti o salutarsi ancora. Isomma un'occasione per uscire dal trito tran tran della vita quotidiana, in cui ognuno finisce per guardare o badare solo ai fatti suoi. per una volta si st ainsieme ad altre persone e non in modo commerciale o rituale, ma perché si è uniti, almeno per un giorno, per qualcosa che va al di là delle contingenze e ci unisce. Oltre a queste considerazioni generali, mettiamoci pure che ho rivisto una persona che non vedevo da tempo e direi che sì, è stata proprio una bella giornata.

lunedì, aprile 24, 2006

Quando la scimmia muore....



...la gente piange.
Niente di più vero della frase di lancio del film King Kong.
Mi sono appena rivisto in DVD il film di Peter Jackson, che definire remake del film del 1933 ( o di quello del 1976) è alquanto riduttivo, per non dire fuorviante. E devo dire che la re-visione del film non fa che confermare e rafforzare il mio entusiastico giudizio. Non esito a dire che, di fronte a King Kong, il signore degli anelli appare come un esercizio di stile.
Bello, sontuoso, elegante, perfino inimitabile, ma comunque un esercizio di stile.
In King Kong c' è invece tutto quello che il cinema dovrebbe essere e sempre più raramente è: un mezzo per esprimere sentimenti universali, quali la paura, la pietà, il sentimento, la commozione.
Innanzitutto il film è pieno stracolmo di citazioni, spesso talmente raffinate da sfuggire ai più. Per esempi sul taxi, dove il regista Carl Denham e l'assistente Prescott si interrogano su chi potrebbe essere la star femminile del loro film: Fay? chiede Prescott- No gli risponde l'altro-sta girando un film con la RKO. Fay è FAy Wray, l'attrice del filn del 33 e il film della RKO è proprio KING KONG! Oppure ancora il dialogo sulla nave tra Ann e Bruce Baxter (il narcisista attore-star) preso di peso dal film originario. Eccellente la ricostruzione della new York della depressione.
Notevoli poi le prove dei due attori protagonisti che sono Jack Black, nel ruolo del regista mezzo genio e mezzo cialtrone Carl Denham e Naomi watts nel ruolo di Ann Darrow, l'attrice oggetto dell'amore dello scimmione. I due personaggi sono quasi l'antitesi tra di loro: tanto è cialtrone, bugiardo, opportunista il primo, tanto è sincera, seria, leale la seconda.
Il personaggio di Ann Darrow è ben differente da quello originario, che era la classica bionda scema che urlava, e anche da quello di Jessica Lange, che ne era solo la versione aggiornata agli anni 70. Qui abbiamo invece una donna forte, caratterizzata da una forte etica, quella che la porta a rifiutare il lavoro in uno squallido teatro, e che la porta a rifiutare le prinicpesche offerte del regista per lo spettacolo finalecon Kong in catene. Ann è anche sensibile, e come vede la sensibilità in Jack Driscoll, l'autore di teatro al seguito della spedizione, riesce a vederla anche in Kong, che per gli altri è solo un mostro. L'interpretazione di Naomi Watts è straordinaria, ed è una vergogna che non abbia nemmeno ricevuto una nomination agli Oscar.
Ma il film ha anche il grande merito di rinnovare la leggenda della Bella e della Bestia, riuscendo a commuovere anche lo spettatore più arido. La storia d'amore (ebbene sì) tra la bella e la bestia è talmente ben costruita che, quando Kong è in cima al grattacielo, e Ann lo raggiunge e lui le salva per l'ennesima volta la vita e la ripone con amore al sicuro, e lei ancora sale in alto fino al tetto e cerca di fermare gli aerei che lo stanno mitragliando, e infine Kong si abbatte e lancia un ultimo adorante sguardo in direzione di Ann, prima di precipitare nel vuoto, beh, se a quel punto nemmeno una lacrimuccia spunta dal vostro occhio allora vi meritate di vedere la saga natalizia di Boldi e De SIca per il resto dei vostri inutili giorni.
E ricordatevi, "non sono stati gli aerei, è la Bella che ha ucciso la Bestia"

giovedì, aprile 20, 2006

Perdere una buona occasione ...

