venerdì, gennaio 25, 2008

Chi è causa del suo mal....



Il Governo Prodi è stato bocciato al senato. Ormai è sicuro che si andrà alle elezioni e queste saranno un trionfo per Berlusconi e la ricostituita caserma della libertà provvisoria, solo fino ad un mese fa divisi su tutto, ma notoriamente quando c'è aria di mangiatoia ogni problema sparisce.
Non sono affatto contento di ciò, ma se bisogna tracciare un bilancio della esperienza del governo Prodi senza tener conto delle prospettive piuttosto buie che si aprono non riesco a trovare molti motivi per rimpiangerlo.
E' vero, i conti dello Stato sono stati messi in ordine, sul piano economico il governo Prodi ha fatto indubbiamente molto meglio dello scellerato governo Berlusconi, forse anche troppo meglio, levandogli le castagne dal fuoco.
Peraltro era impossibile fare peggio, anche se , chissà, il futuro governopotrebbe riuscire nel miracolo.
Il bilancio però è negativo, ampiamente negativo, se guardiamo al resto.
Non è stato fatto nulla per caratterizzare il governo come un vero governo progressista e riformatore, nessuna o quasi delle vergognose leggi dell'era Berlusconi sono state minimamente scalfite, né la legge Biagi né la legge Bossi-FIni,nè la Cirielli. In extremis è stato ripristinato il falso in Bilancio ma giusto come zuccherino.
Sul piano etico non c'è stato nessun miglioramento. Si è iniziato con la nomina di 105 sottosegretari e si è finiti, ignobilmente, con la solidarietà a Mastella.
E' stato approvato l'indulto, un provvedimento anche coraggioso, ma lo si è fatto con i voti di Forza Italia, includendo dentro i reati contro la pubblica amministrazione che interessavano a costoro, in questo modo facendo l'interesse ideologico di Lega e AN, in prima fila a sfruttare l'ovvio dissenso popolare, e l'interesse materiale di Forza Italia, che ha incassato un provvedimento da lei voluto senza sporcarsi le mani.
I pacs son diventati Dico prima di essere messi in un cassetto da cui non usciranno più (vogliamo forse scontentare il Vaticano?).
Non è stato fatto nulla per risolvere il conflitto di interessi, la prima cosa che mi aspettavo sarebbe stata fatta, non sono nemmeno stati rifatti i vertici RAI, con il risultato di avere una informazione uguale a quella dei 5 anni berlusconiani e di avere le prossime elezioni ancora una volta drogate dalla potenza propagandistica della destra berlusconiana.
MA quel che è peggio, quello che è infinitamente peggio e sul quale si è misurato il fallimento reale dell'esperienza di Prodi è stato che, sul piano ideologico-culturale, è continuata la dittatura della destra.
Il Governo di Centro-Sinistra (sic!) , i suoi amministratori locali, i suoi giornali , in primis l'organo semiufficiale del Partito democratico, ovvero La Repubblica, hanno adottato tutte le più becere ideologie dell'avversario, facendole proprie e rafforzando presso l'opinione pubblica la percezione e, di conseguenza l'adesione ad essa.
Revisionismo storico, Xenofobia, razzismo, tutto è stato sdoganato, si sono attaccati i giudici scomodi e censurati i comici irriverenti. Come al tempo di Berlusconi.
Passerà alla storia il direttore del TG2 Mazza che accusava Beppe Grillo di essere il mandante di un omicidio ancora non avvenuto.
E, a seguire, la demonizzazione di ogni forma di dissenso pacifico, dalle proteste contro la base di Vicenza al dissenso verso le ingerenze Vaticane.
Solo una settimana fa Veltroni e D'Alema, per una volta concordi, definivano una palata di fango sulla faccia dell'Italia la presa di posizione dei Docenti della Sapienza e dicharavano inammissibili le proteste.
Che poi il governo Prodi sia caduto per mano di Mastella e Dini, entrambi implicati via consorte negli ennesimi scandali politici, ed entrambi politici che avrebbero potuto tranquillamente far parte di un governo Berlusconi, e forse ne faranno pure parte in futuro, rappresenta una specie di ironica sintesi delle contraddizioni in cui si è dibattuto il Governo fin dal suo nascere.
La prospettiva di avere altri 5 anni di "dittatura soft" di Berlusconi, con altri 5 anni di recessione economica, cialtronate, leggi ad personam e tutto il resto è terribile, per me e per tutta l'Italia (almeno quella onesta) ma chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

giovedì, gennaio 24, 2008

Finalmente lo hanno ammesso!

