Mi è giunta notizia, attraverso il blog su MySpace di phil Swill Odgers, già chitarrista dei Man They Couldn't Hang, della morte di Paul Fox, chitarrista di una delle migliori Punk band della seconda ondata ovvero The Ruts.
Fox aveva iniziato suonando rock progressive all'interno di una band di una comune Hippy, poi dopo la chiusura di questa si era trasferito a Londra dove aveva suonato jazz fusion e Pub rock, fino a che non era stato coinvolto nella formazione dei Ruts, un gruppo che si proponeva di fare meglio quello che era già stato fatto. In effetti The Ruts era una Punk Band che "sapeva suonare", eccome. Capitanata dalla carismatica figura di Macolm Owen sapeva mischiare l'energia e lo spirito ribelle del punk con altre ritmiche sopratutto quelle caraibiche del Reggae, come nella fantastica Jah War. il gruppo era anche connotato politicamente e schierato a fianco dei movimenti che combattevano le recrudescenza razziste e fasciste. A testimoniare la loro grandezza un solo Lp "The Crack". La morte di Owen per overdose infatti pose fine prematuramente alla loro storia. In realtà i superstiti continuarono come Ruts DC producendo almeno un capolavoro. Animal Now, pieno di ritmiche reggae e momenti quasi free-jazz. Dopo lo scioglimento definitivo Fox continuò a suonare in vari gruppi tra cui i Dirty Strangers, una sorta di piccoli ROlling Stones, che infatti ebbero l'onore di avere come ospiti in un loro disco nelle figure di Keith Richards e Ron Wood. Fox si guadagnò la stima anche di due leggende della chitarra, come Pete Townsend e Jimmy Page, prima di ritirarsi negli anni 90 a vita privata. Il nuovo secolo lo vide ritornare sulle scene con altri progetti ed un concerto di reunion con i vecchi compari dei Ruts, Jennings e Ruffy con Henry Rollins alla voce.
Voglio ricordarlo con questa versione di Babylon's Burning dei Ruts, un anthem potente e raffinato al tempo stesso.
See you up there, Paul
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