...per tacere.
E' quello che è successo a Letizia Moratti (ex) ministro dell'Istruzione e candidata casaliberista a Sindaco di Milano ieri: -Parteciperò al corteo per la festa della Liberazione. Mi auguro che tutta la città scenda in strada. Ma senza bandiere».
A parte che dell'eventuale partecipazione della Moratti al corteo non ce ne può fregàdemeno. E a parte il fatto che non mi pare che abbia mai partecipato gli altri anni, per cui verrebbe da sospettare che sia una manovra elettoralistica. Ma mi chiedo quale autorità, competenza e titolo abbia la signora Moratti per dire agli altri, quelli che in piazza ci sono sempre stati, quelli che si sono beccati gli insulti, le botte e qualche volta le coltellate, e nel caso siano sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti (eh sì ce ne sono ancora) di molto peggio, da parte di quelli che sono, a tutti gli effetti, alleati alle elezioni della Signora in questione, dicevo, che titolo ha per dire se devono o non devono portare le bandiere.
Signora Moratti, il 25 aprile non si festeggia la fine del torneo di canasta delle sciure di Via della Spiga, ma la liberazione dal fascismo e l'inizio della libertà.
Quindi chi ha partecipato a questo avvenimento storico (dai liberali agli anarchici) ha il diritto di andare con la bandiera che gli pare.
Lei stia pure a casa.
Senza bandiera mi raccomando.

domenica, aprile 16, 2006

Stavolta parliamo di telefilm

Mi è capitato di vedere qualche telefilm ultimamente tra tv in chiaro e satellite, alcuni deludenti, altri promettenti.
Da orfano di Buffy (e di Dark Angel, e di Tru Calling...) aspetto qualcosa che valga la pena di seguire, qualcosa a cui appassionarsi.
A parte Lost, che sta avendo un crescente successo e che per un motivo o l'altro perdo sempre... mi è capitato di vedere alcune serie nuove (o semplicemente inedite da noi ) .
Partiamo da "Joan of Arcadia" in onda nel pomeriggio su italia 1: francamente non un granché, forse ho beccato la puntata sbagliata, ma mi è parso veramente noioso e senza alcun interesse.
Sempre su Italia 1 nel famigerato Prime time va in onda "Veronica Mars", serie da molti accostata a Buffy e che pare essere la prediletta dal maestro dell'horror Stephen King (che peraltro ormai sponsorizza qualsiasi ciofeca, quindi non vuol dire molto)
Francamente non so cosa c'entri con Buffy, visto che di soprannaturale non ve n'è manco l'ombra, a parte che la protagonista è bionda e va al liceo, e ha i genitori separati ( però Veronica vive col babbo).
Non saprei dare un giudizio, la prima puntata era intrigante, la terza aveva una sceneggiatura disastrosa.
Ci sono degli spunti interessanti, per esempio la descrizione della città e delle tensioni sociali sottese. Sull'altro lato il film non ha un gran ritmo (e fare 3 puntate di seguito complica ulteriormente le cose) e tranne la protagonista (che non so ancora dire se è simpatica o antipatica) non è che gli altri personaggi intrighino un granché.
Molto più interessante la serie "Surface", (FOX) almeno nella prima puntata. Nella serie si racconta la scoperta di una nuova razza di animali che vivono nelle profondità dell'oceano. E' ancora presto per dare un giudizio, ma lo spunto è promettente e anche il ritmo è sostenuto.
il più atteso è senza'altro "Firefly" (Jimmy), se non altro perché è opera del creatore di Buffy ed Angel e vede anche vari sceneggiatori e attori che hanno fatto capolino in alcune puntate di Btvs e Ats.
Ho visto due puntate, una così così e l'altra decisamente bella. Il film che è stato tratto da questa miniserie (che è durata mi pare solo 15 episodi, per colpa dei soliti burocrati paurosi della Fox) ovvero Serenity, mi è parso migliore, soprattutto come ritmo, ma avendo perso delle puntate è ovvio che sia difficile capire determinati passaggi.
Cercherò di non perderlo!

mercoledì, aprile 12, 2006

9-10 Aprile l'incubo è finito...o no?