Il sottosegretario vaticano alle comunicazioni sociali Angelo Scelzo: «Il Governo italiano ha ritenuto di sottolineare il suo impegno, ma è chiaro che non poteva arrivare al punto di poter assicurare una gestione di tutto l'incontro non dico pacifica ma serena. C'e una distinzione tra l'incolumità del Papa e del seguito, che certamente era salvaguardata, e la possibilità che avvenissero delle manifestazioni».
Quindi per ammissione ufficiale del Vaticano il problema non era che il Papa non potesse parlare, ma che vi fossero delle manifestazioni di dissenso. Insomma il Papa non ha parlato perché il governo non ha impedito con la forza le manifestazioni di dissenso.


Fonte La repubblica

domenica, gennaio 20, 2008

Io sono leggenda. Ovvero quando la Noia diviene Leggenda



Alle volte andare al cinema e vedere un brutto film ha i suoi lati positivi. Uno di questi è poterne parlare male per evitare che altri cadano nello stesso errore.
E' il caso di "io Sono leggenda" filmone blockbuster targato USA, con tanto di divo Hollywodiano, vagamente ispirato all'omonimo romanzo di Matheson e a due precedenti versioni cinematografiche, una firmata da tale Ragona, con protagonista il grande Vincent Price, e l'altro intitolato nella versione italiana 1975: occhi bianchi sul pianeta terra e con Charlton Heston nel ruolo del protagonista.
La trama la sappiamo credo tutti ma detta in due parole: dopo un pestilenza che ha sterminato l'umanità c'è un solo sopravvissuto, che si deve guardare da bande di infetti, una sottospecie di vampiri) oltre che cercare qualche sopravvissuto.
Rispetto ai due precedenti (che non sono due capolavori sia detto per inciso, anche se il primo andrebbe rivalutato) questo film perde molto,
Manca infatti la sensazione di disperazione e solitudine che il primo riusciva a creare (anche perché ovviamente, il povero Will Smith non è Vincent Price) e le tematiche ecologiche-mistiche del secondo sono ridotte ad una specie di imbarazzante sermone tra la new age e il teocon.
Peraltro sono evidenti i riferimenti ai nuovi zombie-movie tipo 28 settimane dopo, ma manca totalmente la denuncia antimilitarista (oltre che un bel po' di altre cose) di quest'ultimi.
Il film manca poi, del minimo necessario perché un film
possa definirsi riuscito e che sono, in ordine: sceneggiatura, ritmo, interpretazione.
Per quanto riguarda il primo punto pur essendoci una trama (è giù qualcosa di questi tempi) questa viene sviluppata con tutta una serie di sciocchezze e buchi talmente numerosa che è meglio bypassare. Segnalerò le cose più evidenti
Ipotizzare che la pestilenza sia creata da una cura antitumorale è roba da asilo infantile: E' possibile pensare che la comunità scientifica americana ed internazionale consentano la sperimentazione senza prima aver controllato e ricontrollato gli effetti? Evidentemente no, meglio l'idea della guerra chimica, ma sarebbe stato meglio lasciare nel vago, piuttosto che dare una simile spiegazione.
E poi, in ordine sparso, che ci fanno i leoni nel centro di Manhattan? e come fa una ragazza che peserà 45 kili a sollevare e trascinare un uomo di 75 come fosse un fuscello? Che ci fa una portaerei nel porto di New York? Ed è credibile che gli infetti che ci vengono descritti come orde barbariche incapaci di pensiero architettino una trappola così raffinata come si vede a metà del film?
Ma si potrebbe chiudere anche un occhio (ma non due) su queste cose se il film avesse quello che deve avere un film horror, ovvero ritmo, azione, suspence: niente di tutto questo in "Io sono leggenda" Per un'ora vediamo un tizio che vagola per New York portando a spasso il cane, gioca a golf (sic!)su una portaerei, va a prendere Dvd al negozio, parla coi manichini etc, ogni tanto inframezzato da flashback degni delle peggiori puntate di Lost, che non ci dicono nulla sul personaggio. Ogni tanto qualche scena che vorrebbe essere da brivido ma non riesce ad esserlo. E non è che le cose migliorino più di tanto nella parte finale.
Il tutto poi è peggiorato da degli effetti speciali non degni di una produzione così costosa, con gli infetti che sembrano un misto tra dei nosferatu nudisti (già perché vanno in giro seminudi?) degli Zombie e l'incredibile Hulk.
Devono anche essere imparentati con Zidane, perché esattamente come il fuoriclasse francese quando vede Materazzi, questi pigliano a testate tutto , senza mai spaccarsi il cranio, peraltro.
In quanto al protagonista, beh Will Smith non riesce a dare alcun tipo di profondità e di credibilità al suo personaggio, per cui non si capisce se fa lo spiritoso oppure è veramente schizzato, sta di fatto che quando muore immolandosi, non solo non si versa una mezza lacrima, ma si è quasi contenti.
Si confronti la sua interpretazione con quella , sofferta ed intensissima, di Leonardo Di Caprio in The departed, per capire la differenza tra un attore vero e una buona spalla adatta a film comico sentimentali,
Qualcuno ha poi voluto vederci un messaggio Teo-con, ma alla fine non riesce ad esserci nemmeno questo: nel film del 1975 Charlton Heston moriva nella posa del crocifisso, qui Will, dopo aver scoperto la cura esattamente a 5 minuti dalla fine (e senza aver fatto nulla per scoprirla in tutto il film, tranne degli esperimenti falliti) si fa saltare in aria alla moda di AL Qaeda, il che ci fa pensare che la confusione alberghi sovrana nelle menti degli sceneggiatori, anche se quel finale col villaggetto ridente con sullo sfondo la chiesa (di quale confessione non si sa) dove albergano i sopravvissuti è l'ennesima caduta di tono di un film fallimentare.
Le uniche cose da salvare rimangono le canzoni di Bob Marley, ma non so se Bob avrebbe apprezzato.
Giudizio: Da evitare con cura.

