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giovedì, novembre 02, 2006
Cinema: The Black Dahlia
Parlo di questo film con abbondante ritardo rispetto alla visione, ma non sono mai stato convinto che un film si giudichi d'istinto, non sempre almeno.
The Black Dahlia, ultimo film di Brian De Palma, come tutti sapranno, tratto da un libro di Ellroy ispirato ad un delitto irrisolto, quello di una aspirante attrice, forse anche attrice di filmetti porno, nella Hollywood dell'immediato dopoguerra.
Qualcuno (pochi) soprattutto in Italia, ne ha parlato dopo la proiezione a Venezia come di un ottimo film, se non un capolavoro. Negli USA l'accoglienza è stata molto più fredda, anzi, dal punto di vista del Box Office si può tranquillamente parlare di Flop, e di quelli pesanti: poco più di 20 milioni di dollari raggranellati per un film così costoso e pubblicizzato sono un risultato prossimo al disastro.
Dopo aver visto il film devo dire che si capisce bene perché questo risultato striminzito ed il diffuso scarso apprezzamento, a parte i fans stretti, quelli disposti a digerire qualsiasi cosa da parte di Brian De Palma.
Innanzitutto la trama è confusa e caotica quanto mai, piena di nomi di persone e avvenimenti che non vediamo ma ci vengono riferiti con la voce fuori campo tipica del noir anni 50, solo che qui la cosa è talmente ripetuta da diventare noiosa e quasi parodistica in alcuni momenti. Il ritmo è da un lato frenetico, perché lo spettatore deve stare dietro a mille avvenimenti, ma dall'altro molte scene sono lente e anche abbastanza inutili. De Palma poi infila qua e là alcuni particolari irritanti, come il corvo che va a beccare il cadavere davanti ad una folla di una cinquantina di persone (che sarebbe come pensare che il sottoscritto vada a prendere una fettina di sacher davanti ad un branco di leoni) o la scena nel bar "lesbo" con tanto di canzone cantata da non-mi-ricordo- più-quale-nota-cantante-gay a mò di video musicale, il che ricorda terribilmente quella scena di "omicidio a luci rosse" con i Frankie goes to Hollywood, scena che ho sempre trovato discutibile.
Peggio ancora, c'è anche almeno un errore evidente di regia nel flashback finale che svela la soluzione del caso.
tra gli altri difetti è da segnalareuna scelta deglli attori alquanto discutibile. Josh Artnett è bravino, ma francamente fuori ruolo, troppo giovane per quella parte. Altrettanto fuori ruolo è la pretesa diva Scarlett Johannson, che per giunta non è neanche particolarmente brava e mostra degli evidenti limiti di attrice. Anche Hiilary Swank non pare essere del tutto a suo agio nel ruolo della "dark lady" bisex, ed un confronto con la Sharon Stone di Basic Instinct potrebbe risultare imbarazzante per lei.
La sorpresa più gradevole è Mia Kirschner, che interpreta proprio la Black Dahlia, che compare unicamente come protagonista di provini e filmini rigorosamente in bianco e nero, e che riesce a dare nei pochi minuti in cui appare sullo schermo una intensità al suo personaggio notevole.
Ma quello che soprattutto rimprovero a De Palma è di aver fatto un film molto freddo, quasi frigido, pur essendo la materia del film "bollente". Per esempio il traingolo tra i due poliziotti e la bella bionda interpretata da Johannsson rimane quasi sullo sfondo e non riesce mai a decollare, così come il rapporto erotico tra il poliziotto "buono" e la dark lady interpretato dalla Swank rimane meccanico, senza avere quel fascino morboso che ha sempre caratterizzato il noir, anche quello recente.
A fronte di questo va segnalata una accurata ricostruzione dell'ambiente, alcune scene ben dirette, che ricordano i momenti migliori de "gli Intoccabili", in particolare la famosa scena della scalinata. oltre alle già citate scene con Mia Kirschner.
Certamente il mestiere non manca a De Palma, ma da lui c'è da aspettarsi molto di più di un semplice e sterile esercizio di stile.
giudizio: 2 stellette e mezzo.
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