Il 9 e 10 aprile si sono svolte delle elezioni molto importanti, almeno per chi, come me. è convinto di aver vissuto 5 anni da incubo, non tanto sotto il profilo economico o prettamente politico, ma soprattutto sul piano culturale e morale, in definitiva, sul piano umano.
Non voglio qui fare un riassunto di tutti i motivi per cui speravo ardentemente che il ducetto Berlusconi fosse mandato a casa, almeno sul piano governativo (perché sugli altri piani, politico, televisivo e calcistico siamo destinati a sorbircelo ancora a lungo) mi limito a dire che l'importante era per me quello e voglio essere chiaro: per me Berlusconi era ed è un tumore, e quando uno ha un tumore che fa? Fa la chemioterapia.
Prodi è la chemioterapia, uno non è entusiasta di farla, ma se si deve fare la si fa.
Detto questo faccio alcune considerazioni
1) L'unione ha vinto. Male, bene, di poco pochissimo non ha importanza. Ho la sensazione che vi siano stati dei brogli da parte del governo, seppur minimi,e questa è sensazione diffusa, anche se nessuno lo dice apertamente, e stare lì a questionare sul distacco minimo mi pare fuori luogo. E' già tanto che si sia mantenuto quel distacco minimo. e se verificassero veramente i voti (cosa che non faranno) salterebbe fuori.
2) Berlusconi ha fatto tutto quello che poteva fare per farsi rieleggere: Ha cambiato la legge elettorale, passando dal maggioritario (che lo vedeva perdente di 10-12 punti) al proporzionale con premio di maggioranza in cui il distacco era inferiore ai 5 punti, quindi recuperabile, ha occupato militarmente tutte le tv del regno, e dove non è riuscito (vedi rai3) ha fatto la sceneggiata (caso Annunziata), si è fatto intervistare da tutte le riviste compreso "maglia e uncinetto", ha distratto l'opinione pubblica dai suoi casi giudiziari (caso Mills etc) attaccando le Coop ree di vendere prosciutti a prezzi migliori della Standa e Prodi per aver fatto una donazione ai figli rispettando la legge, ha urlato e insultato, dichiarandosi vittima di complotti, della stampa degli extraterrestri e quant'altro e, insomma, ha dato vita a tutto il suo repertorio da teatrante. Il centro sinistra ha assistito allo spettacolo senza mai reagire, anche quando era il caso. Non ha mai attaccato Berlusconi sul paino personale, anche se in passato queste cose avevano effettivamente fatto perdere voti al cavaliere, in più si sono fatti cogliere in fallo sulle tasse,e Prodi ha commesso l'inspiegabile errore di fare e bissare il confronto in TV in più lasciando l'ultima parola al cavaliere che ne ha approfittato per sparare fuori la balla sull'ICI. Insomma l'impressione è che se il Berlusca ha fatto tutto per vincere, Prodi e Co abbiano fatto tutto per perdere, E ci sono quasi riusciti.
3) Molti si chiedono: ma è possibile che con lo strazio che sono stati questi cinque anni, con i fallimenti evidenti, le promesse non mantenute, l'arroganza, la protervia insopportabile, il 50% delgi italiani (o meglioil 50% di quell'84% che si è recato alle urne)abbia ancora dato il suo appoggio al ducetto e alla sua corte dei miracoli mancati?
Sì, è possibile. E' possibile perché in Italia, checchè ne dicano i sostenitori della "fine delle ideologie" e amenità simili, il voto è ancora ampiamente di appartenenza, e quindi ideologico in senso letterale.
E' possibile perché l'Italia è un paese in larga parte retrivo e reazonario, che trova il proprio collante nei riti del consumismo, senz'altro, ma anche nell'anticomunismo. La stessa cosa non si può dire dell'antifascismo. Il che è abbastanza stravagante in un paese che ha subito 23 anni di dittatura fascista, che non ha nemmeno lasciato un bel ricordo tra l'altro, e a una serie di stragi negli anni 60-70 di marca fascista, e dove il PCI, al di là dei suoi innumerevoli difetti e limiti, è stato senza alcun dubbio un elemento di progresso e di democratizzazione della vita politica ed economica del paese.
Anni fa, quando ero piccino, mi ricordo di aver letto un corsivo del grande umorista Stefano Benni che raccontava di un marziano che, giunto in Italia, scopriva che se andava in giro a sputare, rubare portafoglii e tirare petardi tra i piedi delle persone, nessuno gli avrebbe detto nulla se avesse detto la fatidica frse, "questo è nulla rispetto a quello che succederebbe se arrivassero i comunisti"
La situazione è ancora quella, e il Berluska l'ha capito perfettamente. L'Italia è un paese dove una larga fetta della popolazione è indifferente ad argomenti come il conflitto di interessi, la obiettività e libertà dell'informazione, la trasperenza e la legalità, ma è molto senisibile alle paure: degli arabi del terrorismo, dei noglobal, degli omosessuali, del diverso, delle tasse, di questo e di quello, il tutto sintetizzato nel "pericolo rosso" e sublimato dalla ormai mitica frase del tycoon di Arcore sui "coglioni che votano a sinistra".
Questo mi fa pensare che Berlusconi sia finito, come politico, (forse) ma l'ideologia che ha incarnato continuerà a vivere e forse anche a dominare ancora per un bel po'.