venerdì, gennaio 18, 2008

Giù le mani da De André!


Il quotidiano dell'Udeur, che, per chi non lo sapesse (beata ignoranza) è il giornalino finanziato coi soldi pubblici del partitino di Clemente Mastella ha pubblicato oggi un articolo in cui si cita una frase di una canzone di Fabrizio De andré,
"Dai diamanti non nasce niente dal letame nasce un fior"
A parte che la citazione è pure sbagliata ("nascono i fior"recita il testo), è inaccettabile la strumentalizzazione della figura di De André da parte di questa congrega di politicanti bigotti e baciapile che rappresentano al meglio ciò che Fabrizio ha sempre disprezzato in modo netto e dichiarato.
Fabrizio de Andrè era anarchico, se non bastassero le sua canzoni, allora dovrebbero servire le sue dichiarazioni, o quello che ha fatto, come i concerti per raccogliere fondi per la stampa anarchica.
Oltre a questo la citazione è presa dalla canzone Via del Campo, che è una canzone che parla di amori "illegali" e "immorali", visto che parla di un uomo che si innamora di una prostituta.
Per la precisione si tratta di un travestito, come ha specificato De Andrè anni dopo.
Paradossale che un gruppo politico che fa della avversione a qualsiasi forma di sessualità ed affettività che si situi al di là della famiglia patriarcale uno dei suoi cardini politici, prenda ad esempio un verso di questa canzone, peraltro estrapolandolo dal contesto.
Ebbene no, signori miei, come si diceva un tempo :
Giù Le mani da De André!

Addavenì Baffone!

Da oggi in poi primo giorno del primo anno D.M (Dopo Mastella) inauguro una nuova rubrica. Come si chiama? Se non siete analfabeti e scemi l'avrete capito, se invece siete analfabeti e scemi non l'avrete capito, ma va bene lo stesso.
Ed inzierò, da Lei, la Moglie di Clementone che ha dichiarato:
«Siamo colpiti perché siamo cattolici. Credo che anche questo sia l'amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Affronto tranquilla anche questa battaglia. Basta vedere quello che è successo al Papa per capire cosa sta succedendo ai cattolici. Ne vogliamo parlare?»

Purtroppo in Italia, checchè ne pensi la signora NON c'è una dittatura bolscevica:
Ed è proprio per questo che possiamo dire "Addavenì Baffone!"

mercoledì, gennaio 16, 2008

Papa Benedetto XVI : vittima dell'intolleranza laicista o abile politico?


