mercoledì, ottobre 17, 2007

Storace- Montalcini: ovvero del fascismo giovanilista

Questa settimana, tra le varie cose, è stata caratterizzata da una delle tante odiose buffonate fascistoidi ( in questo caso direi fasciste senza mezzi termini) che caratterizzano questi tempi tristi e dementi. Mi riferisco alla vergognosa aggressione organizzata da Storace e vari giovinastri nei confronti della scienziata, nonché Senatrice a vita Rita Levi di Montalcini allo scopo di intimidirla e costringerla alle dimissioni.
Sarebbe facile però liquidare la cosa come una bravata di un politicante in cerca di visibilità, e limitarsi ad una scrollata di testa e di spalle.
Qualche riflessione, invece, va fatta.
In effetti ho il sentore che questa iniziativa, oltre a non essere stata condannata con la dovuta forza dalla sempre più pavida sinistra ( ma ormai non bisogna dire più sinistra, bisogna dire "democratici") abbia in realtà raccolto una certa dose di simpatia, di "ma vabbè, in fondo ha ragione, anche se sbaglia i metodi".
Perché questo? La risposta va cercata nel giovanilismo imperante, nel profondo disprezzo che ormai accompagna le persone anziane, che sono viste nel migliore dei casi come simbolo di decadenza fisica, nel peggiore come dei "riconglioniti" di cui liberarsi il più presto possibile. Un tempo, invece, la terza età era considerata l'età della saggezza, l'età della piena maturazione in cui una persona, proprio grazie allo scorrere del tempo e all'esperienza fatte, poteva consigliare le persone più giovani, non per imporre il proprio parere, ma per aiutare gli altri a prendere le giuste decisioni.
Da questo punto di vista, sarebbe molto meglio avere al Senato una persona di grandissima intelligenza ed esperienza, piuttosto che bellocce decelebrate come le varie Brambille e Carlucci.
Ma il punto di vista prevalente è, invece, opposto.
L'importante è essere giovani, possibilmente fotoigienici, e con un ricco portafoglio.
Questo riflette, naturalmente, la organizzazione sociale ed economica. Ormai chi è sopra i 50 anni viene rifiutato dal mondo del lavoro, che preferisce gente più giovane (e più precaria, incidentalmente).
Riflette anche il darwinismo sociale esasperato, dove i più deboli devono soccombere e lasciare spazio ai più forti.
Non è un caso che uno dei film di maggior successo della stagione sia stato 300 un film che esalta la società spartana, quella dove i portatori di handicap venivano ammazzati.
Un film pieno di quella etica che potremmo definire "fascista"
E qui torniano al punto di partenza: Giovinezza giovinezza si cantava durante il ventennio....

1 commento:

Anonimo ha detto...

Riflessioni condivisibili. Molto di questo "giovanilismo" nella società è frutto della pubblicità e del marketing, che notoriamente si rivolgono soprattutto ai giovani. I vecchi di solito, con saggezza, tendono a risparmiare...

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