sabato, aprile 08, 2006

Ricorda per sempre il 5 novembre...


V per vendetta, è uno di quei film che piano piano ti pigliano, si impossessano di te, ti trascinano in un tourbillion di emozioni e, cosa rara di questi tempi, ti illuminano. Tratto da un racconto a fumetti del geniale Alan Moore, e scenggiato dagli autori di Matrix, narra di un'inghilterra dominata da un dittatore che ha sfruttato la paura causata da un attentato terroristico per imporre un regime basato sull'imbonimento televisivo e sull'uso del fanatismo e del terrore poliziesco. In questo scenario Evey, una ragazza la cui famiglia è stata fra le prime vittime della dittatura, si imbatte in una stravagante figura di giustiziere, V,che indossa la maschera di Guy Fawkes, l'uomo che attentò al parlamento inglese il 5 novembre 1605, che la salva da un gruppo di fanatici sostenitori del regime, e la coinvolge nella sua personale guerra al potere.
Personale guerra al potere che alla fine diventerà una rivolta generalizzata. Eh già, perché la vita passata di V nasconde un segreto che l'onesto ispettore di polizia scoprirà, un segreto che mina alle fondamenta il potere. Ma più ancora che questo, sarà l'esempio dato da V a far prendere coscienza prima Evey, poi tutta l'inghilterra, di quanto potere si possa avere nelle proprie mani se NON si ha più paura.
Il film non è a mio modo di vedere, caratterizzato da una regia e o da interpretazioni straordinarie. Non lo sono gli effetti speciali e anche come action movie è, tutto sommato, nella media.
Quello che è straordinaria è la sceneggiatura, ben costruita, complessa ma non cervellotica, e giocata su tre piani diversi, con storie che si intersecano perfettamente.
Molto interessanta il personaggio di V, romantico, ironico, legato al passato, a tal punto da rendersi conto della propria natura anacronistica e di scegliere volontariamente di uscire di scena quando il suo compito si è esaurito.
La cosa interessante e che introduce una novità nella figura del vendicatore o del giustiziere come è stata proposta nel cinema e nella cultura popolare fino ad oggi è rappresentata dal fatto che V, a differenza dei vari Zorri, gladiatori, robin hood, non lotta contro il potere per consegnarlo a qualcun altro, in nome di un popolo che rimane puro spettatore, ma consegna il potere direttamente nelle mani del popolo.
Lui è un esempio, una guida, ma niente di più. Lo è per la giovane Evey, e persino per il poliziotto. Lo è per il popolo stufo delle menzogne televisive e per il comico televisivo che troverà il coraggio, pagando per questo, di fare satira in televisione.
Per questo V esce di scena dando a Evey la libertà di scegliere quello che è più giusto.
E l'ultima sequenza, quando Evey risponde al poliziotto che gli chiede chi sia V dicendogli."era mia madre, mio padre,mio fratello, io, lei, tutti noi" mentre la gente si toglie la maschera di Guy Fawkes, riprendendo la propria individualità, esprime perfettamente l'idea moderna di eguaglianza nella diversità.
Per questo si può dire che V si il primo giustiziere anarchico e non liberale della storia del cinema .

