lunedì, aprile 24, 2006

Quando la scimmia muore....



...la gente piange.
Niente di più vero della frase di lancio del film King Kong.
Mi sono appena rivisto in DVD il film di Peter Jackson, che definire remake del film del 1933 ( o di quello del 1976) è alquanto riduttivo, per non dire fuorviante. E devo dire che la re-visione del film non fa che confermare e rafforzare il mio entusiastico giudizio. Non esito a dire che, di fronte a King Kong, il signore degli anelli appare come un esercizio di stile.
Bello, sontuoso, elegante, perfino inimitabile, ma comunque un esercizio di stile.
In King Kong c' è invece tutto quello che il cinema dovrebbe essere e sempre più raramente è: un mezzo per esprimere sentimenti universali, quali la paura, la pietà, il sentimento, la commozione.
Innanzitutto il film è pieno stracolmo di citazioni, spesso talmente raffinate da sfuggire ai più. Per esempi sul taxi, dove il regista Carl Denham e l'assistente Prescott si interrogano su chi potrebbe essere la star femminile del loro film: Fay? chiede Prescott- No gli risponde l'altro-sta girando un film con la RKO. Fay è FAy Wray, l'attrice del filn del 33 e il film della RKO è proprio KING KONG! Oppure ancora il dialogo sulla nave tra Ann e Bruce Baxter (il narcisista attore-star) preso di peso dal film originario. Eccellente la ricostruzione della new York della depressione.
Notevoli poi le prove dei due attori protagonisti che sono Jack Black, nel ruolo del regista mezzo genio e mezzo cialtrone Carl Denham e Naomi watts nel ruolo di Ann Darrow, l'attrice oggetto dell'amore dello scimmione. I due personaggi sono quasi l'antitesi tra di loro: tanto è cialtrone, bugiardo, opportunista il primo, tanto è sincera, seria, leale la seconda.
Il personaggio di Ann Darrow è ben differente da quello originario, che era la classica bionda scema che urlava, e anche da quello di Jessica Lange, che ne era solo la versione aggiornata agli anni 70. Qui abbiamo invece una donna forte, caratterizzata da una forte etica, quella che la porta a rifiutare il lavoro in uno squallido teatro, e che la porta a rifiutare le prinicpesche offerte del regista per lo spettacolo finalecon Kong in catene. Ann è anche sensibile, e come vede la sensibilità in Jack Driscoll, l'autore di teatro al seguito della spedizione, riesce a vederla anche in Kong, che per gli altri è solo un mostro. L'interpretazione di Naomi Watts è straordinaria, ed è una vergogna che non abbia nemmeno ricevuto una nomination agli Oscar.
Ma il film ha anche il grande merito di rinnovare la leggenda della Bella e della Bestia, riuscendo a commuovere anche lo spettatore più arido. La storia d'amore (ebbene sì) tra la bella e la bestia è talmente ben costruita che, quando Kong è in cima al grattacielo, e Ann lo raggiunge e lui le salva per l'ennesima volta la vita e la ripone con amore al sicuro, e lei ancora sale in alto fino al tetto e cerca di fermare gli aerei che lo stanno mitragliando, e infine Kong si abbatte e lancia un ultimo adorante sguardo in direzione di Ann, prima di precipitare nel vuoto, beh, se a quel punto nemmeno una lacrimuccia spunta dal vostro occhio allora vi meritate di vedere la saga natalizia di Boldi e De SIca per il resto dei vostri inutili giorni.
E ricordatevi, "non sono stati gli aerei, è la Bella che ha ucciso la Bestia"

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