Qualche giorno fa, accendendo la televisione, ho potuto sentire il Presidente del Consiglio affermare che, per uscire dalla crisi "gli italiani devono lavorare di più.
Sono stato immediatamente colto da un attacco di sindrome di Tourette, e ho incominciato ad inveire ripetutamente e "senza soluzione di continuità".
Il giorno dopo ho appreso, credo dalla versione online di qualche giornale, che lo stesso ha invitato i disoccupati "a darsi da fare".
Non ho battuto ciglio, un po' perché avevo finito gli insulti, un po' perché rassegnato.
Tutto sommato, poi, non è nemmeno vero che Berlusconi sia un "cretino" (questo l'appellativo più gettonato).
E' un folle, forse, ma non un cretino.
Nella sua follia c'è un metodo, che paga anche, ma non c'è stupidità.
Direi, piuttosto, che il tipo in questione è fuori dalla storia.
Non è il solo.
Riflettiamo:
A proposito di questa crisi si dice che sia una crisi esclusivamente finanziaria provocata da "titoli tossici". Insomma,l'economia mondiale sarebbe come un omaccione robusto che ha fatto un'abbuffata di funghi, e qualcuno di quei funghi, non essendo un porcino o altro fungo commestibile, ma essendo "tossico" ha provocato un'avvelenamento, dal quale il paziente, dopo un po' di medicine, più o meno amare, si risolleverà, e potrà tornare a mangiare funghi, fino al prossimo avvelenamento.
E' facile capire come questa sia una verità di comodo.
La borsa, la finanza, sono sempre state speculative, è nella loro natura. E gli imbroglioni e i titoli "tossici" ci sono sempre stati. Basti pensare ai Bond Argentini, ai casi delle piramidi in Albania, ai vari fondi pensionistici inglesi che sparivano nel nulla, a causa di qualche rampante Yuppie.
Ma se questo dovesse provocare crisi così profonde a livello mondiale, allora il sistema sarebbe perennemente in crisi.
E' poco convincente questa teoria, e la teoria che la supporta, ovvero che sia una questione di fiducia e pessimismo, che produce cali dei consumi e quindi del PIL.
Quando ci sono intere catene di negozi che chiudono, quando ci sono fabbriche che dismettono, cali della produzione a due cifre e che toccano il 30/40%, è difficile dare la colpa al semplice pessimismo.
In realtà è evidente che siamo di fronte ad una crisi di sovrapproduzione.
Il livello tecnologico raggiunto ha consentito di produrre in tempi brevi e con un numero di addetti inferiori quantità sempre maggiori di beni, molto spesso non necessari o voluttuari, come suol dirsi.
Il fatto che non sia necessario lavorare tanto come una volta, e che dovrebbe portare, in una società razionale alla riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, si scontra con il fatto che viviamo in una società dove la razionalità esiste, ma è volta al profitto di pochi.
Se ai pochi conviene impiegare meno addetti e farli lavorare di più (come dice il neo-duce)allora quello è ciò che succede.
Le conseguenze sono ovvie: aumento degli impiegati statali, messi per lo più a scaldare seggiole (poi gli si può dare dei fannulloni, ma non sono stati assunti per lavorare) precarizzazione dei lavoratori, lavori a part time.
Sull'altro lato si tende addirittura ad aumentare la vita lavorativa, altra cosa che impedisce ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, tanto Papà e mamma li mantengono, e poi gli si dà dei "bamboccioni", sempre con la stessa ipocrita non curanza con cui si dà dei fannulloni agli statali (tranne gli impiegati nelle forze dell'ordine che pare lavorino tantissimo per antonomasia).
Aggiungiamoci i tagli alle pensioni, e quello schok che stato l'adozione dell'euro con impennate inflazionistiche mai calcolate realisticamente, il peso del "fiscal drag" ed avremo una situazione in cui i redditi da lavoro sono drammaticamente scesi a beneficio di introiti fiscali e redditi da capitale.