martedì, aprile 04, 2006

La par condicio reale

questi i dati reali secondo il Centro d'ascolto TV

29 mar. 2006 - cda
Par condicio: i dati dei Tg principali dall'inizio della campagna elettorale al 26 marzo 2006

Il rapporto n.4 del Centro d'Ascolto con i dati completi del monitoraggio dell'informazione politica nei telegiornali. I dati degli interventi in voce raggruppati per coalizione, per partito e per esponente politico.
Dall'11 febbraio al 26 marzo.

Interventi in voce per coalizione nei Tg principali:

Tg1: Centrodestra 54,96% - Centrosinistra 44,12%
Tg2: Centrodestra 58,74% - Centrosinistra 41,01%
Tg3: Centrosinistra 50,86% - Centrodestra 48,04%
Tg4: Centrodestra 79,57% - Centrosinistra 20,15%
Tg5: Centrodestra 59,39% - Centrosinistra 39,88%
Studio Aperto: Centrodestra 62,79% - Centrosinistra 35,79%
Tg La7: Centrodestra 58,33% - Centrosinistra 40,01%

Interventi in voce per partiti nei tg principali:
Tg1 - Forza Italia 27,83%, L'Unione al 12,40%
Tg2 - Forza Italia 29,12%, Alleanza Nazionale 17,51%
Tg3 - Forza Italia 24,22%, L'Unione 14,12%
Tg4 - Forza Italia 73,03%, L'Unione 7,91%
Tg5 - Forza Italia 40,41%, L'Unione 13,91%
Studio Aperto - Forza Italia 58,53%, L'Unione 15,77%
Tg La7 - Forza Italia 34,40%, Democratici di Sinistra 15,29%

Interventi in voce degli esponenti politici nei tg principali
Tg1 - Berlusconi 14,95% - Prodi 11,43%
Tg2 - Berlusconi 18,69% - Prodi 10,03%
Tg3 - Berlusconi 15,30% - Prodi 13,38%
Tg4 - Berlusconi 65,87% - Prodi 7,79%
Tg5 - Berlusconi 29,85% - Prodi 12,88%
Studio Aperto - Berlusconi 55% - Prodi 15,63%
Tg La7 - Berlusconi 22,48% - Prodi 7,76%


Mi pare che si commentino da soli

Cavaliere, permette una domanda?

Principe101 mi ha mandato questa mail

Durante il confronto televisivo di ieri sera, Silvio Berlusconi
non ha voluto spiegare dove trovera' i 35 miliardi di euro per
affrontare la sua riforma economica, dicendo a Romamo Prodi: 'Se
ha tempo glielo spiego dopo'.

Siccome di tempo non ne abbiamo molto prima del voto e ai 35
miliardi si sono aggiunti anche i 6 miliardi della 'televendita'
dell'Ici che taglierebbe asili, servizi sanitari e assistenza, la
domanda - che interessa tutti gli italiani - torna inevitabile:

'Cavaliere, ci spiega dove trova i soldi per completare le pagine
del suo libro dei sogni?'

Già piacerebbe anche a me saperlo...

domenica, aprile 02, 2006

Una buona notizia...

