sabato, gennaio 05, 2008

L'Amore ai tempi del colera


Spaventato dalla quantità di cinepanettoni nostrani e d'oltroceano con i quali il cinespettatore è stato sepolto, ho scelto di vedere "l'amore ai tempi del colera" film diretto dal regista inglese Mike Newell e tratto dall'omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
Il film narra la lunga e tormentata storia d'amore tra Florentino e Fermina, o per meglio dire narra l'amore del primo per la seconda, un amore che dura cinquant'anni prima di venir coronato.
Devo dire che il film è risultato migliore, oserei dire molto migliore di quanto non mi aspettassi. Difatti avevo letto una recensione statunitense che, se non era una stroncatura, ci assomigliava: fatta salve le solite critiche agli attori ( se un attore non è targato USA per loro non è bravo di default) la recensione in questione sosteneva che il film fosse alquanto noioso e privo di nerbo. Mi ero quindi preparato ad assistere ad una specie di polpettone ed invece, dopo una trentina di minuti mi sono accorto che non solo il film non era noioso, ma viceversa assai divertente, pur contenendo anche alcune scene altamente drammatiche.
Non che non sia scevro da difetti di varia portata, per esempio la "continuity" in una storia che si dipana lungo 50 anni è un problema grosso, non sempre risolto per il meglio. Ad esempio quando Fermina torna dall'esilio cui l'ha costretta il padre possessivo, dev'essere passato circa un anno, e lei appare identica mentre il suo spasimante Florentino pare di colpo invecchiato di una ventina d'anni almeno! in realtà pare più anziano del padre (un vero tamarro , detto en passant). Ora capisco che dovevano trovare spazio a Bardem (peraltro molto bravo) ma forse potevano aspettare un po' di più ed introdurlo gradatamente. A meno che non significasse che lui si era consumato nell'aspettarla.
Non c'è da stupirsi che di fronte ad un così rapido incanutimento lei gli dica "era tutta un'illusione" e lo rifiuti.
Sull'altro lato trovo che invece abbiano truccato poco la Mezzogiorno che sembra per la gran parte del film una vampira, nel senso che non invecchia mai.
E proprio la Mezzogiorno non mi è piaciuta troppo: bene all'inizio , poi, man mano che va avanti la storia, lei sembra sempre più inespressiva e, francamente, antipatica, insomma non le scappa manco mezzo sorriso. Non so se questo sia corrispondente al personaggio come è nel libro oppure no, io l'ho trovato una carenza. Altri dicono invece che lei sia bravissima, per cui può darsi che mi sbagli.
Molto bravo Bardem, come già detto, e anche i vari attori di contorno, tra cui ci sono volti noti, come Liev Schreiber, Catalina Sandino Moreno, John Leguizamo (nel ruolo del padre di Fermina), e la rediviva Laura Harring (Mullholand Drive) .
Il film ha un buon ritmo narrativo, cala solo un po' nel finale, molto belle le scenografie, i costumi, la fotografia, e valida la colonna sonora del musicista brasiliano Pinto che sottolinea bene i momenti, sopratutto la canzone cantata da Shakira, la Despedida che sottolinea una delle scene più drammatiche del film.
Insomma un film che non è un capolavoro ma risulta gradevole e consiglierei, almeno a coloro che amano le storie d'amore straordinarie e un po' folli.

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