sabato, luglio 25, 2009

Posta celere...ma con molta calma


Si dice che le Poste Italiane, ora privatizzate, funzionino a meraviglia.
"Nella media degli altri paesi europei, anzi il nostro servizio è all'avanguardia".
Bene, racconto qual'é invece la mia esperienza.
Avendo purtroppo un cliente (almeno uno) piuttosto restio a pagarmi il dovuto, decido di mandargli una raccomandata con invito a pagare e minaccia di adire a vie legali.
Più che altro un bluff, ma tanto per far capire che non mi si piglia per il fondoschiena.
Spedisco quindi la mia bella raccomandata, con ricevuta di ritorno annessa.
Tutto ciò il 19 giugno di quest'anno.
Passano i giorni, e della mia ricevuta di ritorno, che, come dice il nome, dovrebbe tornare, non si hanno notizie.
Fino a ieri mattina, 24 luglio, ovvero 35 giorni dalla spedizione, data oserei dire storica, in cui la mia bella ricevutina spunta dalla casella delle lettere.
La controllo, quasi estasiato dall'averla di nuovo fra le mani, e scopro altri inquietanti particolari.
Per esempio che è stata consegnata il giorno 7 luglio all'interessato, e reca un timbro del 9 luglio, che non so cosa significhi nè a cosa si riferisca, forse l'inizio del viaggio di ritorno.
In buona sostanza, e ricostruendone i movimenti, la raccomandata (costo di € 3,40, una birra media insomma) è stata spedita il 19, è stata recapitata il 7 luglio, ovvero 18 giorni dopo, è stata timbrata il 9, ovvero è rimasta in giacenza due giorni, prima di iniziare un faticoso viaggio di ritorno che l'ha riportata a destinazione finale altre due settimane dopo.
A questo punto qualcuno si immaginerà che era diretta verso qualche paese dell'entroterra siciliano, dove branchi di cani rinselvatichiti corrono dietro a postini indifesi.
Niente di tutto questo. Era indirizzata in provincia della città dove abito e lavoro, ovvero la europeissima e modernissima Milano.
La prossima volta la porto io in bicicletta, valà che l'é meglio.

1 commento:

Damiano Aliprandi ha detto...

Mi sa che fai prima caro Pablo. I servizi di pubblica utilità non dovrebbero essere mai privatizzati, poi non dimentichiamoci che i lavoratori sono tutti assunti con contratti a termine e quindi immagino con quale entusiasmo uno ci lavori...

Ma alla fine, queste tanto osannate privatizzazioni, non hanno fatto solo che danni?

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