,,domenicale, quindi futile.
Pare che i reality non tirino più. In effetti dopo un autunno e un intero anno contrassegnato dal successo di questa pessima formula televisiva, gli ultimi dati auditel dimostrano come ormai la "ggente" inizi a stancarsi di questo tipo di trasmissioni.
Music farm sta realizzando bassi ascolti e così altri "reality". Persino il capostipite, Il grande fratello, non se la passa un granché bene visto che solo un in un paio di occasioni è andato oltre ai 6 milioni di spettatori, circa la metà delle prime stagioni. Dall'altro lato c'è da registrare l'interesse per le trasmissioni politiche, o meglio alcune trasmissioni.
Se Ballarò sta veleggiando su quote tra i 4 e i 6 milioni di spettatori, un programma ingessato come "Alice" (che con quel titolo non si sa se parli di favole oppure sia pubblicità occulta ad un noto gestore telefonico) realizza tra il 5 ed il7%.
Segno che il pubblico inizia a saper scegliere.
Da segnalare l'ottimo e meritato successo della serie Tv "Lost" che tocca il 16% su RAI2.
Chissà se qualcuno capirà che sono meglio le Serie Tv che i noiosi reality?

sabato, aprile 01, 2006

Viva Zapatero! ovvero della satira e dell'informazione


Ho visto ( e poi rivisto) di recente il discusso film-documentario di Sabina Guzzanti "Viva Zapatero".
Non entro qui nel merito cinematografico, che peraltro in un'opera del genere non può essere disgiunto dall'analisi del contenuto. Quello che miha colpito come spettatore del film è, a mio avviso, non tanto la tesi portata avanti dall'autrice, ma le teorie usate dai censori e dai loro accoliti per giustificare l'ingiustificabile, ovvero la chiusura di una trasmissione satirica.
La motivazione adotta infatti era tra le più speciose: Un coro da destra a sinistra dichiarò che "Non si poteva mischiare l'informazione con al satira". Secondo questa tesi un attore o un intellettuale non potrebbero occuparsi di informazione, ovvero di politica, perché anderebbero fuori dai loro "compiti" (sic!) e quindi questo comporterebbe il diritto a censurare.
Anzi, non lo si dovrebbe nemmeno chiamare censura!
Una tesi che, aihmé, a trovato eco anche tra persone di sinistra, intelligenti e generalmente ben infomate, nonostante l'evidente inconsistenza e astrusità della tesi.
In effetti la satira non è comicità pura, non è far vedere gente che si tira le torte in faccia, o che inciampa e finisce per terra, ma è "esattamente" fare informazione, soltanto con mezzi diversi da quelli soliti, usando le vignette, o le metafore, o la recitazione, o l'ironia o il sarcasmo, o ancora la esagerazione.
George Orwell quando scrisse la fattoria degli animali fece indubbiamente della satira sul regime "sovietico" ma indubbiamente fece anche dell'informazione. Così fece Charlie Chaplin ne "Il grande dittatore" che satireggiò ( nel senso che mise in ridicolo) ma fece anche un grande lavoro di informazione. Immaginiamoci un po' cosa sarebbe successo se nell'America di allora qualcuno avesse proibito il film dicendo che "non si mischia la satira con l'informazione"?
Certo Adolf Hitler ne sarebbe stato felice, e forse ci sarebbero ancora dei campi di concentramento in Europa.
D'altro canto anche sulle pagine degli stessi giornali dove vengono scritte queste amenità campeggiano delle vignette dove si commentano i fatti del giorno.
E se poi anche fosse che l'informazione non dovesse mischiarsi con la satira (cosa che , evidentemente non è) è pensabile la censura?
Di certo non in una società liberale e (più o meno) democratica. Di certo sì in un regime totalitario o in una dittatura o simil dittatura.
E allora, se in Italia ci sono stati così tanti casi di censura, che il film ricorda dimenticandosene un certo numero per strada (per esempio quelli di Oliviero Beha e Massimo Fini) è perchè l'Italia, in questo momento storico, è senz'altro più vicino ad una dittatura che non ad una democrazia.
ricordiamocene il 9 aprile...

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