sabato, agosto 19, 2006

Cinema: Lady Vendetta e London


Lady vendetta di Chan Wook Park è uno di quei film che lasciano lo spettatore medio indeciso sul fatto che si sia di fronte ad un capolavoro o ad una boiata pazzesca per dirla alla Fantozzi. Il film alterna in effetti momenti di altissimo cinema a cadute di tono e di stile, cinematografico e non, piuttosto evidenti. La trama è presto detta: una donna, che si era autoaccusata dell'uccisione di un bambino, esce dopo 13 anni dal carcere e cerca di vendicarsi del vero responsabile dell'omicidio. Il montaggio del film è fin troppo serrato e i continui salti spazio-temporali non facilitano di certo la comprensione dela trama, già piuttosto frammentaria di per sé. Ma se si resiste ai primi venti minuti, e ad una sceneggiatura abbastanza sgangherata, piano piano si riescono ad apprezzare alcuni momenti sparsi qui e là di raffinata arte cinematografica, fatta di inquadrature fisse alternate a movimenti improvvisi, a scene drammatiche sottolineate da musiche originali e indubbiamente ben scelte, ad una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi. La trama è poi, seppur abbastanza schematica come ogni "vengeance film" che si rispetti, e piena di salti logici, molto più varia e complessa del tanto decantato (e sopravvalutato) Kill Bill. Purtroppo il film, come già detto, alterna momenti alti con cadute di tono vertiginose, tanto evidenti da far venire il sospetto che siano volute. Esempio perfetto è l'ultima scena, in cui la protagonista sta per riabbracciare la figlia, la neve cade intorno, una musica dolce e struggente sottolinea il momento e che ti fa il regista? fa dare alla protagonista una testata alla torta che lei stessa tiene in mano.
Il dubbio rimane: arte pura o pura cialtroneria?

Abbastanza sconcertato dalla visione di questo preteso capolavoro mi sono posto alla visione di London , film sconosciuto di cui ignoravo tutto, tranne che la protagonista femminile era Jessica Biel, da me amata dopo averla vista lottare contro una famiglia di cannibali nell'ottimo remake di Non aprite quella porta. Come spesso (ma non sempre) mi succede, il film sconosciuto risulta essere nettamente migliore di quello più conosciuto. La storia è anche qui molto semplice: un ragazzo, devo dire piuttosto sciroccato, e non solo perché fa ampio uso di alcool e stupefacenti, si reca alla festa di addio della sua ex( lei sta per trasferirsi in un'altra città), di cui è ancora follemente innamorato (ed essendo la sua ex per l'appunto Jessica Biel, non sappiamo dargli torto). Ha però la cattiva idea di procurarsi una bella dose di roba e, per giunta, di portarsi dietro la spacciatore, che in realtà è un agente finanziario ancora più sciroccato e disperato di lui. Tutto il film si svolge praticamente nel bagno della ricca proprietaria che ha organizzato la festa, dove i due discutono di tutto e di più, l'esistenza di Dio, il senso della vita, e soprattutto, il loro rapporto con l'altro sesso, che nel caso del protagonista è rappresentato dalla sua ex, appunto la London del titolo ( e io che pensavo fosse la città!) il tutto condito con una serie di flashback ben realizzati (il che dimostra che è possibile variare i tempi del racconto senza far perdere la biglia al povero spettatore) fino alla svolta finale.
Un film del genere si deve basare per forza su delle prove d'attore all'altezza, e bisogna dire che nessuno delude.
Bravo Chris Evans, finora noto come uomo torcia nei fantastici quattro, che dimostra di sapere recitare, brava (oltre che sexy) anche Jessica Biel, perfetta come oggetto del desiderio ma anche capace di tonalità drammatica da attrice vera. Ma l'asso nella manica del film è Jason Statham, già fattosi notare in The Italian Job che dimostra di essere un attore coi fiocchi, dando al suo personaggio uno spessore incredibile. insomma un film bello ed originale, credo che del regista/sceneggiatore Hunter Richards sentiremo ancora parlare, almeno mi auguro, perché in un cinema dominato dalle varie Sofia Coppola c'è bisogno urgente di gente con idee e capacità.

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