E' da due giorni che tutti i massmedia e gli uomini politici, compattamente ( un evento che succede sempre più spesso, e che trovo preoccupante) ripetono una non notizia, diciamo pure una menzogna, ovvero che "Il Papa non ha potuto parlare all'Università, la Sapienza, è stato censurato".
In realtà, come spesso accade, la realtà dei fatti è stata totalmente distorta e rovesciata.
Riassumiamo: saputo che il Rettore della Sapienza aveva intenzione di invitare Benedetto XVi ad una "lectio magistris" un professore, Marcello Cini, manda una lettera, che viene sottoscritta da 70 suoi colleghi. Successivamente, in una seconda lettera, scambiata per appello, si può leggere
«Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini salvo un particolare, Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend (filosofo viennese e storico della scienza morto nel 1994, ndr): "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano»
In sostanza quello che professori e ricercatori (centinaia) sottolineano è che questo papa vuole sottomettere la ricerca scientifica alla certezza incrollabile della fede, che proprio in quanto tale, con la scienza c'entra come il cavolo a merenda.
Insomma rivendicano l'autonomia della scienza dalla religione.
Una cosa scontata in qualsiasi Stato laico ma, evidentemente non in Italia.
Perché è ovvio, anche se a molti sfugge, che invitare il Papa, questo Papa significa riconoscerne la validità scientifica, riconoscere e legittimare quello che va dicendo. Perché il Rettore non ha invitato Il Presidente della Repubblica Napolitano, se voleva qualcuno di autorevole?
Peraltro qualcuno dovrebbe spiegarmi quale diritto e competenza abbia a parlare alla Sapienza chi (come riportato nelle pagine culturali di La Repubblica del 16 gennaio) ha consigliato di istituire "almeno un esorcista" per diocesi.
Succede poi che gli studenti organizzino qualche protesta, non certo a livello di sassate o bombe molotov, ma un paio di banchetti per le firme, un paio di cene e un paio di striscioni, chiedendo di poter dire la loro, ovvero dialogare.

