mercoledì, dicembre 03, 2008

Aiuto La Crisi!

Ma che cosa è questa crisi di cui tanto si parla? E' una crisi congiunturale, finanziaria o non è in un certo senso l'inizio di una nuova era, un fatto che produrrà maggiori cambiamenti di celebrati media event quali l'11 settembre o il crollo del Muro di Berlino?
Innanzitutto non posso nascondere una certa malcelata soddisfazione di fronte a notizie quali il fallimento della Merryl Lynch, che per me equivale più o meno alla morte di Adofl Hitler, o vedere e sentire, o leggere. tutti quelli che hanno passato gli ultimi 20 o 30 anni a glorificare le sorti sempre magnifiche e progressive del "libero mercato" della Globalizzazione" dire con grande e presunto, ancorchè tardivo, pentimento che bisogna tornare ad un mercato regolato, che l'intervento dello Stato è fondamentale e benevolo e che in fondo, nella vita il denaro non è tutto (troppa grazia Sant'antonio!).
Quello che mi preme invece definire è il perché si è giunti a questo.
In realtà quel che sta accadendo non dovrebbe produrre grande sorpresa, la sorpresa casomai, dovrebbe nascere dal fatto che solo adesso si hanno conseguenze che gli economisti più acuti, ovvero quelli che non troverete mai e poi mai sui media mainstream, avevano previsto con largo anticipo.
In sostanza quella che è stata chiamata "globalizzazione" consisteva nel prevalere del mercato finanziario su quello dei beni e servizi, insomma la vittoria del virtuale rispetto al reale.
Il 98% degli scambi riguardava beni finanziari, ovvero fittizi, e solo il 2% la produzione dei beni e servizi. E' abbastanza ovvio quindi che il mercato dei titoli fosse ampiamente sopravvalutato, e che questo prima o poi, avrebbe dovuto subire un ridimensionamento. Fino a qui nulla di strano, in fondo anche il 1929 nacque da questo.
Il fatto è che la situazione attuale non è quella del 1929, ma molto peggio, almeno per i paesi occidentali.
Infatti, al prevalere del mercato finaziario su quello dei prodotti, ha corrisposto la delocalizzazione della produzione di beni materiali dal primo mondo all'ex secondo mondo (gli stati ex membri del Patto di Varsavia) e al terzo mondo ( cosidetti Paesi in via di sviluppo).
Questo ha comportato una crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro nei paesi occidentali, un aumento del debito verso l'estero (in particolar modo per quanto riguarda gli Stati Uniti d'America) il tutto condito, per così dire, da un forte ridimensionamento sia dello Stato Sociale che della spesa pubblica.
Sugli Stati Uniti D'america l'analisi è molto chiara e netta: è un paese in evidente declino, perché un paese che non produce quasi più nulla, a parte film hollywodiani e un po' di software che viene copiato da cinesi e giapponesi in un batter d'occhio, ed è basato a tutti i livelli sul debito, debito dello stato, debito del paese verso l'estero, debiti dei clienti e delle imprese verso le banche, debiti delle banche verso investitori esteri, è chiaro che un paese in queste condizioni non possa reggere a lungo, e la vittoria di Barak Obama, più che essere un cambiamento storico (che certo è, intendiamoci) è sopratutto la presa d'atto da parte dell'intera nazione della propria decadenza ed un tentativo di porvi un freno.
In generale però tutto l'Occidente è in una situazione simile: negli ultimi 15-20 anni la crescita è sempre stata molto bassa, sopratutto in Italia, si è smantellato pezzo per pezzo lo Stato sociale, definito assistenzialista, si sono trasferiti redditi e ricchezza dal lavoro al capitale, capitale che poi viene bruciato nel giro di una mattinata, insomma si è distrutta l'economia reale e si è distrutta la classe lavoratrice, che invece è in grande espansione in altri paesi, le sue capacità organizzative, che sono state tra le componenti del Boom economico degli anni 50-60.
In buona sostanza la produzione ed i produttori sono per lo più all'estero,e si può dire, in modo un po' provocatorio ma non lontano dalla realtà, che l'europa (e l'occidente in generale) è diventata una grande Casta, mantenuta dal resto del mondo.
Naturalmente all'interno di questa casta ci sono differenze abissali di reddito, cultura, potere (altro che siamo tutti ceto medio!)però è un fatto che gran parte della ricchezza viene prodotta all'estero e da noi si importa quasi tutto.
La differenza con gli USA risiede nel fatto che qualche ammortizzaore sociale ancora esiste,e che non vi è una situazione debitoria così generalizzata.
Però uscire da questa crisi richiede tempo ed investimenti in settori nuovi quali le energie rinnovabili e la ricerca.
Il contrario di quel che il Governo italiano sembra intenzionato a fare.
(fine prima parte)

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