Se poi teniamo conto che gli introiti fiscali sono stati usati o per aumentare ulteriormente l'elefantiaco Stato , o a sostegno ulteriore dei redditi da capitale, non c'è da stupirsi che gli italiani (e gli europei) abbiano da tempo esaurito la propria capacità di spesa.
Esaurita anche perché da anni abituati a comprare cose inutili, dai telefonini alle automobili, il cui mercato è stato drogato da dozzine di "rottamazioni" vendite rateali eco-incentivi (incentivo a cosa, all'inquinamento) e chi più ne ha più ne metta.
Non è quindi di certo "lavorare di più" la soluzione al problema, visto che è esattamente una delle cause della attuale crisi, che non è, ripeto, congiunturale, ma sistemica.
In realtà bisognerebbe al contrario, lavorare di meno, e meglio, producendo beni più durevoli che non necessitino di essere sostituiti pochi anni o addirittura mesi dopo essere stati acquistati, e consumando (perché bisogna consumare, non facciamo i pauperisti antimodernisti, please!) quel che è giusto, senza esagerare, anche perché di posti dove gettare i rifiuti ce ne sono sempre meno.
Questo produrrebbe calo della disoccupazione reale o mascherata che sia, meno criminalità e meno inquinamento.
Blog di Pablo, continuazione ideale delle Pablo Pages. Qui si parla di tutto un po', secondo l'estro del momento: politica attualità, cinema, musica sport e cazzeggi vari....Presumo che chi capita qui sia mio amico, o almeno conoscente, altrimenti va bene lo stesso :-))
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6 commenti:
Il "sultano" ha indetto il festival dell'ipocrisia..la crisi non si risolve offendendo i disoccupati o altri...occorrono progetti fattibili,reali e far pagare le tasse a chi non le paga!!!!!!!!
Inutile dire che sono d'accordo al 100%.
Ma quando dici "non facciamo i pauperisti antimodernisti" e poi predichi la decrescita (produzione di merci di migliore qualità e durata, meno rifiuti, meno prodotti, meno lavoro e più sicuro) sei fuori di brutto ;-))
Per una persona "normale" oggi, una persona che viva integrata completamente nella nostra società, questo è proprio pauperismo anacronistico.
Mi fai tenerezza, perché capisco e condivido quello che scrivi. Io non ho mai amato lavorare; lavoravo (da indipendente) giusto il tempo che mi serviva per guadagnare di che vivere.
Ma come direbbe Caparezza "io vengo dalla luna". Forse, tu vieni da Saturno :-)
"Questo produrrebbe calo della disoccupazione reale o mascherata che sia, meno criminalità e meno inquinamento" e aggiungerei: meno depressioni, nevrosi e violenza.
Un gran bel post. Ciao, erri
Caro Erri, il tuo commento alla Trapattoni (sono completamente d'accordo a metà) mi induce ad una rapida risposta:
Ho parlato di consumare il giusto, e di pauperismo antimodernista,nel senso che ritengo insensato, improponibile, e anche un po' ipocrita, l'approccio per cui qualsiasi miglioramento tecnologica sia da rifiutare,e che tutti dovremmo magiare pane e cipolla.
Tutto qui.
Io comunque non vengo da Saturno ma da Terminal City (citazione che solo i fan di Dark Angel possono capire :-b)
Io aggiungerei anche che di soldi in circolo ce ne sono materialmente pochi. E il flusso di denaro in circolazione è regolato dalla banche. Quindi secondo me questa è una crisi anche un po' provocata. Che poi lo sia volontariamente o no, a causa di tanto denaro bruciato con speculazioni ben oltre il limite della truffa legalizzata, non saprei dirlo.
Che il flusso di denaro sia controllato dalle banche è indubbio però mi sfugge il concetto di crisi provocata involontariamente.
Ma magari è solo colpa mia ;-))
I inclination not concur on it. I over polite post. Expressly the title attracted me to review the intact story.
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