A questo punto, il Papafa sapere, non prima che il can can mediatico abbia raggiunto l'apice, di rinunciare alla visita etc, insomma di voler evitare il confronto.
Apriti cielo! (è il caso di dirlo) E' un crepitare di dichiarazioni demenziali e un tracimare di vittimismo.
Ora, la notizia che al Papa sia stata tolto il diritto di parola e che vada tutelata la sua libertà d'espressione è una fola ed una sciocchezza gigantesca per i seguenti motivi.
1) Non è di certo la libertà di parola del Papa a dover essere tutelata, visto che le sue parole ci vengono propinate in tutte le salse a tutte le ore del giorno forse anche della notte, senza mai un contradditorio che uno.
In democrazia poi, ad essere tutelate, dovrebbero essere le parole delle minoranze, e non quelle delle maggioranze, vere o supposte che siano.
Non sono di certo i potenti (ed il Papa è uno di loro)a dover essere tutelati, ma, casomai, quelli che si oppongono a costoro. La tutela dei potenti e della loro "Libertà" (ovvero del loro Potere) è portato all'estremo nei sistemi totalitari.
Vale ricordare che chi è stato censurato realmente sono stati i Luttazzi. le Guzzanti, i professori e gli studenti della Sapienza, non certo il Papa, e dagli stessi che, ipocritamente, si stracciano le vesti per la supposta intolleranza altrui.
2) Non c'è stata alcuna censura, ma è Ratzinger che ha rinuciato a parlare, probabilmente perché aveva raggiunto il suo scopo, a meno di pensare che Il Papa e i suoi consiglieri siano dei minus habens ed agiscano in base a non si sa quali impulsi, e non sulla base di calcoli di tipo politico o propagandistici.
3) L'intervento preparato è poi stato letto senza che scoppiasse una bomba sotto il palco o succedesse chissà cosa, quindi, dove sarebbe stata la censura?
Non esiste, semplicemente.
Detto questo e risolta la questione vediamo però il perché dietro a questa vicenda.
Come detto non è serio pensare che il Papa agisca senza una ragione precisa, o che le cose accadano per caso.
Il Papato di Bendetto XVI si è caratterizzato per un interventismo esasperato, con una continua intrusione in affari interni dello Stato Italiano ( o di ciò che ne rimane).
Ora, la Chiesa Cattolica è sempre stata un'istituzione politica, d'altro canto le religioni sono sistemi di menzogne organizzati per scopi politici, e alla politica (nel senso di esercizio del Potere) sono sempre state legate, indirettamente o direttamente.
Ma indubbiamente c'è stato, negli ultimi anni e direi mesi, come un salto di qualità.
Benedetto XVI non si accontenta di influenzare dall'esterno la vita sociale e politica del Belpaese, attraverso moniti di carattere morale come fatto dai suoi predecessori, ma ne vuole dettare l'agenda sui temi politici culturali e persino scientifici.
Quella della Sapienza è solo una tessera del mosaico, una delle tante pedine che viene mossa all'interno di una partita che si svolge, ovviamente su uno scacchiere più ampio (vedi legge 194, vedi Sostegno alle scuole private cattoliche, vedi legge sulla ricerca sulle staminali)
Si tratta di una offensiva a tutto campo, e non c'è dubbio che, prima di sferrarla, abbia anche tastato il terreno per vedere come agire.
Difatti pochi giorni fa aveva chiamato i tre leader delle istituzioni del Lazio, in ordine il sindaco di Roma Walter Cialtroni (ehm Veltroni), il presidente della Provincia di Roma e quello della regione Lazio, cioè più o meno quello che era l'antico Stato Pontificio, in cui il Papa regnava (e c'era la pena di morte, vale ricordare).
Si sa che ha strigliato per bene i tre, cosa alquanto fastidiosa per chi nutre ancora l'antico pregiudizio che le istituzioni dovrebbero essere laiche e che gli eletti dovrebbero essere responsabili di fronte ai propri elettori e non di fronte ad un capo di Stato estero.
Difficile pensare che Ratzinger non abbia sondato il terreno rispetto alla sua visita a La Sapienza. Ed evidentemente ha avuto le risposte che cercava, ovvero si è assicurato l'appoggio quantomeno di Cial...ehm Veltroni.
Infatti, il progetto di Ratzinger non potrebbe proseguire senza avere sponde istituzionali e politiche, e di certo non può bastare l'opposizione di Centro Destra, proprio perché Opposizione e chissà per quanto, ma è necessario avere dei solidi appoggi anche nel (cosiddetto) Centro-Sinistra.
Peraltro Veltroni è uno dei più disponibili a questo tipo di operazioni come dimostra l'allucinante dichiarazione in cui il "Kennedy Italiano" diceva che le intromissioni della Chiesa non sono solo legittime (il che è giù una grossa cazzata) ma anche "opportune". Insomma un incoraggiamento ad intromettersi, ad entrare a pieno titolo e con piena legittimazione nel campo politico.
E non è un caso che lo stesso Veltroni sia stato uno dei più netti a condannare la "censura" (venendo smentito dallo stesso rettore della Sapienza che ha invece affermato che "il dissenso non è intolleranza")
Il problema però, è che se si entra nel campo della politica bisogna anche accettarne le conseguenze, ovvero quello di poter essere contestati, di raccogliere anche dissenso. Anche da "esigue minoranze".
Ammesso che poi lo siano veramente.
Per chi volesse ecco qui il testo degli studenti, gli unici censurati sul serio.

lunedì, gennaio 14, 2008

Monnezza e buon senso



Pare che tutti abbiano scoperto l'ennesima emergenza , "l'emergenza rifuti".
Dev'essere stato un disco volante che ha depositato montagne di spazzatura a Napoli e dintorni. In realtà è da almeno 15 anni che questa situazione va avanti, e se il bubbone è esploso ora con tanto di violenze di piazza e attentati terroristici (lo so, nessuno l'ha detto, ma progettare un attentato nei confronti del presidente della Regione Sarda è terrorismo, ma il termine viene evocato per Beppe Grillo e addirittura Luttazzi, mentre chi brucia le scuole e tira bombe carta è un onesto cittadino, basta che sia appoggiato dalla parte giusta) è solo perché si cerca di strumentalizzare il fatto per far cadere il governo.
Ma a parte questo, mi pare un po' strano che in tutto il parlare che si fa, a nessuno sia venuto in mente che, per risolvere il problema della spazzatura, bisognerebbe fare quello che il buonsenso (questo sconosciuto) consiglia.
Ovvero produrne di meno.
Segnalo sull'argomento un interessante dibattito, un po' lunghetto forse, ma vale la pena di gettare un'occhio.

domenica, gennaio 06, 2008

La Tana del Lupo ha un fratellino!


Il titolo demenziale di cui sopra sta a sigificare che da ieri ho aperto un nuovo blog il cui nome è It's Only Rock'n'roll .
Come si evince dal titolo (sempre ammesso che sia quello perché non me lo ricordo bene)è un sito dove dò libero sfogo alle mie perversioni musicali.
Fateci un salto, se volete.

