venerdì, marzo 01, 2013

Lega, Berlusconi, Beppe Grillo: la narrazione nella politica italiana

Forse (forse) hanno ragione quelli che dicono che le ideologie sono morte, ma forse ha più ragione chi dice che le ideologie hanno cambiato forma.
La forma attuale in cui si esprime l'ideologia è, per rubare un termine a Vendola, quella della narrazione.
Cosa intendo per narrazione? Un romanzo, un film, un telefilm, sono le forme più note di narrazione.
La trama di queste narrazione prevede, generalmente, un protagonista buono, a capo di un gruppo di persone "buone" che devono raggiungere uno scopo definito in termini positivi, e hanno come antagonisti dei cattivi che invece perseguono scopi del tutto opposti e che sono definiti come negativi.
Per esempio il commissario di polizia ed i suoi colleghi che devono impedire ad uno o più criminali la propria attività criminosa.
I protagonisti della politica italiana negli ultimi 20 anni hanno usato, più che delle ideologie vere e proprie, (che si ritrovano ancora, seppure ammorbidite, dentro i democratici di Sinistra poi Partito Democratico ed in formazioni di cosidetta sinistra radicale come SEL o PRC o in formazioni come La Destra) delle narrazioni.
La lega ad esempio, ha mobilitato il suo elettorato nel nord Italia con la narrazione di un immaginario popolo padano, le cui origini risalirebbero addirittura ai popoli celtici che abitavano alcune zone del nord e del centro Italia secoli prima dell'era cristiana, situato in una non meglio definita regione chiamata Padania. Questo popolo avrebbe qualità intrinseche di onestà e laboriosità superiori a quelle degli altri popoli italici, denominati romani o terroni, e sarebbe sfruttato  e bloccato nel proprio sviluppo dai lacci e dalla corruzione del potere centrale, definito romano  ed infine minacciato nella propria specificità e purezza dai nuovi barbari ovvero le persone straniere che migrano in Italia.
La Narrazione su cui Berlusconi ha fondato il proprio successo elettorale si basa sopratutto sul mito del self made-man e sulla americanizzazione della cultura italiana,
Berlusconi rappresenta quindi l'imprenditore che ha avuto successo e ha saputo superare le difficoltà diventando non solo miliardario ma diventando un vincente anche nel campo dello svago degli italiani, cioè il calcio, e per di più si circonda di belle donne, dalla affascinante moglie alle giovanissime veline.
In sostanza la narrazione ci racconta che tutti possiamo essere come lui, basta impegnarsi, e attraverso il suo successo tutti saremmo diventati ricchi. Ovviamente ci sono alcuni cattivoni che vogliono impedire che questo accada: i comunisti e la sinistra, che ama la povertà ed è vittima della propria inguaribile invidia verso gli  uomini di successo, i giornalisti, pettegoli per mestiere, ed i magistrati, almeno quelli che indagano su Berlusconi ed i suoi affiliati, che ovviamente sono anch'essi da ritenersi comunisti o, più semplicemente, pazzi.
Oggi, dopo le ultime elezioni politiche o anti-politiche sarebbe meglio dire, a queste narrazioni, un po' scalcinate e arruginite, se ne aggiunge un'altra, non meno convincente e sopratutto non meno pericolosa.
La narrazione usata da Beppe Grillo e dal movimento 5 stelle ci narra di un popolo di cittadini, anche definita con il termine indefinito di gente, astratto dalla propria condizione di classe o ceto, età o genere, perfino dalla elementare distinzione tra onesti e disonesi, tra contribuenti o evasori, tra mafiosi o vittime della mafia, nonchè ideologiche, e che è sfruttato dai cattivi.
I cattivi sono rappresentati dallla classe, anzi, la casta ,dei politici, anche qui, non importa se di governo od opposizione, di destra o di sinistra, parlamentare o extraparlamentare, se collusa con la mafia o minacciata in quanto antimafioso, impegnata a sottrarre risorse al cittadino e a rigenerarsi in continuazione.
Ovviamente questa classe si basa sulla complicità di tutti i mass-media e dei cittadini che non sono ancora stati illuminati dal "verbo" che i leader del M5S dispensano via web, considerato l'unico mezzo democratico non solo di informazione, ma addirittura l'unico luogo di confronto politico e di legittima formazione delle decisioni politiche.
Non sto qui a sottolineare le contraddizioni e debolezze di tale narrazione (direi che il web è tutt'altro che un luogo di informazione privo di problematiche, visto l'altissimo numero di bufale che circolano sul web, le stravaganti teorie complottiste che trovano anche un certo seguito proprio su blog come quelli di Beppe Grillo, e sul fatto che decisioni prese senza guardare in facca chi te le sta proponendo sono ad alto tasso di rischio di manipolazione, così come le votazioni etc etc) e ancora di più la concezione  infantile della politica su cui si poggia non solo la narrazione, ma anche le soluzioni proposte, anche se è un tema su cui mi riprometto di intervenire in futuro.
Insomma si passa da una narrazione all'altra, da una illusione all'altra, ma mi pare ancora lontano il tempo in cui le persone, gli individui, si possano confrontare con la propria realtà, senza specchi illusori e che producono immagini deformi di se stessi e della realtà che li circonda.

1 commento:

upupa ha detto...

hai ragione,si passa da un'illusione ad un'altra...vorrei che si guardasse alla realtà di tante famiglie in difficoltà,di tanti giovani che arrancano malamente,ma la politica continua ad essere chiusa nei palazzi dove l'aria che tira è completamente diversa...lo vediamo anche con il teatrino che stanno mettendo in scena in questi giorni...

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