giovedì, agosto 24, 2006

Domino: uno spot in salsa Pulp


Per fare un film dovrebbero bastare alcuni elementi di base: una storia, degli attori in grado di recitare, e un regista in grado di mettere per immagini quanto sopra e di realizzare qualcosa che sia comprensibile ed intrigante: Sembrerebbe semplice, ma così non è. Prova di questo è Domino ultimo film di Tony Scott. Gli elementi per fare un buon film c'erano tutti: una storia vera, di una ragazza bene che si mette in testa di fare la cacciatrice di taglie, un cast non stellare ma sicuramente di buon livello (Keira Knightely, il redivivio Mickey Rourke, Lucy Liu, Mena Suvari, Cristopher Walken e persino Tom Waits in un cammeo che forse è l'unica cosa da salvare del film, oltre alle grazie di miss Knightley ). Invece Domino è tutt'altro che un buon film, anzi si candida al mio personale premio di peggior film del 2006 (ma c'è ancora tempo). Questo perché il regista Tony Scott, che viene dalla pubblicità e non fa nulla per nasconderlo, ha preferito sacrificare qualsiasi logica narrativa alla "bella immagine" o comunque ad una estetica, peraltro molto discutibile, per cui ogni scena o quasi viene girata come se fosse il finale del "mucchio selvaggio", Da qui lo spreco di immagini dei nostri tre eroi (eroi?) che camminano al ralenty, oppure di scene con immagini sgranate, che potrebbe essere anche una buona idea, ma che usata ogni tre per due finiscono solo per annoiare lo spettatore. Il tutto condito poi con un montaggio a "cazzo di canguro" nel senso che il montaggio è alla cazzo, ma in più è fatto in modo saltellante, per cui si finisce per non capire niente. Se si aggiunge a questo una trama (trama?) talemente complicata e cervellotica da essere quasi impossibile da seguire (uno dovrebbe mettersi con il block-notes ad appuntarsi tutti i passaggi salienti, che sono almeno una trentina) da far generare il sospetto che sia stata fatta apposta per rendere incomprensibile il tutto, ne risulta un film indigeribile.
Alla fine il film risulta essere una sorta di lungo spot, con alcune scene che, prese a sé stanti, possono anche risultare intriganti e risvegliare la curiosità dello spettatore, appunto come avviene negli spot, ma senza una trama decente nè l'approfondimento psicologico che la materia avrebbe richiesto la pellicola finisce presto per essere noiosa, oltre che evidentemente stupida.
Il Tarantinismo di maniera che affiora qui e là non serve ad altro che come condimento Pulp di un lungo spottone sotto mentite spoglia.
PS. Ripensandoci, mi sono venuti in mente anche alcuni anacronismi delf ilm, per cui mentre la storia sembra ambientata oggi, nel 2005 (Domino riceve persino un premio come migliore cacciatrice del 2002) l'Afgano che fa parte del gruppo vuole ancora liberare l'Afganistan dai sovietici e Domino afferma che adora Pat Benatar, che dubito una ventenne di oggi sappia nemmeno chi sia.

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