Ne fanno di cotte e di crude...

Non sono un fruitore dei telegiornali, poichè li ritengo semplicemente e puramente dei contenitori di spazzatura ideologica che ci viene spacciata come informazione.
Questo mio pregiudizio (ma forse non tanto pre) mi viene riconfermato da quanto leggo in rete (che, con tutti i suoi difetti, rimane ormai pressochè l'unico spazio di informazione libera).
Pare infatti che Gianni Riotta nella puntata del Tg1 di inizio anno l'abbia fatta grossa: sì è permesso la "libertà" di modificare la Costituzione Italiana togliendo da essa (tra le altre cose) i limiti imposti alla proprietà privata stabiliti dalla Costituzione, che la riconosce sì, ma stabilisce che questa non possa andare contro i diritti, la dignità e la sicurezza degli altri cittadini.
E tutto questo con i cadaveri ancora caldi dei 7 operai torinesi uccisi dalla mancanza di norme di sicurezza.
Si vergogni, signor Riotta!

sabato, gennaio 05, 2008

L'Amore ai tempi del colera


Spaventato dalla quantità di cinepanettoni nostrani e d'oltroceano con i quali il cinespettatore è stato sepolto, ho scelto di vedere "l'amore ai tempi del colera" film diretto dal regista inglese Mike Newell e tratto dall'omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
Il film narra la lunga e tormentata storia d'amore tra Florentino e Fermina, o per meglio dire narra l'amore del primo per la seconda, un amore che dura cinquant'anni prima di venir coronato.
Devo dire che il film è risultato migliore, oserei dire molto migliore di quanto non mi aspettassi. Difatti avevo letto una recensione statunitense che, se non era una stroncatura, ci assomigliava: fatta salve le solite critiche agli attori ( se un attore non è targato USA per loro non è bravo di default) la recensione in questione sosteneva che il film fosse alquanto noioso e privo di nerbo. Mi ero quindi preparato ad assistere ad una specie di polpettone ed invece, dopo una trentina di minuti mi sono accorto che non solo il film non era noioso, ma viceversa assai divertente, pur contenendo anche alcune scene altamente drammatiche.
Non che non sia scevro da difetti di varia portata, per esempio la "continuity" in una storia che si dipana lungo 50 anni è un problema grosso, non sempre risolto per il meglio. Ad esempio quando Fermina torna dall'esilio cui l'ha costretta il padre possessivo, dev'essere passato circa un anno, e lei appare identica mentre il suo spasimante Florentino pare di colpo invecchiato di una ventina d'anni almeno! in realtà pare più anziano del padre (un vero tamarro , detto en passant). Ora capisco che dovevano trovare spazio a Bardem (peraltro molto bravo) ma forse potevano aspettare un po' di più ed introdurlo gradatamente. A meno che non significasse che lui si era consumato nell'aspettarla.
Non c'è da stupirsi che di fronte ad un così rapido incanutimento lei gli dica "era tutta un'illusione" e lo rifiuti.
Sull'altro lato trovo che invece abbiano truccato poco la Mezzogiorno che sembra per la gran parte del film una vampira, nel senso che non invecchia mai.
E proprio la Mezzogiorno non mi è piaciuta troppo: bene all'inizio , poi, man mano che va avanti la storia, lei sembra sempre più inespressiva e, francamente, antipatica, insomma non le scappa manco mezzo sorriso. Non so se questo sia corrispondente al personaggio come è nel libro oppure no, io l'ho trovato una carenza. Altri dicono invece che lei sia bravissima, per cui può darsi che mi sbagli.
Molto bravo Bardem, come già detto, e anche i vari attori di contorno, tra cui ci sono volti noti, come Liev Schreiber, Catalina Sandino Moreno, John Leguizamo (nel ruolo del padre di Fermina), e la rediviva Laura Harring (Mullholand Drive) .
Il film ha un buon ritmo narrativo, cala solo un po' nel finale, molto belle le scenografie, i costumi, la fotografia, e valida la colonna sonora del musicista brasiliano Pinto che sottolinea bene i momenti, sopratutto la canzone cantata da Shakira, la Despedida che sottolinea una delle scene più drammatiche del film.
Insomma un film che non è un capolavoro ma risulta gradevole e consiglierei, almeno a coloro che amano le storie d'amore straordinarie e un po' folli.

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